Venerdì 18 gennaio 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 gennaio 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 24
ersu Il rappresentante nel cda
«L’unica soluzione è spostare il servizio»
 
Si parla di incontri al vertice, di colloqui con sindaco, questore, prefetto e rettore. Ma intanto gli studenti che frequentano la mensa di via Premuda dovranno rassegnarsi a convivere a lungo con i soprusi dei teppistelli da strada di via Premuda. Perché, almeno per il momento, non ci sono soluzioni in vista. Certo, le forze dell’ordine potrebbero anche rafforzare la loro presenza in quella zona: un cerotto, però, che non risolverebbe il problema. Così come potrebbe essere importante ma non risolutivo il potenziamento dell’impianto di illuminazione urbana.
La prossima settimana si riunirà il consiglio di amministrazione dell’Ersu proprio per analizzare la situazione. «Purtroppo», interviene il rappresentante degli studenti nel cda Paolo Pirino, «non è la prima volta che veniamo a sapere di questi episodi. D’altronde, anche io sono uno studente che mangia in via Premuda e, quindi, vivo da vicino queste situazioni».
Il problema è noto, la soluzione, però, resta molto distante. «In realtà», spiega Pirino, «c’è soltanto un modo per non andare più incontro a questi problemi: occorrerebbe trasferire la mensa. Ne abbiamo parlato tante volte, tuttora stiamo cercando una soluzione. Ma è molto difficile da trovare. Occorre individuare in città uno spazio altrettanto grande in grado di ospitare tutti questi studenti. Vi rendete conto di quante difficoltà ci siano nel risolvere questo problema?».
Non resta che aspettare. Magari sino a quando gli attuali studenti, diventati nel frattempo dottori, avranno lasciato il posto a una nuova generazione di universitari. Perché, analizzate tutte le possibile soluzioni, sembra che ci sia soltanto da aspettare la creazione del campus universitario di viale La Playa. «Quando sarà realizzato», prosegue Pirino, «gli studenti avranno a disposizione una mensa con settecento posti. Un luogo, dunque, in grado di soddisfare le esigenze dell’ateneo cagliaritano». Quel campus potrebbe davvero rappresentare la soluzione di tutti i problemi dell’università cagliaritana. Ma sino a quel giorno, forse, gli studenti dovranno armarsi di pazienza: dietro ogni loro pasto ci sarà sempre nascosto un pericolo. ( mar.co. ) 
 
Cronaca di Cagliari Pagina 24
A cena il gruppo è lo scudo anti-bullo
Un cartello alla Casa dello studente: “In mensa andiamo tutti insieme”
Dopo le aggressioni dei giorni scorsi in via Premuda, gli universitari si organizzano per evitare problemi
Soprusi quasi quotidiani: le ragazze costrette a subire insulti e palpeggiamenti da gang di baby teppisti
 
«Stamattina è comparso un cartello all’ingresso della Casa dello studente: ci invita a formare gruppi, anche di persone che non si conoscono tra loro, per andare insieme in mensa». Sarebbe sufficiente questa testimonianza per descrivere il clima di preoccupazione che si respira nella mensa di via Premuda. Sarebbe sufficiente, invece, non è abbastanza. «Il mio nome? Non lo posso dire. Il mio paese d’origine? Vengo dalla provincia di Oristano ma non voglio svelare quale: vengo da un centro piccolo, a certa gente basta sapere quale per risalire a me». Minuta, quasi intimidita la ragazza risponde con una certa titubanza all’appello fatto al microfono dal direttore della mensa Paolo Salis: “ Se siete state protagonisti di qualche episodio negativo, venite a raccontarlo adesso ”.
I SOPRUSI Lei, la studentessa universitaria della provincia di Oristano, è talmente abituata ai piccoli soprusi da aver imparato a conviverci. «Apprezzamenti di ogni genere, parolacce, insulti: sono roba di tutti i giorni. Ho imparato a non sentirli più». Ma, in certi casi, non si può fare finta di niente. «Qualche tempo fa, dai palazzi che si affacciano sulla piazzetta vicino alla mensa sono state lanciate uova verso di me e verso un’amica. Non ci hanno colpite ma ci siamo preoccupate; il giorno dopo, ci siamo fatte accompagnare da due colleghi: loro sono stati colpiti dalle uova e anche dalle arance».
RAGAZZE NEL MIRINO L’annuncio del direttore della mensa arriva mentre sul maxi schermo viene trasmesso Studio Aperto (i telegiornali scorrono in heavy rotation). Un giovane in tuta sportiva lo sente e, con fare spavaldo, mormora agli amici (ma, soprattutto, alle amiche): «Diventerà protagonista di qualche episodio negativo chi eventualmente mi cerca». Un modo per farsi coraggio: non è facile sapere che, per andare a mangiare, si corrono rischi tutti i giorni. E per tanti anni, a seconda della durata del corso universitario scelto. Arrivano due ragazze (almeno loro svelano i paesi d’origine, Lodine e Gesico) che raccontano le loro sventure: «A creare problemi si avvicinano quasi sempre ragazzi alti un metro. Bambini che vogliono sentirsi grandi prima del tempo: abbiamo imparato a non reagire perché sappiamo che, se facciamo qualcosa, immediatamente arrivano i più grandi». Bisogna accettare senza fiatare qualunque avance . «Mi sono ritrovata una mano nel sedere da parte di un ragazzino su una bicicletta. Per fortuna, sono riuscita a bloccare qualunque reazione».
L’ANALISI Ma perché questi comportamenti? Radioquartiere parla di un posto mal tollerato dai residenti, soprattutto per via di quelle feste che, ogni tanto, animano la mensa. «Non è vero: dai palazzi davanti all’edificio», racconta il direttore, «non è venuta alcuna lamentela. C’è stato, lo scorso anno, qualche problema con un consigliere comunale e con uno della circoscrizione. Ma abbiamo risolto anche questo: basti pensare che, per l’ultima nostra festa benefica, abbiamo avuto il patrocinio proprio della circoscrizione». Nessuna rivolta, dunque. Soltanto un bullismo esasperato: a queste latitudini si allena la squadra juniores dei teppisti da strada. Qui, protetti dai bulli più grandi, possono provare quello che poi andranno a fare in giro per la città. L’ennesimo segnale di un malessere sociale, di una pseudocultura fatta di prevaricazioni sugli altri. In certi ambienti, mettere paura, far shpagheggiare (da pronunciare proprio con quella esse iniziale che suona come una “sc”) è sinonimo di valore: più uno viene shpagheggiato , più merita rispetto.
IL QUARTIERE Eppure, nonostante in tanti facciano proprio queste riflessioni, non c’è nessun atto d’accusa nei confronti del quartiere. «Abitato», puntualizza Salis, «al novantanove per cento da brava gente». Ma quella, la gente onesta, non fa notizia. «Neanche quella che solidarizza con gli studenti». «O quel ragazzo», racconta una studentessa, «che ha corso per tutta via Premuda per aiutarmi a raccogliere i fogli che mi erano sfuggiti di mano e che stavano volando via». Purtroppo non fanno notizia neanche quegli episodi che non vengono denunciati per paura. «All’ospedale», racconta un altro universitario in una mail, «non è finito soltanto lo studente di Porto Torres: di tanti altri casi non si è venuto a sapere niente perché qualcuno ha preferito lasciare Cagliari piuttosto che affrontare tutti i giorni questi problemi».
Marcello Cocco
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro Pagina 50
Università
Pubblicato il bando per i contributi Ersu sull’affitto
 
È stato pubblicato il bando di concorso per gli studenti universitari nuoresi che volessero usufruire dei contributi per l’affitto della casa, relativi all’attuale anno accademico. Lo comunica il rappresentante degli studenti Ersu di Sassari, Simone Campus. Gli universtitari possono scaricare il modulo per la richiesta, nel sito www.ersusassari.it. Le graduatorie saranno pubblicate nell’albo dell’Ersu di via Carbonazzi 10 e saranno consultabili, sempre nel sito dell’Ersu, entro 30 giorni dalla scadenza del concorso.
Gli studenti che risulteranno beneficiari del contributo, dovranno poi sottoscrivere la domanda e presentare entro 10 giorni dalla pubblicazione della graduatoria provvisoria una copia del contratto di locazione e una della certificazione Isee, relativa al reddito del 2006. Il termine ultimo per la presentazione della domanda è fissato per le 13, del 31 gennaio. Per informazioni ci si può rivolgere allo sportello Ersu di Nuoro, in via Salaris 18, il lunedì e il mercoledì dalle 9 e trenta alle 13, il lunedì anche dalle 15, alle 16. Il rappresentante degli studenti Simone Campus, precisa che «il vero fallimento dei corsi decentrati è la mancanza di servizi agli studenti, di strumenti di sussidio e orientamento». 

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Fatto del giorno
Quei «cattivi maestri» hanno difeso il primato della ragione 
di Gianluigi Gessa 
 
Il Papa ha fatto uno scherzo da prete: ha annullato motu proprio la sua lectio magistralis all’Università La Sapienza di Roma all’ultimo momento: “non vengo perché non siete una famiglia unita”. Questo ha provocato un uragano di demagogia da parte dei difensori della cristianità, degli atei-devoti, dei Giuliano Ferrara (non so che cosa realmente sia) e purtroppo ha provocato anche lacerazioni nella sinistra. Nella sua lettura Joseph Ratzinger avrebbe detto che “Gesù è la luce che illumina la storia e aiuta a trovare la via verso il futuro”. La ricerca scientifica deve accompagnarsi alla fede altrimenti è solo tristezza. Ma alla Sapienza ci sono dei docenti - 67 su 2400 -, fortunatamente non i peggiori, che credono che la luce della fede si accende quando si spegne quella della ragione. E ritengono che il Papa sia anche quello che a Parma, quand’era cardinale, citando Feyerabend affermò “all’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione di quanto non fece Galileo, il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto”.
 Assieme ai “maledetti” 67 ci sono centinaia di “barbari studenti” rei di aver “cacciato dall’Università La Sapienza assieme al Papa non solo il capo della cristianità occidentale ma tre quarti della cultura occidentale (solo tre quarti?), della filosofia, della scienza, delle letteratura, dell’arte, di Tommaso, Agostino, Vico, Rosmini, Pascal, eccetera.
 Questi barbari ritengono che Joseph Ratzinger possa e debba essere invitato all’università perchè ne rispettano la statura morale e culturale, e sono inoltre d’accordo che l’università deve essere aperta alla circolazione delle idee, delle esperienze, ma ritengono inopportuno che il Papa inauguri l’anno accademico perché quella occasione è il simbolo della natura e della missione dell’università che non coincide, almeno secondo una percentuale dei docenti e degli studenti, con la visione della comunità credente, e che non condivide l’idea della Chiesa su molti problemi della scienza attuale, per esempio il Progetto Intelligente contro il darwinismo, la contraccezione contro la castità, la ricerca sulle cellule staminali, e tante altre cose. Banalizzando, l’inaugurazione dell’anno accademico da parte del Papa è come se all’inaugurazione del congresso nazionale della Società di Farmacologia invitassimo a tenere la lettura inaugurale un guru della medicina alternativa.
 Inoltre, la lettura più obiettiva della sequenza dei fatti toglie molte responsabilità ai barbari maestri e studenti in questo episodio. Vediamo come si sono svolti i fatti. Il Rettore Guarini ha invitato il Papa ad aprire l’anno accademico alla Sapienza. La maggior parte del Senato accademico è d’accordo, tuttavia alcuni docenti non condividono questa scelta per le suddette ragioni, il Vaticano accetta l’invito. Il Rettore ha accettato le argomentazioni dei dissidenti e ha pertanto relegato la partecipazione del Papa ad una cerimonia collaterale, l’inaugurazione di una nuova cappella. Il ministro Amato ha rassicurato il Rettore e il Vaticano che non ci sarebbero stati pericoli di disturbo nella organizzazione dell’evento.
È probabile che il Vaticano non si sia fidato delle rassicurazioni del Ministro o più probabilmente ha ritenuto questa declassazione della partecipazione del Papa non dignitosa, l’aristocratico Ratzinger ha opportunamente cancellato la visita.
 Gli studenti e i loro maestri, ritenuti responsabili di questa blasfemia, sono stati sottoposti ad un indegno linciaggio mediatico da parte dei “difensori della fede”, degli atei-devoti che sono ricorsi al vecchio artificio del porre in caricatura e discredito le posizioni dell’avversario e utilizzano argomenti soprattutto emotivi piuttosto che razionali. Le parole più usate sono: addolorati, sgomenti, sorpresi, avviliti, intollerabile, integralista, ferita, maledetti, laicisti, laidi, professorini, nanocultura, oppure, come scrive Veneziani, “barbari, rozzi e arroganti nella vostra ignoranza... disertate l’università, fatevi le canne e sparatevi di alcool”.
Anche da parte del Vaticano ci sono state lamentele o proteste al di sopra delle righe, ovviamente infarcite anche di latinorum: “nigro signanda lapillo”, ovvero una giornata da segnare con la matita nera. A sostegno del Papa sono stati chiamati lo stesso Galileo, Voltaire, Cartesio... Buttiglione. Non credo che questa sia stata una offesa al Papa, è stata anche per il Papa una lezione: l’università non è una famiglia unita, fortunatamente! A me sembra più irrispettoso invitare Papa Woytila al Parlamento e disattendere o irridere alla sua accorata invocazione contro la guerra (Iraq).
 
Pagina 15 - Attualità
Il rettore accusa i giornali «responsabili del pasticcio» 
 
ROMA. Il rettore della Sapienza Renato Guarini ha identificato il suo nemico: «I tribunali mediatici». Sono da respingere con fermezza, senza tentennamenti. Sono questi, secondo lui, i responsabili del pasticcio papale, quella montante aria di protesta che tanto ha spaventato il Vaticano da annullare la visita di Benedetto XVI ieri mattina, per l’inaugurazione dell’anno accademico.
 «La nostra valutazione - ha detto Guarini nella sua prolusione in Aula magna - deve essere serena e pacata, respingiamo la logica che vorrebbe consegnare l’elaborazione di quanto accaduto al tribunale mediatico». Certo, resta «una grande amarezza». Il motivo dell’annullamento della visita del papa, ha spiegato il rettore, «è legato al profilarsi di possibili manifestazioni di intollerammza, che vanno accuratamente distinte dall’espressione di un legittimo dissenso, seppur minoritario».
 Il riferimento del professore è esplicito: i 67 docenti, per lo più di Fisica, firmatari della lettera di contestazione alla presenza del papa in occasione dell’inaugurazione dell’Anno accademico, avevano tutto il diritto di esercitare la critica alle posizioni di Ratzinger sulla scienza. Altra cosa sono state le manifestazioni e le intemperanze di frange studentesche.
 Nessun provvedimento disciplinare sarà dunque preso contro i professori che hanno solo esercitato il loro legittimo diritto alla critica. «L’Università ha un grande clima di libertà - ha motivato Guarini - e il rettore non può intervenire. Coloro che hanno firmato la lettera saranno giudicati dagli studenti e dai colleghi. Se un docente fa valutazioni scientifiche errate viene giudicato dai suoi studenti, che sono i migliori giudici».
 Allo stesso modo la pensa l’unico studente ammesso a parlare all’inaugurazione di ieri, un fuoricorso di 30 anni, calabrese, militante del Pd eletto nel consiglio d’amministrazione dell’università. Precisa di essere «laico» ma anche «amareggiato e dispiaciuto» per le contestazioni al papa. Secondo lui l’università dovrebbe essere «luogo del confronto e del dialogo. La libertà di parola è un diritto fondamentale e qui nessuno dovrebbe avere paura di confrontarsi».
 Gli studenti nel consiglio d’amministrazione dell’Università sono cinque e quattro di loro condividono «la posizione a favore del papa». (l.v.)
 
Pagina 15 - Attualità
Il Senato accademico della Sapienza ripropone l’invito. Stavolta si accodano anche i 67 docenti del «no» 
Le parole del Papa lette senza di lui 
In silenzio, in una Università blindata, il discorso di Benedetto XVI 
Il sindaco Veltroni «È accaduto qualcosa di inaccettabile» Mussi: «Il veto è stato controproducente» 
 
ROMA. Una giornata da lupi come quella di ieri non si vedeva alla Sapienza da anni. Il senato accademico, con tanto di ermellini e toghe, blindato in Aula magna mentre presidi di polizia bloccavano ogni entrata alla città universitaria. Sotto il diluvio qualche decina di studenti e vecchie conoscenze della contestazione universitaria alzava cartelli e tentava cortei aperti da baci gay per un finto Papa. All’asciutto una pattuglia di alunni cattolici assisteva ai discorsi con bavagli.
 Allentati solo alla lettura del discorso del Papa e qualche timido applauso quando il sindaco di Roma Walter Veltroni ha parlato di avvenimenti «per un democratico inaccettabili».
 Insomma, la giornata dell’incontro fra scienza e cultura si è trasformata in una mattinata da dimenticare. Si vedrà in futuro ma non sarà la stessa cosa. Il rettore rinnoverà l’invito a Benedetto XVI, i 67 scienziati contestatori saranno ben contenti di incontare e di confrontarsi con il Papa, i cattolici continueranno la crociata a favore della tolleranza. Domenica tutti a San Pietro, convocati dal vicario del papa per Roma, il cardinale Camillo Ruini. Con presenze eccellenti, da Clemente Mastella a Francesco Rutelli.
 Si è conclusa così la tenzone che ha opposto ambienti scientifici romani e Vaticano, travalicando i confini della disputa scientifica. All’inizio c’erano solo 67 scienziati inquieti di dover ascoltare una lectio magistralis di un papa diffidente nei confronti di Galileo e della scienza, secondo loro. Illustri scienziati, il meglio della gloriosa scuola di fisica romana convinti che l’enciclica Spe Salvi, nella speranza la salvezza, altro non sia che un’insidia al primato della scienza. Poi sono venuti le contestazioni violente, i problemi di ordine pubblico, i dissidi e gli scontri politici. Paladini della libertà e della tolleranza si sono manifestati di qua e di là, tacciando ovviamente gli avversari di intolleranza. La colpa secondo alcuni, non sarebbe altro che della stampa, accusata di soffiare sul fuoco.
 Ieri mattina tutte le paure e i timori della vigilia hanno trovato concretezza e si sono consumati senza particolari conseguenze. Sarà stata la pioggia, battente, sarà stato il traffico, impazzito, sarà stato il numero dei manifestanti, scarso, tutto l’insieme dava l’impressione di una parodia di ben altre contestazioni universitarie. Lontani i tempi della «pantera», lontani i furori del 77. In piazza centinaia di uomini delle forze dell’ordine, impegnati più a dar man forte ai vigili che a respingere assalti. Anche gli slogan dei Collettivi universitari romani, antica sigla dell’autonomia, contro il sindaco di Roma Walter Veltroni e il ministro dell’università Fabio Mussi hanno provocato poca agitazione.
 In Aula magna, senato accademico, ministro per l’università e sindaco ascoltavano in religioso silenzio il discorso che Benedetto XVI non ha potuto pronunciare ma che la segreteria di Stato vaticana ha comunque inviato alla Sapienza. Discorso salutato con fragoroso applauso, tanto che i contestatori, secondo Mussi, noto per le sue battute salaci, hanno ottenuto un effetto del tutto opposto alle loro intenzioni: «Per chi fosse tra l’altro peroccupato di un eccesso di visibilità del papa, il fatto che il discorso è stato letto un sua assenza gli sa una visibilità mondiale, certamente più di quanta ne avrebbe avuta».
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Sassari
Gli iscritti alle due facoltà algheresi hanno raggiunto quota 800 
Caro affitti, aiuti per gli universitari 
L’ateneo ha predisposto contributi per gli studenti fuori sede 
 
ALGHERO. La popolazione studentesca universitaria sta raggiungendo ormai volumi di assoluto rispetto, rappresentando anche una fatto economico non trascurabile per la città, sono infatti circa 800 gli studenti che frequentano i due corsi di laurea di Architettura e Scienze del mare.
 L’attività universitaria è ormai in corso da cinque anni e il ruolo e le funzioni dei due corsi si sono rivelate una delle realtà, e non soltanto culturali, che più di altre si è integrata nel tessuto socio economico della città. Tra gli 800 studenti c’è una fortissima presenza di ragazzi che giungono da località diverse dell’isola e quindi sottoposti alle regole del mercato degli affitti per quanto riguarda gli alloggi. Va detto che l’Ersu per aiutare gli studenti e abbattere i costi dei canoni di locazione ha disposto il progetto «fitto casa» per i fuori sede. Possono accedere al contributo gli studenti fuori sede, nati o residenti in Sardegna, iscritti all’università di Sassari. Ammessi gli studenti iscritti a tutti i corsi di laurea, Accademia di Belle Arti, Conservatorio di musica. I richiedenti devono essersi iscritti all’anno accademico 2007/08 entro i termini, ed essere in possesso dei requisiti relativi alla condizione economica, al merito e alla carriera universitaria. Sono esclusi dal contributo gli studenti con un numero di anni di carriera superiore alla durata del corso di studi. Il bando completo si può scaricare dal sito www.ersusassari.it. Le domande devono essere inviate on line (tramite lo stesso sito) entro le ore 13 del 31 gennaio, pena l’esclusione. La domanda dovrà contenere tutti i dati anagrafici, i dati sul merito e la carriera scolastica e/o universitaria; i dati sulla condizione economica della famiglia dello studente che risultano nell’attestazione Isee o Iseeu. A questo contributo possono accedere anche gli studenti appartenenti a una fascia di reddito superiore a quella richiesta per le borse di studio. Il provvedimento tende ad abbattere i costi delle locazioni anche in località come Alghero che non ha Casa dello Studente e dove le logiche di mercato stanno determinando una pressione finanziarie sulle famiglie dei ragazzi. L’iniziativa dell’Ersu costituisce dunque un importante riferimento nel mondo universitario ma per quanto riguarda la realtà studentesca locale, resta sempre il problema della mancanza della Casa dello Studente.Un argomento che fino a oggi è stato soltanto sfiorato pur trovando ampia condivisione a Palazzo Civico. L’intervento dell’Ersu affronta il problema del caro fitti ma non lo risolve alla radice. Se il polo universitario algherese avrà un futuro, come tutti auspicano e come la stessa Regione intende assicurare, affrontare il problema della Casa dello Studente non è tempo perso.

Questionario e social

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