Giovedì 29 marzo 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 marzo 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 18
Università. Accuse di Cgil, Cisl e Uil per gli spostamenti del personale decisi dal rettore
I sindacati: «Mistretta padre padrone»
Stato di agitazione tra i dipendenti, ora sciopero più vicino  
I sindacati sono pronti a presentare anche un ricorso al ministero dell'Università e della Ricerca perché controlli e sblocchi gli atti
A due giorni dal varo dell'Azienda mista i sindacati dichiarano guerra al rettore. Stanchi delle decisioni in solitudine di Pasquale Mistretta, Cgil, Cisl e Uil annunciano lo stato di agitazione di tutto il personale dell'Università. Sotto accusa la riorganizzazione che il rettore starebbe attuando, in solitudine, nelle direzioni amministrative, con lo spostamento di competenze e personale. I segretari dei sindacati lanciano l'ultimatum: «Se non ci saranno segnali positivi il prossimo passo sarà lo sciopero». l'attacco I fatti che hanno portato allo scontro sono recenti. Con un provvedimento del 16 marzo il direttore amministrativo ha portato delle modifiche nelle competenze di diverse direzioni: Affari generali, Affari legali, Finanziaria e Gestione delle risorse umane. «Un documento definitivo - spiega Tomaso Demontis della Cisl Università - che sposta interi settori formati, lo vorremmo ricordare visto che qualcuno sembra scordarlo, da persone e non da pacchi postali. Il tutto è avvenuto senza informare, né consultare, le organizzazioni sindacali. Un fatto gravissimo». Nell'atto d'accusa preparato dai sindacatisi parla di «decisione unilaterale del rettore che ha intimato al direttore di procedere aggirando le prerogative sindacali». nessuna regola Dopo una prima nota sindacale inviata il 21 marzo a Pasquale Mistretta si è arrivati a ieri con la decisione di passare all'attacco dichiarando lo stato di agitazione. «Il rettore - sbotta Peppino Calledda, Flc Cgil - si mette sotto i piedi le organizzazioni sindacali. Prosegue in assoluta solitudine, facendo uso del suo sesto mandato consecutivo per agire come gli pare». Quello che più preoccupa i sindacalisti (oltre a Demontis e Calledda il documento è firmato da Ivana Locci per la Uil Pa) è la totale assenza di controlli negli atti amministrativi: «È l'aspetto più grave», evidenzia sconsolato il segretario della Cgil. «Nessuno - aggiunge Demontis - verifica la legittimità dei provvedimenti. Si arriva così al paradosso che il direttore amministrativo decida su argomenti e competenze del consiglio d'amministrazione. Siamo stanchi di questo caos che ha notevoli ripercussioni sul personale che assiste impotente a imposizioni dall'alto». il ricorso Oltre allo stato di agitazione e all'ipotesi, sempre più vicina, di uno sciopero generale, i sindacati sono pronti a presentare un ricorso al ministero dell'Università e della Ricerca: «Vogliamo garanzie - sottolinea Calledda - e che qualcuno controlli questi atti e li blocchi». I sindacalisti inoltre hanno in mano un altro provvedimento, firmato sempre dal direttore amministrativo, giudicato irregolare: «Siamo pronti a fare una denuncia alla Procura della Repubblica se non verrà ritirato». Intanto di certo c'è l'assemblea che i sindacati organizzeranno nei prossimi giorni in rettorato. gli altri punti Nel contenzioso con i vertici dell'Ateneo ci sono altre vertenze: «Non ci vengono trasmesse le informazioni richieste sui compensi fuori contratto - aggiungono Demontis, Calledda e Locci - e i dati completi sullo stato di occupazione all'Università. Inoltre assistiamo alla stipula di nuovi contratti Co.Co.Co. senza attivare la commissione paritetica». Il segretario della Cgil, proprio sul tema del precariato in Ateneo, ricorda che «il rettore ha rifiutato almeno quattro richieste d'incontro per discutere di un problema sempre più preoccupante nella nostra Università. Il silenzio di Mistretta è diventato inaccettabile». Rettore che preferisce non replicare, impegnato a chiudere la partita dell'Azienda mista.
Matteo Vercelli
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 5
convegno
Statutaria, le critiche degli esperti
Scarso coinvolgimento dei sardi nelle decisioni sul nuovo Statuto regionale, da poco approvato dal Consiglio. Il testo, inoltre, «contiene gravi lacune in materia di conflitto di interessi e per quanto riguarda il bilanciamento dei poteri del Presidente». Queste le critiche mosse alla legge appena approvata durante il dibattito sul tema "Legge statutaria e questione democratica in Sardegna", promosso dalle cattedre di Diritto amministrativo e Diritto regionale dell'università di Cagliari. «La forma di governo recepita in questa legge è quella che avevamo criticato quando, a livello nazionale, avevamo contestato il modello proposto dal Cavaliere», ha ricordato il docente di Diritto amministrativo Andrea Pubusa, «l'elezione diretta concede una legittimazione così forte da autorizzare il presidente a interpretare lo spirito di tutti i sardi, mentre dovrebbe essere espressione di una maggioranza». Pubusa si è anche soffermato su alcune lacune in materia di conflitto d'interessi, presenti nello Statuto, evidenziate dal docente di Diritto commerciale Franco Farina: le nomine dei dirigenti, ad esempio, rischiano di essere viziate dall'eccessivo potere del presidente perché «è vero che il suo parere è sottoposto al parere delle commissioni, ma queste - sempre secondo Pubusa - non godono di adeguata autonomia rispetto al capo della Giunta». Dopo avere riscontrato la presenza di questi problemi, il giurista ha espresso la sua preoccupazione che «nasce dalla convinzione che questa legge fa sì che i sardi, dal giorno in cui entrerà in vigore, siano meno liberi».
Nicola Perrotti (Unioneonline)

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Quaranta studenti di Ingegneria progetteranno un’auto monoposto di Formula 
Una quattromori da corsa 
La prospettiva: correre sul circuito inglese nel 2008 
Sara Cabitza, 22 anni è la leader del gruppo
A settembre il primo dei circuiti in pista «Cerchiamo sponsor» 
CAGLIARI. Avrà ruote scoperte come una Formula Uno e una linea filante per vincere la resistenza dell’aria. Ma soprattutto un motore potentissimo sovralimentato da un additivo unico: l’entusiasmo.
 Una squadra di cervelloni di quaranta ingegneri della facoltà di Cagliari con la passione per l’automobilismo, denominata UnicaR, che sta realizzando da zero una miniposto di Formula, in grado di correre nel 2008 sui circuiti inglesi di “Formula SAE”, il campionato internazionale di automobilismo riservato agli universitari. Una vettura capace di ottenere sulla pista il massimo delle prestazioni. Una sfida ai limiti dell’alta tecnologia motoristica e aerodinamica, quella del gruppo di giovani studenti appassionati di automobilismo.
 «Il progetto, però - hanno sottolineato gli universitari - per essere realizzato, ha bisogno di sponsor, perché la nostra università non ce la fa a sostenere i costi».
 Il frutto di tanto impegno e sforzo sarà una vera e propria auto da corsa progettata in tutte le parti, senza tralasciare nulla. Dal telaio alle sospensioni, gomma, linea aerodinamica e motore.
 Gli emuli del team Ferrari tenteranno di ricalcare in piccolo tutte le varie tappe dei progettisti di Formula Uno, massima espressione di tecnologia motoristica. Ma prima di poter schierare in pista la vettura e sfidare altri concorrenti in termini di caratteristiche tecniche e prestazioni della macchina gli studenti dovranno superare un primo scoglio: la progettazione della mini vettura da competizione. Con questo progetto (sulla carta) sono pronti a partecipare all’appuntamento italiano del campionato internazionale, la “Formula ATA”, che si terrà dal 21 al 23 settembre nel laboratorio del circuito di Fiorano.
 Il team è composto da iscritti in Ingegneria Meccanica, Elettrica ed Elettronica e della Facoltà di Economia. A capo della squadra tutta maschile c’è una ragazza, Sara Cabitza, 22 anni, cagliaritana. Capacità organizzative, grinta, carattere e dolcezza sono i suoi assi nella manica. Ma il gruppo conta anche su un docente responsabile, di fronte alla Sae, delle scelte della squadra.
 La suddivisione del lavoro è uno dei primi passi da compiere. Ognuno nel proprio campo avrà precisi compiti. Gli ingegneri elettronici dovranno realizzare la centralina che regola il funzionamento dell’auto da corsa. Dall’accensione delle candele al controllo degli iniettori all’erogatore di potenza.
 Gli ingegneri meccanici dovranno disegnare e progettare il motore. Gli studenti in economia dovranno curare un altro aspetto molto importante per un nuovo prodotto: il marketing.
 Ieri mattina nell’aula magna della facoltà di Ingegneria gli studenti hanno potuto carpire informazioni utili per centrare i loro obbiettivi nel corso dell’incontro con Daniele Rosti, docente di ingegneria meccanica all’Università di Firenze.
 Nel dargli il benvenuto, il preside della Facoltà di Ingegneria, Francesco Ginesu, ha lodato l’impegno degli studenti e ha sottolineato l’importanza di questo tipo di iniziative. «E’ stata una super lezione, utilissima, eravamo tutto orecchi - racconta la leader del team, Sara Cabitza - dalla costituzione di un team affiatato a tutti i piccoli e i grandi trucchi per costruire un’automobile competitiva. Faremo tesoro di questo insegnamento - ha concluso la studentessa - per tenere alta la bandiera sarda ai mondiali di Inghilterra. E’ una promessa».
Maria Grazia Marilotti 
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
SAN GIOVANNI 
Al Civile residence universitario 
CAGLIARI. Il futuro dell’ospedale San Giovanni di Dio: cittadella universitaria con servizi didattici e casa dello studente. E’ un’ipotesi che dovrà passare in consiglio regionale, ma anche attendere che il policlinico di Monserrato possa accogliere i 250 posti ora non trasferibili perché l’ultimo blocco non è stato neppure progettato. L’azienda mista Regione-Università sta per essere costituita, per il manager bisogna attendere.
 
Pagina 1 - Cagliari
Il San Giovanni di Dio: città universitaria 
Resterà ospedale fino a che a Monserrato non si costruirà il blocco per altri 250 letti 
Ma ogni scelta dovrà passare al vaglio del consiglio regionale 
di Alessandra Sallemi 
CAGLIARI. Domani la giunta regionale non delibererà la nomina del direttore generale dell’azienda mista, ma si marcia lo stesso verso la costituzione del nuovo organismo. La nomina è sospesa: in questi giorni il congresso della Margherita assorbe tutto e tutti, appena finito si delibererà. Intanto l’Università lavora al trasloco di maternità e pediatria al blocco Q del policlinico e la città s’interroga sul San Giovanni. Per ora resta ospedale: 250 posti letti non troveranno spazio a Monserrato fino a quando non ci sarà l’edificio ancora da progettare, finanziare e approvare in consiglio regionale.
 L’ipotesi con la quale ci si muove attorno all’azienda mista è questa: tutte le attività dell’ospedalone universitario dovranno essere concentrate a Monserrato. Ma per dare corpo all’idea ci sono tappe precise. La prima: allargare gli spazi di Monserrato. Al momento neppure il blocco Q è finito: la chiusura del cantiere è imminente, ma c’è ancora da fare. Adesso al policlinico ci sono 350 posti letto, con il trasferimento di ostetricia, ginecologia e la clinica Macciotta si arriva a 450, gli altri 250 (il consiglio regionale all’azienda mista aveva assegnato 700 posti) non avrebbero un edificio dove essere sistemati. Per arrivare alla nuova costruzione ci vuole un progetto, un finanziamento, l’approvazione da parte del consiglio regionale perché si tratterà di modificare la rete ospedaliera varata col piano sanitario regionale. Nella finanziaria regionale sono titolari di fondi soltanto i progetti dei quattro ospedali nuovi: Cagliari, Sassari, Olbia e San Gavino. Dai quadri comunitari e dai fondi statali si ricavano prospettive interessanti per farsi finanziare anche la costruzione di queste strutture (ci sono finanziamenti dedicati agli ospedali del Sud). Ma intanto il trasloco per Monserrato non svuoterà il San Giovanni di Dio, regolarmente conferito nell’azienda mista. Anche qui vale la procedura per il policlinico: nella rete ospedaliera varata col piano sanitario regionale dei prossimi tre anni il San Giovanni è un ospedale, ogni altra destinazione deve passare al vaglio del consiglio. Ma sembra che il passaggio, in parallelo col nuovo edificio di Monserrato, avverrà. Perché l’Università potrebbe proporre di raccogliere qui altre facoltà che devono allargarsi. Oppure: il San Giovanni di Dio immerso nel verde e in tutt’uno con Castello e Stampace potrebbe candidarsi a diventare una cittadella universitaria, con servizi didattici, albergo diffuso, casa dello studente. Il respiro per un’operazione del genere c’è già nella finanziaria prossima all’approvazione: l’articolo 32 prevede 100 milioni di euro per l’edilizia residenziale che punta non solo a costruire nuovi edifici ma, nelle città, anche a ristrutturare immobili nei centri storici. L’idea piace e circola, ma per il momento è trattenuta da una realtà che è fatta di percorsi di legge e impegno nel compiere i passi uno per volta, con lo scopo di non mettere in difficoltà il sistema sanitario e soprattutto l’azienda mista non ancora nata.
 A proposito delle persone: ieri mattina l’assessore degli Affari generali della Regione, Massimo Dadea, ha annunciato che in giunta, domani, si delibera la qualificazione professionale dei 128 precari del policlinico. Il resto del personale dell’università e quello dell’Asl 8 ha sei mesi di tempo per decidere se andare nell’azienda mista o restare dove si trova. E se, per ipotesi, tutti decidessero di restare sotto le attuali dipendenze? Lavoreranno comunque per conto dell’azienda mista, ma come dipendenti rispettivamente di Università o Asl, con conseguente compensazione da parte delle entità di appartenenza. Così sino alla fine dell’anno, poi si vedrà.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Economia
Statali, sciopero confermato 
I sindacati hanno confermato lo sciopero dei lavoratori pubblici del 16 aprile al termine della riunione a Palazzo Chigi con il governo. I sindacati hanno espresso una valutazione negativa per il fatto che erano assenti i ministri della pubblica istruzione e dell’università, sottolineando come ancora non sia stato fatto nulla nel memorandum sul lavoro pubblico per il settore della conoscenza. Secondo il segretario confederale Cgil, Paolo Nerozzi, a oggi non c’è «nessuna delle condizioni per revocare lo sciopero. Nell’incontro del 3 aprile con Prodi il governo dovrà venire con il memorandum, le risorse e nei giorni successivi dovrà partire la staffetta con le direttive verso l’Aran» l’agenzia che contratta per conto del governo.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Esperti a confronto sulla questione della democrazia 
Legge statutaria, critiche sul conflitto di interessi 
di Luca Clemente
CAGLIARI. La legge statutaria recentemente approvata dal consiglio regionale è stata analizzata - e criticata - in un dibattito organizzato, ieri sera a Cagliari, dalle cattedre di Diritto amministrativo e di Diritto regionale dell’università.
 È stata la seconda iniziativa - intitolata «Legge statutaria e questione democratica in Sardegna» - dopo quella di ottobre, organizzata da Andrea Pubusa e Benedetto Ballero. «Pensiamo che su questo tema serva un dibattito ampio - ha detto Pubusa - purtroppo il Consiglio invece è stato costretto ad approvare il testo a tappe forzate».
 L’iniziativa ha avuto come altro motivo di interesse la presenza, nel ruolo di moderatore, dell’ex assessore alla Programmazione Francesco Pigliaru, alla sua prima uscita pubblica dopo le dimissioni. Pigliaru non ha voluto essere fonte di nuove polemiche con Soru, ma ha comunque rilevato che manca ancora un efficace bilanciamento tra i poteri del presidente equelli del Consiglio.
 Franco Farina, professore di diritto commerciale dell’università di Cagliari, ha analizzato la parte della legge che si occupa di conflitto di interessi. La legge disciplina due situazioni. Nella prima il presidente o un assessore si trovano nella condizione, in un caso specifico, di avere un interesse privato in conflitto con uno pubblico. In questo caso la Statutaria prevede che si debbano astenere dal partecipare ai processi decisionali. Nella seconda ipotesi, invece, chi ha incarichi pubblici è anche titolare del controllo di una società che, per le sue dimensioni, è in grado di esercitare la sua influenza nella vita pubblica. In questo caso la legge prevede che il titolare del pacchetto di controllo della società ne affidi la gestione a un soggetto terzo, senza poter influire sulle decisioni. Secondo Farina entrambe le misure sono inadeguate. Nel primo caso la legge non prevede l’istituto della trasparenza, un efficace deterrente, in base al quale chi è in una situazione di conflitto deve «confessare» quale sia il suo interesse privato, in che modo confligge con quello pubblico e in che misura lo influenza. Nel secondo caso, invece, il provvedimento è inadatto a risolvere il problema perché anche se il titolare delle azioni non può interferire con la gestione della società, può creare condizioni di favore per la sua azienda. 
 

Questionario e social

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