Mercoledì 14 marzo 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 marzo 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 11 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna, altravoce.net, sardegnaoggi.it, admaioramedia.it  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano Pagina 18
Sabato mattina una conferenza-dibattito al Garau
Dieci anni di università oristanese, indagine sulla ricaduta scuola-lavoro
Dieci anni di università a Oristano. Come è cambiato il capoluogo? È il tema della conferenza dibattito organizzata dall’associazione Oristano Giovane sabato, alle 9,30, al teatro Garau. L’iniziativa ("Dieci anni di università a Oristano: passato, presente e?") si propone di «far conoscere e sensibilizzare i giovani al tema dell’importanza della presenza universitaria a Oristano; fare il punto della situazione a dieci anni dalla sua istituzione, quale presente e quali orizzonti si intravedono nel futuro; individuare il ruolo dell’università per la formazione di esperti capaci di ricercare e utilizzare le potenzialità che il territorio oristanese offre», spiga una nota dell’associazione. E infine «capire cosa si può fare per migliorare il sistema universitario locale, in relazione al mercato del lavoro». Al Convegno, organizzato con la collaborazione del Comune e della Provincia, parteciperanno il sindaco Antonio Barberio, presidente del Consorzio Uno, Eugenio Aymerich, fondatore del Consorzio Uno, Cristiano Carrus assessore provinciale alla Cultura e pubblica istruzione, Stefano Zedda docente universitario in rappresentanza della Facoltà di Economia dell’Università di Cagliari, Raimondo Zucca archeologo e docente universitario in rappresentanza della facoltà di archeologia subacquea dell’Università di Sassari, Stefano Collu in rappresentanza degli studenti della facoltà di Economia e gestione dei servizi turistici, Antonio Falchi imprenditore. È prevista la partecipazione delle quinte classi degli istituti superiori cittadini.
 
2 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 16
All’ombra de Su Nuraxi si fa festa al Professore
Archeologo, Accademico dei Lincei, politico, comunicatore. Ma soprattutto un grande uomo. È stato un bagno di folla ieri a Barumini per Giovanni Lilliu, festeggiato nel giorno del novantatreesimo compleanno dal Consiglio provinciale e dalla comunità dove è nato e cresciuto e dove ha cominciato a coltivare un sogno diventato realtà: la scoperta del "padre di tutti i nuraghi". Quello che ha fatto conoscere l’isola nel mondo e regalato ai sardi la consapevolezza di un popolo con un passato ed un’identità. Schivo come sempre, il Professore non batte ciglio per i complimenti. Arriva puntuale alle undici, all’ingresso di Casa Zapata, altra sua creatura, palazzo che custodisce un maestoso nuraghe. Ma servono dieci minuti perché possa entrare nella sala dove lo attende il Consiglio provinciale per ringraziarlo della sua opera di valorizzazione del patrimonio archeologico. In tanti lo fermano. Anche gli alunni del paese. Più tardi ascolteranno, seduti su un tappeto blu, davanti ai politici che contano, la storia del cittadino più illustre di Barumini. Giovanni Lilliu stringe le mani a tutti, accenna sorrisi con la semplicità propria dei grandi. Dalle pietre di Bruncu su Nuraxi ha tratto una lezione di storia, cultura, ma soprattutto di vita. La missione di un archeologo vissuta con amore, a dispetto di tutti, anche di suo padre e di suo nonno. Le sue parole vengono dopo tanti discorsi. Ma quei venti minuti lasciano tutti a bocca aperta. «Per comprendere l’opera di Giovanni Lilliu bisogna partire dalla Marmilla, dal profumo di lentischio nelle giornate di scirocco e dal fruscio dei canneti del Flumini Mannu», aveva detto poco prima il suo allievo, Giorgio Murru, direttore di Casa Zapata, da lui stesso definita «santuario della cultura, dove i sardi hanno preso coscienza del proprio passato». E chi si aspettava dall’Accademico di Lincei una lezione di archeologia ha riassaporato profumi e odori di Marmilla. «Mi sento un santone dell’archeologia sarda ? ha detto Lilliu , che poi ha dato sfogo ai ricordi ? vedevo quella collina quando ci recavamo alla festa di Sant’Antonio a Tuili a fine luglio». Un mistero che presto avrebbe svelato. Lilliu descrive le loggette di Sant’Antonio, ricolme di pellegrini. A ricordare le sue peregrinazioni nei siti del territorio ci pensa Giorgio Murru: la laurea a Roma con il maestro Ugo Rellini, il ritorno a Barumini nel 1937, la carta archeologica dei 27 chilometri quadrati comunali. Poi gli scavi, dalla Giara di Gesturi a quella di Siddi. E infine Su Nuraxi. Giovanni Lilliu cerca gli operai della gloriosa impresa. Antonio Tocco, 74 anni, alza la mano: «Auguri professor Lilliu». E aggiunge più tardi, con le lacrime agli occhi: «Un uomo buono. Si commosse quando gli raccontai la povertà della mia famiglia. E fu l’unico a ricordarsi di noi operai nella cerimonia del 2000 per il sito Unesco». Il papà de Su Nuraxi non li ha ancora dimenticati. Ha poi ricevuto la ristampa del suo libro "Il nuraghe di Barumini e la stratigrafia nuragica" del 1955. «Incredibile ricchezza di dati - ha detto Alberto Moravetti, ordinario di Preistoria e Protostoria dell’Università di Sassari - la civiltà nuragica da monolite è stata presentata nelle sue sfaccettature». Il quotidiano raccontato nelle capanne del villaggio, come la numero 80, quella delle riunioni, «testimone dell’esigenza del popolo nuragico di confrontarsi sui problemi della comunità», ha aggiunto Moravetti, «Su Nuraxi è fra i pochissimi siti ad essere stati recuperati per intero. Non serve continuare a scavare porzioni di nuraghi, studi che non si concludono mai». Parole che Lilliu non avrebbe detto: sarebbe stato un autoincensarsi. I sentimenti sì, quelli li ha manifestati: l’amore per la moglie Miriam Fanari, compagna di tutta una vita, l’affetto per gli amici, la gratitudine per chi lo ha accompagnato nel suo cammino. Poi un appello alla Sardegna: «Ha bisogno di essere unita». Ma questa sarà un’altra pagina del libro che Barumini ha scelto di regalargli: Lilliu autonomista, Lilliu difensore del bilinguismo. Se ne parlerà il 24 e 30 marzo. Ieri è stato protagonista il Lilliu archeologo e l’uomo capace ancora di emozionarsi e di emozionare.
Antonio Pintori
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana Pagina 8
Matematici in festa per il "pi greco day"
Roma Dalla matematica alla biologia, dalle onde del mare alla musica, dalla sabbia di Archimede ai supercomputer. Il pi greco, la costante più famosa del pianeta, è così importante da essersi meritata una festa. Il giorno prescelto è il 14 marzo, che gli anglosassoni scrivono appunto 3.14: oggi matematici e semplici appassionati di tutto il mondo si incontreranno nelle università e sul web per celebrare un numero che da millenni turba i sonni degli scienziati. E per l’occasione c’è chi ha composto un rap in onore della formula. Il numero pi greco rappresenta il rapporto tra la circonferenza e il diametro di qualsiasi cerchio. Nonostante sia un numero irrazionale, cioè che ha infinite cifre dopo la virgola, da Archimede in poi gli scienziati si sono cimentati nel trovare un numero sempre maggiore di cifre decimali. Il record attuale, aiutato dall’introduzione dei supercomputer, la cui potenza viene testata proprio risolvendo questo problema, è di 51 miliardi di cifre. Il primo a indire il "pi day" è stato l’osservatorio di San Francisco, 19 anni fa. Da allora il culto di questa costante si è diffuso in tutto il mondo, e ha dato vita alle forme più strane di venerazione. In rete la sequenza di cifre decimali ha dato vita a musiche, poesie in cui ad ogni parola corrisponde una cifra, gare con partecipanti da tutto il mondo che si sfidano a chi ne ricorda di più. Non mancano il club dei cento e il più ambizioso "club dei mille". La formula matematica più conosciuta nel mondo e nella storia, il 3,14, è vecchia oltre 2 mila anni. ha infinite cifre decimali, si trova in fisica e biologia, ed è nascosta persino nelle onde del mare. La sua storia è iniziata 2225 anni fa con Archimede e continua al giorno d’oggi. Anche se comunemente viene attribuito al matematico siracusano, il primo a fornire una documentazione scritta sul rapporto tra circonferenza e diametro fu uno scriba egizio di nome Ahmes, che nel 1650 a.C. riuscì a calcolare il pi greco fino alla sesta cifra decimale. I risultati di Ahmes però non ebbero molto seguito, tant’è vero che nell’Antico Testamento un passo del libro dei Re, nel descrivere l’altare del tempio di Salomone usa soltanto il numero 3. Bisognerà arrivare al terzo secolo a.C., si pensa intorno al 220, per avere la misura di Archimede, che di fatto dà il via alla storia del pi greco. Il matematico riuscì a ottenere, facendo calcoli su due poligoni di 96 lati disegnati sulla sabbia, il valore di 3,1419, vicinissimo al 3,1416 reale. «Se non è magico, il pi greco è almeno miracoloso - spiega Piergiorgio Odifreddi, matematico del Politecnico di Torino - ha sempre stimolato le menti dei matematici. Non è un caso che il 14 marzo sia anche la data di nascita di Einstein evidentemente sapeva quando nascere».
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 20
Salute mentale: progetto on line
È stato presentato ieri nel centro E-learning dell’università di Cagliari il progetto di percorso formativo on line dedicato alla salute, destinato ai paesi dell’area mediterranea dell’Africa. Al progetto, coordinato da Mauro Carta del dipartimento di sanità pubblica dell’università e finanziato dalla presidenza della Regione Sardegna, prendono parte esperti di tutta l’area del Mediterraneo: per l’università di Cagliari partecipano il centro E-learning dell’ateneo e il dipartimento di scienze mediche.

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Università. Formazione per gli operatori sanitari del Mediterraneo 
Psichiatria, s’impara online 
L’Italia indicata dall’Oms, partecipa l’Asarp 
CAGLIARI. Un corso di formazione online sulla salute mentale per operatori sanitari di base nel bacino del Mediterraneo e in Africa: l’internazionalizzazione della Sardegna passa anche attraverso la conoscenza e la formazione. Non più per esportare generi alimentari o per andare a imparare dagli altri ma per prendere in mano il timone e offrire un esempio di eccellenza. Nasce così il progetto “La salute mentale in percorso formativo online” promosso dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università di Cagliari e presentato ieri in una conferenza stampa alla ex clinica Aresu. Il progetto si propone di offrire un corso formativo online per i medici, infermieri e operatori socio-sanitari dislocati in aree più o meno periferiche del Marocco, Tunisia, Libano, Nigeria e Bosnia Erzegovina, ma è destinato anche a operatori locali. In otto lezioni gli operatori potranno approfondire le proprie conoscenze su aspetti importanti di alcuni dei concetti più avanzati relativi alla cura di disturbi psichici, di cui quattro su dieci rappresentano le maggiori cause di invalidità nel mondo. Nei paesi in via di sviluppo mancano le risorse per fare fronte a questa emergenza. Ecco perché l’e-learning fornisce uno strumento flessibile ed efficace per essere presenti sul territorio.
 L’Italia è stata indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità un modello di riferimento e la Sardegna, con l’approvazione del piano sanitario regionale, si avvia sempre più verso un processo di trasformazione delle reti di cure di salute mentale, basato sulla non ospedalizzazione. Al progetto parteciperà anche l’associazione italiana per la riforma psichiatrica, rappresentata da Gisella Trincas, che fornirà un contributo sull’esperienza diretta dei sofferenti e dei loro familiari.
 Il corso sarà operativo fra circa otto mesi e sarà accessibile in Italia attraverso un link dal nome Meditpsycare sul portale dell’Università. Cofinanziato dalla Regione con fondi UE per 95 mila euro e dall’Università. Il professor Mauro Carta, che coordina il progetto insieme a Carolina Hardoy, ha messo in luce il significato politico del progetto: la Sardegna ritorna ad essere al centro del Mediterraneo anche nella sanità. (st.s)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Nuoro
LA CURIOSITÀ 
Il potere degli studenti 
NUORO. Come fosse Roma o Firenze, 2 milioni e 800 mila abitanti la prima, 366 mila la seconda. Con tanto di città vera e propria e di offerte a gogò. Comprese le università che da sempre fanno numero e massa. Così anche Nuoro, 36.600 residenti, pompa al rialzo il mercato del mattone. Eppure da queste parti non sono certo gli studenti a dettare legge. Primo perché gli universitari non sono tanti da poter incidere sulla curva dell’offerta e della domanda del mattone. Secondo perché gli universitari che ci sono, esclusi quelli di Nuoro città, arrivano dai paesi limitrofi e spesso e volentieri preferiscono fare i pendolari piuttosto che prendere una stanza in affitto nel capoluogo. Figurarsi comprare casa! Eccezion fatta, comunque, dei fonnesi e dei desulesi: «Le famiglie degli studenti di Fonni e di Desulo investono in città per il futuro dei loro figli» dice Maria Boi, consulente del credito immobiliare. Accendono un mutuo e comprano un appartamento, insomma, forse per evitare le strade di montagna, ma soprattutto perché convinti che quello immobiliare sia il più sicuro tra i settori economici sui quali puntare i risparmi di una vita senza correre troppi rischi. (l.p.)
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
AL VOLANTE SENZA RISCHI 
La guida giusta si impara in classe 
Col progetto Sicurvia l’educazione dei giovani in primo piano 
Le scuole Medie e superiori coinvolte nello studio 
ORISTANO. Si chiama “Sicurvia” ed è un progetto di prevenzione degli incidenti stradali promosso dal l’Assessorato regionale alla Sanità e dall’Università di Cagliari, in collaborazione con la Direzione scolastica regionale, con le forze di polizia, l’Istat, l’Aci, l’Ufficio provinciale del Ministero dei trasporti e l’Ania.
 L’iniziativa coinvolge diverse scuole medie ed istituti superiori della provincia, i cui referenti si incontreranno martedì prossimo nella scuola media di Via Marconi.
 Il progetto si svilupperà attraverso la rilevazione dei dati degli incidenti stradali e dei comportamenti più comuni degli automobilisti: è prevista la creazione di un sistema informativo regionale per il monitoraggio degli incidenti e la realizzazione di programmi di educazione di sicurezza stradale che coinvolgano studenti, docenti e genitori. Particolare attenzione verrà dedicata alla sensibilizzazione preventiva sull’assunzione di alcolici nei locali notturni.
 Dopo due semestri di attuazione del progetto si procederà ad una verifica annuale sull’impatto che le azioni previste hanno avuto sul fenomeno dell’infortunistica stradale in Sardegna. Parteciperanno alla rilevazione, con la compilazione di un questionario, i genitori degli alunni delle classi quarte delle scuole elementari; gli alunni e i genitori delle classi seconde delle scuole medie; gli studenti delle classi quarte delle scuole superiori.
 Saranno coinvolte nell’indagine statistica tutte le classi della sede scolastica oggetto della rilevazione. Scopo finale dell’attività è la presa di coscienza del fatto che il sistema di trasporto su strada risulta essere il più pericoloso per numero di eventi, di morti, di feriti, di danni. Nel territorio dell’Unione Europea si verificano circa un milione e 300mila incidenti l’anno che provocano poco meno di cinquantamila decessi, un quinto dei quali nella fascia di età compresa tra i 15 e i 25 anni.
 Obiettivo dell’Unione Europea è di dimezzare entro il 2010 il numero dei morti, attraverso il richiamo di tutti gli Stati a confrontarsi sul tema della sicurezza sulla strada. Ed in questo campo in Italia sono incompleti i dati sulle condizioni psicofisiche degli automobilisti coinvolti negli incidenti e sulle abitudini comportamentali in grado di alterare la capacità di guida dei veicoli. (a.p.)
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
L’azienda mista slitta per il censimento dei beni 
di Gabriella Grimaldi
SASSARI. Le speranze dell’assessore regionale alla Sanità di insediare la nuova azienda ai primi di aprile si sono arenate di fronte all’indisponibilità della parte universitaria. Il rettore infatti ha chiesto una proroga per completare lo scorporo dei beni immobili. Sulle richieste dei medici ospedalieri di avere pari opportunità nell’azienda mista, poi, il preside della facoltà di Medicina Giulio Rosati ha detto: «Riguardo alla pretesa di definire a priori “quote” sugli incarichi dovranno passare sul mio cadavere».
 È facile intuire, a questo punto, che l’istituzione della tanto attesa azienda non sarà una passeggiata. A partire dal fatto che la Dirindin, in una riunione di sabato con i sindaci del Mejlogu sul futuro della sanità si è rammaricata del fatto che, nonostante la Regione fosse pronta a partire con l’azienda ospedale-università già dalla fine del primo trimestre amministrativo, l’università non si era mostrata disponibile e aveva chiesto un rinvio di alcuni mesi.
 «Il problema - ha replicato il preside della facoltà di Medicina Giulio Rosati - non riguarda certo una mancanza della parte universitaria. Si tratta delle procedure, piuttosto complesse, legate al censimento dei beni immobili di proprietà dell’università che andranno a confluire nell’azienda mista. Il rettore ha spiegato all’assessore che è necessario istruire la pratica dello scorporo e della “cessione” dei beni con il coinvolgimento del consiglio di amministrazione dell’ateneo. L’istanza sarà portata all’attenzione del cda non prima del 18 aprile e ci vorrà ancora del tempo perchè l’iter arrivi a compimento». I preside ha anche precisato che mentre per i beni mobili il censimento si è svolto senza difficoltà ed è terminato, la mole di beni immobili (si pensi a tutto il blocco delle cliniche di san Pietro) è tale da comportare un lavoro di classificazione più articolato.
 Sembrerebbero prive di fondamento, quindi, le voci di contrasti all’interno della stessa università sui famosi reparti “doppione” e sulla loro assegnazione all’azienda mista piuttosto che al presidio ospedaliero Santissima Annunziata, struttura che rimarrà alla Asl n.1 di Sassari. Resta invece agli atti la diatriba sulla distribuzione degli incarichi nella futura azienda mista. I medici ospedalieri che lavorano in ambito universitario infatti, hanno chiesto all’assessore («così come previsto dal protocollo d’intesa fra Regione e università») che siano garantite pari opportunità nel lavoro e nell’assegnazione di posti di responsabilità. Hanno anche proposto che a loro venga affidata la gestione dell’assistenza ai pazienti, considerata l’esperienza maturata negli anni.
 «La legge 517 parla molto chiaramente - dice Rosati -: con l’atto aziendale si definiranno i dipartimenti (retti da universitari) che a loro volta saranno articolati in strutture complesse e semplici che potranno essere affidate a universitari o ad ospedalieri. Tutto questo fatta salva la necessità di preservare settori assistenziali essenziali per la facoltà di Medicina, senza i quali questa chiuderebbe». Insomma, la storia delle “quote ospedaliere” viene respinta decisamente ma la sensazione è che ci sarà ancora parecchio da battagliare.

 
1 – altravoce.net
Pazienti psichiatrici e diritti umani
Corso internazionale ondine affidato all’Università di Cagliari
di Matteo Bordiga
Un corso online di respiro internazionale (o, per meglio dire, mediterraneo), rivolto a operatori della salute: medici, infermieri, assistenti sociali ed educatori interessati ad approfondire alcuni aspetti della psichiatria. Il progetto, promosso dall’Università di Cagliari e finanziato dalla presidenza della Regione con fondi dell’Unione europea, sarà condiviso da atenei e istituti di ricerca dell’area mediterranea, fra cui spiccano le Università di Beirut, Casablanca e Tunisi, con una puntata più a sud fino a Ibadan, in Nigeria, ed una verso est fino a Sarajevo. Parteciperà anche l’Asarp (Associazione Sarda per la Riforma Psichiatrica).
Il corso di e-learning, che partirà fra otto mesi, affronterà le principali tematiche legate alla salute mentale e ai disturbi psichici più diffusi nell’area vasta del Mediterraneo. Dalle turbe ansiogene agli stress post-traumatici, frequentissimi nelle regioni africane e mediorientali martoriate da conflitti e carestie: in 22 paesi dell’area mediterranea allargata è stato stimato che l’85% della popolazione soffra di disturbi psichici conseguenti a stragi, bombardamenti e guerre civili.
Il principale obiettivo delle lezioni online, suddivise in otto moduli e proposte in inglese e arabo, sarà quello di aggiornare le metodologie terapeutiche adottate dai paesi in via di sviluppo, dove le malattie della mente vengono trattate con cure obsolete e, talvolta, irrispettose dei diritti umani dei pazienti. «La salute mentale rappresenta un’area critica in numerosi paesi», ha ricordato Mauro Carta, docente di psichiatria all’Università di Cagliari e coordinatore del progetto, «tanto che quattro delle dieci maggiori cause di disabilità nel mondo sono psichiatriche: disturbi dell’umore, schizofrenia, deficit intellettivo e consumo di droghe».
I paesi in via di sviluppo, in particolare quelli africani, non sono in grado di far fronte a queste emergenze perché mancano di risorse. Vengono così rallentati i processi di deistituzionalizzazione», ha spiegato Carta, «ossia di chiusura degli ospedali psichiatrici in prospettiva della realizzazione di reti di cura nell’ambito del territorio. Il risultato? L’inadeguatezza e l’arretratezza, sempre più marcata, delle terapie psichiatriche, che talvolta arrivano a danneggiare gli stessi pazienti».
Non a caso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato, fra le misure più urgenti da applicare nei paesi dell’area mediterranea, il ripristino dei diritti umani per i pazienti psichiatrici e il consolidamento delle cure comunitarie (cioè somministrate nel territorio e non nel chiuso degli ospedali).
«Il nostro progetto», ha precisato Carta, «vuole offrire ai paesi partner un valido contributo scientifico e promuovere un confronto aperto fra i diversi approcci terapeutici che orientano il lavoro degli operatori sanitari italiani e di quelli stranieri. A tal proposito, stimoleremo una partecipazione attiva dei vari interlocutori che aderiscono e di quelli che, fra otto mesi, potranno iscriversi gratuitamente al sito, con la possibilità di seguire le lezioni, partecipare a un forum e porre domande agli esperti».
Ma come saranno strutturati i corsi dal punto di vista didattico? «L’approccio sarà quello, tipicamente italiano, di una psichiatria lontana dall’ospedalizzazione indiscriminata e dalle terapie soffocanti e lesive dei diritti dei pazienti», prosegue il coordinatore dell’iniziativa, ricordando che «il nostro Paese, nel campo della salute mentale, vanta una tradizione di enorme prestigio. Basti ricordare che il cosiddetto “modello italiano”, basato sulla deistituzionalizzazione, è unanimemente riconosciuto e apprezzato a livello internazionale».
Infine, il professor Carta ha sottolineato il significato culturale di quest’operazione di interscambio avviata dall’Università di Cagliari: «Spesso si sente parlare della necessità di promuovere valori universali come la pace e la tolleranza. Il primo passo, per raggiungere questi obiettivi, è aprirsi alla conoscenza dell’alterità e al confronto con modelli culturali differenti dal proprio. La Sardegna, poi, costituisce un vero e proprio ponte fra i paesi che si affacciano sul Mediterraneo», prosegue Carta, «ragion per cui l’Unione Europea recentemente l’ha scelta come autorità di gestione del programma di scambi multilaterali del Mediterraneo. Ecco perché il progetto di e-learning sulla salute mentale, sfruttando un mezzo straordinariamente pervasivo come Internet, assume grande importanza sia dal punto di vista scientifico che da quello strategico-culturale».
1 – Sardegnaoggi.it
Salute mentale, formazione on line in area del Mediterraneo
In 22 paesi dell’area mediterranea, l’85% della popolazione soffre di disturbi psichiatrici successivi a conflitti bellici o a guerre civili. Fra i paesi interessati ci sono la Bosnia, l’Algeria, la Nigeria e le aree sahariane del Marocco. Oggi, grazie ad internet, è possibile offrire uno strumento di base per l’approccio alla salute mentale da parte del personale di quello che viene chiamato “primary care” (sanità primaria), ossia medici di base, infermieri, operatori e assistenti socio-sanitari che operano in tutte le regioni del Mediterraneo.
CAGLIARI - E’ l’obiettivo del corso di e-learning (formazione a distanza) proposto da un
gruppo di ricercatori e psichiatri dell’area mediterranea e dell’Africa che si sono riuniti a Cagliari in un meeting partito sabato 10 marzo e che si concluderà domani, 14 marzo. Il progetto, coordinato da Mauro Carta e Carolina Hardoy, del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università di Cagliari, è finanziato con 95 mila euro dalla Presidenza della Regione con fondi UE relativi all’ENPI (European Neighbourhood and Partnership Instrument for Mediterranean Area), Strumento di Partnership e di Vicinanza per l’Area Mediterranea, di cui la Sardegna è Autorità di Gestione. L’Università di Cagliari partecipa con un cofinanziamento e con le proprie strutture e personale messi a disposizione.
In sostanza si vuole creare un supporto formativo sui concetti più avanzati inerenti la cura dei disturbi psichici attraverso 8 moduli (lezioni) da 45 minuti ciascuno che saranno disponibili on line in un sito internet, in inglese ed arabo, che verrà posizionato in rete tra 8 mesi. Oltre alle lezioni scaricabili in ogni momento (senza problemi di orari o di fusi orari differenti), la piattaforma consente uno scambio di informazioni immediato sia su temi ed esperienze attraverso un forum, una chat ed un servizio di messaggistica. Saranno anche previsti contributi esterni che potranno essere inseriti, come moduli, dopo un attento vaglio da parte degli esperti.
I partners del progetto accanto all’Università di Cagliari, sono l’Università di Sarajevo (Bosnia Erzegovina), l’Università di Beirut (Libano), l’Università di Casablanca (Marocco), l’Università di Ibadam (Nigeria), l’Università di Tunisi (Tunisia), l’Università di Trieste e l’associazione italiana per la riforma psichiatrica (ASARP).
 
1 – Admaioramedia.it
CAGLIARI, Percorso formativo on-line su salute mentale
Un percorso formativo online dedicato alla salute mentale, destinato ai paesi dell’area mediterranea dell´Africa. E’ quanto si propongono un gruppo di ricercatori e psichiatri dell’area mediterranea e dell’Africa che si riuniranno a Cagliari dal 10 al 14 Marzo. Il progetto è coordinato dal Professor Mauro Carta e dalla dottoressa Carolina Hardoy del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università di Cagliari ed è stato finanziato dalla Presidenza della Regione Sardegna con risorse comunitarie. L’obiettivo è quello di creare un supporto formativo sui concetti più avanzati inerenti la cura dei disturbi psichici. Il sito si propone anche di “raccontare” ciò che accade in salute mentale in diversi contesti dell’area mediterranea. (red) (admaioramedia.it)

Questionario e social

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