Domenica 18 maggio 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 maggio 2008
Rassegna stampa a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 8 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna





UNIVERSITA’ CAGLIARI: CONCLUSA XVIII SETTIMANA SCIENTIFICA

Si e’ conclusa oggi la XVIII Settimana della Cultura scientifica e tecnologica organizzata dalla Direzione per la ricerca scientifica dell’Universita’ di Cagliari. La "Settimana" si e’ articolata in 20 appuntamenti tra convegni e tavole rotonde che hanno coinvolto oltre 100 relatori e che per la prima volta hanno interessato anche le sedi decentrate dell’ateneo cagliaritano a Carbonia, Nuoro, Iglesias e Oristano.
Durante la settimana sono state aperte al pubblico 16 musei e collezioni universitarie. Per la prima volta la "Settimana" sara’ digitalizzata grazie alla Direzione Orientamento e Comunicazione che, attraverso l’Ufficio stampa e il Centro di produzione Unica TV, ha curato la ripresa dei momenti piu’ significativi cella settimana che presto saranno disponibili attraverso un dvd e sul portale dell’Universita’. (AGI)

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 27 - Cronaca di Cagliari

università
Settimana scientifica, si è chiusa la diciottesima edizione


Venti appuntamenti tra convegni e tavole rotonde, mostre e musei aperti, oltre cento relatori. Sono i numeri della diciottesima settimana della cultura scientifica e tecnologica, organizzata dall’Università di Cagliari, che si è conclusa ieri.
Numerosi i momenti di discussione e dibattito messi in campo dalla direzione per la ricerca scientifica dell’Ateneo cagliaritano per parlare di ricerca e innovazioni tecnologiche. Sette giorni che hanno visto diverse novità come il decentramento della Settimana scientifica che oltre alla Cittadella di Monserrato è arrivata anche a interessare le sedi universitarie di Carbonia, Nuoro, Iglesias e Oristano. Durante la settimana sono state aperte al pubblico 16 musei e collezioni universitarie.
Per la prima volta l’evento è stato digitalizzato grazie alla direzione Orientamento e Comunicazione che, attraverso l’ufficio stampa e il centro di produzione Unica TV, ha curato la ripresa dei momenti più significativi cella settimana che presto saranno disponibili attraverso un dvd e sul portale dell’Università. Un’opportunità per chi non ha potuto assistere ai convegni e ai dibattiti di recuperare informazioni e relazioni degli oltre cento, tra docenti e specialisti, intervenuti nella Settimana scientifica.
 
2 - L’Unione Sarda
Provincia Sulcis - Pag. 43
Carbonia. È il primo impianto d’Europa dove si sperimenterà l’estrazione dell’idrogeno dal carbone
Energia pulita, comincia la sfida
Inaugurato ieri il centro ricerche della Sotacarbo


Inaugurazione ieri mattina del Centro ricerche della Sotacarbo dove, grazie alla realizzazione di un impianto sperimentale, si studierà per capire come ricavare energia pulita a basso costo dal carbone.
Grande miniera di Serbariu: l’Italia e l’Europa sicuramente, con un pizzico di giustificata vanità si potrebbe affermare il mondo intero, guardano Carbonia. Qui, dove sino a mezzo secolo fa lavoravano migliaia di minatori adibiti all’estrazione di uno dei minerali fossili più inquinanti, è stata aperta ieri ufficialmente con l’inaugurazione del Centro Ricerche Sotacarbo una delle nuove frontiere in un settore fondamentale come quello della ricerca dell’energia compatibile.
L’INAUGURAZIONE Ore 9.45: don Antonio Mura benedice dinanzi al sindaco Tore Cherchi, al presidente Sotacarbo Mario Porcu, al presidente dell’Enea Luigi Paganetto e all’assessore regionale all’Industria Concetta Rau, la ristrutturata palazzina che il Comune ha consegnato alla Sotacarbo e l’annessa piattaforma pilota dove si sperimenterà la produzione dell’energia pulita dal carbone. Il compito toccherà a una ventina di ricercatori assunti dalla società partecipata dalla Regione e dall’Enea. Ieri, in fin dei conti, è stata la loro giornata. Il bello, infatti, viene adesso: la gassificazione del carbone, la separazione del gas di sintesi e la trasformazione in idrogeno in grado di alimentare un motore a combustione interna che genererà 5 megawatt. E le emissioni dell’anidride carbonica? Zero.
L’IMPIANTO Quando l’impianto pilota darà sufficienti risultati, si passerà probabilmente ad un impianto di vasta scala. E sono già diverse le società che guardano con attenzione agli esiti dell’attività di ricerca della Sotacarbo. Non deve apparire un azzardo sostenere che a Carbonia, miniera di Serbariu, si studierà per capire come ricavare energia ecocompoatibile a basso costo dal carbone, «di cui si ha sempre più bisogno visti i prezzi del petrolio e le sue limitate scorte e la crescente domanda di energia nei paesi emergenti come India e Cina», ha sottolineato Mario Porcu nel discorso introduttivo. Al Centro Ricerche, Carbonia «ha creduto dieci anni fa quando abbiamo stanziato quasi tre milioni di euro dal nostro bilancio - ha puntualizzato Tore Cherchi - un’intuizione che si è concretizzata e che ci pone come punto di riferimento internazionale». Una scommessa vinta «recuperando e rilanciando a fini scientifici un pezzo glorioso di storia della città» ha aggiunto l’assessore ai Lavori Pubblici Giacomo Guadagnini.
LA VISITA Le macchine della piattaforma per la produzione di idrogeno da carbone sono già in attività. Le ha visitate ieri anche il Governatore Renato Soru, dopo un breve intervento in cui ha distribuito lodi e critiche. Le prime chiaramente rivolte a Sotacarbo, Enea, al Comune «ma anche ai sindacati che hanno creduto nel progetto Carbosulcis, cui è indirizzata gran parte della missione del cetro Ricerche». Destinatari delle scomode riflessioni l’Eni (cioè allo Stato) «che si è defilato come partner e chi manifesta pregiudizi sul carbone Sulcis senza riflettere sui danni ambientali dei residui della lavorazione del petrolio». La sfida è lanciata. La scommessa per un pianeta meno inquinato «parte da Carbonia e la tecnologia può essere importata in tutto il mondo», ha confermato il presidente dell’Enea Luigi Paganetto, cui ha fatto eco Giuseppe Bianco, esperto dell’Autorità per l’Energia elettrica e il Gas: «Qui devono scaturire non soluzioni migliorative ma innovative, rivoluzionarie, del sistema energia».
ANDREA SCANO 


3 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 26


San Giovanni di Dio. Otto appuntamenti settimanali aperti anche ai partner
Un corso di accompagnamento alla nascita



Sono aperte le iscrizioni al corso di accompagnamento alla nascita, organizzato dalla Clinica ostetrica dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari. Il corso, diretto dalla dottoressa Francesca Congia, è aperto anche ai partner e si articola in otto appuntamenti settimanali della durata di due ore.
Gli incontri sono gestiti da uno staff multidisciplinare composto da ostetriche, psicologi, ginecologi, anestesisti e pediatri, tutti appartenenti alle strutture dell’Azienda mista. Gli incontri si terranno tutti i martedì (a partire dalle 16) nel palazzo della Provincia di via Cadello 11/13, nel locale al terzo piano situato a fianco alla biblioteca.
Gli obiettivi del corso sono far conoscere gli eventi legati alla gravidanza e al parto, imparare le tecniche respiratorie da utilizzare nelle varie fasi del travaglio, confrontarsi con le altre gravide, avere un buon rapporto con il proprio corpo durante la gravidanza, il travaglio ed il parto, conoscere le esigenze del neonato, favorire l’imprinting neonatale.
Per le iscrizioni e per ulteriori informazioni è possibile telefonare il lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 17 alle 19, al numero 389/4759619, inviare un’email a aou.lunanuova@gmail.com o collegarsi al sito www.aoucagliari.it .

4 - L’Unione Sarda
Economia Pagina 21


La facoltà di Economia di Cagliari seleziona 20 progetti che valorizzino il territorio
Università, dall’idea all’impresa


Le idee dei giovani laureati possono diventare impresa. È lo spirito che anima il progetto dell’Università di Cagliari sulla diffusione della cultura imprenditoriale, con la finalità di stimolare i neo laureati allo sviluppo di iniziative business innovative. “La tua idea diventa impresa”, azione pilota promossa dalla Direzione orientamento, prevede la selezione di 20 candidati che avranno accesso a un percorso articolato in tre momenti principali: formazione manageriale, sostegno nell’elaborazione del business plan e assistenza nello start-up.
IL BANDO I contenuti del bando di selezione sono stati presentati nel corso di un seminario ospitato nei locali della Città dell’impresa. «Non chiediamo idee sofisticate che non potranno avere gambe», ha spiegato Aldo Pavan, preside della facoltà di Economia e presidente della commissione che esaminerà le domande. «Non daremo priorità a quelle da considerarsi esteticamente belle. Le idee verranno invece scelte in base alla loro fattibilità concreta». Pavan ha inoltre chiarito che «il bando non prevede lo stanziamento di fondi per finanziare le imprese. Ci sarà, piuttosto, un piccolo premio: tre borse di studio da 4.500 euro ciascuna».
LE RICADUTE Non solo opportunità di crescita per i ragazzi ma anche intenzione di puntare su un «elemento essenziale per lo sviluppo del territorio», ha messo in rilievo Ugo Cappellacci, assessore alla Programmazione e bilancio del Comune di Cagliari. «Dove è presente l’impresa, c’è anche la soluzione a tanti problemi». I destinatari sono «tutti coloro che abbiano conseguito la laurea di primo livello, specialistica o del vecchio ordinamento, residenti nel Sud-Italia, e di età non superiore ai 35 anni», ha illustrato Gabriele Pazzola, della Direzione orientamento. Le richieste devono essere presentate entro il 30 maggio negli stessi uffici della Direzione, in via Ospedale a Cagliari. Le proposte dovranno fare preferibilmente riferimento a settori rilevanti per lo sviluppo regionale e regionale, legate alla tutela e valorizzazione ambientale, al turismo, ai beni culturali, all’agroindustria oppure prevedere investimenti sul campo dell’hi-tech. Le migliori 20 idee saranno ammesse alle fasi di sostegno all’impresa, che avranno inizio a giugno e si concluderanno a novembre.
MARIANGELA LAMPIS
 
 
 
5 -  La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Sardegna

di Gianfranco Nurra

Soru benedice il carbone ecocompatibile
«Avevo detto nessun sardo nelle miniere ora dico nessun sardo disoccupato»



Al taglio del nastro hanno partecipato numerosi rappresentanti del mondo scientifico e delle imprese che hanno contribuito alla realizzazione del polo


CARBONIA. Un polo di ricerca che aspira a diventare il punto di riferimento a livello mondiale per quanti si occupano dell’utilizzo del carbone in maniera ecocompatibile. Ma anche un polo di conoscenza, di ricerca, che pone il Sulcis, e la Sardegna in genere, nella condizione di diventare esportatrice di tecnologie e di proiettarsi in un mercato che si apre a tutto il mondo. Ieri, l’inaugurazione del Centro ricerche di Sotacarbo, in una struttura che mette insieme tecnologie all’avanguardia e speranze per il futuro, anche di carattere occupazionale. Al taglio del nastro ha partecipato il presidente della Regione Renato Soru. «Sotacarbo è legata a filo doppio alla miniera - ha detto - è la miniera stessa. E oggi il carbone è il combustibile fossile che più guarda al futuro».
«Abbiamo una ricchezza che è unica a livello nazionale, e la Sotacarbo, che oggi inaugura il suo Centro, può ben essere il suo elemento propulsore». Insieme al presidente della Regione e al responsabile del Centro, Mario Porcu, ieri a Carbonia c’erano anche l’assessore all’Industria Concetta Rau, il presidente della Assocarboni Rinaldo Sorgenti, Luigi Paganetto e Giorgio Palazzi, rispettivamente presidente dell’Enea e direttore del dipartimento Energia, e Giuseppe Bianchi, esperto dell’Autorità per l’energia elettrica e del gas.
Renato Soru non ha dubbi, il Centro ricerche Sotacarbo di Carbonia, realizzato nell’area della grande miniera di Serbariu, riannoda i fili tra passato e futuro. Gran parte del futuro, e non solo del territorio, parte da qui. E sembra ormai dimenticato il suo proposito dichiarato, «non sarò il presidente che manderà i sardi a lavorare in miniera», sostituito ieri da «non sarò io il presidente che lascia i sardi disoccupati». Anche perchè, questa volta, le prospettive parlano di posti di lavoro ad alta professionalità, di tecnologia, di un ruolo che può essere davvero di riferimento, e quindi in grado di aprire prospettive in parte forse neppure immaginabili. «La valenza del progetto è internazionale - ha spiegato il governatore -. E a Carbonia, alla Sardegna, guarderanno d’ora in poi tutti quanti puntano all’utilizzo del carbone in maniera ecocompatibile». Inizia il suo intervento in maniera in parte inattesa, il presidente, riconoscendo ai sindacati e alle loro lotte il merito della realizzazione. E continua ripercorrendo la storia della Sotacarbo, con la delusione per l’uscita di Enel. Poi punta diritto, lo sguardo al futuro e alle prospettive. Mettendo la miniera come sfondo costante di tutte le sue parole.
«La Sotacarbo ha una missione che per il cinquanta per cento è quella di far vivere la miniera di carbone della Carbosulcis - ha detto - È quasi una sfida, se si ripensa ai tempi in cui si riteneva che la miniera dovesse essere chiusa, possiamo dire che abbiamo fatto bene a resistere. Lo scenario futuro è dei combustibili fossili, il carbone sarà un protagonista in campo energetico. E oggi non solo la Carbosulcis non è chiusa, ma produce e crea nuovi posti di lavoro».
«Gli scenari, nell’utilizzo del carbone, sono diversi - ha aggiunto - e Sotacarbo ci porta nel futuro. Qui è possibile realizzare il centro di competenza nazionale per l’utilizzo di energia pulita dal carbone. Si aprono opportunità occupazionali nella ricerca, posti di lavoro qualificati. Si apre la strada a imprese che puntano a fare un salto di qualità e a un mercato internazionale. Possiamo diventare esportatori di tecnologia». E poi, il colpo finale, l’adozione senza riserve del carbone e delle miniere.
«Un elemento mi ha colpito - ha spiegato ancora Soru - la centrale elettrica che marciasse a carbone rilascerebbe nell’atmosfera 3 milioni e 500 mila metri cubi di anidride carbonica. Ma è esattamente la stessa quantità di emissioni prodotte a Sarroch, dove si bruciano rifiuti provenienti da ogni dove. E allora, siamo sciocchi a difendere l’utilizzo dei rifiuti, a schierarci a favore di quel tipo di centrali e combattere il carbone. Occorre abbattere i pregiudizi, raccontare in maniera chiara qual è la situazione. Non possiamo pagare per i rifiuti che arrivano da altri paesi, e non guardare invece al carbone che è una nostra ricchezza».
Il presidente della Regione ha poi visitato gli impianti, accompagnato dal presidente della Sotacarbo Mario Porcu e dagli esperti che hanno dato vita al convegno, informandosi sulle caratteristiche degli impianti pilota già in attività, e che stanno dimostrando, anche se la strada non è ovviamente al capolinea, che il progetto di utilizzo del carbone pulito è una realtà. «Il sogno ora è quello di trovare imprese in grado di inserirsi in questa nuova strada che porta al futuro», ha concluso Soru. Se riusciremo, come è già avvenuto in qualche campo, come quello degli impianti di estrazione petrolifera, a studiare e realizzare nostre tecnologie, e a esportarle, potremo dire che il futuro, e con esso un vero mutamento della condizione sarda, è iniziato.
PROGETTO PILOTA

Il riciclo del CO2
Nuove frontiere di raccolta e utilizzo


La grande rivoluzione nell’impiego di fonti a «emissione zero»

CARBONIA. L’attuale scenario energetico mondiale vede due esigenze contrapposte. Da un lato la necessità di soddisfare la sempre crescente domanda di energia per l’incremento notevole dei consumi soprattutto nei paesi emergenti, Cina e India, con maggior utilizzo di combustibili a basso costo e disponibili in grande quantità, come il carbone, e dall’altro la necessità di ridurre il surriscaldamento del pianeta e le variazioni climatiche causate dai gas serra e dalle emissioni di anidride carbonica in prevalenza emesse dai combustibili fossili.
Due sfide che possono essere coniugate con lo sviluppo delle tecnologie “a emissione zero”, che prevedono la cattura dell’anidride carbonica e il suo confinamento. È in questo scenario che si inserisce l’attività della Sotacarbo e del nuovo centro ricerche inaugurato a Carbonia. Il centro ha già superato la fase di studio e i suoi progetti sono ormai in fase di realizzazione. Di rilievo la creazione di una piattaforma pilota, che utilizza un gas di sintesi derivato dal carbone per la produzione di energia elettrica. L’impianto, che potrebbe essere considerato preindustriale e non sperimentale, produce 5 Kilowattore di energia termica, pari a tre Kilowattore di energia elettrica. Consentirebbe, quindi, di alimentare un intero paese con mille utenze elettriche. Ma di rilievo è il seguito del progetto. L’elemento di cui si mantiene il controllo è il CO2, l’anidride carbonica, il gas responsabile del devastante effetto serra. Entra qui in ballo la sperimentazione delle nuove tecnologie, in questo caso in collaborazione con la Carbosulcis. È previsto che il CO2 venga «sparato» nelle profondità del bacino minerario, dove rimarrà confinato in permanenza. I calcoli effettuati hanno consentito di ipotizzare la possibilità i stoccaggio di circa 30 milioni di metri cubi di CO2 nel corso di trenta anni. Un periodo all’interno del quale, quindi, il carbone delle miniere del Sulcis potrebbe essere utilizzato senza nessun impatto ambientale. E il carbone potrebbe riacquistare, visti anche i prezzi degli altri combustibili, un rilievo pari a quello del primo dopoguerra, quando proprio il carbone Sulcis fu il motore della ricostruzione. Il vantaggio in prospettiva internazionale è che se la tecnologia funzionerà con il carbone locale, di caratteristiche povere, con percentuali alte di zolfo e alti residui di ceneri, diventerà assolutamente eccezionale, e quindi di rilievo mondiale, per gli altri carboni. (g.f.n.)


IL CENTRO
Una sfida lanciata 10 anni fa


CARBONIA. «Carbone è buono». Occorre semplicemente andare al di là dei luoghi comuni. E guardare alle realtà delle nazioni europee considerate all’avanguardia, che utilizzano il carbone per una quota consistente, coprendo quasi il cinquanta per cento dell’intera gamma di combustibili impiegati nella produzione di energia elettrica. È il messaggio che il mondo scientifico, delle aziende e della ricerca italiani hanno lanciato a Carbonia ieri mattina. Presenti i rappresentanti delle aziende partner dei progetti isolani, ma anche di enti che guardano al carbone e alle nuove tecnologie. Tra gli altri Luigi Paganetto, presidente dell’Enea, l’ente che insieme alla Regione è socio di Sotacarbo, Giuseppe Bianchi, esperto per le ricerche di sistema dell’Autorità per l’Energia, Ennio Macchi del Politecnico di Milano, Rinaldo Sorgenti, vice presidente di Assocarboni, Franco Zanzi dell’Ansaldo. Ed è anche il messaggio lanciato dal presidente della Regione Renato Soru e dall’assessore all’industria Concetta Rau, che hanno puntato sulla scommessa tecnologica che parte da Carbonia, e che è l’elemento trainante delle miniere di carbone della Carbosulcis, che proprio dalla presenza della Sotacarbo, e dei suoi progetti acquista nuova speranza. L’idea della sede cittadina del Centro ricerche nasce nel 1999, quando l’allora sindaco Antonangelo Casula siglò un accordo con Sotacarbo. Nell’ambito dei progetti di recupero degli edifici della miniera di Serbariu il comune impegnò cinque miliardi di lire per la ristrutturazione dell’edificio, mentre Sotacarbo si impegnò per una somma di circa 15 miliardi per la predisposizione dei laboratori e degli impianti. Il progetto proseguì poi sotto la Giunta Cherchi. E il risultato finale è stato non solo la creazione di uno dei gioielli della Grande Miniera di Serbariu, ma sopratutto l’aver posto le basi per la nascita a Carbonia, e nel Sulcis, di prospettive di una economia tecnologicamente avanzata, che sotto l’ala di Sotacarbo può svilupparsi. «Siamo alla frontiera dell’uso ecocompatibile del carbone e di tutte le nuove tecnologie per l’energia ha spiegato il sindaco Tore Cherchi. Ci troviamo cioè in un’area, di ricerca e sviluppo, nella quale tutte le tecnologie oggi esistenti al mondo sono a noi vicine. Non guardiamo gli altri da lontano ma anche gli altri guardano a noi, come portatori di novità e di futuro». Un concetto ribadito dal presidente della Sotacarbo Mario Porcu, che ha evidenziato l’originalità delle realizzazioni, e la possibilità che, in collaborazione con gli altri partner di progetto, partano dal Sulcis idee, progetti, sperimentazioni e tecnologie. Un territorio che diventa protagonista della storia dell’ energia del futuro. (g.f.n.) 



6 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Olbia

Una lezione speciale, gli studenti intervistano gli scrittori
Anche in città un incontro legato al premio letterario Cala di Volpe, festa all’università


ALESSANDRO PIRINA


OLBIA. Il Cala di Volpe ha fatto capolino in città. Ieri i finalisti del premio letterario hanno incontrato gli studenti universitari di Sassari e Cagliari chiamati a giudicare le loro opere. L’incontro, a cui hanno preso parte anche gli alunni delle scuole superiori di Olbia, si è svolto nell’aula magna del polo universitario. In cattedra Giulio Angioni, Gaetano Cappelli, Cristina Comencini e Andrej Longo, ovvero i quattro scrittori che la giuria di esperti formata da Pasquale Chessa, Giulio Giorello e Daria Galateria ha scelto come finalisti. «Un piccolo evento in una città che sul piano culturale sta facendo passi avanti», ha aperto i lavori Francesco Morandi, il preside della facoltà di Economia. Che ha poi ceduto il microfono ad Aldo Morace, preside di Lettere, moderatore del dibattito. A uno a uno gli scrittori hanno presentato le loro opere. Ha iniziato la Comencini, che è anche un’apprezzata regista (nomination all’Oscar per «La bestia nel cuore»), con «L’illusione del bene», in cui ha affrontato le inquietudini di un comunista di fronte al crollo del muro di Berlino. Angioni, invece, con «La pelle intera» ha trattato il dramma dell’Italia divisa tra partigiani e repubblichini, Longo ha scritto dieci racconti («Dieci» è appunto il nome del libro) ambientati a Napoli e dintorni, mentre Cappelli col wertmulleriano «Storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo» si è cimentato in un romanzo dalla trama surreale e ricca di colpi di scena. E’ toccato poi agli studenti sottoporre i quattro autori alle loro domande. La Comencini, interpellata sulla gioventù del 2000, ha detto di sentirsi «molto rattristata per come vengono rappresentati i ragazzi di oggi. La nuove generazioni hanno avuto pessimi genitori e non possono che essere migliori». Longo ha parlato della sua Campania, Napoli soprattutto. «Il capoluogo è la punta dell’iceberg del paese: quando in Italia le cose vanno male, a Napoli vanno peggio. Ma ci salva l’energia positiva». Alla domanda sulle radici letterarie Angioni ha citato il filone del neorealismo postbellico e la letteratura di guerra, la Comencini la grande narrativa francese e russa, Cappelli Roth (a cui è stato più volte assimilato) e Bellow, mentre Longo ha menzionato la giornalista bielorussa Svetlana Aleksievic con la sua «Preghiera per Chernobyl». 


7 - La Nuova Sardegna
Pagina 39 - Cultura e Spettacoli

Il fronte del dissenso «Il progetto di Nivola non va modificato»
Un appello di oltre centocinquanta docenti delle Università di Cagliari e di Sassari In cima alla lista il nome di Giovanni Lilliu

COSTANTINO COSSU


Su Piazza Satta e sul progetto che, se attuato, modificherebbe il disegno originale di Costantino Nivola per consentire al Man di allargare i suoi spazi, la polemica sembra infinita. Ora spunta un appello sottoscritto da 157 docenti delle Università di Cagliari e di Sassari. In cima alla lista, il nome di Giovanni Lilliu. I firmatari chiedono che le cose restino come sono: nessuna modifica.
«Piazza Satta - si legge nelle prime righe del documento - costituisce una sintesi unica, e probabilmente irripetibile, tra l’opera di un artista moderno e un frammento di centro storico dal carattere di architettura “minore”. Capolavoro di Costantino Nivola, scultore di riconosciuta importanza internazionale, è anche un raro esempio di opera ambientale contemporanea».
Chiarito di che cosa si sta parlando, l’appello entra nel vivo della polemica: «Ora la Provincia di Nuoro si propone di intervenire su uno dei fabbricati di Piazza Satta, la casa Deriu, acquisita insieme ad altri dal museo Man di cui deve ospitare l’ampliamento. Accantonando un precedente progetto già approvato, la Provincia ha richiesto (a lavori già iniziati) una deroga che comporta consistenti alterazioni nella fisionomia del complesso. Sorprendentemente, la deroga ha ottenuto parere favorevole dalla Soprintendenza, in genere attentissima alla salvaguardia di ogni minimo dettaglio di edifici che possano configurarsi come beni culturali: e tali sono, senza dubbio, i palazzi di Piazza Satta, indipendentemente dal loro essere elementi di un’opera d’arte ambientale, in quanto parte di un tessuto urbanistico tra Otto e Novecento tutelato dalla legge italiana».
«Il progettato ingresso ai nuovi locali del museo Man - si legge ancora nel documento - se realizzato comprometterebbe irrimediabilmente l’equilibrio della piazza, introducendo tra le case di paese di una Nuoro ancora ottocentesca un fronte continuo senza finestre, interrotto da un’apertura vetrata larga ben sette metri: il tipico “cubo bianco” di tanti musei d’arte contemporanea. Il nuovo ingresso del Man contrappone al tono dimesso delle vecchie costruzioni la fiammante astrazione della geometria, all’atmosfera raccolta del villaggio la spettacolarità del nuovo regime culturale dell’era globalizzata. Imponendo un asse visuale privilegiato, sopprime l’effetto cercato da Nivola con la molteplicità di prospettive offerte al passante, a seconda che questi provenga dall’uno o dall’altro dei sette accessi alla piazza: l’autorità della prospettiva unica - quella dell’istituzione - soppianta la coralità immaginata dall’artista sulla traccia dell’impianto esistente».
Tra i firmatari dell’appello, oltre Lilliu, ci sono Piero Meloni, Giulio Paulis, Bruno Anatra, Giulio Angioni, Giovanna Cerina, Cristina Lavinio, Sandro Maxia, Anna Oppo, Francesco Pigliaru, Giovanni Pirodda. Tra i sassaresi, il prorettore Attilio Mastino, tre presidi di Facoltà (Lio Mura Scienze Politiche, Aldo Morace Lettere, Giulia Pissarello Lingue), Mario Atzori, Manlio Brigaglia, Tonino Delogu, Giuseppina Fois, Francesco Manconi, Massimo Onofri, Antonello Mattone, Giuliana Altea, Antonietta Mazzette, Alberto Merler, Antonio Fadda. All’iniziativa aderisce anche Maria Lai, che all’appello aggiunge di suo poche righe: «Se oggi i lettori dell’opera di Costantino Nivola sono disorientati tanto da non saper valutare la sua grandezza, riflettano almeno sul rischio di passare per sprovveduti. Non toccate Piazza Satta!». «Si vorrebbe sacrificare un’opera d’arte - sostengono ancora i firmatari dell’appello - a un progetto che, seppure di per sé apprezzabile, non si può dire prometta un risultato di qualità tale da compensarne la perdita; e che oltre tutto non costituisce l’unica soluzione praticabile per dotare il museo dei nuovi spazi di cui ha bisogno. Ci sono infatti altre possibilità da esplorare nello stesso ambito, rispettose dell’assetto della piazza e capaci di garantirne la fruizione da parte dei visitatori del Man. Se si accetta di muoversi in questa direzione, il dibattito sollevato dalle ventilate modifiche può diventare il punto di partenza per una riflessione sul significato di piazza Satta e segnare l’avvio di un processo di recupero che la liberi da qualche discordante intervento marginale attuato negli ultimi anni da privati». «Se, al contrario - conclude il documento - la deroga richiesta dalla Provincia venisse approvata dal Comune di Nuoro, ci troveremmo di fronte al paradosso di un museo che, nominalmente votato a proteggere e tutelare la ricerca degli artisti, si mette in competizione con essi; che mira ad assumere il ruolo di protagonista per ridurre l’opera ad accessorio, a elemento di arredo, preliminare ai propri spazi. Ad essere in discussione non è il valore positivo dell’attività del Man o l’apporto che dà al panorama culturale nuorese, tantomeno il suo diritto ad espandersi in una nuova sede. Riteniamo invece necessario esprimerci contro un progetto che, nella sua indifferenza ai valori della tutela dei beni culturali, costituirebbe, se attuato, l’ennesima offesa all’integrità dei centri storici della Sardegna».
 
 
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Cagliari

CULTURA

Le radici di Villa di Chiesa
Tesi di dottorato sulla storia e l’identità della città



IGLESIAS.“Rileggendo il Breve”, una pubblicazione con il riferimento, ovviamente, interamente dedicato al Breve di Villa di Chiesa. Lo studio (si tratta di una tesi di dottorato), eseguito da una giovane toscana, Sara Ravani, verrà presentato il prossimo 30, alle 17.30, maggio all’Archivio storico comunale, di via delle Carceri. A promuovere l’evento sono l’amministrazione comunale e il Parco Geominerario. Nutrita la scaletta degli interventi: a aprire i lavori sarà il sindaco, Pierluigi Carta. Subito dopo, prenderà la parola Giampiero Pinna, commissario straordinario del Consorzio del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna. A seguire le relazioni dell’autrice della tesi di dottorato, Sara Ravani, di Luisa D’Arienzo, docente di Paleografia e diplomatica all’università di Cagliari e Marinella Cocco Ortu, Soprintendente Archivistica per la Sardegna. A coordinare il seminario sarà l’archivista paleografa, Daniela Aretino. L’appuntamento del prossimo 30 maggio è una iniziativa collegata alla Scuola Civica di Storia, il cui nuovo blocco è partito proprio recentemente. Sono venti (nella precedente edizione sono state quattordici) le lezioni in cantiere in questo nuovo percorso della Scuola Civica che andrà avanti fino al prossimo 25 ottobre. Grande è stato il recepimento fatto registrare dai giovani studiosi che hanno accolto l’invito di contribuire ad arricchire ulteriormente il calendario delle lezioni: in particolare, si tratta di neolaureati che proprio sui temi che verranno trattati nelle lezioni, hanno impostato la loro tesi o il corso di studi. Un altro significativo elemento di innovazione, rispetto allo scorso anno, è l’approdo della Scuola Civica nelle frazioni. In cartello è previsto lo svolgimento di alcune lezioni a Nebida, San Giovanni Miniera e Bindua. Come è accaduto per la precedente edizione, gli atti delle lezioni (i docenti forniranno una relazione sintetica al pubblico e una più approfondita e dettagliata ai promotori), verranno pubblicati sia in versione cartacea che digitalizzati e divulgati via internet.(mo.to)

Questionario e social

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