Giovedì 21 agosto 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 agosto 2008
Rassegna quotidiani locali
 
L’UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

 

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 14 – Cronaca di Cagliari
Brevi
Foto digitali, un concorso
   
C’è tempo fino al 19 settembre per l’iscrizione al concorso di fotografia digitale "Il Parco in Pixel 2008". L’iniziativa è di Sardegna Ricerche e vede la collaborazione del Parco scientifico Polaris di Pula. Per aderire inviare il modulo di iscrizione entro le 16 di venerdì 19 settembre, all’indirizzo e-mail concorso@sardegnaricerche.it. (p. l.)
2 – L’Unione Sarda
Pagina 29 – Provincia di Sassari
Sassari. La dirigenza Asl ammette molte carenze anche nei sistemi di vigilanza
Ospedali, la sicurezza che non c’è
   
Impianti antincendio fuori norma, strutture vecchie di cinquant’anni e sistemi di vigilanza e sicurezza colabrodo. Dopo l’incendio doloso della lavanderia che sabato notte ha messo in pericolo il Palazzo Clemente delle cliniche di San Pietro, i vertici dell’Azienda ospedaliero-universitaria sassarese tracciano la mappa delle falle organizzative, fanno il mea culpa e annunciano il programma di rinascita aziendale. «Purtroppo abbiamo ereditato una lunga serie di carenze strutturali che necessitano di tempo per essere risolte», spiega il direttore amministrativo David Harris. «Noi abbiamo iniziato l’attività un anno fa, e ci siamo subito interessati per risolvere i problemi più urgenti, quelli risolvibili immediatamente. Per il resto abbiamo predisposto diversi interventi, ma servono soldi e tempo». Affiancato dal direttore sanitario Antonello Ganau e dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione, Giuseppe Solinas, il manager americano stila prima una lista dei danni, poi fissa la cronologia della ripresa, e infine annuncia un nuovo appalto per la vigilanza e l’ammodernamento di tutti gli impianti, compresi quelli antincendio. Sistemi inesistenti o fuori uso, come l’impianto antincendio delle lavanderie, che sabato notte nulla ha potuto contro il rogo: «i vigili del fuoco sono intervenuti utilizzando solo le autobotti, in quel momento il sistema antincendio non era utile». Era inutilizzabile a causa del bocchettone esterno, vecchio e montato al contrario. L’impianto è del tipo a estinzione manuale a idranti: permette, operando manualmente, di controllare un incendio nelle sue fasi iniziali aggredendolo in maniera tempestiva, scaricando una pioggia di acqua sull’area interessata dalle fiamme. «A settembre ci sarà consegnata una relazione dettagliata con l’analisi di tutte le strutture e di tutti gli interventi necessarie per metterle a norma di sicurezza», spiega Ganau, «ora molti impianti sono fuori norma». Novità anche per quanto riguarda la vigilanza: «Stiamo predisponendo un nuovo appalto che prevede non solo il servizio di portineria, ma anche la vigilanza nei reparti». Nel frattempo saranno ridotti gli ingressi: due a Palazzo Clemente e due per gli altri reparti. (v. g.)

 

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Gallura
L’altra crociera a Golfo Aranci: i turisti alla scoperta dei delfini 
TIZIANA SIMULA 
 
GOLFO ARANCI. A tu per tu con la natura, vestendo per un giorno i panni del ricercatore. L’esperienza è di quelle insolite, alla scoperta della vita e del comportamento dei delfini nel loro ambiente naturale, tra le acque azzurre del mare, al fianco di biologi ed esperti. Non una semplice offerta turistica ma una vera crociera scientifica, un’opportunità che i ricercatori del Bdri, l’Istituto per la ricerca applicata sui delfini, che opera da anni a Golfo Aranci, offre agli appassionati del mondo sommerso.
 Il progetto “Researcher for a day”, ricercatore per un giorno, prevede uscite a bordo dell’imbarcazione dell’Istituto, “Spartana”: una crociera di un giorno in compagnia di biologi ed esperti, pronti a raccontare e a far scoprire ai partecipanti le meraviglie del mare e dei suoi abitanti, coinvolgendoli nelle proprie attività di studio e facendogli conoscere la vita dei tursiopi, la specie dei delfini costieri che popolano il mare della costa nord orientale dell’isola, a cui l’Istituto dedica la sua ricerca fin dal 1991. Una vera e propria immersione nell’ambiente marino e nell’affascinante mondo dei delfini, per vivere il mare e la natura in modo diverso, in un originale abbraccio fra turismo e tutela ambientale.
 Durante le uscite, la “Spartana” segue le rotte dei delfini nelle acque del golfo di Golfo Aranci, di Olbia e di Congianus dove vive ormai stabilmente una colonia di tursiopi che i ricercatori del Bdri studia da nove anni, una quarantina gli esemplari presenti attualmente, tra cui due piccoli appena nati, uno il 15 giugno, l’altro il mese scorso. Un terzo, non è riuscito invece a sopravvivere: è morto due settimane fa, aveva due mesi di vita. «Il progetto - spiega il direttore del Bdri, il biologo spagnolo Bruno Diaz Lopez, uno dei maggiori studiosi di delfini del vecchio continente - ha preso il via a giugno e si concluderà a ottobre. Finora, in realtà, le uscite sono state limitate, sei o sette in tutto, con una decina di persone a bordo compreso l’equipaggio, perchè l’iniziativa è condizionata dalle attività di ricerca che portiamo avanti: tra giugno e luglio sono nati dei piccoli e l’evento è molto importante per i nostri studi. In questo momento stiamo approfondendo l’aspetto relazionale, il rapporto che esiste tra mamma e figlio attraverso studi sull’acustica, cioè i suoni che emettono per comunicare».
 Sulla colonia dei tursiopi che ha scelto come casa il tratto di mare della costa gallurese, è rivolta l’attenzione non sono dei biologi dell’istituto golfarancino ma anche di esperti di vari Paesi e di universitari provenienti dai prestigiosi atenei con cui l’istituto collabora (università dell’America, Scozia, Galles, Spagna, Germania, Olanda e Italia) che periodicamente raggiungono il centro di formazione di via Diaz per approfondire le loro conoscenze, affiancandosi ai due biologi che stabilmente risiedono a Golfo Aranci.
 Il Bdri (Bottlenose dolphin research institute) è stato fondato nel 2004, frutto di un progetto decollato tredici anni prima. Dal’99, Bruno Diaz coordina le ricerche. Ogni giorno, lo staff prende il largo con la sua imbarcazione per avvistare la popolazione di delfini e studiare sempre più da vicino i loro comportamenti. «Nessuno può mai garantire l’avvistamento dei delfini, nè in Sardegna nè altrove, trattandosi di animali liberi nel loro ambiente naturale - spiega Diaz -. Posso però dire che nel 95 % delle nostre uscite, riusciamo a vederli». Come risultato del lavoro svolto quotidianamente, ogni anno vengono realizzate numerose pubblicazioni scientifiche presentate su giornali e in convegni internazionali che testimoniano l’impegno costante portato avanti dai ricercatori. Che dal’99 a oggi hanno trascorso oltre 1.900 ore in mare, fatto 950 avvistamenti di delfini, scattato 30 mila fotografie e realizzato due documentari.
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Cagliari
In piazza per conoscere la storia della città 
Oggi si parla dell’acqua, un problema sentito già dai tempi di Villa di Chiesa 
Grande successo per le «lezioni» previste sino a ottobre 
MONICA TOLA 
 
 IGLESIAS. Riprenderanno oggi, dopo una pausa di circa tre settimane, le lezioni inserite nell’ambito della scuola civica di storia. Un evento promosso dal comune e dal Parco Geominerario della Sardegna. L’appuntamento è in piazza Fenza, alle 20.30. Relatrice sarà Simona Serci, iglesiente doc, trentunenne, che è laureata in Lettere e si appresta a conseguire la specializzazione in Studi Sardi e Paleografia. Il tema in discussione è «Fonti d’acqua e siccità: un problema sentito sin dalle origini di Villa di Chiesa». La scelta di piazza Fenza, come angolo di approfondimento e scambio tra studiosi e cittadini non è casuale.
 Infatti la piazza rappresenterebbe, secondo le ricostruzioni storiche, uno degli snodi principali dell’acquedotto Medievale. La documentazione relativa alla costruzione dell’infrastruttura idrica è stata dettagliatamente studiata proprio da Simona Serci, che ha approfondito anche i successivi restauri, fino ai primi del Novecento. Una curiosità: nel corso della relazione che si terrà questa sera, si parlerà anche di un abuso edilizio del 1363. Un feudatario catalano aveva infatti costruito nel suo terreno una cisterna in cui affluiva acqua l’acqua sottratta dall’acquedotto cittadino. E, il discorso, a questo punto, non può che scivolare sul delicato tema dei diritti legati all’acqua: argomento peraltro attualissimo, di portata locale e mondiale. Un aspetto, quello delle disparità che separa i paesi industrializzati dai cosiddetti sud del mondo quanto a sacrosanta fruizione delle risorse idriche, che non mancherà nella relazione curata dalla giovane studiosa iglesiente.
 Quella di oggi è la tredicesima lezione (venti complessivamente, mentre, nella precedente edizione sono state quattordici) della scuola civica di storia, che per quanto riguarda quest’ultimo ciclo, si è aperta lo scorso 8 maggio e andrà avanti fino al prossimo 23 ottobre. Grande novità di questo blocco di appuntamenti è stata l’apertura alle frazioni: le lezioni hanno finora coinvolto anche le comunità di San Benedetto, Masua e San Giovanni Miniera. ‹‹La scuola ha avviato un processo di coinvolgimento positivo di studiosi appartenenti a diverse ideologie e correnti di pensiero che, si confrontano, frequentano gli archivi, scoprono documenti nuovi, si appassionano e interagiscono con il pubblico››, è il commento arrivato dall’assessore comunale alla Cultura, Cinzia Guaita.
 Le conversazioni sono alla portata di tutti e questa è una delle armi vincenti che contribuiscono al grande successo della scuola civica: ‹‹Gli iscritti sono oltre duecento: casalinghe, pensionati, insegnanti, appassionati di varie età e persino bambini››, ha confermato l’assessore Guaita. Manca ancora la fetta dei giovani e la categoria dei commercianti e degli operatori alberghieri. Un tassello che verrà integrato nella prossima edizione, anche in previsione di una crescita dell’offerta culturale in prospettiva turistica.
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Cagliari
Giancarlo Sulas ha abbandonato dopo 54 giorni 
Record fallito in grotta silenzio sullo speleologo 
 
SANTADI. E’ fallito il tentativo dello speleologo sardo Giancarlo Sulas di battere il record mondiale di vita in grotta in isolamento totale di 366 giorni. Sulas era sceso nella grotta del “Campanaccio”, a Santadi, il 21 giugno ed è tornato in superfice 2 giorni fa, dopo 54 giorni, per problemi fisici. L’impresa dello speleologo era costantemente monitorata, attraverso telecamere installate nella grotta da un’equipe di cardiologi e neurologi del Policlinico Universitario di Monserrato. Sulas non ha ancora parlato con nessuno, ma ha ricevuto un messaggio di solidarietà dai suoi colleghi del Gruppo Cavità Cagliaritane e dell’Associazione Sardegna Sotterranea. Secondo gli speleologi, Sulas non ha fallito l’impresa, ma ha vinto per la formidabile forza manifestata abbandonando il tentativo di record, dimostrando che «rinunciare» o «rinviare» fa parte della disciplina.
 Nel silenzio totale che contrasta con l’enfasi che aveva distinto la presentazione del tentativo, si delinea l’ipotesi di un peggioramento delle condizioni di salute dello speleologo in una condizione di vivibilità decisamente scarse e presumibilmente anche queste deteriorate con il passare del tempo e dopo il monitoraggio effettuato dagli specialisti del Policlinico appena qualche settimana fa.

Questionario e social

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