Lunedì 3 gennaio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 gennaio 2005
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
Rassegna Stampa di lunedì 3 gennaio 2005
1 – L’Unione Sarda
Pagina 18 – Provincia di Sassari
tempio L'università della diocesi apre alle innovazioni
Partono i nuovi corsi dell'Istituto euromediterraneo, con metodologie didattiche e informazione assolutamente innovativi. Sono aperte da qualche giorno le iscrizioni ai corsi di scienze religiose e delle religioni, al master di scienze delle comunicazioni e ai corsi di musica. Si tratta di seminari e lezioni che affiancano l'attività formativa ordinaria iniziata ad ottobre. Le sedi di Tempio e Olbia sono a disposizione di studenti universitari, ricercatori e docenti interessati alle lezioni dell'Euromediterraneo, affidate a insegnanti provenienti da diverse università dell'Isola e della Penisola. La scuola di alta formazione della Diocesi di Tempio ha già raggiunto importanti accordi con atenei italiani, spagnoli, francesi e irlandesi. Ma l'Istituto è in contatto con altri soggetti per l'avvio di alcune iniziative e progetti che riguardano branche specialistiche del diritto, dell'informatica e della comunicazione. Sono da tempo in corso, ad esempio, seminari e incontri che riguardano la gestione di società sportive e il turismo religioso. L'Istituto Euromediterraneo ha anche aperto le nuove sedi dove vengono fornite informazioni sulle attività culturali, corsi e master. Gli iscritti ai corsi dell'Euromediterraneo ottengono anche punteggio per graduatorie pubbliche e per crediti formativi. (a. b.)
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 40 - Cultura e Spettacoli
 L’isola che parlava spagnolo
 Un’opera condannata all’oblio per molto tempo
 
«La Historia general de la Isla y Reyno de Sardeña» di Francisco Vico, pubblicata dalla Cuec nella collana «Scittori sardi» curata dal Centro di studi filologici sardi diretto da Nicola Tanda, Giuseppe Marci e Paolo Maninchedda, è un libro di grande complessità storiografica, ma anche di forte inattendibilità scientifica. È un libro paradigmatico della cultura del mondo ispanico del Seicento dove molto stretto è l’intreccio fra i disegni ideologici e la pratica storiografica. L’unica edizione della «Historia general» (Barcelona, 1639) conosce una mediocre fortuna presso la cultura sarda per l’ostilità degli avversari politici di Vico. Nel Settecento, al pari della pubblicistica storico-politica di matrice spagnola, l’opera subisce una vera e propria damnatio memoriae. Nel quadro del progetto di consolidamento della monarchia sabauda in Sardegna il rigetto dei lasciti culturali dell’età catalana ed asburgica e la ripulsa dello spagnolo (la lingua «straniera» del libro di Vico) consentono di affermare il primato del modello politico del Piemonte e di preparare la costruzione dei miti filo-sabaudi e risorgimentali.
 Francisco Vico è stato il ministro del Regno di Sardegna di maggior rilievo politico durante la Monarchia degli Asburgo. Dopo la laurea in utroque iure presso l’Università di Pisa, nel 1606, Vico intraprende la carriera di letrado come giudice della Real Gobernación del Capo di Logudoro; nel 1609 viene promosso a giudice della Real Audiencia di Sardegna. Da quella posizione burocratica di primo piano esercita il ruolo di consigliere politico ed amministrativo dei viceré dei primi decenni del Seicento. In tal modo si guadagna i favori di Madrid e viene chiamato primo fra i sudditi sardi ad occupare la plaza di regente nel Supremo consiglio d’Aragona, col compito di governare, all’ombra del valido del re conte-duca di Olivares, gli affari del Regno di Sardegna.
 Francesco Manconi, curatore dell’opera, è professore di Storia moderna nella la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari. Fra i suoi lavori più recenti «Il governo del regno di Sardegna al tempo dell’imperatore Carlo V»; «The Kingdom of Sardinia: a Province torn between Catalonia, Castile and Italy, in Spain in Early Modern Italy: Politics and Society». Sulla società sarda del Cinque-Seicento ha scritto negli ultimi anni diversi saggi, presentati in alcuni congressi europei sull’età degli Asburgo. Di Francisco Vico ha scritto una biografia, del tutto provvisoria, dal titolo «Un letrado sassarese al servizio della monarchia ispanica. Appunti per una biografia di Francisco Ángel Vico y Artea».
 Marta Galiñanes Gallén, l’altra curatrice, è lettrice di spagnolo presso l’Università di Sassari.
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cronaca
 «Sardegna», l’isola delle emozioni  
Esce in libreria il reportage fotografico di Rosario Bonavoglia
 
 NUORO. Pubblicato dalla Silvana Editoriale è in libreria il volume «Sardegna». Un reportage di 123 splendide fotografie realizzato da Rosario Bonavoglia, docente di economia politica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dunque, un professore con la struggente passione per la fotografia. Quello di Bonavoglia non è solo amore per l’immagine, ma anche competenza e professionalità.
 Lo dimostra con questo suo viaggio nell’isola, in fasi e stagioni diverse, alla scoperta di emozioni, di lirici paesaggi, di uomini veri, dai tratti talvolta duri, spigolosi e malinconici, ma sempre carichi di fierezza.
 Le immagini, di straordinaria bellezza e perfetta esecuzione tecnica, sono la sintesi del racconto dello scrittore Elio Vittorini di oltre mezzo secolo fa, quando il giornalista sbarcò in Sardegna alla scoperta di una terra che gli si rivelò come un continente. Le foto che il professor Bonavoglia propone con la sua raffinata pubblicazione, curata nei dettagli e nella intelligente scelta dei soggetti rappresentati, sono il compendio di un discorso, o meglio di uno studio antropologico profondo, sincero, dal quale emerge l’ansia emotiva e la voglia di sapere e conoscere di tutto di più. Un viaggiatore che si trasforma in testimone rispettoso e discreto della ricchezza artistica ancestrale di un popolo misterioso e ostinatamente orgoglioso, rappresentato per un verso dai Mamuthones di Mamoiada.
 Quello di Rosario Bonavoglia, comunque, non è il reportage realizzato dai “soliti” fotografi, che poi finiscono per proporre una Sardegna da cartolina illustrata, bella ma senz’anima. È, invece, uno studio antropologicamente interessante, che coglie con l’obiettivo, fissandoli sulla pellicola, i momenti della vita quotidiana dei barbaricini, dei campidanesi, dei montagnini come dei pescatori, dei giovani come degli anziani. Gesti, colori e profumi che contribuiscono a tessere il mosaico della vita dei sardi, ritratti negli originali atteggiamenti comportamentali, senza pose, puramente istintivi.
 Il racconto fotografico è scandito da una serie di fotogrammi che documentano il “peregrinare poetico” dell’autore nell’isola in diverse stagioni dell’anno, che gli hanno consentito di catturare i colori di paesaggi da favola, gli affreschi degli straordinari momenti delle feste e delle sagre paesane, i ritmi della sardità che sono anche i segni di una una tradizione millenaria, ancora avvolta nel mistero di un popolo indomito e fiero.
 Un’opera, quella proposta da Rosario Bonavoglia, piena di poesia, di passioni per una Sardegna viva e autentica, non mummificata, dove, partendo dall’etnos, finisci per scoprire l’uomo, insiene a quello straordinario sentimento emotivo che si traduce nel rito sacrale dell’ospitalità e dell’amicizia.
Antonio Bassu
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie