Lunedì 17 marzo 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 marzo 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 5 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 13
L’università specializza i nuovi criminologi
Bando per tre master alla facoltà di Scienze della formazione. Iscrizioni entro il 28 marzo
 
Perugia, Garlasco, le violenze presunte sui bambini dell’asilo di Rignano Flaminio e via elencando delitti irrisolti e clamorosi flop nelle indagini. Sembra che l’Italia si appoggi troppo su risultati scientifici e meno sull’investigazione. Anche in questo senso acquista un ruolo sempre maggiore la formazione specifica di tutti gli attori. Da qui l’importanza dei Master in Psicologia Giuridica e Criminologia istituiti due anni da alla facoltà di Scienze della Formazione. Sabato sono stati consegnati gli attestati agli studenti che hanno completato con successo i corsi 2006/2007 e contestualmente è stata presentata la nuova edizione.
Tre i Master presentati: in Psicologia Giuridica e Criminologia; in Tecniche e Metodi di Orientamento; in Gestione dei Processi di Sviluppo Umano e Organizzativo.
Quello in Psicologia Giuridica e Criminologia (diretto da Cristina Cabras) è organizzato in collaborazione con le facoltà di Giurisprudenza e Medicina e Chirurgia e risponde al bisogno di crescente professionalizzazione di psicologi, avvocati, magistrati, assistenti sociali, appartenenti alle forze dell’ordine, sociologi, educatori, psichiatri, giornalisti, medici che intendono inserirsi o che già operano nell’ambito forense e criminologico. Ampio spazio è dedicato ai temi di maggiore attualità: diritti delle coppie di fatto, procreazione assistita, riattribuzione del sesso, devianza minorile, abuso sessuale e pedofilia, analisi della scena del crimine, intercettazioni telefoniche ambientali, terrorismo nazionale e internazionale, percezione del crimine e sicurezza sociale. Il Master è rivolto a soggetti in possesso di laurea specialistica in Scienze della Formazione, Psicologia, Giurisprudenza, Scienze Politiche, Sociologia, Medicina e Chirurgia, nonché ai laureati nelle stesse facoltà secondo gli ordinamenti didattici antecedenti il D.M. 509/99. È inoltre ammessa la frequenza di 7 uditori appartenenti alle forze dell’ordine, in possesso di diploma di scuola media superiore, con qualifica di U.P.G. e almeno 5 anni di servizio. È possibile iscriversi fino al 28 marzo e scaricare i bandi e i moduli di iscrizione sul sito www.unica.it/postlauream. Segreteria Master - 070/6757513 dal lunedì al giovedì dalle 10-13/16-18. 
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 12
Università. Attratti dalle briciole, sono diventati una presenza costante
In via Trentino si fa lezione con i piccioni
 
A lezione con i piccioni. Succede in alcuni locali dell’Università di via Trentino, dove gli studenti devono schivare i volatili che entrano nelle aule del corpo aggiunto, edificio dove si svolgono anche molti esami. «La situazione peggiore - riferiscono i ragazzi - è nell’aula magna, dove i piccioni sono attirati dalle briciole delle colazioni».
Una questione di mancata igiene, quindi, che crea non pochi problemi ad allievi e docenti dell’Ateneo. Anche perché i volatili, una volta entrati nella struttura, fanno grande fatica a uscire e quindi rimangono molto tempo all’interno delle aule.
«Questo luogo è frequentato da migliaia di persone - proseguono gli studenti - ed è ovvio che per evitare l’arrivo dei piccioni bisogna fare in modo di tenere il più pulito possibile tutto l’ambiente». L’ideale sarebbe quindi garantire un servizio di pulizia adeguato e nello stesso tempo sensibilizzare i giovani universitari, che dovrebbero pulire la zona nella quale hanno consumato il pasto. Alunni e insegnanti sperano che chi di dovere possa trovare qualche metodo di dissuasione per impedire ai piccioni di entrare nelle aule. Anche perché i piccioni sono portatori di molte malattie. (p. c. c.) 

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
L’isola è un giacimento di profumi 
Esperti francesi a caccia di erbe ed essenze tipiche di Sardegna 
Le eccellenze botaniche del territorio sardo possono costituire un patrimonio per le industrie di profumi e cosmetici 
 
La Sardegna dei nuraghi è stata ribattezzata «la Sardegna dei profumi». Lo ha fatto pochi giorni fa un segugio-cacciatore di erbe aromatiche al mondo, Thierry Aldeghi, simpatico francese di 53 anni di Montpellier, globetrotter fra il Vietnam («dove si coltiva un basilico delicato»), le Filippine e l’Indonesia (si trovano le piante di yang yang, albero con foglie lanceolate e fiori a grappoli). Nelle Isole Comore tra il Madagascar e il Mozambico, nelle Seychelles e nelle isole Mauritius ha selezionato per anni le principali coltivazioni di cannella come spezia eccellente in gastronomia e liquoristica. Su un pullmino che lo porta a conoscere il Continente-Sardegna dice di essere «ivre de parfums», ubriaco di profumi. Parla come i naso-profumieri, gli specialisti esclusivi che segmentano e selezionano le essenze più pregiate del pianeta con emollienti, idratanti e vitamine rivitalizzanti: «In Ogliastra e in Sarcidano i profumi si sentono nell’aria, penetrano nelle narici, dànno l’estasi, il visibilio». Ai sardi che lo ascoltano dice: «Siete fortunati di vivere in questo Eden». Merci.
 Con un gruppo di industriali-fornitori per le principali industrie cosmetiche e profumistiche del mondo (Chanel e Dior, Givenchy e Guerlain, La Mer e Sisley) monsieur Thierry ha visitato le più intraprendenti aziende che stanno puntando sulle eccellenze botaniche del territorio isolano per «sfruttare e valorizzare una miniera di odori e di essenze» che può dar ossigeno all’economia dei campi. Con la supervisione delle Agenzie regionali Laore e Agris sono attive, da diversi anni, alcune associazioni che puntano a sfruttare l’agricoltura biologica dal Sulcis alla Gallura. Nella Baronia di Orosei ha già fatto scuola di business cosmetico Salvatore Lentinu di Erbosard. Commercializza creme e liquori. Si è inventato la coltivazione metodica dei fichi d’India per evitare l’invasione di quelli siciliani e sudafricani.
 
Comincia a vedersi una Sardegna che ritorna alle attività georgiche. In silenzio, senza grandi clamori sono sorti il «Consorzio Officinerbe Sardegna», un analogo gruppo opera in Ogliastra tra Villagrande Lanusei Arzana e Perdasdefogu, è attiva l’Associazione Essenthia. A Escalaplano lavorano l’olio di lentischio (produttore Vittorio Cotza). A Urzulei si muove la cooperativa Chentu nudos. Iniziative analoghe a Jerzu e Ilbono, San Vito nel Sarrabus e Loceri. Tutte queste miniaziende si sono alleate con i francesi riuniti nel colosso Ceppam (Comité économique plantes et parfum aromatiques médicinales). Obiettivo? Utilizzare al meglio i finanziamenti Interreg che l’Unione Europea concede per valorizzare le terre marginali, quelle che non rendono se sono lasciate senza l’intervento umano come le proprietà assenteiste del dopoguerra. «Renderebbero molto di più e garantirebbero redditi sicuri ogni anno - dice Ivan Porcu, responsabile della filiera piante aromatiche di Laore - se gli agricoltori capissero l’importanza di queste essenze aromatiche. Occorre voglia di fare e capacità perché i finanziamenti ci sono». Aggiunge: «Oggi questa consapevolezza c’è, a noi arrivano sempre più frequentemente richieste di intervento e consulenze. E Laore è felice di darle». Non si parte da zero. Basta vedere che cosa è successo questa settimana con le visite sul campo ai produttori sardi di biologico. A Nuragus (Sarcidano) la delegazione francese ha visitato i campi della Labiol con distese di elicriso, rosmarino, salvia desoleana, mirto e artemisia arborea. Qui - spiegano Gian Franco e Francesco Murgia col socio Giorgio Garau - sono già sorti impianti di trasformazione e confezionamento con la distillazione in corrente di vapore, essiccazione col metodo della deumidificazione, un laboratorio di analisi e un reparto cosmetico. A Laconi (palazzo Aymerich) si confrontano gli animatori rurali di Laore, addetti informatici, quaranta imprenditori giunti da tutta l’Isola e 25 operatori francesi guidati da Thierry. Emergono i dati di una Sardegna che appare sempre più attenta alle sue risorse naturali. Spiega Porcu: «Oggi ci sono 300 ettari coltivati in forme razionali ad erbe aromatiche e medicinali: di queste 165 ettari sono ricoperti di mirto, 43 di zafferano, 36 di rosmarino, dieci di elicriso, altri dieci a rosa canina, cinque di salvia desoleana, quattro di salvia officinalis, e ancora due ettari a lavanda, dodici di piante aromatiche definite condimentarie come il basilico e il timo e altri dieci ettari di specie botaniche differenziate. Dovunque gli impianti sono stati realizzati con metodiche moderne di coltivazione e si sono ottenuti risultati impensabili anche dal punto di vista economico».
 Eccoci nelle campagne di Villagrande sotto il Gennargentu innevato. L’aria sa di elicriso e di timo, la pioggia caduta durante la notte rende questi profumi più intensi, miscelati all’odore della buona terra. Colture su campo e flora spontanea, lavandula,ìnula (in sardo frisa, fiorellino giallo, ottimo espettorante, un litro di distillato è quotato 1400 euro), l’alloro nobile, il foeniculum vulgare (finocchietto selvatico, la distillazione dei semi dà un olio molto apprezzato per i prodotti diuretici).
 
Presidente del consorzio è Valerio Ecca: «Il nostro territorio è ricco di essenze, possiamo ricavarne un reddito decoroso. Abbiamo già creato impianti di distillazione ed essiccazione, con queste attività si può integrare bene il reddito in agricoltura». I francesi ascoltano e ammirano. I dati d’Oltralpe non sono certo quelli minimali della Sardegna. Se qui gli ettari coltivati a piante medicinali sono 300 in Francia arriviamo a 30 mila, novemila gli ettari a lavandino e mille a lavanda, diecimila a papavero da oppio. Spiega Thierry: «La superficie biologica coltivata nel 2005 è stata di 2238 ettari e 458 in conversione. Anche la Sardegna, con i terreni che ha, può incentivare le sue produzioni». Ci sono Michel Krausz del Cepparm, Viviane De Cataldo di Onnipam, Muriel Saussac di Iteipmal, Pierre Yves Mathonnet della Camera d’agricoltura de la Drome nella regione Rhone-Alpes. Patrick Collin, titolare di un’azienda di profumi con 17 dipendenti nella zona di Esperaza a 60 chilometri dal confine spagnolo, fornitore delle principali case di cosmetici, spiega: «I terreni sardi sono eccellenti, hanno una composizione chimica equilibrata e consentono alle essenze officinali di essere quasi uniche. È una risorsa che dovete valorizzare al meglio». Ci si prova. A Perdasdefogu l’appuntamento è nel pianoro di Crannigòsa, zona classica di macchia mediterranea, distese di ginepri a perdita d’occhio, l’erica con i suoi fiori bianchi a campanula, i primi ciclamini, a sud la punta di Serpeddì di Burcei, a ovest la montagna di Santa Vittoria di Esterzili, la parete delle aquile, a valle il rio Su Luda, quello delle ultime trote sarde doc. Qui, con una decisione saggia bipartisan di due sindaci-cugini, uno di centrodestra l’altro di centrosinistra, Walter Carta e Walter Mura, alcuni ettari di territorio comunale sono stati assegnati a Gian Piero Lai, 46 anni, muratore di mestiere, figlio di Antonio noto Bràllara, da sempre - come il nonno Sebastiano, pastore - appassionato alla campagna e allo sfruttamento della terra. A Perdasdefogu, per di più, la coltivazione industriale del rosmarino si perde negli anni del fascismo, anni trenta, quando i rametti di questa profumatissima pianta venivano raccolti per conto di industriali bolognesi che si servivano di manodopera femminile (sono di quegli anni le prime buste paga, i primi salari regolari in assoluto per “le donne del rosmarino”, de su sippiri). Allora veniva distillato in grandi cilindri di ferro, uno era rimasto nel cortile di Irene Mameli, vedova Fundàli, nel rione Sa muragessa. Gian Piero Bràllara sente dei programmi della Regione tendenti a valorizzare le piante officinali, sogno antico del padre. Tra Mamoiada, Laconi, Pattada e Villagrande segue un corso itinerante organizzato dall’ex Ersat oggi Laòre. Ci sono fondi europei del Por (programma operativo regionale). Non ha terra, la ottiene dal Comune. Felice incontro tra iniziativa privata e interesse pubblico. Collaudo nel giugno 2006. Due ettari e mezzo a rosmarino spontaneo, impianto di irrigazione in un terreno alcalino, arriva un vivaista esperto da Arborea, piantagione fatta, tutto okay.
 
Qui approdano i francesi. Con telecamere e taccuini. Accolti da un fuoco acceso in pieno campo. Caffè, vino bianco da messa e torta fatta in casa. Amaretti e cas’agedu. Consensi e complimenti. Gli ospiti fotografano questa bella distesa verde-viola, molte piantine sono già in fiore, in mezzo ai filari di rosmarino sorge spontaneo il Marrubium vulgare (ha proprietà dimagranti). Gian Piero con la sorella Lucia mostrano il loro giardino tirato a lucido. Arriva la giunta comunale al gran completo. È entusiasta Thierry, sono entusiaste Viviane e Claire, è felice Pierre Yves Mathonnet, Charles e Jacques. Loro conoscono l’essenza di rosmarino di questo terreno selezionato da Laòre. Dicono che è «fra i migliori impianti al mondo, l’olio ha un basso contenuto di canfora e una presenza equilibrata di verbenone». Gian Piero offre boccette di essenza, tutti a tirar su col naso, profumo inebriante. I francesi domandano, i foghesini rispondono: «Facciamo un taglio all’anno, il rosmarino viene falciato a mano, raccogliamo cento quintali di biomassa a fresco». Il tecnico Laore aggiunge: «In Sardegna abbiamo ormai 17 campi dimostrativi, in territori differenti. A Sadali il contenuto di canfora è molto più alto, questo rosmarino di Perdasdefogu è uno dei chemiotipi più equilibrati». Sono già stati prodotti oltre cento litri d’olio di rosmarino. Compreranno i francesi? Pare di sì. A quanto? Mistero. Di certo - senza saperlo - ce lo ritroveremo tra shampoo e creme, dopobarba e profumi negli scaffali dei supermercati.
Non solo rosmarino. Un geometra di 63 anni, Gianni Cabitza, col figlio Antonello di 26, vuol coltivare e sfruttare l’olio di elicriso (”allui fogu”, accendi fuoco) all’interno dell’oliveto di circa sette ettari a Fumìa. Gianni:«Il prodotto è molto richiesto ma c’è anche tanta concorrenza, non demordiamo. Abbiamo ordinato un distillatore orizzontale brevettato da una ditta francese». Antonello: «Creeremo anche prodotti di cosmetica made in Foghesu, per noi sarebbe un salto di secoli, alla prima scatola di creme foghesine faremo festa, sono ottimista, sarà un riscatto».
 
Una delle agenti nazionali Chanel è nata a Perdasdefogu, Simona Lai, laurea in Economia con una tesi sullo sfruttamento delle piante officinali. «Per la Sardegna è un mare magnum, occorre solo dotarsi delle competenze giuste perché le nostre erbe sono fra le più richieste nel mercato». Simona precisa: «Il profumo Chanel numero 5, nato il 15 maggio del 1921 - il più venduto al mondo - è ottenuto dalla raccolta delle rose di maggio e dei gelsomini di Gras. Le rose vengono colte alle 5 del mattino perché le aldeidi hanno in quella fase la più alta concentrazione. In Sardegna dobbiamo arrivare a questo livello di competenze e trovare i canali commerciali giusti». I francesi confermano: «La qualità delle essenze aromatiche sarde è davvero alta. Occorrono anche le quantità giuste per entrare in rapporto con i grandi marchi internazionali». Thierry: «Per i sardi è un mercato nuovo, datevi da fare». Mathonnet: «Dovrete creare attorno a queste eccellenze una altrettanto eccellente organizzazione commerciale». Ivan Porcu: «L’impegno della Regione va in questo senso. Ci sono i campi in produzione, avremo presto anche i prodotti». Prodotti cosmetici coi profumi della Sardegna.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Cultura e Spettacoli
Effetti collaterali da tecnologia 
«Necessario distinguere tra la vita reale e quella virtuale» 
«Oggi i giovani sono molto esperti di hi-tech, ma non si domandano come funzioni» 
Il docente del Mit Donald Norman ad Alghero per presentare il suo libro «Il design del futuro» 
 
«Non ho problemi con il mio frigo perché non pretende di parlare con me. Se volesse diventare mio amico, allora la situazione si farebbe più complicata». Il sogno tecnologico di un dialogo fra l’uomo e le macchine ha riempito libri di fantascienza, film e saggi. Ma Donald Norman ha una soluzione definitiva: smettere di provarci. Lo spiega chiaramente nel suo ultimo libro «Il design del futuro», pubblicato da Apogeo. Attraverso lo stile e la scienza Norman racconta anche la politica, la comunicazione, la società contemporanea.
 Norman ha una carriera lunghissima. Insegna materie che vanno dalla psicologia all’informatica. È stato ai vertici della Apple e della Hp, ha fondato società di comunicazione che si occupano di rendere più facile l’uso di oggetti hi-tech. È anche tra i docenti del Mit, la più importante università di ricerca del mondo.
 In questi giorni è in viaggio in Italia. Giovedì ad Alghero ha incontrato gli studenti della Facoltà di Architettura. Da sabato è già a Torino per il Piemonte Share Festival organizzato da Bruce Sterling, che nella vita scrive libri di fantascienza. Lo stesso Norman non si stupisce che autori di romanzi cyberpunk e ricercatori della new technology siedano allo stesso tavolo.
 Le fabbriche hanno già messo in circolazione le prime macchine intelligenti. Mandano segnali, riconoscono i pericoli, avvisano chi è alla guida. Se un navigatore fa qualche domanda e poi ti aiuta a raggiungere un ristorante in una città sperduta, la comunicazione va benissimo «perché io ho il controllo della situazione - spiega Norman -. In quel caso la tecnologia diventa un assistente, non un amico. Ma finché le macchine non avranno l’esperienza degli umani un dialogo più evoluto non avrà senso. Ecco perché l’unica soluzione è smettere di provarci. Per ora questi strumenti devono diventare più flessibili, e dare a noi la possibilità di scegliere».
 Mentre parla, i suoi occhi azzurri osservano tutti gli oggetti che ha intorno. Prende in mano i registratori, cerca i tasti, dà un’occhiata alle funzioni. E localizza subito la provenienza. Marca tedesca, produzione americana, casa giapponese. Così si scopre che il design rivela molto di un Paese.
 Norman è convinto che lo stile italiano sia il più elegante al mondo, anche se i designer realizzano oggetti impossibili da usare. Lo diceva più di dieci anni fa, e oggi lo conferma. Le aziende hanno reclutato creativi da tutto il mondo, e sarebbe una forzatura dare un giudizio netto. Eppure la sua idea del designer italiano resta quasi la stessa. E rispecchia molto la classe di governo: «I vostri politici sono tipicamente italiani». Personaggi che rappresentano soprattutto i difetti: cercano scappatoie per evitare di rispettare le regole, hanno in mente progetti complessi che spesso sono inutili per la vita quotidiana. «Esattamente come negli Stati Uniti. Il nostro presidente è simile alla maggior parte degli americani: stupido, e convinto che per vincere si debba usare anche la forza».
 Lo scetticismo è il guanto con cui tocca tutto quello che incontra. La sua visione disincantata del presente ridimensiona molti miti. «Per ogni problema c’è sempre una risposta semplice - ama dire Donald Norman - ma in genere è sbagliata». Ecco perché non è d’accordo con chi crede che la tecnologia sia una risposta alle necessità umane. «Le novità nascono semplicemente perché qualcuno è capace di inventarle. E noi non siamo mai pronti. I primi treni hanno fatto centinaia di vittime. Le locomotive esplodevano, i ponti crollavano. La tecnologia crea disagi al primo impatto. È un processo evolutivo. Noi dobbiamo cambiare il modo in cui ci rapportiamo a questi nuovi strumenti, ma loro cambiano le nostre vite».
 Quando il mondo è entrato nelle case di tutti attraverso internet la rivoluzione era già iniziata. Oggi la rete è affollata dai social network, i servizi che mettono in contatto persone che hanno gli stessi interessi. Strumenti come Twitter o FaceBook permettono ai navigatori di incontrarsi online, mandare messaggi istantanei a tutti i loro contatti, farsi rintracciare ovunque. Norman pensa che non sia cambiato molto rispetto a prima. «Tutti abbiamo sempre vissuto in un network. È una rete di relazioni che ci fa sentire protetti. Si sono solo trasformati i mezzi e le dimensioni. Se una persona ha 250 amici su FaceBook non significa che li conosca tutti. Ma non è un fenomeno nuovo». Gli effetti collaterali si fanno sentire quando si dedica più tempo alla vita virtuale che a quella reale. Ma in genere gli utenti si dividono. I giovani diventano esperti della tecnologia, senza farsi domande su come funzioni. Gli adulti impazziscono dietro chip e megabyte perché cercano di capire i meccanismi.
 La soluzione è un po’ di buon senso, soprattutto da parte di chi sviluppa programmi e strumenti hi-tech. Ed è questo che Norman chiede oggi ai giovani designer: «Vorrei che fossero più sensibili alle persone. E pensassero a chi dovrà usare gli oggetti che creano». Vent’anni fa, prima di accendere un computer bisognava leggere volumi giganteschi. Oggi si cerca di rendere tutto più intuitivo.
 A volte i risultati non raggiungono il loro scopo. Gli oggetti perdono la loro funzione, e magari ne acquistano un’altra. Donald Norman si diverte a elencarli. «Ho uno splendido spremiagrumi. Ma lo tengo in salotto, non in cucina. È fatto per essere guardato. E poi ho una macchina del caffè completamente automatica. Io premo un tasto e lei mi fa trovare tutto pronto. La mattina è il momento migliore della giornata in cui lasciare tutta l’intelligenza alle macchine».
Silvana Porcu
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Nazionale
Scienze della formazione: iscrizioni ai master fino al 28 
 
CAGLIARI. Ripartono i master di Scienze della formazione, presentati sabato scorso con la consegna degli attestati agli studenti che hanno partecipato all’edizione 2006-2007. Le iscrizioni sono aperte al master di psicologia giuridica e criminologia, diretto da Cristina Cabras, al master ib tecniche e metodi di orientamento diretto da Franco Marini e al master in gestione dei processi di sviluppo umano e organizzativo diretto da Giorgio Sangiorgi. E’ possibile iscriversi fino al 28 marzo, i bandi e i moduli sono scaricabili dal sito www.unica.it/postlauream. La segreteria dei master è aperta dal lunedì al giovedì (10-13, 16-18, telefono 070.6757513.
 Informazioni ai siti masterpsicologiagiuridica@unica.it (tel. 328.3226969), risorseumane.master@yahoo.it (328.3747438) e masterorientamento@tiscali.it (340.9292341).
 
 
 

Questionario e social

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