Martedì 24 luglio 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 luglio 2007

Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6  articoli delle testate giornalistiche  Agi, L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  


1 - Agenzia Giornalistica Italia
ATENEI SARDI: SOLE 24 ORE, MIGLIORANO MA NON SONO COMPETITIVI (1)
(AGI) - Cagliari, 22 lug. - L'universita' di Cagliari e' al penultimo  posto in Italia per capacita' di autofinanziamento, mentre l'ateneo  sassarese e' il quinto su 58. I dati sono un'elaborazione del "Sole 24  ore", che ha pubblicato oggi la classifica delle universita' italiane,  in base a informazioni del Comitato nazionale per la valutazione del  sistema universitario (Cnvsu) e del ministero dell'Universita'.
L'autofinanziamento, uno dei sette parametri utilizzati nella  valutazione, e' la percentuale di entrate proprie sul totale nel  triennio 2003-2005: l'ateneo cagliaritano raggiunge appena il 12% e  quello turritano supera il 49%. Piu' in generale, le due universita'  sarde si mostrano ancora poco competitive e si collocano nella parte  bassa della graduatoria, sebbene con qualche miglioramento rispetto  agli scorsi anni: Sassari e' al 38esimo posto e Cagliari al 40esimo.
Tra gli altri parametri c'e', ad esempio, il numero di immatricolati  con un voto di diploma molto alto: l'universita' di Cagliari ha piu'  del 27 per cento di "diplomati modello", mentre a Sassari sono circa  il 24%. Non sono tra le percentuali piu' basse a livello nazionale, ma  nemmeno tra le migliori, se si pensa che a Bari il 43% degli  immatricolati ha un voto eccellente. (AGI

ATENEI SARDI: SOLE 24 ORE, MIGLIORANO MA NON SONO COMPETITIVI (2)
(AGI) - Cagliari, 23 lug. - Il rapporto tra il numero degli studenti  in corso e i docenti di ruolo e' un altro dato preso in esame, il  valore e' 10 per Sassari e 11 per Cagliari: un numero abbastanza basso  che rappresenta un elemento positivo dal punto di vista della  didattica. Anche il tasso di dispersione, cioe' la percentuale di  matricole che non s'iscrive al secondo anno, non e' alto, soprattutto  per l'universita' di Cagliari che registra appena l'1,25. Piu' alto,  ma comunque contenuto rispetto ad altri esempi nazionali, quello  sassarese, pari al 3,7%. La quota di studenti che non acquisisce  nemmeno un credito in un anno di attivita' e' a Cagliari del 19,6%,  mentre a Sassari supera il 27%. Un dato piuttosto negativo e' la  percentuale di studenti laureati in corso, che sono appena il 5,9% a  Cagliari e il 7,9% a Sassari, su una media nazionale che si aggira sul  16. Per entrambi gli atenei dell'isola, infine, e' evidente la scarsa  capacita' di richiamare studenti da altre regioni: il valore  dell'attrattivita' e' del 2% a Sassari e appena dello 0,7% a Cagliari.
(AGI) Red
 

2 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 16
Indagine
Atenei sardi, poche capacità di finanziarsi


L’università di Cagliari è al penultimo posto in Italia per capacità di autofinanziamento, mentre l’ateneo sassarese è il quinto su 58. I dati sono un’elaborazione del Sole 24 ore, che ha pubblicato la classifica delle università italiane in base a informazioni del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (Cnvsu) e del ministero dell’Università. L’autofinanziamento, uno dei sette parametri utilizzati nella valutazione, è la percentuale di entrate proprie sul totale nel triennio 2003-2005: Cagliari raggiunge appena il 12% e Sassari supera il 49%.
Le due università sarde si mostrano ancora poco competitive e si collocano nella parte bassa della graduatoria, ma con qualche miglioramento rispetto agli scorsi anni: Sassari è al 38esimo posto e Cagliari al 40esimo. Tra gli altri parametri, il numero di immatricolati con un voto di diploma molto alto: Cagliari ha più del 27 per cento di diplomati modello, mentre a Sassari sono circa il 24%. Non sono tra le percentuali più basse , ma nemmeno tra le migliori, se si pensa che a Bari il 43% degli immatricolati ha un voto eccellente. 

3 - L’Unione Sarda
Prima Pagina
Dietro la relazione del ministro
Legalizzare la droga non è affatto libertà


di Gaetano Di Chiara

La relazione al Parlamento del ministro Ferrero sullo stato della tossicodipendenza, indica un aumento del consumo di Cannabis e di cocaina; stabile il consumo di eroina; in leggera diminuzione il consumo di alcol e di tabacco.
Questi dati hanno fatto sì che gli antiproibizionisti e lo stesso ministro Ferrero denunciassero l’inutilità delle misure repressive introdotte dalla legge Fini-Giovanardi. Tuttavia, sono le droghe lecite, il tabacco e l’alcol, a far strage, non le droghe proibite. Sono infatti imputabili al fumo circa ottantamila decessi nel 2006, all’alcol ventiquattromila e alla droga appena 517. L’impatto sulla salute dell’alcol e del tabacco è quindi enormemente superiore a quello delle droghe illegali. Ciò non meraviglia, dato che la diffusione delle droghe legali è di gran lunga superiore a quella delle droghe illegali. Non bisogna essere esperti per capire che se il tabacco e l’alcol fossero illegali il loro consumo sarebbe ben più limitato e così la mortalità ad essi attribuibile.
Ovviamente, dopo che secoli di libero uso ne hanno determinato lo status legale, sarebbe impensabile instaurare un nuovo proibizionismo per l’alcol ed il tabacco. Tuttavia, provocatoriamente, l’on. Poretti (Rosa nel pugno) ha presentato un disegno di legge che inserisce alcol e tabacco fra le sostanze proibite.
Da queste considerazioni si capisce che non possiamo permetterci di legalizzare altre droghe, di certo non la marjuana e l’hashish, droghe da fumo, per le quali si applicherebbe puntualmente la relazione fumo=tumori valida per il tabacco.
Certo, la legalizzazione eliminerebbe il mercato clandestino ma in compenso la Philip Morris farebbe affari d’oro commercializzando le sigarette di marjuana in pacchetti patinati di stile psichedelico, magari con la scritta “il fumo uccide”. Ma allora, come mai la percezione della pericolosità della Cannabis è in diminuzione e, nonostante la punitiva legge vigente, il suo consumo continua a crescere?
La risposta a questa domanda sta nella contradditorietà dei messaggi che si trasmettono ai giovani. Se da una parte si parla di test antidroga per studenti medi e dipendenti pubblici, dall’altra si porta la detenzione di Cannabis per uso personale a quantità sufficenti a preparare dalle 100 alle 500 canne (!), abbastanza per mettere su un remunerativo spaccio fai-da-te. Ma ciò che appare più grave è l’uso della droga a fini politici, se non esplicitamente elettorali. Non ci dimentichiamo che alle ultime elezioni proprio il partito del ministro Ferrero (Rifondazione Comunista) distribuiva cartine e filtri per spinelli di fronte alle università come gadget elettorale.
Siamo d’accordo che la legge vada modificata e che le sanzioni penali vadano in parte sostituite con sanzioni amministrative, ma ciò che più conta è che si fornisca ai giovani un messaggio chiaro, dicendo loro quello che si sa sulla droga, che è molto, e che si abbandoni il suo uso strumentale a fini di bassa propaganda elettorale. 

4 - L’Unione Sarda
Prov Medio Camp Pagina 26
Tirocinio
Villanovaforru
Il Comune ha attivato un nuovo tirocinio formativo in collaborazione con il Centro di Orientamento e Occupazione dell’Università di Cagliari. Il tirocinio sarà svolto per cinque mesi da Eliana Tatti, laureata in Beni Culturali, che si occuperà dell’organizzazione di eventi, mostre e progetti culturali (an.pin.) 

5 - L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 33
Sassari No alla soppressione
Soprintendenza: l’Università contro il trasloco


No alla soppressione della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro e al suo accorpamento con la Soprintendenza di Cagliari. Il Senato accademico dell’Università di Sassari boccia senza appello la proposta del ministero per i Beni e le Attività culturali (attualmente all’esame del Parlamento) per la soppressione di una delle due Soprintendenze archeologiche della Sardegna. Visto che i rumors regionali danno per certo che a essere cancellata sarebbe la struttura sassarese, l’Ateneo di Sassari ha deciso di fare propria la battaglia degli archeologi, degli epigrafisti, dei numismatici, degli operatori dei beni culturali, dei funzionari delle Soprintendenze, e nella riunione di martedì ha preso posizione: «Il Senato accademico interpreta tale provvedimento e la possibile soppressione della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro come un grave impoverimento del territorio», spiega un documento diffuso dal Senato dell’Ateneo sassarese, «un pericoloso ritorno al passato indietro di mezzo secolo e come una minaccia a danno della stessa Università di Sassari». Le ripercussioni negative ricadranno sull’intero territorio: «Suona strano che proprio in un momento di svolta per il futuro dei Beni Culturali della Sardegna, il ministero per i Beni e le Attività culturali ritenga opportuno unificare le due soprintendenze archeologiche, contribuendo a desertificare il Nord Sardegna e a rinunciare a combattere il processo di polarizzazione della popolazione, degli investimenti e delle attività di ricerca verso la Sardegna meridionale». Il provvedimento, paventato già alcuni mesi fa e ora ufficializzato, se confermato provocherà conseguenze facilmente ipotizzabili sulla funzionalità delle soprintendenze. Già oggi l’attività viene svolta con molte difficoltà per la carenza degli organici e l’inadeguatezza dei finanziamenti che complicano terribilmente l’operatività degli uffici. Al momento in cui è stata decisa la «razionalizzazione» delle soprintendenze, la situazione era già difficile. Sassari aveva competenza anche su Nuoro, mentre Cagliari aveva giurisdizione anche su Oristano. Questo quando le province erano soltanto quattro. La presa di posizione del Senato accademico dell’Ateneo sassarese giunge quindi quanto mai opportuna. Sarebbe auspicabile che anche l’Università di Cagliari facesse sentire la propria voce e la protesta per un provvedimento di cui non si capisce la finalità. (v. g.)
 

6 - La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
Progetto Itaca: un viaggio alla scoperta delle città nascoste
Uno studio universitario spiega come collegare il centro urbano con le periferie

SASSARI. È servito per fare il punto sull’accresciuta sensibilità e competenza di quanti, a un anno dall’avvio delle lezioni, seguono i corsi e i laboratori didattici del Progetto Itaca (Interventi di trasferimento di attività e competenze ambientali). Il seminario organizzato dall’Università di Sassari e di Cagliari, che si è tenuto nei giorni scorsi a Cagliari, è stata l’occasione per il commento di alcuni casi di studio trattati nei laboratori didattici.
Da uno di questi, incentrato su Sassari, sono venute fuori tre città all’interno di una più grande divisa in zone. Il punto di partenza è il piano paesaggistico regionale. «Il Ppr è diventato il punto centrale del nostro ragionamento - ha detto Giovanni Maciocco (foto), preside della facoltà di Architettura di Alghero e responsabile scientifico del Progetto Itaca - abbiamo quindi costruito una articolazione in blocchi, infine ci siamo concentrati su casi effettivi». Ecco quindi un breve “esercizio” che ha visto Sassari protagonista. Qui è possibile vivere senza dover accedere mai a quella che viene chiamata la “zona compatta”. Questa, non ha un paesaggio studiato a fondo e al suo interno si celano le vere scommesse per una sua rivisitazione. Dall’altra parte sta la zona industriale di Predda Niedda definita come un insieme di servizi senza città, dove migliaia di persone vivono gran parte della loro giornata. Quindi la borgata di Ottava, la città senza servizi, un insediamento agricolo, tagliato a metà dalla strada statale 131. Vengono fuori zone con assenza di servizi o di abitazioni, zone in cui vi è la possibilità di realizzare spazi verdi, piste ciclabili.
Prima della chiusura dell’ultimo blocco e con quasi 200 corsisti, il progetto Itaca dal 29 settembre al 15 ottobre si trasferisce a Barcellona per un workshop di formazione presso Institut d’Estudis Catalans.

Questionario e social

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