Lunedì 15 ottobre 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 ottobre 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 2 articoli della testata giornalistica L’Unione Sarda  

1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina
I giovani visti dalla cattedra
Un’aula universitaria e i ragazzi di oggi
di Giuseppe Marci
 
Per fortuna, chiusa la porta dell’aula, anche l’anno accademico 2007-2008 si avvia. Giovani attenti e desiderosi di apprendere. Ma quanto è peggiorata la società e quanto insidia il nostro lavoro. Ci si mettono tutti, a cominciare dal Ministro dell’Economia con le sue generalizzanti definizioni: un insegnante, prima di affrontare la sua materia, deve faticosamente - e artigianalmente - cercare di rafforzare l’autostima e costruire un orizzonte di senso.
Sotto questo profilo, neanche Umberto Galimberti ci aiuta molto, e indubbiamente avrà i suoi motivi, se pensa che fra i giovani si diffonde il nichilismo, ma pure questa a me pare una generalizzazione che complica le cose. Sapendo di essere solo un modesto insegnante di lettere, mi permetto di contestarlo quando dice che dei giovani non si occupano più le famiglie e la scuola ma unicamente il mercato che li vede come formidabili consumatori.
Sarà. Certo è che a me, come a molti colleghi, decine di migliaia sparsi per l’Italia e operanti a tutti i livelli dell’istruzione, gli alunni interessano molto. Ci stanno a cuore. Non sentimentalmente ma per un razionale progetto di società nel quale continuo a credere e che ancora ritengo realizzabile, se mi baso sulla personale esperienza, molto diversa da quella che le immagini di You Tube tendono a presentare come assoluta e priva di alternative.
Il massimo del disordine che si è verificato nella mia aula è stato l’ingresso di un ragazzo col berretto in testa. Gli ho spiegato, sorridendo, che nella nostra civiltà occidentale i guerrieri, trovandosi fra amici, deponevano l’elmo; che noi oggi ci leviamo il cappello, per strada in segno di saluto e quando entriamo in una casa privata, in un edificio pubblico, in una chiesa. A sua volta ha sorriso e si è tolto il berretto.
Piuttosto devo segnalare che, alla fine della lezione, una studentessa mi ha prospettato la difficoltà di conciliare l’orario delle lezioni con i turni del lavoro. Non voglio, ora, cadere nella retorica dello studente-lavoratore: ma questo è il caso che mi è capitato e lo riferisco. La studentessa ha già un diploma di massimo livello in inglese, è iscritta all’università e lavora. In un call center.
Personalmente sono convinto che la "perdita di senso" di cui parla Galimberti riguardi più gli adulti che i giovani. Fino a non molto tempo fa, e così all’indietro nei secoli, gli adulti hanno costruito le occasioni di lavoro e hanno insegnato un mestiere ai giovani. La generazione cui appartiene il Ministro dell’Economia ha progressivamente eroso la speranza di occupazione futura e poi ha etichettato le vittime di questa situazione come pupazzi privi di personalità.
È un vero problema, quello rappresentato dagli anziani e dai vecchi che governano la nostra società ed è un pazzesco spreco di risorse quello che costringe una donna colta e dinamica a fare la telefonista. 
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 1013
Gli universitari difendono via Premuda
Protesta. La Regione si è espressa negativamente sul posto in cui è stata costruita la mensa
 
Una gaffe o un preciso disegno politico? Se lo chiedono gli studenti universitari e un consigliere circoscrizionale di Is Mirrionis dopo aver sentito le dichiarazioni del governatore Soru sulla mensa di via Premuda, durante un dibattito pubblico al teatro Nanny Loy dell’Ersu. «Se fossi stato presidente della Regione in quegli anni, la mensa di via Premuda non sarebbe mai esistita. Impossibile che uno abbia pensato di fare una mensa degli studenti in un posto del genere».
Parole definite “sconcertanti” e che possono essere lette come la volontà di eliminare la mensa. «Interpretando il sentimento di studenti», afferma Fabrizio Marcello, consigliere della circoscrizione 3, «che frequentano da anni la mensa di via Premuda, e di cittadini che vivono nel quartiere di San Michele si vuole denunciare l’atteggiamento classista che ci è parso trasparire dalle parole di Soru». Durante il suo intervento il presidente della Regione ha pubblicizzato il progetto per la realizzazione di 1.500 posti letto nel nuovo campus universitario di viale La Playa che dovrebbe essere pronto tra due anni: «Soru ritiene che questo campus nasca nel luogo più bello della città. Vorremmo però ricordare che, anche se fossero disponibili 1.500 posti letto in più, altri diecimila studenti continueranno comunque a vivere nel quartiere di Is Mirrionis, zona additata come “posto del genere”. Secondo il ragionamento del presidente dobbiamo aspettarci che tutte le sedi universitarie vengano spostate in riva al mare?». Per il consigliere i servizi universitari nelle zone di Is Mirrionis e San Michele sono importanti perché «vicini ai poli di ingegneria, economico-giuridico, Sa Duchessa e agli impianti sportivi del Cus, e inoltre camere e appartamenti in affitto hanno prezzi decisamente più abbordabili rispetto al centro. Speriamo in un potenziamento dei servizi e non in uno smantellamento».
Perplessi e sconcertati anche i rappresentati degli studenti nel Senato accademico dell’Ateneo, Maurizio Deiana, Alessandra Frau e Manuel Floris: «La creazione di un campus universitario è un progetto importante e dovrebbe avere le caratteristiche come la vicinanza alle facoltà, i collegamenti con gli altri poli visitati dagli studenti. Quello di viale La Playa è lontano dalla zona universitaria di Piazza d’Armi, viale Fra Ignazio e via Ospedale, e irraggiungibile da circa un terzo degli studenti universitari che studiano alla Cittadella Universitaria di Monserrato. Ci saremmo aspettati di essere noi studenti i principali interlocutori dell’Ersu e della Regione per discutere di un tema così importante. Invece, a pochi mesi dall’inizio della sua realizzazione, ci troviamo di fronte ad un progetto che non abbiamo mai visto e che giudichiamo non adatto alle nostre esigenze».
Matteo Vercelli
 
 

Questionario e social

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