Lunedì 26 novembre 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 novembre 2007
Rassegna stampa a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli dalle testate giornalistiche L’Unione Sarda e Il Sardegna
 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 11
Oggi la riunione del Cda dell'Ateneo, servono 4 milioni
Braccio di ferro Mistretta-studenti sull'aumento delle tasse universitarie
 
Regolamento tasse studenti : è il terzo punto all'ordine del giorno della riunione del consiglio d'amministrazione dell'Università che si riunisce stamattina. La discussione si annuncia caldissima: la proposta del rettore Pasquale Mistretta di aumentare le tasse (le più basse d'Italia) rischia la bocciatura vista la netta opposizione dei cinque rappresentanti degli studenti e di alcuni consiglieri docenti e del personale tecnico e amministrativo. Per avere la maggioranza (11 voti) è dunque necessario arrivare a un accordo e a una quasi certa modifica del regolamento proposto dal rettore. Per questo sarà difficile che si arrivi al voto entro la giornata di oggi. Anche perché il cda dell'Ateneo è convocato anche per mercoledì mattina.
«Servono quattro milioni e mezzo. Lo Stato ha tagliato i fondi e queste risorse sono indispensabili per l'Università. Sul loro utilizzo decideremo insieme agli studenti». Questa la posizione di Mistretta. Inutile ogni intermediazione.
I rappresentanti degli studenti hanno detto no da subito e sono rimasti sulla posizione. Dunque i cinque membri del cda voteranno no. E con loro hanno annunciato la loro contrarietà Giuseppe Arca (docente), Onorio Petrini (consigliere regionale e rappresentante del Ministero) e due dei tre rappresentanti del personale tecnico e amministrativo, Giuseppe Casanova e Paolo Deidda. Altri consiglieri (come Michele Meloni, rappresentante dei ricercatori) sono in dubbio. Insomma la maggioranza non c'è. A meno che non arrivino delle modifiche, la proposta del rettore sembra destinata a naufragare. (m.v.) 
 
2 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 57
La mano imbalsamata da Efisio Marini
Agenda. Sassari, sarà mostrata domani alla presentazione del libro su Susini
 
Per i “Libri sardi in vetrina - Novembre con Ilisso edizioni” la libreria Koinè di Sassari presenta Cere. Le anatomie di Clemente Susini dell'Università di Cagliari , il nuovo libro di Alessandro Riva. L'incontro con l'autore è fissato per domani alle 17,30 nell'aula magna dell'Istituto tecnico industriale Angioy di via Einaudi. Ad introdurre la presentazione sarà l'oculista-scrittore cagliaritano Giorgio Todde, che non arriverà da solo, ma “accompagnato” da una mano imbalsamata nell'Ottocento da Efisio Marini, che è anche il nome dell'imbalsamatore-detective protagonista dei suoi libri. Una mano custodita dall'Università di Sassari e che sarà mostrata in pubblico proprio in quest'occasione. Con Riva e Todde anche la ricercatrice Stefania Bagella.
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 57
La giustizia nell'Isola? Un fatto personale
 
 La società agropastorale, con la sua anarchia ordinata permeata dal profondo senso di auto-giustizia dei sardi, ha evitato l'innesto di radici mafiose in Sardegna. Questi in sintesi i risultati dell'analisi del sociologo Pino Arlacchi nel libro Perché non c'è la mafia in Sardegna , presentato sabato sera nell'auditorium comunale di Orgosolo alla presenza del primo cittadino Francesco Meloni e dei due ex sindaci Bachisio Porru (di Olzai) e Salvatore Casula (di Ortueri), e Stefano Pira. Davanti a numerosi e interessati spettatori, tra cui Graziano Mesina, Pino Arlacchi ha spiegato l'evoluzione di una ricerca partita da una indagine sulla criminalità, messa a punto dall'Università di Sassari per conto della Regione Sardegna, per la quale le tradizionali ipotesi non sono state supportate dalla realtà concreta.
Apparentemente le due grandi isole del Mediterraneo, la Sardegna e la Sicilia, erano ritenute simili: tutte e due connotate da un profondo individualismo, antagonismo con lo Stato e diffusa povertà. Ma, come ha detto Arlacchi, «si tratta di una verniciatura superficiale di somiglianza». I tessuti sociali delle due regioni hanno conosciuto differenti evoluzioni storiche. Da qui situazioni ben precise e diverse: la Sicilia terra fertile per l'organizzazione mafiosa, la Sardegna l'unica regione dell'Italia dove la cultura mafiosa non è riuscita ad attecchire.
Le profonde crisi che hanno attanagliato e attanagliano l'intera economia della Sardegna e i tentativi di trapiantare un'industrializzazione forzata, vedi Ottana, non sono riuscite a disgregare le fondamenta della pastorizia. Qui permane il possesso e un forte sentimento di solidarietà comunitaria che altrove è scomparso. Ma, fatto ancora più importante, ha detto Arlacchi, «in Sardegna la giustizia è sempre stata un fatto personale, che non poteva essere delegata, né allo Stato, né a qualsiasi gruppo di potere compreso quello mafioso. Inoltre si è sempre rivendicato il diritto di ribellione ad ogni potere che si presenti come sopraffazione». All'analisi sociologica fanno eco le parole, dettate dall'esperienza di amministratore, di Bachisio Porru, dove emerge il grido di allarme di una società che da tempo si sta sfilacciando davanti all'inconsapevolezza di molti, soprattutto dei politici. «le minacce della mafia - ha detto Porru - si sono fatti sentire nel periodo del super carcere di Badu 'e Carros quando furono portati i superpentiti della mafia. Seguì il periodo che registrò un aumento esponenziale degli attentati ad amministratori locali, un periodo vissuto con preoccupante assuefazione tanto da impedire a molti di accorgersi che eravamo sull'orlo del precipizio». Proprio in quegli anni, anche grazie a Porru, nacque la consulta dei piccoli comuni che lamentavano davanti al rappresentante del governo la mancanza di un osservatorio sulla criminalità per misurasse il polso della situazione.
Altro pericolo la manipolazione del denaro pubblico. «Il primo accordo di programma - ha ricordato Porru - fu dato alla Legler. Allora cercarono di convincerci che si stava portando il cuore della produzione industriale tessile. Il tutto invece si rivelò un osso di seppia che ha solo svuotato i forzieri del nostro sviluppo». Per non parlare della delusione della politica che si pensava fosse in grado di governare tutti i processi e invece, ha detto ancora Porru, «spesso ha provocato danni, complicando la dialettica con le comunità».
E non poteva mancare il riferimento alla crisi della scuola, che spesso non riesce a raggiungere i propri obiettivi perché manca un patto formativo tra scuola e famiglia, e al continuo e dissanguante spopolamento che sta facendo implodere tante realtà dell'Isola. «Le più belle risorse della nostra comunità stanno andando via», ha sottolineato don Michele Casula, parroco del paese: «Tanti giovani laureati partono alla ricerca di un lavoro che qui è condizionato dal sistema politico dei favoritismi. Siamo sicuri - ha concluso don Casula - che da noi non esista una mafia di diverso tipo?».
Salvatora Mulas
 
1 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 18
Autunno caldo. Non piacciono gli aumenti richiesti dal rettore Mistretta per recuperare 4 milioni di euro
Ateneo: sit in contro il caro-tasse
Parte la protesta degli studenti
 
Dalle 8.30 di questa mattina una nuova iniziativa pubblica in attesa del verdetto del Cda
Contro gli aumenti delle tasse, questa mattina gli universitari scendono in piazza. Si accende dunque lo scontro tra il Rettore e gli studenti che già nelle passate settimane ha mandato in fibrillazione l'Ateneo cagliaritano. La mobilitazione avrà inizio questa mattina con un sit-in in Rettorato a partire dalle 8.30. Sit in pacifico, assicurano le organizzazioni degli studenti, che proseguirà però ad oltranza. Una giornata di protesta, quella di oggi, che coincide con la riunione del Consiglio d’amministrazione che inizierà la discussione del nuovo regolamento sulle tasse. Il pericolo dei rincari è praticamente certo (anche se saranno aumenti graduati) e gli studenti sono sul piede di guerra. Le prime avvisaglie dell’autunno caldo per l’Università risalgono del resto a giugno scorso, quando il rettore Pasquale Mistretta propose per la prima volta una bozza di aumenti. Gli studenti manifestarono immediatamente la loro contrarietà e lo stesso Rettore rasserenò gli animi sostenendo che non aveva nessuna intenzione di fare le barricate: «Non intendo fare battaglie: io non vado contro gli studenti», aveva assicurato il “magnifico”. E invece, la necessità di recuperare quei 3-4 milioni di euro indispensabili per fare andare avanti l’Università ha indotto il Rettore a stilare una nuova proposta di aumenti. Con qualche novità: nessun rincaro sotto la fascia dei 20mila euro di reddito, e iscrizione più salata per chi può contare su redditi più elevati e per i fuori corso. Modifiche che però non hanno cambiato il giudizio degli studenti, le cui rappresentanze hanno annunciato il voto contrario in sede di approvazione del provvedimento. La nascita del Coordinamento studentesco (legato ai partiti della sinistra radicale) contro le tasse e il sit-in programmato per questa mattina in via Università sono le prime conseguenze concrete. «Protestiamo contro l’aumento delle tasse, perchè si va a sommare all’aumento del costo della vita in Italia», scrivono in una nota. «In particolare, in città il costo degli affitti per gli studenti fuorisede sta raggiungendo soglie proibitive. Viviamo in una delle Regioni d’Italia con i più alti tassi di disoccupazione e con i redditi più bassi, quindi quest’aumento andrà ad incidere fortemente sulle tasche di quelle famiglie che, tra mille sacrifici, a stento riescono a mandare i propri figli all’Università ». Una bocciatura su tutta la linea, dunque, per aumenti che non piacciono proprio a nessuno.
Cinzia Isola  

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie