Mercoledì 12 marzo 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 marzo 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 - Idee per una nuova autonomia, intervento di Mariarosa Cardia su L'Unione
1 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 14
Specialità regionali
Idee per una nuova autonomia
di Mariarosa Cardia*
 
 In occasione dei sessant'anni dell'autonomia speciale sarda, l'Associazione degli ex consiglieri regionali e il Master in Esperti della Pubblica Amministrazione in Sardegna - Facoltà di Scienze Politiche di Cagliari - hanno promosso un ciclo di seminari per dibattere i temi più attuali della specialità. Siamo partiti da alcuni convincimenti: la riforma del Titolo V della Costituzione richiede un nuovo Statuto, che ricontratti la condizione di specialità, individuandone le funzioni, i poteri e i modi di partecipazione ai processi di decisione politica. Se la Sardegna non vuole rimanere alla retroguardia nel processo di riforme istituzionali e quindi nello sviluppo del Paese, deve tornare a essere un laboratorio istituzionale avanzato come lo fu nel secondo dopoguerra; oggi, rispetto ad allora, in direzione dell'evoluzione federalista della Repubblica. È indispensabile passare dal confronto sul metodo al confronto sui contenuti concreti da dare alla nostra specialità, sintetizzando il grande processo di esperienze e conoscenze maturato dai sardi in oltre mezzo secolo e traducendo in linguaggio moderno il tema antico della soggettività.
Questo richiede un processo di discussione e di proposta che coinvolga l'intera società regionale, che affermi una visione dell'autonomia non tecnica ma politica, culturale, etica, perché una nuova specialità si può radicare solo su una coscienza autonomista diffusa e matura. Inoltre è necessario coltivare uno spirito costituente, con l'ottica del bene comune, perché le riforme costituzionali richiedono di dialogare tra posizioni avverse e di abbattere gli steccati che hanno portato all'insuccesso di ogni tentativo fin qui compiuto.
La nuova fase costituente sarda esige, insomma, tre elementi idee e valori forti, una pratica unitaria per individuarli e affermarli, la volontà di non lasciarsi paralizzare dalla contingenza politica.
Vogliamo dare il nostro contributo a questa riflessione corale, coinvolgendo l'opinione pubblica, discutendo con i rappresentanti della politica, della cultura, dell'economia, delle organizzazioni sociali. Vogliamo dare ai giovani, e in particolare ai nostri studenti, l'opportunità di cimentarsi con un tema poderoso e complesso. Da qui è nata la sinergia tra l'Associazione e l'Università. Anche attraverso il sito (www.consregsardegna.it/sito/ACRS/Nuovo Statuto/Nuovo Statuto0.asp), vogliamo tessere questo ordito collettivo, simboleggiato assai bene da un'opera di Maria Lai, che esprime il senso della costruzione, paziente e tenace, per rinsaldare i vincoli comunitari. È una sensibilità femminile che dovrebbe permeare anche il lavoro costituente, impresa che dovrebbe avere anche madri, non solo padri. È un programma di lavoro impegnativo e ambizioso, ma di impegno e di volontà di appassionarsi alla riforma democratica e moderna delle nostre istituzioni politiche e amministrative ha bisogno la Sardegna e soprattutto hanno bisogno i nostri giovani, per i quali e con i quali dobbiamo costruire un futuro di pace e di progresso. Abbiamo individuato cinque nodi fondamentali dell'elaborazione statutaria e dedicato ad essi altrettanti seminari di studio. A conclusione di questa prima fase di confronto, in autunno, individueremo le linee comuni del dibattito per formulare una bozza del nuovo Statuto, da presentare in otto incontri provinciali, e per concorrere alla riflessione nelle sedi istituzionali.
Rispetto alle condizioni che connotavano la specialità sarda nel secondo dopoguerra, si sono verificati radicali cambiamenti nel quadro storico, culturale, economico, sociale e istituzionale, che hanno trasformato anche i termini classici della questione sarda e quindi le ragioni dell'autonomia. A questi cambiamenti e alle nuove ipotesi di sviluppo, che la nuova specialità dovrà rispecchiare, è stato dedicato il primo incontro, il 22 febbraio scorso, in cui Bachisio Bandinu, Salvatore Mannuzzu, Antonietta Mazzette, Pasquale Mistretta, Raffaele Paci, Francesco Ticca, Giorgio La Spisa, Giuliana Paganetto, Pietro Pinna e Omar Chessa hanno delineato il nuovo poliedrico profilo dell'Isola, ricco di sfaccettature e di chiaroscuri.
*(Direttore Master Esperti della P. A. in Sardegna) 
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari Pagina 41
Due giorni di studio e sperimentazione sul nettare e le sue proprietà gastronomiche
San Sperate, omaggio all'ape regina
Il comune inserito nell'associazione delle “Città del miele”
Due giorni di dibattito e confronto, ma anche stage tra esperti e curiosi per parlare del miele e del suo utilizzo in cucina con formaggi e salumi
 
Con i formaggi, con le verdure. Anche con i salumi e gli insaccati in genere. Quella goccia di miele non è una stranezza, un capriccio alimentare, follia di una cucina raffinata e un po' troppo sofisticata. A sentir loro, gli esperti, «è un tocco di magia». E poi la fantasia, anche in cucina, non ha limiti. Il miele di cardo si sposa bene con la cioccolata, quello di eucalipto con pecorini, formaggi dolci e stagionati. Il millefiori ben di addice a una piatto occupato da fette di bresaola, coppa. D'altra parte lo facevano gli antichi Romani, che di banchetti ne organizzavamo parecchi. E lo fanno tuttora, in molte parti d'Italia e del mondo, popolazioni e genti che con il miele e l'apicoltura hanno molta dimestichezza.
Di questo e di altre cose legate al nettare dal colore dell'oro si è parlato sabato e domenica a San Sperate, il paese entrato a far parte in queste ore dell'associazione nazionale “Città del Miele” (insieme ad Arbus e Guspini) che vanta una lunga tradizione nell'apicoltura.
I PARTECIPANTI Tanti i visitatori, numerosi i partecipanti. Ma chi si aspettava una mostra mercato, la “solita” vetrina dei prodotti gastronomici dell'Isola, è rimasto forse un poco deluso. «Non abbiamo voluto appositamente la vendita del miele di San Sperate ma abbiamo scelto di promuovere la conoscenza dei sapori, offrendo ai nostri ospiti proprio quei percorsi del gusto che hanno dato il titolo a momenti più significativi della manifestazione. In particolare agli incontri della domenica pomeriggio, quando esperti hanno intrattenuto i partecipanti indirizzandoli verso un uso corretto del miele», spiega l'assessore comunale all'Agricoltura, Fabrizio Madeddu. «I maestri hanno spiegato come alimentarsi in maniera consapevole, gustando e assaporando il cibo. Le domande e le curiosità sono state davvero tante e alla fine degli stage i partecipanti si sono trattenuti ancora a confrontarsi tra loro e raccontarsi le emozioni, le sensazioni, le scoperte», conferma Francesco Caboni, responsabile marketing della cooperativa Apistica Mediterranea, la maggiore delle aziende che operano a San Sperate. Una trentina gli allievi iscritti ai diversi incontri sul connubio miele e pane, miele e verdure, miele e formaggi e, in chiusura di serata, miele con salumi e formaggi, tenuto dal presidente dell'associazione culturale Epulae.
IL CONVEGNO La manifestazione era cominciata sabato pomeriggio nella la sala Anselmo Spiga della biblioteca comunale con un convegno dal titolo “L'apicoltura, il miele e il rilancio dell'agricoltura in armonia con l'ambiente. Una vera e propria tavola rotonda con esperti, tecnici e docenti universitari (tra i quali l'allergologo Paolo Emilio Manconi, il botanico Mauro Ballero, la professoressa Michela Peretti, Francesco Caboni dell'Apistica Mediterranea, Massimo Licini di Laore Sardegna, Salvatorangelo Caboni, presidente dell'azienda di San Sperate e infine Giampiero Comandini (assessore provinciale alle attività produttive e la parlamentare Amalia Schirru). Sono state esposte le cause di alta mortalità della api, della cosiddetta sindrome del collasso delle colonie o Ccd, che sta preoccupando non solo la nostra Isola, ma anche l'Italia e altri paesi del mondo. «Linee ad alta tensione, ripetitori di telefonini, presenza di acari patogeni, siccità e nutrizione di scarsa qualità, utilizzo di pesticidi», spiega Massimo Licini, perito agrario di Laore Sardegna.
L'IMPRENDITORE Poi ha preso la parola Salvatorangelo Caboni, presidente dell'Apistica Mediterranea: «Avevo quattro anni quando mio nonno Salvatorangelo Deriu mi portava sul monte Sant'Antonio dove ho conosciuto le api, da allora me ne sono innamorato. Sono un bene troppo prezioso, da proteggere».
Maura Pibiri

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Pastiglie cariche di energia 
Il brevetto è della IM, soci di maggioranza professori universitari 
 
CAGLIARI. Treni capaci di viaggiare a velocità stratosferica, aerei senza pilota, macchinari per la risonanza magnetica d’ultima generazione. Tutto caricato a mille dalle “pastiglie” made in Sardinia, capaci di veicolare energia, visto che sono super conduttori, e possono trasformare in portenti diversi gioielli della tecnologia.
 Le pastiglie sono prodotte dalla Innovative Materials, azienda con appena un anno di vita ma già in grado di tracciare un bilancio di tutto rispetto della sua attività.
 A illustrare i primi confortanti risultati è stato Giacomo Cao, docente alla facoltà d’Ingegneria e tra i soci fondatori della I.M., azienda a responsabilità limitata nata con un capitale di diecimila euro versato soprattutto da docenti universitari.
 ‹‹Per questo il nostro capitale è piccolo - ci scherza su Cao - Si sa che i docenti universitari sono sempre squattrinati››. Anche se a vedere bene, la scommessa non è solo dei professori: ai fondatori si sono aggiunti l’Università, la Sfirs, il Consiglio nazionale delle ricerche e il Bic Sardegna. Obiettivo dell’I.M. è di fare ricerca, tanta ricerca, in modo da proporre non solo nuove idee, ma anche sintesi, produzione, commercializzazione e tanto altro ancora, di materiali di qualunque tipo accomunati dal fatto di essere buoni per le più alte tecnologie.
 In questo senso il primo passo è la produzione di pastiglie (a vederle sembrano proprio quelle vendute in farmacia, anche se la dimensione è diversa) capaci di fungere da vera e propria carica energitica nel funzionamento di apparecchiature ultratecnologiche come i treni superveloci. ‹‹Il loro costo di produzione - ha spiegato Giacomo Cao - va dai 3,75 ai 65 euro, a seconda della dimensione. Sul mercato si vendono a un prezzo che va dai 300 agli 800 euro››. Le potenzialità di Innovative materials si vedono anche nella domanda per ottenere il brevetto per un composito denso capace di sopportare le alte temperature, invenzione presentata qualche tempo fa. In sostanza I.M. potrebbe oggi produrre i famosi “nasi” per i velivoli capaci di navigare nello spazio (senza pilota), con la produzione di rivestimenti in grado di resistere a temperature anche di tremila gradi.
 Insomma, brevetto dopo brevetto, invenzione dopo invenzione, I.M., che opera in una sede di 200 metri quadri che il Corem, suo socio, ha messo a disposizione a Sestu, sta cominciando a ritagliarsi il suo spazio. Perchè l’obiettivo sia centrato l’auspicio è quello di dar vita a una linea di produzione, con l’acquisizione di commesse, e l’assunzione di tre laureati.
 Va avanti anche un secondo progetto, quello dell’attività di ricerca nata l’anno scorso da un accordo tra il Consiglio nazionale delle ricerche e il dipartimento di Ingegneria chimica e materiali dell’Università. Un modo per dare ancora lustro alla ricerca d’alto livello.
Sabrina Zedda 
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
DAL 27 AL 30 MARZO 
Statuto sardo e Costituzione: porte aperte all’Archivio di Stato 
 
 ORISTANO. In occasione della decima settimana della cultura, sponsorizzata dal Ministero dei beni culturali, l’Archivio di Stato organizza nella sede di via Grazia Deledda una serie di lezioni per le scuole superiori della città e della provincia. Tema delle conferenze sarà lo Statuto sardo e la Costituzione a sessant’anni dalla loro promulgazione. Giovedì 27 marzo alle 10.30 Antonello Mattone, professore ordinario di Storia delle istituzioni politiche nella facoltà di Scienze politiche dell’Università di Sassari, terrà una lezione su “Costituzionalismo antico e moderno”. Venerdì 28 alle 10.30 Gianmario Demuro, professore di Diritto costituzionale a Giurisprudenza nell’ateneo cagliaritano, parlerà della Costituzione italiana, dei diritti e dei doveri fondamentali.
 Nel corso della settimana della cultura, domenica compresa, saranno a disposizione degli studenti dieci dvd della collana “Dalla Costituente alla Costituzione” editi dalla Rai con interviste ed immagini degli archivi e dell’Istituto Luce, realizzati in collaborazione con l’Istituto italiano per gli studi filosofici.
a.p. 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Sassari
Brevi
Erasmus
 
È stato pubblicato il bando per studenti in mobilità al programma Erasmus, scadenza domande il 10 aprile. Per informazioni rivolgersi all’ufficio ricerca e relazioni internazionali in via Macao 32 oppure consultare il sito www.uniss.it/erasmus.
 
Pagina 26 - Sassari
BREVI
OGGI IN AULA MAGNA
Si celebra la Pasqua dell’università
 
Oggi verrà celebrata la Pasqua dell’università. Si tratta di un appuntamento promosso dall’università con l’arcidiocesi di Sassari. In programma, nell’aula magna dell’ateneo, alle 16 una riflessione di monsignor Paolo Atzei, arcivescovo di Sassari, sul tema «Il sapere come itinerario verso Dio in san Bonaventura». All’incontro sono invitate a intervenire tutte le componenti dell’ateneo sassarese e i loro familiari. Alle 18, nella chiesa di Santa Caterina, cappellania universitaria, verrà celebrata la messa.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Attualità
Erasmus, atenei italiani bocciati: prezzi alti e servizi troppo scarsi 
Secondo un sondaggio il 71 per cento degli intervistati è estremamente critico 
 
ROMA. Quanto è caro studiare nel Belpaese. Gli studenti stranieri amano l’Italia, la bellezza e la cultura delle sue città, ma lamentano il caro affitti, la poca accoglienza, gli scarsi servizi e soprattutto, lamentela praticamente generalizzata, la confusione degli atenei.
 A delineare questo quadro non troppo esaltante sono i ragazzi che arrivano da altri paesi per visitare le facoltà italiane con il programma Erasmus, acronimo di European Community Action Scheme for the Mobility of University Students. Il progetto, concretizzato nel 1987 ad opera della Comunità Europea, nasce da un’idea del teologo Erasmo da Rotterdam (XV secolo) ed ha come obiettivo quello di educare alla comprensione di differenti culture.
 La free press “Studenti Magazine” e l’associazione “Erasmus Student network Italia” hanno proposto in rete, attraverso il sito www.esn.it, venti domande cui hanno risposto 1.500 studenti provenienti da 28 paesi diversi e afferenti a 27 città italiane. Risultato del sondaggio, il 71 per cento degli intervistati boccia l’università italiana e la considera peggiore di quella del proprio paese.
 A costarci la bocciatura, secondo il 39,6 per cento degli allievi, è il pessimo stato delle strutture. E non si migliora sul fronte dei servizi web, scarsi per il 24,4 per cento, per non parlare della difficoltà nel raggiungere informazioni e professori lamentati rispettivamente dal 19,5 per cento e 16,5 per cento. Il 59 per cento però, relativamente a questi ultimi punti, non vede grandi differenze rispetto a quelli del proprio paese, il 25 per cento li giudica peggiori, solo per il 16 per cento sono migliori.
 Ma qual è il problema più sentito dagli universitari che arrivano in Italia? A quanto pare la confusione che impera nelle facoltà. E subito dopo i prezzi troppo alti. L’83 per cento degli intervistati dichiara di spendere più qui che nel proprio paese. Naturalmente, per quasi il 70 per cento la voce più dispendiosa è l’affitto. Non scherzano nemmeno le spese per cibo e divertimento, considerate alte per il 14,4 e 12,6 per cento; mentre il 4 per cento ritiene che i libri siano molto costosi.
Accanto alla questione del “caro affitti”, c’è anche quella del “cerco casa”. Perché riuscire a trovarne una è un grattacapo che riguarda gli italiani e non risparmia certo gli stranieri, pure se sono studenti Erasmus. Per il 66 per cento del campione prendere in affitto un’abitazione è stata una vera impresa. Soprattutto a causa di un prezzo elevato (per il 37,4 per cento), delle cattive condizioni della casa (per il 29,1), dal razzismo dei proprietari che non affittano a stranieri (per il 20,8) e dall’assenza di un contratto (per il 12,7).
 Qualche problema anche sul fronte linguistico. Tanti tra gli studenti Erasmus che hanno scelto lo Stivale, trovano difficile l’approccio con la nostra lingua. Il 47 per cento valuta insufficiente, se non scarsa, la propria conoscenza dell’italiano, per il 30,6 è sufficiente e solo il 22,4 la giudica buona. Quasi tutti però, affermano che il proprio italiano è decisamente migliorato durante il soggiorno-studio. Ma non grazie ai corsi di lingua organizzati nelle università. Il 52,6 per cento infatti li boccia, il 30,6 non ha neanche pensato di frequentarli. Unanime invece, il giudizio sull’utilizzo della lingua inglese in Italia: solo l’1,4 per cento lo ritiene indispensabile, contro il 46,6 che lo ritiene assolutamente inutile e il 53 che lo ritiene utile, ma non fondamentale.
 In conclusione, il fascino che questo Paese riesce ad esercitare all’estero è forte, ma dopo aver toccato con mano le difficoltà, molti studenti ripartono non molto soddisfatti. L’ultimo quesito della ricerca infatti, rivela che se al momento della scelta il 97 per cento degli universitari Erasmus punta sull’Italia perchè «sempre attratto dal Belpaese», alla fine della vacanza-studio solo il 60 per cento vi tornerebbe senza esitazioni.

Questionario e social

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