UniCa UniCa News Rassegna stampa Venerdì 14 dicembre 2007

Venerdì 14 dicembre 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 dicembre 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 5 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 1025
Tasse, aumenti solo per i più ricchi
Nessun incremento per chi ha un reddito fino a 43 mila euro
Università. Ecco le novità del regolamento approvato dal Consiglio d’amministrazione
Penalizzati i fuori corso, mentre gli studenti meritevoli avranno delle riduzioni minime
 
Chi denuncia al fisco un reddito fino a 43 mila euro può dormire sonni tranquilli: per loro non ci sarà nessun aumento nelle tasse d’iscrizione all’Università. Il nuovo regolamento approvato, per ora in via preliminare, dal consiglio d’amministrazione dell’Ateneo, prevede incrementi per le fasce di reddito superiori ai 43 mila e 800 euro. Aumenti che vanno dai 90 agli 877 euro e che serviranno, insieme ad altre voci introdotte nel regolamento, a portare nelle casse universitarie 4.180.000 euro in più rispetto al precedente regolamento tasse.
LE FASCE I rappresentanti degli studenti, con la loro battaglia, sono riusciti ad apportare alcune modifiche alla prima proposta avanzata dal rettore Pasquale Mistretta. Prima di tutto è stata alzata la soglia di reddito che sarà esente dagli aumenti. Prima era di 27 mila euro (20 mila di reddito equivalente): nel regolamento approvato in cda è stata portata a 43 mila euro (30 mila quello equivalente). Gli aumenti saranno graduali: da 89 a 100 euro per la fascia di reddito fiscale fino a 49 mila euro, da 116 a 131 per quella che arriva a 53 mila euro. E ancora: da 134 a 153 euro di incremento per le famiglie che dichiarano fino a 59 mila euro, da 159 a 178 per chi ne denuncia 66 mila. I ritocchi salgono gradualmente fino al massimo aumento: 821 euro di tasse in più rispetto al regolamento ancora in vigore per chi ha un reddito fiscale di 95 mila euro. Sopra questa soglia la cifra diventa fissa: duemila euro, con un più 877 euro se confrontato all’attuale tassazione. Un’altra vittoria degli studenti è stata quella di rendere uguali gli aumenti tra i corsi di laurea triennale e specialistica.
CONTRIBUTI FACOLTÀ Le entrate universitarie cresceranno grazie ad altre voci. Una di queste è il contributo di facoltà: chi si iscriverà in Medicina dovrà pagare dagli 80 ai 140 euro (a seconda del reddito), quelli che sceglieranno Farmacia, Scienze, Ingegneria e Architettura dovranno sborsare dagli 80 ai 120 euro, mentre il contributo per le facoltà di Giurisprudenza, Scienze Politiche, Economia, Lettere, Lingue e Scienze della Formazione varierà tra i 40 e gli 80 euro. Alla tassa base e al contributo di facoltà si devono aggiungere la tassa regionale per il diritto allo studio (62 euro), il contributo per la mobilità internazionale (5,44 euro) e il contributo Siae (2,15 euro).
FUORI CORSO Per gli studenti fuori corso l’incremento sarà maggiore: più dieci per cento per quelli al secondo fuori corso, più 30 per cento per quelli al terzo. Le riduzioni per i ragazzi meritevoli sono minime: chi conseguirà 50 crediti in un anno avrà un rimborso delle tasse del dieci per cento.
IL PROBLEMA Tra i possibili correttivi che il consiglio d’amministrazione dovrà apportare sembra esserci quello relativo alla sanzione che deve pagare chi non presenta l’autocertificazione del reddito. Nel regolamento approvato mercoledì è salita a 2.500 euro (prima era 2.000). Alcuni consiglieri hanno evidenziato il rischio che questa norma possa essere impugnata: quelli che pagano il massimo delle tasse (2.000 euro) non avevano motivo di fare l’autocertificazione, mentre con la novità introdotta dal cda dovrebbero sborsare una cifra superiore. Un paradosso. Così si cercherà di tornare alla sanzione precedente: chi non presenta l’autocertificazione paga automaticamente il massimo.
LA POLEMICA Intanto l’approvazione, in via preliminare, del nuovo regolamento tasse ha alzato un polverone anche in consiglio regionale. I componenti della commissione Bilancio sono rimasti sorpresi del voto favorevole all’aumento di Onorio Petrini, rappresentante del ministero nel cda dell’Ateneo e consigliere regionale, che si era sempre dichiarato contrario all’incremento. (m. v.)
 
2 – L’Unione Sarda
Prov Gallura Pagina 56
Enogastronomia oggi all’Università
Olbia
 
Oggi alle nove nell’aula magna della facoltà di economia del turismo, si terrà un convegno sui prodotti alimentari e vinicoli dell’isola. Interverranno il professor Carlo Marcetti; il coordinatore territoriale per la Sardegna dell’accademia della cucina italiana, Marcello Bedogni; Marco Caredda dell’Item srl; il dottor Salvatore Fele dell’agenzia regionale Laore.(e.n.)

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Gli studenti dopo il via libera agli aumenti deciso dal Cda dell’ateneo 
«La partita non è chiusa» 
Pronte le controproposte e pretesi anche più servizi 
 
 CAGLIARI. Più aule d’informatica in tutte le facoltà, più computer, ma anche più risorse per le collaborazioni studentesche. Così come è stato veloce a far approvare il nuovo regolamento sulle tasse, il rettore ora dovrà esserlo anche nel dare agli universitari i maggior servizi promessi proprio grazie ai nuovi introiti. A dirlo sono gli studenti per i quali la partita sul nuovo regolamento tasse, approvato l’altro ieri dal Consiglio d’amministrazione dell’ateneo, non finisce qui: adesso bisognerà passare ai fatti. Fatti che saranno messi in chiaro nella seduta del Cda di lunedì, quando il regolamento dovrà essere approvato definitivamente, ma su cui gli universitari stanno già lavorando: questo pomeriggio si riunirà il Consiglio degli studenti che metterà a punto le richieste da inserire nel regolamento. «La partita sulle tasse ancora non s’è chiusa - dice il presidente del Consiglio degli studenti, Lorenzo Espa - A questo punto è importante lavorare sulla destinazione dei fondi». Quattro milioni e più di euro, già ripartiti nel calcolo del rettore, ma sui quali gli universitari chiedono nuovi aggiustamenti. Partendo dalla situazione delle biblioteche, come quella della facoltà di Lettere: «Quella usata attualmente dagli studenti - dice Lorenzo Espa - è in condizioni penose -: gli spazi sono ridottissimi e molti libri adottati dalla facoltà sono addirittura introvabili».
 Questo non è l’unico cruccio. Gli universitari chiedono certezze anche sulla nuova biblioteca del polo umanistico di Sa Duchessa: avrebbe dovuto essere inaugurata nel 2004, ma per il protrarsi di alcuni lavori (questa è stata almeno la spiegazione ufficiale) le sue porte sono ancora sbarrate. E ancora: «E’ diverso tempo - va avanti Espa - che chiediamo per la Cittadella di Monserrato nuovi spazi per la mensa: spazi più grandi per gli studenti, certo, ma anche per far posto a una cucina che al momento manca». Sono solo alcuni dei servizi in più che gli studenti aspettano da tempo,e a cui vanno aggiunti aule studio per la facoltà di Medicina, digitalizzazione della rete («vogliamo che sia anche introdotto il libretto informatico», dicono gli universitari), nuovi spazi nel polo economico-giuridico, ma anche nuove aule per il polo di Sa Duchessa e apertura delle biblioteche anche la sera, visto che per mancanza di fondi la maggior parte di queste apre solo di mattina. Una lista della spesa lunghissima, per la quale gli studenti sono stanchi d’aspettare: «D’altronde - è il ragionamento di Espa - se si va a incidere sulle tasche degli studenti, facendo aumentare le tasse, è normale che tutti ci aspettino un aumento dei servizi». Insomma, troppo tempo è passato senza che molte promesse fossero mantenute: adesso c’è bisogno di un riscontro immediato.
Sabrina Zedda 
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Oristano
Riflessioni sulla crisi nel nome di Nino Carrus 
BIRORI Incontro formativo all’hotel Nuscadore 
 
BIRORI. Si è chiuso in Sardegna un ciclo: è finita l’era della grande industrializzazione di base, non sta dando frutti nemmeno l’ultima tranche di finanziamenti per creare occupazione nella Sardegna Centrale, il settore agropastorale è ugualmente in crisi, scompaiomo le forme di governo locale più decentrate (Comunità Montane e i Consorzi industriali) considerate superate. Partendo da questa fredda analisi, si è cercato di capire che cosa fare, nell’ultimo incontro di formazione e di approfondimento organizzato dall’associazione Nino Carrus, nella sala dell’hotel Nuscadore di Birori.
 Relatori Franco Manca, direttore dell’Osservatorio economico della Regione, e Francesco Soddu, dell’Università di Sassari. Secondo le relazioni, l’industrializzazione recente della Sardegna ha prodotto uno sviluppo squilibrato. Già questo lo aveva intuito Nino Carrus che parlava di mancanza di sviluppo, sebbene con produzione di reddito, della prima industrializzazione della Sardegna. Il prodotto interno lordo dell’isola continua a essere originato per il 75% dalla pubblica amministrazione. La Sardegna, che è uscita dall’Obiettivo 1 dell’Unione Euroea in gran parte grazie al fatturato della Saras, in effetti si trova ad affrontare ancora i problemi storici, con segnali pericolosi di ripresa del disagio sociale. Lo sviluppo, o quello che sembrava tale - è stato detto a Birori - è sempre stato esogeno e manca tragicamente una classe imprenditoriale, in gran parte assorbita dalla grande industria, mentre la classe dirigente presenta molte carenze. Ancora: delle piccole imprese gran parte non esportano o non hanno interesse a farlo.
 Quali dunque i rimedi e le speranze? La risposta non è molto consolante. Di risultati concreti si potrà parlare fra almeno 15 anni. Nel frattempo, si è detto, bisogna portare avanti politiche congiunturali rivedendo e correggendo la politica degli incentivi, investendo nel capitale umano in termini di conoscenza, come hanno fatto altre zone del mondo, incentivando la cooperazione fra imprese, soprattutto per l’export, e ripensando alla flessibilità non come licenziamento ma adattamento alle modifiche strutturali.
 Qualche speranza può venire, secondo l’ex presidente della Regione Angelo Roich, dall’apertura verso il Mediterraneo e il nord Africa.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Cagliari
«L’università dello sviluppo non deve morire» 
Il Forgea international tra riconoscimenti all’estero e disinteresse nazionale 
di Erminio Ariu 
 
IGLESIAS. Non c’è traccia, nel bilancio regionale 2008, di interventi finanziari per consentire a Forgea International di proseguire l’attività futura nel progetto di alta formazione destinata ai tecnici e ai funzionati ministeriali dei paesi in via di sviluppo. Ai riconoscimenti autorevoli che arrivano da numerosi paesi europei, e alle dichiarazioni di intenti da parte del ministero degli Affari Esteri e della Regione, quando di tratta di concretizzare e di trasformare “il progetto di centro internazionale” in struttura permanente di formazione, vengono meno gli entusiasmi, gli impegni e l’interesse.
 Per i non addetti ai lavori, Forgea International può rappresentare solo una sigla ma per i 400 tecnici e funzionari stranieri che hanno partecipato ai 21 corsi di formazione, l’attività del consorzio ha avuto riconoscimenti di primo ordine dall’Unesco, dal ministero degli Esteri e precisamente dalla Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo «che di propria iniziativa - spiegano al Forgea - ha manifestato, in più occasioni, l’interesse per le potenzialità del post-minerario in Sardegna in fatto di formazione per i paesi che si affacciano sul Mediterraneo».
 Attenzione che il professore Carlo Muntoni, consigliere del Consorzio, già docente dell’università di Cagliari, spiega così: «Il Forgea International è nato nel 1996 su iniziativa dell’Università di Cagliari e dell’Ente Minerario Sardo per offrire un interlocutore attivo nei riguardi del ministero e di altri soggetti che suggerivano di procedere nell’iniziativa. Lo scioglimento dell’Emsa impose all’assessorato regionale all’Industria di entrare come socio nel consorzio che è stato capace di far confluire anche il Parco Geominerario. La Regione, fino agli anni scorsi ha assicurato contributi ma ha commesso l’errore, negli anni 2005 e 2006, di assimilare il Forgea ai poli universitari diffusi nell’isola».
 A questo punto la macchina organizzativa rischia di bloccarsi nonostante il ministro degli Esteri, tramite l’Unesco, l’Unido, l’Ics di Trieste e recentemente anche l’accademia delle scienze del terzo mondo (Twas) abbia finanziato ben 21 corsi, che sono stati gestiti da Forgea a Monteponi. «Le potenzialità di ricerca e di formazione insite, non solo nel post-minerario, ma altresì nei laboratori di Sotacarbo, nei modernissimi impianti di Nuraxi Figus, nel polo industriale di Portovesme, nei laboratori di ricerca della Saras e del CRS4, nelle pertinenze e nel patrimonio archivistico museale di Igea, nei programmi del Parco geominerario della Sardegna e delle competenza tecnico scientifica disponibili pressi l’università di Cagliari - insiste Carlo Muntoni - costituiscono un unicum nel contesto dell’aera mediterranea. Questa realtà ha ripreso corpo a livello politico istituzionale in una lettera che il presidente della giunta regionale, Renato Soru, nel maggio 2005, ha indirizzato all’allora ministro degli Interni Gianfranco Fini che assicurava la disponibilità degli uffici competenti a stabilire un fattivo contatto con la Regione, orientato al conseguimento dell’accordo istitutivo del nuovo centro internazionale, sotto l’egida dell’Unesco».
 Nel recente forum che si è svolto a Cagliari non sono mancati i consensi e le manifestazioni d’interesse a far crescere il centro di formazione di Monteponi.
 «Il professore Taki Al Mussawi, rettore dell’Università Al Munsstenaria di Bagdad - aggiunge Carlo Muntoni - nel suo intervento, nel rivendicare il ruolo che deve competere nella ricostruzione sociale, produttiva e territoriale dell’Iraq, ha assicurato il suo convinto impegno per l’inserimento della Sardegna tra le sedi deputate alla formazione tecnico-professionale degli operatori destinati ad animare i settori della produzione, dei servizi e della ricerca».
 In definitiva è presente una forte domanda da parte dei paesi interessati e qui in Sardegna e a Roma non si propone in termini seri l’offerta.
 «Qui è il punto - obietta Muntoni -: occorre l’adozione di un ben definito protocollo d’intesa per stabilire le competenze, le risorse e le strutture operative».
 
Pagina 19 - Cagliari
Uno sforzo per tutto il territorio 
Il Comune dice sì alle iniziative per l’università 
 
CARBONIA. Anche il Comune di Carbonia parteciperà allo sforzo del territorio per conservare e potenziare l’università nella sua sede di Monteponi. Dopo la decisione di trasformare l’associazione in Consorzio, anche il Comune di Carbonia ha infatti deciso di aderire all’iniziativa. L’argomento è stato inserito all’ordine del giorno del consiglio, che è stato convocato per il prossimo mercoledì. Il consiglio dovrà decidere il numero di quote che dovranno essere sottoscritte. Una decisione, quella dell’amministrazione, che deriva dal riconoscimento della importanza della struttura che ha assunto ormai un ruolo rilevante per la ricerca e la formazione non solo in ambito territoriale ma addirittura internazionale, I circa cento giovani che vi si sono laureati rappresentano, in più, un valore aggiunto per il territorio e per l’intera Sardegna. All’ordine del giorno della seduta ci sono anche altri cinque punti. Si inizierà con la discussione di interpellanze e interrogazioni. È prevista poi l’approvazione di una serie di accordi con la Asl legati al Plus, il Piano locale unitario di servizi alla persona, e di un protocollo di intesa con Asl e comune di Iglesias per la realizzazione di asili nido e micro nido aziendali. Sarà poi approvato il regolamento comunale per la corresponsione di provvidente economiche.(gfn)
 
 

Questionario e social

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