UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 27 novembre 2007

Martedì 27 novembre 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 novembre 2007
Rassegna stampa a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 9 articoli dalle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna
 
1 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia Pagina 21
Tasse, si amplia il fronte della protesta
A rischio l'approvazione del regolamento e del bilancio
Università. Manifestazione degli studenti ieri sotto il rettorato e proteste durante il consiglio d'amministrazione
 
La proposta di aumento discussa ieri nel Cda non piace agli studenti che bocciano il rettore Mistretta. Manifestazione ieri sotto il rettorato e proteste durante il consiglio d'amministrazione.
Prima la manifestazione sotto il rettorato. Poi l'opposizione netta durante la seduta del consiglio d'amministrazione. La proposta di aumento delle tasse universitarie, approdata ieri mattina nel Cda dell'Ateneo di Cagliari, non piace agli studenti che bocciano il nuovo regolamento preparato dal rettore Pasquale Mistretta. In attesa del voto decisivo, che difficilmente arriverà domani nella nuova riunione del Consiglio d'amministrazione, il fronte del no si allarga, unendo i gruppi universitari da sinistra a destra. Una situazione che rischia di allungare i tempi dell'approvazione del regolamento e dello stesso bilancio dell'Università che, un po' a sorpresa, prevede tra le entrate i quattro milioni di euro derivanti dall'aumento delle tasse.
LA PROTESTA La giornata si è aperta con la protesta, davanti al rettorato di via Università, di una quarantina di studenti aderenti al coordinamento studentesco "Contro le tasse". Un sit-in iniziato di mattina presto, con manifesti con scritte ironiche rivolte contro il rettore: Mistretta il fuori corso sei tu, riferito ai sedici anni di guida ininterrotta dell'Ateneo. E ancora: Vogliamo un'Università pubblica e di massa . Un chiaro messaggio contro l'aumento delle tasse. «Sono le più basse d'Italia? È vero», ha replicato Luigi Pisci, rappresentante nella facoltà di Scienze Politiche e membro del consiglio degli studenti. «Ma è altrettanto vero che le famiglie sarde non possono essere confrontate con quelle di altre realtà come quelle del nord e del centro Italia. I redditi sono più bassi e in molti casi si fatica ad arrivare alla fine del mese». Tra le soluzioni per trovare altri soldi quello di un maggior controllo delle dichiarazioni dei redditi («Basta un'autocertificazione, un metodo che semplifica le evasioni», dicono in coro gli studenti) e l'intervento della Regione. «Lo Stato ha restituito una parte degli introiti fiscali - ha ricordato Pisci - perché non destinarne una parte all'Università evitando così alle famiglie sarde di pagare tasse in più?». Critici anche Fabrizio Melas (Comunisti italiani) e Simona Deidda (Rifondazione): «L'aumento - hanno spiegato - si aggiungerebbe ai costi proibitivi, per gli studenti fuorisede, degli affitti in città. Inoltre la nostra regione è tra quelle con i più alti tassi di disoccupazione e con i redditi più bassi. Siamo contro un'Università classista e per questo siamo accanto al coordinamento, composto da studenti di diverse facoltà, perché crediamo fortemente in questa lotta». Prima dell'inizio della seduta del Cda il rettore è sceso in strada a parlare con i manifestanti ribadendo i motivi della proposta d'aumento delle tasse. Le parole di Mistretta non hanno convinto i ragazzi che hanno protestato in modo pacifico (a parte un attimo di tensione a causa dell'azione di una decina di anarchici che ha cercato di far degenerare la manifestazione, azione respinta dal resto degli studenti), affidando la loro contrarietà al nuovo regolamento ai rappresentanti nel Cda.
LA DISCUSSIONE Solo verso le dieci i venti consiglieri si sono riuniti al primo piano del rettorato. Dopo aver esaminato i primi due punti all'ordine del giorno, alle undici si è arrivati a parlare di tasse. Il rettore ha illustrato la sua proposta, ricordando che la manovra da quattro milioni di euro è già inserita nel Bilancio che il Cda dovrà discutere nelle prossime settimane. Poi si è aperto il dibattito. I cinque rappresentanti degli studenti hanno ribadito la loro posizione contraria. «Un aumento ingiustificato - ha commentato Andrea Zucca di Sinistra universitaria - e un regolamento che non incentiva la premialità». «Deve intervenire la Regione - ha aggiunto Andrea Marrone di Ichnusa - che non può pensare solo all'internazionalizzazione. Inoltre il rettore deve puntare a evitare gli sprechi. Non possono pagare soltanto gli studenti». «Riduzione della spesa e contenimento degli sprechi. - ha evidenziato Lorenzo Espa di Università per gli studenti - Senza queste politiche il regolamento delle tasse, così come è, non può essere condiviso». Il fronte del no è composto anche da altri quattro consiglieri (un docente, due rappresentanti del personale tecnico-amministrativo, e da quello del ministero). Diversi gli incerti. Domani riprenderà la discussione, ma la votazione (che in questo momento potrebbe portare alla bocciatura dell'aumento) dovrebbe slittare di qualche settimana per cercare un compromesso.
Matteo Vercelli
 
Cagliari e Provincia Pagina 21
la novità
Per i redditi più bassi nessun aumento
 
Nessun aumento per gli studenti con un reddito sino a 19 mila euro. Ma per i dodicimila e cinquecento iscritti alle lauree triennali, con un reddito superiore ai ventimila euro, le tasse universitarie costeranno di più. La proposta del rettore Pasquale Mistretta contiene però altri ritocchi: aumenti per i corsi di laurea specialistici, per i contributi di facoltà, per i passaggi di corso e per la tassa di abbreviazione carriera. Senza dimenticare la mazzata per i fuori corso.
Sono questi i capitoli caldi della proposta di modifica del regolamento tasse in discussione nel consiglio d'amministrazione dell'Università e che conta di portare nelle casse dell'Ateneo ben quattro milioni e 180 mila euro in più rispetto al passato. Soldi che dovranno sborsare gli studenti. Due milioni e mezzo di euro dall'incremento delle tasse d'iscrizione alle lauree triennali e specialistiche (ferme dal 2001 e le più basse d'Italia, come ripete da tempo il rettore Mistretta), un milione dai contributi di facoltà, altri seicento mila euro dai costi in più per i cambi di corso, per l'abbreviazione della carriera e l'inasprimento delle tasse per i fuori corso (dopo il secondo anno un aumento del 10 per cento, e dopo il terzo un più 30 per cento). Se tutti convergono sull'opportunità di non incidere sulle fasce di reddito più basse (per chi denuncia tra gli 8.168 euro e i 19.024 non ci saranno aumenti rispetto alle tariffe attuali), il terreno di scontro è sugli incrementi per le altre fasce, che andranno dai 19 euro di chi denuncia ventimila euro agli 822 di chi ha un reddito di 79 mila euro. In mezzo una miriade di scaglioni. E tutti pagheranno di più. (m.v.)
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia Pagina 21
Magistero, riapre la sala lettura
Sa Duchessa. Chiusa da tre anni, è utilizzata da migliaia di studenti di tutte le facoltà
 
La sala lettura della facoltà di magistero riaprirà entro i primi mesi del 2008, «salvo imprevisti». Lo ha garantito il rettore Pasquale Mistretta, che ha risposto così alle sollecitazioni di migliaia di universitari di tutte le facoltà da tre anni orfani dell'“acquario”, storico punto di riferimento per chi usa i locali di Sa Duchessa per studiare.
I lavori di restauro sono stati ultimati a marzo ma la stanza è stata utilizzata come deposito dei libri della biblioteca, anch'essa in ristrutturazione.
«Sono dispiaciuto per il ritardo», si scusa il rettore. «La sala lettura e la biblioteca dell'interfacoltà avevano bisogno di un restauro completo per essere all'altezza delle esigenze degli studenti. Gli impianti elettrici e l'arredamento erano superati, non si poteva più aspettare». Peccato che proprio l'utilissima nuova sala lettura sia stata utilizzata come magazzino: non era proprio possibile utilizzare altri luoghi, magari meno frequentati? Evidentemente no. Mistretta guarda avanti e manifesta prudenza. «La data di riapertura è indicativa. Purtroppo ulteriori rallentamenti potrebbero essere causati dal tempo che impiegherà l'azienda che ha l'appalto per l'arredamento».
Centonovanta posti, orario continuato dal lunedì al venerdì, la possibilità per gli studenti universitari di andare a studiare nella sala lettura del Magistero è sfumata quasi 3 anni fa. «Mi mancano pochi esami», racconta Valeria Piras iscritta in scienze Politiche. «Quella sala mi ha aiutato, soprattutto perché non abito a Cagliari e potevo stare lì a studiare tutto il giorno e usufruire di diversi servizi senza dover spendere».
C'è anche chi non ha un altro posto dove studiare e trovava la sala studio il posto ideale. «Da quando l'hanno chiusa ho grossi problemi a trovare un posto dove studiare. A casa non mi concentro, tanto che per un motivo e per un altro ho un po' rallentato il passo», aggiunge Giulia Medda iscritta in lingue. «Inoltre, “l'acquario”, così lo chiamiamo noi studenti, permetteva anche di fare amicizia scambiarsi pareri e appunti delle lezioni. La socializzazione è una delle cose più difficili all'Università», continua Giulia. Ma sembrano esserci buone speranze per gli studenti. (f. mu.) 
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro Pagina 22
«Troppe divisioni sull'università»
I Riformatori all'attacco del presidente della Provincia
Mentre il rappresentante degli studenti plaude alla posizione di Roberto Deriu
 
Il consigliere comunale Gianni Falchi al sindaco Zidda: «Manca l'intesa tra coloro che dovrebbero guidarne il percorso di sviluppo».
Il futuro dell'università, azzoppata dai tagli ai corsi decisi dall'ateneo di Cagliari, tiene banco nel dibattito politico che registra preoccupazioni e appelli al dialogo. Il coordinatore cittadino dei Riformatori Gianni Falchi invita Comune e Provincia a fare fronte unico e a riallacciare il dialogo con le università di Cagliari e Sassari da cui dipendono i corsi nuoresi.
RIFORMATORI «Mi attendo che il sindaco assuma posizione nei confronti della linea di indirizzo manifestata dal presidente della Provincia che sembra andare verso una direzione opposta rispetto a quella adottata dall'amministrazione comunale», sottolinea Falchi che siede anche nell'assemblea civica. «L'università di Nuoro - aggiunge - non potrà crescere e forse nemmeno sopravvivere tra le lacerazioni e la mancanza di intese tra coloro che dovrebbero guidarne il percorso di sviluppo, ma ha bisogno di un'idea forte accompagnata da un progetto il più ampiamente condiviso». Falchi rilancia la necessità dell'autonomia, richiamando anche un ordine del giorno votato all'unanimità in Comune, come condizione irrinunciabile per uscire dalla dipendenza degli atenei isolani e avere fondi propri. Parole che suonano come critica alla posizione del presidente della Provincia Roberto Deriu. «L'autonomia pur non essendo oggi un obiettivo di immediata realizzazione - aggiunge Falchi - non può considerarsi un ostacolo, ma deve essere il tema da portare avanti con grande determinazione da parte di tutte le forze politiche, e non solo, all'attenzione di Regione e Stato facendo valere i precedenti impegni a cui non può abdicarsi in nome della sopravvivenza dell'esistente».
GLI STUDENTI Simone Campus, rappresentante degli studenti per i corsi gemmati dall'università di Sassari, dice: «Per istituire un polo universitario decentrato bisogna seguire esattamente il processo inverso rispetto a quello fatto finora. Si parte da un centro di ricerca, se è giustificato dalle peculiari o esclusive caratteristiche di un dato territorio, e una volta consolidata e valutata l'esperienza su questo si costruisce dapprima un master e poi un corso di laurea». E, plaudendo a Deriu, conclude: «È positivo che il presidente della Provincia abbia puntato l'indice sulla mancanza di servizi smarcandosi da quegli amministratori locali che continuano a invocare investimenti e non si rendono conto che le iscrizioni sono in decremento costante, evitando di mettere in relazione il calo della domanda di formazione con le insufficienti politiche per il diritto allo studio». 
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro Pagina 25
Archeologia a Orune
Si scopre la città-mercato romana nella tre giorni dedicata a Sant'Efis
 
Tre appuntamenti a Sant'Efis: domani e giovedì con una lezione nella Biblioteca Satta, domenica prossima con l'escursione sul sito. L'associazione Archeo Arci punta i suoi riflettori sugli splendidi scavi nelle campagne di Orune che hanno ridato alla luce tesori di epoca romana rimasti sepolti da oltre 1700 anni. I ritrovamenti verranno illustrati domani, alle 19,30, durante la lezione che sarà tenuta dal professor Alessandro Teatini nella Biblioteca Satta di Nuoro. Il docente dell'Università di Sassari tratterà il tema “Questione della romanizzazione della Barbagia con l'apporto degli scavi di Sant'Efis di Orune”, mentre giovedì toccherà a Fabrizio Delussu, che ha lavorato assieme a Teatini, ampliare il tema. «I due docenti - spiega Tina Santoni, presidente dell'Archeo Arci di Nuoro - hanno guidato le campagne di scavi di questi quattro anni e, come i corsisti potranno vedere domenica prossima nella visita guidata, essi apriranno lo scrigno di scoperte tra le più importanti e suggestive di epoca romana in Sardegna. Il professor Teatini, direttore degli scavi, si dice convinto del fatto che il sito di Sant'Efis fosse un grande centro commerciale dell'antichità, una città mercato ricca di prodotti alimentari , ma anche di raffinati manufatti di alto valore artigianale, con una riconosciuta e apprezzata rete di importazione e di esportazione».
Le risultanze degli scavi stanno collocando Orune al centro della cultura archeologica non solo regionale e l'amministrazione comunale intende rilanciare le sue azioni di politica culturale partendo da Sant'Efis che insieme a “Su Tempiesu” costituisce punto di riferimento per studiosi o per semplici curiosi e cultori della passione per le antichità della Sardegna. «Ecco perché - sottolinea Tina Santoni - L'Archeo Arci , dai tre appuntamenti della settimana si aspetta, oltre ai circa 150 partecipanti alle lezioni, la presenza di quel vasto tessuto culturale che anima la città e il centro Sardegna».
 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Università, ostruzionismo degli studenti 
L’obbiettivo dichiarato è far slittare a gennaio l’aumento delle tasse 
Il Consiglio d’amministrazione rinvia la decisione 
 
 CAGLIARI. Il consiglio d’amministrazione dell’ateneo non ha deciso sull’aumento delle tasse universitarie proposto dal rettore Pasquale Mistretta. Il rinvio era nell’aria e a volerlo sarebbero i rappresentanti degli studenti, che vorrebbero far slittare il verdetto del Cda (spaccato sulla proposta di Mistretta) a gennaio. Domani nuova seduta, mentre quella di ieri è stata caratterizzata dal faccia a faccia tra gli studenti e Mistretta dopo un sit-in dei primi in via Università. Forse il rinvio del consiglio d’amministrazione è frutto anche dell’attesa di cosa farà la Regione con la prossima Finanziaria: arriveranno i quattro milioni che servono all’università?
 
Pagina 1 - Cagliari
Ostruzionismo, il Consiglio non decide 
Sit-in degli studenti, faccia a faccia col rettore L’obbiettivo è far slittare a gennaio il verdetto 
Adesso potrebbe essere decisivo l’intervento della giunta regionale 
di Sabrina Zedda 
 
 CAGLIARI. Tutti ancora con il fiato sospeso. La seduta di ieri mattina del Consiglio d’amministrazione dell’università sulla proposta del rettore di aumentare le tasse, s’è risolta, com’era previsto, con una fumata nera. Niente di drammatico, nessuna frattura ufficiale: il primo incontro doveva essere interlocutorio. Ma se anche domani il Cda non deciderà, e queste sono le previsioni, sarà la conferma che sotto sotto c’è una strategia precisa: trascinare il verdetto al prossimo anno. Questo almeno è il desiderio, neanche tanto velato, degli studenti.
 Alcuni studenti per ribadire il “no” secco all’aumento delle tasse, ieri si sono riuniti sotto la sede del Rettorato in un sit-in di protesta. La manifestazione è stata pacifica, e non come quella che anni fa aveva fatto vivere momenti di alta tensione. Ieri, alla fine, il Rettore è uscito dalla sua stanza per andare incontro ai manifestanti. Trenta minuti abbondanti di faccia a faccia per spiegare ciascuno le sue ragioni. Il resto si è concentrato tutto nella seduta del Cda. «Abbiamo esposto la nostra posizione, per dire che i quattro milioni di euro necessari all’Università per andare avanti non si possono far gravare solo sulle spalle degli universitari», dice Lorenzo Espa, presidente del Consiglio degli studenti, prima di presentare la controproposta: «Un piano dettagliato in cui i soldi sono equamente distribuiti tra tutti le componenti». In pole position rimane comunque l’idea che possa essere la Regione a farsi carico di parte dei quattro milioni di euro necessari alle casse dell’Università. Una possibilità emersa nei giorni scorsi durante l’incontro tra la commissione regionale al Bilancio e i rappresentanti degli studenti delle università di Cagliari e Sassari. I commissari, fa sapere Lorenzo Espa, hanno paventato la possibilità che nella prossima Finanziaria possano essere previste le nuove entrate.
 D’altro canto anche il rettore ha presentato i conti, illustrando il piano d’investimento per il diritto allo studio che la Regione vorrebbe inserire in Finanziaria: alla voce “contributi per il fitto casa”, solo per fare un esempio, potrebbero entrare qualcosa come sei milioni di euro, molti di più del milione stanziato l’anno scorso.
 Questi sono soldi che indubbiamente servono, sottolinea Lorenzo Espa che tuttavia rimarca come “diritto allo studio” significa anche migliorare altri servizi come quelli di supporto alla didattica o di aiuto agli studenti meritevoli o in condizioni particolarmente disagiate.
 Ad ogni modo, per ora non il Consiglio d’amministrazione non ha deciso nulla ma senza che la riunione di ieri si trasformasse in uno scontro. E così adesso da più parti la la disponibilità è stata considerata un “elemento positivo da cui partire”.
 Domani si riprende, ma sembra ormai certo che la discussione andrà avanti per parecchie sedute. Andrea Marrone, rappresentante degli studenti per la lista “Ichnusa” lo dice chiaro: «All’aumento delle tasse diciamo no, quindi faremo tutto l’ostruzionismo possibile per rimandare la decisione». Rimandarla magari al nuovo Cda, fresco di nomina e, pare, più incline ad appoggiare le posizioni degli studenti. Tutti pensano dunque a una soluzione d’emergenza sempre che ad aggiustare tutto non arrivi prima la Regione.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Sassari
«Corsi universitari da salvare» 
L’assessore alla Pubblica istruzione scrive a Soru 
 
ALGHERO. Un tavolo intorno al quale affrontare i problemi di tipo economico che sono recentemente emersi per la facoltà di Architettura e per il corso di Scienza dell’ambiente e delle produzioni marine. Lo chiede l’amministrazione comunale, attraverso l’assessore alla Pubblica istruzione Giuseppe Sanna, al presidente della Regione, Renato Soru, coinvolgendo in tale richiesta i consiglieri regionali di Alghero, Pino Giorico e Mario Bruno. La richiesta viene supportata da una serie di motivazioni e in particolare dal fatto che i corsi universitari che si tengono ad Alghero fanno parte integrante del programma di Agenza 21 e del Piano strategico, recentemente votato dal Consiglio comunale.
 «Si deve sottolineare il fatto - scrive a Soru l’assessore Giuseppe Sanna - che la significativa rilevanza ambientale di questo territorio, riconosciuta in modo convinto dal ministero e dalla stessa Regione, basta citare l’Area Marina protetta di Capo Caccia-Isola Piana, il Parco dell’Asinara, il parco Regionale di Porto Conte, per citarne alcune, rappresenta un patrimonio naturale irriproducibile e di una tale importanza da necessitare dei più appropriati supporti scientifici che soltanto l’Univesità è in grado di garantire seriamente». Sanna spiega poi che Alghero, grazie al prezioso supporto dell’Isprom, si è resa promotrice della conferenza permanente delle città storiche del Mediterraneo ed è proprio all’interno di tale importante contesto che è nata l’idea della Facoltà consortile di Architettura del Mediterraneo, una scelta di beneficio per l’intera Isola.
 L’assessore segnala poi una una incongruenza: «Da un lato si è propugnatori della difesa delle coste e dell’ambiente e dall’altro si attua una politica di restrizione delle risorse proprio a danno di quei corsi universitari tesi a esaltare i valori dell’ambiente e del paesaggio». All’incontro chiesto dall’amministrazione dovrebbero partecipare anche i preside delle facoltà universitarie interessate.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Fatto del giorno
L’illusione delle sedi decentrate 
I danni dell’abusato senso dell’autonomia universitaria 
La contrapposizione dei senati accademici di Sassari e Cagliari 
di Simone Campus * 
 
Il dato è inconfutabile: le sedi universitarie decentrate sono al collasso, causato da un abusato senso dell’autonomia universitaria da parte dei senati accademici di Sassari e Cagliari, ancora oggi in contrapposizione.
 I corsi decentrati, nati nel tentativo di dare risposte a spinte localistiche, hanno fin qui prodotto false illusioni, sottraendo ingenti risorse al sistema universitario sardo. «Per istituire un polo universitario decentrato bisogna seguire esattamente il processo inverso: si parte da un centro di ricerca, se è giustificato dalle peculiari o esclusive caratteristiche di un dato territorio, e, una volta consolidata e valutata l’esperienza, su questo si costruisce, eventualmente e gradualmente, dapprima un master e poi un corso di laurea, come dirette espressioni e sviluppi conseguenti di quel centro di ricerca».
 Quando si apre una nuova sede universitaria si devono definire gli obiettivi, invece spesso si è scelto di andare in ordine sparso senza alcuna strategia chiara. Non bastano alcuni servizi didattici per istituire un polo universitario, perché l’università è ricerca e didattica insieme. Occorre individuare la vocazione delle diverse sedi universitarie, limitando l’offerta a poche e qualificate aree disciplinari. La chiara e dettagliata definizione degli obiettivi è condizione necessaria per una precisa programmazione degli interventi e perché possa aver luogo successivamente una corretta valutazione dei risultati ottenuti.
 Un quadro del bacino territoriale di riferimento è indispensabile per individuare le aree di provenienza degli studenti e le probabili dinamiche della domanda di formazione, su un orizzonte temporale di almeno un decennio, tenendo conto della dinamica demografica, degli effetti di altre iniziative di formazione universitaria e dei sempre possibili nuovi orientamenti della domanda di formazione. Tutti motivi che hanno portato, per esempio, alla Caporetto dei corsi nuoresi promossi dalla facoltà di Scienze Politiche di Cagliari che ha preferito investire, con l’Università di Sassari (Consorzio Unitel), sul progetto UniSofia puntando sui corsi on line di Scienze dell’Amministrazione, nel tentativo di rendere più semplice l’accesso ai servizi e alla cultura universitaria su base regionale.
 Quanti, tra gli amministratori locali, continuano a invocare investimenti non si rendono conto che le iscrizioni sono in decremento costante e negli anni hanno preferito ignorare questo fenomeno evitando di mettere in relazione il calo della domanda di formazione con le insufficienti politiche per il diritto allo studio (assegni di studio, posti letto, trasporti, servizio mensa, orientamento ecc.).
 A Nuoro, ma anche ad Alghero e a Olbia, occorre delineare e dare riconoscibilità e spazio ad una strategia per lo sviluppo urbano che tenga conto dell’università.
 Resta sullo sfondo la questione della trasformazione dei poli didattico-scientifici in Poli Universitari, il che consentirebbe ai Consorzi di poter concentrare le proprie risorse su quelle attività di sostegno all’attività di ricerca e di promozione delle occasioni di scambio con il mondo culturale e imprenditoriale locale fino ad oggi penalizzati dal gravoso impegno economico volto in buona parte a favore della didattica.
Rappresentante degli studenti Ersu di Sassari
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Oristano
A Orgosolo uno spaccato della criminalità sarda 
Presentato il libro «Perché non c’è la mafia in Sardegna» di Pino Arlacchi 
 
ORGOSOLO. Cinquantun anni fa Antonio Pigliaru studiò a fondo la società del malessere, i suoi rituali, i suoi codici, lasciando alla Sardegna un’opera monumentale che ha messo a nudo l’identità di un popolo. Il codice della vendetta barbaricina, può essere applicato alla società attuale? Probabilmente no, ma l’opera del giurista orunese resta ancora un punto fermo per chi studia l’evoluzione del popolo sardo.
 Mezzo secolo dopo il sociologo Pino Arlacchi - un’autorità mondiale sul tema della sicurezza - torna sul percorso tracciato da Pigliaru, ma con la radiografia prodotta dall’evoluzione dei tempi. Nel libro dal titolo “Perché non c’è la mafia in Sardegna” (commissionato all’Università di Sassari dalla Regione Sardegna) viene offerto uno spaccato della criminalità sarda che mette in luce le differenze rispetto alle altre regioni d’Italia. Si parte da una constatazione: la Sardegna è la sola regione italiana nella quale la mafia non ha attecchito. Lo studio di Arlacchi è stato presentato dallo stesso autore nel “capoluogo del malessere”, così l’ex sindaco di Olzai Bachisio Porru (tra i relatori) ha definito Orgsolo in un interessante dibattito, coordinato dall’editore Stefano Pira, che ha coinvolto studiosi, amministratori (tra cui Francesco Meloni sindaco di Orgosolo e Salvatore Casula ex sindaco di Ortueri) e cittadini. Arlacchi ha ripercorso il cammino che ha fornito interessanti interviste sul campo e una miriade di incontri, ma soprattutto ha spiegato i motivi di questa peculiare regione italiana: «Pur avendo molti punti in comune la Sardegna e la Sicilia e pur essendoci apparentemente tutte le condizione perché in Sardegna potesse fiorire la mafia ciò non è avvenuto. Un caso strano se si pensa che persino nel nord-est vengono sciolto consigli comunali per mafia». Gli elementi che hanno impedito alle radici mafiose di penetrare nel terreno sardo sono essenzialmente due. La prima: «Le profonde differenze storiche e sociali tra la Sardegna e la Sicilia. Qui la pastorizia e la presenza delle terre pubbliche hanno impedito la concentrazione della ricchezza e il fiorire della povertà estrema e l’’industrializzazione non è riuscita a disgregare il tessuto agropastorale. Così nell’isola si è tenuto un certo equilibrio che ha impedito degenerazioni».
 La seconda: «Il sardo non delega mai la giustizia, ne allo Stato ne alle organizzazioni criminali, fa da se». Pino Arlacchi alla fine del dibattito ha confessato: «Mi aspettavo un clima più teso a Orgosolo, invece ho trovato una discussione serena e interessantissima». Non che la società la società del malessere sia acqua passata, forse è solo la società ad essere cambiata (“Un terzo della popolazione sarda vive nell’hinterland di Cagliari” ha sottolineato Salvatore Casula), pur in presenza di un malessere costante nei decenni, ma si può dire “abbiamo vinto sulla criminalità”?
 «C’ è chi lo dice - risponde Bachisio Porru, l’ex sindaco di Olzai che ha condotto la battaglia più dura sullo spopolamento delle zone interne - io non ne sono convinto. La mia generazione credeva che la politica avrebbe vinto e invece ci dobbiamo ricredere. Lo spopolamento orami ha preso la via del non ritorno. La locandina della festa di Cortes Apertas del mio paese, ha l’immagine di un vecchio che cammina, alle sue spalle una casa diroccata. Questa è l’immagine attuale dei nostri paesi e io vedo l’oggi con molta preoccupazione».
 
1 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 23
La protesta. Manifestazione ieri mattina davanti al Rettorato e uno striscione di critica al Magnifico
Studenti in rivolta per le tasse
Sit-in, cortei e forse occupazione
La risposta di Mistretta: «Disposto a trattare. Ma devo recuperare tre milioni»
 
La protesta contro il caro tasse non si arresta: dopo il sit-in di ieri mattina in rettorato, il Coordinamento studentesco contro le tasse annuncia battaglia. Per oggi, alle 14.00, è prevista una nuova assemblea organizzata nella facoltà di Scienze politiche e proprio da qui potrebbero partire le  nuove iniziative di lotta. In programma potrebbe esserci presto una manifestazione, ma non si escludono anche forme più estreme di mobilitazione come l’occupazione delle facoltà. Intanto ieri mattina, il rettore dell’Ateneo cagliaritano, Pasquale Mistretta ha incontrato gli studenti che hanno presidiato la sede di via Università.
Nonostante l’ironico malcontento dei manifestanti abbia trovato spazio nello striscione dedicato al Magnifico: “Mistretta l’unico fuoricorso sei tu”. Un incontro che non ha mosso di un centimetro le rispettive posizioni. Da una parte, il Rettore, è determinato a portare avanti gli aumenti, dall’altra gli studenti, che di pagare più tasse non ne vogliono proprio sapere. L’unico spiraglio di mediazione è rappresentato dal come affinare il nuovo regolamento tasse. Insomma, gli aumenti ci saranno, ma sul “come” si può ancora discutere.
L’incontro con Mistretta, ha preceduto il primo appuntamento del Consiglio d’amministrazione dell’Università. Una prima riunione per affrontare il tema delle tasse, ma che per ora si è tradotta solo in una riunione interlocutoria. Per fare il punto della situazione e iniziare la discussione di un tema che si appresta ad essere scottante. Per il Rettore è anche l’occasione per presentare il piano di utilizzo di quei 4 milioni di euro che arriveranno dagli aumenti: 150mila euro per i manager didattici, 200mila euro per le collaborazioni studentesche, unmilione e 200mila euro per budget di facoltà (tutor, docenze a contratto). E ancora: 519mila euro per Fondi facoltà vincolati, un milione e 100mila euro per interventi di ripristino e allestimento architettura in medicina del lavoro. Infine, 600mila euro per la digitalizzazione degli esami e al'avvio della rete informatica, oltre a 400mila euro per le biblioteche. “La nostra posizione è di rinviare la modifica all’anno prossimo”, spiega Lorenzo Espa, presidente del consiglio degli studenti. “Non può essere votato un nuovo regolamento per gli studenti se parallelamente non viene presentato un piano serio di razionalizzazione delle risorse e il blocco della moltiplicazione dei corsi di laurea. Chiediamo la modifica di alcuni punti nell’ottica di garanzia al diritto allo studio e di meritocrazia, accompagnato da un piano di miglioramento dei servizi agli studenti specifico e dettagliata. Che sia chiara, inoltre, la finalizzazione delle risorse aggiuntive valutata sulle esigenze delle singole facoltà”. C’è poi un altro punto, ritenuto fondamentale: “Il nuovo piano deve essere anche concertato sulla base degli interventi della Regione a sostegno del miglioramento dei servizi agli studenti”. Alla fine, il primo round sulle tasse non regala vittorie o sconfitte. Tutti sembrano fermi sulle loro posizioni e i tempi per mettere il sigillo sugli aumenti sembrano allungarsi. Domani mattina, a partire dalle 9.30, nuova seduta del consiglio d’amministrazione: sul tavolo delle trattative ancora le tasse. Una lunga battaglia. In nome del diritto allo studio. Anche per chi è rimasto indietro con gli esami.
Cinzia Isola
 
 
 

Questionario e social

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