UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 11 luglio 2007

Mercoledì 11 luglio 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 luglio 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 9 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e www.ancitel.sardegna.it  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 6
Scontro sulle scuole per i medici
Vargiu: «Molti restano fuori». La Dirindin:«Non è vero»
 
L’assegnazione di 43 contratti di specializzazione ai medici dell’Università di Cagliari ha spinto i consigliere di minoranza della commissione Sanità a presentare un’interrogazione. Nel provvedimento - spiega Pierpaolo Vargiu - si dice «che eventuali contratti non assegnati per mancanza di medici idonei, non potranno essere utilizzati nelle scuole con alto numero di idonei. Resterebbero sette posti vacanti». Immediata la replica della Dirindin e del preside di Medicina Gavino Faa: «La Regione ha garantito a 63 medici 25 mila euro per specializzando, contro gli 11 mila e 500 degli anni scorsi». Sulle borse che potrebbero non essere assegnate, l’assessore s’impegna a verificare eventuali riattribuzioni». Interviene il presidente della commissione Sanità Nazareno Pacifico: «La Giunta recupererà i sette contratti per l’accesso alle scuole di specializzazione». 
 
2 – L’Unione Sarda
Cultura Estate Pagina 106
Cresce nel Ciad l’ateneo sardo
L’Università di Sassari e la "3P" progettano il campus di zootecnia
 
Nelle classifiche stilate annualmente dalle agenzie delle Nazioni Unite incaricate di monitorare le condizioni dei paesi sottosviluppati, occupa stabilmente uno degli ultimi posti. Speranza di vita 47 anni, mortalità infantile 200 su mille (che tradotto significa che malnutrizione e malattie uccidono un bambino ogni cinque nati), 64 abitanti ogni cento ancora privi d’acqua potabile, 92 su cento senza assistenza sanitaria. Se si dovesse scegliere una tra le tante nazioni dell’Africa nera quale esempio e simbolo del fallimento di cinquant’anni di decolonizzazione e delle politiche di sviluppo eterodirette dall’Occidente, non c’è dubbio che tale scelta ricadrebbe sul Ciad.
Un paese vasto quattro volte l’Italia, con il consueto patrimonio d’immense ricchezze celate nel sottosuolo (petrolio, diamanti, oro, uranio, tungsteno), e con l’altrettanto consueto catalogo degli orrori compilato a più mani tra croniche debolezze e scorie tossiche di vecchi e nuovi conflitti. Duecentomila ammalati di Aids, altrettanti profughi in fuga dal genocidio islamista nel confinante e sempre minaccioso Sudan, una democrazia incompiuta che ancora si dibatte tra padrinaggi neocoloniali e ribellioni locali, un nutrito nugolo di bambini soldato, fortunatamente in via di smobilitazione, e la costante incertezza a farla da despota su ogni singolo destino.
Ecco allora perché di fronte a questa drammatica situazione, sempre più sottaciuta e ignorata dai media occidentali - come se l’Africa dolorante e stracciona riescisse a turbarci ormai solo quando si avvicina su una barca clandestina alle nostre coste - colpisce positivamente un’iniziativa di solidarietà che ha mosso i suoi passi dalla Sardegna e che si contraddistingue per la sua originalità e per le sue solide basi etiche e culturali.
Un piano d’intervento, promosso e coordinato dalla 3P (Piccoli Progetti Possibili) di Villacidro, associazione onlus diretta da padre Angelo Pittau e già impegnata in Honduras, in Tanzania e in Vietnam, che prevede la costruzione di una Libera Università Agro-Zootecnica nella zona meridionale del paese, con un corpo centrale a Bongor e un distaccamento sperimentale a Gounou-Gaya.
Un progetto che così sintetizzato ha quasi i tratti del sogno, abituati come siamo a immaginare i possibili interventi in Africa sotto forma di aiuti buoni tutt’al più ad arginare un’emergenza sanitaria o alimentare, a costruire un pozzo o una singola aula in uno sperduto villaggio, se non fosse per l’impegno, le professionalità e le sinergie che su di esso convergono. A partire dal diretto coinvolgimento di due associazioni ciadiane, la Guidawa di Bongos e la Aopk. di Gounou-Gaya, che già svolgono un importante ruolo logistico, per continuare con quello dello stesso governo del Ciad, che ha concesso alla Onlus sarda i cento ettari di terreno sul quale sorgeranno le strutture universitarie, e, tornando alla Sardegna, del Dipartimento di Teorie e Ricerche dei Sistemi Culturali dell’Università di Sassari, che dal 2000 è partner fondamentale del progetto. L’impostazione data all’iniziativa da padre Angelo Pittau, da Celeste Loi, rappresentante in Ciad della P3, dagli altri volontari e dal professor Mario Atzori, direttore del dipartimento universitario di Sassari, è stata principalmente quella di non avventurarsi nel vuoto. E di costruire con le popolazioni locali, in virtù di un punto di vista squisitamente paritetico, ovvero di una solidarietà da fondarsi sulla conoscenza e sull’accettazione dell’altro da sé, un rapporto che non fosse solo di cessione di beni e competenze, ma anche di confronto e scambio umano e culturale.
Ecco allora spiegato perché di pari passo all’individuazione dei partner locali e alla elaborazione del progetto edilizio e di quello tecnico-didattico, negli anni scorsi si è costruita una fitta rete di attività tese a comprendere non solo quali fossero i bisogni reali di una nazione alla deriva, e non solo su quali potenzialità occorresse puntare per creare un vero sviluppo, ma anche la cultura delle popolazione autoctone e in particolare dei due maggiori gruppi etnici interessati: i Masa e i Mousey.
I volontari della 3P e gli africanisti dell’Università di Sassari, avvalendosi della collaborazione di due missionari da tempo presenti nella regione (uno dei quali è il padre saveriano sardo Antonio Melis), si sono così relazionati con le popolazioni locali anche su un piano squisitamente etnografico e antropologico: hanno compilato un primo dizionario Masa-Francese (una delle due lingue ufficiali, l’altra è l’arabo); sono penetrati in punta di piedi nell’universo mitico-religioso tradizionale; hanno bivaccato intorno ai fuochi in ascolto delle voci del millenario patrimonio orale; hanno approfondito le conoscenze sui ruoli, gli equilibri e i modi di operare che vertono al rapporto dei ciadiani con l’agricoltura e l’allevamento.
Un nuovo modello di approccio a uno sviluppo reale, non traumatico e soprattutto sostenibile, che ha permesso così di puntare in alto. Tanto in alto da ipotizzare per la costituenda Libera Università Agro-Zootecnica di Bongor uno standard qualitativo non inferiore a quello europeo. Con la possibilità di accogliere in un campus 120 studenti, che verranno supportati non solo da docenti locali (tra i quali tre giovani masa da tempo ospiti in Sardegna, a un passo dalla laurea alla Facoltà di Agraria di Sassari), ma anche da docenti stranieri che opereranno in regime di comando-distacco dalle rispettive università europee.
Certo, perché il progetto si concretizzi fino a formare valenti esperti locali che diffondano le conoscenze acquisite in ambito agricolo e zootecnico, villaggio per villaggio, occorrono ancora tempo e soprattutto mezzi. Occorrono, come non si stanca di ripetere Celeste Loi, volontari che portino a termine la costruzione degli edifici dell’Università (la prima pietra è stata posata nel gennaio 2006); occorre che la Regione Sardegna si dimostri in solido ancora orgogliosa di partecipare alla straordinaria opera portata avanti dalle sue associazioni di volontariato e dalle sue istituzioni universitarie (un primo finanziamento è stato concesso nel 2005); occorre anche, e forse prima di ogni altra cosa, che questo progetto trovi finalmente la visibilità e il sostegno che merita anche tra le piccole amministrazioni locali e la gente comune.
Perché il sogno si tramuti in opera, perché la speranza si concretizzi in realtà.
Alberto Melis
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro Pagina 36
Macomer Clown per divertire i bimbi
Ora “Dottor Pollo” può vantare una vera laurea
 
Dopo quattro anni trascorsi in ospedale a far sorridere i bambini malati, il Patch Adams di Macomer, alias Paolo Serra “dottor Pollo”, ha conseguito la laurea alla facoltà di Scienza dell’Educazione dell’Università di Cagliari. Ha ottenuto un preziosissimo 110 e lode, con una tesi costruita proprio sull’esperienza personale, con la comicoterapia, sperimentata con successo nelle corsie infantili degli ospedali cagliaritani. Una tesi che presto diventerà il manuale di chi vorrà inserirsi in questo difficile ruolo, poiché basata sulla esperienza formativa di chi ha scelto di entrare in una corsia per far sorridere i bambini sofferenti.
Paolo Serra “dottor Pollo”, in quegli ospedali vi ha trascorso, in maniera intensa e con tanto entusiasmo, ben quattro anni, prima di laurearsi, aderendo ad una iniziativa di volontariato organizzata da un gruppo di studenti universitari. «E’ difficile fare il clown per far sorridere i bambini, se non si conoscono le tecniche e se non si è specializzati - racconta il neo laureato - non serve l’iniziativa di un semplice animatore, ma sono necessarie invece tanta semplicità e particolari tecniche, anche per affrontare situazioni particolarmente difficili con la necessaria preparazione».
L’esperienza fatta sul campo, Paolo Serra la ha trasferita nella tesi-manuale di laurea. «Uno studio particolare, che ha suscitato tanto interesse e che presto sarà pubblicato. Oltre alle tecniche di approccio coi bambini sofferenti, sono ben spiegate le condizioni difficili in cui si deve operare e questo mi porta ad affermare che far ridere è una cosa estremamente seria». Paolo Serra, pur con la laurea in tasca, tuttavia, non sarà più il “dottor Pollo”, ma l’esperienza maturata in questi anni, che ritiene siano stati fondamentali per la sua formazione, gli tornerà utile come educatore al centro giovanile di Cagliari. Un ritorno fra i bambini sofferenti, che hanno bisogno di sorridere è quindi da escludere? «Non è detto, anche se non entro più in corsia da oltre un anno. E’ una esperienza che non posso dimenticare, che tanto ha contribuito alla mia formazione, umana e professionale». Il sorriso Paolo Serra c’è lo ha nel Dna, con una esperienza di animatore iniziata tanti anni fa proprio a Macomer, tra le mura dell’istituto dei Saveriani assieme a tanti altri giovani, i quali hanno preso però altre strade. Dottor Pollo è rimasto tale e intende rimanerlo, anche dopo la laurea.
Francesco Oggianu

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
«Soprintendenza unica in Sardegna, una scelta gravissima e dannosa» 
ARCHEOLOGIA La protesta dei funzionari 
 
SASSARI. Uniti per restare separati. I funzionari delle due Soprintendenze della Sardegna si schierano compatti contro la decisione del ministero dei Beni culturali di fondere i due uffici in un unico ente regionale. Le ragioni del rifiuto sono raccolte in un documento sottoscritto da 26 tra funzionari direttivi archeologi, architetti, ingegneri, geologi, bibliotecari della Soprintendenza per i Beni archeologici di Sassari e Nuoro e di quella di Cagliari e Oristano.
 Dell’accorpamento si parla nella bozza del nuovo regolamento del ministero, che è attualmente in via di esame. «Per il patrimonio culturale sardo - sostengono i firmatari del documento - il tempo si è fermato, anzi è tornato indietro di 50 anni. Le due Soprintendenze per i Beni Archeologici della Sardegna furono sdoppiate nel 1958 in due sedi distinte: una in Cagliari con competenza sulle province di Cagliari e Oristano e l’altra in Sassari con competenza su Sassari e Nuoro. Già allora apparve evidente che il decentramento era la strada giusta per sopperire meglio alla tutela di un patrimonio immenso e capillarmente diffuso in un territorio che soffre però di una delle meno efficienti reti di comunicazioni. Dopo 50 anni siamo ora di fronte ad una clamorosa inversione di tendenza».
 Il documento è stato sottoscritto da Angela Antona, Marisa Arca, Paolo Bernardini, Antonietta Boninu, Maurizia Canepa, Donatella Cocco, Giovanni Maria Demartis, Rubens D’Oriano, Maria Ausilia Fadda, Francesca Gallus, Gabriella Gasperetti, Francesco Guido, Maria Rosaria Manunta, Maria Rosaria Manunza, Donatella Mureddu, Elena Romoli, Giuseppe Pitzalis, Daniela Rovina, Donatella Salvi, Antonio Sanciu, Patrizia Tomassetti, Luciano Trebini, Caterinella Tuveri, Alessandro Usai, Emerenziana Usai, Luisanna Usai.
 Secondo i funzionari delle soprintendenze non si vede un solo beneficio di questa fusione, ritenuta un atto gravissimo, mentre sarebbero evidenti gli aspetti negativi in termini di efficienza ed efficacia dell’azione di tutela e valorizzazione, e in termini di riduzione degli investimenti statali sui beni culturali in Sardegna. «La nostra isola è di gran lunga la regione con il maggior numero di monumenti e aree archeologiche. Solo i nuraghi, che rappresentano una sola delle tipologie architettoniche di solo una degli aspetti culturali, sono almeno 9000. A questi vanno aggiunte le altre architetture nuragiche e quelle delle altre fasi preistoriche e storiche: in tutto oltre 20 mila siti. Per raggiungere molti siti si fruisce però di una rete stradale che è tra le più inefficienti del paese. La soppressione di una soprintendenza rappresenta un arretramento nell’efficienza e nell’efficacia dell’azione di tutela».
 Il problema riguarda anche i rapporti con gli enti locali: «La presenza nel territorio di una Soprintendenza ha permesso negli ultimi 30 anni lo stabilirsi di fecondi rapporti con gli enti locali, il cui frutto più evidente è l’apertura di 25 musei, la gestione di numerosi monumenti e aree archeologiche. L’accorpamento arriva proprio nel momento in cui amministrazioni comunali e soprintendenze sono chiamate al massimo della collaborazione per l’adeguamento dei Puc e al Ppr».
 Negli anni le soprintendenze hanno rafforzato i rapporti con l’università, con la creazione di corsi di laurea orientati alla professione dell’archeologo. «Sono evidentissime - viene evidenziato - le sinergie tra le due sfere. Tra l’altro la totalità dei laureati in Sardegna lavorano e fanno esperienza formativa presso le Soprintendenze».
 Il Ministero viene accusato di proseguire in una strada di “anacronistico accentramento territoriale e di funzioni”, che è in controtendenza con la linea di sviluppo della pubblica amministrazione. «Da maggio 2006 le due Soprintendenze hanno sperimentato l’attività con un unico dirigente, titolarità a Cagliari ed interim a Sassari fino al 2 maggio 2007, e titolarità a Sassari ed interim a Cagliari dal 2 maggio 2007. Il bilancio è decisamente negativo poiché nonostante l’impegno profuso dai dirigenti susseguitisi, si è registrato un forte rallentamento nell’adempimento dei compiti di entrambi gli uffici».
Andrea Sini
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Nuoro
Elsa Pisanu, talento letterario nel nome di Salvatore Satta 
 
 SINISCOLA. Da brava studentessa, la giovanissima Elsa Pisanu (nella foto) i mille euro vinti per il primo posto conquistato al concorso letterario «Salvatore Satta» li metterà da parte per l’università. Per adesso nel suo cuore riecheggiano ancora le emozioni che ha provato quando il suo saggio sull’Inquietudine e la malattia come metafora universale dell’opera sattiana, ha sbancato il prestigioso premio provinciale, preso d’assalto da decine di concorrenti. Ci voleva infatti una testa brillante come la sua e la passione per la cultura letteraria che la infiamma per realizzare, tra un pomeriggio di studio e l’altro, sette-pagine-sette di computer totalmente incentrate sul noto autore sardo, biglietto vincente di un riconoscimento che ha reso grande una ragazza come tante ma che ce la mette tutta per realizzare i suoi sogni. Diciotto anni ad agosto e attualmente in vacanza prima di frequentare l’ultimo anno del liceo classico di Nuoro, Elsa Pisanu la scrittura ce l’ha nel sangue. «Pensavo di aver fatto un buon lavoro - ammette candida sotto lo sguardo compiaciuto di mamma, papà e fratellino - ma non mi sarei mai sognata la vittoria, che mi onora tantissimo. Per il futuro penso adesso di proseguire su questa strada, continuando gli studi con passione per, magari, diventare una brava giornalista». La stoffa c’è, il talento pure. Sbancare un concorso letterario incentrato su un personaggio complesso come Salvatore Satta non è infatti roba da poco, anche se per Elsa Pisanu c’è da credere che questa è stata solo la prima di una lunga serie di conquiste.(salv.ma.)
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Sassari
Pozzomaggiore 
Le tesi di laurea saranno catalogate 
 
POZZOMAGGIORE. L’assessore alla Cultura, Giorgia Pinna, ha elaborato due progetti che potremmo definire complementari ad un obiettivo che basa il suo scopo sulla ricerca e conoscenza di un vasto patrimonio culturale locale, spesso trascurato o quanto meno poco valutato. Entrambi trovano la propria validità nel settore culturale, il primo riguarda l’ambito della ricerca, il recupero e la catalogazione delle tesi di laurea. L’assessore ha intrapreso l’iniziativa con grande entusiasmo nella certezza di contribuire a riscoprire valori nascosti in tanti elaborati che hanno contribuito non solo a dare un titolo ai neo laureati ma anche a creare una precisa identità ed un valido indirizzo di vita. «La tesi di laurea costituisce un documento fondamentale del patrimonio culturale del proprio paese, osserva Giorgia Pinna. Tanti studenti, di generazioni diverse e di facoltà differenti, in periodi storici diversi, hanno dato prova d’intelligenza e capacità critiche e coronato i propri studi con tesi e argomentazioni diverse, rispondenti al proprio indirizzo di laurea. L’obiettivo che si pone il progetto è di recuperare e catalogare le tesi di laurea elaborate dagli studenti di Pozzomaggiore dal 1950 ad oggi». La finalità è quella di conservare nella biblioteca comunale tutte le opere, che potranno così essere consultate dai cittadini interessati, ed è propedeutico all’istituzione di un bando di concorso annuale riservato ai neolaureati. Sarà così possibile istituire un archivio tesi, al fine di assicurare la raccolta, catalogazione, conservazione, trattamento archivistico e documentario di un vasto patrimonio culturale disponibile nella biblioteca comunale. Il secondo progetto punta l’attenzione sulla valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico con uno sguardo importante all’eventuale offerta turistica e di rivalutazione dei prodotti tipici locali. «Il patrimonio culturale di Pozzomaggiore si presenta ricco e variegato: chiese, siti archeologici di pregio, strutture sportive di prestigio, ha osservato l’assessore Giorgia Pinna, costituiscono un’offerta presente ma poco valorizzata, anche perché è assente un programma d’accoglienza e guida per i visitatori».
Emidio Muroni   
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
UNIVERSITA’ 
Giornalismo: master a Sassari 
 
SASSARI. Sono aperti all’Università degli Studi di Sassari, per il biennio di studi 2007/2009, i termini per la presentazione delle domande di partecipazione all’esame di ammissione al terzo ciclo del master universitario di primo livello in Giornalismo organizzato dalla facoltà di Scienze politiche.
 Il master è finalizzato a fornire la conoscenza di base dei principali metodi e strumenti di lavoro del giornalista e a formare professionisti di base polivalenti, che possano trovare impiego in qualsiasi settore portante dell’editoria giornalistica tradizionale e multimediale (quotidiani, periodici, agenzie di stampa, emittenti radiofoniche e televisive, pubblicazioni on line).
 Il numero dei partecipanti al master è di 30 unità, individuate tramite selezione per titoli ed esami, la frequenza è obbligatoria.
 Il master che si svolgerà presso la facoltà di Scienze politiche sarà articolato in cicli intensivi di lezioni ed esercitazioni e in stage presso qualificate realtà produttive nel settore dell’informazione. L’attività formativa si svolgerà in due annualità, dal mese di ottobre 2007 al 30 settembre 2009, corrispondenti allo svolgimento delle attività necessarie alla maturazione di 120 crediti formativi. La frequenza dei corsi è obbligatoria e a tempo pieno.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
L’assessore Gian Valerio Sanna alla vigilia della nuova udienza del Tar 
«Il Ppr? Non si fermerà» 
Positivi i master universitari, studi sul campo 
 
CAGLIARI. «Il Piano paesaggistico andrà avanti: indietro non si torna, anche se di mezzo ci sono tribunali e giudizi pendenti». Alla vigilia di una nuova udienza del Tar l’assessore all’Urbanistica Gianvalerio Sanna è perentorio: sul Ppr guarda al futuro e liquida i detrattori come «una minoranza di urlatori che vuole mettere il silenziatore ai più, quelli che credono in un modello di sviluppo diverso perché improntato al sostenibile». L’occasione per difendere le mosse della Regione è arrivata ieri mattina al seminario tematico organizzato per proporre un bilancio del progetto Itaca, il programma di alta formazione sponsorizzato dall’assessorato di viale Trieste e realizzato dagli atenei di Cagliari e Sassari con l’obiettivo di adeguare le competenze dei circa settecento specialisti in tutela del paesaggio presenti nell’organico delle pubbliche amministrazioni isolane: immancabile, dunque, un riferimento al Ppr. E infatti Sanna ha proseguito in linea con i presupposti fondanti il progetto Itaca: «Riprende le nuove sensibilità di approccio nell’uso e nella pianificazione del territorio, e sancisce il passaggio da un orientamento parametrico ad una visione di merito: la cultura è cambiata e apre nuove opportunità. L’hanno capito bene molti imprenditori che hanno deciso di puntare sulla bioarchitettura e sull’ecosostenibilità, in linea con i presupposti del Ppr». Che ruolo avrà, sul versante della pianificazione territoriale, il progetto Itaca? E quali i legami con il Ppr? Lo ha spiegato, per l’Università di Cagliari, Giancarlo Deplano: «Il confronto con uno strumento innovativo si è rivelato molto utile per l’applicazione di linee d’azione che troppo spesso si studiano solo sulla carta. E’ così che si è passati al lavoro sperimentale sul territorio: le trentuno classi del progetto Itaca hanno simulato diversi interventi attuati in relazione alla nuova cultura ambientale. Il nostro ateneo ha privilegiato alcuni centri del sud Sardegna, Sassari ha condotto studi sulla zona industriale di Predda Niedda, e così si sono mossi gli altri nel resto dell’isola».
Pablo Sole
1 - Ancitel Sardegna
 
Eventi
10/07/2007 - Energia solare ed eolica: se ne parla a Cagliari

La conversione e l’immagazzinamento di energia solare ed eolica è uno dei fili conduttori di un ciclo di convegni promosso dall’Università degli studi di Cagliari a partire da domenica 15 luglio.

GEI ERA 2007 è il primo convegno congiunto tra le “Giornate dell’elettrochimica italiana” (GEI) appuntamento annuale della Divisione ed “Elettrochimica per il recupero dell’ambiente”, iniziativa organizzata dal Gruppo di lavoro TERSI dell’Associazione di ingegneria chimica.

Tra gli scopi di questo duplice evento, programmato a Cagliari nell’aula magna della facoltà di Ingegneria, la discussione di tematiche interdisciplinari - tradizionali e innovative come l’energetica, l’ambiente (considerato in tutti i suoi aspetti), la sensoristica e i nuovi materiali.
Nella giornata conclusiva che si terrà venerdì 20 luglio una tavola rotonda fornirà un’importante occasione di confronto ai rappresentanti di tutti i settori coinvolti. I lavori riguarderanno, in particolare, l’applicazione di tecnologie elettrochimiche per la conversione e l’immagazzinamento di energia solare ed eolica, argomento, di grande attualità in quanto a livello internazionale l’Italia si è impegnata a produrre energia rinnovabile per almeno il 20% del suo fabbisogno. Forte l’interesse proprio tra i ricercatori isolani: dopo lo sviluppo degli impianti eolici la Sardegna è ora in prima linea anche per l’avvio della produzione di energia elettrica “pulita” sfruttando l’energia solare. Tra gli altri interessanti spunti di discussione: la rimozione di rifiuti tossici e del trattamento delle acque reflue per l’abbattimento di sostanze fortemente inquinanti e pericolose come antibiotici, pesticidi, anticrittogamici, coloranti, ecc.

INFORMAZIONI:
Per ulteriori delucidazioni http://www.unica.it/geiera2007/ e geiera2007@dicm.unica.it. Scarica il programma e registrati ai convegni.

Alessia Corbu
a.corbu@ancitel.sardegna.it
 

Questionario e social

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