Sabato 2 agosto 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 agosto 2008
RASSEGNA QUOTIDIANA A CURA DELL’UFFICIO STAMPA E WEB
Segnalati 2 articoli pubblicati dalla testata giornalistica L’Unione Sarda:
   
L’UNIONE SARDA
  
1 – L’Unione Sarda
Prov Medio Camp - Pagina 24
Corso biologia
Villacidro
Da lunedì, alle 9,30, il liceo classico Piga tiene per i propri studenti un corso di approfondimento di biologia e chimica, finalizzato alla preparazione ai test di ammissione alle facoltà di medicina, odontoiatria, professioni sanitarie. Il corso, tenuto da prof.ssa Mariella Vacca, è articolato in 5 lezioni.
(g.p.p.)
  
2 – L’Unione Sarda
Cultura Estate - Pagina 9
Bodei, io e il sublime
Blaise Pascal ha scritto che «burlarsi della filosofia è veramente filosofare», e questa affermazione è senza dubbio condivisa da Remo Bodei, uno dei maggiori filosofi d’Europa, che sembra divertirsi tantissimo con la sua materia. Nato a Cagliari nel 1938, dopo aver insegnato alla scuola Normale Superiore e all’Università di Pisa, Bodei, che da un paio d’anni insegna a Los Angeles presso la University of California, ha trovato anche il tempo per ideare il Festival della filosofia di Modena e svolgere da sempre il ruolo di supervisore scientifico della manifestazione, giunta alla ottava edizione e in programma il 19, 20 e 21 settembre. Ma prima, il 2 settembre, sarà al Festival della Mente di Sarzana, dove con Vito Mancuso e Armando Massarenti dialogherà su “Lo specchio di Frankenstein. Scienza, etica e ricerca”.
Numerosi saggi hanno scandito il suo percorso professionale, nei quali ha riversato una sapienza profonda tesa a illustrare le tante incognite del nostro tempo, ma anche gli strapiombi di una cultura che richiede una conoscenza sempre maggiore per una crescita combattiva. Dopo Una scintilla di fuoco. Invito alla filosofia (Zanichelli 2005) e Piramidi di tempo. Storie e teorie del déjà vu (Il Mulino 2006), il 10 settembre arriverà in libreria un nuovo libro di Remo Bodei intitolato Paesaggi sublimi. Gli uomini davanti alla natura selvaggia (Bompiani, pagine 128, € 12) in cui il filosofo si confronta con la natura e soprattutto su quei luoghi inospitali e ostili come i deserti. Lo incontriamo tra una pausa e l’altra dei suoi continui spostamenti tra l’Italia e l’America.
«Distinguo tra luoghi belli e luoghi sublimi, e questo è anche il tema del mio ultimo libro in uscita a settembre. I luoghi belli sono quelli armonici. Una spiaggia dei mari del Sud con la sabbia bianca, le noci di cocco e il mare verde azzurro, mi piace, ma moderatamente. Preferisco i luoghi come i deserti, i vulcani, le foreste e gli oceani che una volta erano considerati orribili e che poi in età moderna sono stati rivalutati, perché oltre all’elemento della bellezza hanno anche elementi di sfida. Mi piace mettermi alla prova, mi piacciono posti come i deserti per la loro solitudine. Le zone secche della California o il deserto del Sahara».
Su che cosa punta per fare suo il posto in cui arriva per la prima volta?
«La lingua: è indispensabile per capire chi abbiamo di fronte, perché la cosa interessante non sono i luoghi, ma le persone».
La filosofia è una vocazione o una scelta?
«Platone dice che la filosofia non è una cosa che si può apprendere semplicemente ascoltando maestri o leggendo libri. È un’impresa personale accesa da una scintilla esterna che deve diventare fiamma. Io cerco di capire qual è il senso della filosofia anche vedendo il rapporto tra le filosofie di origine europea e le concezioni di altri popoli. Plutarco racconta di una città in cui le parole che si dicevano d’inverno si congelavano, e quindi non si capiva niente. Quando arrivava l’estate, si scongelavano e venivano udite. Questa metafora era usata per la filosofia: quando uno è giovane, riceve parole che non capisce, finché la sua esperienza non le scongela».
Che peso ha oggi nel mondo la filosofia?
«Dipende dai luoghi. In Europa ha un peso, soprattutto in Italia, anche a livello pubblico. Si vede sia nei giornali sia che nei festival come che io organizzo. La gente ha bisogno di uscire dal fast food mentale in cui si trova. In posti come gli Stati Uniti la filosofia è molto specialistica, non arriva al grande pubblico: è un po’ come l’entomologia o la medicina.
Con la politica, la filosofia che rapporto ha?
«Fin dai tempi di Socrate c’è stato cattivo sangue. Sono due logiche diverse. Ognuna di esse nel suo campo ha un significato perché la filosofia tende, usando una parola un po’ paludata, alla verità. La politica ha bisogno di compromessi, e mentre la filosofia persegue una strada per certi aspetti diritti, la politica ha bisogna di strade storte. Perciò il tiranno di Siracusa vede Platone come il diavolo».
In filosofia, cosa bisogna ricordare?
«In generale tutti gli esseri umani hanno bisogno sia di ricordare che di dimenticare. Siamo tutti emigranti nel tempo. Abbiamo bisogno di quel che resta del passato per capire il futuro, ma per cominciare qualcosa di nuovo abbiamo bisogno anche di dimenticare. La memoria è una passerella che ci transita dal passato verso l’avvenire e che ci serve da guida. Solo che con l’accelerazione del tempo storico (le nostre società camminano sempre più in fretta), il passato perde di significato. Una volta i vecchi avevano un peso perché il passato insegnava qualcosa; oggi ciò che abbiamo appreso ci serve sempre meno».
Che cosa sarà della filosofia?
«Non si sa. Jacques Derrida, il filosofo del decostruzionismo, diceva che la filosofia è un sapere moribondo. In verità la filosofia non è mai nata come sapere: è amore del sapere, non possesso. Sotto questo aspetto non morirà mai. Noi abbiamo bisogno di un orizzonte di senso, la filosofia può essere una guida. Più della politica, più delle religioni».
Francesco Mannoni
  

Questionario e social

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