Sabato 5 gennaio 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 gennaio 2008
Rassegna a cura dell’Ufficio Stampa e Web
Segnalati 5 articoli dalle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 50

Sassari. La collaborazione tra due genetisti della Clinica Neurologica e il Dipartimento inglese
Un cromosoma ferma la sclerosi
La scoperta dell’Ateneo sassarese e di Oxford

Nei laboratori della cittadina britannica sono stati esaminati 500 campioni di sangue di pazienti affetti da sclerosi multipla. Le cui conclusioni sono state pubblicate a dicembre sulla prestigiosa rivista americana «Proceedings National Academy of Science».
Si chiama «cromosoma 6 » e ha al suo interno dei geni protettivi sui quali è possibile agire con terapie adeguate rallentando gli effetti disabilitanti della sclerosi multipla. Soprattutto nei casi in cui la malattia si manifesta nelle forme meno aggressive. La scoperta è frutto della collaborazione fra due ricercatori della Clinica Neurologica di Sassari, Stefano Sotgiu e Maura Pugliatti, e il Dipartimento di Neurologia dell’Università di Oxford, guidato dal genetista George Ebers.
Nei laboratori della cittadina britannica sono stati esaminati 500 campioni di sangue di pazienti affetti da sclerosi multipla: 200 sardi e 300 canadesi. Dopo un lungo studio, le cui conclusioni sono state pubblicate a dicembre sulla prestigiosa rivista americana «Proceedings National Academy of Science», i ricercatori hanno osservato che i pazienti affetti da una forma «benigna» della malattia possiedono dei «geni protettivi» nel «cromosoma 6» chiamati Hla-Drb1. Questi geni sono invece pressoché assenti nei pazienti affetti dalla forma più aggressiva e invalidante di sclerosi.
«Ciò significa - ha spiegato Stefano Sotgiu - che saremo in grado di conoscere già dall’insorgenza della malattia quale decorso avrà e applicare le terapie più indicate. Un esempio: se un paziente fosse affetto da una forma di sclerosi particolarmente aggressiva e quindi rapidamente invalidante potremo trattarlo da subito con dosaggi di farmaci adatti ad attenuare e rallentare gli effetti più gravi, controllando l’evoluzione della malattia».
Nel giro di alcuni anni, stando allo sviluppo della ricerca in questo campo, si ritiene sarà possibile intervenire sul sistema genetico dei pazienti conferendogli protezione rispetto alla malattia. Il problema è particolarmente urgente nella nostra isola che, in Europa, occupa il secondo posto dopo la Scozia per numero di casi insieme ai paesi scandinavi.
«Gli studi a disposizione fino a questo momento - ha precisato il professor Giulio Rosati che studia da anni la sclerosi e la sua evoluzione clinica - non hanno consentito di scoprire ancora le cause della malattia. Sulla sua insorgenza certamente influiscono fattori genetici ed esogeni, come quelli ambientali. E le donne ne sono colpite con una prevalenza due volte maggiore rispetto alla popolazione maschile».
Occorre fare di più. In tutto il mondo si lavora alla ricerca del gene responsabile della sclerosi multipla. «Abbiamo molta fiducia anche su quello che si fa in casa nostra - tiene a precisare Giulio Rosati. In questo momento uno dei genetisti più importanti in campo internazionale nello studio del diabete, Francesco Cucca, lavora ad uno studio sul genoma dei sardi. Lo fa utilizzando il sangue prelevato da duemila pazienti affetti da sclerosi, diabete o altre patologie autoimmuni. Ci aiuterà a capire ancora meglio la malattia, e forse a diagnosticarla con maggiore tempestività, visto che ha un’incubazione talvolta di alcuni anni, e di combatterla con più efficacia».
GIBI PUGGIONI
 
2 - L’Unione Sarda
Sabato Pagina 31

Nei santuari sardi le radici della storia Culti, santuari pellegrinaggi
I culti diffusi in Sardegna esaminati da numerosi studiosi isolani e spagnoli

«Un’importante occasione per riflettere sul fenomeno dei culti, santuari e pellegrinaggi nell’isola» è l’eloquente definizione che le curatrici Maria Giuseppina Meloni e Olivetta Schena danno dell’opera intitolata "Culti, santuari, pellegrinaggi in Sardegna e nella penisola Iberica tra medioevo ed età contemporanea". Nato dal desiderio di pubblicare le relazioni del seminario "I santuari cristiani della Sardegna", organizzato dalle due studiose a Cagliari nel 2000, il volume raccoglie tutti gli interventi dell’evento insieme ai saggi di studiosi sardi, portoghesi e spagnoli che non furono presenti in quell’occasione. Del Cnr la Meloni e dell’Università di Cagliari Olivetta Schena, entrambe hanno partecipato al programma del Cnr, che attraverso un censimento dei santuari cristiani d’Italia ha voluto dar vita a un repertorio dei santuari esistenti e esistiti sul territorio nazionale. Nell’isola, il censimento venne affidato a un’équipe di ricercatori del Dipartimento di Filologia classica e Scienze Storiche dell’Antichità e del Medioevo dell’Università di Cagliari e all’istituto Cnr di Storia dell’Europa Mediterranea di Cagliari. «Il libro - spiegano le due curatrici - nasce dall’interesse suscitato dalle relazioni del seminario svoltosi per attuare un confronto tra la realtà sarda e quella di altre aree del Mediterraneo. Tra queste, abbiamo privilegiato la penisola iberica perché ebbe per secoli un percorso comune con quello della Sardegna».

Così storici, storici dell’arte, archeologi, agiografi, antropologi, hanno tracciato un quadro ricco e affascinante dei vari aspetti della realtà santuariale nelle due aree prese in esame.«La Sardegna mai aveva potuto contare in passato su una rassegna così ampia e anche cronologicamente articolata come quella che qui si rinviene», esordisce Giorgio Cracco, ordinario di Storia della Chiesa presso l’Università di Torino, nella nota introduttiva. Soffermandosi sugli interventi che «più si prestano a illustrare le linee portanti del volume», lo studioso segnala la relazione di Rossana Martorelli, sulla devozione dei martiri e santi in età paleocristiana e altomedievale. In essa, dove vengono citati i tre martiri sardi Lussorio, Simplicio e Gavino, seguiti da circa undici martiri romani, emerge la Sardegna come approdo di culti provenienti da lontano, soprattutto dalle aree mediterraneo-bizantine, che bene si amalgamano con le peculiarità del territorio e le preesistenti tradizioni religiose delle popolazioni locali. Particolare rilevanza ha la relazione "Ordini religiosi e santuari mariani. I Mercenari e il culto per Nostra Signora di Bonaria a Cagliari tra Quattro e Cinquecento", di Maria Giuseppina. Meloni, dove viene trattato il fenomeno del culto di Maria. Diffusosi in Occidente a partire dal 431, il culto mariano decollerà in Sardegna solo dopo il Mille, quando prese corpo una sorta di chiesa parallela, la "chiesa di Maria", «non in antitesi ma a supporto della Chiesa dei preti, e ben presto in questa inquadrata come una risorsa preziosa.È il caso della Chiesa di S.Pietro presso Sassari e della Nostra Signora di Bonaria presso Cagliari, nata in circostanze romanzesche con l’apporto dei frati Mercedari, destinata a diventare il maggior santuario dell’isola (nel 1907 Pio X la proclamò patrona dell’isola)».
Così il primato del santuario di Bonaria, sul quale si eserciterà il controllo dell’autorità ecclesiastica, coincide con il progressivo oscuramento di santuari minori o campestri, come i cosiddetti "novenari", quali san Francesco di Lula nel Nuorese o Sant’Efisio nel Cagliaritano, che «quando non scompaiono, sopravvivono a fatica, come mete devozionali tollerate, sempre in bilico tra sacralità e folklore», sottolinea con una certa nota polemica la Meloni. Oltre a quelli già citati, tra i partecipanti al seminario compaiono nomi importanti nel panorama universitario sardo quali i docenti dell’Università di Cagliari Giulio Angioni, Roberto Coroneo e Ignazio Grecu, oltre a Maria Margherita Satta dell’ateneo di Sassari e Roberto Porrà della Soprintendenza archivistica. Importante il contributo di tanti studiosi delle diverse università della Spagna.
Edita da Brigati di Genova, l’opera vuole diffondere l’interesse per gli eventi religiosi complessi, come appunto sono i culti e santuari, già presente nelle grandi culture e religioni del mondo. Un libro che si rivolge agli studiosi, ma anche un interessante testo per approfonmdire le conoscenze sulle tradizioni della nostra isola.
DANIELA DI IORIO

1 - La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari

La corsa alla nomina del direttore generale
Imminente la decisione della Regione su chi sostituirà Gianni Cherchi all’azienda mista
 
di Gabriella Grimaldi

I NUOVI ASSETTI

SASSARI. Si conoscerà entro la prossima settimana il nome del nuovo direttore generale dell’azienda mista ospedale-università. Il manager, che sarà nominato con decreto del presidente della giunta regionale, succede a Gianni Cherchi, scomparso a causa di una malattia il 21 dicembre. Cherchi, peraltro, era stano nominato a capo del nuovissimo organismo soltanto il 1º luglio del 2007. Fra i nomi dei candidati che circolano più insistentemente quello di David Harris, oggi direttore amministrativo e Giorgio Lenzotti, attualmente direttore generale della Asl di Olbia.
La nomina è più che mai urgente, visto che l’agenda compilata da Cherchi era già fitta di appuntamenti cruciali. Il manager, proveniente da un’esperienza molto costruttiva a capo della Asl di Olbia, aveva già posto le basi per gran parte dell’attività riguardante le cliniche universitarie ma l’atto aziendale, il provvedimento che determina gli obiettivi dell’azienda e traccia il percorso per raggiungerli, non era stato ancora perfezionato. È evidente quindi che, senza questo importante documento, l’azienda non è in possesso delle sue piene facoltà.
C’è da far partire, inoltre, il programma avviato dalla Regione riguardo al Dipartimento per la radioterapia che vede l’università di Sassari fra i tre centri (gli altri sono l’opsedale Busincu di Cagliari e il San Francesco di Nuoro) scelti dall’assessorato per creare la rete di terapia contro i tumori. Altro elemento che porta i responsabili dell’azienda, ma soprattutto i vertici dell’università, a voler riempire il vuoto lasciato da Gianni Cherchi è l’imminente arrivo della Pet, un sofisticato macchinario per la diagnostica a base di radiazioni. Anche per l’installazione e l’utilizzo della macchina è necessaria una serie di procedure che non può prescindere dalla completezza del team dirigenziale.
È naturale che sul nome del nuovo direttore generale dell’azienda mista siano già in corso discussioni e trattative. La nomina infatti, che pure viene ufficializzata da un decreto del presidente della giunta regionale, è il frutto di un accordo fra la Regione, in particolare l’assessorato alla Sanità, e i vertici dell’università di Sassari, fra cui il rettore Alessandro Maida e il preside della facoltà di Medicina Giulio Rosati.
Sono stati questi ultimi, negli ultimi anni, i protagonisti di un iter che ha portato, dopo non pochi ritardi e relative polemiche, all’istituzione di un’azienda, quella mista università-ospedale, prevista dalla normativa nazionale e presente già in tutte le altre regioni italiane.
A quanto pare l’assessore Nerina Dirindin ha chiesto ai due manager dell’azienda mista Antonello Ganau (direttore sanitario) e David Harris (direttore amministrativo) di «tenere duro» ancora per qualche giorno in attesa della sospirata nomina. L’idea comunque è quella di mantenere il più possibile una continuità con la gestione impostata da Gianni Cherchi, per la cui designazione, considerata la stima di cui godeva, non c’era stato alcun ostacolo. Ecco perchè fra i «papabili» ci sarebbe proprio David Harris, che ha seguito al fianco di Cherchi i primi passi dell’azienda.
Si fa però anche il nome di Giorgio Lenzotti, già direttore sanitario della Asl di Sassari, nonostante sia a capo dell’azienda di Olbia da appena quattro mesi.
Non sarebbe escluso neppure Bruno Zanaroli, emiliano, direttore generale della Asl di Sassari fino al giugno del 2007 attualmente a disposizione della Regione Sardegna come consulente e che potrebbe tornare a Sassari per la gestione dell’azienda mista.
 
2 - La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Nazionale

Testimonzos e università
NUORO. Tra le grandi opere e le grosse questioni ancora tutte aperte sono da annoverare: il campus universitario con annessi e connessi; il caso Testimonzos; e Piano di assetto idrogeologico. Tre obiettivi per i quali verranno presto in città tre assessori regionali e due ministri.
Gianvalerio Sanna, responsabile regionale all’Urbanistica, che incontrerà il 10 gennaio il sindaco Zidda e la sua giunta, cercherà di dare risposte al pacchetto urbanistico, e in particolare al grande abuso di Testimonzos, per il quale si parlava anche di una legge ad hoc: una legge se non proprio di sanatoria, almeno di regolarizzazione civile e urbana.
Gli altri due assessori, Broccia e Mannoni, invece, dovranno dare risposte, il primo sulla nuova Stazione ferroviaria e l’area dell’Arst, e il secondo sulla spinosa questione del Piano di assetto idrogeologico, che investe gran parte della città, oltre che sugli accessi e la viabilità.
I due ministri nazionali, infine, Fabio Mussi dell’Università e Arturo Parisi della Difesa, verranno a Nuoro per tentare di sciogliere i due grossi nodi dell’ateneo barbaricino in crisi, e della nuova caserma dell’artiglieria a Pratosardo, da cui dipende anche la realizzazione del Campus universitario nella vecchia sede.
Insomma, per il nuovo anno, carne cotta non ne manca, ma tanta ce n’è ancora sul fuoco, che il Comune punta a tenere sempre acceso.(n.b.)
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli

A sorpresa si scopre che la Divina Commedia è l’opera più scaricata da internet dagli studenti universitari
Dalle soap al web, il Brasile scopre Dante
E una telenovela affronta il tema dei sette peccati capitali e dell’Inferno

Altro che Machado de Assis, o Guimaraes Rosa: non è nessuna icona della letteratura brasiliana ma, a sorpresa, l’italianissimo Dante Alighieri, l’autore più letto dagli studenti che in Brasile si stanno preparando per la prova obbligatoria (vestibular) di accesso all’università. Lo rivela il portale web Dominio Publico, biblioteca digitale messa a disposizione dei futuri universitari dal governo federale brasiliano. Del resto dante in Brasile fa capolino un pò ovunque, dalla narrativa d’oggi alle telenovela. Secondo i dati divulgati dal ministero dell’Educazione brasiliano, è la Divina Commedia il testo online più richiesto dagli studenti, che nel sito - creato per consentire l’accesso gratuito alle opere più importanti della letteratura mondiale - hanno la possibilità di prelevarlo integralmente. In particolare, la versione della Divina Commedia disponibile è quella tradotta in portoghese nel XIX secolo da Josè Pedro Xavier Pinheiro, autore baiano morto nel 1882.
Stando alle statistiche web, il capolavoro di Dante supera di gran lunga classici della letteratura brasiliana e comunque di lingua portoghese, come Mensagem di Fernando Pessoa, e Dom Casmurro di Machado: la Divina Commedia ha infatti registrato 168 mila accessi contro 41 mila e 39 mila, rispettivamente, delle opere degli altri due autori. Secondo Maria Teresa Arrigoni, docente dell’Universidade Federal de Santa Catarina e specialista in Dante, il successo ottenuto in Brasile dal sommo poeta si deve anche all’attualità della sua figura. A titolo di esempio, la professoressa cita il caso della «Crociata delle tenebre», il best-seller di Giulio Leoni in cui Dante appare nei panni di un investigatore, molto venduto anche in Sudamerica. Altra spiegazione legata alla modernità di Dante, a giudizio di Maria Teresa Arrigoni, è offerta dalla telenovela «Sete Pecados», trasmessa in questi giorni dalla tv Globo, che affronta proprio il tema dei sette peccati capitali con riferimento a paradiso, inferno e purgatorio danteschi. Il docente di Teoria letteraria dell’Unicamp, Carlos Berriel, a sua volta sottolinea la coincidenza, non casuale, tra l’ascesa di Dante e la crisi dell’arte contemporanea: «L’agonia che sta attraversando la Biennale di San Paolo (la più importante fiera internazionale d’arte dopo quella di Venezia, ndr) è un lato della stessa medaglia dell’interesse per Dante - sostiene polemicamente lo studioso - Certe manifestazioni del moderno sono esaurite e la Biennale, che è la massima espressione del moderno, non dice più niente a nessuno». Per Barriel, il grande scrittore fiorentino ha il merito di aver saputo «organizzare il mondo»: «Dante trasforma l’aldilà in qualcosa totalmente gerarchizzato, in un riferimento preciso e sicuro, dimostrando che, tendenzialmente, tutti possono organizzare il loro inferno, cielo e purgatorio. Dante - conclude - è un punto di riferimento quindi in questa nostra epoca, caratterizzata dall’assenza di gerarchia e di valori».













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