Martedì 22 gennaio 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 gennaio 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 8 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e altravoce.net  

1 – L’Unione Sarda
Pagina 17 – Commenti
I decreti mille-proroghe di Mussi
E il deficit delle università continua...
di Sandro Maxia* 
 
Finita bene o male la turbolenza indotta dalla questione delle tasse, l’Università è scomparsa dalle cronache, tornando all’abituale tran-tran burocratico-sindacale, nella generale indifferenza. Eppure, sono questi per gli Atenei italiani, o meglio, per i consigli di Facoltà, giorni di intenso lavoro, provocati dal piccolo tsunami dei "decreti Mussi", coi quali l’attuale ministro dell’Università intende porre rimedio all’irresponsabile moltiplicazione dei corsi di laurea, nati in gran parte privi delle risorse, umane e strumentali (per intenderci: professori e attrezzature) perché siano gestiti almeno al minimo della decenza. Esemplare il caso della Facoltà di Scienze politiche dell’Università cagliaritana che con mirabolanti "offerte didattiche" si era portata in testa alla classifica per numero di nuovi iscritti e pochi mesi dopo, usciti i nuovi parametri ministeriali, risultava ancora in testa, sì, ma alla classifica negativa delle Facoltà con maggiore deficit di risorse da colmare. Purtroppo, però, la necessità di rientrare nei ranghi appartiene a tutta l’Università italiana, le cui patologie sono ben note. Tra queste, una delle più gravi è l’alto numero dei fuoricorso, fenomeno tutto italiano, che la riforma del 3+2, promossa dall’allora ministro Luigi Berlinguer e, dopo la sua cacciata dal governo, attuata dal suo sostituto, un certo Zecchino, intendeva appunto sconfiggere, mentre è più vivo che mai, come i pochi grilli parlanti contrari alla sedicente riforma avevano esattamente previsto.
I decreti Mussi sono, da una parte, risibili pannicelli caldi, perché non toccano la sostanza della riforma del 3+2, anzi, ne prorogano senza limiti di tempo gli aspetti più negativi, compreso il sistema dei concorsi per i docenti, uno tra i peggiori possibili (non a caso i decreti sono stati spiritosamente definiti "milleproroghe"); dall’altra, però, sono necessari come misura di pronto intervento per bloccare uno dei più deleteri effetti della "riforma", indotto dal sistema dei crediti, e cioè la frammentazione delle discipline e il conseguente aumento del numero degli esami necessario per conseguire la laurea (nelle Facoltà di Lettere e Filosofia, dove chi scrive ha insegnato per quarant’anni, dai venti esami di un tempo si è passati ai trenta/quaranta attuali). Le cause di questa aberrazione sono numerose, ma tutte riconducibili a un malinteso uso della cosiddetta autonomia, che ha affidato a una corporazione da sempre abituata a erigere steccati intorno alle singole discipline l’attuazione di una "riforma" già di per sé pessima. Ma le responsabilità del ministero e del suo braccio "armato", la Conferenza dei Rettori (la famigerata CRUI) sono altrettanto gravi: immaginate per assurdo un Comune che promulgasse un piano regolatore privo delle volumetrie consentite per le varie aree della città, e che poi corresse ai ripari ordinando ai costruttori, a cose fatte, di rientrare nei parametri finalmente stabiliti, demolendo le eccedenze. Bene, è proprio ciò che è accaduto all’Università italiana, e ora costringe gli allegri progettisti di corsi a go-go a rinsavire, sotto l’occhio, finalmente fattosi vigile, del baffuto ministro in veste di castigamatti.
Dal rinsavimento forzato dei professori non possono che venire buone notizie per gli studenti, che vedranno riportato a più miti consigli l’insensato esamificio. Guardiamo pertanto con indulgente simpatia all’abilità con cui le Facoltà (mi riferisco in particolare a quelle di Lettere, compresa la nostra di Cagliari) hanno cercato di contrastare la freddezza burocratica della "griglia" ministeriale, allegando un fantasioso elenco di sbocchi professionali, tale da arricchire l’ appeal degli studi umanistici. Mi permetto però di dare ai miei ex-colleghi un consiglio non richiesto, come è consentito ai vecchi: tolgano dall’elenco delle professioni la ridicola dicitura "poeti e scrittori"; si ricordino che lo spirito soffia dove vuole, e che nessuna laurea, per quanto brillantemente conseguita, potrà trasformare il povero untorello in un artista. Due dei più grandi scrittori europei del secolo scorso, Carlo Emilio Gadda e Albert Musil, avevano una laurea, ma entrambi in ingegneria. Cechov era un medico. Si rammentino i colleghi dei versi di Montale: "Ascoltami, i poeti laureati / si muovono soltanto fra le piante / dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. / Io, per me, amo le strade….". E poi naturalmente facciano quello che vogliono.
*Università di Cagliari
 
2 – L’Unione Sarda
Quartu S.Elena Pagina 26
università
Tre nuovi laureati alla Scuola linguistica
 
Tre nuovi laureati nella Scuola superiore per mediatori linguistici, l’unica con valenza universitaria in città, riconosciuta dal ministero.
Nella sede di via Dante sono diventati dottori Davide Mazzei (110), Eros Cara (107) ed Emanuele Dessì (104). Come esperto designato dal ministero, era presente Ancelita Iacovitti, in una commissione presieduta dal direttore della scuola Giuseppe Contini.
L’istituto, fondato da Rosanella Asquer nel 1993, unico nel suo genere in Sardegna, ogni anno accoglie oltre cinquanta giovani diplomati, provenienti da tutta l’Isola, per conseguire il titolo di interprete e traduttore.
Alcuni laureati sono rimasti in Sardegna per lavorare nel campo del turismo e del commercio, mentre altri si sono trasferiti in Francia, Inghilterra, Giappone. C’è persino chi lavora a Los Angeles, nel mondo del cinema. (b. s.)
 
3 – L’Unione Sarda
Quartu S.Elena Pagina 26
istruzione In tutte le scuole cittadine
Studenti-scienziati: laboratori di fisica per fare esperimenti
 
 Studenti-scienziati nelle scuole della città. Si chiama “Tempo alla fisica, spazio alla matematica”, il progetto portato avanti dagli alunni del quarto circolo didattico, assieme alle scuole medie e agli istituti superiori e con la collaborazione dei dipartimenti di Matematica e Fisica dell’Università. Nei prossimi mesi, guidati dai loro insegnanti, gli studenti saranno impegnati in esperimenti per un’esperienza fuori dall’ordinario. Le aule si trasformeranno in laboratori, dove sarà possibile cimentarsi nella realizzazione di opere che a loro volta saranno poi presentate e illustrate ad altri ragazzi.
«L’obiettivo», spiega l’insegnante Giuliana Loi, «è quello di avvicinare i bambini alla matematica e alla fisica in modo divertente, non pesante. Lo faremo coinvolgendoli, facendoli partecipare alla costruzione di strumenti che li portino poi a capire i principi fondamentali del loro funzionamento». In questo modo, gli stessi alunni capiranno il meccanismo delle leggi fisiche, senza doverle studiare sui libri. «Impareranno giocando», aggiunge Loi, «riscoprendo l’aspetto affascinante della realtà che li circonda, perché il gioco risveglia l’interesse dei ragazzi».
Per avvicinare i giovanissimi all’affascinante mondo della fisica e della matematica, saranno organizzati una serie di incontri nel plesso di Is Arenas con i docenti dell’Università e gli alunni delle seconde classi. Saranno proprio loro a partecipare per primi a laboratori dove si cimenteranno nella realizzazione di esperimenti non complicati, partendo da problemi concreti. Dopo la realizzazione, saranno gli stessi bambini a presentare alle altre classi quanto hanno fatto.
“Tempo alla fisica, spazio alla matematica” è uno dei tanti progetti che in questo periodo stanno coinvolgendo le scuole cittadine. Tra i più importanti, anche quello della scuola media di via Inghilterra con la pet-therapy (terapia con gli animali) che entra nelle classi. Da un paio di settimane, labrador addestrati interagiscono con i bambini disabili e con i loro compagni per aiutarli a inserirsi nel contesto sociale e a migliorare i loro rapporti con gli insegnanti e con gli altri alunni. I cani sono accompagnati da personale specializzato.
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 23
Politici, avvocati e giuristi incontrano la Chiesa
Banca Cis. Al via le Missioni cittadine con incontri di riflessione e preghiera
 
Nel pieno della Missione cittadina, con oltre trecentottanta missionari da tutta Italia per trecentododicimila abitanti, iniziano oggi a Cagliari gli incontri per le categorie professionali e le associazioni di volontariato. Oggi dalle 16 alle 18 nella sala conferenze di Banca Cis politici e amministratori pubblici incontreranno Carlo Cardia, ordinario di Diritto Ecclesiastico dell’Università degli Studi di Roma Tre. Sempre oggi, dalle 19 alle 21, spazio ad avvocati, notai e giuristi che con lo stesso relatore e nella stessa sede affronteranno il tema “Diritto ed etica in una società multiculturale”.
DOMANI I DOCENTI Domani dalle 10 alle 12 l’incontro si svolgerà nell’aula magna della facoltà di Ingegneria sul tema “Ricerca, verità, formazione nuove generazioni” rivolto ai docenti universitari. In ciascuna delle 52 parrocchie ci saranno 12 centri di ascolto, e anche nelle famiglie di parrocchiani sono previsti momenti di preghiera. Ben 5 chiese, San Francesco de Paola (via Roma), Sant’Antonio Abate (via Manno), San Lorenzo (Buoncammino), quella dell’Adorazione (via Vidal) e Sant’Agata a Quartu, in tutti i giorni della Missione saranno aperte dalle 7 alle 24 per la preghiera personale e il Santissimo Sacramento esposto per l’adorazione.
Beatrice Saddi

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
Evoluzione compatibile con la fede 
«I princìpi del darwinismo e del cristianesimo si possono coniugare» 
A Sassari l’antropologo Fiorenzo Facchini, sacerdote ma anche professore emerito dell’università statale di Bologna 
di Pier Giorgio Pinna
 
«Conciliare la fede cristiana e la teoria dell’evoluzione è possibile: la realtà creata da Dio può essersi evoluta secondo il progetto di Dio». Fiorenzo Facchini, antropologo e paleontologo, ha una veste duplice, del tutto singolare. Monsignore e scienziato. Teologo e professore universitario. Sacerdote di Santa Romana Chiesa e allo stesso tempo docente emerito dell’ateneo statale di Bologna, nel dipartimento di biologia evoluzionistica sperimentale. Caso pressoché unico in campo scientifico, almeno a livello europeo.
 Spesso premiato per i suoi lavori dall’Accademia dei Lincei e da prestigiose istituzioni pubbliche, Fiorenzo Facchini è fra l’altro autore di numerosi libri di successo sulla vita quotidiana dell’homo erectus, sulle prime tappe culturali e sul cammino degli uomini, pubblicati da Jaca Book e altre case editrici. Il suo viaggio in Sardegna offre l’opportunità di un’intervista di sicuro interesse proprio per la ricchezza e per l’equilibrio da lui raggiunto tra orientamenti in genere considerati antitetici.
 - Qual è la sua posizione sul darwinismo?
 «Il darwinismo non s’indentifica con la teoria dell’evoluzione. Nelle linee essenziali la fede non ha nulla da eccepire sull’affermazione secondo cui le specie attuali discendono da forme più elementari, meno complesse. I problemi possono sorgere dopo».
 - In che senso?
 «Nel senso che sorgono quando i darwinisti vanno oltre escludendo qualsiasi riferimento di ordine superiore oppure tendendo a visioni estese in maniera totalizzante all’uomo e alla società. Ecco, io credo che in questo caso si abbia a che fare con un’ideologia e non con la scienza. Ma in generale va rilevato che molti darwinisti sono credenti».
 - Com’è possibile far andare d’accordo l’evoluzionismo con la fede religiosa, e in particolare con la dottrina cattolica?
 «L’armonia deriva dalla considerazione che la dottrina della Chiesa non entra nel merito di questa teoria e del modo in cui è avvenuta la creazione. Del resto, noi stessi possiamo constatare che la natura non è sempre stata quella che noi vediamo oggi. Ma attenzione: lo spirito dell’uomo non può derivare da materia vivente preesistente, l’anima è una componente che richiede il concorso di Dio».
 - Ritiene che dalle gerarchie della Chiesa siano di recente arrivate aperture in questa direzione?
 «Certo. Le ha fatte in diverse occasioni Giovanni Paolo II. Nell’ottobre 1996, in particolare, alla Pontificia accademia delle scienze ha riconosciuto all’evoluzione il carattere di teoria scientifica, e non più d’ipotesi, in ragione della sua coerenza con le vedute e le scoperte di varie branche della scienza. Nello stesso discorso il pontefice metteva in rilievo il salto fatto dall’uomo rispetto agli animali».
 - E negli ultimi anni?
 «Nel luglio scorso Benedetto XVI ha dato un altro forte segnale, davanti ai sacerdoti di Belluno e Treviso, aprendo all’evoluzionismo e precisando che ogni approfondimento spetta alla filosofia e non alla scienza».
 - Si possono allora conciliare gli ultimi, recentissimi contrasti fra fede e ragione, fra religione e scienza come quelli nati dall’inopportunità ravvisata da Ratzinger di andare alla Sapienza di fronte a contestazioni sulla sua presenza nell’università romana?
 «Senz’altro. Quanto avvenuto è una vicenda triste. Non fa onore a una sparuta minoranza di uomini di scienza. Rivela una certa intolleranza, che non è di sicuro caratteristica della scienza nel suo complesso. Ma il dialogo, in generale, è assolutamente possibile. Lo stesso Papa fa richiami costanti alla ragione come metodo più valido per un confronto. E per la verità lo ha fatto anche nel discorso letto, e non tenuto, alla Sapienza. Mettendo in risalto come il dialogo fondato sulla ragione preceda qualsiasi tema sulla fede religiosa e qualsiasi orientamento di ordine etico».
 - Lei dunque ritiene possibile in Italia un confronto costruttivo nei rapporti tra vertici ecclesiastici e rappresentanti scientifici dell’università?
 «Su queste basi rinnovate, reputo senza dubbio di sì. A partire dalla razionalità e delle cose da una metodologia d’azione fondata sulla ragione, il dialogo non potrà che rivelarsi positivo».
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Olbia
Sedi gemmate di Olbia e Tempio: amministrazioni locali poco attive 
 
 OLBIA. Se la Regione vuole tagliare i corsi gemmati di Olbia e Tempio la colpa non è da ricercare a Cagliari, ma nei due stessi centri galluresi. La denuncia arriva da Simone Campus, rappresentante degli studenti Ersu-Sassari. «Nonostante le polemiche che hanno riguardato i corsi di laurea istituiti in Gallura gli amministratori locali dimostrano di fare ben poco per i servizi degli studenti, limitandosi a invocare risorse e a parlare di cose che evidentemente non conoscono». Da Campus arriva invece un plauso agli amministratori barbaricini, presidente della Provincia e sindaco di Nuoro in testa, che «hanno deciso di puntare l’indice sulla mancanza di servizi, smarcandosi da coloro che continuano a invocare investimenti e non si rendono conto che le iscrizioni nei corsi decentrati sono in decremento costante. Invece, gli amministratori di Olbia e Tempio, Provincia compresa, si ostinano a evitare di mettere in relazione il calo della domanda di formazione con le insufficienti politiche per il diritto allo studio».
 Per il rappresentante degli studenti il motivo del fallimento dei corsi decentrati è da ricercare proprio nella mancanza di servizi, strumenti di sussidio e orientamento. Ma, a suo avviso, anche la didattica presenta le sue lacune. E qui fa una differenza tra i due capoluoghi galluresi. «Se a Tempio il corso di Tecniche erboristiche e Tossicologia degli inquinanti ambientali sta comunque dando ottime risposte, perchè affiancato a un programma, seppur minimo, di ricerca, a Olbia si è preferito investire erroneamente su un corso di laurea triennale che non specializza e costringe i laureati di primo livello a cercare altrove offerte formative». Per Campus, però, il problema numero uno di Olbia rimane quello della residenzialità, che «il comune ha cancellato dalla sua agenda delle priorità». L’Ersu ha pubblicato il bando di concorso, che scade il 31 gennaio, per l’attribuzione dei contributi per il “fitto casa” nel 2007/08. Moduli sul sito www.ersusassari.it. Per informazioni rivolgersi allo Sportello Unico del Polo universitario olbiese.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
MANIFESTAZIONE
In bici all’università
 
 CAGLIARI. «BiciBus in cittadella» è dedicata agli studenti e ai dipendenti dell’università e del policlinico di Monserrato. La biciclettata punta a dimostrare che è possibile recarsi in bici da piazza Giovanni XXIII (appuntamento domani alle 8,15) sino alla cittadella universitaria di Monserrato in meno di mezz’ora e attraverso un percorso sicuro.
 
1 – altravoce.net
Interventi
Largo ai giovani o risparmio ad ogni costo?
Sparisce per i docenti universitari
il diritto al fuori ruolo prima della pensione
di Cristina Lavinio
 
Non sarà partitodemocraticamente corretto, ma lo dico lo stesso: ho l’impressione che la cultura costituzionale dei nostri politici - tutti, o quasi - sia molto, molto scadente. Tutti a scandalizzarsi e deplorare per il presunto sgarbo al papa, senza considerare le ragioni di chi manifestava perplessità sull’opportunità di chiamarlo a fare gli onori di casa in una sede universitaria, istituzionalmente e costituzionalmente autonoma. E si mettono alla gogna quei professori che, non in questi giorni, ma a fine novembre, scrissero al riguardo al loro rettore.
 
Ma non di questo voglio parlare, quanto piuttosto di qualcosa di cui sono venuta a conoscenza solo qualche giorno fa. È arrivata a tutti i docenti dell’Università di Cagliari una circolare degli uffici in cui veniamo informati dell’avvenuta abolizione, nei meandri della finanziaria 2008, del diritto dei professori universitari di stare, raggiunta l’età della pensione, ancora qualche anno fuori ruolo a svolgere il proprio servizio, pur potendo essere esonerati da compiti didattici. È prevista una certa gradualità dell’abolizione (scalini o scaloni? scivoli velocissimi?), ma sicuramente dopo il 2010 nessun docente potrà andare fuori ruolo.
 
Dietro questa scelta sembra ci sia il desiderio di ringiovanire all’improvviso l’Università, ma ancora non c’è aria dei promessi concorsi per ricercatore, né - se si aspetta troppo - si capisce bene chi potrà gestirli, dati i previsti pensionamenti di massa dei docenti più anziani…. O non c’è piuttosto il desiderio di risparmiare, dato che i professori mandati in pensione d’ufficio potranno comunque insegnare a contratto, consentendo, in questo modo, un notevole taglio dei costi agli Atenei?
 
Ci si illude, in questo modo, di poter fare a meno di risorse intellettuali importanti anche per la gestione delle complesse strutture universitarie, mettendole all’improvviso in mano ai pochi giovani di ruolo che resteranno in servizio? E come si concilierà la tendenza al risparmio, privilegiando i contratti, con la norma (sacrosanta) che prevede che comunque solo e non più di una certa percentuale di insegnamenti debba essere affidata a professori a contratto, cioè a figure esterne ai ruoli universitari?
 
Ma, soprattutto, è possibile che una norma inserita surrettiziamente nella finanziaria modifichi retroattivamente gli stati giuridici e dunque i diritti acquisiti?
 
Finora, proprio per i professori universitari, la modifica retroattiva di diritti acquisiti (e anche poter andare fuori ruolo è un diritto) non si era mai data. Tanto che a lungo sono state diverse le età in cui andare fuori ruolo. Gli ordinari diventati tali prima della legge 382 del 1980 hanno mantenuto il diritto di andare fuori ruolo a 70 anni, quelli vincitori di concorso dopo la 382 ci dovrebbero andare a 65. O forse a 70, come dice una legge approvata sotto il ministero Moratti, ma priva dei decreti attuativi che consentirebbero di passare allo stato giuridico relativo, abbandonando quello precedente.
 
E adesso, tutti fuori all’improvviso? A quale età? Ai costituzionalisti e agli esperti la risposta…. Ma ho l’impressione che non sarà molto difficile vincere i tanti ricorsi che si profilano all’orizzonte.
 
 
 

Questionario e social

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