UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 12 settembre 2007

Mercoledì 12 settembre 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 settembre 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Presenti 5 segnalazioni dalle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e altravoce.net
 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 18
Università. Il preside: in passato ho subito pressioni. Ma qui imbrogliare è impossibile
Medicina, poliziotti durante i test
Faa: «Quesiti conservati in questura per fugare ogni dubbio»
«Prima dei test circolava la voce che qualcuno avesse già le domande: ho avvisato la Questura e richiesto agenti durante le prove».
 
Meglio all'ultimo posto che imbroglioni. Se davvero, come sta emergendo in questi giorni dalle inchieste che coinvolgono atenei come quelli di Messina, Catanzaro, Bari, Ancona e Chieti, i test d'ammissione ai corsi di laurea di Medicina e Odontoiatria in molte Università erano una farsa, gli studenti di Cagliari escono a testa alta, nonostante il quintultimo posto nei quiz di Medicina e il penultimo in Odontoiatria. Perché trasparenza e correttezza sono le regole principali per il preside di Medicina, Gavino Faa, che ammette: «Anche io ho subito delle pressioni nei primi anni di presidenza. Nei vari passaggi che subiscono i plichi con i test ci sono dei momenti dove è possibile far scattare l'imbroglio».
LA CASSAFORTE Così, per evitare dubbi e fugare sospetti, a Cagliari i quesiti sono stati conservati nella cassaforte della Questura, le fotocopie sono state fatte sotto lo sguardo vigile di due poliziotti e, dopo lo svolgimento dei quiz, i compiti sono stati imbarcati sull'aereo per Roma scortati da altri due agenti. Eccessivo? «Assolutamente no» risponde Faa, «anche perché nei giorni che hanno preceduto lo svolgimento dei test circolavano voci antipatiche. Dicevano che qualcuno avrebbe avuto le domande in anticipo. Io ho seguito la mia strada: ho avvisato la Questura e richiesto l'invio di due agenti che hanno osservato tutte le operazioni. Dal loro arrivo alla partenza i quiz sono stati sempre sorvegliati. Almeno qui a Cagliari». Trasparenza e molta severità («Alcuni ragazzi sono stati allontanati perché sorpresi a usare il telefonino», ricorda il preside) per fugare ogni dubbio su possibili truffe: «I primi anni di presidenza» spiega Faa, «ho subito numerose pressioni. Posso dire fiero che non c'è mai stato un favoritismo e che i posti sono sempre finiti agli studenti che durante l'estate si sono sacrificati studiando molto. Così in questi ultimi anni le richieste di favori si sono praticamente azzerate».
MEGLIO ONESTI Se a Messina gli studenti super bravi sono tantissimi (i primi 32 hanno battuto il migliore di Cagliari, e la media punti dei primi dieci è stata di 71,18 contro i 58,40 dei cagliaritani, finiti al quintultimo posto davanti a Molise, Ferrara, Salerno e il fanalino di coda Sassari) a Cagliari si può dire che siano onesti: «Esistono delle lacune» sottolinea il preside, «ma penso che siano le stesse che hanno i ragazzi delle altre regioni». Da altre parti, come a Catanzaro, Ancona, Bari e Chieti, le carenze di preparazione venivano colmate con altri mezzi. Ora finiti sotto inchiesta. Con il rischio che il ministro dell'Università e della Ricerca, Fabio Mussi, decida di annullare le prove irregolari.
Matteo Vercelli
 
Cronaca di Cagliari Pagina 18
le schede
Cagliaritani sempre agli ultimi posti
 
Gli studenti del continente sono tutti più bravi di quelli cagliaritani. O quasi. È quanto emerge dalla lettura dei risultati dei test di ammissione a Medicina e Odontoiatria. Molto meglio hanno fatto i ragazzi che si sono cimentati nei quiz per l'ingresso in Architettura.
Tra sospetti, imbrogli e vendita di test a trentamila euro (la guardia di finanza sta indagando sulle prove d'ingresso a Medicina e Odontoiatria negli atenei di Bari, Ancona e Chieti), le graduatorie non lasciano spazio a sorrisi. In Medicina i ragazzi cagliaritani sono al quintultimo posto su 35 Università, mentre in Odontoiatria solo Perugia ha fatto peggio. Certo è strano che solo Messina raggiunga risultati sorprendenti: i primi 32 candidati in Medicina battono il primo di Cagliari, mentre in Odontoiatria gli studenti super arrivano a quota 53. Esiti migliori in Architettura, con i ragazzi cagliaritani che si sono collocati a metà classifica, occupando la diciassettesima posizione su 33 Atenei. Una caccia al corso di laurea davvero difficile visto che le domande di ammissione in Medicina erano state 1.198 (per 172 posti), in Odontoiatria 560 (22) e in architettura 356 (155). (m. v.)
 
Cronaca di Cagliari Pagina 18
Gli studenti. Coro unanime contro le scorciatoie illegali
«Da noi prove sempre trasparenti»
 
«Indecente e vergognoso». È il coro unanime dei rappresentanti degli studenti che condannano le scorciatoie illegali per entrare nei corsi di laurea. «Qui a Cagliari» commenta Giuseppe Frau, componente del Consiglio d'amministrazione dell'Università, «le prove d'ammissione si sono svolte sempre in modo trasparente. Forse adesso capiamo meglio i motivi dei risultati scadenti degli anni scorsi. Non vogliamo pensare che i nostri ragazzi che escono dalle superiori siano meno preparati di quelli delle altre regioni». Sulla stessa lunghezza d'onda Lorenzo Espa, presidente del Consiglio degli studenti: «Uno schiaffo per quei ragazzi che hanno studiato. Pensare che è possibile imbrogliare è un insulto per chi ha passato l'estate sui libri per prepararsi ai test». Davide Matta, dell'associazione Dictatum Discere, è tra gli organizzatori delle lezioni di preparazioni ai quiz: «Stiamo sentendo troppi episodi vergognosi, che fanno perdere credibilità ai test. Noi siamo soddisfatti di quanto hanno fatto i nostri ragazzi: i primi tre in Odontoiatria hanno seguito i nostri corsi, e in Medicina sono passati almeno 22 nostri studenti. Merito di tante ore di studio». (m.v.)
 
 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Test per Medicina, il sisma scuote l’isola
Le reazioni a Sassari e Cagliari «Cambiate i criteri di selezione»
Una generale valutazione favorevole sulla nuova organizzazione, critiche per l’assurdità di troppe domande
di Pier Giorgio Pinna
 
 
SASSARI. Quiz scandalo, domande assurde, punteggi bassi, quattro atenei attraversati da terremoti giudiziari, avvisi di garanzia a raffica. Se il sisma sui test per Medicina sconvolge l’università italiana, le scosse arrivano a Cagliari e a Sassari. Ma in Sardegna, dopo anni di esposti, per ora nessuna irregolarità segnalata. Anzi: da candidati e commissari emerge una generale valutazione positiva sull’organizzazione delle prove. Altre, invece, le contestazioni. E forti.
Sui criteri di selezione. Sul numero programmato. Sull’assurdità di molti quesiti. Sull’idoneità delle valutazioni per un giudizio sulle attitudini di futuri professionisti della sanità. Così, nell’isola, i commenti negativi si sprecano: «Prove inutili», «Buffonate sulla nostra pelle», «O la va o la spacca modello quiz tv». Sentenze che arrivano da tanti esclusi. Ma anche da chi, superato lo scoglio, può iscriversi al primo anno accademico. Oltre che da parecchi tra gli stessi docenti. Insomma: critiche serrate. Accompagnate da cifre che parlano da sole. A Sassari 105 matricole in Medicina su quasi 600 candidati, a Cagliari 172 su 1505 neodiplomati con l’ambizione d’indossare il camice bianco. E seguite dal timore che il cataclisma giunga in Sardegna. Il ministero con ogni probabilità invaliderà i test in vendita negli atenei di Bari, Ancona, Chieti, Catanzaro. Ma se verranno accolti i ricorsi legati all’erroneità di 2 quesiti (poi annullati) sugli 80 assegnati, c’è il pericolo concreto di un effetto a catena. Il rischio, non sussurrato, è che tutti, ammessi e non ammessi, siano costretti a ripetere la prova in ogni ateneo d’Italia, isole comprese.
Spiega il professor Giuseppe Delitala, presidente del corso di laurea nella facoltà di medicina e della stessa commissione esaminatrice nel capoluogo del Nord Sardegna: «Test così formulati non consentono di evidenziare motivazioni e capacità individuali. Tuttavia, circa Sassari, a cui è stata assegnata in maniera frettolosa la maglia nera, voglio fare due precisazioni. La prima è che il dato sul nostro supposto primato negativo è stato legato alla sola valutazione del numero 1, del candidato cioè che si è piazzato per primo. Ma per un’analisi più corretta ci si dovrà basare sulla media degli ammessi, non inferiore a quella di altre università. Il secondo chiarimento è che abbiamo intensificato i controlli. Con selezioni al palazzetto dello sport, esaminatori al di sopra e al di sotto delle gradinate. Borse, cellullari, calcolatrici da depositare all’ingresso. Articolazione dei test diversi fila per fila e posto per posto. I candidati di una certa età separati dagli altri. La vigilanza credo abbia dato risultati. Una studentessa sorpresa col telefonino, magari in buona fede, è stata allontanata, la sua prova annullata».
A Cagliari come a Sassari c’è comunque chi racconta di fratelli o cugini iscritti in qualche facoltà scientifica seduti accanto ai candidati e pronti ad aiutare. E vengono fuori storie di sacrifici vanificati. Ancora all’ultimo anno di scuola, un ragazzo sardo poi diplomatosi col massimo dei voti ha frequentato a lungo corsi preparatori e alla fine sostenuto la prova in un ateneo della penisola senza superarla: mesi d’impegno serio buttati al vento solo per l’incongruità dei test. L’oristanese Nicola Sulas, 18 anni, ha sostenuto il test a Sassari. Anche lui è rimasto al palo. «Ho visto candidati con i capelli grigi consegnare il compito in bianco - ha rimarcato - Un mio vicino ha subito obiettato che uno dei quesiti poi riconosciuti come erronei a Roma era sbagliato, ma nessuno dei commissari gli ha dato retta. Io adesso m’iscriverò in Economia e commercio. Penso però che l’intero sistema vada rivisto». Il centro istituito nel Nord Sardegna dagli studenti per eventuali abusi sinora ha ricevuto una sola segnalazione via e-mail. «È comunque un caso non facile da interpretare - chiarisce uno dei responsabili, Simone Campus - In generale abbiamo verificato come a Sassari tutto si sia svolto regolarmente».
«Le notizie d’illeciti devono portare a una seria riflessione», ha invece rilevato il deputato di An Bruno Murgia. «La poca professionalità e la scarsa serietà di qualche commissario non devono compromettere diritto allo studio e adeguata formazione - ha concluso - Il numero chiuso ha un senso quando le selezioni non prescindono da criteri quali l’imparzialità e la correttezza. Ma alla luce di quanto sta emergendo a livello nazionale, ritengo che i test d’ingresso vadano aboliti».
Rilievi e critiche che fanno riflettere. Spesso accompagnati da polemiche e altri commenti negativi. Come quelli sulla corruzione diffusa dal basso. A Sassari, negli ultimi otto anni, nessuno degli attempati signori che si sono presentati ai test per Medicina si è mai iscritto al primo anno. Che avessero già tutti una laurea?
 
Pagina 6 - Sardegna
Quesiti da «Chi vuol essere milionario»
Ma gli aspiranti medici avrebbero bisogno di un sistema ben diverso
 
Studenti sul piede di guerra. Proteste e interrogazioni parlamentari. Quesiti errati nella parte di fisica e matematica. Dubbi sui sistemi di tutela della segretezza. Richieste di annullamento delle prove. Persone indagate in alcuni atenei con l’accusa di aver favorito degli studenti dietro compenso. Perquisizioni della Finanza in alcuni atenei. Non c’è che dire. I test d’ingresso a Medicina hanno provocato quest’anno uno psicodramma che rischia di lasciare sul terreno morti e feriti. Era già tutto previsto si potrebbe dire: da tempo i test d’ingresso erano al centro di discussioni e polemiche sia sull’accesso programmato, accusato di limitare il diritto allo studio; sia sulle domande, del tutto inadeguate rispetto all’obiettivo di valutare i saperi scientifici degli aspiranti medici e le qualità cognitive connesse col ragionamento e la capacità di risolvere i problemi. Ed è proprio su questo che - passata la tempesta - occorrerà riflettere. Cominciando, appunto, dalla batteria di test a risposta multipla, delle quali il meno che si può dire è che sono «difficili». Soprattutto se si considerano i problemi, fin troppo noti, della scuola, che sta rivelando le crepe del sistema dei debiti scolastici e i danni di una riforma dissennata che ha messo ai margini i contenuti, sacrificato lo studio del latino e del greco, esaltato l’uso sfrenato dei computer, aprendo la strada a una banalizzazione e una deconcettualizzazione dei saperi. E che ha abituato i ragazzi a considerare irrilevante un errore di ortografia, umiliante la pura conoscenza di nomi, formule, date. Eppure ci si aspetta che in alcuni mesi di studio «ancorché matto e disperatissimo» - quello che tenne Giacomo Leopardi chiuso per sette anni nella ricca biblioteca paterna - siano in grado di rispondere a una serie di domande che rimandano a un altro tempo e a un’altra scuola. Domande complesse - come sarebbe anche giusto - che riguardano la fisica, la chimica, la biologia, la logica, la cultura generale. Il fatto è che il bagaglio delle conoscenze è quello che è. Ma non solo, come si può vedere dalle domande. Chi tra Lenin, Stalin, Kutuzov, Kornilov, Kerenskij. propose, nell’aprile del 1917, di liquidare il governo provvisorio, di attribuire «tutto il potere ai soviet», ecc. ecc.
In quale contesto geografico, storicamente conteso (sic) è nato nel 1905 il partito indipendentista e repubblicano Sinn Féin (Irlanda, Malta, Cipro, Corsica, Falkland). Chi dipinse «La città che sale»? (Boccioni, Balla, Savinio, Carrà o Soffici?). E la parola clima deriva dal greco, dal francese, dal latino, dall’olandese, dal tedesco? E, quale dei seguenti strumenti musicali non rientra fra le percussioni (Contrabbasso, Timpano, Tamburo, Triangolo)? Tra una domanda e l’altra compaiono dei brani. Nessun legame con la medicina. Uno era del giornalista e scrittore Luca Goldoni «Ragazze, ghiri e politici: quante scoperte sul mio sofà», neppure tanto fresco, essendo comparso sul «Corriere» il 3 marzo 2005. Gli studenti dovevano individuare tra quattro affermazioni, quella che poteva ritenersi ispirata alle parole dell’autore.
Fanno una ben penosa impressione, insomma, questi insensati quesiti di cultura generale, letti uno dietro l’altro, non sorretti da una qualsiasi logica o metodo, scelti a caso come, immagino, accade nelle trasmissioni del genere «Chi vuol essere milionario». Ma chi vuol essere medico dovrebbe forse essere sottoposto ad un genere di verifica diversa, capace, anche, magari, di rilevare nei futuri camici bianchi l’attitudine, l’intelligenza emotiva, la consapevolezza di quei valori della professione che hanno sempre fatto parte del bagaglio del medico, da Ippocrate in poi.
Eugenia Tognotti
 
Pagina 6 - Sardegna
Rischio annullamento generalizzato, oggi deciderà il ministro
 
ROMA. «Se ci fossero illeciti, ci sarà l’annullamento delle prove», ma «se gli errori derivano da trascuratezza qualche testa salterà». Il ministro dell’Università, Fabio Mussi, prende oggi una decisione sullo scandalo dei test di ammissione a Medicina. Probabile che si arrivi all’annullamento delle prove solo negli atenei dove sono state riscontrate irregolarità, anche se per una vicenda analoga nel 2000 furono annullati i test in tutta Italia (tesi considerata non praticabile dall’Avvocatura dello Stato). L’ipotesi più semplice sarebbe passare attraverso i rettori per annullare le prove nei soli atenei sotto accusa. In ogni caso al ministero dovranno tener conto degli eventuali e prevedibili ricorsi di chi ha onestamente superato il test.
È di lunedì la notizia dell’indagine partita da Bari su presunti test agevolati che si è estesa a Chieti e Ancona portando all’iscrizione di sette persone nel registro degli indagati. Ad Ancora l’avviso di garanzia è stato notificato a Maurizio Procaccini, direttore dell’Istituto di Scienze odontostomatologiche e presidente del corso di laurea di Odontoiatria dell’università politecnica delle Marche; a Bari al ginecologo Giuseppe Varcaccio, consigliere comunale di An, con un figlio che partecipava ai test; a Marcantonio Pollice, al figlio Giulio e a sua moglie Paola, titolari della società che preparava gli studenti; all’esperto di informatica Francesco Avellis, e ad Emanuele Valenzano, papà di una candidata. Procaccini si è detto estraneo. Intanto l’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara si considera parte lesa e afferma che «non risultano indagati» tra i suoi docenti. Non ci sono poi per ora indagati nell’altra inchiesta aperta a Catanzaro. In questo caso era stato il rettore a denunciare che erano stati trovati aperti tre dei plichi inviati dal ministero con i test. Per quanto riguarda gli errori nei quiz delle ultime prove, la Commissione per l’elaborazione dei test di accesso a Medicina e Chirurgia conferma l’annullamento di due domande e che sono corrette le risposte nel sito del ministero. L’Unione degli universitari ha organizzato per il 18 una manifestazione contro le prove di ammissione. E Azione universitaria apre da oggi una «stagione di mobilitazione». (monica viviani)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 49 - Inserto Estate
Sassari, sabato il giornalista all’università con Soru
Gian Antonio Stella presenta «La Casta»
 
SASSARI. Gian Antonio Stella (foto), editorialista e inviato del Corriere della Sera, presenta a Sassari «La Casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili» (Rizzoli), il libro che non è soltanto il successo editoriale dell’anno (scritto a quattro mani con l’altro giornalista Sergio Rizzo). Proprio in queste settimane, infatti, il testo ha proposto come centrale il tema del rapporto tra politica e società. L’atteso appuntamento con i lettori sassaresi, organizzato dalla Libreria Internazionale Koinè con l’Università di Sassari e RCS Libri, è fissato per sabato prossimo alle 17,30 nell’aula magna dell’Ateneo in piazza Università. All’incontro, oltre a Stella, sarà presente anche il presidente della Regione Renato Soru nell’insolita veste di intervistatore. Coordinerà il dibattito Alberto Pinna, giornalista del Corriere della Sera.
Ciascun capitolo del volume è dedicato ad un argomento, come nepotismo, tangenti, sovradimensionamenti degli enti pubblici, vitalizi e prebende, sprechi delle province, delle regioni e dei comuni, e così via. Il risultato di questo lavoro di ricostruzione è un quadro completo dei malvezzi politici della Seconda Repubblica.
La casta, con più di 700mila copie vendute, si conferma un successo che ha valicato le Alpi e attraversato l’Atlantico. Un reportage sui costi (e gli sprechi) della politica nel nostro Paese. Un’inchiesta piena di fatti e cifre che mostrano come il fare politica ti possa sistemare per la vita, come un certo modo di fare politica sia diventato il mezzo per ottenere rimborsi da capogiro, pensioni baby e una lunghissima lista di privilegi e agevolazioni.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 45 - Inserto Estate
Oggi
Brevi
«Cagliari e la città storica: antiche ferite e nuovi significati», workshop internazionale di restauro architettonico e urbano: parte il laboratorio internazionale di architettura coordinato da Caterina Giannattasio e promosso dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Cagliari. L’iniziativa, che vedrà coinvolti teorici, architetti e studenti per riflettere, discutere ed elaborare proposte progettuali a partire dalle potenzialità inespresse del nucleo antico della città, si svolgerà a Cagliari dal 10 al 22 settembre al Dipartimento di Architettura, in via Corte d’Appello, 87. Nelle giornate del 14 e 15 settembre farà da sfondo al workshop un dibattito di esperti e di istituzioni che lavorano nell’ambito dell’attuale panorama teorico e operativo in tema di restauro e progettazione nella città storica. Tra gli altri interverranno Paolo Scarpellini (Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna), Tatiana K. Kirova (Politecnico di Torino), Salvador Perez Arroyo (Scuola Politecnica di Madrid), Giuseppe Fiengo ed Efisio Pitzalis (Seconda Università di Napoli), Stefano Musso (Università di Genova), Eugenio Vassallo e Massimo Carmassi (Istituto Universitario di Architettura di Venezia).

1 – altravoce.net
Agli studenti di Sassari la maglia nera
ultimi nei test per Medicina
Sotto accusa il sistema di selezione
 
E adesso si riattaccherà con il classico tormentone di settembre. Tanto per cambiare, studenti sardi dietro la lavagna, vittima dell'incompetenza dei professori che li seguono e della loro pigrizia sui libri. Soliti asini in grado di rimediare solo figuracce rispetto ai colleghi del resto d'Italia. Tuttavia quest'anno, ferme restando le perplessità più volte manifestate dagli addetti ai lavori sull'attendibilità didattica dei test di ammissione alle università, i ragazzi isolani sembrano essersi messi d'impegno per confermare tutti i (poco lusinghieri) luoghi comuni sul loro conto.
Anche se la stangata è arrivata sui controversi "quiz a risposta multipla", sempre di stangata si tratta: nel 2007, la maglia nera nazionale degli aspiranti dottori viene ufficialmente consegnata all'ateneo di Sassari. In base ai risultati dei test di Medicina che si sono svolti lo scorso 4 settembre in 37 città italiane, il primo classificato nell'università sarda ha ottenuto un punteggio totale di 56,25 su 78: il più basso rispetto a tutti i numeri uno delle altre università in cui si è tenuta la prova. Segue Salerno, dove il punteggio più elevato è stato di 61,50; terzo posto per il primo classificato dell'ateneo Piemonte Orientale di Vercelli, che ha raggiunto quota 62,25 punti.
Continuando nella classifica al contrario degli istituti dove si sono presentati gli studenti meno preparati, al quarto posto ecco l'università che non ti aspetti: la Bicocca di Milano, dove il primo classificato ha raggranellato la miseria di 63,50 punti. Si torna poi di nuovo in Sardegna, a Cagliari, dove il primo classificato non è andato oltre i 63,75 punti. Sesto posto per Chieti, dove il più bravo ha ottenuto il punteggio di 64.
E le sedi "virtuose"? A sorpresa, per apprezzare i risultati più entusiasmanti bisogna scendere nel profondo Sud. A Bari, infatti, si troverebbero gli aspiranti medici più promettenti. Nell'ateneo pugliese, il primo classificato ha ottenuto il punteggio record di 76, con solo due domande sbagliate. Segue Messina, dove il punteggio massimo ottenuto è stato di 73. Fa una certa impressione constatare che, sullo Stretto, per trovare un punteggio pari al primo posto di Sassari bisogna scendere fino alla ottantareesima posizione.
Gli aspiranti camici bianchi dovevano rispondere a 80 domande su quattro aree tematiche: logica e cultura generale, biologia, chimica, fisica e matematica. Il punteggio massimo raggiungibile è sceso a 78 dopo la eliminazione di due domande (la 71 e la 79), tagliate perché contenevano degli errori.
Non tutti, però, hanno affrontato la prova forti solo delle loro competenze e dei loro amuleti portafortuna. Qualcuno, a quanto pare, ha pensato di ricorrere a mezzi un po' meno artigianali: sette persone sono state iscritte nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Bari, nell'ambito delle indagini condotte dalla Guardia di finanza sui test di ingresso alle facoltà di Medicina e Odontoiatria delle Università di Bari, Chieti e Ancona. Nei giorni scorsi, le Fiamme gialle hanno eseguito una serie di perquisizioni e sequestri presso gli atenei delle tre città e nei confronti degli indagati. Per i quali, a questo punto, si ipotizzano i reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa ai danni dello Stato.
Come si perpetrava l'inganno? Era stata messa in piedi un'organizzazione, collegata con personale interno, amministrativo e docente, che garantiva "aiuti esterni" ai candidati per superare il test. Una cinquantina gli studenti coinvolti: ai ragazzi venivano chiesti fino a 8mila euro per frequentare un corso di preparazione con la garanzia di "assistenza" durante la prova, e fino a 30mila euro se poi l'esame veniva superato.
Inoltre, il ministro dell'Università Fabio Mussi ha segnalato un caso di "buste aperte prima di un concorso". Si tratta dell'università Magna Grecia di Catanzaro, in cui si sarebbe verificata una sottrazione di modelli dai plichi inviati all'ateneo per i test di ammissione a Medicina. Sulla vicenda indaga il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio.
(mb)

 

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