Sabato 19 gennaio 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 gennaio 2008
Rassegna stampa a cura dell’Ufficio Stampa e Web
Segnalati 5 articoli de L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna
1 - L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari Pagina 28
Settimo
Tavola rotonda
 
Si svolgerà il 28 gennaio all’oratorio di Settimo (alle ore 18,30) una tavola rotonda su "La speranza tra sogno e segno". Interverranno Vittorio Pelligra, del dipartimento di Economia dell’Università, e Marco Espa, consigliere comunale di Cagliari. Il moderatore sarà Daniele Siddi. (ant. ser.)
1 - La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Cagliari
Sant’Antioco, c’è un libro che parla della bandiera con i quattro mori  
 
SANT’ANTIOCO. Domenica 27 gennaio alle 17,30 alla biblioteca comunale «I Sufeti», la libreria Cultura Popular presenta il libro di Franciscu Sedda «La vera storia della bandiera dei sardi». «È importante - dice il titolare della libreria Roberto Pintus - interrogarsi sull’origine del simbolo che, a torto o a ragione, ci rappresenta. Dalle insegne della Brigata Sassari alla bandiera della Regione, per la quale di recente le bende dei quattro mori sono state sollevate come in antichità: questo, nel bene e nel male, è il simbolo della Sardegna nel mondo. E allora è importante riflettere sull’origine del simbolo, sul processo che lo ha portato a divenire tale per tutti noi. Credo che incontrare l’autore che ha fatto una approfondita ricerca ed è un docente di semiologia, ovvero la scienza per eccellenza dei simboli, possa essere un momento interessante per la nostra comunità». La bandiera dei quattro mori è utilizzata anche da movimenti politici, da partiti e dal sindacato, ma sapere come il simbolo si è costruito, quale percorso lo ha portato ad essere tale può essere molto stimolante per chi è appassionato alla Sardegna. Franciscu Sedda insegna semiotica alle Università La Sapienza di Tor Vergata a Roma e a Sassari.(cf)
 
2 - La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Cagliari
ARCHEOLOGIA
Ciclo di conferenze sugli antichi commerci nel territorio 
 
CARBONIA. Organizzata da Italia Nostra, in collaborazione con l’amministrazione comunale, si svolgerà dal giovedì prossimo con inizio alle 17,15, nella Sala Convegni della Grande Miniera di Serbariu, il quarto ciclo di conferenze su «Recenti acquisizioni della ricerca archeologica in Sardegna. I commerci nel Mediterraneo dall’età del bronzo e del ferro al periodo fenicio-punico e romano». All’organizzazione delle conferenze hanno collaborato anche l’Università di Cagliari, l’associazione Geo Archeologica italiana, l’associazione di Geologia Ambientale, il Consorzio per il Geoparco. La prima conferenza sarà tenuta da Carlo Tronchetti sul tema «La Sardegna nelle rotte commerciali antiche». La seconda conferenza, il 31 gennaio alle 17,30, sarà tenuta da Virginie Bridoux, della scuola francese di archeologia di Roma, sul tema «Il commercio di età romana repubblicana fra Africa e Peisola PeisolaIberica». Giovedì 7 febbraio sarà la volta di Piero Bartoloni, dell’Università di Sassari, che relazionerà su «Il commercio fenicio nel Mediterraneo». Il 14 febbraio Marco Rendeli, sempre dell’Università di Sassari su «Il commercio greco nel Mediterraneo». Infine il 21 febbraio Giovanni Ugas, dell’Università di Cagliari parlerà su «ommerci nel Mediterraneo nell’età del bronzo e del ferro». Le stesse conferenze saranno ripetute a Cagliari il venerdì successivo nell’aula magna della Facoltà di lettere a Sa Duchessa. «Le testimonianze archeologiche della Sardegna - scrivono Pietro Castelli e Felice Di Gregorio che coordinano l’iniziativa - per l’originalità delle testimonianze, per la loro densità e leggibilità nel paesaggio e per le implicazioni con le antiche civiltà del Mediteraneo, costituiscono un patrimonio di importanza crescente, anche alla luce delle più recenti acquisizioni della comunità scientifica».(cf)
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Sassari
«La sabbia sparisce, occorre intervenire»
La strategia di un esperto per fermare l’assottigliamento delle spiagge  
 
ALGHERO. Le intense folate di maestrale che hanno interessato il litorale algherese nelle ultime settimane hanno evidenziato per l’ennesima volta il problema della dispersione di imponenti e preziose quantità di sabbia. Un problema ambientale serio al quale occorre porre rimedio. Ne è convinto il geologo marino e sedimentologo Vincenzo Pascucci, professore associato dell’Università di Sassari, originario di Siena, trapiantato da più di un lustro nella Riviera del Corallo. Il docente da esperto e ancor prima da utente residente, vive il disagio di dover assistere alle tempeste di sabbia durante le folate di maestrale. Sabbia che va a finire sulla strada, dentro i tombini e persino dentro le case.
«Tutto il litorale di Alghero è fortemente antropizzato - spiega il professionista - si tratta ormai di un dato di fatto dal quale non si può più prescindere, che ha portato alla città il benessere di cui gode e la fama di ottima stazione balneare. Oggi Alghero gode di un ecosistema particolare dal quale non possiamo più separarci e che quindi, come tale, deve diventare sostenibile».
Negli ultimi anni ci sono stati numerosi incontri sul problema della salvaguardia del litorale ma, secondo il professor Pascucci, non si è mai tenuto conto della vera vocazione di Alghero, cioè quella turistica. Il turista viene ad Alghero per la spiaggia e per come è organizzata. Il problema grosso è che questa spiaggia anno dopo anno si riduce sempre più. Quali le cause?
«Sono tre le componenti - evidenzia Pascucci -, il vento, gli utenti, la posidonia. Il vento non è gestibile e in parte è poco prevedibile - sostiene il geologo -, la protezione naturale a questo evento sono le dune, ma di queste nella spiaggia di San Giovanni c’è solo il ricordo. La presenza di muretti favorisce la formazione di mulinelli in grado di sollevare grosse quantità di sabbia e di portarla poi sulla strada. Le soluzioni potrebbero essere semplici ma comunque palliative - prosegue -, ad esempio si potrebbero realizzare barriere mobili e multiple che impediscano la dispersione della sabbia sulle strade. O ancora il rialzo dei muretti con barriere di legno. Tutto ciò non può prescindere anche dalla chiusura delle entrate pedonali in spiaggia specialmente quelle orientate verso nord- ovest. Queste barriere potrebbero essere posizionate durante l’inverno e rimosse a primavera». Altro accorgimento, secondo lo studioso, che potrebbe essere adottato per ridurre la sabbia che gli utenti della spiaggia si portano a casa dentro le scarpe, potrebbe essere quello di costruire passerelle di legno lungo le vie di accesso per ridurre di circa il 70 per cento la quantità di arenile che rimane attaccata alle scarpe. Infine, per rimuovere la posidonia è consigliabile non utilizzare mezzi che compattano tutto portandosi via tonnellate di sabbia.
Sergio Ortu
 
4 - La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Attualità
Una ricerca scova le cellule-killer della leucemia  
 
ROMA. E’ anche grazie al contributo di ricercatori italiani di Torino che sono state isolate le cellule’pre-tumorali’ che rappresentano il tallone di Achille della leucemia linfoblastica acuta pediatrica, uno dei tumori più comuni tra i bambini. Si tratta di cellule ancora sane ma che contengono già il seme della malattia: la scoperta si deve a uno studio internazionale al quale ha partecipato Wanda Piacibello dell’Istituto per la ricerca sul Cancro di Torino. Pubblicato sulla rivista americana Science, lo studio è stato condotto su coppie di gemelli identici, uno sano e l’altro con la leucemia (tra loro due gemelline inglesi di 4 anni Olivia e Isabella). Una particolarità notevole perchè il fratello o la sorellina sana porta comunque dentro di sè, nel midollo osseo, le cellule pre-tumorali che hanno fatto ammalare il gemello, ed è stato proprio questo fatto che ha permesso di isolarle. E la prova che le cellule scoperte sono effettivamente il seme di questa leucemia è venuta iniettando le cellule in topolini sani: il tumore prendeva inesorabilmente il via. Lo studio offre un nuovo bersaglio d’azione per colpire il tumore frequente nei bambini, andando ad attaccare queste cellule pre-tumorali che ne sono la causa iniziale. La leucemia linfoblastica acuta, spiega il professor Riccardo Riccardi, oncologo pediatra dell’università cattolica di Roma è tra le neoplasie più comuni in età pediatrica. Circa 500 casi di leucemia linfoblastica acuta (LLA) si verificano ogni anno in Italia in soggetti in età inferiore ai 14 anni. Alcuni studi hanno dimostrato che la malattia si instaura nell’organismo già prima della nascita a seguito di anomalie dei cromosomi. Una delle cause è la fusione dei geni TEL e AML1. In questo studio gli esperti hanno esaminato le cellule immunitarie di coppie di gemelli identici. In ogni coppia un bambino aveva la malattia, l’altro no. Il confronto delle loro cellule ha permesso di scoprire le cellule’pre-leucemiche’, quelle cioè non ancora maligne ma che danno il via al tumore. Gli esperti hanno scoperto che entrambi i fratelli presentano queste cellule preleucemiche ma che solo nei bambini con la malattia queste hanno compiuto un passaggio ulteriore divenendo maligne. L’isolamento di queste cellule potrebbe fornire un bersaglio d’azione per nuovi farmaci mirati, hanno concluso gli esperti.
 
 

Questionario e social

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