Martedì 1 febbraio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 febbraio 2005
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
Ufficio stampa

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 5 – Cronaca regionale
Incontri sul progetto Diesis
Sardegna digitale in ritardo: le strategie regionali
La Sardegna è in forte ritardo per quanto riguarda l'Information Tecnology. Pubblica amministrazione e aziende non sono al passo con i tempi, rispetto ad altre regioni dell'Europa, per i servizi digitali, l'e-commerce e le reti informatiche. È emerso ieri al Setar Hotel di Quartu in occasione di una conferenza internazionale su Diesis, il programma di azioni innovative Fers (Fondo europeo di sviluppo regionale). Ai lavori, che proseguiranno oggi dalle 9.30, è intervenuto l'assessore regionale agli Affari generali, Massimo Dadea, soffermandosi sulla strategia regionale per la società dell'informazione. Secondo una ricerca Assinform/Net Consulting, il mercato sardo delle imprese dell'IT si aggira sul 6,7% su scala nazionale e l'Isola è ultima nella spesa per occupato (372 euro, -60% sotto la media nazionale) e nel valore aggiunto regionale dato dall'IT. Al continuo calo degli investimenti corrisponde, paradossalmente, un aumento delle imprese di Information Tecnology. Per quanto riguarda la Pubblica amministrazione, una soluzione è stata ipotizzata dall'Ancitel per sviluppare in 13 amministrazioni comunali lo Sportello telematico municipale (Stm). L'utilizzo della Carta d'identità elettronica consentirebbe di erogare, via internet o attraverso postazioni multimediali, servizi amministrativi reingegnerizzati per i cittadini e le imprese, garantendo nel contempo accessibilità, trasparenza e certezza delle informazioni o delle pratiche. Novità emersa ieri. Al Setar c'era anche Linetta Serri, presidente dell'Anci Sardegna. Alla due giorni di Quartu stanno partecipando anche alcuni delegati della Commissione europea. Il progetto Diesis (Driving innovative exploits for the sardinian information society) era partito nel 2002 con lo scopo di realizzare in Sardegna la sperimentazione di nuovi sevizi digitali per i cittadini, le imprese e la Pubblica amministrazione locale con l'obiettivo ultimo di produrre delle ricadute positive sul tessuto socio-economico dell'Isola. Un programma della Regione Sardegna finanziato nell'ambito delle azioni innovative del Fesr per il periodo 2000-2006 e che vede come partner l'Ancitel, il Crs4, l'Enaip Sardegna, la Sfirs, Tiscali e il Formez. In particolare, si proverà a realizzare programmi per promuovere, soprattutto all'interno della Pubblica amministrazione locale, l'innovazione nel campo della società dell'informazione, contribuendo a realizzare un piano strategico di sviluppo della società digitale in Sardegna in alcune aree prioritarie sulla base delle esperienze e delle risorse disponibili sul territorio. La «via sarda» è stata articolata attraverso cinque aree considerate strategiche: il turismo (e-tourism), il governo elettronico (e-government), la formazione (e-learning), il commercio elettronico (e-commerce) e la gestione della conoscenza (knowledge management). I finanziamenti verranno oltre che dalla rimodulazione dei fondi Por (in particolare la misura 6.3), anche dai fondi europei per l'innovazione tecnologica (cofinanziati dalla Regione) e da un accordo di programma quadro siglato tra l'assessorato regionale agli Affari generali e il ministero per l'Innovazione e le Tecnologie, che mette in campo circa 53 milioni di euro per la Società dell'informazione. Oggi dalle 9.30 la seconda giornata del convegno e, alle 12, una tavola rotonda sul tema "Il partenariato pubblico-privato in Sardegna per promuovere l'innovazione".
 
2 –  L’Unione Sarda
Pagina 19 – Cagliari
Università
È morto il filosofo Alberto Pala
I suoi allievi lo ricordano come un uomo molto riservato e dotato di una grande ricchezza umana. I colleghi anziani e giovani lo dipingono come uno studioso di grande rigore che ha dato le sue energie migliori in un impegno febbrile nel lavoro di ricerca che lo vedeva protagonista nelle facoltà di Magistero e di Lettere. Sarà ricordato per la sua impareggiabile attività accademica il professor Alberto Pala, classe 1923, oristanese, che ieri si è spento in una città dove tutti lo ricordano per più mandati alla guida - come preside - della facoltà di Magistero e in seguito di Scienza della formazione. Un doppio impegno il suo. Da una parte la cattedra di Filosofia nelle aule di Sa Duchessa che dirigeva, dall'altra quella di Storia della scienza per gli studenti di Lettere. Come spiega Michele Camerota, uno dei suoi allievi, oggi professore proprio di Storia della scienza per Scienza della formazione, «il professor Pala era un grande esperto di Isaac Newton e di Cartesio. Sui due importanti pensatori aveva infatti concentrato il suo lavoro e suoi scritti». «Ha formato tanti di noi con tanta generosità, soprattutto negli anni caldi della contestazione era sempre disposto al dialogo, i suoi erano dei seminari aperti al confronto», racconta Cristina Dessì, ex studentessa, oggi docente di Storia della filosofia moderna. «Scompare un amico affettuoso, un vero maestro e uno studioso di altro profilo, erede e testimone dell'impegno scientifico di Ludovico Geymonat. Ha dato lustro alla facoltà e ha profuso fra i giovani i tesori della sua dottrina», dice Alberto, Granese attuale preside della facoltà. Il professor Alberto Pala nella sua carriera ha pubblicato i saggiIsaac Newton. Scienza e filosofia, nel 1969 per Einaudi. Nel 1990 Descartes e lo sperimentalismo francese. 1600-1650 per gli Editori Riuniti. Del 1997 è invece Letture cartesiane, per Angeli. Ha inoltre curato le traduzioni italiane delle opere di Newton: Principi matematici della filosofia naturale, uscito nel 1965 per la Utet e Scritti di ottica, del 1978. Oltre ai temi newtoniani e cartesiani, Pala ha fornito contributi importanti nell'ambito dello studio delle tematiche legate all'elaborazione del positivismo logico e della epistemologia deweyana.
 
 
 
 
3 –  L’Unione Sarda
Pagina 22 – Cagliari
Giurisprudenza, proteste per il freddo
L'aula come un frezeer Gli studenti se ne vanno
Altro che toga, gli studenti di giurisprudenza per seguire le lezioni di Diritto civile sono costretti a ricorrere a giubbotti, cuffie, guanti e scarponi. Il motivo? Manco a dirlo le temperature glaciali che rendono difficile seguire con la giusta attenzione le lezioni. A dirla tutta, complice il maltempo di quest'ultimo periodo, gli aspiranti avvocati e i loro professori negli ultimi giorni più di una volta sono stati costretti a interrompere le discussioni e a inviare lettere al fulmicotone al preside della facoltà. Nell'aula frigorifero dei salesiani, in viale Fra Ignazio, il termometro ha segnato valori vicini allo zero: troppo da sopportare. Sul banco degli imputati l'impianto di riscaldamento che non funziona e quando lo fa è un disastro: dalle grate al posto dell'aria calda esce aria fredda. Ma non è tutto nelle nuove aule A e B del polo giuridico, quelle sotto accusa per il freddo, nei giorni di pioggia è obbligatori per gli studenti dotarsi di ombrello e stivali: piove dal soffitto. «Lunedì mattina trecento studenti sono stati costretti a perdere la lezione perché le basse temperature non permettevano al docente di insegnare e agli studenti di seguire», dice sconsolata Elena Fadda, una studentessa della facoltà. «La primavera è lontana, quante lezioni dovremo perdere ancora?», si chiede la ragazza. Se continua così, facile prevederlo, saranno ancora molte, a meno che l'inverno non strizzi l'occhio all'università e ceda il passo in anticipo alla bella stagione. Elena Fadda continua nel suo sfogo raccontando nei dettagli l'ultima disavventura: «Sia ben chiaro, è ovvio che i docenti non hanno colpe, anzi sono come noi vittime di questi disagi. Come quelli che avant'ieri hanno dovuto sopportare venticinque laureati che hanno patito sei ore di ghiaccio per sostenere il concorso di un dottorato di ricercaª. La studentessa, considerando che l'inverno potrebbe continuane ancora per un po' di tempo, spera in una rapida soluzione che metta fine a quella che giudica una vera ingiustizia e conclude: «Lasciare le aule impraticabili non permettere ai docenti di tenere lezione non solo rappresenta una negazione del diritto allo studio ma al danno si unisce la beffa: gli studenti pagano le tasse, ma il servizio è inesistente».
Andrea Artizzu
 
 
 
 
4 –  L’Unione Sarda
Pagina 35 – Nuoro
Il caso. Il consigliere regionale di Rifondazione critica la Finanziaria e chiede certezza di risorse
Fondo unico per l'università, Davoli contrario
Il fondo per l'università rischia di diventare un gran contenitore da cui attingere in base alle contingenze politiche. Timori e perplessità hanno la voce di Ciriaco Davoli, consigliere regionale di Rifondazione comunista. Prende le distanze dalla Finanziaria regionale che non assegna fondi specifici per l'ateneo nuorese, al centro ogni anno di perenni battaglie per la sopravvivenza, ma prevede un fondo indistinto per l'università diffusa in Sardegna. In una nota Davoli reclama certezza di risorse ripristinando il vecchio capitolo di spesa. Il consigliere di Rifondazione parte da una precisazione: «Dalla Finanziaria regionale scompaiono i fondi per l'università nuorese? Non è proprio così. Certo è, però, che per il capitolo specifico riguardante i contributi al polo universitario della provincia di Nuoro non è previsto neanche un euro. È stato creato ? sottolinea Davoli ? un fondo indistinto per l'università diffusa nel territorio sardo che risolverebbe il problema. Permangono, comunque, molti dubbi, anche perché questo fondo rischia di diventare un gran contenitore da cui si potrebbe attingere influenzati dalle contingenze politiche che si possono via via presentare. Pertanto ? sostiene il consigliere di Rifondazione ?, una simile proposta non è assolutamente condivisibile». «Le popolazioni del Nuorese ? aggiunge ?, insieme a tutte le forze politiche e sociali del territorio, hanno conquistato un obiettivo ritenuto essenziale e irrinunciabile per costruire uno sviluppo diverso e possibile delle zone della Sardegna centrale. L'università nuorese ? sottolinea Davoli ? è una realtà concreta, con specifici e particolari corsi di laurea, che non ha più bisogno di dimostrare la legittimità della sua esistenza. Rivendica con forza ? aggiunge ? il diritto e l'urgenza ad avere certezza sulle risorse finanziarie indispensabili per programmare la normale attività didattica. È necessario quindi ripristinare le adeguate risorse finanziarie nel capitolo specifico». L'intervento del consigliere regionale di Rifondazione interpreta malumori diffusi. Anche il consigliere provinciale della Margherita, Piero Marteddu, esprime «preoccupazione per la mancata previsione di un'apposita posta di bilancio». E anche l'auspicio che «i consiglieri regionali del territorio, in sede di approvazione della Finanziaria, modifichino questa impostazione prevedendo una posta di bilancio apposita». Proprio ieri Marteddu ha illustrato alla commissione provinciale Affari istituzionali la proposta di modifica dello statuto del consorzio universitario per inserire un rappresentante degli studenti nel consiglio di amministrazione. Idea passata all'unanimità. Dovrà ora essere esaminata dalla commissione Cultura, quindi dal consiglio provinciale. L'assemblea del consorzio, composta da sindaco e presidente della Provincia, dovrà indire le elezioni in modo che gli studenti scelgano il loro rappresentante. Farà parte del cda assieme a tre consiglieri e al presidente. L'argomento sarà al centro anche del consiglio comunale di oggi pomeriggio. La Margherita ha presentato un'interrogazione urgente per conoscere a che punto è la proposta di modifica dello statuto. Stessa richiesta è stata presentata una settimana fa al presidente della Provincia che ha dato mandato alla commissione Affari istituzionali di definire la modifica. Ieri il primo passo. Oggi l'indicazione del Comune.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Nuoro
 Università, nel cda entra uno studente
  NUORO. La commissione consiliare affari istituzionali della Provincia ha approvato ieri la proposta di modifica dello statuto del Consorzio degli studi universitari della Sardegna centrale, per la quale il gruppo nuorese della Margherita aveva presentato una mozione per sollecitare l’inclusione di un rappresentante degli studenti nel consiglio di amministrazione dell’ateneo, composto di cinque membri.
 Ha illustrato la mozione il consigliere Piero Marteddu, che, insieme a Manuel Delogu, Andrea Pisano, Tonino Ladu, Luciano Pittorra e Giuseppe Pischedda, è tra i firmatari. La proposta è stata approvata all’unanimità di voti, per cui ora passa al consiglio provinciale per la formalizzazione della deliberazione. Immediatamente dopo sarà chiamata a decidere anche l’assemblea civica, giusto perchè il Comune con la Provincia sono membri e soci fondatori dell’Università Nuorese.
 Una volta approvati, i due atti amministrativi saranno trasmessi al Consorzio per dare esecutività, da parte dell’assemblea, alla modifica dello statuto. Solo a quel punto, infatti, il consiglio di amministrazione coinvolgerà direttaemnte le facoltà barbaricine, alle quali sarà chiesto di promuovere la consultazione degli studenti per la nomina di un proprio rappresentante nell’organismo amministrativo dell’ateneo nuorese.(a.b.)
 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Nuoro
SAN TEODORO
Saggio su una lingua diversa: il gallurese
 SAN TEODORO. Venerdì 4 febbraio nella sala conferenze dell’I.Ci.Mar a San Teodoro in via Niuloni 1, saranno presentati gli atti del convegno «Il gallurese una lingua diversa in Sardegna», tenutosi a San Teodoro nel giugno scorso. La pubblicazione, curata da Salvatore Brandanu ed edita dall’Istituto delle Civiltà del Mare con cofinanziamento dell’amministrazione comunale di San Teodoro, contiene anche una selezione delle relazioni delle conferenze svoltesi, sempre a San Teodoro, tra il novembre 2003 e l’aprile 2004. Il libro contiene citazioni di Marziano Guglielminetti «La lingua italiana nel processo di unità nazionale»; Giulio Paulis «Lingue subregionali in Sardegna»; Giovanni Pirodda «Alle origini della letteratura gallurese»; Renzo De Martino: «Galluresi e corsi nella lingua e nella cultura»; Aldo Maria Morace «Carlo Varese e il romanzo storico in Sardegna»; Dominique Antona (Università di Corte in Corsica): «La letteratura corsa nella sua relazione con la letteratura sarda contemporanea e in particolare con quella gallurese»; Manlio Brigaglia: «Il futuro del gallurese»; Tomaso Panu: «La Consulta intercomunale Gallura e la tutela e valorizzazione del gallurese»; Salvatore Brandanu: «Gallurese e galluresi, una lingua un popolo». Nella seconda parte della pubblicazione sono riportati scritti di Piero Canu, «Elementi di tradizioni popolari galluresi»; Franco Fresi, «Tradizioni della Gallura»; Salvatore Brandanu, «Abbigliamento tradizionale gallurese». La pubblicazione rientra nei programmi dell’Istituto delle Civiltà del Mare e del Comune di San Teodoro, tendenti a promuovere e a diffondere la lingua e la cultura gallurese. (s.s.)
 
 
7 -  La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Cagliari
I sindaci: l’università va sostenuta
Protesta per i tagli nella finanziaria regionale alle facoltà decentrate
 IGLESIAS. Dopo gli studenti insorgono anche i sindaci del territorio per i tagli decisi dalla giunta Soru alle università diffuse dell’isola. Le pesanti riduzioni alle casse dell’università del Sulcis Iglesiente mette a rischio l’attività didattica delle tre facoltà che alcune centinaia di giovani hanno deciso di frequentare per la qualità dell’insegnamento e per la disponibilità di un laboratorio all’aperto come quello che il territorio può offrire in materia di recupero ambientale e disponibilità di fonti dirette.
  La voce della protesta è stata avvertita in tutti i centri del Sulcis Iglesiente che non intendono rinunciare alla presenza dell’università. «C’è indubbiamente preoccupazione per quanto potrebbe accadere - ha spiegato il sindaco di Iglesias, Paolo Collu - perchè la presenza di tre facoltà nel territorio ha contribuito a far fare a questa zona un salto di qualità importante nel campo della ricerca scientifica. È bene ricordare che la facoltà di scienza dei materiali ha consentito ad alcune decine di giovani, il conseguimento di una laurea che è apprezzata dagli imprenditori dell’isola e del continente. Per evitare che questi tagli cancellino l’università del Sulcis Iglesiente ho inviato una nota al presidente della giunta regionale e all’assessore regionale alla istruzione perchè vengano confermate le somme concesse gli scorsi anni. Il presidente Soru, in più occasioni, ha dichiarato che la regione deve investire in cultura e ha sempre sottolineato che la Sardegna ha il minor numero di laureati rispetto alle altre regioni e la riduzione dei finanziamenti contrasta con le manifestazioni verbali». Per i sindaci della zona i tagli alle Università diffuse sono l’ennesima prova che “la periferia è sempra soggetta a discriminazioni”. «Non tutte le famiglie possono permettersi il lusso di far soggiornare i propri figli a Cagliari o in città dalle facoltà prestigiose - ha aggiunto il sindaco di Gonnesa, Sergio Puddu. - Registro che parecchi giovani del paese hanno interrotto gli studi a Cagliari per motivi economici. Alla regione ci si dimentica della crisi che grava nel territorio e si usa la forbice, per far quadrare i conti, senza valutare le pesanti ripercussioni che certe operazioni di chirurgia finanziaria comportano». E non sono solo i tagli a mettere in crisi la struttura universitaria del Sulcis Iglesiente: nella finanziaria si è fatto si è messo tutto in un unico calderone senza valutare la qualità dei risultati ottenuti. Anche il sindaco di carbonia, Tore Cherchi, invita le autorità politiche regionali a rivedere le decisioni. «Sono un convinto assertore - ha precisato Tore Cherchi - del fatto che l’università di Monteponi sia patrimonio dell’intero territorio e dell’intera isola e non può essere cancellata. Come sindaco di Carbonia e come persona impegnata politicamente farò giungere alla commissione bilancio e cultura della regione le ragioni che devono continuare finanziare quell’importante iniziativa. Ritengo, e da parlamentare lo avevo a suo tempo sostenuto, che l’università del Sulcis Iglesiente, era un tassello importante per la riconversione del territorio: si deve spendere in cultura e tecnologia se non si vuole retrocedere e la regione deve fare la sua parte». E la voce del malessere degli studenti, dei sindaci e degli abitanti del territorio entrerà nel palazzo regionale con una serie di emendamenti alla finanziaria presentati dai consiglieri regionali Giorgio Oppi, Francesco Sanna e Mauro Pili. «Dovrebbe bastare una sola considerazione per garantire all’Ausi le somme necessarie per proseguire l’attività: i laureati in Scienza dei materiali non rimangono disoccupati - ha concluso Collu.- E credo che appena sarà completato il corso anche per Informatica e ingegneria ambientale si avranno gli stessi effetti».(e.a.)
 
 
8 –  La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Cagliari
UNIVERSITÀ
Non perderanno un anno per la laurea specialistica
 CAGLIARI. Per mesi hanno chiesto di non dover aspettare il nuovo anno accademico per iscriversi al corso di laurea specialistica.
 Ora le loro richieste sono state esaudite: i laureati nei mesi di dicembre e febbraio hanno tempo sino al 28 di questo mese per unirsi ai loro colleghi e partire con la laurea specialistica.
 L’importante traguardo è stato raggiunto durante l’ultima seduta del Senato accademico quando le richieste pressanti portate all’attenzione del rettore da diversi gruppi studenteschi (Università per gli studenti in prima linea) hanno trovato finalmente ascolto.
 Una decisione che era nell’aria già da qualche tempo: da quando cioè i portavoce degli studenti avevano ricevuto concrete garanzie sul fatto che il rettore stesse esaminando la questione, e studiando possibili soluzioni.
 Tutto è cominciato con il via della riforma universitaria: con un triennio, in previsione di una laurea di primo livello, cui s’aggiunge un biennio per l’ottenimento della laurea specialistica. Per chi però discuteva la tesi nelle sessioni previste a dicembre e febbraio il tutto si traduceva quasi in una beffa: per iscriversi alla laurea specialistica occorreva aspettare il nuovo anno accademico, perdendo così mesi preziosi.
 D’ora in avanti la situazione sarà diversa: le raccolte di firme, e le continue richieste al Senato accademico e al rettore di riconsiderare il problema alla fine hanno dato i loro frutti, e anche se il secondo semestre è alle porte i neo laureati di primo livello potranno iscriversi lo stesso.
 La mossa del Senato accademico ha prodotto anche un altro risultato: portare l’ateneo cagliaritano alla stregua delle altre università italiane, che già da tempo avevano risolto questo problema con una seconda data per le iscrizioni. (s.z.)
 
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
L’agricoltura del futuro si fonda sull’ecosistema
ALGHERO Quattro giorni di workshop
 SASSARI. «Gestione degli ecosistemi e agricoltura». È il titolo del workshop organizzato dal Servizio agrometeorologico regionale per la Sardegna, per conto dell’assessorato Affari generali, personale e riforma della Regione. L’importante manifestazione si aprirà domani ad Alghero, con inizio alle 9,30, e si concluderà venerdì nella sala convegni dell’Hotel Carlos V.
 Scopo del ciclo di seminari è quello di riunire alcuni dei maggiori esperti internazionali nel campo dell’ecologia e dello studio degli agroecosistemi, per trasferire alla realtà sarda le esperienze maturate in altre parti del mondo. I campi di interesse riguardano studio, monitoraggio e gestione degli ecosistemi sia naturali sia agrari.
 I temi affrontati saranno quelli della siccità e variabilità climatica nell’ambiente mediterraneo; il monitoraggio e la modellizzazione di agenti patogeni per le piante di interesse agrario, forestale e naturalistico; la razionale gestione dell’irrigazione negli agro-ecosistemi mediterranei; l’influenza della meteorologia sugli ecosistemi zootecnici.
 La complessità dei fenomeni fisici e biologici che regolano gli ecosistemi agrari e naturali richiede una visione olistica delle problematiche relative alla razionale gestione delle pratiche agricole e delle risorse naturali, in modo da creare i presupposti per una produzione basata sui principi della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente.
 Lo sviluppo di modelli di sostenibilità dei «sistemi ecosociali» vuole considerare tutti i fattori che ne condizionano la funzionalità, e in cui l’uomo, primo attore, è sempre di più vittima di uno sviluppo incontrollato e del conseguente degrado ambientale.
 Fra i relatori Johann Baumgärtner (International centre of insect physiology and ecology, Ethiopia), Sven Erik J@rgensen (University of Copenhagen), Antonio Navarra (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Roma), Peter J. van Soest (Cornell University), Andrew Paul Gutierrez (University of California, Berkeley), Richard Snyder (University of California, Davis), Jean Palutikof (Met Office, U.K.) e Francesco Tubiello (Columbia University - Iiasa,Laxenburg), che interverranno insieme con eminenti docenti e ricercatori afferenti a Università italiane e a dipartimenti del Cnr.(a.re.)
 
 
10 – Corriere della Sera
Inaugurazione anno accademico. Il rettore: corsi di laurea in scienze dell’amministrazione al vecchio San Gerardo
Fontanesi: l’università Bicocca punta su Monza
MONZA - Un battesimo in piena regola, ieri mattina, per l’università di Monza. Per la prima volta in sette anni, la Statale Bicocca di Milano ha scelto la sede di Monza della facoltà di Medicina e Chirurgia, per la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico. Nell’aula magna della facoltà, alla presenza del cardinale Dionigi Tettamanzi, del viceministro dell’Istruzione Guido Possa e dei sindaci di Milano e Monza, il rettore Marcello Fontanesi ha illustrato i perché di questa scelta. «Siamo qui - ha spiegato Fontanesi - per ribadire l’interesse della nostra università per un rafforzamento del polo universitario di Monza sia con il potenziamento delle strutture e delle iniziative didattiche e di ricerca della facoltà di Medicina, sia mediante l’attivazione di nuove iniziative formative che possano contribuire allo sviluppo culturale e socioeconomico di tutto il territorio della Brianza. E vogliamo coinvolgere in questo programma, oltre all’università anche enti locali pubblici e privati». Chiaro il riferimento all’accordo da 8 milioni di euro firmato nel novembre scorso da Regione e università per costituire all’ospedale San Gerardo un centro di ricerca internazionale con il potenziamento della microchirurgia della mano, dello studio sulle cellule staminali e per la realizzazione di un ciclotrone per l’applicazione in campo oncologico.
Non c’è però solo la facoltà di medicina nei progetti di Milano Bicocca: «A Monza vorremmo far partire da settembre un corso di laurea in Scienza dell’amministrazione in un padiglione del vecchio ospedale - ha spiegato Fontanesi -. Ne abbiamo parlato a lungo con il sindaco ma ora i tempi stringono. Se entro il 31 marzo non sarà presentato il piano dell’offerta formativa al Comitato universitario nazionale, rischiamo di far slittare il progetto di un anno».
«Non ci saranno ritardi - assicura il sindaco Michele Faglia -: in settimana firmeremo la convenzione con l’ospedale per avere in comodato d’uso un padiglione del vecchio ospedale e in bilancio ci sono già gli stanziamenti per la sua ristrutturazione».
Nel frattempo l’università Milano Bicocca, che a Monza conta 2 mila dei 30 mila iscritti, sta mettendo a punto il progetto per realizzare su un’area di 13 mila metri al confine tra Monza e Vedano un campus universitario su modello americano con alloggi, servizi per gli studenti (dalla lavanderia alla palestra), nuovi spazi per la didattica e un auditorium.
 
 
11 – Corriere della Sera
La via italiana alla ricerca
L’ANNUNCIO Angelo Vescovi, condirettore dell’Istituto per la ricerca sulle cellule staminali dell’Istituto San Raffaele di Milano, ha annunciato una «cura italiana» alla sclerosi con cellule fetali: cellule staminali neurali (progenitrici di quelle nervose) coltivate in laboratorio da quelle prelevate dieci anni fa a feti abortiti spontaneamente
LO STUDIO
La sperimentazione dovrebbe coinvolgere una ventina di malati in stadio avanzato e dovrebbe iniziare nel 2006. Costo complessivo: 2 milioni e mezzo di euro. A coordinarla sarà il Constem, il Consorzio per la ricerca sulle cellule staminali, che ha fra i suoi partner il Policlinico di Milano, l’Università di Bergamo e alcune aziende private
 
Annuncio del professor Vescovi
 
«Partirà entro un anno la sperimentazione su cellule d’origine fetale»
Mentre a Pechino il neurochirurgo Huang Hongyun è travolto dalla richieste dei malati di Sclerosi laterale amiotrofica, (degenerazione progressiva dei nervi che comandano vari muscoli), in attesa del suo «miracoloso» intervento con cellule di feti abortiti - ma manca qualsiasi conferma scientifica - ieri a Roma Angelo Vescovi, Condirettore dell’Istituto per la ricerca sulle cellule staminali dell’Istituto San Raffaele di Milano, ha annunciato come prossima una "cura italiana" con cellule fetali. Più precisamente con cellule staminali neurali (progenitrici di quelle nervose) coltivate in laboratorio da quelle prelevate dieci anni fa a feti abortiti spontaneamente (in parte di provenienza canadese, in parte fornite dalla Clinica Mangiagalli di Milano dopo che il Comitato etico dette parere favorevole alla loro donazione all’Istituto Besta di Milano, dove, allora, lavorava Vescovi). La sperimentazione che coinvolgerà una ventina di malati in stadio avanzato, dovrebbe partire nel 2006 e costerà complessivamente 2 milioni e mezzo di euro. A coordinarla sarà il Constem, il Consorzio per la ricerca sulle cellule staminali nato nel maggio del 2003, che conta fra i suoi aderenti il Policlinico di Milano, l’Università di Bergamo e una serie di aziende private.
Si tratta, in pratica, di un trapianto, ma l’attenta selezione delle linee cellulari prodotte in laboratorio, dovrebbe, come ha annunciato Vescovi a margine del convegno sulla fecondazione assistita organizzato presso l’Accademia dei Lincei, ridurre notevolmente i fenomeni di rigetto e, di conseguenza, costringere ad una terapia immunosoppressiva più blanda.
La notizia ha lasciato sorpresi molti dei ricercatori italiani impegnati in questo settore. Giulio Cossu, Direttore dell’Istituto di ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele, commenta: «Non sono a conoscenza in modo dettagliato di questo progetto di sperimentazione che Vescovi realizzerà con il Constem; ritengo comunque che gli studi sull’animale siano stati così incoraggianti da far ipotizzare il passaggio all’uomo in tempi relativamente brevi».
Interventi con cellule fetali sono stati tentati negli anni scorsi in malati di Parkinson, ma dopo qualche evidenza positiva iniziale, la verifica su tempi più lunghi ha dimostrato che le cellule trapiantate sopravvivono nel cervello, ma nella maggior parte dei casi non riescono a dare un miglioramento significativo dei sintomi.
«Si stanno muovendo i primi passi - ammonisce Cossu - . E’ necessaria la massima prudenza: altrimenti rischiamo di creare false illusioni a malati gravi».
 
 
12 -  Il Mattino
Usa, due italiani capifila delle nuove ricerche sulla biochimica del sonno
Si è aperta la caccia ai geni del sonno, che si attivano quando ci si addormenta e che sembrano avere un ruolo sempre più importante nel funzionamento delle cellule nervose. Se un tempo si credeva al sonno ristoratore, che faceva riposare i muscoli dalle fatiche della giornata, oggi è sempre più chiaro che il sonno è un toccasana soprattutto per il cervello. Ad aprire questo nuovo filone di studi sono gli italiani Giulio Tononi e Chiara Cirelli, che da tempo lavorano negli Stati Uniti all’università del Winsconsin. Contrariamente a quanto si è sempre creduto, sono pochissimi i benefici che un lungo sonno porta all’organismo. I muscoli, per esempio, non riposano mai, ma si limitano a rilassarsi per brevi periodi. Vantaggi, però, sembrano esserci per il metabolismo. Studi molto recenti, condotti dallo stesso gruppo di Tononi, hanno dimostrato invece che il sonno è prezioso per il cervello perchè è grazie ad esso che riesce ad organizzarsi, eliminando le informazioni inutili che ha accumulato nel lavoro di un’intera giornata e preparandosi ad affrontare al meglio il giorno successivo. «Il sonno porta consiglio», ha sempre suggerito la saggezza popolare. Ma ora anche un recentissimo studio, condotto dall’università tedesca di Lubecca, ha dimostrato che dormire aiuta a riorganizzare le idee e le esperienze. Per identificare i cambiamenti che avvengono nell’attività dei neuroni, le cellule cerebrali, durante il sonno, all’università dell’Arizona, Usa, si stanno sperimentando sui ratti particolari microelettrodi. Al momento è possibile controllare fra 50 e 100 cellule, dei 125 milioni di neuroni presenti nel cervello di un roditore. Un altro studio americano, del Reed army institute of research di Silver spring ha dimostrato che il cervello comincia ad utilizzare una quantità di glucosio decisamente inferiore rispetto alla norma dopo un periodo di veglia di 24 ore. Una riduzione che avviene soprattutto nella corteccia e che si riflette in una minore efficienza nelle attività cognitive più complesse. Il nuovo approccio alle basi biologiche del sonno punta a identificare quei geni che si accendono quando il cervello si addormenta, confrontandoli con ciò che accade in situazioni molto diverse, ad esempio quando si è svegli e riposati, oppure in situazioni di deprivazione di sonno. Ratti, moscerini della frutta, criceti e, soltanto più recentemente l’uomo, sono i protagonisti di quest’ultima frontiera delle ricerche sul sonno. E come al solito, anche in questo caso il moscerino della frutta si è dimostrato uno dei migliori alleati dei ricercatori: ha infatti permesso di identificare almeno 8.000 mutazioni legate a individui che dormono molto poco. L’obiettivo è identificare i meccanismi cellulari che permettono ai moscerini portatori di queste mutazioni di essere sempre svegli ed assolutamente efficienti pur dormendo pochissimo
(31.01.05)
 
 

Questionario e social

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