Martedì 17 giugno 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 giugno 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
3 - La conversazione educativa, nuovo volume di Alberto Granese
1 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 16
IL PUNTO DI VISTA
Il covo dei baroni dentro le università
 
Oggi (martedì) il ministro Gelmini è in audizione in Commissione cultura alla Camera sul tema dell'Università e della Ricerca. Negli ultimi giorni, L'Unione Sarda ha dedicato alla questione autorevoli editoriali. Eppure nelle classifiche delle migliori università del mondo non figura nessun ateneo italiano. Per il sito webometrics.info, Bologna è al 100° posto; la rilevazione è pressoché identica anche per altri analisti. Com'è possibile che una delle nazioni più sviluppate del mondo sia così spaventosamente indietro?
Semplice: siamo vecchi. Le nostre università sono contrassegnate da una gerontocrazia diffusa, foraggiata dalla politica, incapace di rilanciare il settore della ricerca che altrove è considerato strategico. Sono infestate da professori con carriere secolari che non lasciano spazio ai giovani, pilotano i fondi per la ricerca e le esistenze dei ricercatori, in un mondo nel quale l'efficienza è tutto. Spesso la politica premia questi baroni, condannando implicitamente il futuro del Paese a un grigiore nauseante. Le vittime del baronato riferiscono di un muro di gomma sopra il quale rimbalza la richiesta di trasparenza, legalità, capacità. Quali rimedi porre? Anzitutto andrebbe rivisto il reclutamento dei professori: il ministero deve farsi carico di vigilare sulle commissioni di valutazione, rendendo impossibili quelle sgradevoli situazioni nelle quali vince sempre il candidato "troppo perfetto" per il ruolo richiesto. Bisogna eliminare i conflitti di interesse, evitare che i docenti vengano scelti da altri con i quali hanno collaborato, porre un limite ai mandati dei rettori. È necessario uniformare gli statuti, impedendo il diffondersi delle posizioni di rendita, che vanno a discapito del merito, unico vero parametro nella ricerca e nell'istruzione.
La qualità generale degli atenei non può andare disgiunta da una seria valutazione dell'offerta universitaria; gli studenti devono poter disporre dei migliori strumenti per completare la propria formazione e valutare serenamente quanto l'università ha dato loro in cambio delle tasse. La questione dei ricercatori precari va classificata come grande emergenza nazionale: la ricerca è strategica per un Paese privo di materie prime. In Italia 70 mila persone sono impegnate in questo settore, in Francia 160 mila, 240 mila in Germania, oltre un milione e duecentomila in America. Ma siamo un Paese di "dottori emigranti": esportiamo sette volte il numero di laureati di quanti riusciamo a importarne. Segno evidente che le nostre strutture di ricerca, che i nostri atenei, sono di fronte a un risultato generale pressoché fallimentare. È ovvio che vi siano delle eccezioni, che non manchino i punti di eccellenza. Ma è nella media che si costruisce il futuro del nostro Paese e in questo pecchiamo gravemente.
BRUNO MURGIA
(Deputato Pdl) 
2 – L’Unione Sarda
Lavoro e Previdenza Pagina 23
Orientamento, selezione
 
L'Università di Sassari ha indetto una selezione per l'attribuzione di due contratti di collaborazione coordinata e continuativa per l'attività di supporto nel placement e orientamento post lauream. Possono partecipare i laureati in pedagogia, scienze della comunicazione, giurisprudenza e scienze politiche con una votazione di almeno 110/110 e comprovata esperienza professionale. La domanda dovrà essere inviata al Magnifico Rettore dell'Università degli studi di Sassari, piazza Università 21, 07100 Sassari, entro le 12 di domani, mercoledì 18 giugno. Informazioni nel sito www.uniss.it/php/home.php alla voce studenti e didattica. (r.f.)
3 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 7
Libri
Granese tra eclissi e rinnovamento della pedagogia
 “La conversazione educativa” è l'ultima opera dello studioso
   
Oltre l'immediato riferimento a un importante tema scientifico, ha certamente anche una rilevante attualità l'interrogativo posto sotto La conversazione educativa - titolo dell'opera più recente di Alberto Granese (Armando editore, Collana “I problemi dell'educazione”, euro 22). Il quesito che pone è questo: «Eclissi o rinnovamento della ragione pedagogica». Ed è evidente che proprio di questo si parla e si discute in questi giorni, direttamente o indirettamente. Si può anzi dire che rappresenta - assieme a tanti altri problemi della scuola italiana - uno dei nodi più complessi e intricati, una delle ragioni di un diffuso degrado culturale.
Alberto Granese - ricorda il risvolto di copertina - è libero docente in Pedagogia generale dal 1968 e professore ordinario della stessa disciplina dal 1976, è stato direttore del Dipartimento di Scienze pedagogiche e preside della Facoltà di Scienze della formazione dell'ateneo cagliaritano. A parte i titoli ufficiali e gli importanti saggi che ha scritto, è studioso appassionato e rigoroso e come tale apprezzato in Italia e all'estero. Di questa nuova opera dice che «intende sollecitare una riflessione critica del fare, educativo» e che propone una «fusione di orizzonti» (storico tematici, di alta concettualità, applicativi, istituzionali) con una «visione prospettica resa più limpida e più realistica dallo sguardo retrospettivo». Dunque, un'analisi a tutto campo. Che non trascura le contraddizioni e le anomalie della società mondiale contemporanea. Anzi, con lucida sensibilità, pone l'accento sulla necessità di una strategia di formazione: certo per la nuova generazione, ma cominciando dai docenti. Fra l'altro - e Granese lo sottolinea con convinzione - è sbagliato e ha conseguenze molto gravi sul piano sociale rinchiudersi entro i confini della pura teoria. La strategia di formazione a respiro planetario - dice l'autore - deve destinare responsabile attenzione alle «situazioni in cui la carenza di interventi educativi adeguati impedisce o rallenta la sviluppo economico produttivo e fa da ostacolo alla piena umanizzazione individuale. Pur destinato a lettori professionalmente coinvolti e sensibili, il volume risulta interessante anche per i non addetti ai lavori. Alberto Granese sa infatti proporre gli esiti delle sue ricerche, analisi e riflessioni in forma priva di pesantezze e oscurità accademiche. In altre parole, punta a coniugare rigore scientifico ed esigenze divulgative.
G.F.

 
1 – La Nuova Sardegna
Prima pagina - Cagliari
Tac fuori uso, disagi al Policlinico 
Da venti giorni in attesa di un pezzo di ricambio, sospesi gli esami 
Al San Giovanni di Dio le urgenze dei ricoverati Per gli altri visite private 
 
 CAGLIARI. Tomografo fuori uso e lunghe attese al Policlinico di Monserrato. Nel presidio ospedaliero dell’università la Tac, esame ormai economico e assolutamente di routine per numerosi pazienti, da una ventina di giorni è diventato un lusso riservato a chi si può permettere visite private. «La macchina è guasta, stiamo aspettando che ci mandino il pezzo di ricambio - spiegano dall’ufficio comunicazione dell’azienda ospedaliera - e per le urgenze dei pazienti interni ci rivolgiamo al San Giovanni di Dio». Intanto le lamentele si sprecano. Il tomografo del San Giovanni di Dio, infatti, non è in grado di soddisfare tutte le richieste e le liste d’attesa sono lunghissime.
 
Pagina 1 - Cagliari
Policlinico, da venti giorni senza Tac 
L’Azienda: «Manca un pezzo di ricambio» Urgenze dirottate al San Giovanni di Dio 
Silenzio in corsia, ma anche tra i medici serpeggia il malumore 
di Andrea Massidda 
 
CAGLIARI. Tutti in fila spassionatamente. In attesa che al Policlinico di Monserrato il tomografo ricominci a funzionare. Nel presidio ospedaliero dell’università, infatti, la Tac, esame ormai economico e assolutamente di routine, da una ventina di giorni è diventata un lusso riservato a chi si può permettere visite private. «La macchina è guasta, stiamo aspettando che ci mandino il pezzo di ricambio - spiegano dall’ufficio comunicazione dell’azienda ospedaliera - e per le urgenze dei pazienti interni ci rivolgiamo al San Giovanni di Dio».Intanto le lamentele si sprecano.
 Nel reparto di oncologia, tanto per fare un esempio, c’è chi aspetta in ansia tra l’imbarazzo di medici e infermieri. che - seppure senza rilasciare dichiarazioni ufficiali - lasciano trasparire una certa insofferenza per la situazione che affligge i loro assistiti. Il concetto di urgenza a volte è relativo. Basterebbe chiederlo ai quei pazienti ammalati di cancro che attendono l’esito dell’esame per iniziare una terapia mirata. È il caso di una donna nuorese affetta da carcinoma gastrico. «Prima di capire come combatterlo - spiega il marito - i medici devono sapere se il tumore sta andando avanti, ma se non facciamo la Tac questo è impossibile». Non tutti possono permettersi di rivolgersi ai centri privati. «Siamo da venti giorni in queste condizioni - continua chi denuncia quello che lui definisce un caso di malasanità - e quando la settimana scorsa sembrava che il tomografo avesse ripreso a funzionare ci hanno spiegato che il macchinario s’era rotto di nuovo». Morale: c’è da aspettare ancora una settimana. Se tutto va bene.
 Inutile anche far presente la questione al personale medico e paramedico. «Non sono soltanto i pazienti a lamentarsi - racconta ancora il marito della paziente in attesa di fare l’esame - io ho protestato con tutti quelli che lavorano nel reparto e ho trovato comprensione e sconcerto. Poi, naturalmente, nessuno si esprime in maniera ufficiale».
 A parlare per conto dell’Azienda ospedaliera universitaria è l’uffico stampa del Policlinico che ammette il disguido, spiegando però che è stato fatto tutto il possibile per rendere la situazione tollerabile. «Purtroppo non dipende noi - spiegano dall’ufficio comunicazione dell’Azienda ospedaliera universitaria - la macchina è guasta da circa venti giorni e stiamo aspettando che ci mandino il pezzo di ricambio. Per le urgenze dei pazienti interni ci rivolgiamo al San Giovanni di Dio, per quanto riguarda gli esterni, invece, striamo cercando di limitare i danni avvertendo con largo anticipo chi arriva da fuori Cagliari».
 Il tomografo del San Giovanni di Dio, per quanto nuovo e molto veloce, infatti, non può certo essere in grado di soddisfare tutte le richieste che arrivano dal Policlinico. «Anche perché - continuano dall’Azienda - bisogna fare i conti con gli esami dei pazienti di quell’ospedale. Noi possiamo giusto chiedere un sostegno per le urgenze, negli altri casi non rimane che attendere».
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Cagliari
Tutti a scuola di scavi a Monte Sirai 
L’annuale campagna nel sito fenicio punico: molti turisti pagano e partecipano ai lavori 
GIANFRANCO NURRA 
 
CARBONIA. Da ieri, e per un mese intero, la collina di Monte Sirai e in particolare la necropoli punica, ridivengono il fulcro della ricerca storica sugli antichi popoli del mare che hanno vissuto nell’area a partire da settecento anni prima di Cristo. È stata avviata infatti a cura del Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari e coordinato dal professor Piero Bartoloni la campagna di scavo annuale, realizzata in stretta collaborazione con la Sovrintendenza Archeologica e con il contributo dei comuni di Carbonia e Sant’Antioco, dell’Ati geoparco.
 Gli scavi saranno diretti da Michele Guirguis, un ricercatore al cui lavoro contribuisce, oltre l’Università di Sassari, anche la Portovesme Srl, davvero sensibile all’iniziativa. L’area oggetto dello studio è quella collocata nello spazio che oggi si ritrova appena a ridosso del cancello di ingresso del parco archeologico, sul fronte estremo della ideale striscia che si muove dalle tombe a camera puniche, sul versante opposto, e nella cui parte centrale è stata identificata e studiata, con le campagne degli anni scorsi, la necropoli fenicia. Ed è un’altra area dalla quale ci si possono attendere sorprese sotto il profilo scientifico. «Inizialmente, basandoci sul numero ridotto delle tombe puniche a camera ritrovate - ha spiegato Piero Bartoloni - ipotizzavamo che in età punica la popolazione del villaggio fosse ridotta. Invece, la scoperta di qeusta area ci ha fatto modificare questa ipotesi. Ed è interessante, peraltro, il fatto che i morti punici appaiono parzialmente bruciacchiat». Ciò significa che l’incinerazione diventa in qualche modo simbolica». Ma la campagna annuale è rilevante anche sotto un altro profilo. E’ affiancata infatti da una «summer school». Ovvero una scuola a pagamento, alla quale si iscrivono appassionati di archeologia e di storia, che potranno collaborare materialmente alle operazioni di scavo e che parteciperanno a visite guidate in musei e siti archeologici e a conferenze. Una «full immersion» che rappresenta nel territorio il primo esperimento di un iniziativa a metà tra cultura e turismo che in altre siti è una normalità da moltissimo tempo, e che diventa un traino in quel mondo del turismo culturale che pare in forte espansione in tutto il mondo. La school è stata patrocinata, oltre da Università di Sassari e Comuni, anche dal Rotary Club e dalla Lutec cittadina. Le statistiche degli anni passati sembrano dmostrarlo ampiamente: le settimane nelle quali si svolge la campagna di scavo annuale sono quelle nelle quali si concentra anche la maggior presenza di turisti. Il fatto è che la disponibilità dei direttori degli scavi, e la presenza di una miriade di studenti delle università favorisce un dialogo con i visitatori che raramente è possible nei siti archeologici durante le ricerche. Ed è questo uno dei segreti che ogni anno fa della campagna di scavo a Monte Sirai un evento.
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
A Ossi si parla del pensiero di Gramsci 
 
 OSSI. «Considerazioni su Gramsci»: è il tema del convegno sul pensiero di Gramsci in programma per domani. L’iniziativa è dei dipartimenti di Filosofia dell’Università di Sassari e di «Roma Tre», delle riviste Inschibboleth e Argomenti Umani, dell’Associazione culturale Su Kerku, col patrocinio regionale, provinciale e del Comune di Ossi. La sessione mattutina sarà aperta alle ore 10 nella sala del Palazzo Baronale dal presidente del consiglio regionale Giacomo Spissu. Dopo il saluto del sindaco Pasquale Lubinu interverranno i relatori Eugenio Orrù, presidente dell’Istituto Gramsci della Sardegna; Giancarlo Schirru, ricercatore in Glottologia e Linguistica all’Università di Cassino; Claudia Mancina, professore associato di Etica all’Università «La Sapienza» di Roma e Vittoria Franco, docente di Storia della Filosofia alla Scuola Normale di Pisa. La sessione pomeridiana si terrà al Cineteatro Casablanca con inizio alle 16 e sarà presieduta dal preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari Aldo Maria Morace. Interverranno: Chiara Meta, dottoranda in Modelli di formazione umana presso l’Università della Calabria; Elio Matassi, direttore del Dipartimento di Filosofia e ordinario di Filosofia morale all’Università di «Roma Tre»; Derek Boothman, professore straordinario For English Language and Translation e Giorgio Baratta, presidente della International Gramsci Society (Italia). A conclusione dei lavori «Dialogo tra Gramsci e la sua ombra»: testi montati e commentati di Antonio Gramsci e Tania Schucht, musiche di Béla Bartòk, voce recitante Clara Murtas, al piano Silvia Corda. (p.si.)
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie