Lunedì 21 gennaio 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 gennaio 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 5 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Primo Piano Pagina 3
Il Papa: «Rispettate le opinioni altrui»
Discorso agli studenti all’Angelus. Acclamato da 200 mila fedeli
 
CITTÀ DEL VATICANO La giornata dell’orgoglio cattolico, dopo l’affronto della Sapienza, ha portato in Piazza San Pietro oltre centomila persone - duecentomila secondo la Gendarmeria vaticana - per l’abbraccio riparatore di quanti ritengono inaccettabile che si impedisca al Papa di parlare.
All’appello del cardinale vicario Camillo Ruini a stringersi intorno a Benedetto XVI nell’Angelus - dopo le contestazioni che hanno spinto il papa a rinunciare a parlare alla Sapienza - ha risposto l’intero arcipelago dell’associazionismo cattolico, con i movimenti ecclesiali, i gruppi studenteschi, le comunità diocesane e parrocchiali, famiglie e singoli fedeli in ordine sparso, oltre a una folla bipartisan di politici, giunti correttamente in piazza senza insegne di partito.
Com’è suo carattere, papa Ratzinger, accolto dall’ovazione della piazza quando si è affacciato a mezzogiorno dal suo studio per la preghiera domenicale, è parso quasi sopraffatto da tanto affetto, sembrava quasi essere lui a doversi scusare per il clamore della vicenda. «Grazie - ha risposto con un sorriso all’applauso -, e adesso preghiamo l’Angelus».
Ha letto quindi il suo discorso sulla settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ha poi recitato la preghiera mariana ed è passato al tema del giorno, quello che tutti attendevano, rivolgendosi a «giovani universitari, che sono tanti - ha detto rimarcando il tanti -, e professori» venuti in piazza «per esprimermi solidarietà». «Vi ringrazio di cuore, cari amici, e ringrazio il cardinale vicario Camillo Ruini, che si è fatto promotore di questo momento di incontro».
Il Pontefice ha ripercorso la vicenda: il «cortese invito» a visitare la Sapienza, ateneo che conosce bene, stima e ai cui studenti è affezionato; il «clima che si è creato» e che «purtroppo ha reso inopportuna - ha annotato - la mia presenza alla cerimonia». «Ho soprasseduto mio malgrado», ha sottolineato, ricordando che ha comunque mandato il testo del discorso che avrebbe pronunciato e spiegando che «all’ambiente universitario, che per lunghi anni è stato il mio mondo, mi legano l’amore per la ricerca della verità, per il confronto, per il dialogo franco e rispettoso delle reciproche posizioni».
«Come professore, per così dire emerito che ha incontrato tanti studenti nella sua vita - ha aggiunto -, vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene».
In tutto venti minuti di discorsi, più volte interrotti da applausi, e saluti nelle varie lingue, conclusi poi a braccio, con un «grazie a voi tutti, andiamo avanti in questo spirito di fraternità, amore per libertà e verità e impegno comune per una società fraterna e tollerante».
Una volontà evidente, quella del Papa, di parlare «per» qualcosa e non «contro» qualcuno. Oltre alla massa dei fedeli, ha voluto testimoniare vicinanza al Pontefice anche un gran numero di politici, cattolici e non.
Il centrodestra ha risposto al gran completo alla chiamata di Ruini: delegazioni di Forza Italia, An, Udc e Lega Nord si sono mischiate ai fedeli nella piazza. Dalla maggioranza, invece, sono intervenuti solo esponenti di centro del Partito Democratico, con fianco a fianco le due anime cattoliche del Pd: i teodem più vicini a Francesco Rutelli (Enzo Carra, Paola Binetti, Luigi Bobba, Emanuela Baio) e gli ex popolari dell’area di Dario Franceschini e Beppe Fioroni. Non è voluto mancare Clemente Mastella, giunto direttamente da Ceppaloni. E in piazza si sono visti anche i due senatori a vita Giulio Andreotti e Francesco Cossiga.
Da Bologna, il premier Romano Prodi ha cercato di gettare acqua sul fuoco delle polemiche, invitando tutti a «chiudere definitivamente questa tensione», generata certo da un episodio «non positivo» come quello della Sapienza.
Il leader dell’Udc Pierferdinando Casini è arrivato a San Pietro per dimostrare «affetto» al Papa, ma anche per «affermare i valori della libertà e dell’identità cristiana in Italia». Più duri i toni di An che, per bocca del portavoce Andrea Ronchi, ha puntato l’indice contro «un oscurantismo molto pericoloso» che una parte della sinistra ha contribuito a creare, scrivendo «una delle pagine più brutte della storia repubblicana». 
 
Primo Piano Pagina 3
Voci contro anche nella giornata della solidarietà al pontefice
 
ROMA «La presenza di esponenti politici all’Angelus non aveva le caratteristica di una partecipazione ad un evento religioso, ma quello di una vera e propria manifestazione propagandistica». Lo ha detto Enrico Boselli del Partito Socialista.
«Siamo solo di fronte ad una montatura - continua Boselli - che ha trasformato un fatto mai accaduto in realtà. Il Papa ha diritto di parola ovunque, cosa che è garantita a tutti dalla nostra democrazia liberale e nel nostro paese, unico al mondo, la presenza del capo della Chiesa cattolica sui mass media è dilagante. Alla Sapienza non gli è stato impedito di parlare e il suo mancato intervento è dovuto solo ad una sua rinuncia per ragioni di opportunità di fronte alle contestazioni che si erano manifestate. Si è drammatizzato quindi un evento che non è accaduto, scontando che sarebbe avvenuto e criminalizzando così qualsiasi diritto al dissenso. Se davvero il Papa andando alla Sapienza non fosse riuscito a parlare - conclude Boselli - allora si sarebbe determinato davvero un evento gravissimo e in questo caso non sarebbe mancata la nostra solidarietà».
È necessario ricostruire la separazione fra Stato e Chiesa: è il giudizio del ministro per la Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, sulla manifestazione che si è svolta a piazza San Pietro in occasione dell’Angelus. «Avendo sostenuto nei giorni scorsi che il Papa doveva parlare all’Università - proprio in nome dei principi di libertà sostenuti da Galileo - non posso non sottolineare come quella di ieri sia stata a tutti gli effetti una manifestazione politica e come proprio questa continua sovrapposizione tra dimensione di fede e dimensione politica - ha aggiunto - sia all’origine dell’insofferenza che emerge nella società italiana nei confronti del Vaticano. La pretesa di poter intervenire continuamente nella dialettica politica senza che le proprie posizioni vengano contestate, in nome del fatto che si tratterebbe di posizioni non politiche ma religiose, mi pare una pretesa eccessiva, priva di fondamento e al di fuori della lettera e dello spirito del Concordato, che regola i rapporti tra la Chiesa Cattolica e lo Stato Italiano, ognuno nel proprio ordine indipendente e sovrano. Anche per questo - ha concluso - è sempre più urgente varare una legge sulla libertà religiosa in Italia, superando la legislazione sui culti ammessi del 1929». 
 
Primo Piano Pagina 3
Mastella: «Ci volevano le scuse ufficiali del governo»
 
ROMA L’università «è luogo di dialogo, chiudiamo questa tensione definitivamente». Così Romano Prodi, da Bologna, ha chiesto di archiviare l’incidente del mancato discorso alla Sapienza di Benedetto XVI, invitando tutti «a lavorare per il futuro», «chiudere definitivamente questa tensione» e a circoscrivere il fatto in un episodio e non farlo diventare una «ferita costante».
«Credo che non sia stato un episodio positivo quello della Sapienza - ha detto il presidente del Consiglio -; l’università è un luogo di dialogo; ma adesso - è stato l’invito del premier - pensiamo a lavorare per il futuro, a chiudere definitivamente questa tensione, a renderla temporanea come deve essere: un fatto episodico, non una ferita costante».
In mattinata l’ex guardasigilli Clemente Mastella, da piazza san Pietro dove si era recato rispondendo all’appello del cardinale Ruini per difendere la libertà di espressione e mostrare solidarietà al Papa, non aveva esitato a bacchettare gli ex colleghi di governo: «Il presidente del Consiglio Prodi e il ministro degli Esteri D’Alema avrebbero dovuto telefonare a Bertone per presentare le scuse ufficiali del governo».
Il leader dell’Udeur, prima dell’Angelus, conversando coi cronisti non aveva mancato di rilevare: «se lo stesso episodio avesse coinvolto il presidente francese Sarkozy o un altro capo di Stato estero, non avrebbero forse fatto un simile passo ufficiale? È così che si comporta uno Stato laico».
Non è stata sufficiente l’iniziativa del Quirinale? «La lettera inviata dal presidente Napolitano è stata surrogatoria rispetto all’azione del governo. Ha fatto molto bene e del resto Napolitano è una persona di grande serietà, che rispetto. Ma io come responsabile del governo avrei fatto un passo ufficiale, non limitandomi a esprimere soltanto condanna e solidarietà. Del resto - ha puntualizzato - se Roma è importante è perchè un miliardo di cattolici guarda qui al Papa».
Sulla stessa linea di Prodi si era espresso, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, il presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco. «Nessuna prova di forza. La Chiesa non ha intenzione di darne», aveva detto. «Nessun Paese ha bisogno di contrapposizioni, soprattutto quando nascono dal niente o dai pregiudizi di qualcuno». Per il cardinale, l’incidente della Sapienza è «chiuso». 

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Attualità
Una «lezione» sulla tolleranza delle idee 
«Ho rinunciato mio malgrado, grazie della vostra solidarietà» 
di Lucia Visca 
 
CITTÀ DEL VATICANO. «Spirito di fraternità, amore per libertà e verità e impegno comune per una società fraterna e tollerante». Benedetto XVI, affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico, ha appena recitato l’Angelus, la preghiera della domenica dedicata alla Madonna. Le braccia del colonnato del Bernini stringono i supporter di papa Ratzinger, chiamati a raccolta dal vicario per Roma cardinale Camillo Ruini. Sono più del solito ma l’affollamento non è strepitoso.
Ottanta, centomila, ammettono in questura, a mezza bocca. Perché sotto il Cupolone la versione è un’altra. «Duecentomila», proclamano con orgoglio da tifoseria, Gendarmeria vaticana, Sala stampa della Santa Sede e Radio Vaticana. L’offesa della Sapienza è cancellata. Dopo una settimana di polemiche e risse, lezioni di laicità e accuse reciproche di ristrettezza di vedute, è Benedetto XVI a mettere la parola fine all’incidente della Sapienza, dove avrebbe voluto andare e dove suo «malgrado» non ha messo piede. Incassa un «chiudiamo questa tensione definivamente» dal presidente del consiglio Romano Prodi che a San Pietro, comunque, non c’era. L’auspicio del premier è lo stesso del papa, che la questione non diventi «una ferita costante». L’antefatto è noto. Di fronte all’invito rivolto al papa di intervenire all’apertura dell’anno accademico, 67 scienziati hanno firmato una lettera di critica. Il clima si è surriscaldato e sospetti sull’ordine pubblico hanno consigliato Oltre Tevere a cancellare la visita. Ai molti in piazza, si pensa in Vaticano, certe cose vanno dette. Così è il papa in persona a spiegare la faccenda, aggiungendo che il discorso lo ha comunque mandato al senato accademico dell’Ateneo fondato sette secoli fa da Bonifacio VIII perché si sente legato «all’ambiente universitario, che per lunghi anni è stato il mio mondo, mi legano l’amore per la ricerca della verità, per il confronto, per il dialogo franco e rispettoso delle reciproche posizioni». Benedetto XVI è, e si sente, ancora un professore, ci tiene. Lo dice con chiarezza: «Come professore, per così dire emerito, che ha incontrato tanti studenti della sua vita, vi incoraggio tutti, cari universitari, a essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene». Insomma un vecchio professore, anche un po’ brontolone, che sia pure «pacatamente e serenemente», come direbbe Crozza, non rinuncia alla ramanzina. Un professore che non la manda a dire e che per quanto grato al «cardinale vicario Camillo Ruini che si è fatto promotore di questo momento di incontro», i suoi conti preferisce regolarli da solo offrendo a discenti e docenti una lezione sulla tolleranza delle idee. Una lezione che, innanzitutto, era rivolta alla piazza, piena di striscioni dei movimenti ecclesiasi che, come si sa, a questo papa non sono poi così simpatici. C’erano Neocatecumenali e Comunione e liberazioni, Focolarini e Rinnovamento nello spirito. Ma c’erano anche organizzazioni un po’ più secolari, più o meno schierate con i teodem, presenti in massa: Comunità di Sant’Egidio e azione cattolica in testa. Al tema del giorno, la scuola cattolica, che aveva attirato un nocciolo duro di cinquantamila persone in piazza San Pietro, il papa dedica la seconda parte del suo breve intervento. Qua si notano toni nuovi, diversi da quelli usati per anni dal predecessore Giovanni Paolo II. Nessun appello per la parità e il finanziamento, solo un vago accenno alle difficoltà di testimoniare la fede cristiana fra i più giovani.
 
Pagina 7 - Attualità
Tanti politici sotto il cupolone 
Rutelli, Cossiga in carrozzina, Andreotti e numerosi esponenti del parlamento 
E da Ceppaloni è arrivato l’ex guardasigilli Mastella 
 
 ROMA. «I presenti fra San Pietro e dintorni sono duecentomila». È appena terminato l’Angelus e il Papa sta ancora parlando quando il vice direttore della sala stampa della Santa Sede sfodera i numeri della piazza stimati dalla Gendarmeria Vaticana.
 La folla di fedeli - studenti, turisti, pellegrini - assiepata sotto le finestre del Palazzo Apostolico, probabilmente è la metà. Ma la gente è comunque tanta, molta più del solito.
 L’invito del cardinal Ruini a stringersi attorno al Papa contestato alla Sapienza è stato accolto. In piazza c’è l’intero arcipelago dell’associazionismo cattolico, ci sono i movimenti ecclesiali, i gruppi studenteschi arrivati da mezza penisola, le comunità diocesane e parrocchiali. Complice la giornata di sole sfolgorante, ci sono tante famiglie coi bambini in braccio; tra i più piccoli qualcuno è in maschera e lancia coriandoli.
 I fedeli arrivati già di buon mattino dal Veneto, dalla Lombardia, dall’Abruzzo, dalla Sicilia e da altre regioni occupano la piazza ordinatamente. Gli striscioni dei collettivi universitari svettano sulla folla colorata, ripresi dalle tv di tutto il mondo.
 I giornalisti italiani, invece, danno la caccia ai politici di destra e di sinistra che hanno preannunciato la propria presenza e che non fanno molto per passare inosservati. Il più ricercato è Clemente Mastella che fa il suo ingresso in San Pietro quasi fosse una star, accolto da una foltissima delegazione di sostenitori, e che non sembra disposto a rinunciare a far polemica a distanza con Romano Prodi. Ma il guardasigilli dimissionario, venuto apposta da Ceppaloni, non è l’unico membro del governo presente. Sotto l’obelisco, accompagnato dal vicesindaco di Roma, Maria Pia Garavaglia, arriva il vicepresidente del consiglio Francesco Rutelli che stringe mani ma rimanda ogni commento alle polemiche interne al Pd. «No, non siamo qua per discutere di politica», dice ai giornalisti che lo incalzano. Al suo fianco i teodem Paola Binetti, Enzo Carra, Luigi Bobba, Emanuela Baio. In ordine sparso arrivano anche il vicesegretario del Pd Dario Franceschini e il ministro della pubblica istruzione Beppe Fioroni. Marcella Lucidi, sottosegretario agli Interni. «La mia presenza è un atto di solidarietà al Santo Padre. Le basi di uno Stato laico sono la libertà di pensiero e di parola», risponde Franceschini liquidando in fretta le telecamere.
 Nel parterre politico non mancano i senatori a vita. Giulio Andreotti arriva e se ne va a braccetto della scorta. Francesco Cossiga, scende dall’automobile e lo sistemano su una sedia a rotelle. Entrambi, ospiti di riguardo del Vaticano, vengono accolti oltre i cancelli sorvegliati dalle Guardie svizzere.
 Su via della Conciliazione invece si danno appuntamento gli attivisti di An, presenti in massa con interi fasci di bandiere tricolore. Il primo ad arrivare è il portavoce del partito Andrea Ronchi accompagnato dal il vicepresidente del Senato Mario Baccini, Udc. Trafelato, con mezz’ora di ritardo sul resto della delegazione, si presenta Maurizio Gasparri. All’appello di Ruini, ovviamente, ha risposto anche Pierferdinando Casini, leader dell’Udc. E hanno risposto la Lega Nord e Forza Italia.
 Ma in piazza, nel turbinio di politici, trova posto anche Vittorio Emanuele di Savoia, giunto all’Angelus con una delegazione di 500 monarchici. «Povera Italia», canticchia tra se un uomo confuso tra folla. Una voce da tenore che non passa inosseravata. «Ma io sono qui per turismo. Eravamo a Roma e non ero mai stato all’Angelus», si affretta a spiegare Andrea Bocelli. «Certo penso che quanto accaduto sia molto triste», aggiunge mentre Benedetto XVI si affaccia alla finestra.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Sassari
«Mappe della Sardegna», un incontro con Soru 
 
SASSARI. Oggi, alle 16,30 nell’aula magna dell’ università, il presidente della Regione Renato Soru incontrerà gli studenti della facoltà di Scienze politiche sul tema «Mappe della Sardegna: quali paesaggi per quali abitanti». L’incontro, coordinato da Giacomo Mameli, è aperto a tutti, e rientra in un progetto formativo del corso avanzato di Sociologia urbana tenuto dalla professoressa Antonietta Mazzette.
 Ci saranno anche il rettore Alessandro Maida, il preside di Scienze politiche Virgilio Mura e il direttore del Dipartimento di Economia, Istituzioni e Società Antonio Fadda. «Obiettivo dell’iniziativa - spiega Antonietta Mazzette - è creare un confronto diretto tra Soru, gli studenti e i dottorandi in Scienze della governance e dei sistemi complessi, a partire da interrogativi sui costi e i benefici delle trasformazioni territoriali, sui modi di guardare un paesaggio, sulle responsabilità individuali, sociali e politiche nell’uso-consumo delle risorse dell’isola». L’incontro di questo pomeriggio conclude un ciclo di iniziative aperto il il 4 dicembre 2007, con il confronto con lo scrittore Giorgio Todde, con il giornalista Costantino Cossu e con l’attore Sante Maurizi in occasione della presentazione del libro di Sandro Roggio «C’è di mezzo il mare».
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Sassari
ERSU, CONCORSO «FITTO CASA» 
Domande in scadenza il 31 gennaio sul sito web una rettifica al bando 
 
SASSARI. Il 31 gennaio è il termine ultimo per inviare le domande di partecipazione al bando di concorso «Fitto Casa», indetto dall’Ersu di Sassari, in applicazione della delibera della giunta regionale 27/36 del 17 luglio 2007. Con questo strumento la Regione autonoma della Sardegna, tramite gli Ersu di Cagliari e Sassari, intende ampliare ulteriormente la fruizione del diritto allo studio agli studenti che non possono essere ospitati nelle residenze universitarie.
 A questo contributo inoltre possono accedere anche gli studenti appartenenti a una fascia di reddito superiore a quella richiesta per le borse di studio.
 Il bando completo, con tutti i dettagli e le modalità di partecipazione, si può scaricare dal sito www.ersusassari.it.
 Sullo stesso sito è stato pubblicato un avviso di rettifica che corregge alcune inesattezze presenti nel bando. Tale rettifica non comporta nessuna variazione al fine della compilazione del modulo di domanda, ma risulta necessaria ai fini della stesura della graduatoria.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Nurax, l’integratore made in Sardinia 
Dall’intuizione di un neurologo alla commercializzazione in Europa 
Il polo scientifico Sardegna Ricerche coinvolto nello studio che ha aperto nuove prospettive per le erbe officinali 
 
Dagli scaffali e dalle vetrine di enoteche e profumerie ecco il mirto e il rosmarino sul bancone del farmacista. Non più mirto da bere e rosmarino da aroma, ma nei barattoli colorati di terracotta con foglie e bacche rinsecchite da alchimisti ed erboristi. Da un anno, tra i boschi della foresta nel Parco tecnologico di Pula ribattezzato Sardegna Ricerche, sono diventati medicinali o - per usare il termine più corretto in farmacologia - “integratori alimentari”, farmaci da banco. Li produce una società dal nome sardissimo, Nuraging Biotech, filiale italiana dell’omonima società con sede a Cardiff, Galles, nel Regno Unito. Pastiglie a base di mirto e rosmarino già in commercio in tutt’Italia e per ora in alcune città europee, cinquemila scatole distribuite e in fase di vendita. Si chiamano NuraxMemo (per aiutare la capacità di concentrazione e la memoria), NuraxFlex (favorisce l’elasticità muscolare) e NuraxEnergy (a supporto delle fatiche fisiche o mentali). Prodotti analoghi si trovano da tempo pensati e distribuiti da tante altre case farmaceutiche. Questi tre nuovi tipi di compresse a base di essenze botaniche sono prodotti (per adesso) nello stabilimento di Ferentino, Ciociaria, provincia di Frosinone. Amministratore delegato è un neurologo, Angèlico Carta, 48 anni, figlio di un medico (Pietro, di Paulilatino) e di un’insegnante (Maria Teresa Minotti). “Magari potessimo produrre qui, occorrono numeri alti. Stiamo valutando anche questo aspetto, sarebbe molto più logico veder uscire le scatole col prodotto finito nello stesso punto dove è stato pensato. Ma stabilimenti di questo genere hanno bisogno di requisiti internazionali. Si possono ottenere, la strada è tracciata”.
 Alla base di questi “integratori” ci sono dunque piante sarde. Il toccasana di tutti i mali? Possono essere utilizzati oltre che per i liquori e profumi? Certamente. Flavia Franconi, del Dipartimento di Scienze del farmaco dell’università di Sassari, professore ordinario di Farmacologia cellulare e molecolare e coordinatore del dottorato in Farmacologia di genere: Dice: “Il mirto è una pianta della flora mediterranea ricca in antiossidanti, i cosiddetti polifenoli”: E spiega. “L’utilizzo di una dieta ricca in polifenoli ha un effetto salubre riducendo il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari (infarto) e cancro. In particolare, i polifenoli del mirto riducono in maniera dose-dipendente l’ossidazione del lipoproteine a bassa densità (il cosiddetto colesterolo cattivo). Al di là di questa azione, il mirto ha importanti azioni anche a livello vasale in senso antiaterosclerotico”.
 Una Sardegna così ricca di flora mediterranea, di distese sconfinate di mirto, rosmarino, timo, erbe e fiori di molti tipi, non potrebbe sfruttare meglio questa sua miniera verde? Certo che potrebbe. Nel settore liquoristico e cosmetico avviene da alcuni anni (e con buon successo) soprattutto all’apripista Erbosar di Orosei di Giuseppe Lentinu che valorizza anche salvia e camedrio. Ma pastiglie, integratori vitamici.
 Tutto nasce in Sardegna una ventina di anni fa proprio durante una passeggiata nelle stupende campagne tra Paulilatino e Fordongianus, nell’alto Oristanese, dov’è nato il padre di Angèlico. Si chiedono che farne di queste essenze botaniche. Nel resto del mondo non vengono usati in farmacologia e in profumeria? Non sono eccezionali anche per creme di bellezza? Quanto potrebbe dare valore aggiunto il made in Sardinia, terra di ambiente pulito? Domanda che resta senza risposta fino a pochi anni fa quando nasce il Parco tecnologico che ora - dice il suo presidente Giuliano Murgia - punta ad “avere una Biomedicine & Technology Valley. In silenzio, senza clamore, abbiamo 65 imprese insediate, lavorano 498 ricercatori”.
 Certo. Occorrono competenze. Sarde o estere poco importa. Purché la Sardegna trasformi le sue materie prime, ne abbia i vantaggi, il ritorno. Le professionalità cominciano a esserci. È Carta che presenta i suoi collaboratori sardi: Mauro Manunta, laurea in Biologia, originario di Burcei, la farmacista Silvana Urru di Meana Sardo, parte amministrativa affidata a Paolo Porcu, cagliaritano. Quando c’è bisogno lavorano altri ricercatori prestati da Pharmaness: tra gli altri Angela Sanna, “cagliaritana di Seneghe”, Maria Antonietta Casu di Sorgono. Dice Carta: “Quando vengono colleghi americani o giapponesi, tedeschi o inglesi si sorprendono di quanto già esiste nel campo della biotecnologia e della biomedicina. Che possono svilupparsi davvero”. È questa la stessa zona dove si fanno gli studi sull’invecchiamento in Sardegna con i laboratori di Shardna radicatissimo in Ogliastra. Dietro queste pastiglie al mirto e al rosmarino c’è l’intuizione del dottor Carta e di altri biologi sardi che si ritrovano ogni giorno nel padiglione 5 di Sardegna Ricerche dove detta legge soprattutto la già citata Pharmaness, fondata nel 1996, capitale misto pubblico-privato, partecipata dall’Università di Cagliari e dal Consiglio nazionale delle ricerche e presieduta dallo psichiatra Luca Pani. È Pharmaness, con la sua struttura, a occuparsi di individuare le basi neurobiologiche delle psicosi, della depressione, del dolore, dei disturbi del sonno e dell’alimentazione. E offre assistenza e consulenza, quasi “in conto terzi”, a chi ne fa richiesta. Oppure “presta” le proprie strutture e laboratori. Naturalmente a pagamento. È qui che lavorano alcuni dei ricercatori di Nuraging in camice bianco fra pipette, microscopi a scansione elettronica, apparecchi per l’autoradiografia, la localizzazione dei recettori, amplificatori del Dna, centrifughe, grandi cilindri, soluzioni tampone per l’elettroforesi. Alle pareti manifesti di catene molecolari, grande descrizione delle proprietà del papavero sonnifero. Un lungo muro bianco racconta il percorso biochimico dalle piante officinali alle sostanze pure.
 La storia professionale di Angèlico Carta ha origine sarde ma è soprattutto scritta in giro per il mondo. A Roma il liceo classico “Massimo” e la laurea alla Sapienza in Medicina, tesi sul morbo di Parkinson. Specializzazione in neurologia al King’s College di Londra, tre anni di ricercatore tra Roma e Londra. Poi cerca un’industria privata e trova lavoro nell’italiana Sigma Tau, nello stabilimento del Maryland, a Gatethrsburg, ne coordina la ricerca chimica. Una multinazionale del farmaco. Pietro Pola, responsabile marketing, ne dà i numeri portanti: “Più di quattrocento ricercatori, fatturato di 600 milioni di euro, stabilimenti anche a Milano, Caserta e Washington”. Qui Carta lavora per sette anni. Dopo il Parkinson si occupa dell’Alzheimer e di neuropatie periferiche diabetiche. Torna a Londra a dirigere la sezione europea di Sigma Tau. Ha però un rovello fisso: l’uso delle piante officinali in Sardegna, dopo quelle passeggiate negli altopiani dell’Oristanese. Sa di quanto sta avvenendo nel Parco scientifico di Pula voluto da una felice intuizione della Regione (il padre putativo è l’ex presidente sardista Mario Melis). Carta vuol toccare con mano. “Notavo la presenza di strutture vere, di laboratori veri, di ricercatori preparati”.
 Il parto-nascita di Nuraging avviene durante una cena a Londra, ristorante Monte’s in Knightsbridge. “Un mio collega inglese mi dice chiaramente che ha disponibilità finanziarie e ha interesse a investire nella ricerca di nuovi prodotti naturali. Gli dico che la Sardegna è un deposito immenso di piante ed erbe officinali. Lui mi cita i centenari dell’Ogliastra, gli studi sull’invecchiamento, le pubblicazioni scientifiche di Neuroscienze, alcuni lavori dei botanici Mauro Ballero di Cagliari e Ignazio Camarda di Sassari. Gli propongo un viaggio a Pula, ci arriviamo in un weekend, il direttore generale Chicco Marcheschi ci accoglie di sabato, mattina e sera a parlare e trattare, resta entusiasta, andiamo insieme a Paulilatino, vede le distese di rosmarino e di mirto, distingue il profumo del timo e dell’elicriso, the business must go on, l’affare deve andare avanti, dice. A pranzo siamo a Is benas di Santulussurgiu con tagliatelle al sugo di bue rosso, di sera al pozzo sacro di Santa Cristina, sì, l’affare ormai è fatto”.
 Contatti formali con Sardegna Ricerche. Nasce Nuraging, sperimentazioni sui prototipi, la cosa più immediata è - aggiunge Carta - “usare al meglio le capacità antiossidanti sulle combinazioni degli estratti di mirto e rosmarino noti per le loro indiscutibili proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, sì, contribuiscono a contrastare l’invecchiamento cellulare. Tale combinazione viene chiamata Nuragene”. Studi, prove, esperimenti con i biologi sardi, Manunta e Urru, Sanna e Casu. Ed ecco le capsule di NuraxMemo con Nuragene e altri ingredienti a base di magnesio e zinco, ecco il NuraxFlex sempre con Nuragene, curcuma e vitamina C, il NuraxEnergy con l’eterno Nuragene e vari tipi di vitamine B. Quante scatole? Già detto. “Per ora siamo a quota cinquemila”, conferma Pola. I primi distributori? “Sardi ovviamente con il consorzio dei farmacisti sardi CoSaFaCa”.
 Mirto e rosmarino davvero miracolosi? Non solo queste due piante. Ancora la professoressa Franconi dell’ateneo sassarese: “Il mirto condivide la sua azione salubre con quella di altre piante della flora mediterranea come l’olivo. Infatti, gli estratti dell’olio d’oliva, al di là degli effetti benefici dell’acido oleico, hanno un forte potere antiossidante sul “colesterolo cattivo”. Come abbiamo recentemente pubblicato, questi estratti esercitano importanti effetti anche sui macrofagi umani (cellule chiave nello sviluppo dell’aterosclerosi) inibendo l’attivazione di un fattore di trascrizione. Questi ultimi dati sono il frutto di una ricerca congiunta delle università di Sassari, Novara, Firenze e dell’Istituto superiore di Sanità”. Si potranno usare altre piante per gli stessi fini?
 “Molte altre piante della flora mediterranea - lentischio, rosmarino, origano per non dimenticare il vino - hanno un potere antiossidante che almeno in teoria, porta ad effetti benefici della dieta mediterranea. Naturalmente non ci deve illudere: perché il passaggio all’uso come farmaci delle molecole presenti in queste piante richiede una serie di ricerca ivi incluso studi clinici d’intervento. In tale attesa appare allora opportuno assumere un atteggiamento di prudenza”.
 Integratori alimentari naturali dunque, non con formule chimiche. Integratori validi perché - conferma Carta - “la nostra ricerca sull’eventuale esistenza di un effetto sinergico nella combinazione dei due estratti di mirto e rosmarino ha confermato, rispetto alle singole erbe, che contengono un potere antiossidante maggiore, sia come intensità che come durata”. Fermarsi qui? Evidentemente no. La grande miniera a cielo aperto della macchia mediterranea in Sardegna può garantire davvero fatturato e occupazione. Ma non basta disporre di distese d’incanto nelle nostre vallate, dal Sulcis alla Gallura, dal Sarrabus alla Nurra. Per il salto di qualità occorrono soprattutto competenze scientifiche accertate in campo internazionale. Prima in Sardegna c’era il deserto scientifico. Oggi a Pula (nel cagliaritano), a Tramariglio (campagne di Alghero) ci sono competenze ma anche le strutture, i laboratori della Sardegna diventata “Biomedicine & Technology Valley”. Con cervelli che sono anche rientrati. Con cervelli non sardi che scelgono la Sardegna per far sorgere industrie e aziende innovative. Dopo le brucianti scottature del passato gli entusiasmi vanno certo contenuti. Ma quei prodotti che da un po’ di tempo troviamo nel bancone della farmacia sotto casa anche con la scritta Piscinamanna sono un fatto inedito per la Sardegna. Sicuramente positivo.
 
 

Questionario e social

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