Sabato 11 ottobre 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 ottobre 2008
Rassegna quotidiani locali

L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
IL SARDEGNA
1 - L'Unione Sarda
Pagina 21 – Cronaca di Cagliari
«Così si rischia lo sfascio»
Università. Il mondo accademico in rivolta contro la finanziaria

L’Università di Cagliari è sul piede di guerra contro la finanziaria nazionale. Nell’ultima seduta il Senato accademico ha approvato all’unanimità un documento in cui si esprime «viva preoccupazione per gli effetti che la recente normativa nazionale ha già prodotto sull’Ateneo, limitando la funzionalità di numerosi corsi, e, soprattutto, per le ulteriori conseguenze che potrebbero prodursi in assenza di un deciso cambio di rotta».
LO SFASCIO Preoccupa principalmente la trasformazione delle Università da pubbliche a fondazioni: «In pochi anni ci sarebbe lo sfaldamento del sistema universitario che vedrebbe emergere soltanto pochi centri di eccellenza, sostenuti da finanziamenti pubblici straordinari e privati». Per i componenti del Senato accademico cagliaritano questo scenario produrrebbe «la conseguenza inaccettabile che la formazione della classe dirigente del Paese non sarebbe più affidata a un sistema pubblico diffuso sul territorio ma soltanto ad alcuni centri di eccellenza la cui autonomia sarebbe progressivamente meno garantita». Anche l’Università di Cagliari è consapevole della difficile situazione attuale: «Ci impegniamo a contribuire, con la razionalizzazione delle attività e delle spese, all’evoluzione di un sistema universitario funzionale. Ma non possiamo non segnalare al Governo nazionale, a quello regionale, alle forze politiche e sociali e alla pubblica opinione che la deriva attualmente in atto, in assenza di correttivi, potrebbe produrre conseguenze gravi e irreversibili per l’intera società italiana».
L’APPELLO Per questo il Senato accademico ha dato mandato al rettore Pasquale Mistretta «di diffondere il contenuto della delibera e di portarlo all’attenzione della conferenza dei rettori per elaborare una strategia nazionale che sia in grado d’incidere, anche con adeguate e rilevanti forma di protesta, sui processi politici e legislativi in atto, per arrivare a un mutamento di rotta». Un segnale forte che deve essere inviato anche «al Governo e al Consiglio regionale perché, con la loro autonomia, si attivino per evitare che il sistema universitario sardo possa subire danni gravi che finirebbero per ripercuotersi sulle stesse prospettive di sviluppo economico e sociale della Sardegna».
SCIENZE DELLA FORMAZIONE Le proteste crescono anche nelle facoltà. In Scienze della formazione, in un’assemblea con 200 tra docenti e studenti, è stato votato all’unanimità un documento che appoggia l’iniziativa dei docenti di rinunciare, in polemica con la legge finanziaria nazionale, agli incarichi non previsti dal loro contratto di lavoro. (m. v.)
2 - L'Unione Sarda 
Pagina 21 – Cronaca di Nuoro
Appello dei lavoratori alla Regione per l'erogazione dei fondi previsti nel 2008
Ailun, dipendenti senza stipendio
Il presidente Palermo minaccia lo scioglimento dell'ente  
 
Dal mese di maggio i dieci impiegati portano avanti l'attività dell'ente senza percepire alcuna retribuzione.
I dieci dipendenti dell'Ailun, dopo mesi di aspettative deluse e promesse disattese, protestano a gran voce per il mancato pagamento degli stipendi. La situazione è molto difficile per le mancate retribuzioni e anche per l'incertezza riguardo al futuro della scuola. Se entro i prossimi giorni non dovessero arrivare i fondi regionali si prospetta lo scioglimento dell'ente. Nel frattempo, i lavoratori fanno appello al Governatore per l'erogazione dei fondi promessi.
LA SITUAZIONE Le difficoltà si trascinano da un po'. L'assemblea dei soci Ailun, lo scorso luglio, ha preso atto dell'impegno da parte dell'assessorato regionale alla Pubblica istruzione in merito all'erogazione dei fondi per il 2008 destinati alle attività didattiche e così ha deliberato la prosecuzione delle attività dei corsi. Rassicurati da questo, i dipendenti in tutti questi mesi hanno garantito il regolare svolgimento delle loro mansioni pur nell'incertezza della situazione.
SENZA FONDI «Purtroppo i fondi regionali del 2008 non sono ancora stati erogati, nonostante le continue sollecitazioni e rassicurazioni da parte dei vertici Ailun e da parte dell'assessorato regionale alla Pubblica istruzione», scrivono i dipendenti che non ricevono lo stipendio da maggio, anche se i corsi vanno avanti regolarmente, senza interruzioni, con l'impegno profuso da parte di tutto lo staff. A complicare la situazione c'è il fatto che le liquidità che finora hanno consentito il regolare pagamento delle spese strutturali sono anch'esse esaurite. Questo rende indispensabile - secondo i lavoratori - la immediata erogazione del fondo regionale, altrimenti le attività dovranno essere interrotte.
I DIPENDENTI «La situazione divenuta oramai insostenibile e manifestata a più riprese anche ai vertici politici locali e regionali, non ci consente di lavorare ancora in silenzio come si è sempre fatto, nel rispetto di una politica aziendale seria e portata avanti anche altre volte con difficoltà, ma che mai ha raggiunto la gravità attuale», sottolineano i dipendenti che fanno appello al presidente Renato Soru, all'assessore regionale alla Pubblica istruzione Maria Antonietta Mongiu, ai consiglieri regionali del Nuorese e alle istituzioni locali per dare corso nell'immediato agli impegni presi a suo tempo per l'erogazione dei fondi.
ULTIMATUM Il presidente dell'ente Lorenzo Palermo ha dato come data ultima il 16 ottobre per la convocazione dell'assemblea dell'Ailun in previsione dello scioglimento dell'ente, se entro tale data nulla sarà definito in sede regionale. 

3 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Protesta dalle elementari all’università
Mondo della scuola in ebollizione
Fronte unico contro la Gelmini

CAGLIARI. Il mondo della scuola e dell’univeristà è in ebollizione. Tagli ai finanziamenti, maestro unico, ricerca scientifica bloccata e assunzioni impossibili, cioè i provvedimenti del ministro Gelmini e quelli imposti dalla finanziaria Tremonti-Berlusconi, hanno dato vita a un fronte unico di protesta che non si vedeva da tempo. Dalle scuole dell’infanzia ai corsi di laurea da settimane s’è alzata una sola voce, quella della ribellione contro le scelte del governo.
Scuola primaria. Tra i primi a dire no alla Gelmini sono stati gli insegnanti e i genitori delle ex elemntari. L’ultima occupazione è di qualche giorno fa a Su Planu, con il comitato capace anche di organizzare un happening culminato con l’atto unico teatrale «Che nulla di questo sappia la Gelmini», titolo eloquente.
 Istituti Superiori. Dal palcoscenico alla piazza. Ieri hanno manifestato, in piazza del Carmine, chi si riconosce nell’Unione studentesca, il movimento più rappresntativo. Molti gli slogan contro il ministro alla Pubblica istruzione, che è ritornato a essere il primo bersaglio come a suo tempo fu Letizia Moratti.
 Tre le rivendicazioni: no ai tagli, complessivamente, dei finanziamenti alla scuola pubblica, no alla riduzione dell’obbligo scolastico a soli quattordici anni, no alla rientroduzione del voto di condotta. Sono tre anche le richieste: maggiori investimenti per il dritto allo studio e l’edilizia scolastica, didattita di qualità al passo con i tempi, maggiore demcrazia all’interno delle scuole. Diversi studenti parteciperanno a Roma alla manifestazione nazionale del 30 ottobre.

 Università. Il fronte unico studenti-docenti-personale amministrativo nelle facoltà è consolidato da tempo. Nei giorni scorsi, in un’affollata assemblea, tutti si sono espressi, con toni aspri, contro la Finanziaria Tremonti-Berlusconi, che nei fatti rischia di mandare in crisi molti corsi di laurea. Il rettore Pasquale Mistretta lo ha scritto anche nel saluto agli studenti per il nuovo anno accademico: «Ci aspetta un anno terribile».
 Ieri il Senato accademico, dopo aver ascoltato i presidi delle facoltà, ha approvato una delibera che ha il peso dell’atto d’accusa: «Siamo di fronte a un quadro allarmante che nel giro di pochi anni porterà allo sfaldamento del sistema universitario basato sulle università pubbliche, con la conseguenza inaccettabile che la formazione della classe dirigente del Paese sarà affidata a pochi centri di eccellenza destinati a perdere la loro autonomia proprio a causa dei finanziamenti pubblici straordinari o di quelli privati comunque indispensabili per mantenere alto il livello didattico».
 Per il Senato accademico, gli effetti sulla Sardegna saranno ancora più devastanti che nelle altre università della penisola: «La deriva in atto - si legge nella delibera approvata all’unanimità - rischia di produrre conseguenze irreversibili sulla ricerca scientifica e tecnlogica che finirebbero per ripercuotersi, come appare evidente, sulle stesse prospettive di sviluppo economico e sociale dell’isola». Il fronte della protesta, come detto, è unito e la conferma è arrivata dall’assemblea degli studenti della facoltà di Scienze della formazione, che ieri ha approvato il blocco delle lezioni deciso da docenti e ricercatori.

 I sindacati. Sul fronte sindacale si sono mossi tutti, dalla Cgil ai Cobas, con manifestazioni e sit-in in viale Trento, uffici della Regione, e in viale Regina Margherita, sede dell’Ufficio regionale scolastico. Il ritorno al maestro unico preoccupa le segreterie sindacali non solo per l’annunciato taglio d’organico ma soprattutto per il passo indietro nella didattica. «È evidente l’impoverimento», ha detto Raffaele Bonanni (Cisl) dal palco del Fiera. «È un salto nel buio, col ritorno al medioevo», è stata la presa di posizione della Cgil sarda, che parteciperà in forza alla mnifestazione nazionale a Roma di fine mese. E ancora: «Una riforma imposta per decreto, senza sentire nessuna parte non solo è assurda ma anche antidemocratica», sono state le parole di Maria Domenica Di Patre, vicecoordinatore nazionale dei Cobas giovedì in testa al corteo del sindaco di base cagliaritano.
 La protesta del Psd’Az. Contro il decreto Gelmini si sono schierati anche i sardisti con un comunicato del segretario Efisio Trincas: «La riforma della scuola proposta dal Governo pecca sotto molti aspetti e non ultimo quello del mancato insegnamento obbligatorio del sardo. Siamo di fronte - si legge a un’evidente schiaffo al federalismo tanto sbandierato sulla carta ma in realtà inapplicato come sempre».
4 - La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Nazionale
Fondi tagliati dalla Regione per la libera università nuorese 
Anche l’Ailun rischia di chiudere 
I dipendenti denunciano: «Siamo quattro mesi senza paga» 
NINO BANDINU 
 
NUORO. Ed ecco che scatta una nuova emergenza culturale e sociale: l’Ailun (la cosiddetta università privata) senza i fondi della Regione non paga i suoi 10 dipendenti dal mese di maggio. E ora gli stessi dipendenti, dopo mesi di aspettative deluse e promesse disattese, denunciano la grave situazione, le mancate retribuzioni, e l’incertezza sul futuro della scuola.
 «L’assemblea dei soci Ailun - si denuncia in una nota - nello scorso mese di luglio aveva preso atto dell’impegno da parte dell’assessorato regionale alla Pubblica istruzione in merito all’erogazione dei fondi per il 2008 destinati alle attività didattiche e aveva così deliberato la prosecuzione delle attività dei corsi». I dipendenti dell’Ailun, dunque, rassicurati da quanto emerso in quella sede assembleare, in tutti questi mesi hanno continuato a garantire il «regolare svolgimento delle loro mansioni» pur nell’incertezza della precaria situazione. «Purtroppo i fondi regionali del 2008 non sono ancora stati erogati - denuncia la nota - e nonostante le continue sollecitazioni e rassicurazioni da parte dei vertici Ailun e da parte dell’assessorato regionale alla Pubblica istruzione, i dipendenti non ricevono lo stipendio per il lavoro svolto a partire dal mese di maggio, anche se i corsi vanno avanti regolarmente, senza interruzioni, con l’impegno profuso sempre da parte di tutto lo staff». E inoltre le liquidità che finora hanno consentito il «regolare pagamento delle spese strutturali sono anch’esse esaurite». Il che rende indispensabile la «immediata erogazione del fondo regionale» altrimenti le stesse attività rischiano di essere interrotte. Insomma, ora l’Ailun potrebbe chiudere tutto.
 E’ per questo che la situazione per i dipendenti«divenuta oramai insostenibile». Il loro disagio arriva fino ai vertici politici locali e regionali. Un disagio profondo che non permette più di «lavorare ancora in silenzio» come si è sempre fatto nel «rispetto di una politica aziendale seria». I dipendenti Ailun, pertanto, chiedono al presidente della Giunta regionale, all’assessore regionale alla Pubblica istruzione Maria Antonietta Mongiu, ai consiglieri regionali della Provincia di Nuoro e alle Istituzioni locali, di prendere atto della «gravità della situazione» in cui versano e dare corso nell’immediato agli «impegni presi a suo tempo per l’erogazione dei fondi 2008». Ultima drammatica battuta: Il presidente Ailun Lorenzo Palermo ha comunicato come data ultima il 16 ottobre per la convocazione dell’assemblea, in previsione dello «scioglimento dell’ente, se entro tale data nulla sarà definito in Regione. Insomma, solo pochi giorni per evitare la chiusura.
5 - La Nuova Sardegna 
Pagina 2 - Cagliari
GALLERIA D’ARTE
Tre borse di studio
 
 CAGLIARI.La Galleria comunale d’arte ha messo a concorso tre borse di studio e ricerca intitolate a Francesco Paolo Ingrao per lo studio delle opere e degli artisti dell’omonima collezione, dell’importo di 2700 euro ciascuna e della durata di 12 mesi. Al concorso potranno partecipare giovani di età non superiore ai 35 anni e senza un reddito fisso, che abbiano conseguito all’Università di Cagliari la laurea in Lettere con indirizzo artistico (vecchio ordinamento) o la laurea specialistica in Storia dell’arte (nuovo ordinamento).
Copia del bando con le modalità di partecipazione ed il modulo di domanda possono essere scaricati dal sito internet www.comune.cagliari.it Il termine per la presentazione delle domande scade il prossimo 24 ottobre. Per ulteriori chiarimenti gli interessati possono rivolgersi alla Galleria comunale d’arte (telefono 070 490727 - 4525682, fax 070 42091) o mandare una mail a museicivici@comune.cagliari.it

6 - Il Sardegna
Pagina 21 – Grande Cagliari
Università,  proteste contro il governo

Il senato accademico dell’università di Cagliari invoca un deciso cambio di rotta nelle scelte del governo nazionale in materia di istruzione e ricerca e dà mandato al rettore Pasquale Mistretta di avviare un confronto nella prossima Conferenza dei rettori per concordare una strategia nazionale capace d’incidere, anche attraverso adeguate e rilevanti forma di protesta, sui processi politici e legislativi in atto. Nel documento approvato all’unanimità, si sottolineano gli effetti che la recente normativa ha già prodotto sull’ateneo cagliaritano, “limitandone la funzionalità a livello di numerosi corsi”, e si mette in guardia l’intero sistema universitario italiano, basato sulle strutture pubbliche, dai rischi di impoverimento, taglio dei fondi e fuga di cervelli a vantaggio di pochi centri di eccellenza finanziati dai privati, la cui autonomia sarebbe progressivamente meno garantita. La gravità della situazione sarà segnalate anche alla giunta e al consiglio regionale.
 

Questionario e social

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