UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 19 febbraio 2008

Martedì 19 febbraio 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 febbraio 2008

Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnaliamo 8 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e  La Nuova Sardegna
 
01 - Ecco Beniamino, l’uomo sardo di 8500 anni fa
02 - Sassari. Programma “Formazione & innovazione per l’occupazione
03 - Lavoro e Previdenza. Opportunità professionali
04 - Sassari. Il manager Harris: via i posti letto da viale S.Pietro
05 - Si è chiuso il progetto Itaca sulle nuove idee per l’isola
06 - Università nuorese, Deriu vara la Fondazione
07 - Azienda mista e Puc. Rivoluzione lungo viale San Pietro
08 - Beniamino e Amanda, i nostri avi
 




L’UNIONE SARDA

 

1 - L’Unione Sarda
Arbus. Eccezionali risultati dalle analisi al carbonio 14 in Arizona
Ecco Beniamino, l’uomo sardo di 8500 anni fa
Uno scheletro, vecchio almeno 8.500 anni, è stato scoperto ad Arbus, in località S’Omu e S’orku. Lo confermano le analisi al Carbonio 14 effettuate in Arizona. Secondo gli esperti, che lo hanno battezzato "Beniamino", i suoi resti sono i più antichi ritrovati in Sardegna con datazione eseguita direttamente sull’osso. Il suo ritrovamento e le recenti ricerche, nella Costa Verde, hanno permesso di apprendere nuove informazioni sul Mesolitico che in Sardegna precede lo sviluppo delle prime comunità dell’età della pietra.
Pagina 6 - Cronaca regionale
Ecco Beniamino, sardo di 8500 anni
Esperti dell’università di Tucson hanno datato i resti con il C14  
Le ossa ritrovate ad Arbus nel 1985 sono state inviate in un laboratorio dell’Arizona. L’esame al C14 ha dato risultati sorprendenti.
Sanluri Uno scheletro, vecchio almeno 8.500 anni, è stato scoperto ad Arbus, in località S’Omu e S’orku. Battezzato "Beniamino", i suoi resti sono i più antichi ritrovati in Sardegna con datazione eseguita direttamente sull’osso. Il suo ritrovamento e le recenti ricerche, nella Costa Verde, a poche centinaia di metri da Portu Maga, hanno permesso di apprendere nuove informazioni sul periodo mesolitico che in Sardegna precede lo sviluppo delle prime comunità del Neolitico: i cambiamenti climatici ed ambientali, il tipo umano presente, i corredi funebri e il loro significato a livello europeo. Del ritrovamento se ne è parlato ieri mattina nella sala giunta della Provincia del Medio Campidano, a Sanluri. «Se oggi abbiamo la possibilità di parlare di questa straordinaria scoperta lo dobbiamo alla stretta collaborazione tra enti locali, università e Soprintendenza», ha affermato il presidente della Provincia Fulvio Tocco. È grazie al contributo dell’amministrazione provinciale che è stato possibile datarli inviandoli negli Stati Uniti per l’esame cronologico. I resti umani, ricoperti di ocra, unica testimonianza in Sardegna, sono stati analizzati dal laboratorio dell’università di Tucson, in Arizona. «Cosa rara nell’università, la scienza e l’umanistica hanno lavorato fianco a fianco. C’è stata una stretta collaborazione che ha permesso di scrivere una prima pagina del periodo storico che precede il Neolitico», ha sottolineato Roberto Crnjar, preside della facoltà di Scienze dell’Università di Cagliari. «Il destino di Beniamino sarà quello di diventare simbolo di una ricerca che ha visto gomito a gomito ricercatori e studiosi di università diverse e della Soprintendenza», ha precisato Giovanni Azzena, soprintendente della Soprintendenza ai Beni archeologici delle Province di Cagliari e Oristano.
Il ritrovamento di "Beniamino" ha una lunga storia. A scoprirlo fu un gruppo di ragazzi di Arbus, che giocava in spiaggia. Tra questi Nicola Meloni, che per primo capì di trovarsi davanti a resti umani ultrasecolari. Era il 1985. Dopo un temporale, nel costone di Porto Maga, cedette una piccola parete, che mise in evidenza uno scheletro umano color rosso. Fu contattato Tarcisio Agus, ex sindaco di Guspini, allora ispettore onorario della Soprintendenza. Furono i soci del gruppo archeologico Neapolis, di cui Tarcisio Agus era presidente, su autorizzazione della Soprintendenza, a recuperare i resti umani. Lo scheletro, quasi intero, è rimasto custodito fino al 2002 in un’urna allestita nella sala espositiva dell’associazione di Guspini. Poi è stato preso in custodia dalla Soprintendenza e dall’Università di Cagliari. Nell’aprile scorso viene fatta un’indagine archeologia nella sepoltura di "S’Omu e S’orku". Gli scavi sono diretti dall’antropologa Rosalba Floris, dalla geoarcheologa Rita Melis e dalla paleontologa Margherita Mussi della Sapienza di Roma. «Abbiamo trovato resti vegetali, di carbone e di Prolagus (un roditore preistorico) che ci hanno permesso di capire che tipo di vegetazione e fauna era presente nel territorio. Di certo in quel periodo in Sardegna ci furono drastici cambiamenti climatici», ha affermato Rita Melis. Ma "Beniamino" nel sepolcro non era solo. Sono state infatti trovate anche ossa di donna, che è stata ribattezzata "Amanda". Con le analisi effettuate negli Stati Uniti si è potuto studiare il processo di fossilizzazione, che implica la graduale sostituzione di cellule di osso con i minerali, l’osso si incrosta e si riempie di carbonato di calcio e silice. «Sono i resti più antichi ritrovati in Sardegna con datazione eseguita direttamente sull’osso. Attraverso studi interdisciplinari stiamo cercando di avere più informazioni possibili», ha puntualizzato Rosalba Floris.
Gian Paolo Pusceddu 
Precedenti
Oliena, mandibola di 9000 anni
La misteriosa falange di 250 mila anni fa
Quando è comparso l’uomo in Sardegna? Fino a poco tempo fa prove sicure della presenza umana risalivano soltanto al Neolitico, l’età della pietra nuova o levigata (4600-2500 a. C.). Ma recenti scoperte e l’affinamento delle tecniche scientifiche hanno consentito di riscrivere il primo capitolo della preistoria sarda. Oggi gli studiosi parlano di tracce di vita di 250-150 mila anni fa, nell’epoca definita del Pleistocene medio, quando il livello del mare era più basso di un centinaio di metri e l’isola era vicina al Continente. Per ora le prove sono labilissime e ancora discusse perché nel frattempo nuovi elementi mettono in dubbio precedenti certezze. Il reperto più antico sinora ritrovato è un piccolissimo osso di una mano: una falange raccolta sul Monte Cuccureddu a Cheremule (Sassari). Alcuni studiosi che lo hanno esaminato ritengono appartenesse a un uomo di 250 mila anni fa: il reperto pare sia misteriosamente finito in un laboratorio in Francia. Oltre a questo ossicino sinora sono state fatte almeno altre quattro scoperte importanti. In Anglona recuperati utensili in selce da depositi del Riss (Pleistocene medio). C’è poi un enorme salto temporale che ci porta al passaggio tra il Paleolitico superiore e il Mesolitico (12 mila anni fa). Nella campagna tra Sardara e Mogoro, in località Santa Maria Is Acquas, ricercatori hanno rinvenuto nuclei di selce lavorati per ottenere lame. Allo stesso periodo, confermato dall’analisi al Carbonio 14, risalgono i resti della grotta Corbeddu di Oliena (famosa perché nel nome ricorda uno dei più famigerati banditi dell’800). Qui sono stati trovati un osso temporale e una mascella di 9120 anni fa e ossa di animali con tracce di lavorazione da parte dell’uomo datate 13.590 anni fa. Gli esperti che hanno studiato la mascella (Spoor e Sondaar) ritengono appartenesse a un uomo differente dal tipo di "Homo sapiens sapiens" che caratterizzava l’epoca neolitica.
Nell’età della pietra levigata (neolitico) la Sardegna comincia a popolarsi grazie al flusso di genti che arrivano dal mare.
 
 
2 - L’Unione Sarda
Lavoro e Previdenza - Pagina 34
Ricerca. Ministero e Ateneo di Sassari insieme per promuovere il programma d’incremento dell’occupazione
Percorsi formativi con sussidi, sostegni economici e tutoraggio Università e imprese, piano per il lavoro
L’Università di Sassari ha aderito al nuovo Programma “Formazione & innovazione per l’occupazione” (FIxO) promosso dal ministero del Lavoro. Il Programma, che durerà tre anni, propone azioni mirate a creare un rapporto sistematico tra Università e imprese, sviluppando e promuovendo servizi di informazione e orientamento universitario, finalizzati a incrementare l’occupazione e l’occupabilità dei giovani laureati e a ridurre i tempi che intercorrono tra l’acquisizione del titolo di studio e l’occupazione.
DESTINATARI
Il Programma si basa sull’organizzazione e gestione integrata di quattro Azioni. Nell’ambito delle prime due, il Programma supporta la realizzazione di modelli di informazione e orientamento universitario per fornire servizi ai laureati e alle imprese e alla creazione di reti per la domanda e l’offerta di lavoro. Le Azioni tre e quattro configurano invece due interventi con i quali si intende realizzare un vero e proprio tessuto connettivo fra sistema della ricerca e delle imprese. Più specificatamente, i laureati potranno partecipare a percorsi di formazione mirati all’acquisizione di competenze specialistiche e finalizzate alla stabilizzazione lavorativa mentre i ricercatori, o le unità di ricerca, potranno realizzare progetti di spin-off. Il Programma prevede un sostegno economico a supporto della formazione nonché un adeguato tutoraggio per lo sviluppo dell’idea imprenditoriale realizzato da Università o enti di ricerca. Le attività formative potranno essere svolte in Università ed Enti di ricerca e di formazione, sia pubblici che privati. La partecipazione al percorso di formazione prevede un sussidio e il sostegno agli oneri economici per la formazione.
INFORMAZIONI
Maggiori informazioni sul sito del Programma FIxO www.programmafixo.it o alla Segreteria del Programma FIxO, telefono 06.80244367. Chi avesse bisogno di informazioni più dettagliate relative ai tirocini di inserimento lavorativo e all’assistenza per i servizi di orientamento e informazione delle università (Azioni 1 e 2) potrà scrivere a: progettofixo.azione1e2@italialavoro.it . Per informazioni relative all’avviso per la partecipazione ai percorsi formativi per il trasferimento tecnologico (Azione 3) scrivere a: progettofixo.azione3@italialavoro.it . Per informazioni relative al capitolato tecnico per le azioni formative e di accompagnamento o tutoraggio per l’avvio di spin-off (Azione 4) scrivere a: progettofixo.azione4@italialavoro.it . Condizioni e modalità di adesione sono riportati negli avvisi pubblici delle Università aderenti al Programma.
Renata Fadda 
 
 
3 - L’Unione Sarda
Lavoro e Previdenza - Pagg. 36-37
Tecnici di radiologia
L’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari ha indetto un concorso per cinque tecnici di radiologia medica (collaboratore professionale sanitario), categoria D. Le domande devono essere presentate entro giovedì 13 marzo. L’avviso è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale 12 di martedì 12 febbraio. Il bando è consultabile nel Buras 1, parte terza, del 5 gennaio e nel sito http://pars.unica.it/bandi/concorsi/htm. Per informazioni rivolgersi all’Ufficio personale dell’Azienda ospedaliero.  
Dieci ricercatori
L’Università di Sassari ha indetto le procedure di valutazione comparativa per la copertura di dieci posti di ricercatore per le facoltà di architettura, scienze politiche, economia, lingue e letterature straniere, scienze matematiche, fisiche e naturali. Le domande devono essere presentate entro giovedì 6 marzo. Il bando è consultabile nel sito www.ammin.uniss.it/concorsi. Per informazioni rivolgersi all’Ufficio concorsi dell’Ateneo, telefono 079.229969, fax 079.229970. 
Ricercatori universitari
L’Università di Macerata ha indetto le procedure di valutazione per undici ricercatori per scienze politiche, giurisprudenza e scienze della formazione. Le domande devono essere presentate entro lunedì 10 marzo. L’avviso è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale 11 di venerdì 8 febbraio. Il bando è disponibile nel sito www.unimc.it. 
Sei ricercatori
L’Università di Chieti e Pescara ha indetto le procedure di valutazione comparativa per sei posti di ricercatore nella facoltà di psicologia. Le domande devono essere presentate entro lunedì 3 marzo. L’avviso è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale 9 di venerdì 1 febbraio. Il bando è consultabile nel sito www.uffdoc.unich.it. Per informazioni rivolgersi agli uffici del personale, telefoni 0871.3556094-5-6-7-8-9, 3556101, fax 0871.3556093, indirizzo di posta elettronica: docenti@divispers.unich.it. 
Scuole specializzazione
L’Università di Sassari ha aperto i termini per la presentazione delle domande di ammissione al primo anno delle Scuole di specializzazione in Biochimica clinica, Microbiologia e virologia, Patologia clinica e Scienza dell’alimentazione. Le domande dovranno essere inviate, per raccomandata con ricevuta di ritorno, all’Università di Sassari, piazza Università 21, entro il 27 febbraio. Informazioni nel sito www.ammin.uniss.it/scuole_specializzazione/. (r.f.)
Mobilità a Perugia
L’Università di Perugia ha indetto un avviso di mobilità per 20 posti di personale tecnico-amministrativo, per l’assunzione a tempo indeterminato. Il bando è disponibile nel sito internet www.unimc.it. Le domande devono pervenire entro venerdì 22 febbraio. 
Ricerca sul cancro
L’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova ha indetto una selezione per l’assegnazione di due borse di studio di formazione per laureati nell’ambito del progetto “Registro regionale delle diagnosi anatomopatologiche e citologiche di tumore”. Le domande devono pervenire entro giovedì 6 marzo. Il bando è consultabile nel Bollettino ufficiale della Regione Liguria 5 del 30 gennaio e nel sito www.istge.it. Per informazioni rivolgersi agli uffici dell’Istituto, telefoni 010.5600082-31-59.
Prove per anestesisti
L’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari ha stabilito il diario delle prove d’esame del concorso per undici posti di dirigente medico nella disciplina di anestesia e rianimazione, il cui bando era stato pubblicato nel Buras 32 del 29 ottobre 2007. Le prove si svolgeranno martedì 11 marzo, dalle 8.30, nell’aula di anatomia patologica, al “San Giovanni di Dio”, in via Ospedale 54, a Cagliari. I candidati devono presentarsi con un documento di riconoscimento e una penna biro di colore nero. I candidati che supereranno lo scritto (il cui esito sarà consultabile anche nel sito www.pacs.unica.it/bandi/svolgimento.htm) dovranno sostenere la pratica e l’orale mercoledì 12 e giovedì 13 marzo.
 
 
 
4 - L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 47
Sassari. Proposta in Comune: mandare in pensione le vecchie strutture ospedaliere di viale San Pietro
Prove di rivoluzione alle cliniche
Il manager Harris: via i posti letto, avanti gli uffici
Il manager David Harris ha fatto una richiesta precisa alla commissione Puc: «Chiudere al traffico automobilistico privato viale San Pietro. Per noi quella via che taglia in due la cittadella è un grosso problema».
Da presunto manager abusivo a Che Guevara della sanità sassarese. David Harris, il nuovo direttore generale della Azienda mista Asl-Università (la sua nomina è stata contestata dall’Udc, sostenendo l’incompatibilità dell’incarico per un cittadino straniero), incontra la commissione Urbanistica del Comune per discutere di Puc (Piano urbanistico comunale). Un vertice convocato per illustrare agli amministratori i piani e le richieste dell’Azienda, e far voltare pagina alla cittadella sanitaria di San Pietro.
E più che un programma, sembra una rivoluzione: nel suo disegno Harris manda in pensione le vecchie strutture ospedaliere di viale San Pietro, trasformandole in uffici e ambulatori, per trasferire tutti i reparti di degenza in un nuovo edificio, da costruire (finanziamenti permettendo) alle spalle della facoltà di Medicina. Rimarrebbe funzionale solo il Palazzo Clemente: lì l’Azienda mista prevede una ristrutturazione da portare avanti un piano alla volta, per destinare poi la struttura ai reparti di materni e infantili (Neonatologia, Pediatria e Ginecologia). «Adesso si trova in condizioni davvero pessime. È chiaro che ristrutturandolo non diventerà un ospedale nuovo e perfetto, ma sarà almeno dignitoso ed efficiente». Gli altri edifici di viale San Pietro non dovranno più ospitare nemmeno un posto letto: «Sono strutture fuori norma, pericolose e assolutamente non idonee per il ricovero e la degenza dei pazienti», ha spiegato David Harris, affiancato dal rettore dell’Università di Sassari, Alessandro Maida, dal prorettore, Attilio Mastino, e dal responsabile dell’ufficio tecnico, Giuseppe Gaeta. «In quei palazzi potremo trasferire tutti gli uffici amministrativi e gli ambulatori, ma mai più posti letto». Quindi la soluzione ideata dall’Azienda mista sarebbe la costruzione di un nuovo complesso. Per fare questo però, l’Azienda ha bisogno, manco a dirlo, di finanziamenti. «Purtroppo dobbiamo fare i conti con le nostre esigue finanze. Bisogna trovare finanziamenti per i nuovi progetti e per portare avanti le ristrutturazioni dell’esistente. Serve una pianificazione integrata di interventi, da compiere nell’arco di almeno tre, cinque anni». Interventi che si concluderebbero con il trasloco nelle nuove strutture, «prima di tutto dell’area chirurgica, risolvendo così anche il problema del trasferimento dei pazienti fra i vari reparti». Poi c’è da risolvere un altro piccolo problema. «Una parte dei terreni che servirebbero per mettere in atto il piano edilizio sono di proprietà di privati». Ma Harris è fiducioso: «L’obiettivo è quello di liberare il palazzo materno infantile entro il 2008 e allo stesso tempo i reparti di chirurgia da Palazzo Clemente. Servono forti finanziamenti e la volontà dei governi di portare avanti il programma al completo. Non servirebbe a nulla realizzarne solo una parte». Prospettando il futuro della cittadella sanitaria di San Pietro David Harris ha fatto una richiesta precisa alla commissione Puc: «Chiudere al traffico automobilistico privato viale San Pietro. Per noi quella via che taglia in due la cittadella è un grosso problema».
Azienda mista: dipendenti senza certezze
Sassari. L’Azienda mista non è solo edifici, reparti e posti letto. È anche un parco dipendenti di 990 persone. Tutte col fiato sospeso da quando sono stati trasferiti in massa alla nuova Azienda. Per loro, infermieri, medici, ricercatori, amministrativi, provenienti sia dalla Asl n°1, sia dall’Università, l’incognita è il contratto di lavoro. Non esistendo un contratto ad hoc concordato preventivamente, e un piano di utilizzo del personale, nelle corsie e negli uffici si possono verificare situazioni paradossali, con dipendenti chiamati a svolgere le stesse mansioni, ma retribuiti diversamente, a seconda dell’ente di provenienza. «È un problema che si doveva affrontare preventivamente, prima di attivare l’Azienda mista», spiega Augusto Ogana, responsabile del settore Sanità della Uil di Sassari. «Adesso stiamo cercando di risolvere con la dirigenza questa difficile vertenza, ma i tempi non sembrano essere brevi». Adesso il personale al lavoro per l’Azienda mista è diviso in due tipologie, e a fare da spartiacque è il contratto: sanità pubblica o università. «Al momento non esistono ancora garanzie né informazioni sui diritti acquisiti dai dipendenti». Ferie, buoni pasto arretrati, graduatorie per le selezioni in atto, per la mobilità e per il coordinamento: tutto resta un punto di domanda per chi è stato trasferito all’Azienda mista. Una condizione che rischia di scatenare una guerra interna fra il personale delle diverse strutture sanitarie. Strutture che sono numerose: le Cliniche chirurgiche (Palazzo Clemente), il complesso Biologico (aule e presidenza di medicina e chirurgia), il complesso Clinico biologico didattico (Stecca bianca), la clinica Ostetrica e ginecologica, l’istituto di clinica Neuro-radiologica, la clinica Medica, l’istituto di Igiene e Patologia generale, l’istituto di Medicina legale e Anatomia patologica.
Vincenzo Garofalo
 
 

  
LA NUOVA SARDEGNA
   
5 - La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Si è chiuso il progetto Itaca sulle nuove idee per l’isola 
Sassari. Con un seminario conclusivo dal titolo “Itaca in Catalogna - ritorno in Sardegna”, sono stati presentati venerdì scorso all’Hotel Catalunya i risultati del “Laboratorio Nuove Idee per la Sardegna”, laboratorio progettuale facente parte delle attività del Progetto di formazione Itaca, cofinanziato dalla Comunità Europea, patrocinato dall’Assessorato del Lavoro della Regione e dal Ministero del Lavoro, e messo in atto dalle università di Sassari e Cagliari.
Obiettivo del progetto quello di formare all’interno della Pubblica Amministrazione abilità sia progettuali che di gestione e controllo delle trasformazioni delle risorse territoriali, con un particolare riferimento al Piano Paesaggistico Regionale.
Proprio dal concetto di formazione permanente è partito l’intervento di apertura del preside della facoltà di Architettura e responsabile scientifico del progetto Itaca, Giovanni Maciocco, il quale si è congratulato con i corsisti, accorsi in gran numero all’appuntamento algherese: «Siamo felici di aver investito in questo modello formativo - ha commentato il professor Maciocco - è caratterizzato da una certa frenesia ma anche da una particolare attenzione verso il fare e i casi specifici, un’occasione per riflettere anche sul Piano Paesaggistico Regionale e per iniziare a pensare a un’idea di Sardegna».
Questi risultati sono infatti l’esito di un articolato processo di elaborazione e valutazione di politiche e azioni per il ripensamento di ruoli e modalità dell’azione pubblica nel governo del territorio, iniziato con le attività del workshop tenutosi a Barcellona nell’ottobre 2007, durante il quale i partecipanti hanno potuto confrontarsi con uno dei sistemi più moderni e articolati di progettazione, pianificazione e gestione di politiche territoriali, quello catalano.
I corsisti, oltre 700 tra dipendenti degli Enti Locali e Regionali, degli uffici tecnici e della Tutela del Paesaggio, amministratori e sindaci, divisi in 28 classi dislocate in tutta la Sardegna (Sassari, Alghero, Ozieri, Olbia, Tempio Nuoro, Oristano, Cagliari, nell’Ogliastra, nel Sulcis e nel Medio Campidano) si sono quindi confrontati su temi, strumenti e pratiche della gestione e della tutela del paesaggio, a partire dagli indirizzi del Piano Paesaggistico Regionale, mediante strumenti e tecniche di aiuto alla decisione, per arrivare infine alla definizione di ben 16 politiche con oltre 70 azioni.
 
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Nazionale
Verso il superamento del consorzio: la svolta politica e organizzativa presentata ai sindaci
Università nuorese, Deriu vara la Fondazione
Con Provincia e Comune anche Camera di commercio, Confindustria, Asl e Banco
Nuoro. Università, Deriu cala la carta segreta e sbanca tutto con la proposta di una Fondazione al posto del vecchio Consorzio. Inoltre sul fronte delle risorse impegna 500 mila euro per 12 anni: un segnale che annuncia autonomia finanziaria e battaglie sul fronte governativo, regionale e statale, per un «radicamento definitivo» dell’Università a Nuoro.
Università nuorese a una svolta. Deriu butta sul piatto 500 mila euro e propone una riforma: non più il Consorzio tra Comune e Provincia per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale, ma una Fondazione che veda partecipi anche la Camera di commercio, gli Industriali, la Fondazione del Banco di Sardegna e la Asl. L’operazione di taglio squisitamente doroteo, ed elaborata e proposta in piena campagna elettorale, è passata anche col placet delle sinistre e delle destre. Qualche perplessità invece è venuta da parte di Roberto Capelli dell’Udc, e di Silvestro Ladu, ormai passato armi e bagagli con il Popolo della libertà.
Erano le 11,30 di ieri mattina quando il presidente della Provincia, Robero Deriu, ha lanciato la sua nuova formula ai sindaci presenti, e ai consiglieri comunali, provinciali (Nuoro e Ogliastra) e regionali del Nuorese, agli studenti, agli enti pubblici, agli industriali e ai sindacati.
«Nuoro come luogo di università», questo l’incipit che Deriu ha imprestato dall’assessore regionale Mongiu per parlare di necessità di un «radicamento definitivo» dell’Università nella Sardegna centrale e quindi di un «terzo polo» a Nuoro. Ma per centrare questo obiettivo - ha spiegato il presidente della Provincia - serve una riforma radicale, che superi il vecchio consorzio, e punti decisamente a una Fondazione allargata ad altri soggetti: in particolare Camera di commercio, Banco di Sardegna, Asl e industriali. E non era un caso se proprio in quel momento in presidenza sedevano Romolo Pisano e Antonello Arru, mentre Franco Mulas ascoltava dalla saletta riservata al pubblico. Insomma, la nuova alleanza, non solo era già pronta, ma addirittura veniva personificata. La Fondazione dunque poteva nascere con la benedizione di tutti, o quasi. E il primo benedicente è stato Piero Carta, l’alleato presidente ogliastrino, passato dallo Sdi al Pd, che ha sparato subito contro le «polarità» di Cagliari e Sassari che «frenano lo sviluppo», per proporre più «motori» nel territorio. E tra questi l’università nuorese. Più prudente, invece, anche se d’accordo, il presidente della Fondazione del Banco di Sardegna, Antonello Arru, che ha picchiato contro l’università diffusa e di basso profilo, per suggerire «corsi esclusivi» a Nuoro, da chiedere con forza ai due atenei sardi, per ricollegare le risorse alla ricerca e alla didattica. «Noi investiamo sulle teste» ha concluso Arru, invitando tutti a livelli più ambiziosi, anche nell’affaire Artiglieria. Ok alla Fondazione anche da parte di Romolo Pisano, presidente della Camera di commercio, e di Sergio Russo che ha esaltato la presenza dei sindaci e affermato come non sia più possibile «riproporre l’esistente». Sì alla proposta di Deriu anche del deputato di An, Bruno Murgia, che invece ha sparato su Soru e il «fondo indistinto» sull’università diffusa. Sì, ma a patto che si vada in direzione di una «università autonoma» e non di nicchia. E che il fronte dei Comuni resti unito e determinato con il ministro. Qualche perplessità sulla Fondazione è invece venuta da Roberto Capelli, perchè questa non risolverebbe il problema del «controllo politico». Meglio dunque che nel nuovo soggetto ci sia anche la «Regione» a garanzia di una visuale più ampia e di un percorso chew porti «all’università statale». Per Ciriaco Davoli (Rc) invece si dovrebbe privilegiare gli «enti pubblici» e ripartire dai «servizi bloccati» agli studenti di Nuoro. Perplessità poi sull’università «regionale», perchè Nuoro deve essere come «tutte le altre». Servizi da garantire subito agli studenti anche per Silvestro Ladu che ancora una volta picchiato contro Soru e la Mongiu (che «non ci credono») e contro l’emendamento che tiene in piedi l’università diffusa con Nuoro dentro. Al di là delle responsabilità, comunque, la battaglia che resta da fare per il terzo polo è «tutta politica». Dopo Ladu, Peppino Paffi assessore provinciale alla Cultura, ha inviato tutti ad arrivare alla prossima Conferenza di servizi con una «proposta chiara». Intanto - ha annunciato - la Provincia per la Fondazione ci mette «500 mila euro per 12 anni». Per il superamento del vecchio Consorzio, alla fine, si sono detti d’accordo anche il sindacalisti Ignazio Ganga e Gianfranco Mussioni con i consiglieri regionali Giuseppe Pirisi e Vincenzo Floris (che però hanno difeso il presidente Soru), insieme al senatore Gianni Nieddu e al rappresentante degli Industriali.
Il cerchio dunque si chiude, e comincia così (con la Fondazione o altro) una nuova fase per la storia futura dell’università nuorese. Se storia futura avrà, visto che tutto cade, oggettivamente, nel pieno di una campagna elettorale. E considerato anche che la Regione e i due atenei sardi si devono ancora pronunciare. Intanto i due presidenti delle province di Nuoro e Ogliastra, Deriu e Carta, annunciano che fra due settimane sarà presentato un «progetto operativo di sintesi» delle proposte e dei suggerimenti presentate ieri mattina da quanti hanno partecipato all’incontro che permetterà di attivare un impegno concreto per il «radicamento definitivo» dell’Università a Nuoro. I due presidenti riuniranno le strutture tecniche per elaborare il progetto che presenteranno nel corso di una nuova riunione.
Nino Bandinu 
 
 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Azienda mista e Puc 
Rivoluzione lungo viale San Pietro 
Sassari. Il teorema è molto semplice, ed è una di quelle formule dove mutando l’ordine dei fattori il risultato cambia. David Harris, direttore generale fresco di nomina, lo declama con occhi che brillano e con un accento inglese alla Alain Friedman. Dice: «Spostiamo i servizi verso i pazienti, e non i pazienti verso i servizi». Elementare principio. L’azienda mista cercherà di seguirlo per i prossimi cinque anni. Il piano di sviluppo di questo nuovo soggetto della sanità che fonde la didattica e la ricerca universitaria con l’assistenza medica nelle varie cliniche, deve però confrontarsi con un altro piano, che lo contiene come un guscio: il Puc. Ieri David Harris e il rettore Alessandro Maida ne hanno discusso con i componenti della commissione urbanistica integrata.
Luigi Soriga 
 
 
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Cagliari
Beniamino e Amanda, i nostri avi 
Arbus, risalgono al Mesolitico e furono ritrovati nel 1985 
Sanluri. I paleontologi hanno dato un nome agli antenati della Gente di Sardegna: Beniamino e Amanda, erano una coppia e sono vissuti ottomila e cinquecento anni fa. Dalle analisi della dentatura, in parte consumata, e dalle tracce di osteoporosi, quei corpi apparterrebbero a un uomo sui quaranta-quarantacinque anni e a una donna della stessa età. Beniamino e Amanda, appunto.
Sono questi i risultati scientifici dell’importante scoperta in s’Omu e s’Orcu, luogo di sepoltura preistorica nel comune di Arbus, dei resti umani ricoperti di ocra che li ha conservati nel tempo, unica testimonianza in Sardegna.
Una stretta collaborazione tra la facoltà di Scienze dell’Università di Cagliari, l’Università “La Sapienza” di Roma, la Soprintendenza ai beni Archeologici, ha permesso di analizzare i reperti e studiare il contesto del ritrovamento per datarlo e tornare indietro nel tempo, al Mesolitico.
Uno studio durato oltre vent’anni da quando, nel 1985, un gruppo di ragazzi trovò sulla spiaggia arburese delle ossa appartenenti a una persona in posizione rannicchiata e a altre ossa tra cui un torace, ricoperte di una sostanza rossa che poi vennero custodite dal gruppo archeologico Neapolis di Guspini. Ma è solo nella campagna di scavo delll’anno scorso che gli studiosi sono riusciti a ricostruire il contesto ambientale e datare i ritrovamenti attraverso l’analisi di dune fossili, sedimenti, pezzi di carbone relativi a un incendio, ma anche dei resti di prolago, un animaletto somigliante al coniglio selvatico. Sono arrivati alla conclusione che Beniamino e Amanda sono vissuti in un periodo di grandi cambiamenti climatici, il livello del mare era più basso e l’isola di San Pietro si poteva anche raggiungere a piedi. Hanno poi scoperto che esistevano poche specie animali e uno di questi era il prolago. Tantissime analisi sono state eseguite in questi anni nei laboratori delle Università italiane e dell’Arizona
Adesso Beniamino continua a essere al centro dell’attenzione degli esperti anche per la particolarità della sua sepoltura: vicino al corpo, all’altezza della testa, è stata ritrovata una grossa conchiglia che veniva utilizzata come strumento musicale, un’usanza funeraria che poi si è sviluppata in epoche successive.
Per gli scienziati, Beniamino e Amanda rappresentano un simbolo di un’attività che vogliono portare avanti e nonostante queste scoperte abbiano permesso di arricchire di informazioni sull’uomo che abitava la Sardegna nella preistoria, il loro lavoro, dicono, è appena agli inizi. E a tutti resta sempre lo stesso dubbio: erano Beniamino e Amanda i veri progenitori dei sardi?
Igina Campus


Questionario e social

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