UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 3 settembre 2008

Mercoledì 3 settembre 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 settembre 2008

Rassegna quotidiani locali
 
L’UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 




 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana Pagina 9
Roma
Laureati vivono più dei diplomati
 
I “secchioni” di tutto il mondo saranno contenti: studiare allunga la vita e diminuisce il rischio di morire a causa di un tumore. Un laureato di 35 anni infatti vive 7,6 anni in più di un coetaneo con il solo diploma di scuola media, mentre il tasso di mortalità da cancro per gli uomini tra 30 e 64 anni è quasi doppia nella categoria socialmente più svantaggiata: quasi 40%, contro 20% circa tra i diplomati o laureati. Qualche differenza si nota per l’altra metà del cielo: una laureata 35enne ha una prospettiva di sopravvivenza di 6 anni e mezzo in più rispetto a una coetanea con un basso titolo di studio. E le differenze sociali nei tassi di mortalità sono meno marcate, anche se si osservano nei casi di cancro all’utero, allo stomaco e al polmone. I dati sulla longevità arrivano da uno studio realizzato da Carlo Maccheroni, componente del Centro di ricerca sulle dinamiche sociali della Bocconi e docente all’Università di Torino.

 

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Azienda mista, via libera a Renato Mura 
Il decreto di nomina a direttore generale sarà firmato da Soru forse oggi 
Parere positivo con votazione unanime dal consiglio di facoltà 
 
SASSARI. L’Università benedice il candidato della Regione: sarà Renato Mura il direttore generale dell’Azienda mista. Il chirurgo gallurese, attualmente direttore sanitario della Asl 2 di Olbia, ha ricevuto il via libera all’unanimità dal consiglio di Facoltà. La sua nomina potrebbe essere ufficializzata già nella tarda serata di oggi, con il decreto firmato dal presidente Renato Soru. L’accordo sul suo nome è legato a un lungo elenco di promesse che il governatore si impegna a mantenere: l’Università chiede progetti e finanziamenti per risolvere i gravi problemi dell’Azienda. In arrivo ci sono 130 milioni per nuove strutture sanitarie e 30 per l’adeguamento delle attrezzature tecnologiche.
 
Pagina 20 - Sassari
C’è il via libera dell’Università: Renato Mura all’Azienda mista 
Votazione unanime del consiglio di Facoltà che ha accolto la proposta della Regione in cambio di progetti e finanziamenti 
SILVIA SANNA 
 
 SASSARI. L’Università dà fiducia a Soru e benedice il candidato della Regione: sarà Renato Mura, attuale direttore sanitario della Asl 2, a guidare l’Azienda mista. Dopo un’ora di dibattito, il consiglio di facoltà ha dato il via libera alla sua nomina con votazione unanime. L’accordo prevede che il chirurgo gallurese arrivi in buona compagnia, con progetti e finanziamenti a molti zeri per fare ripartire una macchina sanitaria che viaggia in folle da quasi un anno. Niente impegni scritti, il patto tra gentiluomini si regge sulle promesse verbali del governatore.
 L’ufficialità potrebbe arrivare già oggi, in tarda sera, con il decreto firmato dal presidente Soru. Renato Mura, 63 anni, entro la fine della settimana potrebbe insediarsi e dare il via a una lunga serie di incontri. Il primo, proprio con il consiglio di Facoltà, per verificarne la programmazione didattico-scientifica. Nelle giornate successive, è attesa la nomina dei più stretti collaboratori del direttore generale: il direttore amministrativo e quello sanitario. Pochissime le speranze per David Harris, qualcuna in più per Antonello Ganau. L’ex manager angloamericano, al centro di una lunga telenovela legata ai «buchi neri» nel suo curriculum, potrebbe definitivamente lasciare l’Azienda mista. Con grande rammarico da parte della Regione e soprattutto dell’Università. Che dopo avere insistito a lungo sul suo nome anche in occasione degli ultimi incontri cagliaritani, ha fissato una serie di paletti prima di dare il benestare alla seconda carta giocata da Soru. Ieri pomeriggio, prima di esprimere il proprio parere sul nome di Renato Mura, i componenti del consiglio di facoltà hanno ascoltato una dettagliata sintesi del vertice che si è svolto a fine luglio, convocato con l’obiettivo di uscire dalla situazione di stallo. Il rettore Alessandro Maida, il preside di Medicina Giulio Rosati e il vicepreside Giuseppe Madeddu hanno informato l’assemblea dell’eccezionale apertura mostrata dal presidente Renato Soru di fronte ai paletti messi dall’Università. «Il governatore ha garantito interventi tempestivi - ha detto Rosati -, per risolvere i gravissimi problemi legati all’edilizia inadeguata delle strutture sanitarie e ad attrezzature tecnologiche obsolete. Ha dichiarato di apprezzare l’alto livello della nostra offerta formativa, le risposte coerenti al piano sanitario regionale. Si è reso conto che meritiamo maggiore attenzione. Noi naturalmente saremo qui a vigilare che le promesse vengano mantenute entro i tempi stabiliti».
 L’accordo disegna un nuovo volto per viale San Pietro. Il progetto di massima tracciato dal preside di Architettura Vanni Maccioco immagina un edificio di sette piani collegato con il polo chirurgico del padiglione Clemente, nel quale ospitare l’ospedale materno-infantile. E ipotizza un diverso utilizzo per il viale e per le cliniche: spazi da utilizzare per i pazienti esterni, con ambulatori nuovi di zecca ma anche aule per la ricerca. Solo così sarà possibile accogliere la pioggia di richieste che arrivano da studiosi stranieri, «che noi siamo costretti a respingere - aggiunge Rosati - perchè ci vergogniamo dello stato penoso delle nostre strutture». Una situazione imbarazzante certificata dalla ultima classifica del Censis: la facoltà di Medicina si è classificata al 7º posto per la Didattica, appena al 26º per i rapporti internazionali. Per dare gambe ai progetti, la Regione è pronta a sborsare un bel capitale: sono 130 i milioni di euro necessari, secondo l’Università. «Il presidente Soru - ha spiegato Rosati al consiglio di Facoltà -, ha garantito che farà visionare immediatamente il piano dai consulenti in materia di edilizia sanitaria. Naturalmente ci auguriamo che le eventuali modifiche siano migliorative».
 L’altra questione cruciale riguarda l’adeguamento delle attrezzature. Anche in questo caso, dalla Regione è arrivata una risposta confortante alle richieste dell’Università. A Sassari è attesa una quota del finanziamento ministeriale concesso per il potenziamento del parco tecnologico isolano. Sul piatto ci sono 90 milioni da spartire con l’Azienda mista di Cagliari, che si aggiudicherà la fetta più grossa. «Per le nostre esigenze - ha aggiunto Rosati - sono sufficienti 30 milioni». Sarà il neo manager Renato Mura a decidere come utilizzarli.
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Attualità
Studiare allontana i tumori 
Tra i laureati l’uomo vive 7 anni in più, la donna 6,5 
 
ROMA. I “secchioni” di tutto il mondo saranno contenti: studiare allunga la vita e diminuisce il rischio di morire a causa di un tumore. Un laureato di 35 anni infatti vive 7,6 anni in più di un coetaneo con il solo diploma di scuola media, mentre il tasso di mortalità da cancro per gli uomini tra 30 e 64 anni è quasi doppia nella categoria socialmente più svantaggiata: quasi 40%, contro 20% circa tra i diplomati o laureati. Qualche differenza si nota per l’altra metà del cielo: una laureata 35enne ha una prospettiva di sopravvivenza di 6 anni e mezzo in più rispetto a una coetanea con un basso titolo di studio. E le differenze sociali nei tassi di mortalità sono meno marcati, anche se si osservano nei casi di cancro all’utero, allo stomaco e al polmone. I dati sulla longevità arrivano da uno studio realizzato da Carlo Maccheroni, componente del Centro di ricerca sulle dinamiche sociali dell’Università Bocconi e docente di demografia all’Università di Torino, basato su dati Istat. «La differente mortalità sottintende differenze nella gestione della salute e nelle condizioni di vita - spiega Maccheroni - ma le disuguaglianze non sono riconducibili solo al diverso bagaglio di conoscenze acquisito durante il percorso scolastico, che di per sè implica un’ovvia differenza retributiva che influenza la vita e la salute, ma si manifestano anche nell’ attitudine ad ampliare le proprie conoscenze in molti campi». Insomma, chi studia più a lungo riesce a reperire meglio e gestire conoscenze per «uno stile di vita salutare, oltre a un più informato accesso alla medicina», aggiunge lo studioso. Il tutto con effetti sul Welfare.
 Secondo Maccheroni «se il calcolo della pensione considera dati medi di aspettativa di vita uguali per tutti, come la riforma Dini, rischia di creare sperequazioni nel trattamento». Perchè «se è vero che la vita media è aumentata - spiega l’esperto - tanto per gli uomini che per le donne, la ricerca indica che per gli strati sociali più bassi aumenta meno che per quelli più alti».

Questionario e social

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