Lunedì 2 luglio 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 luglio 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 3 articoli della testata giornalistica La Nuova Sardegna  

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sassari
Gianni Cherchi è il primo direttore generale dell’Azienda mista ospedaliera-universitaria 
«La sanità sassarese deve fare il salto di qualità» 
Un incarico delicatissimo per il nuovo manager: «Dovremo remare insieme nella stessa direzione» 
Intanto oggi la Regione dovrebbe sciogliere la riserva sull’Asl 1: Giovanni Mele al posto di Zanaroli 
 
SASSARI. L’Azienda mista sanitaria ospedaliera-universitaria diventa realtà. Oggi a Cagliari, negli uffici dell’assessorato regionale alla Sanità, davanti all’assessore Nerina Dirindin e al presidente Renato Soru, il primo direttore generale dell’Azienda mista sassarese metterà la sua firma sul contratto. A guidare la neonata azienda che dovrà fondere, in un delicato processo d’integrazione, la ricerca, la formazione e la didattica con l’assistenza, sarà Gianni Cherchi, 53 anni, medico, primario del Laboratorio analisi dell’Asl 1 di Sassari. Un impegno di grande responsabilità ed estrema delicatezza quello che la Regione sta affidando al nuovo direttore generale, che ha conquistato sul campo la nomination visto l’ottimo lavoro svolto alla guida della Asl 2 di Olbia.
 É una poltrona che scotta, quella di direttore generale della nuova Azienda mista. Gianni Cherchi (53 anni, di Banari, ma sassarese d’adozione) lo sa, perchè conosce a fondo i problemi della sanità sassarese visto che, prima di essere nominato manager dell’Asl 2 di Olbia, ha percorso tutta la carriera nell’azienda ospedaliera di Sassari, fino a diventare primario del Laboratorio di analisi.
 Poi, nei 18 mesi trascorsi alla guida dell’Asl Olbia ha acquisito l’esperienza necessaria per affrontare il gravoso impegno che gli è stato prospettato a Sassari. Pur sapendo quali e quante insidie troverà sulla sua strada. Fin dal momento in cui farà ingresso nel nuovo ufficio per cominciare la nuova avventura. Perchè anche l’unanimità di giudizi positivi sulla sua scelta è chiaramente un’insidia.
 Tutti si aspettano molto da lui, tutti indistintamente: ospedalieri e universitari. E questo è sicuramente un argomento sul quale il nuovo direttore generale dovrà riflettere, visto che, fino a qualche giorno prima della sua nomina, intorno alla neonata Azienda mista c’erano enormi perplessità e fortissime turbolenze. La nomina di Gianni Cherchi ha miracolosamente ricompattato le parti. Forse sull’onda dell’ottimo lavoro svolto a Olbia.
 In un anno e mezzo alla guida dell’Asl 2, Gianni Cherchi è riuscito a dare un forte impulso alla sanità gallurese, imponendo un eccezionale cambio di marcia sia dal punto di vista della qualità dell’assistenza e della professionalità, sia per quanto riguarda l’acquisto di sofisticati macchinari ma, soprattutto, per quanto concerne la progettualità, tracciando un percorso futuro di grande crescita. Un lavoro impegnativo che ha riscosso unanimi consensi, come è stato confermato dall’approvazione all’unanimità del bilancio dell’azienda sanitaria.
 E se è riuscito a far andare d’accordo Olbia e Tempio, riuscendo persino a far diventare produttive le storiche rivalità di campanile, perchè non dovrebbe riuscirci alla guida dell’Azienda mista, dove le rivalità e le ripicche tra medici ospedalieri e universitari hanno da sempre contraddistinto la sanità sassarese, ostacolendone la crescita?
 «Sapere che attorno al mio nome è stato trovato il pieno accordo non può che farmi piacere - ha spiegato il primo direttore generale dell’Azienda mista -. Ma allo stesso tempo è motivo di preoccupazione, perchè questa confluenza di giudizi positivi mi carica di ancora maggiori responsabilità. Che sono ben felice di affrontare, ma a a patto che lo si faccia tutti insieme: è questo il messaggio positivo che raccolgo all’inizio di questa avventura. Mi dite che vado a sedermi su una poltrona che scotta? E qual è la poltrona che non scotta quando si parla di sanità? - ha ammesso candidamente Gianni Cherchi -. E la risposta è una sola: lavoro. Dovremo lavorare tutti insieme con umiltà e determinazione e un obiettivo comune: far crescere la sanità sassarese, farla diventare polo d’eccellenza e riferimento di qualità per tutto il territorio e non solo, ma soprattutto dovrà essere una sanità al servizio dei cittadini».
 Oggi la firma, domani la partenza dell’Azienda mista. Per il momento, da solo. «Proprio perchè sarà fondamentale il lavoro di squadra - ha continuato il nuovo direttore generale - ci siamo presi qualche giorno di tempo prima di affidare gli altri incarichi. Servirà una giusta riflessione, perchè se vogliamo che quest’Azienda decolli immediatamente sarà necessario darle subito una struttura organizzativa forte. Poi dovremo tracciare il percorso immediato e programmare il futuro a medio termine - ha concluso il dottor Cherchi -, ascoltando tutti ma proprio tutti e cercando la necessaria collaborazione per puntare con decisione verso un unico obiettivo condiviso: far crescere la sanità sassarese».
 Intanto oggi a Cagliari dovrebbe sbloccarsi anche la situazione per la direzione generale dell’Asl 1. Giovanni Mele, attuale direttore amministrativo e stimato dirigente di lungo termine dell’Asl sassarese, sarà nominato commissario al posto del direttore generale Bruno Zanaroli, che ha concluso il suo mandato il 31 giugno. Ma non è improbabile che da subito dalla Regione arrivi la nomina di Giovanni Mele a direttore generale, visto che sul suo nome ci sarebbe un’ampia convergenza da parte di tutte le forze politiche.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sassari
Domande on-line per gli universitari 
 
SASSARI. La «rete» semplifica la vita degli studenti universitari. L’Ersu (Entre regionale per il diritto allo studio universitario) di Sassari ha reso disponibile per gli studenti dell’Università, dell’Accademia delle Belle arti e del Conservatorio di musica una procedura on-line per inoltrare la domanda di borsa di studio e/o di posto alloggio per l’anno accademico 2007-2008. Per rendere possibile questo tipo di pratica, ieri è stato attivato un apposito servizio sul sito www.ersusassari.it, sul quale gli interessati potranno trovare ulteriori informazioni su tempi e modalità della domanda. Quest’anno gli interessati avranno a disposizione due mesi per inoltrare la loro richiesta. Le domande devono pervenire improrogabilmente entro le ore 24 del 30 agosto 2007.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Cronaca
La scommessa per una città senza più periferie 
Presentati nella cornice di ‘Festarch’ gli studi per la riqualificazione del quartiere di Borgo Sant’Elia Un’ipotesi di vendita ai privati per i palazzoni del Favero, il ricavo sarebbe reinvestito in piccole case 
di Alessandra Sallemi 
 
CAGLIARI. In una stanzetta del Lazzaretto di Sant’Elia il pubblico folto ha visto in simulazione video e su plastico come potrebbe cambiare il modo di vivere a Sant’Elia. «Solo ipotesi», ha spiegato Enrico Corti uno degli animatori del Festarch, il primo festival di architettura sardo che continua oggi ad Alghero. Ma si tratta di ipotesi nate nelle 3 settimane passate dagli architetti tra gli abitanti del quartiere. Lo studio di prefattibilità è finito e si apre una fase delicata: dalla discussione sulle scelte dovrà nascere il patto fra le istituzioni per realizzare i sogni ormai dichiarati degli abitanti di Sant’Elia.
 Risulta chiaro che gli abitanti del quartiere non vogliono lasciare Sant’Elia ma viverci meglio superando un modello sociale (anni Settanta) che non ha prodotto i risultati attesi: coesione, coscienza di classe e quindi capacità di rivendicare un ruolo nella città. Un gruppo di lavoro ha concentrato l’attenzione sugli aspetti urbanistici che trattengono Sant’Elia in un ostinato isolamento e un altro si è chiesto come mescolare le varie necessità del vivere contemporaneo. Troppe strade inutili attraversano il quartiere e lo stradone intitolato all’ex sindaco Salvatore Ferrara di fatto è una muraglia; non c’è relazione tra case, strade e il paesaggio in cui tutto questo è inserito; lo stadio è un’entità fine a se stessa. Un gruppo (università di Cagliari) ha ragionato (anche) sulla possibilità di vendere ai privati i palazzoni del Favero e ricavare denaro da investire (qualcosa come 19 milioni di euro) in casette a due piani a ridosso del vecchio borgo «meglio gestibili dei palazzoni attuali» hanno detto gli stessi abitanti. Un altro gruppo (Oma, Rotterdam) s’è chiesto quanto densa potrà essere la mescolanza tra i bisogni di chi abita e quelli di chi a Sant’Elia deciderà di andare a lavorare oppure a farci una vacanza. Ecco perciò un albergo a torre e un molo piuttosto lungo che chiudono da una parte e dall’altra i palazzoni del Favero lasciati dove sono ma ripensati in vari aspetti. Poi c’è lo stadio che tutti i professionisti chiamati a studiare la trasformazione del quartiere vedono come un luogo riempito di vita grazie a costruzioni capaci di ospitare una moltitudine di attività economiche, sociali, professionali e artigianali. Un terzo gruppo (Politecnico di Milano) ha voluto compiere un’operazione ulteriore: guardare Sant’Elia non più al microscopio ma col cannocchiale, dargli insomma la dimensione di progetto che deve avere un ruolo ufficiale nel processo di trasformazione di tutta l’isola. Gian Marco Chieri, responsabile del progetto per la facoltà di Architettura, ha spiegato che «all’interno dello studio di fattibilità le tre proposte fungeranno da spunti di lavoro per arrivare al progetto». La visita degli elaborati è stata preceduta dalla presentazione, occasione per lanciare i temi prossimi venturi dell’operazione Sant’Elia, che sono: non temere la discussione anche accesa sulle scelte da fare (Enrico Corti); non considerare esaurito il momento dell’ascolto della popolazione (Giovanni Lavarra); guardare con attenzione a ciò che gli stessi abitanti hanno fatto per vivere meglio dentro il quartiere (Francesco Carreri: sono suggerimenti per gli architetti, devono essere loro a partecipare alla vita del quartiere per capire in quale direzione va la sua trasformazione); non credere che basti l’architettura per riqualificare il quartiere (Stefano Boeri: un’idea che ha generato mostri nella famiglia mondiale di cui fa parte Sant’Elia, quella dei quartieri periferici pensati per famiglie monoreddito, quartieri da contrapporre alla città dei commerci). «Noi riteniamo che - diceva Boeri - bisogna pensare anche a spazi di produzione nei quali si connetta il quartiere col resto dell’isola». Altro grande tema di Sant’Elia sarà il comportamento delle istituzioni. Il costituzionalista Gian Mario Demuro esperto di governance multilivello (si chiama così l’incontro necessario delle entità politiche e amministrative in progetti complessi come Sant’Elia) ha parlato del prossimo passo indispensabile: una dichiarazione pubblica di responsabilità da parte di ciascuna istituzione (per evitare nuove incompiute). Il sindaco Emilio Floris ha plaudito all’operazione che tende a creare «una città senza periferie». Gian Mario Selis consigliere comunale di opposizione: le proposte economiche e sociali devono essere «elaborate ora, anzi devono anticipare l’ architettura, altrimenti faremo gli errori di prima, ma stavolta saremo molto più colpevoli».
 
 
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie