UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 13 novembre 2007

Martedì 13 novembre 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 novembre 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro Pagina 23
Bitti
Tumore al fegato, premiato giovane ricercatore universitario
 
Cinque anni di studi in America, poi il ritorno in Sardegna come ricercatore dell'università di Sassari dove continua a studiare le cause dell'insorgenza del tumore al fegato. Diego Calvisi, originario di Bitti, è uno dei dieci ricercatori italiani a cui l'associazione per la ricerca sul cancro ha assegnato un finanziamento per poter proseguire gli studi iniziati negli Stati Uniti. Un'iniziativa che serve anche ad arginare la cosiddetta fuga dei cervelli di cui da tempo soffre la ricerca in Italia.
Il riconoscimento, arrivato nei giorni scorsi, riempie di gioia i concittadini di Bitti. Se ne farà interprete il sindaco del paese Giuseppe Ciccolini che, anche a nome del consiglio comunale, commenta: «È per noi motivo di grande orgoglio che un giovane bittese venga premiato, insieme a pochi altri in Italia, per gli studi condotti con sacrificio e dedizione lontano dalla propria casa. Rappresenta certamente una speranza e un esempio di coerenza e dedizione agli studi per tutti i giovani che intraprendono la via universitaria. A Diego Calvisi - sottolinea il primo cittadino - vanno i nostri auguri perché possa ridare speranza e una migliore prospettiva di vita a tutti coloro che sono afflitti da un male che da anni la ricerca cerca di combattere».
Diego Calvisi ha trascorso cinque anni negli Stati Uniti dove si è occupato della ricerca sul tumore al fegato. Nonostante un curriculum brillante, ha deciso poi di tornare in Italia. Ha scelto l'università di Sassari, da dove, tempo prima, era partito dopo aver conseguito la laurea in medicina. Ora lavora nello stesso istituto in cui aveva studiato, quello di Patologia sperimentale e oncologica. Qui continua la sua attività di ricerca sulle cause del tumore al fegato che ora avrà una mano d'aiuto dal finanziamento in arrivo dall'Associazione per la ricerca sul cancro. 
 
2 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 20
Scienza
Gli studi sulla magnetoresistenza e il dibattito tra “ricerca pura” e “tecnologia applicata”
 
Una buona memoria fa sempre comodo, si sa, e a tutti piacerebbe averne in dote una prodigiosa come quella di Pico della Mirandola, che sopravvive negli aneddoti da oltre 500 anni. Dopo aver aspettato fino al 21° secolo però, l'uomo della strada può avere la meglio sul supergenio: oggi basta entrare al supermercato con pochi euro in tasca per acquistare un hard disk capace di contenere tanta memoria quanta mai sarebbe potuta entrare nella testa del buon Pico; memoria artificiale certo, ma reale quanto quella biologica, buona per contenere documenti scritti, fotografie, musica, giochi e filmati. La tecnologia che ha permesso di leggere enormi quantità di informazioni dagli hard disk drives ha certamente cambiato la società, un merito riconosciuto dall'attribuzione del premio Nobel per la Fisica 2007.
Il premio Nobel è nella comunità dei fisici considerato il supremo riconoscimento dell'eccellenza, una consacrazione laica della perserveranza, la preveggenza, l'intuito e la genialità dei migliori scienziati del mondo. Ogni anno l'assegnazione del premio è quindi l'occasione per discutere e decidere quali imprese scientifiche abbiano cambiato il mondo nella maniera più profonda. La medaglia Nobel 2007, come annunciato a Stoccolma nei giorni scorsi, sarà consegnata al francese Albert Fert e al tedesco Peter Grünberg per la scoperta della magnetoresistenza gigante, cioè l'invenzione di un microscopico dispositivo elettronico sensibile ai campi magnetici: la corrente elettrica passa attraverso il dispositivo se il campo magnetico ha il verso giusto, se invece il verso è sbagliato, la corrente non passa. Si tratta di una scoperta di cui pochissimi hanno sentito parlare, ma con cui miliardi di persone hanno a che fare tutti i giorni attraverso ipod, computer e videoregistratori. Un moderno disco rigido è costituito da minutissimi solchi, come un vecchio 33 giri di vinile, a parte le dimensioni ridotte. Lungo i solchi, l'informazione è codificata con sistema binario, cioè una serie di 0 e 1, nella direzione del campo magnetico di una microscopica zolletta di materiale ferromagnetico.
La puntina per la lettura del disco contiene un dispositivo a magnetoresistenza gigante che trasforma l'orientazione del campo magnetico in un segnale elettrico: se l'elemento di memoria dell'hard disk vale 0 la corrente non circola nella puntina di lettura del disco, se invece il bit vale 1 la corrente circola. Ciò che rende formidabili gli hard disk drives è che questa delicata operazione di lettura viene ripetuta senza errori per milioni di volte in un secondo, tutto mentre il disco gira vorticosamente a diverse migliaia di giri al minuto, come il motore di un'auto sportiva. Sarebbe un mondo molto diverso senza gli hard disk drives? Analizziamo un interessante dato quantitativo. La capacità dei dischi è aumentata esponenzialmente negli anni, approssimativamente raddoppiando ogni due anni, secondo la famosa predizione di Gordon E. Moore: all'epoca della scoperta di Fert e Grünberg, nel non lontano 1988, la capacità tipica degli hard disks era al di sotto di 100 Megabytes, oggi, grazie anche alla scoperta della magnetoresistenza gigante, è maggiore di 100 Gigabytes, cioè 1000 volte maggiore. Il balzo in avanti è stato qualitativo, non solo quantitativo. Si può ragionevolemente pensare che la gran parte del patrimonio di conoscenza del genere umano sia oggi memorizzato negli hard disks: biblioteche, musica, cronache, informazioni finanziarie.
Che il mondo sia cambiato lo testimonia anche il fatto che Google, oggi una delle più grandi compagnie del mondo, sia sorta dal niente in pochi anni e abbia oggi l'ambizione di catalogare l'intero scibile umano.
Che la resistenza elettrica dipendesse dal campo magnetico in effetti lo si sapeva da tanto tempo prima di Fert e Grünberg, dai primi anni del '900 in cui l'antico gentiluomo-scienziato Lord Kelvin condusse i suoi esperimenti sulla magnetoresistenza. Il premio Nobel 2007 riconosce l'importanza tecnologica dell'invenzione di Fert e Grünberg, piuttosto che lo spessore intellettuale della loro scoperta: in fondo il merito dei due laureati del 2007 è stato l'aver ideato una struttura nella quale l'effetto è enormemente amplificato. Questa struttura è un cristallo nel quale si alternano sottilissimi strati di materiale semiconduttore e strati ferromagnetici in modo da dare luogo alla magnetoresistenza gigante.
Il Nobel per la Fisica viene dichiaratamente attribuito per due distinti meriti: scoperte pionieristiche e invenzioni rivoluzionarie. Scoperte sono ad esempio quelle geniali di Enrico Fermi (premiato nel 1938) che comprese l'esistenza del neutrone e le reazioni nucleari. Le invenzioni sono invece, per restare orgogliosamente tra gli italiani, quelle di Guglielmo Marconi (Nobel 1908), che costruì il telegrafo senza fili per trasmettere le onde radio (studiate e comprese da altri prima di lui) al di là dell'oceano. Insomma le scoperte cambiano la comprensione del mondo, le invenzioni cambiano la tecnologia e quindi migliorano la nostra vita. La distinzione tra scienza e tecnologia, scoperte ed invenzioni, ricerca fondamentale o ricerca applicata è un tema ricorrente nei dibattiti sulle politiche da adottare per la scienza, con la sovente conclusione che la ricerca deve essere indirizzata alle necessità della società, produrre sviluppo e ricchezza: basta scienziati nella torre d'avorio. Per capire se e quanto siano distinte scienza e tecnologia, può essere utile ricordare l'unico uomo cha abbia mai ricevuto due volte il premio Nobel per la Fisica, l'americano John Bardeen: nel 1956 Bardeen fu insignito del Nobel, assieme a William Shockley e Walter Brattain, nientemeno che per l'invenzione del transistor, cioè del dispositivo più importante nella storia dell'elettronica, onnipresente in qualunque congegno elettronico, dalla radiolina, ai telefonini, fino ai più potenti supercomputers. Insomma nel 1956 Bardeen era un inventore, alla pari di Marconi.
Nel 1972 però Bardeen conquistò il suo secondo Nobel per aver elaborato la teoria della superconduttività, cioè per avere scoperto come sia possibile il fenomeno su certi materiali che a bassa temperatura conducono la corrente elettrica senza opporre resistenza. Si tratta di una delle più profonde teoria di base mai pensate, una scoperta di scienza fondamentale che ha prodotto una rivoluzione intellettuale, più che pratica. I successi di quest'uomo eccezionale, così come il Nobel a Fert e Grünberg, suggeriscono che scoperte scientifiche e invenzioni tecnologiche nascono dalle stesse menti e negli stessi laboratori, sono insomma due facce della stessa medaglia, la medaglia del premio Nobel nel loro caso, la medaglia metaforica del progresso per tutti noi. Un buon approccio al dilemma se preferire la ricerca fondamentale oppure la tecnologia applicata potrebbe quindi essere di porre la questione in termini più semplici, conosciuti e chiari anche al grande pubblico: è nato prima l'uovo o la gallina?
Michele Saba
Dipartimento di Fisica, Università di Cagliari 

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
LA NUOVA CASA DELLO STUDENTE 
La struttura apre i battenti oggi la consegna degli alloggi 
In via Coppino nel palazzo di Cortesantamaria 240 posti letto e tanti servizi all’avanguardia 
 
SASSARI. Una struttura all’avanguardia, 240 posti letto su quattro piani, camere singole e doppie, servizi privati. La Casa dello studente della struttura nuova di zecca di via Coppino, nel grande palazzo di Cortesantamaria, apre le porte agli studenti. L’inaugurazione ufficiale è stata programmata per i primi di dicembre, ma l’Ersu comincia oggi con la consegna degli alloggi agli assegnatari.
 Nell’arco della settimana verranno sistemati 180 studenti per continuare poi fino al completamento dei 240 posti disponibili e già assegnati sulla base della graduatoria.
 Un tassello importantissimo che si aggiunge al progetto messo in campo per rafforzare il ruolo di Sassari come città universitaria capace di catalizzare l’interesse non solo degli studenti dell’area regionale sarda ma anche di quelli della Penisola.
 La consegna degli alloggi di via Coppino porta a 550 i posti complessivi a disposizione dei numerosi studenti fuori sede nelle diverse strutture residenziali dell’Ersu, in via Verona, in via Padre Manzella e in alcuni appartamenti privati nel centro storico. Più della metà dei mille posti che rimandano all’obiettivo concordato con il presidente della Regione Renato Soru e con l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Maria Antonietta Mongiu, che verrà realizzato con oltre 12 milioni di euro stanziati nella Finanziaria 2007 per il potenziamento delle strutture residenziali dell’Ersu di Sassari.
 Le chiavi delle duecentoquaranta stanze nuove di zecca, dunque, a partire da oggi verranno consegnate agli assegnatari: camere con ogni comfort, tutte con servizio privato e alcune, quelle all’ultimo piano, con bellissime terrazze. Per tutti, la lavanderia, una sala computer e una di lettura, e tanti spazi per l’aggregazione. In ciascuno dei quattro piani è disponibile una cucina con fornelli elettrici e con stipetti per le provviste. «Poche residenze per studenti possono contare su strutture tanto funzionali come quella realizzata in via Coppino - spiega il direttore generale dell’Ersu Maria Grazia Piras - bagno in camera e cablaggio generale che consentirà di lavorare direttamente in stanza oltre che nella sala attrezzata per l’uso dei computer. È davvero una struttura molto bella, vicinissima alla sede centrale dell’università, agli uffici amministrativi e a molte delle principali facoltà». Tra qualche settimana l’inaugurazione ufficiale, che sarà anche l’occasione per presenatre la struttura alla città e alla quale dovrebbe partecipare anche il governatore Soru.
 «Pur tra moltissime difficoltà - dice Antonello Mattone, presidente dell’Ersu - il consiglio di amministrazione e la direzione dell’ente hanno raggiunto un importante obiettivo. E all’unanimità - aggiunge - è stato deciso di dedicare la residenza ad Alessio Fontana, il funzionario della cancelleria di Carlo V grazie al cui testamento fu possibile attivare nel 1562 lo Studio gesuitico sassarese che è all’origine della nostra università».
Angela Recino
 
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Forum regionale sul turismo responsabile 
Viaggiatori intelligenti, corsi di ecologia in hotel 
 
CAGLIARI. Alberghi che associno l’ospitalità all’educazione ambientale da trasmettere ai clienti. È una delle proposte emerse nella seconda giornata del I Forum regionale sul Turismo responsabile, che si è chiuso venerdì nell’aula Cosseddu dell’Ersu, in via Trentino. Dopo l’inaugurazione di giovedì con le relazioni dei rappresentanti delle istituzioni, l’ultima giornata è stata dedicata alle esperienze degli operatori, sardi e non. Francesco Missoni, dell’agriturismo biologico di Fighezia, ha spiegato il ruolo didattivo che le strutture ricettuve possono giocare: unire ai servizi anche piccoli insegnamenti sul rispetto dell’ambiente. Mentre la coop “Villaggio Carovana” propone di eliminare le barriere, mentali o architettoniche, facilitando la comunicazione anche per consentire la più completa fruizione dei servizi ad una fetta di cittadini normalmente esclusi. Ha invece chiarito il ruolo fondamentale dell’operatore culturale Franco Cerniglia, rappresentante dell’associazione di laureati nella disciplina. Tutte esperienze accomunate dalla volontà di creare imp spazio alternativo, più accorto alla realtà umana e alla peculiarità del viaggiatore. Al Forum organizzato dall’assessorato alle Politiche giovanili, hanno partecipto 220 visitatori.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Cultura e Spettacoli
Sassari, da oggi fino a sabato il festival internazionale con spettacoli, video, installazioni e conferenze 
«Isola dei Teatri», confronto sui classici 
Stasera S’Arza metterà in scena «Lisistrata», regia di Romano Foddai 
 
SASSARI. Artisti greci, rumeni, baschi e italiani sono i protagonisti della XII edizione della rassegna internazionale «Isola dei Teatri», in programma in città da oggi al 17 novembre. Il tradizionale appuntamento, promosso dalla Compagnia S’Arza, è intitolata quest’anno «Festival del teatro antico greco». Il tema della manifestazione sarà infatti il confronto tra le istanze culturali e artistico-teatrali che si muovono nel settore dello studio della classicità. Tema che sarà affrontato non solo con spettacoli, ma anche con conferenze, installazioni di danza e proiezioni video.
«Una rassegna - ha detto ieri l’assessore comunale alla cultura Angela Mameli - di rilevanza culturale e insieme sociale, perché permette di confrontarsi ad artisti di nazionalità diverse». Un concetto ribadito dal direttore artistico Romano Foddai che ha sottolineato come «in un momento in cui la circolazione di popoli sembra alimentare l’insorgere di nuovi steccati e tentazioni xenofobe, sia importante la riscoperta della poetica greca, all’origine della cultura europea».
 Il cuore della manifestazione è rappresentato dagli spettacoli che prenderanno il via stasera nello spazio S’Arza di via Sieni. Alle 21, gli organizzatori del Teatro S’Arza porteranno in scena «Lisistrata» per la regia di Romano Foddai. Domani, sempre alle 21, sarà la volta dell’attore greco Miltiadis P. Maretas che rappresenterà «Odyssey of Homer Rhapsody V», rilettura del celebre dramma di Omero con protagonista Ulisse. Giovedì la rassegna si sposterà in piazza Azuni.
 Alle 18.30 il Teatro Nazionale Ariel proveniente dalla Romania proporrà «Antiche rigenerazioni» dedicato all’Edipo di Sofocle. Due appuntamenti per la giornata di venerdì: dalle 17 alle 20, i ballerini Moreno Solinas e il basco Igor Urzelai presenteranno un’installazione di danza dedicata ai Di oscuri. Alle 21, nello Spazio S’Arza, sarà proiettato lo spettacolo «Aristophanes Ploutos» del greco Petros Panamas. Ultimo appuntamento sabato 17 novembre, alle 21, con il «Cassandra» del Teatro Studio di Grosseto.
 Collegato agli spettacoli è il ciclo di conferenze, organizzato in collaborazione con l’Associazione italiana cultura classica, che si terrà a Villa Mimosa. Stasera alle 18 apertura con «Le strategie di Lisistrata» a cura di Andrea Blasina, presidente dell’Associazione. Domani Sotera Fornaro, docente di Letteratura greca all’Università di Sassari, spiegherà l’Odisseo in scena. Si chiuderà venerdì, dalle 17, con la mostra del Laboratorio tecniche del dramma antico intitolata «Efialte tradire il mito». L’esposizione propone installazioni su Tantalo, Pelope e Agamennone prodotte da studenti universitari. 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
Il Gaslini è stato fondamentale per la mia formazione 
L’esperienza di un giovane sassarese specializzando in Cardiochirurgia pediatrica 
 
Sono un medico specializzando iscritto al Vº anno della Scuola di specializzazione in Cardiochirurgia dell’Università di Sassari. Sono appena rientrato a Sassari dopo un anno di formazione al Centro di cardiochirurgia pediatrica dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova. Scrivo per portare la mia testimonianza per quanto riguarda l’esperienza fatta in un centro all’avanguardia. Sento di fare ciò dopo un articolo apparso su un settimanale nel quale si sosteneva che il Gaslini, centro d’eccellenza di Pediatria in Italia e non solo, è ormai allo sfascio. La mia esperienza: sono arrivato al Gaslini nell’ottobre 2006 per un anno di formazione. Non ho mai notato nessuna cosa fuori posto e non ho mai assistito o avuto sentore di qualche lamentela da parte di familiari di piccoli pazienti. Il clima nel quale ho lavorato è stato uno dei migliori. Serenità, competenza, rispetto dei ruoli e tanta passione per un lavoro, quello del cardiochirurgo, che io giudico il più bello del mondo. Al Gaslini, e questo è un’altro aspetto che mi ha colpito, i problemi quando insorgono e, in Cardiochirurgia pediatrica se insorgono sono molto seri, purtroppo.., si risolvono in maniera efficace, rapida e brillante. E’ stato scritto che i frequentatori ovvero medici senza stipendio ammessi in ospedale come osservatori, non essendo assunti, non essendo assicurati, non dovrebbero prendere decisioni, tanto meno toccare un paziente sotto i ferri, invece tanti interventi chirurgici al Gaslini vengono eseguiti con la partecipazione al tavolo di un medico frequentatore.
 Chiarisco: il cosiddetto medico frequentatore, è un medico specialista in formazione; ha il suo stipendio, ovvero percepisce regolarmente, ogni due mesi, una borsa di studio pagata dal ministero della Sanità; per il mio anno al Gaslini mi son stati richiesti tanti documenti compresa, ovviamente, un’assicurazione che già possedevo essendo coperto per 5 anni dall’Università degli Studi di Sassari; sono andato in Cardiochirurgia pediatrica al Gaslini per ricevere formazione non per guardare quanto erano belli i disegni sulle pareti dell’Istituto; quindi, in accordo col primario, ho partecipato attivamente a circa 150 interventi di Cardiochirurgia, e come secondo aiuto e come primo aiuto. Mi son state insegnate dal punto di vista chirurgico diverse cose, e in terapia intensiva ho affiancato in tante occasioni il medico di guardia; non ho mai preso decisioni in prima persona se non dopo aver consultato il primario o il collega anziano. La vita dei bambini con la mia presenza al tavolo operatorio non è mai stata messa a repentaglio. Per concludere, se si guarda bene al nostro contratto di formazione, un medico specializzando entro la fine del Vº anno di scuola dovrebbe avere compiuto almeno 10 interventi come primo operatore. In Italia ciò non accade, però mi sembra un diritto sacrosanto partecipare all’attività operatoria. Sono d’accordo, quando si legge che il Gaslini non è solo l’ospedale pediatrico di Genova, ma è l’eccelenza della pediatria in Europa e nel Mediterraneo.
 In Sardegna non esiste un centro di cardiochirurgia pediatrica e io mi auguro che il Gaslini continui ad essere per tanti piccoli sardi il punto di riferimento per le la cura delle cardiopatie congenite, visto l’elevato livello di professionalità e umanità presente nel Centro dove ho avuto la fortuna di arricchire il mio bagaglio culturale.
Simone Martis 
 
 
 

Questionario e social

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