Giovedì 29 maggio 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 maggio 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 12 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna, altravoce.net e Il Sardegna  

1 - Apre il Festarch (L’Unione - La Nuova - altravoce.net - Il Sardegna)
2 - Il rapporto Crenos sull’economia della Sardegna, un commento della ricercatrice Anna Maria Pinna
4 - Ricerca e impresa: un laboratorio nel Sinis
6 - Laurea honoris causa in Medicina e chirurgia al professor Karel Geboes (L’Unione - La Nuova)
1 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 50
Festival. Domani alle 11,30 l’incontro sul progetto di riqualificazione dell’Oma per il quartiere Sant’Elia
A Festarch c’è Herzog
Sipario sull’architettura
La seconda edizione si apre stasera a Cagliari con la mostra del recupero dell’area di Monteponi
 
Sarà la lectio magistralis di Jacques Herzog e l’illustrazione del suo progetto di recupero dell’area mineraria di Monteponi di Iglesias a inaugurare stasera a Cagliari la seconda edizione di Festarch, il festival internazionale di architettura promosso dalla Regione, dalle Università di Cagliari e Sassari e dall’istituto nazionale di architettura (Inarch). La manifestazione si svolgerà fino a domenica negli spazi dell’ex Manifattura Tabacchi. Saranno tre giorni fitti di appuntamenti: 74 fra conferenze, lezioni magistrali, incontri e tavole rotonde per ragionare di architettura, paesaggio, società, letteratura.
“Turismo planetario” è il tema centrale di questa edizione numero due che vede tantissimi ospiti: scrittori del calibro di Geoff Dyer, Nick Laird, Tom McCarthy, Richard Mason, Rick Moody, Luc Sante, Bruce Sterling, Marcello Fois, Michela Murgia e Flavio Soriga, fotografi come Oliviero Toscani, Mario Dondero e Paolo Rosselli, designer e artisti come Vito Acconci, Andrea Branzi, Piero Lissoni, Peter Saville, Pinuccio Sciola, Patricia Urquiola, Marcella Vanzo, e, naturalmente, alcuni fra le firme più rappresentative dell’architettura contemporanea: Wolf Prix, Iñaki Abalos, Floris Alkemade, Barbara Aronson, Marco Casamonti, Minsuk Cho, Valerio Franzone, Fabrizio Gallanti, Bjarke Ingels, Junya Ishigami, Giovanni La Varra, Quingyun Ma, Fabio Novembre, Rudi Ricciotti, François Roche, Italo Rota, Benedetta Tagliabue e i premi Pritzker Rem Koolhaas e Jacques Herzog.
L’INAUGURAZIONE Sarà proprio Jacques Herzog a caratterizzare l’evento inaugurale di Festarch: stasera alle 21,30 il presidente della Regione, Renato Soru, e il sindaco del capoluogo, Emilio Floris, taglieranno il nastro di partenza del festival. Modererà Stefano Boeri, che insieme a Gianluigi Ricuperati, cura la direzione artistica. Dunque occhi puntati su Herzog, alla sua lectio magistralis introduttiva e al suo progetto raccontato attraverso disegni, tavole, plastici e rappresentazioni tridimensionali nella mostra “Monteponi verso un piano” allestita dallo Studio Herzog & de Meuron e da Massimo Faiferri.
IL PROGRAMMA DI DOMANI Tra gli appuntamenti di domani dalle 10,30 nella sala 1 il giornalista Francesco Erbani, racconterà «lo scempio del paesaggio in Italia». Interverrà Elio Garzillo, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Sardegna. Nella sala 4 gli architetti Benedetto Camerana, Gianfranco Bombaci e Marco Rainò presenteranno il loro lavoro. Interverrà Fabrizio Gallanti, fondatore del Gruppo A12.
Alle 11,30 tre incontri in contemporanea: due sul tema “L’Isola dei progetti”, un percorso che il festival dedica alle iniziative architettoniche sull’Isola. Nella sala 2 si parlerà di idee e progetti per il paesaggio rurale e scenari turistici nell’area della Marmilla con Pierre Donadieu, Paola Cannavò, Ippolita Nicotera, Roberto Gambino, Andreas Kipar, Carlo Monti, Bruno Gabrielli e con i coordinatori del workshop LabMar08. Il progetto di riqualificazione dell’Oma (Office for Metropolitan Architecture) per il quartiere cagliaritano di Sant’Elia sarà invece al centro dell’incontro in programma nella sala 5: a rappresentare lo studio olandese sarà Floris Alkemade, responsabile dei progetti di architettura e pianificazione urbanistica dell’Oma. Nella sala 3 l’architetto cinese Qingyun Ma. Dalle 14,30 gli interventi dello scultore Pinuccio Sciola, della coordinatrice scientifica di Festarch, Barbara Cadeddu, di Benedetta Tagliabue (uno dei nomi più interessanti della nuova architettura europea) e di Mauro Bersani, responsabile dell’area letteratura dell’Einaudi.
Alle 16 lezione magistrale di Marco Casamonti, fondatore dello Studio Archea. Alle 17 l’architetto Piero Lissoni racconterà il suo nuovo progetto al largo della costa della Florida. Architetture e immaginazioni tecnologiche innovative per il paesaggio minerario del Sulcis al centro dell’incontro con Andreas Althenoff, Mauro Pala e Wolf Prix, uno degli architetti più innovativi degli ultimi quarant’anni. A seguire, una tavola rotonda. Alle 17,30, Italo Rota, Mario Piazza e Maria Giulia Zunino dialogheranno di grafica e spazi del turismo. La presenza dell’architettura nei media globali sarà il tema della conversazione tra l’architetto Luigi Prestinenza Puglisi e i giornalisti Enrico Arosio, Stefano Bucci e Carlo Antonelli. Alle 18, l’intervento del fotogiornalista Mario Dondero.
Alle 19,30 Junya Ishigami, il giovanissimo prodigio dell’architettura giapponese, illustrerà scenari e idee per il futuro al direttore della galleria Storefront for Art and Architecture di New York, Joseph Grima. Lo scrittore americano Luc Sante racconterà la sua città perduta: la New York deregolata alla fine degli anni ’70. Paolo Conrad-Bercah presenterà West workroom , una raccolta di analisi e riflessioni sul lavoro prodotto in questo primo scorcio del terzo millennio dall’architetto e il suo studio milanese W Office. Alle 21 il fotografo Paolo Rosselli discuterà di architettura e fotografia con Giovanna Silva, photoeditor di Abitare . Quindi la lezione magistrale di Italo Rota: le visioni del fantasista dell’architettura italiana. Evento speciale: lezione magistrale di Guido Bertolaso, direttore del Dipartimento della Protezione civile. Alle 21,30 la scrittrice Michela Murgia presenterà il suo nuovo libro Viaggio in Sardegna , “Confini, poteri ed eccezioni” è il titolo dell’incontro (ore 22) con Rem Koolhaas, l’architetto olandese Premio Pritzker nel 2000. 
2 – L’Unione Sarda
Commenti – pagina 13
Quindicesimo rapporto crenos
Il peso di un’economia lumaca
di Anna Maria Pinna*  
 
In Europa c’è un’isola, l’Irlanda, che nel 1991 registrava un tasso di disoccupazione più alto del 20 per cento e produceva un livello di ricchezza pro capite pari a solo l’80 per cento della media per cittadino europeo. Oggi quell’isola ha un tasso di disoccupazione bassissimo, quasi "fisiologico" (4.4 per cento), e ha un reddito pro capite secondo solo a quello dei ricchi europei per eccellenza, i lussemburghesi.
L’economia irlandese, che nelle prime righe faceva pensare alla Sardegna, ma che invece da 15 anni ha imboccato una roboante corsa verso lo sviluppo e il benessere, ricorda la nostra regione anche per altre caratteristiche: una chiara dotazione di ricchezze ambientali culturali e identitarie, l’assenza di un sistema di criminalità organizzata, uno spazio economico aperto e non congestionato. Stiamo parlando di condizioni necessarie, condizioni che favoriscono processi di mutamento strutturale dell’economia. Ma ancora non stiamo parlando di condizioni sufficienti.
In questi ultimi 2 anni la Sardegna è stata premiata per le sue risorse ambientali: il comparto turistico regionale si è allineato alle tendenze nazionali e internazionali. Sono i turisti stranieri a registrare un vero e proprio exploit , sia durante la stagione turistica in senso stretto, ma soprattutto nei periodi "fuori stagione". La domanda estera premia il prodotto "Sardegna" ma questo canale è ben lontano dall’essere pienamente sfruttato dalle imprese sarde. Da tutte le imprese, intendiamo, non solo quelle attive nel comparto "vacanze". Pur avendo fatto registrare negli ultimi anni segnali di ripresa per quanto riguarda i principali indicatori macroeconomici (PIL e consumi pro capite, tasso di occupazione), il comparto produttivo sardo presenta invece un forte ritardo di competitività rispetto alla media italiana e, soprattutto, rispetto agli altri competitori europei. Un ritardo rivelato dalla scarsa capacità di esportare prodotti ad alta tecnologia, che sono poi quelli con maggiore crescita della domanda mondiale.
L’Irlanda è stata in grado di creare un ambiente favorevole non solo all’arrivo di turisti da altri Paesi ma soprattutto all’arrivo di imprese estere, rendendone vantaggiosa la localizzazione al suo interno. Certamente, così come già dibattuto nelle pagine di questo giornale, la fiscalità leggera dell’economia celtica ha favorito tali scelte di localizzazione ma questo non ci mette, ancora, sul piano delle condizioni sufficienti.
Sono trent’anni che i governi irlandesi prescindendo dai colori della propria bandiera politica investono intensamente in capitale umano (laureati, in particolare nelle discipline scientifiche); conoscenza e innovazione tecnologica. Sono politiche capaci di produrre effetti nel lungo periodo. Politiche tese alla formazione di capitale sociale (tessuto sociale propenso alla cooperazione e al cambiamento), di capitale manageriale, ovvero politiche di investimento che unite a un’amministrazione pubblica efficiente creano quell’ambiente socio-economico che è necessario ma anche in grado di innescare processi virtuosi di sviluppo economico. La direzione intrapresa in Sardegna in questi ultimi anni appare aver acquisito maggior consapevolezza della necessità di promuovere processi virtuosi in grado di produrre effetti positivi nel lungo periodo. Risulta altresì evidente che sembra esserci molto da fare per qualificare il percorso intrapreso al fine di garantire puntualità, continuità e maggiore coerenza a diversi interventi che già sono all’opera e ad altri che sono stati solo annunciati ma non implementati.
Il Quindicesimo Rapporto sull’Economia della Sardegna del CRENoS (Centro Ricerche economiche Nord Sud) affronterà le diverse questioni legate ai problemi di competitività dell’economia regionale e verrà presentato domani a Cagliari, a cura del centro di ricerche economiche delle due università sarde; l’appuntamento è diventato nel tempo un’occasione importante per discutere le tematiche e le controversie legate allo sviluppo economico della nostra regione sullo sfondo delle tendenze dell’economia mondiale.
*Ricercatrice CRENoS
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 16
Il nuovo ospedale forse sarà a Monserrato
Potrebbe sorgere accanto al Policlinico. Soru: «Appalti entro un anno»
 
Spunta l’ipotesi Monserrato per l’area in cui potrebbe sorgere il nuovo ospedale multicentrico di Cagliari previsto all’interno del Piano sanitario regionale.
Rispetto alle due localizzazioni precedenti, di San Lorenzo e di Elmas, entrambe contigue alla strada statale 554, la nuova struttura potrebbe essere realizzata accanto alla Cittadella Universitaria. L’individuazione dell’area sarà decisa a giorni come ha anticipato ieri il presidente della Giunta regionale Renato Soru. Riguardo i tempi, il capo dell’esecutivo regionale ha posto l’accento sulla necessità di «avviare al più presto la progettazione», mentre gli appalti «potrebbero essere banditi prima della fine della legislatura».
Si parla di una “Cittadella sanitaria” che ricomponga i presidi ospedalieri del Brotzu, del Businco, del Microcitemico e della radioterapia trasformandoli in un unico polo della degenza, della cura e della ricerca. Soru ha parlato di «acquisizione di aree interposte tra gli ospedali, di chiunque esse siano».
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano Pagina 17
Cabras. Iniziativa nel Sinis
Ricerca e impresa: nasce un laboratorio di archeologia
 
Quattro capanne circolari con tanto di allestimenti interni che riproducono una parte di villaggio preistorico. Con la possibilità di partecipare a laboratori sperimentali di archeologia. L’iniziativa è unica in Sardegna e ha trovato spazio in un agriturismo del Sinis, Sa Ruda. Inedita perché nasce dalla collaborazione fra l’Università di Sassari e un’impresa privata: in altre parole, la ricerca incontra e lavora fianco a fianco con gli imprenditori. «Il punto di incontro è stato, da un lato, la necessità di realizzare un laboratorio di archeologia sperimentale, dall’altro di diversificare la propria offerta turistica rispetto alle altre aziende del territorio» spiega la coordinatrice del progetto Maria Grazia Melis, dell’Università di Sassari. «Il risultato della collaborazione è la ricostruzione di un villaggio preistorico e delle diverse attività artigianali connesse. Gli obiettivi del progetto sono molteplici: scientifico, con la creazione di un laboratorio di archeologia sperimentale; didattico, con la formazione di studenti universitari e allievi di scuole secondarie». Poi ci sono gli obiettivi turistici, «con l’offerta di pacchetti turistici» aggiunge Marcella Meli, proprietaria dell’agriturismo Sa Ruda, «che prevedono la partecipazione a stage sperimentali, la visita al villaggio preistorico e ai prodotti dell’archeologia sperimentale a favore dello sviluppo di un turismo culturale di ampio respiro. Abbiamo, infatti, privilegiato il valore scientifico per diversificare l’offerta ai visitatori».
L’iniziativa sarà ufficializzata sabato pomeriggio e sarà il prorettore dell’università di Sassari Attilio Mastino a raccontare i dettagli. Non solo: se ne parlerà al quattordicesimo Annual meeting dell’European association of archeologists in programma a Malta il prossimo settembre. «La particolarità dell’iniziativa, sotto l’aspetto didattico, va incontro alla propensione dei più piccoli che, per esempio, possono partecipare a uno scavo simulato e toccare gli oggetti, a differenza di quanto avviene nella visita in un museo, dove possono esclusivamente guardare i reperti esposti nelle teche» dice Ramona Cappai, dell’Università di Sassari. «Tutto rigorosamente seguito dall’Università che in questo caso singolare in Sardegna ha incontrato l’offerta turistica». I promotori del progetto si augurano che arrivino risvolti anche dal punto di vista occupazionale. «In particolare con la creazione di figure specializzate che presentino ai visitatori le attività di archeologia sperimentale e i percorsi della ricerca preistorica».
PATRIZIA MOCCI 
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 19
Convegno
Le allergie nei bambini, al via il corso d’aggiornamento
 
“Hot topics in allergy” è il titolo del Corso di aggiornamento in allergologia pediatrica che si terrà domani, a partire dalle 8.30, nella sala congressi dell’hotel Mediterraneo (lungomare Colombo).
L’iniziativa, promossa dall’ospedale Microcitemico, dall’Università di Cagliari e dalla Seconda clinica pediatrica diretta dal professor Renzo Galanello, mira a riunire alcuni dei maggiori esperti italiani in pediatria e malattie allergiche per fare il punto sullo stato degli studi relativi alle allergie, malattie sempre più comuni e diffuse in Italia e nel mondo anche tra i bambini.
In alcuni paesi dell’area occidentale, la frequenza delle malattie allergiche è addirittura più che raddoppiata negli ultimi 15-20 anni, così le patologie allergiche cominciano a rappresentare un concreto problema per i cittadini, non solo a livello sanitario ma anche sul piano socio-economico, con costi diretti (prevenzione e terapia) e indiretti (assenze da scuola e dal lavoro ecc.) difficili da sostenere. E i più piccoli, naturalmente, non fanno eccezione. Anzi, soprattutto le dermatiti atopiche e le allergie alimentari sono molto fequenti fin dalla primissima età. È pertanto indispensabile che i pediatri siano costantemente a conoscenza delle più recenti linee guida in fatto di diagnosi e terapia delle malattie allergiche, nell’interesse dei loro piccoli pazienti. (l. m.) 
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 19
Medicina, laurea honoris causa
 
Martedì prossimo, nell’aula magna del Rettorato, l’Università di Cagliari conferirà la laurea honoris causa in Medicina e chirurgia al professor Karel Geboes, autore insieme ai professori Faa e Ambu del volume intitolato “Topics in gastrointestinal pathology”. Geboes ha stabilito negli anni una collaborazione continua con la sezione di Anatomia patologica del dipartimento di Citomorfologia dell’Università, contribuendo all’alta formazione degli specializzandi in anatomia patologica. 

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
Architettura e turismo uno sguardo oltre i soliti luoghi comuni 
WALTER PORCEDDA 
 
Sceglie la prosa affilata, pungente e provocatrice dello scrittore globetrotter Lawrence Osborne come manifesto ideale, la seconda edizione di Festarch che viene inaugurata oggi alle 21 nella Manifattura Tabacchi di Cagliari dal Governatore Renato Soru alla presenza del Sindaco Emilio Floris e la lezione magistrale di Jacques Herzog dedicata al progetto di recupero dell’ex area mineraria di Monteponi di Iglesias. Ed è proprio un breve estratto da quel lucido saggio di contemporaneità pubblicato due anni fa, «The Naked Tourist» (l’anno scorso tradotto da Adelfi in «Il turista nudo») che è propedeutico - anche nel suo andare controcorrente- al tema di questo anno: architettura e turismo planetario. Scrive Osborne che «Con un giro d’affari annuo nell’ordine dei cinquecento miliardi di dollari, il turismo si avvia a diventare la più importante industria al mondo. Influenza lo sviluppo economico di moltissime in città, e di quasi altrettanti paesi. Tra il 1950 e il 2002 i viaggiatori diretti all’estero, per lavoro e no, sono passati da venticinque a cinquecento milioni l’anno, segnando una vistosa trasformazione dell’imprenditoria planetaria. Oggi l’occupazione principale di centinaia di milioni di esseri umani è l’intrattenimento di altre centinaia di milioni di loro simili. Vogliamo esperienze nuove - e le vogliamo confortevoli, pagabili sull’unghia, sicura».
 Viaggiare d’altra parte può essere anche un’avventura molto dolorosa. Persino noiosa e con molti grattacapi, soprattutto in questi giorni in cui il cosiddetto turismo di massa ha livellato la vacanza ad un unico triste prodotto. Non importa dove si va. Tutti i luoghi si assomigliano e quell’ansia di scoprire, di ritrovare se stessi e di conoscere viene drammaticamente ridotta a simulacro. Quindi? Occorre cambiare direzione. Basta con i non-luoghi e i «villaggi-vacanze ghetto». Bisogna immaginare spazi, innovare e costruire nel rispetto della propria storia. Solo così si può dare un senso alla vita. E anche all’economia. In altre parole, mettere assieme turismo e architettura sembra diventare sempre più passaggio obbligato e necessario per lo sviluppo. Uno (con)tiene l’altro. La rivalutazione dello spazio urbano, la tutela del paesaggio e delle coste, la progettazione di funzionali e anche avveniristiche strutture, ecologicamente compatibili, centri cittadini a misura d’uomo, villaggi, rurali e marinari aperti a forme di sperimentazione residenziale. Sono alcune delle nuove frontiere sulla quale si gioca forte la scommessa dell’Unione Europea che mette assieme politiche ambientali e turismo spingendo non a caso in direzione della ricerca di nuove forme di integrazione («È paradossale che il turismo sia così poco integrato nel lavoro dell’Ue, dal momento che riveste un ruolo così importante nella vita dell’Europa», ha dichiarato nel 2006 il Segretario di Stato francese per il turismo, Michelle Demessine, ai membri del Parlamento europeo nel corso della presidenza francese dell’Ue). Ed è anche la via obbligata della nostra regione che attraverso momenti come Festarch sperimenta e discute con il meglio della architettura contemporanea. Così questo festival voluto dalla Regione e allestito in collaborazione con le Università di Cagliari e Sassar, l’Inarch, la collaborazione del Comune cagliaritano e il patrocinio della Serpentine Gallery dui Londra, Storefront di New York e il Man di Nuoro, con la direzione artistica di Stefano Boeri e Gianluigi Recuperati ha chiamato anche stavolta fino al 1 giugno: ovviamente degli architetti di fama ma anche registi, artisti, performer, uomini di filosofia, d’arte e spettacolo per dare forma a un nuovo pensiero. Sullo spazio abitato e quello vissuto. Dai residenti e di chi non lo è. Ecco quindi la presenza di Herzog e Rem Koolhas, coinvolti in progetti creativi nell’Isola, ma anche Floris Alkemande, Quinquyn Ma, Junya Ishigami, Giovanni La Marra, Fabio Novembre, Italo Tota, Benedetta Tagliabue, Barbara Aronson etc.... Designer e artisti come Vito Acconci, Marcella Vanzo, Pinuccio Sciola, Andrea Branzi, Patricia Urquiola... Scrittori e curatori come Achille Bonito Oliva, Gillo Dorfles, Geoff Dyer, Flavio Soriga, Tom McCarthy, Richard Mason, Rick Moody, Michela Murgia, Marcello Fois. Non manca l’occhio di tre grandi fotografi come Oliviero Toscani, Mario Dondero e Paolo Rosselli e la musica di ricercatori come Stefano Scodanibbio e Gavino Murgia. Spazio anche alla stretta attualità con una lezione magistrale di Guido Bertolaso e un’intervista sul G8 a La Maddalena fatta in pubblico dal giornalista di Raiuno David Sassoli al nostro Presidente Renato Soru.
 Corollario al tutto le mostre, ma anche le performance ordite dal Man con l’agenzia viaggi clandestini Vu Vulà e il Minifestarch, animazione dedicata ai bambini dagli 11 ai 14 anni. Come lo scorso anno il festival si terrà nel grande spazio della Manifattura Tabacchi dove si potrà fare lo slalom tra i numerosi eventi (anche in contemporanea) in ben cinque sale. A partire dalle ore 10 e 30 del mattino sino a notte inoltrata.
 
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
I progetti Check-in Architecture 
Da Google a YouTube cambia il modo di viaggiare 
 
A Festarch approda Check-in Architecture, un progetto di ricerca partecipativa sulle città e sull’architettura contemporanea che usa tutte le potenzialità dei media contemporanei, coinvolgendo 600 studenti di 19 città europee, oltre che la scena creativa. L’obiettivo di questo progetto è indagare, attraverso la realizzazione e la diffusione di trecento video-documentari-reportage (o missioni), come l’architettura incida sulla creazione di immaginari e sulla trasformazione del tessuto urbano da ogni punto di vista: estetico e artistico, ma anche sociale, culturale, valoriale, sociologico ed economico.
 Check-in Architecture presente sia al congresso mondiale di Architettura di Torino che alla Biennale di Venezia, opera sul web, gestisce un blog e un free press. Con la direzione artistica di Mario Flavio Benini, Luca Martinazzoli, Luca Molinari e Andrea Lissoni, curatori di un progetto di geoturismo in rete promosso da Google e alcune compagnie aree al Festarch propongono - sabato (sala 3, ore 21,30) - per la serie de «Il turismo è un racconto» una riflessione su come le compagnie aeree low cost hanno cambiato il modo di viaggiare e, come allo stesso tempo, YouTube abbia rivoluzionato il modo di filmare e trasmettere nella Rete. Un equipaggio di studenti dell’università di Colonia sarà presente al festival per indagare sul nuovo turismo, mentre un altro gruppo si sposterà a Buggerru per indagare se è possibile coniugare surf e miniere come occasione di turismo giovanile. Infine la redazione di Check-in Architecture intervisterà Rick Moody.(w.p.)
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Oristano
Le cere anatomiche e il contributo di Olzai 
 
OLZAI. Alessandro Riva, ordinario di Anatomia umana, docente di Storia della medicina nell’università degli studi di Cagliari, era stato insignito della cittadinanza onoraria di Olzai, per aver dato lustro al grande medico olzaese Francesco Antonio Boi, che per primo creò la raccolta delle cere anatomiche di Clemente Susini, attualmente raccolte nella Cittadella dei Musei di Cagliari. Il professor Riva, ora torna a Olzai. Non solo come cittadino onorario ma per presentare il suo libro che richiama ancora i suoi studi su Francesco Antonio Boi. Il volume si intitola, infatti «Cere. Le anatomie di Clemente Susini dell’Università di Cagliari», pubblicato, recentemente dalle edizioni Elisso di Nuoro. Sarà un presentazione solenne, che avverrà alle ore 10 di sabato, nella casa Mesina. Solenne e importante per i temi scientifici, storici e culturali che il volume riporta. Interverranno autorità sanitarie come il responsabile dell’Asl nº 3 di Nuoro, Franco Mariano Mulas, e studiosi come Bruno Palmas, Paolo Piquereddu, Salvatore Murgia e Bachisio Porru. Coordinerà le relazioni e il dibattito che scaturirà alla presenza dell’autore, l’asserrore comunale alla Cultura Maria Grazia Mureddu. La presentazione organizzata dall’amministrazione comunale è patrocinata dal Consorzio Bim Taloro, con la collaborazione del Consorzio pubblica lettura Satta e della stessa Ilisso. «Il volume di Alessandro Riva - spiega il sindaco di Olzai Francesco Noli - oltre ad avere alto valore culturale e scientifico, riveste particolare interesse per la nostra comunità, poichè la preziosa collezione di modelli anatomici del Susini fu realizzata tra il 1901 e il 1905 grazie agli studi anatomici e dissezioni su cadaveri eseguiti dal medico olzaese Francesco Antonio Boi, per incarico del vicerè di Sardegna Carlo Felice di Savoia. Il nostro concittadino onorario, professor Alessandro Riva - conclude il sindaco Noli - è autore di diverse pubblicazioni scientifiche inerenti le cere anatomiche del Susini e ha divulgato nella comunità scientifica mondiale la figura e l’opera del “Potomedico del Regno di Sardegna” Francesco Antonio Boi, dando così lustro e risonnanza al paese di Olzai».
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
KAREL GEBOES
Laurea honoris causa
 
CAGLIARI. L’Università di Cagliari conferirà la Laurea honoris causa in medicina e chirurgia al professor Karel Geboes, martedì prossimo nell’aula magna del Rettorato. Il professor Geboes, fra i vari incarichi in diverse strutture scientifiche nel mondo, in collaborazione con il professori Faa e Ambu, ha pubblicato il volume dal titolo «Topics in gastrointestinal pathology». Geboes ha stabilito una collaborazione continua con la Sezione di anatomia patologica del Dipartimento di citomorfologia contribuendo all’alta formazione degli specializzandi in anatomia patologica dell’Università di Cagliari. Ha organizzato - è detto in una nota - tre corsi sulle patologie gastrointestinali per la Scuola europea di patologia (Torino, Mosca e Cracovia). E’ autore o coautore di oltre 400 pubblicazioni su riviste internazionali e di 50 capitoli su libri nel campo della gastroenterologia.

1 – altravoce.net
Festarch, riapre la fabbrica delle idee
grandi maestri per l’isola dei progetti
turismo planetario ma ecocompatibile
di Daniela Paba
 
Jacques Herzog, l’architetto che domani inaugura con una “lezione magistrale” la seconda edizione di FestArch, un anno fa a Londra, ha ricevuto col socio De Meuron, la Royal Gold Medal, come riconoscimento “per il contributo dato alle città ed all’architettura di tutto il mondo”. Quando nel Duemila hanno trasformato la Bankside Power Station sulla riva sud del Tamigi nella nuova Galleria di Arte Moderna per il Tate Museum il successo è stato tale che, a partire dal giorno dell’inaugurazione: il numero annuale di visitatori è passato da due a tre milioni.
 
Tuttavia Herzog arriva a Cagliari non solo come star dell’architettura internazionale, ospite della manifestazione che trasformerà per tre giorni -da giovedì fino al 1° giugno - la Manifattura Tabacchi nella fabbrica di idee per un turismo planetario eco-compatibile, ma come il progettista cui la Regione ha affidato il piano di recupero del complesso minerario di Monteponi, il villaggio mozzafiato e fatiscente che si intravede sulla strada di Iglesias. La prima notte di FestArch è infatti dedicata alla mostra del master plan “Monteponi, verso un piano”. E se per come sono oggi non si può pensare che Iglesias o Cagliari abbiano le stesse capacità di attrazione di Londra, tuttavia è innegabile che il tuffo al cuore che si prova nel vedere il paesaggio delle miniere merita l’investimento di risorse europee in un’idea futuribile.
 
Griffata forse ma pour cause se, come dice la critica specializzata, i due architetti svizzeri hanno ridisegnato altrove un’architettura radical chic dai dettagli minimalisti finto poveri, dalle soluzioni di alta tecnologia dissimulate, dagli ascetici vuoti, raggiungendo, in quest’eleganza straniata, una straordinaria efficacia dell’immagine complessiva”. Che l’idea di Soru sia quella di “un’isola dei progetti” firmati dai grandi maestri dell’architettura internazionale è ormai chiaro, e infatti insieme a Herzog, FestArch accoglie nella sezione maestri naturali uno dei massimi protagonisti dell’arte a tre dimensioni, Rem Koolhaas. Architetto-romanziere autore di Delirious NewYork, il libro che ha rivoluzionato la lettura delle metropoli, Koolhaas parlerà di architettura e pensiero politico. Con Madelon Vriesendorp ed Elia e Zoe Zenghelis, il progettista olandese ha fondato a Londra nel 1975 l’OMA, uno studio nato per dare alla società contemporanea un’architettura anch’essa contemporanea.
 
L’OMA presenta il progetto di riqualificazione di Sant’Elia descritto a FestArch da Floris Alkemade. Il Master plan del quartiere cagliaritano prevede interventi per preservare e migliorare l’edilizia sociale, la ridefinizione delle aree pubbliche per migliorare la sicurezza dei residenti, la riconnessione del quartiere al porto con scuole, negozi, lo spostamento dello stadio, la riapertura del canale per la biodiversità e la promozione di turismo ecologico sui colli di Sant’Ignazio, Sant’Elia e Calamosca. “L’ambizione del Master Plan non è solo quella di riqualificare una zona sottovalutata e la sua comunità - ha detto Floris Alkemade responsabile del progetto - ma, la valorizzazione del potenziale del suo lungomare spettacolare, migliorando al contempo le condizioni sociali ed ambientali degli attuali residenti, nonché il contesto naturale circostante”. Se la scorsa edizione ha visto avvicendarsi in tre giorni trentamila persone, la seconda volta di FestArch promette di essere altrettanto avvincente sia per la presenza di ospiti arcinoti come il fotografo Oliviero Toscani, ma anche di donne e uomini che descrivono visioni e paesaggi del futuro prossimo come la spagnola Patricia Urquiola e Gonçalo Byrne, il coreano Minsuk Cho, il messicano Michel Rojkind, lo scrittore inglese Geoff Dyer autore di Natura morta con custodia di sax, e molti altri ancora.
 
La vita insegna che ci sono battaglie perse per amore delle idee e battaglie perse per impotente invidia. Come quella che vede protagonista delle inutili polemiche contro FestArch l’assessore comunale alla cultura Pellegrini, che minaccia di applicare permessi e divieti per l’esercizio del pubblico spettacolo ai locali della Manifattura dove secondo le intenzioni della Regione dovrebbe nascere l’atelier des art, la factory della Sardegna futura. Che in un giorno fa più spettatori di un anno di mostre nei centri d’arte comunali vitali come i musei delle cere, grazie anche alla cultura passatista del brillante professore, un tempo, che oramai imbarazza la destra e la sinistra e trova udienza sicura tra i giovani neofascisti. “Mischino!”, dicono a Cagliari.
2 – altravoce.net
La lezione di Luciano Gallino
il lavoro non è una merce
il capitalismo va addomesticato
di Maria Letizia Pruna
 
È passato quasi inosservato un evento importante organizzato dal Centro Studi di Relazioni Industriali dell’Università di Cagliari: la Lectio Magistralis tenuta qualche giorno fa da Luciano Gallino, professore emerito di Sociologia all’Università di Torino. Si è trattato di un incontro prezioso, che ha sollecitato a riflettere con serietà su un tema accantonato da tempo se non proprio dimenticato, come ha ricordato Piera Loi, docente di Diritto del lavoro e direttore del Centro Studi di Relazioni Industriali: il lavoro non può essere considerato una merce, anche se viene scambiato all’interno di un mercato.
 
Luciano Gallino, che ha pubblicato di recente il volume Il lavoro non è una merce. Contro la flessibilità (Laterza, 2007), ha richiamato in primo luogo la Dichiarazione di Filadelfia del 1944 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, nella quale si affermava già 64 anni fa che, appunto, “il lavoro non è una merce”. Da allora, sia questo che altri organismi internazionali (come l’ONU e l’OCSE) hanno approvato risoluzioni e prodotto documenti riguardanti il lavoro che sono rimasti in larga parte disattesi o trascurati.
 
Dagli anni ’80, il lavoro è diventato sempre più una merce. Certo è rimasto una merce sui generis, l’unica merce che ragiona, che possiede un’idea ben definita di ciò che può essere considerato equo e di ciò che non lo è (parola di Robert Solow, premio Nobel per l’economia nel 1987), e che non può essere fisicamente separata dal suo proprietario. E tuttavia una merce, sottoposta a condizioni impari di compravendita (chi ha più potere tra il datore di lavoro e il lavoratore?) e ad una sistematica e crescente sottovalutazione delle necessità di reddito, sicurezza, realizzazione umana e professionale, identità sociale.
 
A volte viene da chiedersi, come suggerisce con ironica amarezza Gianni Loy, Professore Ordinario di Diritto del Lavoro alla Facoltà di Scienze Politiche di Cagliari, se i lavoratori e le lavoratrici verrebbero trattati meglio se davvero fossero considerati una merce come le altre: come quelle che ad ogni trasferimento sono protette dalle scritte “fragile”, “maneggiare con cura”, “non capovolgere”, e da adeguate polizze assicurative. Nei tortuosi percorsi occupazionali di oggi, sempre più spesso connotati da interruzioni e passaggi non semplici né scontati da un lavoro ad un altro, da un mestiere ad un altro, da un orario ad un altro e in luoghi diversi, molti lavoratori e lavoratrici sono meno protetti e tutelati di una merce qualsiasi. Non si raccomanda di maneggiarli con cura, né si avvisa che sono fragili (e perfino unici e irripetibili).
 
Malgrado i ripetuti proclami e richiami politici e istituzionali, il lavoro è considerato sempre più apertamente (e lecitamente) una merce, cedibile in qualsiasi momento e condizione o acquistabile (a poco prezzo) nel momento in cui serve. Il delirio della flessibilità ha seminato insicurezza in ogni ambito della società senza migliorare i sistemi produttivi né la competitività delle imprese (che si gioca su fronti opposti, quelli della qualità e della stabilità del lavoro). È proprio sul facile e gratuito ricorso alla flessibilità che molte imprese fanno affidamento non avendo le capacità imprenditoriali di intervenire sui processi, sui prodotti e sui mercati.
 
Secondo Luciano Gallino, la globalizzazione dell’economia (e del capitalismo) si è rivelata la più potente e vincente politica del lavoro, in grado di stravolgere e spingere all’uniformità mondiale le regole del mercato del lavoro. Sono quindi le politiche internazionali del lavoro, gli accordi a livello mondiale, ad apparire oggi gli strumenti più idonei e la dimensione più adatta a contrastare l’insicurezza e le indecenti condizioni di lavoro di miliardi di persone. L’obiettivo è addomesticare il capitalismo, riconducendolo ad una regolazione sociale compatibile con una decorosa sopravvivenza dell’umanità.

1 – Il Sardegna
Regione – pagina 29
Passaporto clandestino per i roma ospiti di Festarch
La provocazione. Un’idea dell’artista Boscani e del Man
 
Una visita al campo rom di viale Monastir per invitare i nomadi, oggi, all’inaugurazione di Festarch e consegnare loro il passaporto della “Agenzia viaggi clandestini Vu Vula’”. È l’idea dell’artista sassarese Leonardo Boscani, che questa sera alla ex manifattura presenterà il suo lavoro - realizzato in collaborazione con il Man di Nuoro - al momento di apertura del festival dell’architettura. Boscani in questi giorni gira per Cagliari con una vecchia Fiat 500 e distribuisce le sue caricature di passaporti adattati all’Europa «post-occidentale». Un modo per dire che siamo tutti apolidi, clandestini della vita e delle nostre stesse irriconoscibili città. Ma non finisce qui. «I rom - spiega Boscani - realizzeranno un esercito di soldati di latta, fatti con i rifiuti: lo schiereremo a La Maddalena contro il G8».
 
 
 

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