Lunedì 31 dicembre 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 dicembre 2007

Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalato 1 articolo della testate giornalistica L’Unione Sarda


1 – L’Unione Sarda
Cultura 

fotografia In libreria “Mediterranea”
Quando la Natura è vista con l’occhio dello zoologo



Una medusa nel mare di Capo Caccia. Pipistrelli in volo in una grotta di Viddalba. Una coppia di ragni all’interno del loro nido a Porto Conte. Acqua, aria, terra. Nel comporre la sua nuova collana di immagini, Bruno Manunza, ricercatore dell’Università di Sassari e fotografo di ambienti naturali, non ha scelto le mezze misure. E ha dato alle stampe il succo di una ricerca che lo impegna da più di vent’anni presentando un campionario di immagini realizzate nei tre differenti ambienti nei quali si manifesta la vita sul Pianeta. Il risultato è una ricerca a 360 gradi che arricchisce il già cospicuo patrimonio iconografico della Sardegna. Il suo "Mediterranea" che in questi giorni approda in libreria (Pubblinova Edizioni Negri, 20,50 euro) è un libro fotografico che esce dai normali schemi per la varietà dei temi trattati e per l’originalità delle inquadrature.
Nel ventaglio di suggestioni proposte, uno spazio di tutto riguardo viene dato al paesaggio. E, anche in un settore ampiamente inflazionato come questo, Bruno Manunza ha esibito una cifra stilistica assolutamente originale che gli ha consentito di proporre inquadrature assai note (come lo scoglio della Foradata, nel litorale algherese di Capo Caccia, e l’Isola Piana di Stintino) colte in un’atmosfera irreale creata dalla sovrapposizione delle immagini e dal ricorso a tempi di posa di molti minuti nelle ore notturne.
Bruno Manunza non è nuovo a queste performance: la tecnica che ha affinato in un quasi quotidiano contatto con la campagna (opera nel Dipartimento di Scienze Zootecniche) unita a una profonda conoscenza degli ambienti naturali, specie del Nord Sardegna, è quella che gli ha consentito di ricevere riconoscimenti internazionali e la collaborazione con importanti riviste naturalistiche. Obiettivi ottenuti grazie a un paziente lavoro di preparazione e a una meticolosa scelta delle attrezzature. E quando le ottiche e gli accessori reperibili sul mercato non erano in grado di rispondere alle esigenze, ha saputo modificarli e adattarli alla bisogna senza rinunciare alla qualità ineccepibile delle immagini.
Senza l’endoscopio di provenienza medica, assemblato artigianalmente su un obiettivo macro da 60 mm, sarebbe stato impossibile riprendere i ragni all’interno della loro tana. Prima una Vedova nera (con maschio), il Latrodectus mactans tredecimguttatus , l’Argia della tradizione popolare sarda, la cui puntura può essere mortale. Poi la tozza Cteniza sauvagesi circondata da un centinaio di figlioletti, un "ragno della botola" che scava una buca, la riveste di seta e in quella tana la femmina trascorre tutta la vita senza allontanarsi mai, neppure per riprodursi. Quanto al buio, il problema è stato risolto rischiarando il cunicolo con una microlampada allo xenon.
E questo è un altro aspetto del fotografo Bruno Manunza che non pare geloso dei suoi segreti e li rivela con apparente noncuranza tra le descrizioni delle immagini. Invogliando altri appassionati di fotografia a ripetere la sua esperienza. Ma, forse, la sua è sottile perfidia. Sa bene che tecnica e attrezzatura sono solo una parte. Per realizzare un’Immagine occorre saper attendere lo scorrere del tempo e avere il colpo d’occhio per cogliere l’attimo. E queste sono cose che non si trovano facilmente.
ANGELO PANI





Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie