UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 10 febbraio 2005

Giovedì 10 febbraio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 febbraio 2005
Università degli Studi
Ufficio Stampa

1 – L’UNIONE SARDA
Pagina 22 - Cronaca di Cagliari
Università. Oggi il voto che apre il percorso
Stasera il primo passo: Biologia diventa facoltà
La nuova facoltà di Biologia potrebbe muovere il primo passo stasera: il consiglio di Scienze matematiche, fisiche e naturali si riunirà per discutere e votare il progetto e avviare il lungo iter per la creazione della facoltà. Le parole ottimistiche del rettore Pasquale Mistretta, sulla nascita di Architettura, Psicologia e Biologia, hanno dato la prima spinta. Ora i corsi, che hanno acquisito negli anni numeri e competenze per diventare facoltà, sono davvero a un passo dal salto di qualità. «Da venticinque anni Biologia è in costante crescita - spiega Giovanni Biggio, docente di Farmacologia nel dipartimento di Biologia sperimentale - Ci sono molti docenti, abbiamo conseguito eccellenti risultati culturali nei rapporti con il Ministero, e soprattutto aumenta il numero degli studenti». I corsi (due lauree triennali, in Bioecologia applicata e Biologia sperimentale, e tre specialistiche, Biochimica, Biologia marina e Neuropsicobiologia) raccolgono infatti circa il 40 per cento degli studenti di Scienze, mentre le nuove iscrizioni (le matricole) raggiungono il 60 per cento. «È maturato il tempo per fare questo passo - prosegue Biggio - Inoltre Biologia trasformata in facoltà autonoma, gioverà anche agli altri corsi di studio di Scienze, diventata una facoltà gigantesca. Senza dimenticare che si rimarrà una famiglia unita: la Biologia ha bisogno di rami di Matematica e Fisica, e viceversa». Fisicamente la nuova facoltà potrebbe essere divisa nel triangolo tra il polo universitario di Monserrato (con laboratori e strumentazioni tecnologiche), l'edificio di Ponte Vittorio e l'Orto botanico. «Stiamo attendendo i risultati, con punteggio, di un'indagine conoscitiva del Ministero nelle facoltà italiane - prosegue il docente - In caso di esito positivo, avremmo la possibilità di contare su una premialità economica. Anche questo sarebbe un segnale in più della bontà del corso di laurea in Biologia». Ovvio che l'ipotesi di una facoltà indipendente di Biologia non è vista da tutti in maniera entusiastica. Stasera la discussione sarà accesa, anche se non dovrebbe esserci una contrapposizione netta. «Noi siamo a favore - commenta Nicola Pirastu, rappresentante degli studenti nel Consiglio di facoltà di Scienze - Il numero di biologi sta crescendo, ed essere il 40 per cento di tre mila iscritti è un dato da non sottovalutare». Chi ha qualche perplessità è Giovanni Floris, presidente del corso di Scienze Naturali: «Potrebbe avere delle ripercussioni sugli altri corsi, per la separazione dei docenti, metà biologi e metà geologi». In caso di voto favorevole, la palla passerà al rettore che dovrà dialogare con la Regione, prima di portare l'argomento in Senato accademico. Infine, se non ci saranno intoppi, si esprimerà la commissione universitaria del Ministero. Poi la facoltà di Biologia sarà realtà. Matteo Vercelli
 
2 – L’UNIONE SARDA
Pagina 22 - Cronaca di Cagliari
«Qui c'è un problema, ma non è l'igiene»
Ersu. Mensa di via Premuda: alle accuse risponde il cuoco Faustino Melis
«Cari studenti, mangiate tranquillamente alla mensa di via Premuda perché sotto il profilo igienico sanitario ci sono le massime garanzie». Firmato: Faustino Melis, cuoco e uno dei responsabili per la cucina dell'Ente. Ecco servita così, su un piatto d'argento, la risposta a Matteo Murgia, studente universitario nonché consigliere d'amministrazione dell'Ersu per il diritto allo studio. Nei giorni scorsi Murgia aveva sconsigliato ai suoi colleghi di recarsi in mensa per via del licenziamento di dieci lavoratori della ditta esterna che cura la distribuzione e la pulizia del locale. Una drastica riduzione del personale che non garantirebbe il livello di servizio richiesto. «Non si possono confondere i compiti dell'Ente», sostiene polemicamente Melis, «l'Ersu infatti non si occupa della pulizia della cucina ma fornisce gli alimenti e li trasforma in piatti finiti grazie alla professionalità dei cuochi, che sono preparati e formati anche dal punto di vista sanitario. La distribuzione dei pasti e la pulizia di stoviglie e dei locali è affidata a una ditta esterna che a dicembre ha interrotto il rapporto di lavoro con alcuni suoi dipendenti, ma è anche vero che la ditta suddetta lavora sotto il nostro controllo, e noi verifichiamo ogni giorno che le condizioni igienico-ambientali in cui operiamo sono ottimali»». Qualche problema ovviamente esiste, ammette Melis, «ma riguarda più che altro la semplficazione del menù e l'utilizzo di stoviglie di plastica per far fronte alla diminuzione del personale. Sono accorgimenti normali in attesa che, come sembra, venga risolto positivamente il problema». Non si riesce quindi a capire, sostiene il cuoco, l'invito di Murgia ai suoi colleghi di non mangiare in mensa, in quanto l'igiene e la qualità dei pasti è comunque garantita anche con l'organico ridotto: «Credo che il ruolo di un rappresentante del Consiglio di amministrazione sia quello di impegnarsi per risolvere i problemi degli studenti universitari, non per crearne dei nuovi consigliando ai colleghi di andare a mangiare altrove, a chissà quali prezzi. Sarebbe stato molto più utile un altro slogan, e cioè: "andiamo tutti a mangiare in mensa e vediamo che si può fare, in concreto, per aiutare quei dieci ragazzi licenziati"». Fin qui Melis. Tra i giovani chiamati attraverso un'agenzia di lavoro interinale che il 10 gennaio avevano perso il posto, secondo Murgia, «c'erano alcuni studenti che in quel modo si pagavano gli studi, e questo già non va bene. Ma è ancora più inaccettabile scoprire solo dai giornali dei problemi del personale. Per cui, in attesa di sapere «come fa una mensa che prevede l'impiego di 40 persone a tirare avanti con 30», Murgia invitava gli studenti «a mangiare altrove». Invito che in molti hanno addirittura anticipato, visto che a una crescita costante fino al 2002 negli ultimi anni ha fatto seguito un calo di presenze del 10 per cento. Ma per gli studenti il vero problema non rimane la qualità del cibo o le precarie condizioni igieniche denunciate nei giorni scorsi, quanto l'alto numero di pasti gratuiti. Sono davvero poche le persone che pagano per mangiare in via Premuda. (m. c.)
 
3 – L’UNIONE SARDA
Pagina 28 – Provincia di Cagliari
Senorbì
FdS: collegamento con l'Università
Da Senorbì un nuovo collegamento per la Cittadella Universitaria. La direzione generale delle Ferrovie della Sardegna ha inviato una comunicazione scritta al sindaco di Senorbì Adalberto Sanna e al Consiglio comunale per informare che è stata attivata un'autolinea diretta verso la Cittadella Universitaria. La nuova autolinea è in coincidenza con i treni in transito alla stazione di Monserrato, in partenza da Senorbì verso Cagliari e viceversa. (s. sir.) Beneficenza GuamaggioreLa Pro loco in collaborazione con numerosi cittadini e con gli sponsor locali sta organizzando una cena di beneficenza a favore dei territori asiatici colpiti dal maremoto. Gli interessati possono rivolgersi al presidente Pro loco Gian Antonio Tronci (3470307630). (s. sir.)
 
 
4 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 3 – Cagliari
Università. Gli studenti protestano
Caos nella banca dati c’è chi pagherà la mora
CAGLIARI. ‹‹È giusto che uno studente universitario paghi, oltre alle tasse previste, una mora soltanto perché la segreteria non ha caricato i suoi dati, rendendo di fatto impossibile il pagamento?››. A chiederselo è un gruppo di universitari, stizziti per l’ennesima beffa in fatto di pagamento delle tasse: la scadenza era prevista il 31 gennaio, ma tra dati non caricati, e altri andati perduti, diversi studenti non hanno potuto pagare. Per loro il rischio è di essere chiamati a sborsare, oltre alla rata (‹‹che comunque - dicono gli studenti - non è roba da poco››), altri quattrini per la mora.
Secondo gli studenti, le segreterie di diverse facoltà non avrebbero caricato sui computer del Banco di Sardegna i dati necessari al calcolo degli importi dovuti dai singoli universitari. Il disservizio ha reso impossibile i pagamenti visto che da qualche anno a questa parte le tasse possono essere versate solo negli sportelli del Banco. Davanti alla richiesta di chiarimenti, le segreterie sembra abbiano risposto di ‹‹non poter pensare a tutti gli studenti, siete troppi, e queste situazioni devono essere verificate manualmente››.
‹‹È questo il diritto allo studio per il quale - dicono gli universitari - siamo chiamati ad aggiungere 61 euro alla cifra delle altre tasse?››.
La protesa è un grido rivolto al Rettore, Pasquale Mistretta, perché oltre a ‹‹controllare il buon operato delle segreterie››, conceda una proroga nel pagamento delle tasse a chi, ‹‹per errori altrui››, non ha ancora pagato. (s.z.)
 
5 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 4 – Olbia
Università
Servizio biblioteca. Dal 10 gennaio, il corso di economia e imprese del turismo è dotato di un nuovo servizio: quello della biblioteca. Gli studenti potranno avere a disposizione, tramite tessera, manuali e altri libri fondamentali per gli studio. Il corso di economia, inoltre, in collaborazione con l’amministrazione regionale ha organizzato un viaggio riservato ai suoi studenti per partecipare, il 14 febbraio, alla Borsa internazionale del turismo. (se.lu.)
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 7 – Sardegna
di Gianni Buzzoni
Morì dopo trasfusione, pediatra indagata
Sassari: la bambina era stata ricoverata d’urgenza in clinica universitaria
SASSARI. Sei mesi di proroga al pubblico ministero per completare gli accertamenti e fare chiarezza sulla vicenda della morte di Luisa Muretti, la bambina di due anni e tre mesi deceduta nel reparto di pediatria delle Cliniche universitarie poco dopo una trasfusione. E ora c’è una dottoressa iscritta nel registro degli indagati.
Si tratta di M.G.M., e il suo nome è il primo che compare nel registro degli indagati. La decisione è stata assunta dal sostituto procuratore Francesco Gigliotti dopo la deposizione resa, nei giorni scorsi, dal padre della bambina che, davanti al magistrato, avrebbe indicato chi dei sanitari era presente nel momento in cui si decise di praticare la trasfusione alla piccola Luisa. L’inchiesta riprende, quindi, con la novità istruttoria, dopo che le conclusioni dei periti - attestati su posizioni contrastanti - avevano spinto il giudice delle indagini preliminari Carla Altieri a restituire gli atti, per ulteriori approfondimenti, alla procura che aveva chiesto l’archiviazione del procedimento, all’epoca contro ignoti.
I genitori della bambina (originari di Trinità d’Agultu), rappresentati dall’avvocato romano Francesco Baffa, hanno sempre sostenuto nella loro denuncia - basata su una consulenza di parte - che la loro figlia (appena otto chili di peso) aveva un’anemia cronica e, quindi, la trasfusione di sangue d’urgenza era controindicata. Nell’esposto avevano anche evidenziato che nonostante la piccola Luisa fosse entrata in ospedale affetta da tachicardia e tachipnea, i medici - secondo i firmatari della denuncia - non eseguirono alcun esame obiettivo e optarono direttamente per una trasfusione di 250 cc di plasma in tre ore. Secondo la perizia di parte, redatta dalla dottoressa Paola Rapetti di Torino, la morte della bambina sarebbe stata provocata da un edema polmonare acuto dovuto a un sovraccarico di volume determinato dall’immissione di sangue.
Le conclusioni del perito nominato dal pubblico ministero, il dottor Franco Lubinu, invece, erano state di altro avviso: il consulente, infatti, aveva sostenuto che il decesso di Luisa Muretti era stato provocato da una miocardite acuta (non cronica, quindi) e il medico legale non aveva rilevato nelle cure prestate alla piccola paziente (la degenza era durata solo poche ore) carenze, omissioni o negligenze da parte del personale sanitario.
Gli ulteriori accertamenti disposti dal pubblico ministero Francesco Gigliotti tendono a verificare, in particolare, la correttezza o meno del primo approccio medico con le condizioni generali della bambina (la diagnosi e la conseguente scelta terapeutica praticata) e le modalità di esecuzione della trasfusione. Così come chiarezza piena deve essere ancora fatta per quanto concerne la parte relativa al decesso della piccola paziente.
Luisa Muretti, che presentava un quadro clinico molto critico, morì il 10 luglio del 2003.
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 3 – Cagliari
Spettacolo a Scienze Politiche
Lo spettacolo del Teatro Riverrun, Puttana devi morire, per la regia di Monica Zuncheddu, diventa oggetto di studio per l’università: oggi alle 18 sarà messo in scena nell’aula “A” della facoltà di Scienze Politiche. Sul palco: Katia Brigaglia, Sergio Cugusi, Denise Murgia, Veronica Sanna, Alessandra Steri, Elio Arthemalle.
 
 
8 - IL CORRIERE DELLA SERA
Più lavoro, meno studio: così è cambiata la regione
Rapporto Irer: dimezzata in dieci anni la disoccupazione, ma gli studenti universitari sono inferiori che nel resto d’Italia
De Maio: la Lombardia si conferma la locomotiva d’Italia. La Cgil critica l’indagine: omissioni ed esaltazione dei dati congiunturali
MILANO - «La Lombardia è la regione guida d’Italia, la più vicina alle realtà forti d’Europa. Il che vuole dire che ha anche il ruolo gravoso di fare da traino per lo sviluppo e la ripresa del Paese. Indipendentemente da chi la governa». Adriano De Maio, presidente dell’Irer, commenta il rapporto 2005 dell’Istituto regionale di ricerca che analizza le trasformazioni economiche e sociali del sistema lombardo negli ultimi dieci anni. Una situazione rosea, tutta eccellenze e niente emergenze? «Né rosea, né grigia. Diciamo che è meno brutta di quella italiana in generale», sintetizza De Maio, mentre il segretario lombardo della Cgil Nicola Nicolosi critica il rapporto puntando il dito contro «omissioni ed esaltazione di dati congiunturali». «Nessuna versione edulcorata, nel nostro rapporto c’è la fotografia della Lombardia», ribatte però De Maio.
Il governatore Roberto Formigoni sostiene che «sono tante le punte di eccellenza che lo studio mette in luce». E portando ad esempio «le nuove problematiche sociali che si sono manifestate nonostante l’aumento dell’occupazione», ammette «qualche nuova fragilità».
POPOLAZIONE - Rispetto al ’95, nascono 12 mila neonati in più ogni anno. Probabilmente per merito «della dinamica migratoria. Però resta una «regione vecchia»: i lombardi con oltre 60 anni rappresentano un quarto della popolazione.
OCCUPAZIONE - Dimezzata la disoccupazione: nel ’95 era al 7,5%, oggi è al 3,6%. Balzo in avanti del tasso di occupazione, salito al 56,4% con un più 5,4%. La componente femminile tra la popolazione occupata è del 40,5%, a fronte del 37,9% nazionale, con un aumento del 14,8%.
IMPRESE - Oltre 750.000 imprese, 35 mila istituzioni pubbliche e non-profit, 850 mila unità produttive. L’industria perde unità di lavoro: dal 49,8 al 36,2% del totale; in crescita invece i servizi: dal 45,8 al 61,2%.
IMMIGRAZIONE - In Lombardia sono presenti 650 mila stranieri, il 20-25% del totale in Italia.
CASA - L’80% delle famiglie possiede una casa, il 10% in più rispetto al ’95, e il 63% degli anziani abita in una casa di proprietà.
VOLONTARIATO - Aumentato del 20% il numero dei volontari: 115 mila in 4 mila organizzazioni attive soprattutto nel settore socio-assistenziale (36,2%) e sanitario (31%).
SCOLARITA’- In crescita, con forti incrementi nel passaggio alla secondaria superiore: 92,3% contro l’85,4% del ’94. Tuttavia il tasso di scolarità universitaria è inferiore a quello nazionale e a quello europeo.
CONSUMI CULTURALI - Sopra la media nazionale. In Lombardia si concentra il 23% della spesa nazionale per teatri e concerti; il 19% per il cinema.
TRASPORTI - Incremento del 17,7% dei veicoli leggeri, del 22,5% dei pesanti.
SANITA’ - I ricoveri sono diminuiti del 12% e la degenza media del 18. Da superiore alla media italiana a inferiore, la spesa pro capite: 1.400 euro in Lombardia, 1.439 in Italia. Aumentati, invece, enormemente i ricoveri in day hospital (»115%), i posti letto nelle residenze sanitarie per anziani (»21%) e le prestazioni ambulatoriali (» 12%).
POVERTA’- Sono 139 mila le famiglie sotto la soglia della povertà. Cui vanno aggiunte altre 147 mila considerate a rischio.
RICERCA - Nelle aziende private la voce incide sul prodotto interno lordo per lo 0,9%, contro la media nazionale dello 0,53; nella pubblica amministrazione è dello 0,3% rispetto allo 0,5.
Gloria Pozzi
 
 

Questionario e social

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