UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 16 febbraio 2005

Mercoledì 16 febbraio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 febbraio 2005
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
Ufficio stampa
 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 4 – Cronaca regionale
Commissione Bilancio
Scuola materna e università: restano i tagli della Giunta
L’apertura dei lavori slittata di quasi un’ora, sospensioni e impegni imprevisti per i capigruppo della minoranza, impegnati nel tardo pomeriggio nel vertice richiesto dal presidente Soru. In commissione Bilancio, così, non è rimasto il tempo per approvare l’articolo 9 della manovra finanziaria sui finanziamenti in materia di istruzione, cultura, spettacolo e sport. Se saranno state ore sprecate, potrà dirlo solo l’andamento dei lavori nei prossimi giorni. La seduta di ieri è stata interamente dedicata al voto su una quarantina di emendamenti. Fra le bocciature che più hanno dato materia per polemiche, quella dell’emendamento soppressivo- primo firmatario Giorgio La Spisa di Forza Italia- che mirava a ripristinare finanziamenti nella misura del 75 per cento per le scuole materne non statali. Nelle intenzioni della Giunta quei fondi non sono soppressi, bensì consentiti fino al limite massimo del 75%. È vero però che si tratta di contributi potenzialmente limati nella portata dalla dicitura «fino al 75%», ha osservato Giorgio Oppi: «Sino al 75 per cento può anche voler dire 0%». Il capogruppo Udc parla di «bocciatura, che oltre ad andare contro ai 1.600 operatori del settore e ai 14 mila alunni sardi, cozza anche contro il principio della libertà di istruzione sancito dalla Costituzione». Ecco perché Oppi promette anche di rendere pubblico l’elenco dei consiglieri che hanno votato contro. Se i mugugni sono evidenti nel centrodestra, la bocciatura raccoglie, a taccuino chiuso, diverse critiche di parti della maggioranza, in particolare fra le fila della Margherita, naturalmente sensibile riguardo ai problemi delle scuole confessionali non pubbliche. Altra materia del contendere, il fondo unico da 6 milioni e mezzo di euro per i finanziamenti alle università diffuse nel territorio. Secondo il centrodestra la scelta di accorpare i finanziamenti in un unico blocco comporta nei fatti la riduzione del 55% dei fondi riservati a ogni singolo consorzio universitario. Non che non ci sia necessità di ridisegnare una strategia per il sostegno all’università del territorio, ma prima, è il ragionamento, occorre fissare le regole. Per i tagli resta sempre aperta la porta dell’assestamento di bilancio. Ed è sempre sull’argomento università che il centrodestra si è visto bocciare l’emendamento che proponeva un contributo da oltre un milione di euro a favore della Libera Università nuorese "Ailun", ma ha anche incassato l’impegno della maggioranza a ricollocare il finanziamento all’interno del fondo unico, in sede di bilancio. Sorte sospesa per i 50 mila euro proposti, per il Comune di Oristano, dall’emendamento del centrodestra, primo firmatario Mario Diana di An, per il funzionamento dell’Istituto storico Arborense, a spese della programmazione negoziata. Se ne riparlerà al momento di esaminare le tabelle. La commissione ha invece accolto due emendamenti per la valorizzazione della lingua sarda targati Psd’Az: 100 mila euro per borse di studio, altri 50 mila euro per una conferenza su cultura e lingua sarda da svolgersi entro il 2005. I lavori della terza commissione ripartono stamattina alle dieci, con il voto su un pacchetto di emendamenti firmati Psd’Az e Casa delle Libertà. La commissione ieri ne aveva deciso la sospensione per consentire un esame più approfondito.
Roberta Mocco
 
2 – L’Union e Sarda
Pagina 22 – Cagliari
Il coordinamento Atenei-Regione rinvia
Per le nuove facoltà uno stop di 20 giorni
La lunga marcia verso le tre nuove facoltà si ferma. Almeno per venti giorni: tanto è il tempo che si è dato il coordinamento Università-Regione ieri mattina, dopo una riunione di tre ore nel rettorato cagliaritano. Quattro i protagonisti del vertice che avrebbe dovuto dare il via libera a Psicologia, Architettura e Biologia nell’ateneo cagliaritano: il rettore del capoluogo Pasquale Mistretta, quello di Sassari Alessandro Maida, il rappresentante degli studenti nel coordinamento Giuseppe Bertotto e l’assessore regionale alla Cultura Elisabetta Pilia. Un incontro che ha lasciato insoddisfatto Mistretta, che come faceva notare maliziosamente ieri un docente «si è trovato svantaggiato etnicamente»: sassarese la Pilia, sassarese lo studente, sassarese (sia pure d’adozione) Maida. Ma se il campanilismo sarebbe una chiave di lettura semplicistica e grossolana per leggere la pausa di riflessione decretata ieri, di sicuro dietro lo stop provvisorio alle nuove facoltà ci sono - anche - le perplessità sassaresi. Per un motivo evidente: nell’ateneo del nord Sardegna c’è già Architettura, un progetto a lungo sognato e ora realizzato ad Alghero. È evidente che i progetti cagliaritani possono far sorgere il timore di un ridimensionamento sassarese. Per un motivo elementare: un conto è essere l’unico punto di riferimento per gli aspiranti architetti sardi - esattamente come succede oggi per Cagliari con Ingegneria - un altro è coabitare con la città cugina nell’offerta formativa anche in questo settore. Ce ne sarebbe a sufficienza per chiedere a Mistretta di non bruciare i tempi, ma ai dubbi sassaresi si aggiungono gli scrupoli della Regione. La principale preoccupazione di Villa Devoto, non solo in campo universitario, è evitare sprechi: l’assessorato non può che vedere di buon grado le tre settimane di "supplemento di istruttoria" sulle nuove facoltà, per poterne valutare più approfonditamente costi, oneri e opportunità. Ma se il rinvio è motivato, certo non si può dire che sia gradito: Cagliari vorrebbe lanciare le nuove facoltà all’inizio del prossimo anno accademico, se la battuta d’arresto di ieri fosse la prima di una serie più fitta il rischio di slittare al 2006 diventerebbe quasi una certezza. Non solo la documentazione deve seguire un iter tutt’altro che agile, ma i tentennamenti del coordinamento arrivano a ventiquattr’ore di distanza da un’altra novità poco entusiasmante per il rettorato. Lunedì il senato accademico ha espresso il primo sì ufficiale a Psicologia, Architettura e Biologia, ma allo stesso tempo ha deciso la creazione di tre comitati che approfondiranno questioni e problemi sollevati dal passaggio da dieci a tredici facoltà. Un passaggio utile, probabilmente, che però di certo non snellisce i tempi. (cel. ta.)
 
3 - L’Unione Sarda
Pagina 22 – Cagliari
lauree brevi Medicina, vertice dalla Dirindin
Giornata intensa ieri per i rettori dei due atenei sardi, e fitta di contatti con la Regione. Dopo l’incontro con Elisabetta Pilia in rettorato - inizialmente la riunione del coordinamento Atenei-Regioni era prevista in viale Trento alla presenza di Renato Soru - Pasquale Mistretta e Alessandro Maida si sono spostati all’assessorato alla Sanità per un incontro con il direttore generale. I tre hanno messo a punto alcuni aspetti dal dossier sull’offerta formativa che verrà inviato al ministero dell’Università per il via libera operativo. Il progetto non è ancora chiuso, ci sono degli aspetti da mettere a punto ma in tempi decisamente rapidi: il termine entro il quale inviare a Roma la relazione sulle nuove lauree in scienze infermieristiche e altre discipline mediche è venerdì 18. Ma i nuovi corsi triennali non sono gli unici argomenti di dialogo tra Regione e Università. Il protocollo d’intesa siglato dai rettori, dal presidente della Regione e dall’assessore Nerina Dirindin ha tra i suoi capitoli principali la creazione dell’azienda mista che gestirà il nuovo policlinico, che verrà creato accorpando cliniche universitarie e alcune strutture dell’Asl 8.
 
 
4 - L’Unione Sarda
Pagina 22 – Cagliari
Il master è rivolto agli studenti di Medicina e Giurisprudenza
Un corso per manager sanitari
Un sistema sanitario efficiente e funzionale ha bisogno di veri e propri manager che si occupino della gestione del settore della sanità. Il master in Gestione della sanità, organizzato dall’associazione Pro libera civitate in collaborazione con la Scuola di specializzazione in Igiene e Sanità Pubblica della facoltà di Medicina di Cagliari, va proprio in questa direzione: formare personale capace e specializzato. Senza considerare che i corsi permetteranno agli studenti di Giurisprudenza e Medicina di ottenere dei crediti formativi. «Gli obiettivi del master, giunto al terzo anno ? spiega Federico Ibba, coordinatore dell’associazione ? sono in primo luogo quello di fornire le conoscenze e le metodologie per un’ottimale gestione della sanità pubblica. Solitamente questi insegnamenti non sono affrontati nei singoli corsi di laurea. E poi possono partecipare anche gli studenti delle altre facoltà, non solo quelli di Medicina». Il master è suddiviso in due aree formative: giuridico-amministrativa ed economica-organizzativa, oppure deontologica-professionale e socio-assistenziale. Per gli studenti iscritti in Giurisprudenza saranno quattro i crediti formativi riconosciuti dalla facoltà a chi seguirà con profitto il master e 3,2 quelli per chi frequenta Medicina e Chirurgia. Deve essere ancora comunicato il numero di crediti per gli studenti di Economia e Scienze della formazione. Maggiori informazioni sono disponibili nel sito Internet www.proliberacivitate.it. Il progetto (che vedrà come relatori del master presidi di facoltà, docenti universitari, dirigenti di Asl, Tribunale del Malato, Azienda ospedaliera Brotzu, case di cura) è curato da Paolo Contu, direttore della scuola di specializzazione di Igiene e Medicina Preventiva, e da Luigi Minerba, docente di Statistica Medica e direttore del settore gestione e controllo del Policlinico universitario di Monserrato, della facoltà di Medicina e Chirurgia. (m. v.)
 
 
5 - L’Union e Sarda
Pagina 22 – Cagliari
Lunedì sit-in dei ricercatori al rettorato
Università: venti di guerra contro la riforma Moratti
A quasi quattro mesi dall’ultima protesta (durante la seduta straordinaria del Senato accademico) i ricercatori dell’Università di Cagliari si preparano a una nuova battaglia. Nella riunione del coordinamento dei ricercatori dell’ateneo cagliaritano si è capito che la riforma Moratti sarà approvata e che il tempo a disposizione per evitarlo è poco. Così lunedì mattina, alle 10,30, si sono dati appuntamento tutti sotto il rettorato per un’occupazione simbolica. Ma il primo passo, cioè sospendere le attività didattiche non istituzionali, è già stato fatto in alcune facoltà, come Scienze e Medicina. Insomma: l’impegno preso il 28 ottobre, nel caso di un nulla di fatto sul disegno di legge della Moratti, deve essere mantenuto. Proprio ieri si è riunita l’assemblea dei ricercatori della facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, che ha sottoscritto il documento del coordinamento. «Sospensione dell’attività didattica, a eccezione delle sessioni di laurea, dal 14 al 25 febbraio, con l’invito a tutti i docenti di aderire alla forma di protesta, interrompendo gli insegnamenti e gli esami fino al 25 ? scrivono i ricercatori del polo di Scienze ?. Inoltre invitiamo tutti a partecipare all’occupazione del rettorato lunedì prossimo, giorno d’inizio della discussione sul disegno di legge della Moratti in Parlamento. Speriamo di avere un incontro con il rettore perché si faccia portavoce delle richieste dell’ateneo di Cagliari». All’incontro di ieri, nella cittadella universitaria di Monserrato, erano presenti circa trenta ricercatori su settantaquattro. Tutti svolgono attività didattiche non istituzionali (che non rientrano nel contratto) e in caso di astensione (come capitato all’inizio di questo anno accademico) ci sarebbe il blocco di molti corsi di laurea. Nella facoltà di Farmacia l’assemblea si svolgerà stamattina: possibile che anche in questo caso ci sia il via libera alla protesta. Questi trenta ricercatori svolgono il 30 per cento delle lezioni dei corsi triennali. In Medicina le adesioni all’interruzione delle attività didattiche sono già arrivate: i ricercatori che hanno incarichi sono almeno 85 su circa 150, senza contare l’attività nelle scuole di specializzazione.
Matteo Vercelli
 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Regione
 Muro contro muro in commissione, i tempi s’allungano, la giunta chiede di far presto
 Finanziaria, Soru media con l’opposizione
 C’è il timore che il passaggio in aula della manovra possa far esplodere nuovi contrasti
  CAGLIARI. In commissione Bilancio si procede a tentoni, domina il muro contro muro e Renato Soru scende in campo chiedendo d’incontrare i capigruppo dell’opposizione con l’intendo di sbloccare la situazione. Così, interrotti i lavori in commissione, alle 20 di ieri s’è iniziato il confronto tra il presidente e il Centrodestra in una riunione blindata nella sala giunta del Consiglio regionale.
 Si cerca l’intesa per evitare di trascinarsi in un confronto sterile e soprattutto di dilatare i tempi a dismisura. Impresa non facile che concertamente dovrebbe significare un accordo sugli emendamenti per abbreviare i tempi. Un accordo non facile visto come si sono messe le cose nella riunione della commissione che è ancora ferma all’articolo 9 della Finanziaria; impresa complessa a giudicare dalle indiscrezioni filtrate a tarda sera quando la riunione era ancora in corso. La data delle elezioni: il potere di decisione è del presidente che però sta esaminando le varie posizioni. Tramontata l’ipotesi dell’election day nazionale per il 3 e 4 aprile, l’opposizione si dice pronta ad andare al voto nella prima tornata utile, che, salvo ulteriori imprevisti, dovrebbe essere quella del 9 e 10 maggio.
 Per quanto riguarda l’esame della Finanziaria in commissione si ricomincerà oggi dall’articolo sull’istruzione per cui è stata prevista l’istituzione d’un fondo unico di 6 milioni e 520 mila euro per finanziare le università diffuse nel territorio, un contributo di 65 mila euro a favore della Facoltà di Teologia, finanziamenti per 400 mila euro agli enti regionali per il diritto allo studio. Nella tarda mattinata di ieri la prima sosta per la commissione: una pausa utilizzata per mettere a punto gli aspetti relativi ad alcuni emendamenti con l’assessore alla programmazione Francesco Pigliaru e i componenti di maggioranza della terza commissione. Sull’articolo 9 sono stati presentati 37 emendamenti (29 dell’opposizione).
 
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Nuoro
 La Regione taglia i fondi alla «Satta»
 Sos del presidente Priamo Siotto: «La biblioteca rischia la paralisi»
 Cassati i 207mila euro di finanziamento nel bilancio 2005
 NINO BANDINU
 NUORO. Dopo il carnevale anche la biblioteca Satta entra nella magra quaresima. Piangono le sue casse, dove oggi non si ritrova neppure un euro, per effetto dell’ultimo taglio regionale ai contributi culturali. Con l’Università nuorese, dunque, anche un’altra importante struttura entra nel tunnel della crisi. Accorato appello del presidente Priamo Siotto ai consiglieri regionali.
 Bilancio disperato. Non c’è neppure un euro nella casse della biblioteca Satta. E tutto resta fermo e paralizzato, con qualche rischio anche per gli stipendi del personale. Il grido di allarme da parte degli amministratori è più che scontato, perchè la struttura consortile della Satta, opera anche nel territorio, sostenendo una rete articolata di biblioteche che fanno cultura e attività in decine di piccoli centri. La crisi della struttura centrale dunque investirebbe anche il vasto circondario.
 Il presidente della Satta, Priamo Siotto, preoccupato del taglio operato dalla Regione nel bilancio di previsione di quest’anno, ha lanciato un appello ai consiglieri regionali della provincia di Nuoro, perchè si attivino e correggano in tempo lo strumento del bilancio con uno specifico emendamento.
 «Dall’esame del bilancio di previsione del 2005 della Regione - scrive il presidente della biblioteca Satta, Priamo Siotto - rilevo con rammarico che il contributo annuale al consorzio per la pubblica lettura S. Satta di Nuoro, per spese di funzionamento risulta essere azzerato rispetto al contributo erogato nel 2004 pari a 207 mila euro».
 Da 207 mila euro all’anno a nessun euro, dunque. Un vero salto nel buio. E ora il presidente del consorzio teme la paralisi totale.
 «Mi pare perfino superfluo evidenziare che - continua infatti Siotto - qualora questo dato dovesse essere confermato in sede di approvazione del bilancio, il consorzio di troverebbe nella quasi totale paralisi e comunque i suoi servizi dovrebbero essere fortemente ridimensionati».
 Detto questo il presidente del consorzio per la pubblica lettura S. Satta sottolinea ancora il ruolo importante che la struttura copre in tutto il territorio.
 «Non sto qui a richiamare - afferma Priamo Siotto - l’importanza che il consorzio ha assunto in questi anni nella provincia di Nuoro, venendo a costituire il punto di riferimento principale per ogni tipo di attività culturale e sociale».
 Con il grido d’allarme parte quindi anche la sollecitazione per una iniziativa comune, in sede di bilancio, da parte di tutti i consiglieri regionali di Nuorese, in modo che vengano recuperati i 207 mila euro di contributo.
 «Vi chiedo quindi - conclude l’appello di Siotto - di voler intraprendere le azioni politiche più opportune perchè questo dato così penalizzante per il futuro del Consorzio bibliotecario venga emendato in sede di approvazione di bilancio».
 
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Nuoro
 UNIVERSITÀ
 L’Ailun ripropone i suoi due master internazionali
 NUORO. Quindicesimo appuntamento con il master in Scienza dell’organizzazione. Quarta occasione, invece, per il master nel Settore turistico. Sono le nuove edizioni dei due corsi internazionali post lauream già collaudati con successo dall’Ailun, l’associazione per l’istituzione della libera università nuorese, costituita in città nel 1986.
 È dal 1991, tuttavia, che ha preso piede l’attività annuale di alta formazione e ricerca, con il primo, appunto, dei due master citati. Entrambi i corsi sono riservati a quindici, venti studenti al massimo, e sono rivolti principalmente ai laureati in discipline economiche, sociologiche, psicologiche, politiche, giuridiche, letterarie, filosofiche e ingegneristiche, pur non escludendo tutti gli altri tipi di laurea (possono presentare domanda di ammissione, comunque, anche i laureandi della sessione accademica marzo/aprile 2005). L’avvio delle lezioni è previsto per il prossimo mese di aprile.
 Per la presentazione delle domande, invece, c’è tempo fino al 19 febbraio, per quanto riguarda il master nel Settore turistico, e fino al 25 febbraio per quello in Scienza dell’organizzazione. Le selezioni si svolgeranno tra febbraio-marzo, nella sede di Nuoro e, per facilitare i candidati non residenti in Sardegna, a Roma. I moduli e ogni ulteriore informazione sono disponibili on line all’indirizzo www.organizzazione.ailun.it.
 Queste le schede di presentazione dei due corsi internazionali dell’Ailun.
Scienza dell’organizzazione  Il master offre agli allievi un quadro delle ipotesi conoscitive formulate nell’ambito degli studi organizzativi, approfonditi tanto sul piano teorico quanto sul piano operativo. Il programma didattico si articola in moduli settimanali e seminari attinenti ai seguenti campi di ricerca: metodologia; economia; psicologia; sociologia; management.
Settore turistico  Il master (organizzato in collaborazione con la Camera di commercio di Nuoro) analizza il fenomeno turistico in tutte le sue sfaccettature, in una prospettiva di stretta interdipendenza, tra le componenti economiche, psicologiche e sociologiche che lo caratterizzano. Il programma didattico si articola in moduli settimanali e seminari attinenti a cinque aree conoscitive: metodologia; economia, psicologia e sociologia; management; marketing; pianificazione. (l.p.)
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
 IRRE SARDEGNA
 Il ruolo del docente dopo l’ultima riforma
  CAGLIARI. La riforma Moratti ha cambiato il ruolo del professore e i sindacati dicono da tempo: «Siamo stati ridimensionati anche nella nostra dignità di docenti». Per scoprire qual è peso del cambiamento, l’Irre Sardegna ha organizzato sabato pomeriggio, dalle 15.30 alle 19.30, nell’auditorium della Banca Cis, in viale Bonaria, un incontro su «I nuovi profili della funzione docente».
 Relatore Elio Damiano, ordinario di didattica generale a Pavia ed esperto di formazione e innovazione scolastica. Intervengono Gabriale Uras, presidente dell’Irre Sardegna, e Silvano Tagliagambe dell’università di Sassari-Alghero. Poi il confronto con gli insegnati.
 
 
10 -  La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
 Policlinico di Monserrato, ora è un ospedale
 Pronta l’équipe per anestesia e rianimazione, si può aprire la terapia intensiva
  CAGLIARI. Si chiama Gabriele Finco e viene da Verona il nuovo ordinario di anestesia della facoltà di Medicina cagliaritana. Con lui si potrà inaugurare la rianimazione al policlinico universitario, l’anello mancante per inserire l’ospedale di Monserrato nella rete delle emergenze ma, soprattutto, per dare fiato alla chirurgia degli universitari. Lo spiega qualunque medico: ci vuole una rianimazione perché gli interventi chirurgici siano affrontati con tutto il contorno di sicurezza necessario. Assieme a Finco lavorerà (e insegnerà) Antonio Marchi. Cosa cambia nel panorama ospedaliero in grande attesa per il piano sanitario imminente e la nascita dell’azienda mista? Per dirla col preside di Medicina: «Il policlinico entra in trincea».
 Il rettore dell’università Pasquale Mistretta scrive in questi giorni all’assessore regionale alla sanità. In sostanza dice: abbiamo le attrezzature, degli spazi a Monserrato non c’è neppure bisogno di ricordarlo, siamo pronti a gestire i posti letto in ragione di due più due (due di terapia intensiva e altri due già riconosciuti come terapia intensiva post operatoria) con l’équipe che è pronta dal 10 gennaio scorso, giorno in cui Finco ha preso servizio. Ma per cominciare, ed è questa la ragione della lettera all’assessore, ci vuole una delibera che si porta appresso l’impegno finanziario. Il rettore spende qualche parola per ricordare che il servizio di anestesia e rianimazione è indispensabile e che i comuni attorno al policlinico avranno in questo modo presìdio attrezzato per le emergenze. Non da oggi, infatti, le municipalità sollecitano l’apertura di un pronto soccorso nell’ospedale universitario che, alle spalle, ha un territorio vasto e popolato il quale, come unico punto di riferimento ospedaliero, ha le strutture della Asl 8, tutte concentrate su Cagliari e quindi raggiungibili attraversando la temuta (perché trafficatissima) 554. Tornando al policlinico: cosa cambia per gli ospedali cagliaritani in attesa della riorganizzazione della rete ospedaliera e della nascita dell’azienda mista Regione-Università. Nulla, per ora. Per chiarezza: Finco non sbalza fuori dalla sedia Tupputi, il docente già in cattedra e a suo tempo contestato dal reparto ospedaliero di cui era il direttore. Finco è ordinario di anestesia, Tupputi di rianimazione, il reparto del San Giovanni di Dio resta sotto la gestione di un dirigente di primo livello ospedaliero (il primario) e tale potrà continuare a essere anche nella non ancora nata azienda mista. «Quel che accadrà con l’azienda mista - precisa il preside di Medicina Gavino Faa - discenderà dalle decisioni del nuovo direttore generale il quale ragionerà assieme al San Giovanni e al policlinico, che ormai saranno una cosa sola, e valuterà tanti aspetti tra cui anche le economie di servizio». In altre parole, si aggiunge una cattedra, si apre il policlinico universitario all’assistenza effettiva, ma per il momento gli equilibri restano quelli e le sedie agli attuali titolari. Per l’azienda mista si aspetta. La commissione regionale non si è ancora riunita. (a. s.)
 
 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
 E’ allarme rosso per Veterinaria rischia di restare fuori dall’Europa
 Il preside Coda denuncia gravi carenze
  SASSARI. Tra cinque anni, se non saranno adeguate le strutture didattiche, le lauree della facoltà di Medicina veterinaria potrebbero non essere riconosciute a livello europeo. Troppe le carenze, in un declino che, a partire dagli anni ’80, è stato progressivo. Una realtà che era un fiore all’occhiello dell’ateneo sassarese si è lentamente appassita. La facoltà non è riuscita a rimanere al passo dei tempi; non ha saputo (o potuto) cogliere i mutamenti del mercato.
 Didattica e ricerca sono rimaste indietro. Oggi esiste un sistema di accreditamento concepito su criteri di severità, a dimostrazione di una «concorrenza spietata». La facoltà è rimasta fuori. Lo ha riferito ieri, in audizione alla settima commssione regionale, il preside di Veterinaria Sergio Coda (era accompagnato dal suo vice, Salvatore Naitana), che ha illustrato le molte carenze, a cominciare dal corpo docente (46 su un organico ottimale di 80) e del personale tecnico (25 su un organico di oltre 100).
 Le strutture sono quelle di trent’anni fa, lontane dagli standard che didattica e ricerca pretendono. Ciò nonostante, Veterinaria gode ancora di «enorme considerazione, anche a livello internazionale»; ma è una considerazione che nasce dal sacrificio e che quasi mai viene ripagata. Basti pensare alle strutture: non c’è un ospedale universitario (un progetto vecchio di 10 anni non è stato agevolato dalla burocrazia). C’è un finanziamento dello Stato per 2,25 milioni di euro, del tutto insufficienti e un progetto (recentemente approvato dalla commissione edilizia del Comune di Sassari fa muovere le cose, dopo una lunga inerzia) essenziale per l’attività pratica degli allievi; non c’è neppure l’azienda zootecnica veterinaria (l’anno scorso, grazie a un Pia del Comune di Ozieri la facoltà ha acquistato lo «spazio», 50 ettari, ma ora bisogna riempire quello spazio con l’acquisto di animali e attrezzature); non c’è neppure il mattatoio «sperimentale» interno, fondamentale per la didattica (si va avanti con la convenzione col frigomacello di Chilivani). Per tutti questi motivi - ha detto il preside Coda ai commissari - la facoltà ha fatto una scelta drastica «e dolorosa»: ridurre gli accessi (la più costosa: 80mila euro a studenti per il corso di studi), da 80 a 50 (la media delle domande annualmente presentate è di 300). Vero è che non si tratta solo di un problema didattico, ma dall’incertezza della politica del settore; circa il 25 per cento dei laureati è attualmente senza lavoro e ciò può apparire strano per una regione che punta sull’economia zootecnica e agropastorale.
 Tuttavia il problema maggiore da risolvere con rapidità è quello dell’accreditamento, senza il quale si rischia davvero di dover chiudere o limitarsi a lauree di serie B, non riconosciute. Sarebbe un pesante insuccesso, anche per il «peso» che storicamente la facoltà ha avuto nella cultura sarda. Nel secondo dopoguerra era un riferimento eccellente per l’Europa (negli anni ’60 era diventata la facoltà degli studenti greci e numerosi erano i giovani americani che sceglievano Sassari nel loro percorso formativo). Ora quell’Europa, che ieri guardava l’università di Sassari con grande interesse, ha posto i paletti della qualità, al di fuori dei quali non è più possibile alcun discorso.
 Nel frattempo - ha spiegato il professor Naitana - l’offerta formativa è stata allargata e si è cercato di dare risposte coerenti con il territorio: si sono attivati corsi di protezione e gestione della fauna selvatica, di allevamento biologico e ora di allevamento degli equini (in collaborazione con l’istituto di Incremento ippico di Ozieri); sono attive anche le scuole di specializzazione e i dottorati di ricerca; ma le carenze didattiche e strutturali non consentono risultati apprezzabili, ad esempio, nella durata del corso di studi, che se non registra defezioni ed abbandoni (percentuale minima) si allunga oltre gli otto anni (8,1 la media) proprio a causa della mancanza di strumenti pratici.
 Forse è tardi rispetto ai temi della finanziaria regionale, al cui interno è possibile trovare spazio. Ma il preside ha replicato al velato rimprovero di mancata tempestività: da oltre tre mesi, ha detto, attende di essere ricevuto dal presidente della Regione. Inutilmente.
 L’argomento è stato seguito con attenzione particolare e tutti i commissari (da Pasquale Onida a Tore Amadu, da Onorio Petrini a Gavino Manca a Pierangelo Masia) hanno posto domande e chiesto chiarimenti. Una prossima audizione è fissata per la prossima settimana.
 
 
 
 
13 – Corriere della Sera
MILANO.
Intesa tra Comune, Regione e Camera di Commercio. «Le eccellenze universitarie? Un patrimonio da esportare»
Alleanza atenei e imprese, fondi in arrivo
Un milione e mezzo di euro per sostenere l’innovazione delle aziende lombarde
Un milione e mezzo di euro. Un terzo la Regione, un terzo il Comune, un terzo la Camera di Commercio. Per mettere in rete due mondi che per adesso si lambiscono soltanto: la piccola e media impresa milanese e l’università. Da una parte la capacità produttiva, l’ossatura del sistema italiano, dall’altra l’eccellenza dello studio e della ricerca. Da una parte chi produce ricchezza ma non ha abbastanza soldi da investire nell’innovazione, dall’altra chi vive di ricerca ma non può trasformarla in investimento produttivo. Perché i due mondi parlino e si incontrino il Comune presenterà un bando a cui potranno partecipare le piccole e medie imprese milanesi che vogliono investire in innovazione tecnologica. I progetti verranno vagliati da un’apposita commissione. L’unico requisito richiesto dal Comune è che i progetti di innovazione riguardino quattro grandi aree tematiche: la biotecnologia, il design, la moda e la cultura. «A Milano - attacca il presidente della commissione Bilancio Carlo Masseroli, autore dell’emendamento al bilancio che stanzia i 500.000 euro del Comune - fa tanta ricerca. Manca il volano perché questa ricerca diventi produttiva. Con questo bando ci troviamo su dei settori che un rapporto dell’Irer ritiene strategici per il futuro della città».
Il protocollo d’intesa firmato da Regione, Comune e Camera di Commercio non si limita al solo bando. Come sottolinea il presidente della Regione, Roberto Formigoni, «questo può diventare un modello anche per altri comuni e altre regioni». Di che cosa si tratti ne parla il sindaco Gabriele Albertini: «Vogliamo attuare una serie di interventi per il sostegno all’innovazione tecnologica e per lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali: sostenere l’attività di brevettazione in Europa e nel mondo delle piccole e medie imprese milanesi, stimolare la partecipazione delle piccole e medie imprese a progetti di ricerca e innovazione europei sviluppati insieme a università e centri di ricerca pubblici e privati». Ma il protocollo prevede anche di sostenere la crescita di imprese hi-tech a Milano e favorire la cooperazione tra piccole e medie imprese, grandi imprese, università, centri di ricerca e sviluppare nuovi centri di eccellenza per il trasferimento tecnologico all’interno della città. E dedicare un intero palazzo all’Innovazione.
Il progetto è di Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio: «Vogliamo realizzare il palazzo dell’Innovazione perché diventi un generatore di innovazione, un laboratorio di nuove idee rivolto al mondo delle imprese». La trattativa sull’area è ancora in corso. Per la realizzazione del progetto si parla di una cifra pari a 20 milioni di euro per un paio di anni di lavori.
«Stiamo esaminando le proposte - conclude Sangalli - è necessario darsi da fare perché il mercato su cui si affacciano le piccole e medie imprese è globale e per concorrere e vincere c’è bisogno di formazione e informazione». Altrimenti si resta al palo.
Maurizio Giannattasio
 
 
14 – Corriere della Sera
Artoni: meritocrazia e spazio ai talenti
Più welfare e maggiori investimenti sul merito. Solo così si potrà costruire la società dei talenti, capace di affrontare le nuove sfide. Per Anna Maria Artoni, presidente dei giovani industriali e vicepresidente di Confindustria, questo è il momento di sbloccare la società e di indirizzarla verso una crescita che sia duratura. La frenata della crescita economica nel 2004, potrebbe quindi servire da scossa e stimolare interventi in questa direzione?
«I dati sul Pil non sono incoraggianti. Ma sono al tempo stesso la riprova che l’economia è diventata la vera emergenza italiana, sotto ogni punto di vista. E proprio l’economia sarà il banco di prova per la classe dirigente che ha la responsabilità di guidare il Paese. E che dovrà dimostrare di avere la forza e il coraggio di investire nel futuro».
Ma quali sono le vostre proposte e gli interventi necessari per affrontare questa emergenza?
«Occorre dare dei segnali, già nel breve periodo. Le imprese devono crescere di dimensione e devono anche diventare più robuste per poter competere sui mercati internazionali. Vanno quindi aiutate a crescere e sostenute nella competizione. Già lo scorso ottobre, al nostro convegno di Capri, abbiamo lanciato la proposta di tagliare l’Irap per dare più ossigeno alle imprese e risolvere la questione occupazionale. Ma tutto questo non basta se poi non viene accompagnato dall’innovazione. Ecco, quindi, che occorre incentivare un migliore dialogo università-impresa».
Lei ha parlato del rapporto università-impresa come di «un immenso giacimento non sfruttato». Che cosa intende dire?
«Molto semplicemente che per molte piccole e medie imprese, le università locali costituiscono la porta d’accesso alla conoscenza e all’innovazione. Per colmare il gap di innovazione delle imprese minori diventa fondamentale mettere in campo una strategia di doppio livello, che incentivi sia le imprese sia gli atenei a comunicare tra di loro, a sviluppare progetti comuni, a trasferirsi e scambiarsi reciprocamente esigenze e conoscenze».
Dimensione, internazionalizzazione e innovazione sono i tre punti cardine per ridare slancio alle imprese italiane. Questo significa che il discorso sul welfare rientra tra i possibili interventi di medio termine?
«In una prospettiva di medio termine non si potrà non intervenire sul welfare. Un tema che andrà affrontato non più come soccorso sociale, ma come fattore propulsivo di sviluppo. Adesso stiamo assistendo a uno sbilanciamento delle risorse che favoriscono di più le generazioni anziane rispetto ai giovani. Per investire sull’eccellenza, sul futuro, quindi sui giovani, bisogna puntare su nuove risorse. E anche sul merito. Per arrivare a costruire la società dei talenti e attirare i migliori cervelli. Proprio su questo tema abbiamo organizzato un convegno per giovedì, a Napoli. Una scelta non casuale, per mettere in evidenza le infinite opportunità di investimento al Sud».
 
 
15 – Il Tempo
Accordi Italia-India per la ricerca scientifica Centinaia di «cervelli» lavoreranno da noi  
                                                                                                                                                            
                                                                                                                                                            
 
ITALIA chiama India, anzi cervelli indiani per migliorare la ricerca scientifica. Il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, che ha seguito il presidente della Repubblica Ciampi in visita di Stato nel paese asiatico, ha firmato un protocollo d’intesa interministeriale e otto accordi di settore per la cooperazione scientifica tra Italia e India. Il nostro paese ha messo a disposizione 180 borse di dottorato e post-doc a favore di giovani indiani che verranno a fare ricerca in Italia con un impegno finanziario di tre milioni di euro all’anno per due-tre anni. «Sono molto soddisfatta - ha detto il Ministro Moratti - perchè questi nuovi accordi consolidano la nostra politica internazionale di ricerca. Le intese sottoscritte in India permetteranno a centinaia di ricercatori italiani e indiani di collaborare nei settori dell’osservazione della terra, dell’Ict, della neuro e bioinformatica. Esse vanno ad aggiungersi a quelli già stipulati con prestigiosi centri di ricerca a livello mondiale degli Stati Uniti, di Israele e del Giappone». Tra gli accordi sottoscritti il Miur sottolinea l’importanza di quello tra l’Asi (Agenzia Spaziale Italiana) e l’Indian Space Research Organization. Che riguarderà il monitoraggio delle variazioni climatiche. Nel campo dell’informatica l’Università di Udine e il Birla Science Centre prevendono uno studio congiunto sullo sviluppo delle tecnologie multimediali per il web, librerie digitali e musei virtuali. Per la Bioinformatica ventotto ricercatori saranno impegnati sul genoma in base ad un accordo tra il Cnr e l’Itb di Pune. Micro-sensori, micro-attuatori e micro-laboratori di analisi biologica: saranno coinvolti ricercatori dell’Irst di Trento e l’Indian Institute of Technology. Le borse di studio di dottorato e post-doc sono state messe a disposzione anche dai più importanti enti di ricerca italiana, fondazioni bancarie e Politecnico di Torino. Il ministro Moratti ieri ha inaugurato insieme al presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo l’Italian Business Centre alla Fiera di New Delhi. La visita in India si conclude domani.    
(15.2.05)

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie