UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 25 luglio 2007

Mercoledì 25 luglio 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 luglio 2007

Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli della testata giornalistica  La Nuova Sardegna  


1 - La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Cagliari
Tra gli ultimi laureati anche quattro studenti di Catania
Università, confermati i corsi di Monteponi


IGLESIAS. L’università di Cagliari ha aperto le iscrizioni per l’anno accademico 2007-08 e il consiglio di amministrazione l’Associazione Universitaria Sulcis Iglesiente (Ausi) ha confermato l’impegno per l’attivazione dei corsi di Informatica, Scienza dei materiali e ingegneria ambientale. L’impegno dell’Ausi, quindi, viene riconfermato nonostante le incertezze che gravano sulle risorse finanziarie che la Regione dovrebbe assegnare a Monteponi.
Il CdA ha anche deliberato la destinazione di risorse per incentivare le iscrizioni con concessioni di premi ai nuovi iscritti ma anche con interventi concreti per gli studenti non residenti ai quali viene risolto il problema alloggio.
L’ex foresteria della società Monteponi verrà infatti parzialmente utilizzata come Casa dello studente, per venire incontro alle esigenze dei giovani e in attesa che si sblocchi l’iter per l’utilizzo dell’ostello sulla 130.
Intanto numerosi studenti hanno concluso, con la discussione della tesi, il corso di studi nei tre indirizzi. Nei giorni scorsi si sono laureati in ingegneria per l’ambiente e il territorio Matteu Mulas, residente a Portoscuso, e Michele Tagliafico di Sant’Antioco che hanno svolto il tirocinio all’Eurallumina di Portovesme Cristina Cocco (Carbonia), Matteo Mattutzu (Cortoghiana) Lorenzo Zolesio (Carbonia) si sono laureati in informatica.
Questo pomeriggio è la volta di Matteo Corona di Gonnesa che ha svolto il tirocinio alla Virotec Italia di Cagliari su “Indagine sulle miscele di Bauxol cementato per la produzione di pellet poroso, per il trattamento passivo con filtri, di acque e terreni inquinanti” e Gabriele Dessi che hanno svolto il tirocinio alla Septitalia di Cagliari su “I polimeri e la problematica dell’invecchiamento”.
In questa sessione d’esami c’è da rilevare che oltre agli studenti sardi si laureano anche quattro studenti di Catania. Sono Dario Ansaldi, Salvatore Cammisuli, Antonino D’Urso e Pierluigi Schillaci.
Erminio Ariu
 
2 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Parla il geologo Felice Di Gregorio
Le armi della ricerca


CAGLIARI. Nell’incontro di Pula dell’altro ieri tra i sindaci, la Regione e l’università, si è parlato anche di telerilevamento come strumento per individuare gli idrocarburi eventualmente scaricati da qualche mezzo navale. «Sì, la ricerca può fare molto contro questo tipo di inquinamento - spiega Felice di Gregorio, geologo, già direttore del dipartimento di Scienze della terra dell’università - recentemente, inoltre, sulla base di un bando ministeriale è stato costituito il consorzio Apras (Analisi e prevenzione del rischio ambientale in Sardegna) composto dalle due università (di Cagliari e Sassari), il Crs4, e diverse società che operano nel settore, di cui cinque specializzate in monitoraggio ambientale. Inoltre facciamo parte di una rete di sei centri analoghi, di cui fa parte anche l’Agenzia spaziale italiana».
Insomma gli strumenti scientifici per prevenire l’inquinamento esistono e sono in grado di intervenire a tutti i livelli: dal telerilevamento alla modellistica.
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
«Inaccettabile l’apologia del dolore»
Parla il cagliaritano Remo Bodei, insigne storico della filosofia
La misericordia cristiana non prevede l’esaltazione delle sofferenze personali

di Pier Giorgio Pinna

PISA. «C’è un diritto alla dignità della vita, deve pur esserci un diritto alla dignità della morte». Lo storico della filosofia cagliaritano Remo Bodei appare sereno e misurato: come sempre. Persino in un caso drammatico e delicatissimo come quello di Giovanni Nuvoli riesce a distillare elementi efficaci di una saggezza antica: «Prima di tutto non scordiamoci mai il rispetto per decisioni tanto sofferte, che sono comunque personali, molto dolorose. E poi, al di là delle differenti modalità nell’epilogo, non dimentichiamo un altro aspetto. Tra Welby e Nuvoli non ci sono state sostanziali differenze: tutti e due hanno espresso una precisa volontà di fronte a situazioni considerate non più tollerabili».
Professore di filosofia all’University of California di Los Angeles e nell’ateneo di Pisa, Remo Bodei in passato ha insegnato alla Normale, a Cambridge, a Ottawa, a New York, a Toronto, a Città del Messico. Il docente sardo si è occupato a lungo della ricostruzione dell’idealismo classico tedesco e di questioni estetiche. Gli ultimi anni l’hanno visto impegnato sulla tematica delle passioni e dei desideri, sull’identità personale e collettiva, sulla nascita dell’individualità. Nato il 3 agosto 1938 in una Cagliari che di lì a poco avrebbe conosciuto gli orrori dei bombardamenti, si è diplomato al liceo classico Siotto. In seguito ha studiato in Toscana laureandosi a Pisa. Da prestigioso intellettuale europeo, ha visto tanti dei suoi libri tradotti in tutto il mondo. Tra le opere più conosciute, «Geometria delle passioni» (Milano, 1991), «La filosofia del Novecento» (Roma, 1997), «Destini personali. L’età della colonizzazione delle coscienze» (Milano, 2002), «Una scintilla di fuoco» (Bologna, 2005), «Piramidi di tempo. Storie e teoria del déjà vu» (Bologna, 2006).
- Che cosa l’ha colpita di più nel caso Nuvoli, professor Bodei?
«I connotati della tragedia. Da un lato, c’è un uomo che vuole evitare di soffrire oltre per un male incurabile. Dall’altro lato, permane l’idea di parecchi secondo cui questa stessa sofferenza va giudicata di per sé un valore, un fatto nobile».
- Lei che ne pensa?
«Non mi piace la visione di un possibile riscatto che passi attraverso le pene di Cristo in croce. Capisco che alcuni vedano nell’eutanasia una scorciatoia da evitare. Ma la misericordia cristiana non prevede l’apologia del dolore».
- E allora?
«L’articolo 32 della nostra Costituzione, spesso citato in queste ore, prevede che nessuno possa venire sottoposto a trattamenti sanitari se non per disposizione di legge. Dunque sembra questa la strada da percorrere sino in fondo».
- Eppure, la vicenda del malato di Sla continua a spaccare politici e opinione pubblica in due blocchi nettissimi: perché questa contrapposizione senza mezze misure?
«Forse bisognerebbe chiederlo a ciascuno dei singoli che fa parte di questi fronti... in realtà penso che le scelte siano così rigide perché ideologiche».
- In Italia persino le questioni della vita e della morte vengono ricondotte a logiche da eterno duello, con le consuete categorie della destra e della sinistra l’una contro l’altra armata: è così nei Paesi dove ha insegnato e dove tutt’oggi opera?
«Negli Usa sì. Altrove no. In ogni modo credo che, oltre alla casacca politica, sia necessaria una buona dose di umanità. E si debba poi valutare ogni caso all’interno di un ordinamento di norme coerente».
- Ma proprio il tragico destino di Nuvoli è stato in parte determinato da vuoti legislativi: mancano norme chiare, i progetti legislativi sul testamento biologico sono in panne.
«Il proscioglimento deciso dal giudice per il medico del caso Welby mostra qual è la strada giusta da seguire. Ma da oggi in poi bisognerà colmare le lacune esistenti partendo da precisi presupposti».
- Quali?
«Dare la priorità al dolore, alla sofferenza. Considerare in maniera opportuna la decisione dell’ammalato. Non obbligare chicchessia a vivere contro la sua volontà».
- C’è poi il versante etico-sanitario: e anche qui le contraddizioni non mancano. Al momento del giuramento i medici s’impegnano solennemente a difendere la vita e nello stesso tempo ad astenersi dall’accanimento nelle cure.
«Il conflitto è solo apparente. Dappertutto, nel mondo occidentale, il medico non va certamente considerato un autocrate: deve sempre tenere conto delle intenzioni del paziente. Invece gli avvenimenti di queste ore, per il comportamento di alcuni, mi ricordano un po’ il cinismo con cui gli spettatori assistevano alle lotte dei gladiatori standosene comodamente seduti sugli spalti. Chiediamoci piuttosto: che cosa faremmo, se la stessa sorte di Welby o Nuvoli riguardasse noi?».
- Qual è stata finora l’influenza su questi fatti italiani di posizioni come quelle derivate dagli insegnamenti del cattolicesimo sul rispetto per la vita?
«Notevole. Ma intendiamoci: la vita è di sicuro un valore fondamentale, da difendere. Qui la sottile distinzione si snoda lungo la linea che separa la volontà di morire dall’accanimento terapeutico».
- Al di là di certi tecnicismi religiosi e giuridici, in definitiva l’intera questione ripropone interrogativi di fondo sull’esistenza umana: quali lezioni ci arrivano dalla filosofia e dal passato?
«Molte, perlopiù univoche. Esiste una grande tradizione di rispetto nei confronti delle scelte individuali. Anche fra i cristiani».
- A quali esempi pensa?
«Sappiamo tutti come Dante fosse cattolico. Eppure, lui stesso colloca Catone il Giovane nel Purgatorio e non all’Inferno perché preferì morire suicida anziché servire nuovi padroni. Ma non c’è solo l’Alighieri, del resto. Anche di recente i migliori tra i cristiani hanno avuto posizioni precise sul problema».
- A chi si riferisce?
«A Giovanni Paolo II. Nei suoi ultimi giorni disse chiaramente: Ora lasciatemi tornare alla casa del Padre».
- Quali conclusioni si possono trarre, in ultima analisi, professor Bodei?
«La gran parte degli italiani, anzi direi la gran parte degli uomini, naturalmente non vuole soffrire oltre certi limiti: colmare tutte le lacune legislative non solo è doveroso ma anche urgente».
 
4 - La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
UNIVERSITÀ
Concorso sulla disabilità: borsa di studio a due studenti


SASSARI. Sono andate a Francesco Delrio, studente della quinta A dell’istituto tecnico commerciale “Lamarmora-Einaudi”, e a Serena Macciocu, della quinta E dell’istituto tecnico commerciale “Dessì” di Sassari, le due borse di studio di mille euro che hanno rappresentato i primi premi sui temi relativi alla disabilità, svolti per il concorso promosso per la seconda stagione dall’università di Sassari. Un’iniziativa della commissione presieduta dal professor Francesco Feo, impegnata nell’ateneo sui problemi degli studenti disabili e che intende sensibilizzare l’opinione pubblica sulle questioni in campo e sui progetti utili a garantire pari dignità e diritti.
La cerimonia di premiazione si è tenuta nell’aula magna Eleonora d’Arborea. Nel suo intervento introduttivo, il prorettore dell’università di Sassari, il professor Attilio Mastino, ha sottolineato i significativi contenuti del concorso. E’ stato anche ricordato che l’università ha proposto ai dirigenti scolastici degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado della città di organizzare una giornata dedicata alla disabilità. Sono stati presentati 28 elaborati dagli istituti tecnici commerciali “Lamarmora-Einaudi” e “Dessì” e dall’istituto tecnico per le Attività sociali “Salvator Ruju”. I premi sono stati attribuiti dalla commissione rettorale del concorso, coordinata da Giuseppina Manca, componente della commissione per le problematiche degli studenti disabili dell’università di Sassari. La commissione giudicatrice è staa composta da un docente nominato da ogni scuola partecipante, e da Pietro Dettori, dell’ufficio Affari generali dell’ateneo. Oltre ai due primi premi, è stata attribuita una menzione di merito a Giusta Scanu, studentessa della quinta A dell’istituto tecnico commerciale “Lamarmora-Einaudi”.
Francesco Delrio ha svolto un tema dal titolo “Ciao nonno”, considerato meritevole per originalità, per un approccio diverso alla disabilità, con un forte richiamo alla necessità di una protesta civile e con la considerazione della condizione del diversamente abile come un’opportunità di crescita e maturazione. Serena Macciocu è stata autrice di un elaborato intitolato “Un cuore d’acciaio”, che la giuria ha valutato originale, snello e fluido nell’impianto narrativo. La studentessa Giusta Scanu ha firmato il tema “L’istruzione pubblica è un diritto per noi disabili”, ricevendo una menzione per un elaborato che offre una testimonianza matura e pacata di un’esperienza personale. Giuseppina Manca, presidente della commissione che ha valutato i temi, ha rimarcato che la finalità prioritaria del concorso è far maturare gli studenti delle scuole superiori sulla conoscenza e sulla maggiore consapevolezza delle specifiche problematiche.
Marco Deligia





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