UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 15 novembre 2007

Giovedì 15 novembre 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 novembre 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 9 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Stangata. Il rettore Mistretta rivede gli scaglioni dopo le polemiche degli studenti
Università, paga di più chi non studia
Rivisto il piano-tasse: aumenti per i fuori corso e gli abbienti
Il rettore conta di incassare quattro milioni. Tasse più basse d’Italia. Il no degli studenti.
 
La battaglia finale tra studenti e rettore sulla proposta di incremento delle tasse universitarie si disputerà lunedì 26 novembre in consiglio d’amministrazione: in quella data Pasquale Mistretta porterà in discussione il nuovo regolamento che permetterà alle casse universitarie di incassare 4 milioni e mezzo di euro in più, spalmati in fasce a seconda del reddito. Gli studenti annunciano il loro voto contrario, mentre il rettore parla di «manovra corretta ed equilibrata» ricordando che nell’Ateneo cagliaritano le tasse sono ferme dal 2001 e sono le più basse d’Italia.
MODIFICHE Ieri Mistretta ha illustrato il documento che sarà messo ai voti. «Rispetto a quello preparato prima dell’estate - ha spiegato il rettore - ha subito delle modifiche. Le prime tre fasce non verranno toccate. Dopo i ventimila euro di reddito ci saranno degli aumenti progressivi fino agli 80mila». Questo per quanto riguarda le lauree triennali e a ciclo unico. In concreto, chi denuncia un reddito fino a 8.168 euro continuerà a pagare 179 euro per anno accademico, chi arriva a 13.596 ne dovrà sborsare 235 (come nel 2006) e che tocca i 10.024 avrà una tassa di 293, uguale all’ultimo anno.
SCAGLIONI Gli aumenti ricadranno sulle altre fasce, con incrementi che andranno dai 19 euro di chi denuncia ventimila euro (da 347 euro le tasse passeranno a 366) agli 822 di chi ha un reddito di 79mila euro (da 1.122 a 1.944 euro). In mezzo una miriade di scaglioni: 81 euro in più per chi dichiara 30mila euro, 100 per quelli che toccano i 35mila, 219 per chi arriva a 57mila. Sopra gli 80mila la quota diventa fissa: duemila euro di tasse, con 877 euro di incremento. Anche per le specialistiche è stata applicata la stessa filosofia: restano invariate le prime tre fasce, mentre gli aumenti saranno progressivi per gli altri redditi.
INCASSI Per raggiungere i quattro milioni e mezzo di incasso in più, la proposta contiene altre novità: un raddoppio dei contributi aggiuntivi per le facoltà (120 per Medicina, 100 per Scienze, Farmacia, Ingegneria e Architettura, 60 per le altre), costi maggiori per i cambi di corso e per l’abbreviazione della carriera (cioè con il riconoscimento di altri crediti formativi) e un inasprimento delle tasse per i fuori corso (dopo il secondo anno un aumento del 10 per cento delle tasse, e dopo il terzo un più 30 per cento).
PROMESSA «I fuori corso - ha sottolineato il rettore - e chi non sostiene esami, quest’ultimo anno undicimila studenti, penalizzano l’Università nella distribuzione dei fondi statali». Mistretta ha fatto una promessa: «Questi soldi verranno utilizzati per migliorare l’offerta formativa. Le decisioni saranno prese con gli studenti». Il rettore ha ricordato che l’Ateneo cagliaritano è al 7,5 per cento di tassazione rispetto al finanziamento statale e che con il nuovo regolamento si arriverà al 12: «Lontanissimo dal 25 per cento che sta per essere autorizzato dal Governo».
RIFIUTO Dopo il no del presidente della Regione, Renato Soru, alla richiesta del Consiglio degli studenti, presieduto da Lorenzo Espa, di dare un contributo per evitare l’aumento delle tasse, la strada sembra segnata. Presidi e docenti sono sempre stati per l’aumento, dunque in consiglio d’amministrazione non ci dovrebbero essere sorprese. Da destra a sinistra, nei gruppi studenteschi, il no in quell’occasione sembra sicuro. Lo hanno detto apertamente nell’incontro con Soru tutti i rappresentanti, come Andrea Marrone, Luigi Pisci, Giuseppe Frau, Paolo Pirino e Andrea Zucca. Tra dieci giorni la resa dei conti
Matteo Vercelli
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 20
Stampace. Piante rare
Ecco Wollemia: l’albero dei dinosauri all’Orto botanico
 
 Con i suoi duecento milioni di anni ha conosciuto i dinosauri. Fino al 1994 era nota agli studiosi di Scienze naturali soltanto allo stato fossile. Poi la scoperta, tredici anni fa, in un canyon a 150 chilometri da Sydney ha regalato una delle più sensazionali scoperte nel campo naturalistico: il ritrovamento della Wollemia nobilis, un albero, della famiglia Araucariaceae, che può raggiungere i quaranta metri di altezza. Sono circa cento gli esemplari attualmente in vita e due di questi, da sabato, troveranno ospitalità all’Orto botanico di Cagliari.
«Siamo sicuri che si adatterà bene al nostro clima». Mauro Ballero, direttore del dipartimento di Scienze botaniche dell’Università di Cagliari, non ha dubbi: «Sono tante le specie vegetali che si sono acclimatate senza problemi pur arrivando da paesi tropicali». Per l’Orto botanico insomma la Wollemia rappresenterà un fiore all’occhiello del suo incredibile patrimonio naturalistico: l’albero ritrovato da David Noble nell’agosto del 1994, nel parco nazionale del Wollemi (da qui il nome Wollemia), oggi si può ammirare in altre nove città italiane e in diciotto parchi e orti botanici del mondo. «Ci siamo arrivati - sottolinea Pino Fois, responsabile dell’Orto botanico cagliaritano e alla guida di 17 giardinieri - grazie a una fondazione che si occupa della riproduzione limitata della pianta e della loro esportazione. Per noi è come se si fosse trovato un dinosauro vivo». Due saranno impiantate a Cagliari e sabato (con inizio alle 11) si svolgerà la giornata di presentazione chiamata "Arriva la Wollemia, un fossile di 200 milioni di anni rivive".
Nella cava romana dell’orto di viale Sant’Ignazio, i due alberelli (uno alto poco più di un metro e un altro che arriva ai due) sono stati inseriti in un ambiente che ripropone il periodo Giurassico, insieme ad altre piante. La scenografia, creata dalla coordinatrice del museo, Cristina Delunas, è completata con alcuni dinosauri dipinti su un pannello di legno.
«L’occasione - sottolinea Ballero - per spiegare ai visitatori, e in particolare alle scuole, il tema della conservazione della diversità biologica che vede l’Orto botanico di Cagliari impegnato in prima linea nella salvaguardia e diffusione di specie in pericolo di estinzione». La Wollemia è una di queste e da sabato farà parte della splendida collezione del polmone verde al centro di Cagliari. ( m. v. ) 
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 57
Una analisi moderna dei testi brevi proposta nei giorni scorsi al convegno cagliaritano
I critici riscoprono la Deledda «Davvero nuova. Anzi, novella»
L’autrice 90 anni fa parlava di “lenta ma innegabile evoluzione del mio pensiero”
 
 «Ella insiste nel domandarmi che cosa avrei desiderato da un più attento esame della critica sull’opera mia. Appunto un più attento esame e null’altro. Invece io credo che non vi sia stato uno solo dei critici italiani che abbia letto tutti i miei libri dal primo all’ultimo, rendendosi conto della lenta ma innegabile evoluzione del mio pensiero».
Così nel 1917 dichiarava la Deledda, non senza rammarico, a un suo corrispondente. Ciò che la scrittrice chiedeva ai critici era l’esercizio onesto e scrupoloso del loro lavoro, che partisse dalla conoscenza della sua intera opera prima di formulare un giudizio su di essa. Ed è una richiesta che forse fino ad oggi non è stata accolta da gran parte della critica. Parlo naturalmente dei critici, non dei lettori comuni, i quali sono legittimati a scegliere e valutare secondo i propri gusti le loro letture. La richiesta e l’invito della scrittrice sono rivolti agli esperti del mestiere, perché a loro spetta il compito di interpretare in modo organico e documentato e di fornire chiavi di lettura dei testi letterari, in un lavoro che dovrebbe poi suscitare interessi e orientare le scelte e il modo di leggere dei lettori.
Un comitato scientifico costituitosi l’anno scorso tra le Università di Sassari e di Cagliari e l’Istituto Regionale Etnografico si è richiamato a quella giusta richiesta pervenuta così da lontano, e ha organizzato, nell’ambito delle celebrazioni per gli ottant’anni dall’assegnazione del Nobel, una lettura a tutto campo dei testi deleddiani in tre convegni distribuiti nel tempo e in sedi diverse: a Sassari a metà ottobre, la settimana scorsa a Cagliari e il mese prossimo (dal 7 al 10) a Nuoro.
Nell’evento cagliaritano si è voluto mettere a fuoco l’ampia produzione novellistica, un aspetto dell’opera deleddiana trascurato dagli studiosi. Si tratta di un complesso di testi in genere sottovalutato, che è invece di grande interesse perché leggendoli sistematicamente nel loro succedersi cronologico si compie una esperienza almeno duplice. Da un lato l’insieme dei racconti è la parte dell’opera che permette di seguire, anno per anno, in una continuità di esperienza di scrittura e di maturazione, il percorso artistico della Deledda, verificando quella «lenta ma innegabile evoluzione del suo pensiero» che la scrittrice rivendicava. Dall’altro si ha la sorpresa di incontrare non pochi capolavori di quel genere particolare che è il racconto breve.
Ecco allora il titolo del convegno: “Dalla quercia del Monte al Cedro del Libano”, che accennando al vivo amore della scrittrice per la natura, vuole suggerire i poli estremi entro cui è avvenuta l’avventura letteraria di Grazia, ed entro i quali conseguentemente si sono svolti i temi degli interventi.
Da una parte sono stati oggetto di analisi gli esordi narrativi, che sono appunto scritture di novelle, radicate nella realtà nuorese, sullo scenario del monte Orthobene dominato da querce centenarie: «Ho vissuto coi venti, con i boschi, con le montagne... ho appoggiato la testa ai tronchi degli alberi...», dice liricamente la Deledda in una lettera al critico francese Haguenin.
Dall’altra parte il secondo polo è rappresentato dalle ultime esperienze narrative, sotto il simbolo del cedro cresciuto nel giardino della casa di Roma, all’ombra del quale la Deledda amava sostare, assorta in pensieri o immersa in fantasticherie, o conversando con i familiari: il cedro del Libano, col suo fascino orientale, dà il titolo a una delle ultime novelle e poi all’estrema raccolta, apparsa postuma, nel 1939.
L’attività novellistica è stata sondata da diverse angolazioni e in una varietà di interpretazioni, oltre che da ricercatori sardi e più generalmente italiani (e mi pare da sottolineare la presenza tra essi di molti giovani, garanzia di uno sviluppo ulteriore delle ricerche) da studiosi venuti dagli Stati Uniti, dalla Spagna, dalla Francia, dall’Austria. Alcuni interventi, tenendo presente tutto il corpus dei racconti, ne hanno individuato la varietà dei temi, dei caratteri, l’affinamento dello stile, nel loro svolgersi e mutare nel tempo. Altri hanno preso in esame singole raccolte, in particolare quelle delle prime esperienze dell’autrice, cogliendone i tratti specifici come tappe di una maturazione sempre più consapevole.
Non sono mancati interventi che hanno trattato argomenti per così dire collaterali al tema portante dell’incontro. Particolare interesse ha destato la sezione dedicata a “Grazia Deledda e il cinema”: un rapporto assai fecondo, considerate le numerose trasposizioni cinematografiche di testi deleddiani, e singolare per la molteplicità di interpretazioni cui ha dato luogo.
I partecipanti al convegno, relatori e pubblico, a conclusione dei lavori hanno sottolineato la novità sia dell’impostazione sia delle acquisizioni che, superando stereotipi critici che hanno chiuso per anni l’opera della Deledda in schemi rigidi e ripetitivi, hanno indicato nuove prospettive di lettura e di interpretazione.
A noi pare, e ce lo auguriamo, che si sia aperta una interessante stagione critica che suggerisce nuovi orientamenti di studi e dà un più ampio respiro alla lettura dell’opera.
In particolare il convegno suggerisce un accreditamento delle novelle sia nel contesto della tradizione narrativa italiana otto-novecentesca, sia in quella più ricca e complessa della narrativa europea.
Una apertura culturale e una modernità di scrittura più volte sottolineate nel corso dei lavori, tale che sembra dar ragione alle parole di una scrittrice contemporanea, Elisabetta Rasy, che così concludeva un interessante ritratto della scrittrice nuorese: «A leggerla oggi, non è segnata dal tempo, la lingua dei suoi romanzi, che tutti accusavano di essere rozza e illetterata, e che davvero all’inizio […] è a tratti una traduzione del sardo, questa sua lingua, mezzo secolo e più dopo la sua morte, appare limpida e classica, priva degli odiosi manierismi della modernità, e priva, quel che più conta, dei contorcimenti e dei sensi di inferiorità dell’italiano romanzesco dei suoi contemporanei.
Lo stile delle parole e delle frasi è lo stile interiore disteso e concentrato della sua mente, lo stile del paesaggio sardo dove tutto è essenziale, tragico e insieme sereno».
Giovanni Pirodda
 
4 – L’Unione Sarda
Oristano e Provincia Pagina 17
l’incontro
Gli interventi di psicologi e psichiatri
 
Dopo il saluto del presidente dell’ordine dei medici, Paolo Sulis, ha aperto il convegno la relazione di GianPaolo Minnai. Il direttore del dipartimento di Salute mentale di Oristano ha presentato la situazione attraverso i dati raccolti da Onorato Frongia e Leonardo Tondo, associato del dipartimento di psicologia dell’Università di Cagliari che si è invece soffermato molto sulle caratteristiche dei farmaci impiegati per prevenire i rischi suicidari. Stimolatori di serotonina e litio, secondo Tondo molto efficace. Al dirigente del Centro di salute mentale di oristano, Piero Mannu, invece il compito di esaminare le cause scatenenti dei disturbi dell’umore. Sono intervenuti inoltre Giancarlo Nivoli, ordinario di psichiatria dell’Università di Sassari, sulle implicazioni medico legali e i rischi professionali e Luca Pani del Cnr che ha parlato del trattamento dei disturbi dell’umore. Ancora Giulio Perugi dell’Università di Pisa e Bernardo Carpiniello ordinario di psichiatria dell’Università di Cagliari. Hanno partecipato al dibattito Liliana Lorettu, presidente della società italiana di psichiatria forense e Athanasios Koukopulos, direttore del centro Bini.
 
Oristano e Provincia Pagina 17
Dal direttore del dipartimento di Igiene mentale un consiglio per chi sta male
Leonardo Tondo: «I farmaci salvano la vita»
 
Giampaolo Minnai, direttore del Centro di igiene mentale di Oristano è l’organizzatore del convegno.
Che consiglio darebbe ad un giovane che ha problemi di depressione e non vuole parlarne in famiglia?
«Il Centro di salute mentale è sempre aperto ed è gratuito. Si può chiedere un consulto anche senza l’impegnativa del medico. L’accoglienza viene fatta in giornata»
In una città come la nostra, molto provinciale e un po’ bigotta, c’è sempre un po’ di vergogna a riconoscere una patologia legata alla mente?
«Forse prima. Ora è diverso e lo dimostra il numero delle visite fatte dal Centro di igiene mentale che in un anno sono passate da 1700 a 11000»
Chi viene a chieder aiuto?
«Dai giovanissimi, al professionista alla casalinga. Non è come prima che veniva solo qualche disadattato sociale»
Leonardo Tondo, (Università di Cagliari) che ieri mattina ha illustrato studi e statistiche sugli stimolanti di serotonina e sull’uso del litio nella prevenzione del suicidio, ha grande fiducia in questi farmaci.
Ma a cosa serve il farmaco se non è coadiuvato poi da una buona psicoterapia?
«La psicoretapia -spiega Tondo- è utile, il farmaco è fondamentale. Da questo tipo di disturbi è difficile guarire in via definitiva. L’istinto suicidarlo è ricorrente, ogni tanto le ricadute ci sono e in questi casi il farmaco salva la vita». ( a.r. ) 

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
Pagano di più anche i fuoricorso 
Tasse universitarie, rincari a Cagliari 
 
 CAGLIARI. L’aumento ci sarà, ma non colpirà le fasce più deboli. Le nuove tasse universitarie per l’anno accademico 2007-8 porteranno quattro milioni in più nelle casse dell’ateneo cagliaritano. Tutte sono finalizzate a migliorare l’offerta formativa delle diverse facoltà (incremento dei tutor, biblioteche, aule ecc.). Sino a un reddito di 19mila euro nessun aumento, mentre per chi guadagna annualmente da 80mila euro in su, le tasse lievitano di 877 euro. Bacchettate (in tasse) anche ai fuoricorso. Chi dà pochi esami, dopo il primo anno pagherà il 10 per cento in più, dai due in su il 30. Nel dettaglio le famiglie che hanno un introito annuale superiore alle prime tre fasce (sino a 19mila euro) avranno un aumento progressivo. Con 25mila euro si pagheranno in più 62,72 euro; con 30mila, 81; con 35mila, 100,50; con 40mila 116,01. Con incrementi ogni mille euro che seguono una progressione verso l’alto e che subisce un’impennata dai 70mila (più 384,68) in su, sino ad arrivare a un esborso di 877,35 per un totale di 2.000 euro per 80mila euro di reddito e oltre.
 
Pagina 1 - Cagliari
Aumentate le tasse per gli universitari 
Il rettore Mistretta: «Le nuove entrate miglioreranno tutta l’offerta formativa» 
di Roberto Paracchini 
 
CAGLIARI. L’aumento ci sarà, ma non colpirà le fasce più deboli. Le nuove tasse universitarie per l’anno accademico 2007-8 porteranno quattro milioni in più nelle casse dell’Università: tutte finalizzate per migliorare l’offerta formativa delle diverse facoltà (incremento dei tutor, biblioteche, aule ecc.). Sino a un reddito di 19mila euro nessun aumento, mentre per chi guadagna annualmente da 80mila euro in su, le tasse lievitano di 877 euro. Bacchettate (in tasse) anche ai fuoricorso. Chi dà pochi esami, dopo il primo anno pagherà il 10 per cento in più, dai due in su il 30.
 Il 26 di questo mese ci sarà la riunione del consiglio d’amministrazione che, salvo cambiamenti dell’utimora, ratificherà l’aumento. Il rettore Pasquale Mistretta ha precisato anche che l’altro ieri la proposta è stata presentata al consiglio degli studenti, al governatore della Sardegna Renato Soru e all’assessore regionale Maria Antonietta Mongiu durante un incontro chiesto dagli stessi studenti. Questi ultimi, ha informato il Magnifico, più che contestare le nuove tasse avrebbero gradito che la Regione se ne facesse carico, in tutto o in parte. Ma questo intervento non c’è stato.
 «Si tratta di modifiche correttive rispetto a quelle già presentate lo scorso luglio - ha spiegato Mistretta - e che propongono un aumento in rapporto a quelle del 2001. Sono quindi passati sei anni dall’ultimo incremento e non un anno». Nello stesso tempo, il rettore ha sottolineato che alcune parti dell’impianto possono ancora essere discusse. In particolare, secondo il responsabile dell’ateneo, si potrebbe intervenire sugli aumenti che riguardano i redditi di ventimila euro, «anche se si tratta di poco più di 18 euro, o su altri aspetti, a patto che vi siano proposte precise e che poi si arrivi, da parte degli studenti, a un voto favorevole».
 Le famiglie che hanno un introito annuale superiore alle prime tre fasce (che arrivano sino a 19mila euro) avranno un aumento progressivo. Con 25mila euro si pagheranno in più 62,72 euro; con 30mila, 81; con 35mila, 100,50; con 40mila 116,01. Con incrementi ogni mille euro che seguono una progressione verso l’alto e che subisce un’impennata dai 70mila (più 384,68) in su, sino ad arrivare a un esborso di 877,35 per un totale di 2.000 euro per 80mila euro di reddito e oltre. Il che significa che gli aumenti maggiori riguardano, ha sottolineato Mistretta, una fascia di circa diecimila studenti, mentre da 15 a 18mila universitari avranno un aumento massimo di 100 euro e gli altri niente.
 Tra le novità, ha ricordato il rettore, c’è quella per i fuoricorso. Gli universitari meno diligenti avevano, in precedenza, una franchigia di due anni: dopo c’era un aumento del 10 per cento delle tasse. Ora, come accennato, il limite per non dare esami è stato spostato a un anno, mentre ai due si arriva a un incremento del 30 per cento. Decisioni, queste ultime, dettate anche dal fatto che i contributi del ministero dell’Università sono condizionati da risultati che dimostrano il buon andamento degli studi. L’ateneo cittadino, ad esempio, su 38mila iscritti ne ha 11mila che da almeno un anno non hanno sostenuto alcun esame e, quindi, sono fuoricorso. «Un aspetto negativo - ha ribadito il rettore - visto che questi studenti pesano due volte sull’università: la prima per i servizi che ogni universitario comporta, la seconda perchè il ministero ci decurta una parte dei trasferimenti. La logica di Roma, infatti, è quella della premialità per gli atenei i cui studenti sono in regola». Per questi motivi, oltre a disincentivare i fuoricorso con supplementi di tasse, gli iscritti che per almeno due anni non danno esami vengono stimolati a rinunciare all’iscrizione con la possibilità, se lo richiedono, di ridiventare matricole.
 Le norme nazionali, ha informato il rettore, permettono di portare le tasse universitarie sino al 25 per cento del budget complessivo dell’ateneo. «Il nostro è di 200 milioni e le tasse ne coprono oggi il 7,5 per cento, coi nuovi aumenti arriveremo al 12, tra i più bassi d’Italia. Nello stesso tempo, però, siamo al settimo posto delle prime venti università italiane e queste sono tra le prime 500 nel mondo. Un risultato che ci rende orgogliosi».
 Secondo Carlo Sanjust, consigliere regionale di Forza Italia e vice presidente della commissione Cultura, «se è vero che le tasse universitarie sono le più basse in Italia, il Magnifica rettore dovrebbe avere in mente che anche il reddito pro capite è fra i più bassi e che ancora più problematica, rispetto al resto d’Italia, è la ricerca di un lavoro». Per questo motivo Sanjust giudica «contraddittorio il mancato intervento della Regione per scongiurare l’aumento delle tasse universitarie».
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Cagliari
OGGI LA PRESENTAZIONE 
Lo Statuto dei lavoratori tradotto anche in sardo 
 
CAGLIARI. Lo Statuto dei lavoratori è stato tradotto anche in sardo da Gianni Loy, docente universitario e direttore del Centro Studi di relazioni industriali, e da Benne Sio, funzionario della Confagricoltura e uno dei primi laureati con una tesi in limba. Il lavoro sarà presentato oggi alle 16, nell’aula magna della facoltà di Scienze politiche, in viale Fra’ Ignazio. E sarà anche l’occasione per una tavola rotonda dal titolo significativo: “I quarant’anni dello Statuto dei lavoratori tra attualità e obsolescenza”. E va detto - come si legge nella presentazione - che lo Statuto è rimasto in vigore sia nei momenti di grande espansione dell’economia, sia nei momenti di crisi ed ha resistito anche agli attacchi frontali, come il referendum fallito per l’abrogazione dell’articolo 18.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Cagliari
In provincia cala il numero dei suicidi 
Dal Dipartimento di psichiatria dati confortanti soprattutto in città 
Rimane però l’allarme in alcune zone dell’Oristanese 
 
ORISTANO. Sono calati in maniera esponenziale, soprattutto nell’arco degli ultimi cinque anni. Tuttavia, i suicidi continuano a rappresentare un emergenza, anche in una provincia piccola e relativamente tranquilla come quella di Oristano. Sono dati che comunque fanno riflettere, quelli resi noti ieri mattina nel corso del convegno dal titolo: «Il rischio suicidario nel disturbo bipolare».
 Il convegno si è tenuto ieri a Donigala ed è stato organizzato del Dipartimento di psichiatria di Oristano.
 Esperti del calibro dei professori Giulio Perugi dell’Università di Pisa; Bernardo Carpiniello, ordinario di psichiatria all’Università di Cagliari; Leonardo Tondo, professore associato del dipartimento di psicologia; Giancarlo Nuvoli, ordinario di psichiatria all’università di Sassari, Liliana Lorettu, presidente della Società italiana psichiatria forense; Attanasios Koukopoulos, psichiatra direttore del Centro Bini; Giampaolo Minnai, direttore del dsm dell’Asl 5; Piero Mannu, dirigente medico del Centro di salute mentale di Oristano; Luca Pani, ricercatore del Cnr; fino al pomeriggio si sono alternati con relazioni ed interventi su un tema di scottante attualità: il suicidio, appunto. Si è parlato soprattutto delle cause e della ricerca per la cura e la prevenzione di un problema che affligge da sempre la società.
 È stato proprio il dottor Giampaolo Minnai, della Asl 5, a rendere noti i dati di una indagine epidemiologica condotta fra il 1996 e il 2005 dall’azienda sanitaria nel territorio. L’indagine, partita dai risultati della conferenza di Elsinki tenuta dall’Organizzazione mondiale della sanità, ha fatto emergere dati in qualche modo confortanti, come il calo, negli ultimi 5 anni, pari al 35,7% dei suicidi, tuttavia, allarmanti. Suddividendo il territorio in distretti, è risultato che la diminuizione dei suicidi sia stata più accentuata a Oristano, con una diminuzione percentuale nell’ordine del 44%.
 In tutta la provincia, poi, è risultato come il fenomeno sia in controtendenza rispetto al resto della Sardegna, dove, in generale, il numero dei casi sia in leggero aumento. Se però in città il numero delle persone che si sono tolte la vita è stato in forte calo, resta forte l’allarme in alcuni centri della provincia. I paesi dove in provincia, gli episodi sono stati più frequenti, sono Asuni (dove si è registrata l’incidenza più allarmante,pari al 69%), Fordongianus, Tresnuraghes, Morgongiori, Albagiara, Simala.
 Il metodo più ricorrente è quello dell’impiccagione, ben più raro il ricorso all’avvelenamento. L’indagine, come ha spiegato il medico, proseguirà. Sarà il punto di partenza per un nuovo studio, che permetta, ad esempio, di analizzare le cause, comunque spesso legate a quello che il poeta Eugenio Montale indicò come “il male di vivere”, la depressione, con patologie come il disturbo bipolare, ad esempio.
 Indubbio, poi, come spesso il suicidio sia correlato all’uso di sostanze stupefacenti. Sul calo del numero degli episodi, poi, il dottor Minnai ha spiegato come si sia riscontrato che ciò avvenga nelle zone dove è maggiore la presenza dei psichiatri. Un dato in sintonia con quanto avviene anche in realtà come gli Stati Uniti.
 Gli atti del convegno saranno presto pubblicati e distribuiti fra i medici della provincia. Un impegno in questo senso è stato assunto dal presidente dell’Ordine dei medici, Antonio Sulis.
Michela Cuccu
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cagliari
Mozione Lombardo (FI) 
«Non va chiusa l’università di Monteponi» 
 
IGLESIAS. «Il Polo Universitario di Monteponi, gestito dall’Ausi (l’associazione costituita il 13 gennaio 1997 per la gestione dell’Università diffusa di Iglesias, attiva già dal 1996) non deve chiudere, anzi, per i risultati ottenuti in poco più di dieci anni, merita di essere rafforzato e deve poter consentire l’accoglienza di esperti di fama internazionale». Lo sostiene Claudia Lombardo (nella foto accanto), già vicepresidente del Consiglio regionale, con una mozione sottoscritta da tutti i colleghi consiglieri di opposizione. «L’allarme lanciato in questi giorni è davvero preoccupante - si denuncia nella mozione - visto che la Giunta Regionale, con la delibera del 31 ottobre scorso, a fronte di una richiesta di 650 mila euro, ha erogato all’Ausi 200 mila euro in meno». Il consigliere regionale di Forza Italia contesta le somme decise dall’esecutivo regionale. «È inaccettabile sostenere che il finanziamento erogato per l’anno in corso è pari a quello dello scorso anno - scrive Lombardo - perché quest’anno il polo universitario di Monteponi non potrà ricevere dall’Università di Cagliari la somma di 200 mila euro erogata l’anno scorso, in quanto vietata da un decreto del ministro Mussi. Per questo motivo la cifra consistente decurtata, che verrà a mancare dal bilancio dell’ateneo, ne mette seriamente a rischio la sopravivenza, nonostante la Certificazione di Qualità per la formazione di laureati in Scienze dei Materiali, riconfermata negli anni 2004, 2005 e 2006». L’obiettivo è di salvare il presidio di Monteponi: «Per questi motivi e, per le dichiarazioni non certamente favorevoli all’Università diffusa rilasciate dal presidente della Regione - afferma Claudia Lombardo - la mozione, se approvata dal Consiglio regionale, impegna il governatore a comunicare quali azioni intenda avviare a salvaguardia del futuro e del potenziamento dell’Università sulcitana, ad integrare con altri 200 mila euro la delibera del 31 ottobre scorso, a inserire nella prossima finanziaria un finanziamento certo per il Polo di Monteponi e a investire altre risorse affinché questa struttura possa diventare un centro congressi permanente così come lo è, da oltre 35 anni, Erice, in Sicilia». (red.s.i.)
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
Borsa mediterranea del turismo archeologico 
I tesori della Sardegna alla rassegna di Paestum 
 
Paestum quest’anno festeggia la decima edizione della Borsa mediterranea del turismo archeologico (Bmta). Quattro i giorni in calendario, da oggi al 18 novembre, per un evento che, come è oramai tradizione, verrà ospitato nel centro espositivo Ariston. La rassegna ha come obiettivo primario quello di promuovere siti e destinazioni archeologiche creando basi e presupposti concreti di integrazione tra diverse culture; di favorire la commercializzazione di prodotti turistici specifici; di contribuire alla destagionalizzazione dell’industria turistica; di incrementare le opportunità economiche e occupazionali dei territori e le conseguenti ricadute culturali. Quest’anno per la prima volta l’assessorato al Turismo della Regione Sardegna si è posto come capofila e come collegamento operativo di tutti gli enti locali e delle associazioni di settore. All’iniziativa hanno aderito tutte le otto province sarde. Questi gli appuntamenti più importanti della settimana a Paestum. Si incomincia oggi alle ore 12 con un laboratorio di archeologia sperimentale, durante il quale si mostrerà come veniva lavorata l’ossidiana per ricavarne oggetti e suppellettili d’uso quotidiano e preziosi monili. La lezione sarà tenuta da Vittorio Brizzi, del Dipartimento delle risorse naturali e culturali dell’Università di Ferrara. Domani alle 12 l’assessorato allo Sviluppo economico della Provincia di Nuoro presenterà il progetto di marketing territoriale “La civiltà arcaica”. Le relazioni sono affidate all’assessore Roberto Cadeddu, ad Attilio Mastino, ordinario di Storia romana nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari e a Rodolfo Musco, esperto e docente di marketing. Sabato 17 alle 12, a cura della Cooperativa Penisola del Sinis si terrà la presentazione del villaggio nuragico di Su Muru Mannu, che sorge nell’area di Tharros. Alle 12,30, Raimondo Zucca, direttore dell’Antiquarium Arborense di Oristano, e Piero Bartoloni, ordinario di Archeologia fenicio-punica dell’Università di Sassari, parleranno del sistema museale arborense. Alle 16,30 Bartoloni terrà una lezione sul Museo archeologico di Sant’Antioco.
 Alle 17,30, a cura della Cooperativa Forum Traiani, si discuterà del tema: «Uno scavo a Forum Traiani sulle tracce degli antichi romani». Domenica alle 11, verrà presentato il progetto “Archeocampi”.
 
 
 

Questionario e social

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