Martedì 8 febbraio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 febbraio 2005
 
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
Ufficio stampa

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 14 – Cultura
Mostre. Da venerdì nelle sale della Cittadella dei Musei di Cagliari, statue ed oggetti, conferenze e una tavola rotonda
Farsi sedurre dal fascino dei tesori dell'arte e della storia sarda
Indietro, molto indietro nei secoli, a raccontare storia e arte attraverso cocci e capitelli, statue di legno e oggetti d'argento, edifici romanici e fortificazioni militari. Nelle sale della Cittadella dei Musei di Cagliari una serie di pannelli esplicativi, e numerose conferenze, informano sui risultati ottenuti dal Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico Artistiche della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari in collaborazione con le Soprintendenze per i Beni Archeologici delle province di Cagliari e Oristano, Sassari e Nuoro. "Ricerca in Cittadella" è il sobrio titolo della manifestazione che verrà inaugurata venerdì 11 alle 17 e si chiuderà il 4 marzo con una tavola rotonda sullo "Stato della ricerca nel campo archeologico e storico ? artistico in Sardegna ", con la partecipazione dei docenti del Dipartimento e dei soprintendenti regionali. Un'iniziativa alla quale gli addetti ai lavori invitano tutti i profani ovvero coloro che pur non avendo dimestichezza con antichi codici e epigrafi latine, si lascino per qualche giorno attrarre dai reperti emersi da un passato di contaminazioni culturali. Echi orientali nella Dormitio Virginis conservata a Santa Croce di Martis: la Madonna ha gli occhi chiusi, le sopracciglia sottili, i capelli divisi in due bande. Unico esempio, in Sardegna, di scultura a tutto tondo in un unico blocco di legno. Ha le mani sul grembo, la Vergine, ma il San Nicola ritrovato nella chiesa di San Nicola di Trullas, le mani le ha perdute. Mantiene ancora il robusto legno di salice in cui è stato sbozzato, un rosso camauro papale in testa, il cingolo in vita e la veste chiusa al collo con tre bottoni. Raro particolare, come sono insolite le sue fattezze giovanili. La Madonna col Bambino del retablo di Villamar è attribuita a Giovanni di Nola, d'evidente origine campana, e fa parte di una sezione della mostra in cui s'indaga sulle influenze campane sull'arte sacra sarda. Ne fanno parte, per esempio, Santa Barbara di Sinnai, col suo doppio corredo di vesti e un'elaborata acconciatura e l'Ecce Homo del duomo di Cagliari. La Madonna col Bambino dell'Episcopio di Bosa somiglia all'Addolorata del Museo di Capodimonte e San Michele Arcangelo di Cagliari ricorda altri angeli venerati in altre parti d'Italia. Un prezioso documento, datato 1620, attesta che il napoletano Giuseppe De Rosa, per il tramite di un tal Giovan Domenico Silos della Compagnia di Gesù, venne pagato "per l'indoratura, graffiatura e coloritura di un San Michele Arcangelo con tabernacolo e tre para d'angeli colli candelieri ogni cosa di legno, che servono per la chiesa del Collegio di Cagliari in Sardegna". Procedimenti tecnologici evoluti, come l'archeometria e l'analisi dendrologica, si alleano all'incrollabile pazienza degli studiosi anche nel momento forse più delicato del ritrovamento, ovvero il corretto ripristino dei manufatti. Recentemente restaurati, lo stendardo ligneo della Cattedrale di Suelli, con da una parte la Vergine e dall'altra il Cristo. Era coperto di nero ?fumo, polvere, vernici, olio secco. Così la Madonna del Silenzio e la pala d'altare della chiesa parrocchiale di Carloforte e San Sisinnio di Masullas, uscito da una bottega toscana nel primo Quattrocento e attaccato dall'umido e dai parassiti. Non manca in mostra una sezione dedicata agli arredi d'argento del Duomo di Cagliari. Fu nel 1620, era il 23 gennaio, che i mastri palermitani, a spese dell'amministrazione cittadina, montarono il tabernacolo che riproduceva un tempio rinascimentale a tre ordini, cui vennero in seguito accostati i bandoni e il paliotto di gusto barocco. I candelieri a sbalzo e cesello costarono 1300 scudi e furono eseguiti probabilmente da Pere Aresu e Miguel Xinus, platers cagliaritani di Villanova, assieme ad Andrea de Amato e Jacomo de La Rosa, calderers siciliani che vivevano nel quartiere La Pola. Vasto spazio è dedicato agli scavi di Sant'Eulalia la cui cisterna romana, divenuta nei secoli successivi una discarica, restituisce calcinacci, frammenti di pavimenti e di vasi e, dal suo fondo più fondo, pezzetti di ceramica punica. Le conferenze in programma nell'ambito della mostra riguardano l'archeologia cristiana e medievale, pre-protostorica, classica. "Ricerca in Cittadella ", alla sua seconda edizione, si avvale del contributo organizzativo e scientifico dei docenti Simonetta Angiolillo, Annamaria Comella, Antonio Maria Corda, Roberto Coroneo, Carla Del Vais, Maria Luisa Frongia, Marco Giuman, Carlo Lugliè, Rossana Martorelli, Alessandra Pasolini, Maria Grazia Scano, Giuseppa Tanda, Giovanni Ugas. Alessandra Menesini
 
2 - La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Nuoro
 Master in pedagogia per giovani laureati
  NUORO. Nuovo master all’Università degli Studi di Firenze. È stata prorogata al 9 marzo 2005 la data di scadenza per l’iscrizione alla prima edizione del Master Universitario di primo livello in Pedagogia relazionale riservato ai giovani laureati del vecchio e nuovo ordinamento.
 Obiettivo del Master è quello di formare operatori esperti nel campo dell’educazione e nel gestire efficacemente le relazioni interpersonali esistenti nei più diversi ambiti dell’agire e del vivere associato: in pratica nelle scuole, aziende, organismi sociali, ospedali, istituzioni pubbliche e private di vario genere. Vale a dire dove si presentano continuamente problemi connessi appunto a rapporti inter-individuali e intra-comunitari spesso estremamente delicati e complessi, da affrontare e risolvere in modo razionalmente ed eticamente appropriato.
 Per informazioni relative alle nuove iscrizioni al master universitario chiunque sia interessato può telefonare al seguente numero: 347.6905938.
 
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Sassari
LETTERE
Quale lingua sarda
si vuole insegnare?
 Difficilmente vedrò pubblicata questa mia nota perché, come al solito, è contro corrente, tuttavia voglio tentare.
 Quale lingua sarda si vuole insegnare nelle scuole? Innanzi tutto una lingua non si apprende in una scuola ma nella vita vissuta. Ho appreso l’inglese e il portoghese vivendo quotidianamente in Inghilterra e in Portogallo e parlando con i residenti. Nonostante il mio cognome non proprio sardo sono nato e vissuto in Sardegna apprendendo i diversi idiomi viaggiando e vivendo per motivi di lavoro e personali nel Cagliaritano, nella Gallura, nel Logudoro, dove sono nato, nel Sassarese e in quella parte più interna della Sardegna dove parlano un idioma, strettamente derivato dal latino (pone mihi duos panes in bertula,), ma pronunziato con un accento fortemente aspirato tanto da essere incomprensibile a numerosi sardi.
 Ed è a questo proposito che voglio riferire su un episodio che giustifica la domanda: quale lingua? Per motivi di salute sono stato ricoverato per un certo periodo nell’ospedale di Ozieri che è un bacino di utenza plurilingue. Nella mia stanza era ospite un paziente proveniente da un paese di quella parte della “Barbagia” dove si parla ancora il latino fortemente aspirato. Fra gli infermieri erano in servizio alcuni che, provenienti dalla penisola, parlavano solo italiano, altri logudoresi, altri del sassarese, altri dalla Gallura ed una infermiera di Cagliari. Ho dovuto fare il traduttore ufficiale per tutta la durata della mia degenza. Era presente anche un algherese ma, poiché ho studiato l’idioma catalano, dal libro del “malgagliò” in questo caso sono stato di poco aiuto. Le difficoltà di comunicazione fra paziente “barbaricino”, che parlava solo il suo idioma, e gli infermieri sono state enormi. L’incomunicabilità era totale con la signora cagliaritana, il sassarese e il gallurese. Ma ciò che mi ha maggiormente sorpreso è stata la difficoltà a capirsi fra il logudorese e il paziente “barbaricino”. La mia opera di traduttore è stata preziosa e anche alcuni medici hanno chiesto il mio intervento. Appare pertanto legittima la mia domanda: quale lingua sarda vogliamo insegnare nelle nostre scuole? Probabilmente si dovranno insegnare numerose lingue. Ne vale la pena. Non sarebbe meglio insegnare bene l’inglese?
prof. Giuseppe Rivoira docente universitario
 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
 Crescono i giovani disoccupati: 14mila hanno meno di trent’anni
 Nuove opportunità per chi cerca un lavoro: il Centro per l’Impiego avvia un servizio di accoglienza, orientamento e consulenza
  SASSARI. Disoccupazione giovanile in aumento anche nel territorio. Gli ultimi dati elaborati sulla base degli iscritti nelle liste di collocamento della circoscrizione di Sassari (aggiornati al 31 dicembre del 2004) confermano che, su un totale di 43.074 senza lavoro, 6.172 hanno una età compresa tra i 20 e i 24 anni e 7.316 fanno parte della fascia che va dai 25 ai 29 anni. I diplomati e i laureati alla ricerca (non certo facile) della prima occupazione sono rispettivamente 13.037 e 2.242.
 Gli iscritti nelle liste di collocamento della circoscrizione di Sassari sono stati divisi per categorie: disoccupati (si tratta di coloro che hanno perso il posto di lavoro), inoccupati (quelli in cerca della prima occupazione), uomini e donne, disoccupati per settore di attività economica (agricoltura, industria e altre attività). Il preoccupante dato dei senza lavoro tende a diminuire solamente nei mesi di giugno e luglio e il fenomeno può essere spiegato con l’incremento delle attività stagionali legate al settore turistico-alberghiero che impegna soprattutto i giovani e fa registrare una crescita degli avviamenti favorendo un primo contatto con il mondo del lavoro. Nel mese di giugno dello scorso anno risultavano avviati al lavoro 1.067 giovani con età entro i 29 anni, 932 in quello di luglio contro una media annuale di 640 unità degli altri mesi. Si tratta, comunque, di indicazioni poco confortanti, considerato che tutto ciò è legato alla precarietà del lavoro, una situazione con la quale oggi sempre più categorie di lavoratori si trovano a convivere.
 I profondi mutamenti della società, del lavoro e delle leggi che lo regolano, delle scuole e delle università hanno determinato la necessità, sempre più urgente, di avere a disposizione informazioni corrette, oltre alla disponibilità di nuove competenze trasversali per progettare, scegliere, comunicare.
 Un’attività di orientamento da parte di tutti gli enti interessati, ormai, viene sollecitata da più parti perché ritenuta «assolutamente indispensabile».
 Il Centro per l’Impiego di Sassari (ex ufficio di collocamento) ha confermato che fra breve gli utenti potranno usufruire dei servizi di accoglienza, orientamento e consulenza, incontro domanda-offerta. Nel dettaglio queste attività si concretizzano in una verifica della domanda e del bisogno del cliente (lavoratore o impresa) per una prima informazione di carattere generale verso uno o più servizi specifici; in un’attività di consulenza per un orientamento verso percorsi di formazione e di inserimento al lavoro e, infine, in attività attinenti la raccolta di informazioni su soggetti che richiedono un impiego o l’accesso a una misura di inserimento lavorativo, la raccolta di proposte di impiego delle imprese nonché la loro offerta di opportunità di inserimento lavorativo con tirocini formativi e contratti di inserimento. Proprio al fine di agevolare l’incontro domanda-offerta di lavoro la Regione sarda ha predisposto il Sistema informativo lavoro (la sigla è S.i.l.) già operativo nei centri di Sassari e Ozieri. Il match domanda-offerta e preselezione saranno a breve operativi a livello regionale e nazionale. I giovani in cerca di un’occupazione potranno recarsi nei centri e inserire la propria candidatura, la stessa procedura vale anche per le aziende che devono assumere personale.
 In questo modo l’incontro domanda-offerta avverrà in automatico: in sostanza verranno incrociate le esigenze di professionalità delle aziende con le caratteristiche professionali dei lavoratori inseriti in banca dati. Il servizio è gratuito per le aziende e per i lavoratori.
Andrea Cossu
 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
 L’Ersu senza fondi taglia i servizi
Disagi e proteste per la chiusura della mensa di via padre Manzella
Maria Paola Pasella: «Lamentele sacrosante ma non è colpa nostra»
 SASSARI. Se non è allarme ci manca poco. Le casse dell’Ersu sono semivuote e l’ente non riesce a erogare i servizi con regolarità. L’ultima emergenza riguarda la mensa universitaria di via padre Manzella, chiusa da settembre perché mancano i soldi per garantirne il funzionamento.
 Gli studenti che vogliono un pasto caldo sono costretti a interminabili attese nell’unica mensa aperta, quella di via dei Mille che eroga attualmente circa 1.500 pasti al giorno, più di un terzo del normale. Un aggravio di lavoro dovuto alla mancanza di fondi, come precisa Maria Paola Pasella, presidente del consiglio d’amministrazione. «Le proteste sono sacrosante, ma i disservizi non dipendono da noi - precisa -. Siamo in emergenza perché gli stanziamenti regionali stanno diminuendo anno dopo anno. In queste condizioni non solo è difficile anche garantire le prestazioni essenziali».
 La volontà comunque è riattivare il servizio. «Stiamo cercando di trovare le risorse necessarie per garantire la riapertura in tempi brevi - assicura Omar Hassan rappresentante degli studenti nel consiglio dell’ente -, speriamo di poterlo fare entro pochi mesi».
 Tutto nasce dall’esiguità dei trasferimenti di denaro. L’Ersu è un ente regionale che opera in base alla dotazione finanziaria assicurata dalla Regione la quale, a sua volta, fa le scelte in ragione dei fondi assicurati dallo Stato. La conferma dei tagli è arrivata il 3 febbraio: cinque righe di fax su carta intestata dell’assessorato alla Programmazione con la quale si bloccano sia le nuove assunzioni sia le sostituzioni del personale assente temporaneamente. Attualmente l’unica alternativa è l’esternalizzazione: «Per contenere i costi si sta percorrendo la via dell’appalto esterno - conferma Hassan -, ma così si rischia di disperdere il patrimonio di professionalità dei dipendenti».
 La mensa non è solo l’unico problema. Anche le borse di studio diminuiscono progressivamente, ma è l’intera programmazione che rischia di essere bloccata. Gli esempi sono innumerevoli, come testimoniato dall’imponente pila di carte sul tavolo del consiglio d’amministrazione. «Gli alloggi di via Canopolo sono chiusi da quasi un anno - afferma la presidente Pasella - perché non ci sono i soldi per le ristrutturazioni. Gli studenti sono stati trasferiti in via Verona, ma resta il fatto che ci sono 25 posti letto in meno rispetto a quanto preventivato. In questa situazione la stessa manutenzione ordinaria degli edifici di nostra proprietà è a rischio».
 Nonostante la cura dimagrante impostagli dalle ultime finanziarie regionali, l’Ersu ha portato avanti un robusto programma di investimenti. Tra gli esempi più recenti spiccano gli abbonamenti agevolati per chi usa i mezzi di trasporto pubblico e il servizio sanitario per i fuorisede. «Si tratta di due servizi molto importanti - conclude Maria Paola Pasella -. Il primo consente agli studenti di avere abbonamenti con forti sconti con tutti i maggiori vettori di trasporto regionali. Per avere l’agevolazione è sufficiente presentare il libretto universitario aggiornato; così ci si può muovere per tutta la regione a costi molto vantaggiosi. Chi frequenta l’università a Sassari, inoltre, può spostarsi spendendo poco più di 12 euro al mese. Un’altra novità è quella del servizio sanitario gratuito per i fuorisede. Chi vuole può rivolgersi a noi per prenotare visite specialistiche senza pagare niente».
Giovanni Runchina
 
 
 
 
 
6 – Corriere della Sera
Ieri l’inaugurazione dell’anno accademico all’università Liuc di Castellanza (Varese)
 
«I nostri laureati? Trovano lavoro in 18 giorni»

Lamperti: «Vincente la formula del marketing territoriale». Formigoni: «Rilanciare la creatività»
CASTELLANZA (Varese) - «Quelli» di economia aziendale impiegano mediamente 41 giorni; 46 i ragazzi di giurisprudenza e, nonostante la congiuntura sfavorevole, soltanto 18 gli ingegneri. «I nostri laureati - ha detto Paolo Lamperti, presidente del Liuc, inaugurando il 14° anno accademico, presenti il presidente della Regione Roberto Formigoni e le massime autorità della provincia di Varese - sono infatti tra i più fortunati perché non conoscono la disoccupazione: al termine degli studi vengono subito assunti». Indicatore chiaro, anzi chiarissimo, che il Liuc con i suoi corsi di studio, la didattica integrata da molti stage in azienda, i periodi di tirocinio all’estero, ha centrato l’obiettivo.
«Credo - ha proseguito Lamperti - che possiamo essere soddisfatti del lavoro svolto in questi anni soprattutto attraverso i nostri centri di ricerca che hanno contribuito a radicare l’ateneo ancora più sul territorio e hanno aperto una nuova frontiera, quella del marketing territoriale, sulla quale si gioca il futuro economico di ciascuna area perché le imprese, nell’era della globalizzazione, non possono vincere nessuna sfida competitiva se non hanno dalla loro parte un terreno favorevole che le aiuti nel loro compito ogni giorno».
E su queste linee-guida si muoverà anche nel 2005 la «Cattaneo», che manderà un’intera classe di 45 studenti in una delle più prestigiose università della Cina, la Fudan University di Shangai, per capire l’economia, la cultura e le abitudini delle imprese asiatiche e avviare i contatti con questo mercato in fortissimo sviluppo.
«La strada su cui ci muoveremo - ha sottolineato il rettore Gianfranco Rebora - sarà quella di valorizzare il potenziale e il sistema dei servizi offrendo risposte più adeguate e personalizzate, garantendo un’ampia offerta di stage e di esperienze internazionali a tutti gli studenti che vorranno avvalersene e una formazione di qualità sempre più elevata».
Una formazione di qualità da cui non può prescindere la Lombardia, che con i suoi 32 mila addetti è al primo posto in Italia come performance nel settore scientifico (la Regione investe annualmente nella ricerca 3 miliardi di euro, pari al 35% di quanto viene investito in Italia) e vanta la metà dei brevetti italiani. «Oggi - ha rilevato Roberto Formigoni - è evidente che innovazione e creatività hanno l’esigenza di essere valorizzate e rilanciate per poter continuare a produrre sviluppo. L’alleanza tra governo regionale e università e territorio diviene sempre più cruciale per fare della Lombardia un vero sistema di innovazione capace di confrontarsi con i nuovi competitori mondiali».
Elena Raff
 
 
8 – Corriere della Sera
La rivista
LA POLEMICA Sono due i saggi di Eugenio Di Rienzo contenuti nel numero in uscita di «Nuova Storia Contemporanea», la rivista diretta da Francesco Perfetti. Oltre a quello sul dissidio tra Renzo De Felice e il «Dizionario biografico degli italiani», ne esce un altro sulla figura del maestro di De Felice, Delio Cantimori (nella foto), intitolato «Delio Cantimori, un dopoguerra storiografico»
L’INDICE
Il numero comprende anche un articolo di Andrea Ungari, che si occupa del libro di Sergio Luzzatto «La crisi dell’antifascismo» e un intervento dello storico tedesco Ernst Nolte («La civiltà occidentale: questioni e problemi») Sulla rivista diretta da Perfetti troviamo inoltre ricerche realizzate da Paolo Nello («Fascisti in democrazia»), Federico Miglia («Intrighi balcanici, fascismo e "democrazia parallela"») e Juan Carlos Martinez Oliva («L’Italia, il Piano Marshall e l’Unione Europea dei pagamenti»)

I PROTAGONISTI
La vicenda ricostruita da Di Rienzo riguarda tre importanti studiosi di storia contemporanea
Renzo De Felice (1929-1996) è considerato a livello internazionale il più importante storico del fascismo italiano. Tra le sue opere, oltre alla fondamentale biografia di Mussolini in diversi volumi, una pionieristica «Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo»: entrambe fanno parte del catalogo Einaudi
Lo storico Piero Melograni è autore di diverse opere sul fascismo, la prima guerra mondiale, l’Italia repubblicana, le sfide della modernità. Ha curato anche un volume sul «Corriere della Sera» dal 1919 al 1943. Il suo libro più recente è «Wam, la vita e il tempo di W. A. Mozart» (Laterza)
Piero Craveri, storico, è preside della facoltà di Lettere dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Si è occupato di storia del sindacato e ha scritto il volume su «La Repubblica dal 1958 al 1992» della Storia d’Italia della Utet. Ha pubblicato nel 2003 una raccolta di saggi intitolata «La democrazia incompiuta. Figure del ’900 italiano» (Marsilio)
 
 
9 – Corriere della Sera
 
 
Mons. Sgreccia
Ha scritto un celebre «Manuale» tra credo, filosofia e biotecnologie
I temi scottanti della nostra società, inerenti al rapporto tra fede e scienza, (dalla fecondazione artificiale, all’aborto, all’eutanasia) sono da sempre al centro del lavoro di monsignor Elio Sgreccia, 76 anni, marchigiano, che nel 1986 scrisse un Manuale di bioetica in due volumi (Vita e pensiero, la seconda edizione è del 1991) considerato un testo fondamentale sull’argomento. Tra i promotori dell’Istituto di bioetica dell’Università Cattolica Sacro Cuore presso il Policlinico Gemelli di Roma, Sgreccia è stato segretario del Consiglio Pontificio della Famiglia, prima di diventare vice-presidente e ora presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Questi organismi sono stati creati da Giovanni Paolo II nell’81 e nel ’94 proprio per dare maggior impulso alla posizione della Chiesa su tematiche etiche, sociali e giuridiche in una società in forte trasformazione. L’Accademia Pontificia ha 51 membri ordinari con competenza in differenti settori delle scienze biomediche.
 
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie