Venerdì 7 dicembre 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 dicembre 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 9 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Pagina 29 – Cronaca di Cagliari
Al via un seminario
I bambini invisibili, ecco le nuove strategie Unicef
   
In uno scenario mondiale carico di segnali drammatici come la povertà, le malattie, l’emarginazione sociale e le guerre, l’Unicef cerca di portare avanti con l’impegno di sempre la sua attività finalizzata a promuovere il benessere dell’infanzia e dell’adolescenza.
Tra i tanti progetti già avviati spicca sicuramente il "Corso multidisciplinare di educazione allo sviluppo e ai diritti" che quest’anno interesserà ben quindici atenei italiani coinvolgendo circa tremila studenti. A Cagliari l’iniziativa è giunta alla sua XIV edizione ed è promossa come di consueto dal Comitato provinciale Unicef diretto da Rosella Onnis. L’edizione 2008 del seminario, intitolato “Un impegno visibile per i bambini invisibili”, sarà coordinata da Sergio del Giacco.
In programma ci sono dodici incontri (avranno inizio a fine gennaio e si concluderanno a metà maggio) che si terranno sempre il venerdì dalle 17,45 alle 19,45 nell’aula B della facoltà di Economia. I destinatari dell’iniziativa sono studenti e neo laureati, ma anche operatori sociali ed educatori, fino ad un massimo di 200 partecipanti. Si parlerà dei bambini sfruttati, maltrattati o vittima di abusi; della dura lotta per la sopravvivenza nei paesi del Terzo Mondo, del triste fenomeno dei bambini-soldato e della terribile piaga dell’Aids. Alla conferenza inaugurale, fissata per il 25 gennaio, interverranno Vincenzo Spadafora vicepresidente di Unicef Italia, Antonello Arru, presidente della fondazione Banco di Sardegna e Gianfranco Zola (nominato "Goodwill ambassador Unicef" nel 2006). Le lezioni vedranno protagonisti (nelle vesti di relatori) docenti universitari, politici, medici, giornalisti e importanti ospiti stranieri. Gli ospiti saranno Felix Adandejan (ingegnere che coordina i progetti relativi al microcredito nello stato del Benin), Bienvenu Kasole (rifugiato politico del Congo) e l’ex bambino-soldato ugandese John Baptist Onama (oggi docente dell’Università di Padova). Il corso è stato presentato ieri nell’aula magna dell’Itas Deledda (sede dell’Unicef Cagliari). Le iscrizioni si apriranno lunedì 10 dicembre. Informazioni presso la sede dell’Unicef (dal lunedì al venerdì tra le 10 e le 12 e tra le 16 e le 18) oppure sul sito internet www.unicef.it/cagliari.
Paolo Loche
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 31 – Cronaca di Cagliari
Università
Il corso di Fisica tra migliori in Europa
   
Importante riconoscimento per il corso di laurea in Fisica dell’Università cagliaritana. La consacrazione in Europa è arrivata con l’indagine commissionata dal settimanale tedesco Die Zeit, ed elaborata dal "Che", uno dei maggiori tra i Centro studi per l’alta formazione: l’Italia si è piazzata terza alle spalle di Germania e Gran Bretagna.
Cagliari si è ritagliata un posto nei top group in cui è suddivisa la speciale classifica dei Programmi europei di eccellenza per laureati in Scienze naturali e Matematica.
L’indagine è stata condotta su quattromila strutture universitarie europee che si occupano di matematica, fisica, chimica e biologia. Il corso di laurea in Fisica si è distinto in particolare per il numero di citazioni. (m.v.)
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 9 – Cronaca regionale
Diabete, bisturi sotto accusa
Scontro fra camici bianchi sulle nuove tecniche  
Il bisturi per sconfiggere il diabete. Se ne parla a Cagliari nell’ambito del primo Simposio di chirurgia laparoscopica. L’ospedale Marino sarà uno dei 36 centri nei quali si sperimenterà la nuova tecnica.
di Lucio Salis
 
Milioni di diabetici sognano di sconfiggere la malattia grazie al bisturi. Sono quelli che non riescono a controllarla con farmaci e diete. La loro speranza è nata quando il professor Nicola Scopinaro, università di Genova, ha messo a punto una tecnica laparoscopica in grado di sconfiggere il diabete tipo II.
Si chiama diversione biliopancreatica e consiste nella creazione di due vie gastriche dallo stomaco verso l’intestino: una percorsa dal cibo, l’altra dalla secrezione necessaria per la digestione. Da qui la riduzione dell’assorbimento di grassi e calorie e la conseguente diminuzione del peso corporeo. Che resterà stabile.
Nel mondo scientifico, la notizia ha avuto l’effetto di una bomba. I giornali sono stati bersagliati da lettere di illustri diabetologi che hanno sparato alzo zero contro la chirurgia bariatrica (quella che si pratica sugli obesi), definita, nel migliore dei casi, illusoria e pericolosa.
L’argomento è all’ordine del giorno del simposio di chirurgia laparoscopica organizzato, a Cagliari, dall’omonimo reparto dell’ospedale Marino, diretto da Roberto Moroni. Il quale, da tempo, esegue interventi anche su diabetici. Ai lavori partecipa uno dei più autorevoli esponenti della materia: il professor Pietro Forestieri, ordinario di Chirurgia generale all’università di Napoli e presidente della Società italiana di chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche.
Professore, lei conferma che dal diabete tipo II si può guarire con la chirurgia bariatrica?
Facciamo chiarezza, per non creare equivoci. Operando pazienti obesi, abbiamo notato che alcune malattie, come il diabete, la colesterolemia e la trigliceridemia venivano guarite o sensibilmente migliorate. Successivamente, il professor Scopinaro ha operato, a scopo compassionevole, anche pazienti diabetici magri e ne ha ottenuto la guarigione. Su questi soggetti abbiamo poi fatto uno studio osservazionale, che ha dato questi risultati: quelli operati di bendaggio gastrico sono guariti o hanno avuto un miglioramento del diabete in circa il 55 per cento dei casi; invece in quelli operati di bypass gastrico o di deviazione biliopancreatica la percentuale è salita al 70 - 80 per cento. Nel primo caso il miglioramento del diabete era strettamente correlato al fatto che il paziente dimagriva; nel secondo c’è stata anche un’azione specifica, molto probabilmente di natura ormonale, sulla malattia».
Discorso tecnico, che però sembra confermare i risultati positivi.
«Sì, ma da qui a dire che tutti i diabetici devono essere operati ce ne corre. Dopo queste osservazioni, era necessario dimostrare scientificamente che lo stesso intervento, effettuato su pazienti magri, provocava la scomparsa del diabete senza un contestuale caso di peso. È il risultato emerso dallo studio pilota del professor Scopinaro. Ora procederemo con uno studio multicentrico nazionale».
Come sarà organizzato?
«Sarà il primo al mondo e vi parteciperanno 36 ospedali. Tratteremo solo casi selezionati».
Che significa?
«Che non prenderemo in considerazione pazienti anziani con diabete lieve, ma giovani con un livello di malattia grave e lunga aspettativa di vita, che quasi certamente andranno incontro a complicanze».
Opererete anche soggetti non obesi?
«Certo. Perché il diabete, come l’obesità, è all’origine di una spesa sanitaria non indifferente. Ed è la prima causa di cecità e di dialisi».
I diabetologi, però, sostengono che questi interventi chirurgici sono molto pericolosi.
«Direi che sono relativamente pericolosi. Nel senso che negli obesi gravi e nei superobesi il rischio operatorio è superiore rispetto a una persona di peso normale, ma con una mortalità al di sotto dell’uno per cento».
I diabetologi vi contestano che si tratta di interventi costosi.
«Non è vero. Sono operazioni interamente a carico dello Stato. E con gli attuali rimborsi del Servizio sanitario nazionale, riusciamo a malapena a coprire le spese. Inoltre, vengono tutti eseguiti in strutture pubbliche o convenzionate».
Vi si accusa di voler operare tutti i diabetici.
«Questo non rientra assolutamente nei nostri programmi. Non prenderemo in considerazione chi non rischia complicanze ed è facilmente curabile con farmaci. Né ci sogneremo mai di operare un paziente con diabete mellito di tipo I».
I diabetologi dicono che, invece del bisturi, dovreste consigliare un cambiamento dello stile di vita.
Oggi si tende a ingrassare sin da bambini. Anziché fare le campagne per insegnare a dimagrire bisognerebbe insistere su come non andare su di peso».
Dietro certe reazioni negative alla chirurgia c’è chi sospetta la longa manus delle case farmaceutiche. Il diabete è un affare?
«Il diabete è sicuramente un affare. La chirurgia dell’obesità ha impiegato 40 anni per affermarsi e non ha mai dato fastidio a nessuno. Oggi ci rendiamo contro che entra in conflitto contro interessi commerciali enormi, perché le case produttrici di antidiabetici orali e di insulina hanno un mercato vastissimo. Noi però non vogliamo una guerra ma una sinergia, anche perché ci occuperemo solo di pazienti gravi».
Avete avuto molte richieste di intervento dopo la scoperta del professor Scopinaro?
«Sono già 36 gli ospedali che vogliono partecipare allo studio multicentrico. E molte richieste arrivano da diabetici. Ma prima di partire, dobbiamo elaborare un protocollo inattaccabile e farlo esaminare dai comitati etici».
Allo studio parteciperà anche l’ospedale Marino di Cagliari?
«Credo proprio di sì».
Quando contate di iniziare?
«Il primo luglio 2008».
 
4 – L’Unione Sarda
Economia – pagina 17
La Maddalena. Il Comune aderisce al nuovo progetto
Turismo, alta formazione nell’ex scuola della Us Navy
   
Il progetto promosso da Confcommercio, Università di Sassari ed Ente Fiera di Milano prende corpo. Il via in primavera.
La scuola dell’ex villaggio americano di “La Villa”, da cui si gode un panorama mozzafiato sulle Bocche di Bonifacio e la Corsica, ospiterà i futuri studenti della scuola superiore di formazione turistica di La Maddalena. Il nuovo centro troverà spazio nella struttura del Comune, che ieri ha sottoscritto l’intesa per la realizzazione di un Polo formativo turistico insieme a Confcommercio nazionale e interprovinciale di Sassari e Gallura, Ente fiera di Milano, Unioncamere e Università di Sassari. Tutti enti che garantiranno il loro contributo sul fronte dell’insegnamento, della professionalità e di tutto ciò che possa servire a far decollare la scuola e lo sviluppo turistico dell’isola, partendo da alta formazione, master e corsi di aggiornamento per gli operatori della filiera nazionale e regionale, oltre che per promuovere La Maddalena sul mercato internazionale delle vacanze. Il Comune, secondo quanto deciso, garantirà appunto la possibilità di utilizzare i locali della scuola.
LA FIRMA La firma di ieri fa seguito al primo protocollo, sottoscritto il 31 maggio scorso su iniziativa dei docenti universitari Antonino Menne e Marco Rizzi, e rappresenta l’avvio di un valido progetto sulla crescita della cultura turistica. Hanno aderito all’operazione l’Università di Sassari, guidata dal rettore Alessandro Maida, la Confcommercio e la Fondazione Ente Fiera di Milano, rappresentate da Gaetano Morazzoni, la Scuola superiore del turismo (presente il consigliere delegato Raul Longo) e la Confcommercio interprovinciale Sassari-Gallura, presieduta da Gavino Sini, e da ieri anche il Comune guidato da Angelo Comiti. In particolare l’ateneo sassarese, ha spiegato Maida, vuole «avviare questa collaborazione nella prospettiva di incrementare le scuole di turismo, dopo il corso di laurea già presente a Olbia. A La Maddalena l’intento è di professionalizzare i dirigenti delle imprese turistico-alberghiere».
Un invito, quello promosso dal rettore dell’ateneo sassarese, raccolto da Gaetano Morazzoni: «L’Ente Fiera ritiene opportuno porre a disposizione di questa iniziativa le imprese, i servizi, le professionalità in un progetto che si è ritenuto da subito di grande valore economico». Secondo Raul Longo il «progetto ha il pregio di essere non solo interessante ma altamente funzionale allo sviluppo turistico. Vogliamo costruire una rete di alta professionalità e La Maddalena deve essere uno snodo fondamentale». Sul coinvolgimento del territorio, inoltre, ha insistito anche Antonino Menne: «Tutto questo può attrarre le altre forze presenti sul territorio, perché su La Maddalena c’è una grande attenzione da parte dei circuiti turistici nazionali e internazionali. Qui c’è una grande e valida potenzialità turistica».
I PROGETTI Il progetto sul Polo formativo della Maddalena sarà presentato alla stampa in occasione della Borsa italiana del turismo (Bit) di Milano già nel prossimo febbraio e quindi, nella primavera del 2008 è previsto l’avvio delle prime attività didattiche. Si tratterà, afferma il protocollo, di produrre «corsi di alta formazione sulla gestione delle imprese turistiche e sul turismo sostenibile, oltre a incontri annuali con gli operatori della filiera».
Francesco Nardini
 
5 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 21
La Wikipedia dell’ecografia
Una finestra acustica (gratuita) ideata da un radiologo cagliaritano
   
C’era una volta Karl Theodore Dussik, un neurologo viennese che si mise in testa di realizzare un nuovo strumento diagnostico. Ci riuscì con l’aiuto del fratello Friederich, fisico, sfruttando un principio molto semplice: l’analisi dell’eco prodotto quando le onde incontrano degli ostacoli. Lo stesso che portò alla nascita del sonar e del radar. I fratelli Dussik riuscirono a individuare tumori cerebrali osservando cosa accadeva a un fascio di ultrasuoni puntato sul cranio di un paziente: la pubblicazione del 1942 descrive il funzionamento dei precursori dei moderni ecografi. Oggi l’uso degli ultrasuoni è una pratica diagnostica di frequentissimo impiego: l’esame ecografico è innocuo per l’organismo e non sussistono limitazioni o prescrizioni. L’ecografia è utilizzata in ginecologia, medicina interna, ortopedia e cardiologia, e in molti altri campi. L’aumento della specializzazione impone un ricorso all’aggiornamento spesso difficile da attuare. E se ancora una volta la soluzione arriva da Internet il merito è di un gastroenterologo e radiologo dell’ospedale Brotzu: Danilo Sirigu, cagliaritano, docente alla scuola di ecografia internistica della Società italiana medici ecografisti.
L’idea è semplice: inserire i video delle ecografie in un sito Web. Ma la complessità organizzativa e la necessità di rigore scientifico fanno di questa iniziativa un autentico girello telematico. «Ho pensato di creare una sorta di Wikipedia ecografica che io chiamo finestra acustica libera e gratuita. È utile agli studenti di medicina e serve al confronto professionale per gli specialisti: www.ecomovies.it a quanto ne so è la prima vetrina online di questo tipo al mondo». Una preziosa banca dati, alla quale medici e studenti accedono gratuitamente dopo essersi registrati. I video proposti vengono analizzati dal comitato scientifico che li pubblica nelle varie categorie».
Andrea Mameli 

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
L’università ospita i corsi dell’agenzia Onu sui diritti dei minori 
A lezione dall’Unicef sull’infanzia violata 
 
CAGLIARI. A scuola di diritti dell’infanzia per dare voce ai bambini invisibili: quelli dei paesi in via di sviluppo, che in molti casi non sono registrati alla nascita, ma anche quelli dell’opulento Occidente che spesso neppure si accorge delle loro esigenze. Dal 25 gennaio al 16 maggio, per la 14esima volta, l’Unicef, grazie a una convenzione con l’Università di Cagliari, ripropone il Corso di educazione allo sviluppo, incentrato quest’anno sul tema dei “Bambini invisibili”. Esperti di fama nazionale e internazionale faranno conoscere i tanti casi d’infanzia violata e le normative a tutela dei minori, per far crescere la consapevolezza e la cultura della protezione dei bambini. Rispetto alle precedenti edizioni stavolta il corso, che si terrà nell’aula B della facoltà di Economia, presenta un’importante novità: il programma è stato stilato dai giovani volontari che hanno prestato nella sede provinciale dell’Unicef un periodo di servizio civile.
 L’inaugurazione del corso è fissata per il 25 gennaio con un incontro cui parteciperanno il vicepresidente dell’Unicef Vincenzo Spadafora, il calciatore Gianfranco Zola (ambasciatore Unicef), la presidente provinciale Rosella Onnis, il direttore del corso, Sergio Del Giacco, il presidente della fondazione Banco di Sardegna, Antonello Arru. Si proseguirà ogni venerdì con incontri su “Condizioni delle bambine e dei bambini nel mondo”, “Lotta per la sopravvivenza dell’infanzia”, “Futuro e sviluppo”. Le iscrizioni si raccolgono dal lunedì al venerdì pomeriggio (giovedì escluso) nella sede provinciale Unicef dell’istituto Grazia Deledda di via Sulcis. Iscrizioni aperte a laureati, neolaureati docenti e studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori. (s.z.)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Nuoro
Isre, al via oggi le celebrazioni deleddiane 
 
 NUORO. Oggi alle ore 16 primo appuntamento con le celebrazioni in onore di Grazia Deledda promosse dall’Istituto superiore etnografico della Sardegna, con il Comune di Nuoro e le Università di Cagliari e Sassari in occasione della ricorrenza dell’ottantesimo anno della consegna del Premio Nobel a Grazia Deledda. Presso l’auditorium dell’Isre si terrà il convegno “Il Fantasma di Grazia-I narratori parlano di Grazia Deledda”.
 Il programma prevede, dopo il saluto delle autorità, l’introduzione e la Anna Dolfi e il dibattito tra gli scrittori Salvatore Mannuzzu, Alessandro De Roma, Giulio Angioni, Nicola Lecca, Mariangela Sedda, Aldo Tanchis, Giorgio Todde che si confronteranno sulle opere deleddiane. Il dibattito sarà coordinato da Anna Dolfi.
 Alle ore 21 presso l’Auditorium dell’Isre si terrà il concerto di Mariano Deidda con musiche ispirate ai testi di Grazia Deledda. Mariano Deidda (voce), Silvia Cucchi (pianoforte), Luca Zanetti (fisarmonica), Fulvio Chiara (tromba) e Saverio Miele (contrabbasso).
 Il convegno proseguirà domani presso l’Auditorium dell’Isre con gli interventi di Giuseppe Tirotto, Rosanna Copez, Raffaele Puddu, Giulia Clarkson, Marcello Fois, Flavio Soriga. Introdurrà, presiederà e concluderà i lavori Giovanna Cerina.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
Il medico? Una professione al femminile 
Aumentano le donne che indossano il camice bianco mentre 4 grandi «vecchi» festeggiano i 50 anni 
 
ORISTANO. È una professione sempre più al femminile. Anche dall’ordine provinciale dei Medici di Oristano arriva la conferma di come, siano sempre di più le donne ad indossare il camice bianco. Su un totale di quindici neo-laureati, quest’anno, infatti, ben dieci sono donne. «Un dato che conferma una tendenza che in realtà notiamo ormai da alcuni anni a questa parte e che dimostra come la nostra società stia velocemente modificandosi.», dice il presidente dell’Ordine, Antonio Sulis.
 Che aggiunge: «Questo dimostra come la nostra società stia velocemente modificandosi e che anche in una provincia come la nostra la professione del medico non sia più da tempo, appannaggio dei maschi».
 Una vera e propria rivoluzione sociale, questa, che anche se a Oristano non si registra il record nazionale della provincia di Nuoro (dove le donne rappresentano il 50,3% degli iscritti all’Ordine) rappresenta una realtà della quale si dovrà tener conto. Se ne parlerà giusto questo pomeriggio nella sede dell’Ordine, quando, a partire dalle 17.30, si svolgerà la cerimonia dei 50 anni di laurea dei medici della provincia: l’oculista Alessandro Ladu, il medico della Asl Pietro Paolo Obino, il medico di base Mariano Zoncu e il pediatra Bonfiglio Garau. Nemmeno una donna a festeggiare il mezzo secolo di professione, a conferma di come l’inversione di tendenza sia invece un fenomeno relativamente recente: «E del quale dovremo tener conto.», aggiunge Sulis, anticipando che l’argomento sarà affrontato nel corso della manifestazione, che prevede anche il benvenuto ai neo-laureati, in maggioranza donne, appunto. Insomma, una inversione di tendenza che può essere letta come un’evoluzione positiva della società.
 Il presidente dell’Ordine però non nasconde una certa preoccupazione: «Il processo non sarà mai completato se le donne medico, che prima o poi anche nell’Oristanese saranno la maggioranza, non si inseriranno in tutte le branche di specializzazione. Altrimenti si rischia uno squilibrio forte a discapito dei pazienti.», dice, «Putroppo le donne si specializzano soprattutto in alcune branche piuttosto che in altre. Ad esempio, sono ancora molto poche le donne chirurgo, mentre moltissime si specializzano ad esempio in oculistica o pediatria».
 Dato confermato dalle stesse donne medico. Maria Carmela Marras, ortopedico, libero professionista, racconta: «Sono stata la prima donna a frequentare la scuola di specializzazione all’Università di Cagliari. Non è stato facile farmi valere ma anche accettare dagli stessi docenti. Basti pensare che agli inizi, per entrare in sala operatoria dovevo “mimetizzarmi” fra gli anestesisti. Per convincermi a lasciare, mi dicevano che quello del chirurgo era un lavoro duro. Era normale che mi sentissi dire cose tipo “In sala operatoria, sai quando entri, ma mai quando esci”. Io, però ero decisa e convinta di ciò che stavo facendo. E siccome alla fine, quello che conta, soprattutto in una professione come questa, è la preparazione, le cose sono cambiate. Oggi sono ortopedico, per mia scelta». Mariella Sanna, pediatra all’ospedale San Martino, analizza il problema anche sotto il profilo della carriera: «Benchè oggi dicano tutti che le donne vanno avanti perchè sono più brave, precise e puntuali e dotate di una sensibilità maggiire verso i pazienti, probabilmente determinata da quel valore aggiunto che si chiama senso materno, raramente ci viene consentito di fare carriera. Insomma, anche se stiamo diventando la maggioranza, quello del primario è un ruolo apicale che raramente ci viene assegnato». Come dire: quel medico è bravissimo, peccato che sia donna. (m.c.)
1 – Il Sardegna
Pagina 30 - Regione
La novità. Incrocio tra un muflone e una pecora: progetto scientifico che coinvolge anche due Università
Amore a prima vista nell’ovile: sul piatto arriva la muf-pecora
L’esperimento è già finito nelle mani degli chef.”Pietanza gustosa e tipicamente sarda”
 
Dopo aver passato anni a contare le pecore, chissà se le muf-pecore modificheranno la matematica degli insonni. Prima però bisognerà trovare il nome adatto alla nuova razza animale, frutto di un progetto scientifico che coinvolge le facoltà di Biologia di Sassari, quella di Economia di Cagliari e l’azienda Diana di Sanluri. Il docente di marketing Giuseppe Melis e il suo staff al nome ci stanno pensando e non possono sbagliare. Mentre nel ristorante Sinfonie per ora l’hanno chiamato “il protagonista della serata”: star per una sera che, anche in umido, ha strappato applausi e riscosso consensi. Curioso per nuovo animale già esistente anche se innominato. Sappiamo tutto del papà (uno dei tre mufloni che l’assessorato all’Ambiente ha concesso all’azienda per l’esperimento sotto la sorveglianza di un veterinario) e della mamma (una pecora dell’azienda Diana) e del loro incontro fatale in cattività a Sanluri. Lo scetticismo iniziale del muflone nei confronti della pecora ha dilatato i tempi, ma dopo i primi tentennamenti tra i due l’amore è sbocciato e alla fine di settembre nascono i primi esemplari: 20 pecorelle candide, ma con un accenno di corna e sempre a testa alta, col portamento fiero dei mufloni che saltellano sul Gennargentu, tanto da costringere l’azienda a chiuderli in recinti alti tre metri e mezzo. Il progetto si chiama “studio per l’inserimento nel mercato di un nuovo prodotto carneo-ovino”, spiega il consulente economico Stefano Zedda della facoltà di Economia, “che non ha nome ancora, anche perché il marketing insegna che il nome è un veicolo sostanziale e finché non ci sarà un’attenta analisi di mercato volta a individuare i clienti a cui rivolgersi (macellerie o ristoranti, difficilmente la grande distribuzione), non possiamo definirlo. È certo invece”, prosegue, “che si tratta di carne unica dal punto di vista dell’immagine, le tante pecore a disposizione garantiscono il mercato, dal papà muflone si ricava l’idea di un prodotto tipicamente sardo, oltre che innovativo". Per due di loro il destino è segnato: la macellazione e il test in ristorante. “Ci hanno contattato per la valutazione gastronomica“, racconta Mario Loi, titolare di Sinfonie, “e per esaminare sapore e attitudini del nuovo animale abbiamo convocato sia i gourmet che “l’uomo della strada”. Il nostro chef Andrea Ortu e quello del Pintadera di Iglesias, Walter Vivarelli, hanno realizzato quattro portate: la prima - elenca - fricassea, interiora soffritte e cotte con aceto col bordo di ossa, poi la carne con ragù e col pomodoro fresco, quindi l’animale in umido e coi carciofi. In ultimo la rollata col lardo e le erbette di montagna, tutte accompagnate dai vini Buio di buio e Malombra in barrique”. Per Loi è un successo: “Ottima la consistenza e delicato al palato, non selvaggio”, illustra, “le portate sono state apprezzata dai tutti e dai commensali. C’è stata grande curiosità e nessuno ha dato pareri negativi”. Secondo gli chef la carne del nuovo animale può essere cucinata da chiunque e accanirsi coi condimenti non è necessario. Prima di Pasqua sono in arrivo le nuove nascite del nuovo e innovativo animale tutto sardo.
Ennio Neri
 
 

Questionario e social

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