UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 13 febbraio 2007

Martedì 13 febbraio 2007

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 febbraio 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Provincia Ogliastra Pagina 24
Tortolì, iniziativa presentata da Università e Provincia
Valorizzare la nautica da diporto Un master per laureati e imprenditori
L'Ogliastra ha un grande futuro nel settore della nautica da diporto. Ne sono convinti il presidente e l'assessore al Turismo della Provincia Ogliastra che hanno firmato con l'Università di Cagliari una convenzione a sostegno di un master post lauream su «Internazionalizzazione della Nautica da Diporto e Turismo diportistico» aperto alla frequenza, nella qualità di auditori, anche a titolari o dipendenti di aziende del settore che ambiscono a una qualificazione internazionale. «La dimensione della nautica è per sua natura senza frontiere e l'Ogliastra ha le carte in regola per raccogliere questa sfida», hanno sottolineato nel corso dell'incontro tenuto ieri a Tortolì i docenti universitari Massimiliano Piras (direttore del master) e Carlo Pilia (originario di Lanusei). Il master, annuale, prevede attività didattiche per complessive 1500 ore di cui 300 di insegnamento teorico, 100 di seminari di approfondimento, 600 di formazione in aziende o enti al di fuori dell'isola. «Siamo pronti - ha dichiarato il presidente della Provincia Piero Carta - a sostenere l'iniziativa assicurando una base logistica adeguata al master e la frequenza degli allievi ogliastrini che consideriamo un investimento della Provincia per l'intero territorio». Agli operatori già occupati nel settore della nautica in Ogliastra verranno assicurati calendari di frequenza adeguati agli impegni aziendali e la specializzazione in uno o più moduli che comprendono l'organizzazione del diportismo, il sistema normativo e la contrattualistica della navigazione, l'economia dell'azienda nautica.
Ni. Me.
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 46
Sassari. Il rappresentante degli studenti: ai pendolari nascondono le difficoltà
Il paradiso fasullo delle offerte universitarie
Studiare a Sassari, sempre più vicini agli studenti. Da una parte lo slogan dell'Università sassarese per la settimana di informazione e orientamento organizzata per illustrare ai ragazzi delle scuole superiori le possibilità offerte dall'Ateneo. Dall'altra la cruda realtà degli studenti a Sassari, denunciata dal loro rappresentante nel Consiglio d'amministrazione dell'Ersu. «L'iniziativa è lodevole, ma rischia di trasformarsi in una autocelebrazione dell'Università, davvero fuori luogo in questo momento», commenta Simone Campus, membro del Cda dell'Ersu. «La condizione che vivono gli universitari a Sassari è ben diversa da quella che impropriamente viene presentata agli studenti medi, una condizione disagiata più di quanto l'opinione pubblica possa immaginare». «Abbiamo una mensa con 160 posti, in via padre Manzella, chiusa», denuncia Campus. «Come Ersu avevamo intenzione di metterla in funzione lo scorso settembre, ma ci siamo dovuti fermare». Colpa di lavori di manutenzione urgenti: «Lavori nello scantinato che, nessuno ci aveva informato, rendevano inagibile la struttura». Ma lo scandalo è che i lavori non sono mai iniziati, e la mensa è ancora chiusa: «Ci avevano detto che i lavori sarebbero terminati a gennaio, invece non sono mai iniziati perché pare che non sia stato registrato il contratto d'appalto con la ditta vincitrice della gara». Risultato, la mensa resta chiusa, e non possono partire i lavori di ampliamento nemmeno nell'altra mensa, quella di via Dei Mille, perché gli studenti non avrebbero alternative. Altro tasto dolente, gli alloggi. «In via Coppino, da mesi è pronta la nuova casa dello studente, mancano ancora gli arredi. In via Verona, dove vivono 150 studenti, da tre anni non viene fatta la manutenzione degli impianti di condizionamento. Nemmeno la pulizia dei filtri dell'aria è mai stata fatta». E poi ci sono i ritardi nella consegna degli alloggi, che da anni, «avviene puntualmente a metà novembre», mentre le lezioni iniziano a ottobre. Altro che orientamento, gli studenti delle superiori prima di iscriversi all'Università di Sassari avrebbero bisogno di un manuale di sopravvivenza. (v. g.)

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Cagliari
Assemini. Vorrebbero aprire due stabilimenti per la produzione di farmaci 
Le multinazionali in arrivo 
I consorzi Crea e Prokemia aspettano il sì della Regione 
Centosessanta milioni d’investimento, quattrocento assunzioni 
ASSEMINI. Due nuovi consorzi farmaceutici potrebbero ben presto aprire gli stabilimenti nell’area industriale di Macchiareddu, investire 166 milioni di euro e in prospettiva garantire almeno cinquecento posti di lavoro. I gruppo Prokemia e Crea aspettano soltanto il via libera dalla Regione e la giunta Soru, a sua volta, attende l’arrivo dei finanziamenti previsti dall’accordo di programma per il rilancio della chimica. A dimostrare interesse per l’area industriale cagliaritana e ovviamente per i benefici che avrebbero dai fondi nazionali per la competitività, sono state diverse multinazionali del settore farmaceutico, che tra l’altro hanno trovato già un accordo di collaborazione scientifica con il Consorzio Polaris-Parco tecnologico della Sardegna e le università di Sassari e Cagliari. Tra le aziende più quotate c’è la Biofin, che produce farmaci molto richiesti per i trapianti, come la ciclosporina A, utilizzata nelle terapie antirigetto, l’acido ialuronico diffuso in oftalmologia e ortopedia, la paravastatina che comabatte i disturbi cardiovascolari e l’obesità. Un altro colosso pronto a entrare nei consorzi è la Proteios, che a Macchiareddu vorrebbe produrre anticorpi per le malattie tumorali, oppure la Virostatics, specializzata nei medicianali per fronteggiare le leucemie, o ancora la Gamatec, conosciuta in Europa per la produzione di apparecchiature per individuare la presenza di stupefacenti ma che nell’area industriale vorrebbe aprire un laboratorio destinato alla ricerca di nuove tecnologie contro gli agenti patogeni. Se c’è ormai la certezza che gli investimenti debbano andare in porto, rimangano ancora diubbi sulle modalità della complessa “partitadi giro” che sovvenzionerà i due consorzi. Per attivare Prokemia e Crea, la Regione - che avrà a suo carico il cinquanta per cento dei 75 milioni di finanziamento pubblico - ha chiesto al ministero dello Sviluppo la certezza sull’ammontare delle quote previste dal Fondo unico nazionale per le aree sottoutilizzate. La risposta da Roma dovrebbe arrivare nei prossimi giorni e se sarà positiva, i due consorzi farmaceutici dovrebbero presto presentare i progetti esecutivi. (glp)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Cultura e Spettacoli
Brividi e forti passioni dovuti anche a una notevole produzione di dopamina nel cervello 
Innamoramento, una droga leggera 
Parla Gian Luigi Gessa, fondatore della scuola sarda di neuroscienze 
ROBERTO PARACCHINI 
«Ah, quale brivido mi scorre per le vene quando il mio dito sfiora inavvertitamente il suo, quando i nostri piedi si incontrano sotto la tavola! Mi tiro indietro come se un fuoco mi bruciasse e una forza misteriosa mi sospinge di nuovo in avanti..., mi coglie una vertigine che annebbia i miei sensi...», tutti gli innamorati hanno provato i sentimenti del protagonista de «I dolori del giovane Werther» di Johann Wolfgang Goethe. L’amata o l’amato diventano l’oggetto esclusivo del desiderio. Se poi il centro del sentimento si allontana, allora si piomba nel buio. Si perde la nozione del tempo. E tutto ci ricorda lei o lui. «O Nerina! E di te forse non odo / questi luoghi parlar? Caduta forse / dal mio pensier sei tu? Dove sei gita, / che qui sola di te la ricordanza / trovo, dolcezza mia?...», recita Giacomo Leopardi ne «Le ricordanze».
 L’amore fa girar la testa. Ed è tanta la passione che vorremmo che Efesto, il dio greco della metallurgia, ci saldasse «insieme fino al termine della vita come un solo essere», tanto è il desiderio di «stare vicini il più possibile l’uno all’altro» come Platone fa raccontare ad Aristofane ne il «Simposio».
 A questo punto se riuscissimo per un attimo a nascondere l’arco di Cupido e avessimo a disposizione una più prosaica risonanza magnetica funzionale, uno di quegli apparecchi in grado di “fotografare” quello che avviene nel cervello, vedremmo che alcune zone dell’innamorato sono diventate iperattive. «In particolare - spiega Gian Luigi Gessa, farmacologo e fondatore della scuola sarda di neuroscienze famosa e diffusa in tutto il mondo - in una parte del cervello, detta sistema limbico, notiamo che nei momenti di forte innamoramento vi è una notevole produzione di dopamina. Ma la questione più interessante è che questa stessa sostanza chimica è prodotta anche quando si assume la cocaina». Ma attenzione, prosegue Gessa, «il fatto che si stiano facendo passi avanti nella conoscenza dei meccanismi delle nostre emozioni, non significa che l’innamoramento perda il suo fascino. Il sapere come funziona il nostro apparato digerente non ci impedisce certo di gustare un buon cibo. Lo stesso vale per l’amore». Nello stesso tempo, però, «se l’oggetto del nostro desiderio viene a mancare si ha una privazione che genera un profondo dolore che, a volte, diventa anche patologico: le così dette pene d’amore in grado di produrre stati abissali di prostrazione, forti depressioni e pure suicidi. Si crea un fenomeno assimilabile a quello del tossicodipendente a cui viene a mancare la sua droga».
 La dopamina viene considerata una sostanza “stupefacente” interna all’organismo: nell’innamorato produce la voglia di agire, creare, amare, fare l’amore, ma anche il desiderio di scoprire e di vivere il mondo. Innesca, insomma, quella marcia in più di cui si sentono ricchi gli innamorati non troppo ossessivi. «Numerose situazioni ben note come l’esercizio fisico, un film godibile, un buon libro o, in crescendo, lo scambio di carezze con la persona amata sino all’orgasmo, stimolano la secrezione di dopamina sollecitando i trasmettitori-recettori (che si trovano sulla superficie dei neuroni, le cellule del cervello - ndr) e rendendoci euforici o rilassati», afferma Michel Reynaud, direttore del dipartimento di psichiatria e cura delle tossicodipendenze di Paul-Brousse, a Parigi, nel libro «L’amore è una droga leggera» (Ponte Alle Grazie, 2006, pagine 238, 14 euro). Il nostro corpo, informa Reymaud, è predisposto per il piacere.
 Ma da che cosa deriva il “mal d’amore”: quella grande sofferenza che chi ha molto amato, patisce una volta che viene lasciato, sino a sentirsi franare il terreno sotto i piedi? «In genere quando il piacere viene a mancare - spiega Reynaud - il nostro organismo è programmato per tornare in una condizione neutra (...). Non è invece predisposto per dosi massicce di piacere di cui lo sommergono le droghe». Tuttavia «può succedere che l’amore imiti le droghe talmente bene da indurre una vera e propria dipendenza, che può trasformarsi in tossicodipendenza». Vi possono essere, cioè, passioni così intense e voraci e prolungate che, se sommate a un contesto di precarietà e insicurezza personale, possono produrre tanta dopamina da mandare in tilt il complesso sistema di regolazione dei rapporti tra i neuroni. Viene alterato l’equilibrio tra i vari trasmettitori-recettori e tra questi e le sinapsi (i collegamenti tra i neuroni). E così, sottolinea Reynaud, si ha che “il cervello dipendente dagli stupefacenti, come dall’amore, non funziona più in modo normale. Non si tratta più di una questione di volontà, presa qui in flagrande delitto di debolezza, ma di una probabile alterazione dei meccanismi cerebrali di gestione delle emozioni, dovuta all’iperattivazione dell’insieme dei sistemi dopaminergici, oppioidergici, corticotropi e altro ancora». In pratica «il sovraccarico di piacere e di attaccamento ha travolto nel passaggio il controllo razionale».
 E resta la domanda “come ho fatto ad arrivare a questo punto?”. Ma spesso chi se la fa, è consapevole di aver intrapreso un rapporto sentimentale devastante, che gli-le crea tanta sofferenza ma che non riesce a interrompere, «altrimenti non vivo». A niente varrebbero le parole che descrivono il loro incubo, come quelle che Mefistofele rivolge a Faust dopo che questi gli ha venduto l’anima: «Nelle viscere degli elementi. / Lì siamo torturati per sempre. / L’inferno non ha limiti, non è circoscritto / in un unico luogo. Dove siamo è inferno / e dov’è inferno lì staremo per sempre...» («Il dottor Faust» di Christopher Marlowe).
 L’innamoramento però, precisa Gessa, è «anche e soprattutto un qualcosa di meraviglioso ed è una delle delle funzioni più importanti per gli esseri viventi: senza, la specie non sopravviverebbe. Non è un caso che questa emozione, pur in forme molto diverse, non sia solo umana». L’amore è passione, ma pure gioco, divertimento e, si è detto, voglia di vivere. Chissa, forse, l’essere umano, più che rifugiarsi nel mondo virtuale di Second Life, dovrebbe imparare un po’ di spensieratezza da altre specie a noi vicine, tipo lo scimpanzè bonobo. Come racconta Frans De Waal (professore di primatorologia alla Emory University in Georgia), il guardiano di uno zoo accettò un bacio da uno dei suoi nuovi amici primati, un bonobo, ma rimase sconcertato quando durante l’atto affettivo, si ritrovò in bocca la lingua dello scimpazè. Per quest’ultimo era un gesto di fiducia totale. Così come la sua sessualità è invasiva e giocosa. «Noi umani distinguiamo il sesso dalla nostra vita sociale, o almeno ci proviamo - spiega De Waal nel saggio «Perché non possiamo non dirci bonobo», MicroMega 4-2005 - ma nella società dei bonobo le due cose sono strettamente connesse».
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Le facoltà sassaresi in vetrina alle giornate dell’orientamento 
Nel complesso didattico di via Vienna sono attesi oltre cinquemila studenti delle superiori 
SASSARI. Da ieri e sino a venerdì prossimo, l’ateneo sassarese, con le sue undici facoltà, è in vetrina, nel complesso didattico di Scienze matematiche, in via Vienna, per la quarta edizione delle giornate dell’orientamento, riservate ai ragazzi dell’ultimo anno delle scuole medie superiori. Si calcola che in cinque giorni instaureranno un contatto con la realtà accademica del capoluogo turritano oltre 5.200 allievi di 71 istituti medi superiori dell’isola.
 Negli stand allestiti in via Vienna è esposto il materiale illustrativo, inoltre sono previsti incontri con i docenti e i rappresentanti degli studenti universitari nelle aule adibite per l’illustrazione dei programmi di ciascuna facoltà (comprese alcune dell’università di Cagliari) e con test piscoattitudinali per una scelta ottimale del corso di studi. La presenza di studenti supererà nettamente quella del 2006, che si era attestata su circa 4.200 visite.
 Ieri, nella giornata inaugurale, l’iniziativa promossa dal centro per l’orientamento universitario, diretto dal professor Vittorio Anania, coadiuvato da Pietro Meloni, ha visto accolti negli spazi della facoltà di Scienze, gli allievi del liceo scientifico Marconi, dell’istituto tecnico commerciale Dessì e dell’Ipsar di Sassari, dell’Itcg di Alghero, dello scientifico. classico e Itc di Ozieri, del liceo classico e artistico di Tempio, del classico di Olbia e, inoltre, dell’Ipsia di Nuoro, degli Iis di Gavoi e di Bitti, dell’Ipaa di Oristano e dell’Ipsar di Santa Teresa di Gallura. A metà mattinata, l’aula magna della facoltà di Scienze è stata sede dell’inaugurazione ufficiale delle giornate dell’orientamento, introdotta da Vittorio Anania e Pietro Meloni, a precedere l’intervento del rettore dell’università di Sassari, Alessandro Maida, alla presenza degli assessori comunali alla Pubblica istruzione e alla Cultura, Maria Antonietta Duce e Angela Mameli, del presidente del consiglio comunale, Monica Spanedda, e dell’assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Laura Paoni. «Con questa iniziativa si registra un primo approccio e si apre un dialogo tra voi e l’università - ha detto il professor Maida agli studenti delle superiori -. Il centro di orientamento cerca di aiutare gli studenti che escono dalla scuola media superiore nel fare la scelta più opportuna sulla facoltà. La presenza delle diverse istituzioni, con Comune e Provincia che partecipano direttamente, vuole avere un significato di collegamento politico oltre che operativo con l’università». Gli gli studenti che si preparano all’esame di maturità e diploma con la nuova formula e che costituisce per loro un’avventura da sperimentatori, tra incognite e pro e contro, hanno dimostrato di gradire l’iniziativa del progetto orientamento nella sua articolazione e nella sua utilità. «Non so ancora se sceglierò di andare all’università e in quale facoltà eventualmente mi iscriverò - ha detto Matteo Oggiano, di Trinità d’Agultu, studente dell’Ipsar, o meglio, dell’Alberghiero di Sassari -. In ogni caso la visita è risultata molto interessante». Per Carlo Detotto, allievo dello scientifico Marconi di Sassari, c’è stata l’occasione di approfondire le sue possibili scelte. «Sto pensando a Medicina ma non trascuro un’altra ipotesi, quella di Economia». Mariana Scudino, dello stesso istituto, ha invece le idee chiare. «Arrivando qui ho potuto subito indirizzarmi nello spazio riservato alla facoltà di Lettere e filosofia. Sceglierò infatti Lettere moderne». Il professor Vittorio Anania ha rimarcato la possibilità di prenotare, da parte degli studenti interessati, una verifica in funzione del test d’accesso alle facoltà a numero programmato, con appositi incontri a cura del centro di orientamento. Oggi arriveranno studenti, oltre che da Sassari, da Porto Torres, Perfugas, Olbia, Terralba, Nuoro, La Maddalena, Tempio, Calangianus e Fonni. Domani, giovedì e venerdì, ci saranno visite anche da Lanusei, Macomer, Pozzomaggiore, Bono, Tortolì, Arzachena, Palau, Bosa, Ghilarza e Sorgono.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
All’università c’è l’aula web, mancano i programmatori 
SASSARI. Lo spazio informatico è all’avanguardia un’opportunità preziosa che è stata colta mandando in porto un progetto triennale rivolto al miglioramento dei servizi per gli studenti. La facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’università di Sassari si è dotata di un’aula computer, intitolata al famoso scrittore francese Proust. Spazio che ha ricevuto il battesimo ufficiale con un’inaugurazione avvenuta a metà dicembre, alla presenza del rettore dell’ateneo sassarese Alessandro Maida.
 Adesso si tratta di dare l’attesa, anzi l’attesissima e piena operatività a un eccellente strumento di lavoro in ambito didattico e dei servizi nella facoltà guidata dalla preside Giulia Pissarello, che conta circa 1.300 iscritti. Il progetto è stato seguito e realizzato con l’apporto della docente di Informatica Linda Brodo. «Siamo arrivati a inaugurare una struttura che può rispondere a esigenze molteplici e, inoltre, compensare in qualche modo i problemi ormai annosi che non consentono il funzionamento del Centro linguistico d’ateneo, ricavato nell’area delle ex cisterne, presso la sede della facoltà, che si affaccia in via Roma - precisa la professoressa Giulia Pissarello -. Il traguardo del completamento di quest’aula informatica all’avanguardia è stato raggiunto ma ora c’è un obbiettivo essenziale da perseguire: l’individuazione di un sistemista informatico che abbia tempo e competenze per la gestione della struttura. Una figura che, lo auspichiamo fortemente, possa essere scelta nei tempi più rapidi e con le necessarie procedure. Si vuole evitare che questo spazio rischi una dannosa stasi o una sottoutilizzazione che, con il passare del tempo, vanificherebbe le sue significative potenzialità. Contiamo in un puntuale interessamento che già dal momento dell’inaugurazione dello scorso dicembre, il rettore ci ha assicurato». Attraverso maggiori risorse e con l’indispensabile supporto e una continua assistenza da parte di uno specialista o, quantomeno, di un informatico che potrebbe consolidare la sua formazione nel gestire l’aula computer, si coglierebbe l’obbiettivo del consolidamento della qualità didattica e di un rafforzamento dei servizi agli studenti.
 «All’interno della facoltà di Lingue e Letterature straniere - rimarcano la preside Giulia Pissarello e la docente di Informatica Linda Brodo - l’utilizzo dell’aula “Proust” può essere indirizzato ai test di ingresso, a un laboratorio linguistico, a esercitazioni informatiche e alle attività di studio degli iscritti. Tanto per fare alcuni esempi, si pensa all’utilizzo di strumenti per un efficace studio delle lingue, a progetti di informatica e, inoltre, a ricerche per le tesi di laurea. La dotazione di una struttura come come l’aula Proust soddisferebbe, insomma, con un adeguato decollo delle sue molteplici prerogative, la programmazione dei docenti e le esigenze degli studenti delle diverse aree linguistiche. L’aula multimediale si avvale di sofisticate apparecchiature di controllo, con telecamere e un sistema di allarme. Ma prioritariamente si deve ricordare la possibilità di usufruire di ben quaranta postazioni. Due di queste sono riservate a studenti diversamente abili. L’aula Proust ha tre server: uno per la certificazione degli utenti, uno per la gestione degli spazi di lavoro e un terzo per la gestione e anche per la creazione di pagine web. Il progetto è stato sostenuto da una importante collaborazione dei responsabili e operatori del Centro elaborazione dati dell’ateneo, con il personale tecnico-amministrativo».
 L’imperativo categorico resta quindi quello di dare in tempi brevi un decisivo impulso alle potenzialità della struttura dell’aula informatica Marcel Proust, avviando gli strumenti utili alla scelta di un operatore che gestisca lo spazio in modo continuo e scrupoloso.
Marco Deligia 
 

Questionario e social

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