Mercoledì 6 agosto 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 agosto 2008
  

 
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda
Prima Pagina / Pagina 2
La crisi delle Università
L’emergenza diventa la base per rinascere
Con l’approvazione della Camera il famigerato DL112 è legge e con esso i tagli alla spesa pubblica. Per quanto (anche per l’Università) la scure di Tremonti non sia certo indolore, un risultato positivo l’ha sortito: quello di costringere gli universitari, pressati dall’emergenza, a ripensare l’Università e a interrogarsi sulle sue criticità, ponendo così le premesse per il suo miglioramento. L’Università dispone non solo delle risorse umane ma anche di una condizione unica per attuare il cambiamento: l’autonomia, introdotta vent’anni fa dal ministro Ruberti, già rettore della Sapienza di Roma, che comporta la libertà, per ciascun ateneo, di darsi norme proprie per regolare sia gli aspetti amministrativi e finanziari che l’organizzazione e l’ordinamento dei corsi di studio. L’autonomia, che per alcuni è all’origine dei problemi finanziari dell’università, può invece costituire lo strumento per la sua rinascita.
Nelle intenzioni di Ruberti l’autonomia doveva, fra l’altro, facilitare il reperimento di risorse aggiuntive al contributo che lo Stato versa a ogni ateneo, e riportare l’Università italiana ai fasti dei liberi Studi di Bologna, Padova, Pavia. Le premesse c’erano tutte ma qualcosa non ha funzionato.
Con l’autonomia, le università hanno potuto amministrare il contributo statale senza controllo, se non per il vincolo di non utilizzarne più del 90% per pagare stipendi. Questo limite, in mancanza di risorse aggiuntive al contributo statale, diventa assolutamente eccessivo. Infatti, quale organismo dalle molteplici e complesse funzioni come l’Università può permettersi di spendere quasi tutti i suoi fondi in stipendi senza essere condannato ad una politica di sopravvivenza, senza possibilità di investimenti e senza prospettive di sviluppo?
Il dispositivo del DL112, che riduce al 20% per tre anni il ricambio del personale, tende ad abbassare, riportandola a valori più fisiologici, proprio la quota del fondo statale utilizzabile per stipendi. Quanto ai tagli del fondo statale, ad essere colpito sarà soprattutto il finanziamento locale della ricerca. Tuttavia non crediamo che la ricerca, quella vera, avrà a soffrire più di tanto per la mancanza di fondi che di regola sono distribuiti a pioggia, cioè indipendentemente dal merito.
Il ministro Gelmini ha già aperto un tavolo di consultazione ed ha annunciato lo stanziamento straordinario di 40 milioni di euro per 1100 posti di ricercatore e di 60 milioni di euro per progetti di ricerca per i giovani; inoltre ha dichiarato di voler ridistribuire secondo il merito il 30% delle risorse risparmiate. Da notare che i posti di ricercatore provenienti da bandi straordinari non entreranno nel computo del ricambio.
Da queste prime indicazioni si deduce che i tagli potrebbero avere l’effetto di interrompere un circolo vizioso e costituire il punto di partenza per un cambio di paradigma nell’attribuzione delle risorse statali. A tal fine, è giusto che l’Università protesti per i tagli ma è necessario che contestualmente formuli proposte utili al suo miglioramento. Così, nonostante il vaticinio di morte lanciato dalle prefiche, l’emergenza finanziaria potrebbe diventare l’occasione per la rinascita dell’Università.
Gaetano Di Chiara

2 - L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 4
Sanità. Cinquecento medici sardi chiedono alla Regione, alle Università e a tre ministeri gli arretrati degli anni della specializzazione
Camici in nero: ricorso da 5 milioni
Vogliono indietro cinque milioni di euro, da Regione, atenei di Cagliari e Sassari e ministeri dell’Economia, della Salute e dell’Università. Cinque milioni di arretrati. A battere cassa sono cinquecento dottori sardi che negli anni della specializzazione in Medicina sono stati pagati con compensi al ribasso, senza diritto di ferie e giorni di malattia, e neppure contributi previdenziali e assicurativi. La battaglia è una costola della guerra che si combatte in tutta Italia, ma c’è un’aggiunta tutta sarda: sulla Sanità la Regione ha competenza esclusiva, anche finanziaria, e quindi rischia di dover sborsare l’intero pacchetto milionario. Il recupero dei crediti avanza a colpi di carte bollate, spedite anche alla Presidenza del Consiglio dei ministri e allo Stato italiano.
LO SCONTRO
I cinquecento medici-ricorrenti in parte sono già specializzati, in parte stanno ultimando le scuole (la durata varia da quattro a sei anni). Tutti, però, hanno campato con borse di studio, quando invece la normativa europea (direttiva numero 16 del 1993) imponeva che avessero un regolare contratto di lavoro, comprensivo di ferie, assicurazione, diritto alla malattia e aggiornamento dello stipendio ogni due anni. «Nulla di tutto questo è successo», spiega l’avvocato Chiesa che ha ricevuto il mandato della causa da quattrocento dottori. «Gli iscritti alle scuole di specializzazione - prosegue il legale - erano equiparati ai medici di ruolo solo sugli obblighi nello svolgimento ordinario del lavoro (orario, turni, presenze e reperibilità)».
PASSAGGI OBBLIGATI
L’avvocato Chiesa ha così fatto la prima mossa, richiedendo il tentativo di conciliazione alle Direzioni provinciali del lavoro di Cagliari e Sassari. La stessa lettera è stata spedita poi alle università delle due città, alla Regione, ai ministeri della Salute, dell’Economia e dell’Università, alla Presidenza del Consiglio dei ministri e allo Stato italiano. Tecnicamente succederà questo: entro sessanta giorni, le Direzioni provinciali del lavoro convocheranno la commissione di conciliazione, formata da un componente per ogni istituzione chiamata in causa, più i rappresentanti dei medici. Se si arriverà all’accordo, scatterà la procedura per il recupero immediato dei crediti. Diversamente, verrà aperto il contenzioso davanti al giudice del lavoro, cui spetterà sbrogliare la matassa milionaria.
CHI HA DIRITTO
Nella vertenza rientrano tutti i medici che hanno frequentato le scuole di specializzazione dall’anno accademico 2002-2003, fino al 2005-2006. Gli altri sono esclusi, ma solo momentaneamente. «Ci riserviamo nuove azioni legali più avanti - spiega Chiesa -, visto che i casi antecedenti al 2002 potrebbero essere prescritti». Tuttavia, potrà essere percorsa una strada diversa, magari non davanti al giudice del lavoro. «Stiamo studiando le carte - precisa l’avvocato - soprattutto perché la responsabilità del mancato adempimento della normativa europea è da imputare allo Stato». L’Italia infatti ha recepito la direttiva Ue nel 1999, attraverso il decreto legislativo numero 368, «ma ne ha congelato l’applicazione per mancanza di copertura finanziaria», sottolinea Gianluigi Luridiana, segretario nazionale della Federspecializzandi e presidente dell’associazione Medspess a Sassari, una delle due che ha sollevato il caso sardo. L’altra è la Medspeka, guidata dal cagliaritano Nicola Cillara, che aggiunge: «Con sette anni di ritardo è stato applicato il contratto degli specializzandi, entrato in vigore a novembre 2006». I dottori sardi chiedono adesso un’audizione alla commissione Sanità del Consiglio (la presiede il Pd Nazareno Pacifico), anche attraverso Zona deprecarizzata, il movimento sindacale schierato a favore del recupero-crediti. Luridiana tira in ballo l’Osservatorio regionale della formazione, «attivato solo quindici giorni fa, ma sarà fondamentale per monitorare la qualità delle prestazioni medico-specialistiche».
Alessandra Carta 
 
3 - L’Unione Sarda
Prov Sulcis - Pagina 27
Iglesias
Due tesi di laurea sul Geoparco
La valorizzazione del patrimonio minerario è il tema affrontato, sotto diversi punti di vista, da due giovani nelle loro tesi di laurea. “Ipotesi di riqualificazione della miniera San Giovanni” è il titolo della tesi di Barbara Manca; “Forme alternative di ricettività nel turismo sostenibile. L’esperienza nel Sulcis Iglesiente” quello della tesi di Samuel Aresu. Lavori che saranno presentati giovedì, alle 21, a San Giovanni Miniera, frazione di Iglesias, davanti alla grotta Santa Barbara. L’iniziativa è del Consorzio del Parco geominerario in collaborazione con la Consulta delle associazioni per il Parco. (c. s.) 
 
4 - L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 33
Sassari Iniziativa dei revisori
Parcella d’oro all’Università: salta la delibera
Il Consiglio d’amministrazione dell’Università di Sassari ha sospeso l’esame del regolamento che, se approvato, avrebbe consentito ad una dirigente, che svolge le mansioni di avvocato, di incassare una somma vicina ai 700 mila euro lordi.
Il regolamento, nella sua stesura originale, introduceva una norma in base alla quale alla dirigente avrebbe dovuto essere applicata retroattivamente, cioè per tutte le controversie già concluse, un’indennità forfettaria per ogni causa definita con sentenza favorevole all’Ente.
Il settore contabile ha calcolato che dal 2001 al 2004, applicando questa norma, l’avvocato avrebbe dovuto incassare circa 360 mila euro lordi. Facendo una proiezione per gli anni successivi la somma prevista sarebbe arrivata a sfiorare i 700 mila euro lordi. Un’enormità per le casse dell’Ateneo.
Nonostante questa consapevolezza, nel Cda erano in diversi pronti ad approvare il regolamento, fortemente osteggiato invece da tutte le organizzazioni sindacali. Le anticipazioni sull’operazione hanno probabilmente indotto tutti ad una maggiore riflessione. Decisivo è stato comunque il verbale del collegio dei revisori nettamente contrario all’approvazione del regolamento. Il consiglio ne ha preso atto, ha sospeso l’esame della pratica e ha deciso di chiedere un parere all’Avvocatura dello Stato.
L’avvocato, parte interessata nella vicenda, è inquadrata nell’organico dell’Ateneo fra i D1, cioè al massimo livello dirigenziale. Oltre allo stipendio, riceve un’indennità annua onnicomprensiva di 12 mila euro lorde per la sua alta professionalità. «Null’altro le è dovuto» ha precisato in una lettera il dirigente amministrativo competente anticipando il suo parere negativo sulla pratica qualora fosse andata avanti.
La sospensione dell’esame del regolamento ha irritato l’interessata e ora c’è il rischio che il rapporto con l’Università possa deteriorarsi. Ma il consiglio d’amministrazione non sembra disposto a tornare sulle sue decisioni soprattutto dopo aver messo agli atti il verbale del collegio dei revisori.
Probabilmente una maggiore attenzione nell’istruzione della pratica avrebbe evitato tutto questo. Su casi analoghi di avvocati dipendenti di enti pubblici cui nulla è dovuto oltre alla normale retribuzione, c’è abbondante giurisprudenza.
Gibi Puggioni 
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
 
5 - La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Cagliari
Da Monteponi altri quattro giovani laureati 
Con i corsi di Ingegneria ambientale e Scienza dei materiali 
Il turismo e la miniera
Dibattito su due tesi domani a San Giovanni
IGLESIAS. Tre nuove lauree in ingegneria ambientale e una in Scienza dei materiali sono state conferite dall’Università di Monteponi che, nonostante il ridimensionamento imposto dal ministero, sta contribuendo alla crescita culturale e scientifica del territorio. Tre nuovi ingegneri e un dottore in scienza dei materiali hanno discusso le tesi su temi prettamente legati al territorio, in linea con le nuove ricerche avanzate.
Federica Cossu, 22 anni, ha presentato la tesi “Il problema dei fanghi rossi di Monteponi”, relatore il professore Salvatore Ciccu. Voto finale: 98/110. E’ stata poi la volta di Nicola Eltrudis che ha discusso la tesi dal titolo “Piano di caratterizzazione di Funtana Raminosa”, relatore il professore Giorgio De Gioannis; voto finale: 102/110. “Qualità delle acque di falda del bacino metallifero dell’Iglesiente” è stato l’impegno conclusivo di Marco Pinna, relatore il professor Ciccu. Voto finale del neo ingegnere 105/110. In Scienza dei materiali, dopo un soggiorno di studio e di ricerca in Ungheria,si è laureato Filippo Boi, relatore la professoressa Anna Corrias, con la tesi “Sintesi e caratterizzazione dei nanotubi di carbonio”. Voto di laurea 108/110. Filippo Boi, residente a Lanusei, ha svolto in Ungheria il tirocinio all’università Szgedi Tudomananyegyetem ed ha avuto come tutor aziendale il prof. Zoltan Konya.
Anche il Consorzio del Parco geominerario in collaborazione con la Consulta delle associazioni per il Parco geominerario si occupa di tesi di laurea e domani alle 21 nella miniera di San Giovanni (Ingresso Grotta Santa Barbara), presenta le tesi di laurea dell’ingegnere Barbara Manca dal titolo: “Ipotesi di riqualificazione della miniera di San Giovanni” e di Samuel Aresu su “Forme alternative di ricettività nel turismo sostenibile. L’esperienza nel Sulcis Iglesiente”.
L’iniziativa sarà coordinata dal geologo Luciano Ottelli, direttore del Parco. 
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
UNIVERSITÀ. ORGANIZZATI DALL’ASSOCIAZIONE ICHNUSA 
I “Precorsi” per i test d’accesso
CAGLIARI. Gli studenti del gruppo Ichnusa hanno organizzato anche quest’anno i «Precorsi», lezioni per affrontare al meglio i test d’ingresso all’università. Ognuna delle cinque giornate si articola in due momenti: al mattino la teoria, nel pomeriggio le esercitazioni. L’ultimo giorno è in programma la prova simulata. L’avvio di «Precorsi» sarà il 25 agosto. Per informazioni telefonare dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 al 3803483129 o inviare una mail a precorsimedca@valinor.it per la facoltà di Medicina, mentre per Ingegneria contattare il 3286505888 o in viare una mail a precorsi@valinor.it 

Questionario e social

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