Lunedì 21 luglio 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 luglio 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

3 - Summer week 2008, in città centinaia di universitari da tutta Europa

1 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 19
Sassari Alle spalle della sola Siena
Ersu d’eccellenza: i servizi universitari migliori d’Italia
 
Bussate in una delle residenze universitarie in città, e vi sarà aperto. Chiedete una borsa di studio, e vi sarà dato.
L’Ersu di Sassari è da podio nella classifica nazionale degli atenei per quanto riguarda i servizi per i diritti allo studio. Il dato è stato reso noto a Perugia, sede della finale della manifestazione "Primavera in arte" dove è stato fatto anche il punto sul grado di accoglienza dei vari atenei e la loro capacità di erogare servizi.
Per quanto riguarda le università di media grandezza, l’ateneo sassarese è secondo alle spalle della sola Siena.
Soprattutto ha due record invidiabili: ha sistemato nelle proprie residenze tutti gli studenti che hanno presentato domanda e ha assegnato l’anno scorso ben 2.070 borse di studio, soddisfacendo tutti, ma proprio tutti gli studenti idonei al sostegno economico.
Per le borse di studio l’Ersu ha speso qualcosa come 5 milioni di euro.
Il presidente Antonello Mattone allarga il campo di soddisfazione: «Negli ultimi anni questo Consiglio d’amministrazione e il direttore generale Maria Grazia Piras hanno lavorato non solo per rendere accogliente l’università, ma anche per integrarla nel tessuto cittadino. Anche con manifestazioni culturali come la rassegna Schermi della memoria e Primavera in arte. Lo scorso capodanno poi abbiamo tenuto aperte le residenze per consentire ai pendolari di poter festeggiare l’inizio del 2008 in città».
Il settore alloggi è ancora in fase di espansione. L’Ersu sassarese non si accontenta di essere passata da 240 a 550 posti letto e nel prossimo biennio conta di aggiungere altre camere per un totale di 1.000 posti. L’intento è quello di aumentare l’offerta per recepire una domanda che finora è rimasta contratta - come nelle altre università italiane- proprio perché le residenze universitarie sono sottodimensionate rispetto al potenziale dei fuori sede e degli studenti stranieri che arrivano in città grazie al progetto Erasmus.
Proprio in questi giorni l’ente ha bandito il concorso per conferire le borse di studio e i servizi abitativi per l’anno accademico 2008/2009, che concerne non solo l’università ma anche l’Accademia di Belle Arti e il Conservatorio di Musica. Il modulo è scaricabile dal sito internet www.ersusassari.it. Le domande scadono il 29 agosto. Non è una roulette, come altrove, qui a Sassari la soddisfazione è garantita.
GIAMPIERO MARRAS
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 10
Corso in Psicologia dei processi sociali
 
Un corso di Laurea Magistrale in Psicologia dei processi sociali, organizzativi e del lavoro è stato attivato dall’università di Cagliari, che ha rinnovato la propria offerta didattica. Il corso è articolato in tre curricula: devianza e sistemi di inclusione sociale, laboristico -organizzativo, politico, economico e ambientale.
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 8
Cultura
Summer week 2008
Centinaia di studenti arrivano in città da tutto il mondo
 
 Promuovere le bellezze del territorio sardo e far conoscere meglio la nostra isola e la sua ospitalità all’estero. Sono gli obiettivi dell’edizione 2008 della International summer week, manifestazione che si svolgerà tra il 4 e il 10 agosto a Cagliari, quando arriveranno circa 150 ragazzi da tutto il mondo. Il progetto è stato ideato e organizzato dall’associazione “Terra di mezzo 2000” in collaborazione con il Comune, la Provincia di Cagliari e l’Ersu.
L’International summer week è uno dei programmi di ricezione turistica giovanile più importanti d’Europa, capace di offrire un’opportunità di scambio internazionale a ragazzi provenienti da diversi paesi del mondo e, nello stesso tempo, promuovere il territorio, l’amicizia e l’apprendimento dei costumi di altre culture in una cornice informale e divertente.
«Nell’Isw troverai le spiagge che hai sempre sognato, oltre a momenti indimenticabili come una gita in barca in acque cristalline, falò in spiaggia e bagno di mezzanotte e tante feste notturne. Con la Summer Week puoi conoscere più di 100 ragazzi da tutto il mondo, fare nuove esperienze, instaurare nuove amicizie», si legge nel forum di trip advisor, la più grande comunità di viaggiatori su internet.
La settimana si aprirà lunedì 4 agosto con un tour notturno nei quartieri di Castello e Stampace, mentre il giorno successivo ci sarà l’incontro ufficiale dei partecipanti con le autorità. Seguiranno una visita al Poetto, un torneo di beach volley e una serata danzante al “Pascià Club” di viale Europa, uno dei locali più gettonati delle notti estive cagliaritane. Mercoledì 6 è prevista una gita a Tharros con giochi sulla sabbia e un piscina-party. Giovedì 7, invece, si terrà un’altra festa nella spiaggia di Villasimius. Venerdì 8 sarà la volta di un torneo di calcio “Italia contro Resto del mondo” cui seguiranno una cena e un party nelle strade della Marina e una serata nella discoteca “Buddha Beach”.
Sabato 9 altra partenza per Villasimius, escursioni in barca con pranzo a bordo, partecipazione a una divertente caccia al tesoro e balli nella discoteca “Il Lido”. Domenica 10, infine, tutti i ragazzi partiranno da Cagliari a Costa Rei per prendere parte alla cerimonia di chiusura della manifestazione (appuntamento alle 22,30 al Global Village). L’associazione Terra di mezzo 2000 invita la comunità locale, le aziende del capoluogo e dell’hinterland e in particolare i ragazzi interessati alla manifestazione a partecipare alle innumerevoli attività in programma in questi giorni.
Per maggiori informazioni si consiglia di contattare l’associazione Terra di mezzo 2000, con sede in via Roma nei locali dell’ex Stazione marittima (molo Sanità): telefono 070/666941, sito internet www.tdm2000.org. (p. l.) 

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Fatto del giorno
Legge statutaria, ora corriamo il rischio di una pericolosa deriva autoritaria 
La divisione secca tra Statuto e Legge statutaria che Soru vuol fare passare non ha fondamento costituzionale 
di Giovanni Lobrano * 
 
La decisione del 30 giugno, della Corte di Appello di Cagliari, di considerare invalido il referendum confermativo della Legge statutaria, ha aperto un altro fronte di discussione su quella legge (poi promulgata il 10 luglio) ma, in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale, è necessaria e urgente una riconsiderazione ampia e profonda della intera questione. Provo a proporre uno spunto.
 Il dibattito e la attività normativa sulla riforma dello Statuto, prima di ogni distinzione e scelta operate al loro interno, sono condizionati complessivamente e assai negativamente dalla terminologia imposta - in particolare - nella Regione sarda.
 Tale terminologia è caratterizzata da una divisione secca tra Statuto e Legge statutaria.
 Il nome, il rango e la dignità di Statuto sono stati riservati a indicare e qualificare la legge costituzionale dello Stato italiano di determinazione delle competenze assegnate alla autonomia sarda.
 La legge regionale di determinazione della forma di governo della Regione sarda è stata denominata e dequalificata come - mera - Legge statutaria. Questa terminologia e la dogmatica da essa supportata sono anticostituzionali e antidemocratici. A parte la negazione assurda ad una Regione ad autonomia speciale del potere qualificante di ogni Autonomia - cioè - del potere statuente, il carattere anticostituzionale della terminologia/dogmatica imposta emerge dal confronto con l’art. 123 della Costituzione. Esso contiene due affermazioni/assiomi e una precisazione: lo Statuto regionale determina la forma di governo della stessa Regione; lo Statuto è una legge regionale; lo Statuto deve essere in armonia con la Costituzione.
 La terminologia dogmatica adottata nella Regione sarda negano entrambe le affermazioni/assiomi costituzionali: lo Statuto non è una legge regionale ma dello Stato; lo Statuto non determina la forma di governo della Regione ma le sue competenze.
 La negazione del nome, del rango e della dignità di Statuto alla legge regionale di determinazione della forma di governo regionale e le sue denominazione e dequalificazione come Legge statutaria hanno ingannato i sardi, i quali non hanno potuto capire la portata e la importanza della legge e se ne sono disinteressati. Ciò ha permesso al monocratico apparato centrale regionale la determinazione di una forma di governo regionale autoritaria e centralistica, come è stato ampiamente e trasversalmente osservato.
 La negazione della natura di «legge regionale di determinazione della forma di governo» allo Statuto e la sua lettura alternativa come «legge costituzionale di assegnazione delle competenze regionali da parte dello Stato» alimentano l’idea riduttiva/falsa che la questione di fondo del rapporto Stato-Regioni sia soltanto quella - in sé giuridicamente e politicamente bieca - della «devolution». Tale riduzione/falsificazione (che, con il nome di federalismo [fiscale], propugna forme non di democratizzazione ma di centralismo politico e di frammentazione amministrativa) è foriera di conseguenze disastrose per tutte le Regioni, ma in particolare e immediatamente per Regioni come la Sardegna, ciò che pure è stato osservato.
 In questa Regione, ricca di potenzialità ma afflitta da tanti problemi e dalla illusione di affrontarli con la scorciatoia del «governatorato», serve una rivoluzione culturale. Dobbiamo ripartire dalla terminologia e dalla dogmatica costituzionali per riassumere la centralità della questione della forma di governo sia nella dimensione regionale (riforma dello Statuto) sia nella dimensione statale (riforma costituzionale del rapporto Stato-Regioni).
 La Costituzione vincola gli Statuti regionali alla armonia con se stessa. Per realizzare una certa riforma statutaria può essere necessaria una riforma costituzionale dello stesso genere. E’, però, anche (più) vero il contrario: se vogliamo una certa riforma costituzionale è necessaria una riforma statutaria dello stesso genere.
 Se, in Sardegna, scegliamo la forma di governo della concentrazione autoritaria del potere (come, sciaguratamente, è stato fatto con la Legge statutaria benché, fortunatamente, non confermata dal referendum) non abbiamo titolo né possibilità di chiedere una forma di governo diversa a livello statale. Viceversa, è necessario/sufficiente che la Regione sarda avvii una riforma della propria forma di governo in senso democratico, per potere e - ancor prima - per sapere promuovere una forma di governo omologa a livello statale.
 Con le scelte statutarie che noi facciamo nella Regione sarda concorriamo alle scelte costituzionali che saranno fatte per noi e - forse - contro di noi nello e dallo Stato italiano.
 Occorre rovesciare la concezione difensiva della specialità autonomistica, volta soltanto a ritagliarsi spazi rispetto alla volontà dello Stato, e adottarne una concezione espansiva, volta anche a concorrere alla formazione di quella volontà. La nostra specialità è fondata sulla insularità e i grandissimi teorici delle forme di governo, Montesquieu e Rousseau, convenivano sulla vocazione affatto speciale delle isole alla forma di governo contrassegnata dalla libertà. E’ una specialità che dobbiamo non chiedere ma dimostrare. La nuova frontiera della specialità è la capacità della Sardegna di prefigurare al proprio interno e - pertanto - di esportare al proprio esterno una forma di governo «democratica».
 I risultati delle politiche rendono urgenti queste scelte statutarie; anzi, siamo in grave ritardo. E’ prevedibile il rilancio del processo di riforma costituzionale secondo la vecchia logica «devoluzionistica» del 2006. Questa volta, la Sardegna non potrà più confidare nella reazione difensiva, come è stato in occasione del referendum del 2006, con il quale abbiamo bocciato quella riforma. La proposizione difensiva-reazionaria - sicuramente - perdente va sostituita con la proposizione espansiva-rivoluzionaria - almeno potenzialmente - vincente di una forma di governo statutaria-costituzionale alternativa all’accentramento politico e alla frammentazione amministrativa all’insegna dell’egoismo (fiscale): una forma di governo democratica, che dia ai cittadini Sardi il «peso» cui hanno diritto e cui - quindi - aspirano sia nel governo regionale sia (insieme ai cittadini delle altre Regioni italiane) nel governo statale.
 Vogliamo iniziare a parlarne?
* Preside Giurisprudenza Università di Sassari
 

Questionario e social

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