UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 17 ottobre 2007

Mercoledì 17 ottobre 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 ottobre 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 5 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 23
Giurisprudenza. Esperti a confronto in viale Sant’Ignazio da venerdì
Pari opportunità e normative: convegno
 
Si parlerà di "Parità tra fatti e norme" al Convegno del 19 e 20 ottobre, in programma nell’Aula Salis della Facoltà di Giurisprudenza, in viale Sant’Ignazio. Il convegno intende fare il punto sullo stato di attuazione delle norme regionali, nazionali e comunitarie in tema di pari opportunità. Il dibattito sarà articolato in quattro sessioni, con inizio alle 9,30 di venerdì 19. Dopo i saluti previsti delle autorità, fra cui il Rettore Pasquale Mistretta, Emilio Floris, Renato Soru e l’assessore regionale del Lavoro Romina Congera, ci sarà l’introduzione ai lavori di Luisa Marilotti, a cui seguiranno le relazioni di giuristi ed economisti provenienti da diverse Università italiane, come Ricardo Escudero, dell’Università di Alcalà in Spagna.
Il Convegno è stato organizzato dal Consigliere regionale di Parità Luisa Marilotti, in accordo con il centro studi di relazioni Industriali, diretto dalla professoressa Piera Loi, e vuole essere un punto di arrivo delle iniziative che sono state fatte in occasione "dell’Anno europeo delle pari opportunità per tutti", proclamato dall’Unione Europea.
I lavori si concluderanno sabato con la premiazione del concorso Edera , riservato alle aziende che si sono distinte nella valorizzazione del ruolo delle donne. 
 
2 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 14
Un corso per conciliatori e mediatori
 
Scade domani il termine per l’iscrizione al corso di mediazione e conciliazione organizzato dall’ordine degli Avvocati di Cagliari, l’Università, la Camera di commercio e l’associazione Mediacom Cagliari. La prima lezione sarà venerdì (ore 15.30 alla corte d’Appello) in concomitanza con la celebrazione della “Settimana della conciliazione”.

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Fatto del giorno
Nuoro, il dirigente del liceo «Fermi» non sa come trovare professori per la propria scuola 
Matematica e fisica, caccia aperta ai docenti 
«Li ho cercati ovunque, non c’è nulla da fare Per quelle materie dovrò prendere un ingegnere» 
 
 NUORO. «Cercasi disperatamente prof di Matematica e Fisica. Offresi cattedra annuale al Liceo scientifico statale “Enrico Fermi” di Nuoro». Poco ci manca che il preside dell’Istituto di via Veneto faccia pubblicare questo annuncio. La segreteria della scuola, infatti, sta muovendo mari e monti per scovare in un angolo qualsiasi della Sardegna un laureato che abbia il titolo giusto per tenere le lezioni di Matematica e fisica, appunto. Ossia, di quella materia che la burocrazia ministeriale chiama «classe di insegnamento 049». «Ma finora non abbiamo trovato nessuno».
 Lo dice con l’amaro in bocca, il dirigente del “Fermi”, Bachisio Porru. In trent’anni di esperienza nel mondo dell’istruzione, assicura, non gli è mai capitato un inghippo del genere. Eppure, in fondo, quello nuorese è soltanto un caso emblema. È in tutta la Sardegna, infatti, che mancano docenti di matematica e fisica. E non da oggi. Basti dire che la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’università di Cagliari è l’unica nell’isola che rilascia i titoli utili per la «classe 049». Basti aggiungere, poi, che gli iscritti in Matematica sono 170 circa, in totale. Il quadro è ancora più chiaro leggendo i dati sugli sbocchi occupazionali dei neolaureati: il 10-20% continua gli studi, si specializza; il 30-40% viene assorbito da industrie e centri di ricerca; il restante 30-40% va a insegnare.
 Facile quindi incappare in situazioni estreme come quella che sta vivendo in questi giorni il liceo “Fermi” di Nuoro. Il fatto è che da quando il preside Porru ha aperto i cancelli dello Scientifico, il 12 settembre scorso, gli allievi di due quinte, una cinquantina di studenti in tutto, sono ancora senza il professore titolare di Matematica e fisica. «Abbiamo esaurito le graduatorie provinciali» spiega il dirigente. Tant’è vero che l’Ufficio scolastico provinciale della Barbagia non ha assegnato neanche una supplenza, nei ruoli di Matematica e fisica. «E abbiamo esaurito anche le graduatorie d’Istituto - racconta Porru -. Così ci siamo rivolti agli altri licei scientifici della Provincia, Bitti e Macomer, ma neanche loro avevano nomi da darci». Da Nuoro i contatti si sono perciò spostati a Lanusei: viaggio a vuoto. E poi, ancora, a Oristano addirittura: nulla da fare.
 «Nel frattempo siamo venuti a sapere che un giovane nuorese si era appena laureato in Matematica all’università di Pisa. Lo abbiamo chiamato, ma lui rifiuta perché lo stesso ateneo toscano gli offre l’opportunità di frequentare un master». Ciò nonostante il preside del liceo più grande del Nuorese e dell’Ogliastra non si è arreso mica: «Abbiamo anche contattato un giovane di Olbia che era all’estero, sempre per motivi di studio, ma anche lui ha rifiutato la nostra offerta. Rientrerà in Sardegna, ma lo farà per frequentare la Ssis di Sassari, la scuola di specializzazione per l’insegnamento dove è stato ammesso».
 A questo punto, Porru ha deciso di giocarsi un’altra carta: «Ho chiamato direttamente il Dipartimento di matematica dell’università di Cagliari». La risposta? «Neanche loro avevano nomi a disposizione». I pochi laureati che ogni anno sforna l’ateneo del capoluogo, infatti, o vengono assorbiti dall’ateneo stesso, come ricercatori o come specializzandi, o prendono strade professionali ben lontane dall’insegnamento in un istituto superiore. Prestigioso e supergettonato, magari, come può essere lo Scientifico nuorese, 1100 iscritti, divisi in 50 classi, ma pur sempre una scuola superiore dove gli insegnanti hanno stipendi medi da 1400 euro mensili.
 «È evidente che l’insegnamento non è più neanche la seconda scelta, ma peggio ancora, la terza» ironizza Bachisio Porru, una vita nella scuola, in tutti i settori, persino alla guida del Consorzio per gli studi universitari nella Sardegna centrale, già abituato, inoltre, in qualità di ex sindaco di Olzai, ad amministrare comunità di mille anime. «Ora sarò costretto a chiamare un ingegnere» spiega. «Non posso lasciare gli studenti senza professore. Qui da noi servono due insegnanti di Matematica e fisica, uno lo abbiamo trovato, ma l’altro... ». Il preside, insomma, dovrà saltare le regole e attingere da un’altra lista di laureati, da quella cioè prevista per la «classe di insegnamento 047», ossia per la Matematica del biennio. Dove, a differenza del triennio, non è richiesto il titolo specifico in Matematica o Fisica. Basta, si fa per dire, la laurea in Ingegneria.
 «È chiaro che questo è un caso emblematico del sistema scolastico italiano» commenta Bachisio Porru. Un sistema che nel Belpaese conta al lavoro oltre un milione di persone, tra amministrativi, ausiliari e soprattutto docenti. «Oggi, in sostanza, vengono al pettine alcuni nodi che non sono mai stati sciolti. Se gli insegnanti di Matematica e fisica sono introvabili, significa che, nonostante il numero programmato delle università, ci sono settori totalmente scoperti». È la stessa anagrafe nazionale del ministero dell’Università che fornisce i dati (www.miur.it): a fronte di oltre 123 mila studenti iscritti in materie umanistiche e sociali, il 60% del totale, solo 59 mila, il 28%, sceglie le materie scientifiche. «Una crisi generale, quella delle discipline scientifiche - segnala Bachisio Porru - che mette l’Italia al 37º posto, fra 39 Paesi cosiddetti “avanzati”». Lo certifica l’ultimo rapporto “Pisa” (Programme for international student assessment) dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
Un protocollo per arginare la crisi 
 
 CAGLIARI. La cultura matematica perde colpi. Per cercare di rimediare è stato firmato, l’altro ieri, un protocollo d’intesa per rilanciare questo tipo di studi. L’obiettivo è, innanzi tutto, quello di divulgare la cultura matematica, poi di incentivre l’iscrizione alle facoltà scientifiche in generale e in particolare al corso di laurea in Matematica. Inoltre particolare attenzione viene posto al miglioramento dell’apprendimento della matematica e alle motivazioni in grado di stimolare l’avvicinamento dei giovani a questa disciplina: gioco e competizione. Il tutto unito all’idea di far nascere tra i vari istituti un forte spirito di collaborazione finalizzato all’organizzazione di iniziative culturali e allo scambio di esperienze e di conoscenze. Il protocollo d’intesa è stato stipulato dalla direzione scolastica regionale (Armando Pietrella), dal ministero della Publica istruzione, dal rettore dell’università di Cagliari Pasquale Mistretta, dal preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Roberto Cnrjar, dal direttore del Centro di ricerca e sperimentazione per l’educazione matematica Maria Polo e dal Comitato scuola-città (Mario Rocca).
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
Il filosofo Silvano Tagliagambe elimina i confini: «Cerchiamo altrove ciò che non c’è da noi» 
Prendiamo i nostri prof dalla Polonia 
Allarme degli studiosi: «Dobbiamo arginare l’analfabetismo di ritorno» 
 
 SASSARI. «Non si trovano insegnanti di matematica e fisica per le scuole superiori? Non mi stupisce: ce ne sono pochi in giro e poco disposti a dedicarsi all’insegnamento». La professoressa Cristina Lavinio, docente di linguistica all’università di Cagliari con lusinghieri approfondimenti nella didattica della matematica va sul pratico: «L’insegnamento non è allettante per laureati che hanno fatto un corso di laurea spendibile altrove in professioni e mestieri che diano più prestigio e un più tangibile riscontro sociale».
«Ma alla base della scarsità di iscrizioni c’è anche una certa disaffezione per materie come la matematica e la fisica che richiedono una cognizione del linguaggio specifico che in Italia manca - aggiunge la professoressa -. Nel biennio della scuola superiore le capacità linguistiche sono così basse che non consentono di raggiungere i livelli di astrazione concettuale necessari per l’apprendimento della matematica che è uno studio astratto. Per questo va curata la formazione degli insegnanti e se mai si inizia mai si troverà una soluzione».
 «Sì è vero - dice il professor Silvano Tagliagambe, filosofo della scienza - E’ un po’ di tempo che nelle università ci sono scarse iscrizioni nelle discipline scientifiche. Oggi si risente dell’onda lunga di un problema nato più di dieci anni fa e dovuto alla mancata programmazione del sistema univestitario nazionale e locale. A Cagliari si è cercato di arginare il fenomeno con sconti nelle tasse di iscrizione e incentivi. Tutti provvedimenti che dovevano essere presi anni fa, compresa un’approfondita programmazione universitaria. Oggi ci sono altri settori che si stanno gonfiando senza un chiaro profilo futuro: mi riferisco a Scienze della comunicazione e Psicologia dove a una sovrabbondanza dell’offerta non corrisponde una risposta occupazionale. Molti indirizzi sono eccessivamente generici e non sempre qualificati. Per quanto riguarda le disciplive scientifiche, invece, c’è qualcosa che non va a livello europeo, bisogna renderle più attinenti e consone alle nuove esigenze. Ma queste necessità sono rimaste inascoltate così da incidere pesantemente sul rendimento del sistema scolastico italiano. Vuole un esempio? Eccolo: da rilevazioni fatte sui paesi industrializzati sulle capacità di lettura dei nostri quindicenni risulta che l’11% dei quindicenni italiani appartengono al livello 0 ovvero a quello dell’analfabetismo sceintifico mentre solo l’1% appartiene al sesto livello, quello della classe più elevata».
 - Professore siamo fra i più asini d’Europa?
 «E’ un problema reale che va affrontato, siamo di fronte a una forma di analfabetismo di ritorno. In Italia il livello di istruzione tra le persone dai 25 ai 55 anni di età è il più basso dei paesi sviluppati. Un fenomeno che peggiora perché altrove c’è l’aggiornamento che da noi manca. Questo genera un calo nella capacità di lettura e comprensione dei problemi e di quanto accade intorno a noi. E le conseguenze si vedono nella degenerazione del quadro politico e dirigenziale. Insomma abbiamo inseguito le novità e le mode, inflazionando le offerte di nuove competenze e professioni non qualificate trascurando nel contempo i corsi di laurea tradizionali».
 - E ora cosa si fa?
 «Si potrebbero importare, come si fa per la manodopera, insegnanti dai paesi dell’Est. In particolare dalla Polonia che ha una tradizione nell’insegnamento delle discipline scientifiche, molto buona. Anche la Finlandia, che in passato soffriva dei nostri problemi, ora ha adottato una politica scolastica molto seria che ha accompagnato lo sviluppo tecnologico con la revisione delle discipline formative nel campo scientifico. La stessa cosa sta avvenendo in Cina e in India. E proprio in India si sta trasferendo il meglio dell’industria della comunicazione e delle telecominicazioni. Lo sa che la maggior parte delle dichiarazioni dei redditi degli americani sono fatte in Cina?»
 - E noi stiamo a guardare?
 «Loro hanno una competenza di base molto diffusa in virtù di un insegnamento universitario che ha puntato molto su questo. Noi dobbiamo lavorare molto sul passaggio da un ciclo all’altro e sul confronto, la mobilità, lo scambio. Nelle università italiane c’è una scarsissima mobilità. Ora la finanziaria prevede la possibilità di chiamare docenti da tutto il mondo. Se questo succedese anche nelle scuole, sia pure per tempi limitati, non sarebbe male. Ripeto la Polonia in questo campo ha molto da insegnarci».
 Per il professor Roberto Crnjar, preside della facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali la crisi investe tutta la scienza in Italia e le carriere ad essa legate. «Per questo - dice - è stata creata la “Charta del ricercatore” che crea uno standard europeo dei diritti e doveri del ricercatore proprio perché la scienza e il sapere in genere non dovrebbero avere confini.
 - E ora?
 «Ora stiamo assistendo a una ripresa mai vista, dopo il calo degli anni 90 stiamo assistendo a uno stupefacente aumento del numero degli iscritti: quest’anno le matricole a matematica sono più di 110. Il triplo rispetto allo scorso anno. Oggi i matematici e i fisici trovano innumerevoli sbocchi occupazionali, sono molto richiesti. Non solo dalla scuola. E questo, può sembrare strano, ma riguarda anche i laureati in filosofia. Qualcosa sta cambiando e io credo in meglio. Perchè l’italia non può permettersi di disperdere i suoi cervelli altrove. E’ impensabile farsi sfilare da sotto i piedi la microscenza ormai nelle mani dei cinesi (tutta la componentistica dei nostri cellulari è fatta altrove). L’università deve costruire un percorso formativo che abbia un senso futuro. Stiamo tentando di farlo».
Giovanna Peru
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 39 - Cronaca
«Difendere l’ateneo per rilanciarlo» 
Il presidente Sergio Russo interviene sulla grave crisi di bilancio 
«Ora il problema è quello delle risorse certe e sicure» 
 
NUORO. Università, ancora non si vede un soldo. E l’ateneo nuorese annaspa tra mille difficoltà. Intanto, in attesa degli euro del fondo indistinto promessi dall’assessora Mongiu, e del polo ambientale nel Mediterraneo promesso da Soru, il presidente Sergio Russo dichiara: «Il problema adesso è di consolidare l’esistente e definire le risorse in modo certo».
 Ancora niente all’orizzonte. Le casse dell’università nuorese restano desolatamente vuote. Dal fondo indistinto per le università sarde dovrebbero arrivare 3,1 milioni di euro per l’ateneo pubblico nuorese e 1,1 per l’Ailun privata.
 Queste le risorse necessarie per mandare avanti, oggi, i corsi esistenti. Ma per il futuro non c’è da scommettere nulla. Il rischio di chiusura di molti corsi non è una fantasia infondata. Tutto sta scritto nell’ultima circolare del ministero che pone l’alt ai corsi che non possono contare su una dotazione organica di 12 professori stabili. La festa insomma è finita. Non sono più pensabili professori esterni e a contratto che prima potevano insegnare sia a Cagliari che a Nuoro. Da oggi in poi si dovrà scegliere: o Cagliari o Nuoro. Punto.
 Intanto l’università barbaricina di fronte al nuovo quadro tenta di reagire su due fronti: quello delle risorse e l’altro della strategia per il futuro. Una strategia che punti innanzitutto a difendere la struttura che esiste per modificarla e ampliarla su altri indirizzi. Anche sul polo mediterraneo di Scienze ambientali prospettato da Soru?
 «Ci può anche stare questo - dice Sergio Russo - anche perchè dopo gli accordi con la Provincia con il Piano strategico abbiamo privilegiato aree contigue come: la governance, lo sviluppo locale e il turismo».
 Ma adesso c’è da affrontare l’emergenza. E su questo punto il presidente del consorzio pubblico nuorese non ha dubbi: «Il problema vero ora - aggiunge Russo - è quello di difendere e consolidare l’esistente, non nel senso naturalmente di difendere anche l’indifendibile, ma di preservare questa struttura universitaria per andare avanti, pensando a un futuro diverso e compatibile con le nuove politiche ministeriali e lo sviluppo di questo territorio». Insomma, questo ateneo va difeso ma va anche cambiato. Sembra questa la parola d’ordine. Intanto però primum vivere. E per vivere, meglio sopravvivere, servono i soldi.
 «Diciamo che la situazione - conclude il presidente dell’università barbaricina - si sta facendo sempre più grave. Per questo abbiamo accolto con grande soddisfazione e speranza l’assicurazione data dall’assessore regionale Maria Antonietta Mongiu sull’imminenza della distribuzione dei soldi del fondo indistinto». Ma l’emergenza che si vive a Nuoro, pretende non tempi rapidi, ma rapidissimi.
Nino Bandinu
 
Pagina 39 - Cronaca
Appello di trenta studenti «Non restiamo passivi» 
 
NUORO. Trenta studenti universitari firmano questo documento sulla realtà dell’ ateneo nuorese.
 «In un momento in cui sempre più ci si rende conto dell’importanza e della necessità di puntare sulla formazione culturale e intellettuale, ci viene dato un segnale preoccupante, inatteso e inaspettato: la possibile chiusura dell’università di Nuoro. Non si può far a meno di riflettere con apprensione su questa ipotetica scelta degli organi competenti...da anni si parla di un ampliamento e potenziamento dell’università nuorese... tutte false promesse mai mantenute. Un’intera provincia aspetta da anni un segnale importante e di risveglio da parte delle amministrazioni regionali e nazionali che per troppo tempo su questo tema son state latenti. Quando parliamo di Università nuorese intendiamo una struttura aperta che abbia come ambizione l’obbiettivo della valorizzazione del territorio, della crescita e della conservazione della sua struttura socio-culturale. Esiste un debito storico nei confronti di un territorio che tanto ha dato alla storia culturale della Sardegna (unico premio Nobel sardo). Mai Nuoro e la sua provincia hanno avuto la presunzione e la pretesa di creare un terzo polo universitario. Si è sempre pensato ad una “scelta diversa”, nuova e coraggiosa, una scelta di di sinergia e interazione con i già citati poli. Ipotizziamo una serie di corsi che non siano fotocopia di quelli già esistenti nelle sedi centrali, ma che siano unici nel panorama Universitario della Sardegna. Corsi che si integrano alla perfezione con la realtà territoriale del Nuorese. Corsi nei quali si possa investire in maniera consistente su ricerca e innovazione, e con incentivi allo studio. Vogliamo immaginare i corsi di Nuoro come un laboratorio culturale che crea identità collettive e condivise. L’università che crea reti di relazioni culturali ed economiche, l’università che crea capitale sociale. Con nuove e consistenti facoltà si darebbe vita ad una promiscuità culturale nuova e salutare e crescerebbero strutture, servizi e popolazione. Proprio il tema dello spopolamento che così tanto preoccupa le nostre amministrazioni, che porta via menti e giovani, potrebbe essere arginato con l’istituzione di una Università. Certo sarebbe ipocrita e poco costruttivo non ammettere gli attuali problemi delle facoltà decentrate, talvolta esautorate delle funzioni amministrative, dove le carenze strutturali e strumentali sono la regola e non l’eccezione, problemi ormai cronici che rischiano di far diventare il piccolo polo nuorese un’ incompiuta. Tutto questo accade proprio perché i corsi attivati vivono adesso un complesso di emarginazione molto spesso acutizzato da inadempienze e non curanza delle sedi centrali. In tutto ciò non si può far a meno di sottolineare con decisione l’apatia e il disinteresse parziale degli studenti delle stesse università decentrate, che inconsapevolmente avallano la prospettiva di chiusura dei propri corsi. Ma ancor piu’ sconcertante è l’arrendevolezza e il distacco degli stessi studenti nuoresi. Dispiace vedere come a volte l’interesse di una collettività intera venga messo in secondo piano per favorire interessi di pochi, e dove i gruppi di interesse che rappresentano solo una piccola parte della popolazione della Sardegna, riescano in qualche modo a tenere in ostaggio un intera area della regione Sarda, e non ne favoriscano il suo sviluppo socio-economico. Inutile in questa sede sottolineare l’importanza del rapporto tra l’aumento del livello culturale e occupazionale e la diminuzione della delinquenza... Oggi potrebbe sembrare un azzardo l’idea di un università nuorese, ma per noi giovani è un tema sul quale la classe politica e la società civile non possono restare indifferenti. Questo perché pensiamo che Nuoro, come rappresentanza di una comunità intera, abbia il bisogno e il diritto di offrire un’opportunità a questo territorio dove esiste un patrimonio questo che va valorizzato e non imprigionato. Nuoro da sempre è conosciuta come l’Atene sarda proprio perché, nonostante le tante carenze di servizi e strutture, è sempre stata il fulcro di un movimento socio-culturale e politico di riferimento della Sardegna. Ecco questo è quello che vediamo, questo è quello che vogliamo per la nostra Università Nuorese».
 
3  – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Nuoro
Sabato dermatologi a congresso
Esperti da tutta la Sardegna 
 
NUORO. Per la prima volta, il gotha della Dermatologia isolano si incontra a Nuoro per il congresso regionale dell’Associazione dermatologi ospedalieri e dei dermatologi universitari. Alle 9 all’Eurothel inizieranno i lavori del simposio, fortemente voluto nel capoluogo dalla Asl 3, il cui responsabile del servizio di Dermatologia del San Francesco è Salvatore Deledda.
 Da tutta l’isola, quindi, gli specialisti discuteranno delle diverse problematiche legate alla dermatologia, con particolare attenzione alle patologie cardiovascolari, neoplastiche e geriatriche. Un importante momento di confronto e crescita che servirà per allargare le conoscenze al servizio dei pazienti. Ogni relatore riferirà di uno specifico caso. La Asl 3 porterà una nuova esperienza relativa alla terapia della psoriasi.
 
 
 
 
 
 
 

Questionario e social

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