Domenica 24 agosto 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 agosto 2008

Rassegna stampa a cura dell'Urfficio stampa e web
Segnalato un articolo della testata L'Unione Sarda



Nuoro e Provincia Pagina 34



Orune. Scaduta la convenzione con l'Università di Sassari, la Sovrintendenza ha fatto sospendere i lavori che andavano avanti da tre anni
Sant'Efis, stop agli scavi archelogici




La concessione è scaduta da novembre, mentre la domanda di concessione inoltrata a fine luglio al Ministero dei beni culturali è ancora in attesa di una risposta. Per questo la Sovrintendenza di Sassari ha bloccato gli scavi in corso a Sant'Efis, nelle campagne di Orune, costringendo così a restare a casa i ventitré studenti dell'Università di Sassari che a partire dal 2005, sotto la guida del professor di archelogia delle province romane Alessandro Teatini, avevano partecipato con grandi risultati alle campagne estive. Lo stop ai lavori - grazie ai quali si sta riportando alla luce uno splendido villaggio romano risalente all'Età Imperiale, la cui scoperta tra l'altro demolisce definitivamente la leggenda della Barbagia roccaforte inespugnabile - è di qualche settimana fa.
Secondo alcune voci a Sant'Efis sarebbero addirittura intervenuti i carabinieri, ma la notizia è stata smentita prima dal sindaco di Orune Francesca Zidda e dal professor Teatini, poi anche dagli stessi militari. «La verità è che non abbiamo mai iniziato a scavare - ha commentato il docente sassarese -, per cui non vedo come i carabinieri avrebbero potuto mandarci via dal sito. Quest'estate siamo stati a Sant'Efis solo una volta per far vedere l'area archeologica agli studenti, una gita didattica insomma. Attualmente siamo in una fase di rinnovo degli accordi, ma ovviamente non faremo nulla sino a quando non arriverà la concessione dal ministero». Teatini ha poi spiegato perché nel bando per partecipare agli scavi, pubblicato sul sito web dell'università, si fa ancora riferimento alla concessione scaduta. «Il fatto è che quel bando serve solo per selezionare gli studenti - è stata la sua replica -, le date definitive di inizio dei lavori le diamo successivamente, tanto che è ancora tutto fermo proprio in attesa della concessione». Autorizzazione che a questo punto non si sa neanche se arriverà in tempo, anche se il professore resta fiducioso («noi ci speriamo, si può lavorare sino a ottobre»).
Comunque sia quel che appare davvero clamoroso è che a causa di intoppi burocratici sicuramente evitabili, siano stati sospesi degli scavi importantissimi, che negli ultimi anni hanno consentito di trovare reperti di inestimabile valore. Com'è accdaduto? Sino alla scorsa estate gli studenti sassaresi arrivavano a Sant'Efis grazie a una convenzione della durata di tre anni stipulata tra l'Istituto di archeologia delle province romane della loro università e il Ministero, rappresentato dalla Sovrintendenza. Un accordo a cui aveva partecipato anche la Provincia di Nuoro, che aveva finanziato le borse di studio, e il comune di Orune, che ha sempre garantito l'alloggio e il trasporto degli studenti, mentre altri contributi erano stati stanziati dalla vecchia Comunità montana e dalla Fondazione Banco di Sardegna.
Poi però la convenzione è scaduta (novembre 2007) e non è stata più rinnovata, mentre la richiesta di concessione agli scavi da parte dell'Università di Sassari - richiesta che secondo il Codice Urbani deve essere corredata da un adeguato piano economico - sarebbe arrivata al Ministero, attraverso la Sovrintendenza, solo a fine luglio. Col risultato che gli studenti reclutati con l'esaltante prospettiva di un'estate alla ricerca di reperti antichi, si sono invece ritrovati di punto in bianco disoccupati, sotto l'ombrellone come tutti gli altri. «Non c'è intenzione di penalizzare nessuno - è l'unico commento della responsabile della Sovrintendenza Maria Ausilia Fadda -, semplicemente noi siamo obbligati a rispettare e far rispettare le procedure che ci impone la legge, e questo a garanzia di tutti».
MASSIMO LEDDA


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