Martedì 17 aprile 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 aprile 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 14 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 18 – Cronaca di Cagliari
Studenti al volante su una monoposto
Otto universitari cagliaritani andranno a Fiorano nel circuito della Ferrari per una sfida tra prototipi
Il motore dell’auto che parteciperà alla Formula Ata già venduto  
Forse l’anno prossimo l’ultimo tassello da inserire sarà quello del pilota, magari un giovane Schumacher in grado di portare alla vittoria la loro monoposto. Per ora i trentacinque studenti che stanno lavorando per costruire la vettura Formula Ata dell’Università di Cagliari si accontentano di avere motore e progetto. A settembre saranno a Fiorano, nel circuito privato della Ferrari, per presentare la loro opera su carta, testata con calcoli e simulazioni. «Il sogno - ha spiegato Sara Cabitza, laureanda in Ingegneria meccanica, leader del team - è affrontare le altre università del mondo su strada». la squadraIeri, nella facoltà di Ingegneria, gli studenti, come un vero team di Formula 1, hanno presentato il loro progetto, Unicar, che parteciperà alla competizione. Una squadra con trentacinque ragazzi e ragazze iscritte nelle facoltà di Ingegneria (indirizzi meccanico, elettrico ed elettronico) ed Economia, accompagnata da due docenti (Salvatore Cabitza e Pierpaolo Puddu, del dipartimento di meccanica). Oltre alla team leader sono sette i responsabili per ogni settore: telaio, motore, freni, impianto elettrico, motore, marketing, analisi dei costi. la spesaPer partecipare alla competizione (il circuito nasce negli Stati Uniti, arrivando poi in Brasile, Inghilterra e Italia) bisogna rispettare diversi parametri. Tra questi anche il limite massimo di spesa per la costruzione della monoposto (20 mila euro). «Per quest’anno - ha detto Alessandro De Rubeis, responsabile dei costi - tra progetto e partecipazione abbiamo stimato una spesa di 25 mila euro. Per il prossimo anno, con la costruzione, dovremmo arrivare a 37 mila». Risorse da trovare grazie alla collaborazione di enti pubblici e imprese private (alcune hanno già dato il loro contributo). i compitiOgni settore nel team ha una sua competenza: progettazione per la costruzione del telaio, calcoli sulle sospensioni, decisioni da adottare sul tipo di motore e freni. Grande attenzione alla sicurezza della monoposto. «Per ora - ha sottolineato la team leader - abbiamo fatto tutte le simulazioni e i calcoli su computer. Inoltre è stato acquistato il motore. La difficoltà è tutta nel reperire le risorse. Quest’anno parteciperemo alla competizione soltanto con il progetto. Nel 2008 speriamo di poterci iscrivere alla prova su strada». l’esperienzaUn’iniziativa unica per l’ateneo di Cagliari che si confronterà con realtà di tutto il mondo. «E pensare - ha aggiunto Salvatore Cabitza, docente di Ingegneria meccanica - che siamo un’Università periferica al mercato della Formula Ata». Il preside di Ingegneria, Francesco Ginesu, ha garantito che si farà di tutto «per trovare le risorse necessarie per appoggiare un progetto importante per la crescita dell’Università e degli studenti».
Matteo Vercelli
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 18 – Cronaca di Cagliari
Viaggio nei segreti della cultura scientifica
I problemi dell’università sono tanti: a cominciare dalla mancanza di aule, attrezzature e alloggi per gli studenti. Una boccata d’ossigeno potrebbe arrivare con un maxi finanziamento da 10 miliardi che pioverà sulla Sardegna, proveniente dai nuovi fondi europei per il periodo 2007-2013 e da quello ministeriale destinato alle aree sottoutilizzate. L’imminente arrivo di nuove risorse, non solo per l’università, ma anche per la ricerca, è stato annunciato dal presidente della Regione Renato Soru intervenuto ieri all’inaugurazione della Settimana della cultura scientifica e tecnologica. In programma una serie di conferenze, mostre e visite guidate ai laboratori dei dipartimenti universitari che si concluderà domenica. «L’edizione di quest’anno è dedicata alla natura e alla civiltà delle macchine e toccherà tutti i temi correlati, come ambiente, comportamento umano, inquinamento, e risanamento», ha spiegato il prorettore per la ricerca scientifica Adolfo Lai. In occasione della prima giornata è stato firmato un protocollo d’intesa tra le due università sarde (Cagliari e Sassari) e Sardegna ricerche, l’ente regionale che promuove l’innovazione nelle imprese. «Un tempo la logica che regolava i rapporti tra università e impresa era la collaborazione. Oggi invece si punta all’integrazione, con la creazione di un sistema capace di garantire lo spin-off, la crescita e l’indipendenza delle imprese», ha ricordato il dirigente delle relazioni col territorio dell’università Franco Meloni. Il rettore Pasquale Mistretta ha riconosciuto alcuni problemi legati al mondo dell’università («più attenzione ai pendolari»), ma ha anche rivendicato: «Abbiamo gli impianti sportivi tra i migliori d’Italia, ricordiamo anche il Policlinico, le nostre dotazioni e un patrimonio di uomini, donne e infrastrutture». Il Comune ha manifestato la disponibilità ad affrontare i problemi assieme all’università: «I rapporti tra i due enti sono positivi», ha sottolineato il sindaco Emilio Floris, «sappiamo che ci sono molti problemi da risolvere, quelli di spazio, ad esempio potrebbero essere risolti attraverso le dismissioni delle servitù militari o la creazione di un alloggio diffuso per gli studenti nel centro storico». Il presidente della Regione Renato Soru si è spinto anche più in là, proponendo la creazione di un Politecnico regionale, che unisca le due università, ricordando che il rafforzamento dell’impianto universitario è fondamentale per la crescita culturale ed economica dell’isola.
Nicola Pernotti
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 18 – Cronaca di Cagliari
Cruciverba, l’uomo sfida il computer
Oggi e domani la fase di qualificazione, venerdì la finale
Una sfida uomo-computer tra definizioni orizzontali e verticali. Capita nella facoltà di Ingegneria dove oggi parte la Crossword competition, uno scontro a colpi di cruciverba tra le persone che vorranno iscriversi e il Webcrow (un sistema automatico di risoluzione di cruciverba che sfrutta il web come fonte per cercare le risposte alle definizioni). Oggi e domani (dalle 9 alle 12 nel laboratorio B del padiglione del dipartimento di ingegneria Elettrica ed elettronica) si svolgeranno le fasi di qualificazione: ogni partecipante potrà iscriversi gratuitamente e cercare di risolvere due cruciverba. Al termine saranno stilate le graduatorie: i migliori dieci accederanno alla finale di venerdì (dalle 9 alle 12) dove i cruciverba da risolvere saranno quattro. Ogni finalista, se otterrà un punteggio minimo di 20/124, vincerà una maglietta WebCrow. L’iniziativa è stata organizzata all’interno della manifestazione La civiltà delle macchine intelligenti. Alle 13 la premiazione, introdotta da Marco Gori dell’università di Siena. (m.v.)
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 18 – Cronaca di Cagliari
appuntamenti
Una settimana di convegni e visite ai musei
Un autobus ecologico che funziona con energia ibrida e un sistema per il controllo centralizzato del traffico. Sono solo alcune delle novità che saranno svelate in occasione della Settimana della cultura scientifica e tecnologica iniziata ieri nell’ateneo di Cagliari. Previsti anche numerosi convegni. Tra gli altri, uno sul tema "Inquinamento e biorisanamento", in programma domani, alle 9, alla Cittadella universitaria di Monserrato. Alle 16,30 al centro del tavolo ci saranno Energia e ambiente. Venerdì, invece, nell’aula magna della facoltà d’Ingegneria, si parlerà di macchine intelligenti. In questi giorni sarà possibile organizzare anche una serie di visite guidate ad alcuni musei, come quello di Fisica, o quello di Antropologia ed etnografia alla Cittadella universitaria di Monserrato. Domenica, alle 10, visita al cantiere dove sta nascendo il nuovo radio telescopio di San Basilio. Per prenotare le visite è possibile consultare il sito www.unica.it. (n.p.)
 
5 – L’Unione Sarda
Pagina 16 - Cultura
All’Università di Sassari
Maria Giacobbe, una laurea e due felici identità
Da "Mamuthone e Issohadore" a Mamoiada a dottore in lingue e letterature straniere a Sassari: un salto dal villaggio al mondo, un nuovo, lusinghiero segno della sua grande capacità di restare legata alle radici e di saper guardare oltre. Maria Giacobbe, 79 anni egregiamente portati, ieri sera ha ricevuto dall’Università di Sassari la laurea honoris causa. A conferirgliela, nell’aula magna dell’ateneo, il rettore Alessandro Maida. Ma prima, la scrittrice nuorese, ha tenuto la sua lectio magistralis sul tema "Lingue e variabili appartenenze". Alla professoressa Giulia Pissarello, preside della facoltà di Lingue e letterature straniere, il compito di illustrare le motivazioni del riconoscimento, alla collega Monica Farnetti, docente di Letteratura italiana, quello di presentare al pubblico, che l’ha applaudita con molto affetto, la laureanda. Una vita trascorsa in Danimarca, un’identità di donna e di scrittrice che si coniuga felicemente al plurale, Maria Giacobbe ha due figli maschi e una schiera di nipoti. Da quel premio Viareggio opera prima vinto nel lontano ’57 con Diario di una maestrina molta acqua è passata sotto i ponti. E non è certo questo il libro (peraltro illuminante sotto molti punti di vista) che Maria Giacobbe ama di più. Perennemente proiettata verso il domani (la sua nostalgia è sempre rivolta al futuro) il romanzo che ama di più è quello che sta scrivendo. In Italia è pubblicata da Il Maestrale: Il mare, Maschere e angeli nudi, Scenari d’esilio, Gli arcipelaghi, Pòju Luàdu. In Danimarca è un’intellettuale apprezzata per il suo impegno letterario e civile.
 
6 – L’Unione Sarda
Pagina 15 – Lettere e opinioni
In onore di mamma
Neo laureata a 59 anni
«Mamma, questa laurea la dedico a te», ho sussurrato all’uscita dell’aula magna dopo aver ascoltato la frase di rito: «La dichiariamo dottore in Lingue e Letterature Straniere». Ero attorniata dai miei figli, da mia sorella e mio fratello e da qualche amica. Sono sicura che c’è vita oltre la morte, per cui mia madre ne ha gioito immensamente. Non avendo potuto studiare dopo la licenza media, ha riversato su noi tre figli tutte le sue speranze, inculcandoci l’amore per lo studio e la voglia di riuscire. I miei fratelli, entrambi laureati, le hanno dato questa soddisfazione. Io ho preferito dopo la maturità cominciare a lavorare. Mamma non ha mai accennato a questo fatto, ma io sapevo che ne soffriva. Purtroppo nell’88 la sua forte tempra fisica ha ceduto davanti ad un male incurabile. Forse per questo è nato in me il desiderio di riprendere gli studi. Ricordo con particolare emozione l’incitamento dei miei cari figli, il superamento degli esami, lo studio di notte, l’amicizia con molte giovani studentesse, «le mie colleghine». Dopo cinque anni, mi sono laureata. Mia sorella è stata il mio "tutor". A 59 anni, con questa mia laurea ho avuto una grandissima soddisfazione personale, seconda solo a quella di aver cresciuto due bravi figli.
Lettera firmata
 
7 – L’Unione Sarda
Pagina 21 – Cronaca di Cagliari
24 ore – altre notizie
Oggi serata astronomica
Si svolge stasera, dalle 20 alle 23,30, nel piazzale antistante il dipartimento di Fisica, una serata di osservazione astronomica organizzata dal gruppo studentesco per la divulgazione dell’astronomia e della fisica, in collaborazione con le associazione Astrofili sardi e Ischire che metteranno a disposizione diversi telescopi. Una serata dedicata all’osservazione di Saturno. Per informazioni chiamare il 349/8750948.
 
8 – L’Unione Sarda
Pagina 11 - Economia
Passaggio al nuovo sistema
Un bollino per le tv con il decoder: il digitale avanza
Dgtvi, l’associazione nazionale per la tv digitale terrestre, ha intrapreso «un’iniziativa per lanciare una sorta di bollino che certifichi come un televisore integrato sia anche in grado di ricevere gli stessi servizi che si ricevono attraverso il decoder interattivo intelligente». Lo ha annunciato ieri a RaiUtile Andrea Ambrogetti, presidente del consorzio Sardegna Digitale e consigliere di amministrazione di Dgtvi, nel corso di una diretta speciale dedicata allo switch off in Valle d’Aosta, arrivato circa un mese e mezzo dopo la Sardegna, dove il segnale analogico è stato spento dal primo marzo nell’area di Cagliari. «Abbiamo avviato un’iniziativa», ha spiegato Ambrogetti a RaiUtile, «per dare anche attraverso i nuovi televisori con decoder digitale terrestre integrato esattamente le stesse funzionalità che danno quei 4 milioni e mezzo di set top box operanti in Italia». Di questo si discuterà proprio domani in Dgtvi, l’associazione delle emittenti digitali. il bollinoPer il bollino, che servirà a tutelare gli interessi dei broadcaster, ma soprattutto degli utenti, Ambrogetti ha spiegato che Dgtvi sta «negoziando produttore per produttore, allo scopo di attivare catene industriali appositamente per l’Italia». Ospite di RaiUtile anche il presidente di Dgtvi, Piero De Chiara, che ha parlato del passaggio dal sistema analogico al digitale terrestre: «Ora che il processo è credibile», ha detto, «abbiamo il dovere e il diritto di dare date certe a tutta Italia per il passaggio al digitale terrestre delle prossime regioni. Ad oggi non le abbiamo ancora, ma è questo l’impegno che dobbiamo prendere perché il processo logistico di passaggio al digitale terrestre è difficile e richiede una pianificazione ordinata». servizi interattiviIntanto, venerdì 20 aprile, a Cagliari (alle 11 nel Convento di San Giuseppe, in via Paracelso), si svolgerà la prima Conferenza organizzativa del Consorzio Sardegna digitale, che si occupa dei servizi interattivi sul sistema digitale terrestre. Si parlerà dell’attuale offerta del Consorzio Sardegna digitale e si farà il punto sui servizi di t-governement in Italia.

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Olbia
Apicoltori in vetrina alla fiera regionale del miele amaro 
MONTI. A coronamento di un’attività apistica di secoli di storia, Monti celebra la prima Fiera regionale del miele amaro. L’importante iniziativa è stata presa nel corso di un incontro svoltosi di recente presso il centro sociale «A. Segni» in paese dall’università di Sassari, facoltà di agraria, dipartimento di protezione delle piante, senzione entomologia agraria, associazione turistica Pro loco e comune di Monti, Ersat e Associazione provinciale produttori apistici di Olbia-Tempio. A riconferma la predisposizione di un territorio votato all’apicoltura suffragata da una storia millenaria del paese e riportata a più riprese nei libri di storia. Basti ricordare quanto riportato nel testo «La patria, geografia d’Italia», collana Viaggio nelle memoria, Sardegna-Corsica-Malta-mari d’Italia, parte quinta di Gustavo Strafforello del 1895, dove fra l’altro riferendosi a Monti, si legge: «Il miele che quivi si produce è amaro. Tale specialità non comune ad altre parti d’Europa, attirò l’attenzione non solo degli antichi, fra cui Dioscoride, Orazio e Plinio, ma pure di moderni, fra i quali i professori torinesi Perroncito e Fine, che analizzarono questo miele, il quale ha un gusto squisito, senza tracce di alcol o altro. Pare che l’amarezza provenga da certi fiori selvatici, sparsi in gran quantità nel territorio e dei quali si nutrono le api e non già da fermentazione come molti ritenevano».
 Da queste premesse che confermano la presenza del miele amaro sin dai tempi dei romani e lungo il corso dei secoli sino ai nostri giorni, Monti non a torto può fregiarsi di un patrimonio davvero ragguardevole nel campo del miele amaro esplicita, a corollario delle attività produttive nelle pinnette, negli stazzi o nelle cussorgie a fianco degli orti, porcilaie, mandrie, vigne, ubicate attorno alle abitazioni che nelle situazioni più remote è facile riscontrare anche oggi. E’ pur vero che la quasi totalità degli apicoltori, abbandonato l’allevamento arcaico con bugni in sughero e abbracciate innovazioni e tecnologie moderne, unitamente a norme e leggi comunitarie, prosegue infaticabile in modo singolo o associato il lungo cammino secolare nella produzione di ottimo miele amaro. Questa Fiera regionale del miele amaro è il giusto proseguimento delle sagre e fiere precedenti, nel segno della continuità e il riconoscimento dell’impegno profuso dagli organizzatori a cui va riconosciuto il merito di aver perseverato.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Cagliari
Alla Mutuo soccorso 
Per capire Gramsci Conferenza 
IGLESIAS. L’eredità etica e culturale della politica di Antonio Gramsci: è l’argomento al quale la Società operaia di Mutuo soccorso dedica una serata di riflessione a settant’anni dalla morte del pensatore e fondatore del Partito comunista, una figura di grande rilievo, tra le più ricche e incisive, ricordano gli organizzatori, della politica e della cultura italiane nel secolo scorso.
 La conferenza è affidata a Gianni Fresu, docente dell’università di Cagliari.
 «La manifestazione, culturale e politica, avrà la funzione di onorare la scomparsa di Gramsci e di stimolare l’interesse dei giovani e degli studiosi per questo autore». Obiettivo, conoscere meglio l’eredità morale di Gramsci.
 L’appuntamento è in programma con inizio alle 18.30 nei locali della Società operaia industriale di Mutuo soccorso (via XX Settembre, 84). 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Al via una collaborazione didattica e scientifica 
Accordo tra la scuola di Notariato e quella delle Professioni legali 
SASSARI. La Scuola di notariato e la Scuola di specializzazione per le professioni legali si «alleano» per migliorare l’offerta didattica. La convenzione tra i due istituti è stata firmata, ieri mattina, all’università centrale dal rettore dell’università di Sassari, Alessandro Maida, dal direttore della scuola dispecializzazione, Francesco Angioni, dal presidente del consiglio notarile di Sassari, Manlio Pitzorno e dal presidente dell’associazione scuola di Notariato della Sardegna «Satta», Gianni Cherchi.
 La Scuola di Notariato della Sardegna, gestita dal consiglio notarile di Sassari, e riconosciuta dal consiglio nazionale del Notariato, è stata istituita per la preparazione degli esami di concorso a Notaio e per l’aggiornamento professionale dei notai in esercizio. A proporre la collaborazione didattica e scientifica con l’ateneo turritano è stato lo stesso consiglio notarile.
 L’accordo prevede che la Scuola di Notariato contribuisca allo svolgimento delle attività didattiche per gli specializzandi iscritti al secondo anno della Scuola di specializzazione per le Professioni legali, istituita presso la facoltà di Giurisprudenza, che scelgano l’indirizzo Notarile, consentendo loro di partecipare alle lezioni della Scuola.
 Reciprocamente, la Scuola di specializzazione contribuirà allo svolgimento delle attività didattiche per la Scuola di Notariato, consentendo agli iscritti di quest’ultima, compatibilmente con le esigenze logistiche del momento, di partecipare alle lezioni che di volta in volta i coordinatori delle varie discipline riterranno utili ai fini della loro preparazione specialistica.
 Le due scuole concorderanno la programmazione didattica delle rispettive materie, mantenendo la propria autonomia organizzativa e didattica, nel rispetto dei diversi obiettivi formativi.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
«La giustizia e i minorenni» 
Un convegno dell’Associazione italiana magistrati 
SASSARI. «Quale giustizia per il minore autore di reato? I possibili percorsi educativi in ambito penale», è il titolo del convegno organizzato dalla sezione di Sassari dell’Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia, che si terrà venerdì e sabato nell’aula magna dell’università. Nella giornata di venerdì, a partire dalle 15.30, dopo i saluti di Gavino Casu, presidente Tribunale per i Minorenni di Sassari, il coordinatore Filippo Dettori, giudice onorario e segretario Aimmf, guiderà gli interventi di: Melita Cavallo, capo dipartimento per la giustizia minorile, ministero della Giustizia; Antonietta Fiorillo giudice tribunale per i minorenni di Firenze; Patrizia Patrizi docente Psicologia giuridica; don Luigi Ciotti responsabile “Gruppo Abele” Torino. Il giorno dopo, dalle 9, dopo i saluti di Gianfranco Ganau e di Alessandra Giudici, Marina Capitta, giudice coordinerà gli interventi di: Francesco Verdoliva procuratore della Repubblica al tribunale per i Minorenni; Vittorio Campus avvocato; Sandro Marilotti direttore centro per la giustizia minorile Sardegna; Grazia Mazzoni direttore Ussm; Giuseppe Zoccheddu direttore Istituto penale per minorenni Quartucciu; don Ettore Cannavera responsabile comunità “La Collina” Serdiana; Giusy Manca docente di Pedagogia; Adriano Mangoni educatore Ussm.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Oggi all’università un convegno celebrativo 
Foist, da 30 anni ricerche e documentazione nel sociale 
SASSARI. Il Foist, laboratorio per le politiche sociali e processi formativi del Dipartimento di Economia, istituzioni e società dell’università, celebra i 30 anni di attività con una giornata di studio dedicata all’«Integrazione comunitaria e alla supervisione nelle professioni sociali».
 Oggi nell’aula Eleonora d’Arborea, in piazza Università, dalle alle ore 9,15 al mattino e dalle 16,30 nel pomeriggio, si discuterà di lavoro sociale. L’incontro, che rientra in una serie di iniziative programmate dal Foist per i tre decenni di esistenza, è organizzato in collaborazione con l’Ordine degli Assistenti sociali della Sardegna. La mattinata sarà dedicata principalmente agli assistenti sociali supervisori che collaborano con il corso di laurea i Servizio sociale a indirizzo europeo nel tirocinio dei futuri assistenti sociali.
 Dopo l’apertura dei lavori da parte del preside del corso di laurea, il professor Alberto Merler, ci sarà la presentazione del libro: «Le rappresentazioni dell’assistente sociale» con l’autrice Elena Allegri dell’Università del Piemonte orientale. Seguiranno i lavori di gruppo con i supervisori del tirocinio con la Allegri, Maria Lucia Piga dell’ateneo sassarese e Rosemary Serra dell’Università di Trieste.
 Nel pomeriggio, incontro-convegno coordinato da Andrea Vargiu, con la partecipazione del presidente dell’Ordine degli assistenti sociali della Sardegna, Marisa Erriu, del direttore della Scuola in dottorato in Scienze sociali, Antonio Fadda e Stefano Chessa che ricorderà i trent’anni del Laboratorio Foist (acronimo che sta per Formazione, occupazione, informazione, servizi e territorio). Seguiranno poi le relazioni della Allegri su: «La supervisione nel lavoro sociale» e della Serra su «Il lavoro di rete nella prospettiva dell’integrazione comunitaria».
 Dopo il dibattito, chiusura dei lavori del direttore del Foist, Alberto Merler. Questa di oggi è una delle tante iniziative organizzate dal Foist per celebrare i trent’anni di attività.
 Nato nel 1977 all’interno dell’Università di Sassari come centro di documentazione, non solo rivolto agli studenti di scienze sociali ma anche agli operatori del sociale presenti nel territorio, il Foist rappresenta uno dei punti fermi del territorio per la ricerca e la documentazione nel sociale. (r. sp.)
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
Giochi di variabili appartenenze 
«La fedeltà più importante è quella al genere umano» 
Il rapporto tra lingue e identità: «Nessuno può chiedermi un’identificazione con una sola nazione o etnia o cultura» 
Pubblichiamo la parte conclusiva della lezione dottorale pronunciata ieri dall’autrice di «Diario di una maestrina» 
Per gentile concessione dell’autrice, pubblichiamo la parte conclusiva della lezione dottorale, intitolata «Lingue e variabili appartenenze», pronunciata ieri da Maria Giacobbe.
di Maria Giacobbe
Oggi, per merito o demerito delle nuove tecnologie, le trasformazioni e gli incontri anche linguistici avvengono con una frequenza e una velocità così travolgente, e con un tale disequilibrio di forze che, a proposito dell’attuale ruolo egemonico dell’inglese, secondo alcuni più che di fecondazione e di gestazione si può cominciare a parlare di stupro e di suicidio.
 In paesi come l’isolatissima Islanda (meno di 300.000 abitanti) e, con minor rigore o forse più realismo nella grande e centralissima Francia, si è cercato e si cerca con una precisa politica linguistica di ostacolare o almeno di frenare questo processo, che però la storia ci dice inarrestabile.
 Anche nel paese dove vivo, la Danimarca - un piccolo paese (meno di sei milioni d’abitanti) però tutt’altro che privo di giuste ambizioni culturali e di tradizioni internazionali - è stato recentemente sollevato da una parte politica il problema della sopravvivenza del danese di fronte alla «minaccia dell’inglese che sta lasciando le sue pesanti tracce ovunque, anche nell’insegnamento universitario, nei media, nella stessa lingua quotidiana».
 Da parti politiche opposte si è risposto che è giusto appoggiare l’uso a tutti i livelli della lingua nazionale, per esempio riformandone la difficile ortografia troppo distante dalla pronunzia moderna corrente, e sostenendo anche economicamente i propri scrittori. Ma che bisogna guardarsi dal costruire inutili e dannose barriere contro l’inglese che attualmente «è la porta verso il mondo» al cui accesso bisogna preparare i giovani sin dai loro primi anni di scuola.
 E anche in Sardegna mi è capitato d’ascoltare degli appelli appassionati, in italiano, sulla necessità di difendere e di diffondere l’uso della limba. Una certa limba, in una certa variante e, Dio ce ne guardi, non in un’altra meno buona e meno autenticamente sarda. E mi è anche capitato di sentirmi domandare, a me che non sono affatto specialista in proposito né mai ho preteso di esserlo, come penso che si dovrebbe scrivere il sardo e quale delle diverse varianti, o miscuglio di esse, dovrebbe diventare il «nostro sardo ufficiale».
 Ultimamente, durante i miei saltuari e sempre gradevolissimi incontri pubblici con i lettori sardi, è persino accaduto che qualcuno mi abbia chiesto: «Sei nata in Sardegna e scrivi della Sardegna, perché non scrivi in sardo?» Questa domanda non è molto diversa da quella che più d’una volta mi son sentita fare anche in Danimarca in circostanze simili: «Vivi e hai vissuto qui da tanti anni, hai pubblicato volumi di poesie e di saggi scritti da te direttamente in danese, perché continui a scrivere i tuoi romanzi in italiano e a farli tradurre da altri in danese?».
 In entrambi i casi rispondo più onestamente e razionalmente che posso alla domanda, che forse è solo frutto d’ingenua curiosità e d’un’assoluta non conoscenza dei complicati meccanismi che regolano la creazione d’un’opera letteraria. Un racconto, una poesia, un romanzo nascono con la loro lingua come un individuo nasce col suo codice genetico. La scelta raramente è possibile. A mio parere la scelta è sempre rischiosa e non è consigliabile - rispondo.
 E cerco d’essere precisa e didattica, anche se la domanda, benché formulata in modo gentile, quasi sempre mi suona vagamente provocatoria e indiscreta perché - essendo, secondo me, la lingua o le lingue che usiamo una parte inscindibile della o delle identità di ciascuno di noi, ed essendo l’identità o le identità un risultato della nostra, anzi delle nostre molteplici appartenenze - ciò che mi si sta chiedendo (ma con quale diritto?) è: tu chi sei? Sei una di noi o sei un’intrusa o peggio una transfuga? Da quale parte stai? Sei con noi (danesi o sardi) o sei contro di noi (cioè con gli italiani)?
 Se è così, mi si sta chiedendo ciò che nessuno ha il diritto di chiedermi e che io non voglio dare: mi si sta chiedendo un’identificazione non solo totale, ma anche esclusiva con una sola nazione o etnia o cultura.
 E ciò ai miei occhi significherebbe chiedermi d’assoggettarmi a un’ideologia sclerotica, più o meno aggressiva e nazionalista, che non è la mia, in nessun caso. Neppure quando si trattasse di solidarizzare con una cosidetta «nazione proibita» o in pericolo di sommersione.
 Forse l’ho sempre saputo, sin da quando durante la mia infanzia fissavo, con la speranza di vederle scomparire, le linee nere che nella grande carta d’Europa dividevano il mio paese dagli altri come le sbarre feroci e invalicabili d’una prigione.
 Una vita ormai lunga mi ha confermato che, senza tradire niente e nessuno, il mio essere nata in Sardegna, a Nuoro, nel quartiere di San Pietro, non può e non deve impedirmi d’essere come i miei figli - e, direi, come l’ambiente culturale e fisico che mano mano si è creato nella mia casa copenaghese, l’ambiente pluriculturale e multilingue nel quale loro sono cresciuti insieme a me e nel quale io vivo e mi riconosco - d’essere e sentirmi, dicevo, anche italiana e danese e europea. E anche «mediterranea», insieme a tutti gli altri nati sulle rive di questo mare, con i quali scopro ogni giorno d’avere molti tratti fisici, molte eredità culturali e storiche e molti interessi, anche economici e concreti, in comune.
 Ma fra tutte le identità, o appartenenze come preferisco chiamarle - quelle che ho avuto per nascita e quelle che mano mano ho acquistato vivendo, e che felicemente convivono dentro di me - vorrei non dimenticare mai la più importante che è, o dovrebbe essere, la mia appartenenza al grande consorzio umano col quale divido, non solo entro i confini fisici o politici di un’isola o una penisola o un continente, ma anche al di là di questi, una responsabilità per il destino del vulnerabile pianeta nel quale tutti viviamo. E dove i figli dei figli dei nostri figli speriamo che possano vivere e comunicare con sempre maggiore libertà e reciproca comprensione, in una paritaria pluralità d’idiomi.
 
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
Radici, ma senza chiusure etniche 
La cerimonia nell’aula magna dell’Università di Sassari 
«Sono nata e cresciuta in Sardegna nell’antico e rustico rione di San Pietro a Nuoro, ma ho trascorso in Danimarca la maggior parte della mia vita. Da una quarantina d’anni abito in una vecchia villa fine-ottocento, affondata nel verde d’uno dei quartieri residenziali tradizionalmente più borghesi e conservatori di Copenhagen. In questa casa si sono mano a mano depositati i miei libri, i miei quadri, le mie cose; e i miei ricordi vi si sono stratificati [...] Quando un danese mi viene a trovare per la prima volta è quasi inevitabile che mi dica: “Qui da te è come stare in Italia”. Per contro i miei opsiti italiani dicono che “è interessante visitare una casa danese”. Mi è difficile convincere gli uni e gli altri che la mia casa non è poi così esclusivamente italiana né così tipicamente danese». Sono le prime righe della lezione dottorale pronunciata ieri pomeriggio da Maria Giacobbe, nell’aula magna dell’Università di Sassari, per il conferimento della laurea ad honorem in Lingue e letterature straniere. Titolo della prolusione: «Lingue e variabili appartenenze». Sin dall’inizio, quindi, sin dalle prime righe, sin dalla scelta dell’argomento, la Giacobbe si mostra ancora una volta fedele al nucleo della sua narrativa: il gioco composito delle identità di cui le lingue si fanno tramite, strumento. Appunto, le variabili appartanenze.
 Lo ha detto la preside di Lingue, Giulia Pissarello, nell’illustrazione delle proposta di conferimento della laurea ad honorem all’autrice nuorese e lo ha ripetuto Monica Farneti nella sua presentazione della candidata: Maria Giacobbe ha un legame saldissimo con la terra da cui è andata via. Ma è altrettanto chiaro che non si è mai lasciata chiudere nella gabbia degli integralismi. (cos.c.)
 
 
 

Questionario e social

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