Martedì 1 marzo 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 marzo 2005
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
Ufficio stampa

 
1 – L’Unione Sarda
pagina 21 – cronaca di Cagliari
università Studiare all'estero con Erasmus
"Tutti pazzi per Erasmus" è il titolo dell'incontro di stasera, alle 16,30, nell'aula magna del corpo aggiunto della facoltà di Scienze della Formazione, a Sa Duchessa, per la presentazione del nuovo bando Erasmus. Organizzata dal settore Relazioni estere dell'Università, la manifestazione servirà per presentare le 600 borse di mobilità per il prossimo anno accademico 2005/2006. Durante la serata interverranno alcuni sardi e stranieri, che racconteranno le loro esperienze all'estero. (m. v.)
 
2 – L’Unione Sarda
pagina 21 – cronaca di Cagliari
Lezioni gratuite d’informatica
Sono aperte le iscrizioni ai corsi d’informatica, che scadranno l’8 marzo, organizzati dal raggruppamento studentesco temporaneo. Per le iscrizioni consultare il sito www.bandoinfo.135.it oppure rivolgersi al  recapito telefonico 333.2001121.
 
3 – L’Unione Sarda
pagina 22 – cronaca di Cagliari
Università/1
Consiglio di amministrazione verso il sì 
Mese decisivo per la nascita delle tre nuove facoltà
La nascita di tre nuove facoltà universitarie sembra piacere al Consiglio di amministrazione dell'Ateneo cittadino. Nella riunione di ieri mattina i consiglieri hanno affrontato la discussione, ma senza arrivare alla votazione: prima è necessario far concludere i lavori delle tre commissioni (per le tre facoltà, Architettura, Biologia e Psicologia), per avere elementi più precisi, anche perché il Cda ha il compito di discutere di un tema importante: quello finanziario. I prossimi dieci giorni potrebbero essere quelli decisivi per dare il via, in sede regionale, alle tre facoltà. Si riuniranno infatti il senato accademico e poi il consiglio di amministrazione, per arrivare il 10 marzo alla riunione del comitato regionale di coordinamento tra Regione e Ateneo. Ieri, in via Università, il rettore Pasquale Mistretta ha presieduto la prima riunione del nuovo Cda. Nuovo almeno in parte, viste le recenti elezioni dei consiglieri che rappresentano i docenti di prima (3 consiglieri) e seconda fascia (altri 3), i ricercatori (3) e il personale non docente (sempre 3 rappresentanti). Con loro, i cinque membri in rappresentanza degli studenti, poi quelli del ministero, della Regione e dell'Agenzia delle entrate. L'inizio dei lavori è stato riservato ad alcuni punti tecnici, mentre è stata rinviata la discussione sulla nuova mappatura dirigenziale dell'Ateneo. Poi, alla fine della mattinata, il confronto sull'istituzione delle tre nuove facoltà. Su questo si sono già pronunciati, favorevolmente, i consigli di facoltà (Ingegneria, Scienze e Scienze della formazione) che hanno, nel loro ventaglio formativo, i corsi che puntano a diventare autonomi. Poi la riunione di senato accademico, con l'istituzione delle commissioni per acquisire maggiori informazioni sul percorso da seguire. Su questo si è indirizzato anche il Cda dell'Università, che ha dato il suo formale via libera al proseguimento del lavoro delle commissioni, per affrontare, e votare, con maggiori dettagli, il progetto per la nascita delle tre facoltà. I maggiori problemi interni sono legati soprattutto alla distribuzione dei docenti, mentre c'è da sciogliere anche il delicato nodo del comitato regionale di coordinamento, per l'equilibrio nei rapporti tra atenei di Cagliari e Sassari. Tutte e tre le ipotetiche nuove facoltà hanno i numeri per chiedere l'autonomia: Biologia è il corso di Scienze che racchiude circa il 40 per cento degli iscritti, così come Architettura nella facoltà di Ingegneria. Psicologia è un ramo a sé in molte Università italiane, con una sua sempre crescente specificità. L'Ateneo cagliaritano vivrà ora dieci giorni intensi di incontri ufficiali e non, prima di esprimersi definitivamente sulle tre nuove facoltà. Certamente c'è da evitare qualche scoglio, anche se la tendenza è di appoggiare la grande novità nell'Università di Cagliari. Matteo Vercelli
 
4 – L’Unione Sarda
pagina 22 – cronaca di Cagliari
università/2
Stato giuridico dei docenti, si sciopera anche in città
Si avvicina il giorno dello sciopero nazionale delle Università. Domani si fermerà anche l'Ateneo cittadino, con l'adesione da parte di ricercatori e docenti alla protesta contro il decreto Moratti sullo stato giuridico dei professori universitari. Anche la Conferenza rettori università italiane (Crui) ha espresso la più netta contrarietà alla prosecuzione dell'iter parlamentare del provvedimento legislativo, con la minaccia di interrompere il confronto con il Governo. Non si è ancora registrato nessun atto effettivo, alla disponibilità espressa dal ministro Moratti di abbandonare la strada della legge delega per quella ordinaria. La Crui condivide le ragioni del disagio e della protesta, che hanno trovato espressione negli atenei e si riunirà in concomitanza con lo sciopero di domani. Proprio la giornata di domani sarà importante per verificare la compattezza del mondo accademico: a Cagliari l'assemblea dei ricercatori della settimana precedente aveva evidenziato qualche spaccatura con i dottorandi e gli studenti. Da verificare anche l'adesione da parte dei docenti di prima e seconda fascia. (m. v.)
 
5 – L’Unione Sarda
pagina 22 – cronaca di Cagliari
L'impianto di riscaldamento è guasto 
Dai soffitti di aule gelide piovono anche i calcinacci
"Piove" sulla commissione d'esame, riunita nell'aula dove si discutono le tesi di laurea. Non era acqua, però, ma calcinacci, che si sono staccati dal soffitto e sono finiti addosso ai docenti. È successo giovedì scorso nell'edificio che fino a pochi anni fa, in via Santa Margherita, ospitava la Clinica universitaria Aresu e che ora accoglie invece la facoltà di Lingue del nostro Ateneo. Proprio durante la discussione di una tesi di laurea, è iniziata la pioggia di calcinacci sulla commissione d'esame. Colpa di una vistosissima chiazza d'umidità che da tempo minava l'intonaco del soffitto, e proprio l'umidità sarebbe la causa di questo incidente che, per fortuna, non ha avuto gravi conseguenze. Nessuno è rimasto ferito in quell'aula, che studenti e professori hanno ribattezzato "ghiacciaia". Il trasferimento, a quel punto, è parso a tutti un passo obbligato. Dal giorno seguente le discussioni delle tesi di laurea sono state trasferite in un'auletta al secondo piano, anche questa priva di riscaldamento ma di dimensioni più ridotte. Almeno lì, oltretutto, non piovono calcinacci addosso a studenti e docenti. Il problema del riscaldamento resta comunque uno dei più gravi, nei locali che ospitano la facoltà di Lingue. Non soltanto l'aula magna, ma anche gli studi dei professori, le aule, i corridoi e i bagni hanno un clima decisamente polare. Stazionare negli anditi o andare in bagno è un buon sistema per mettere a dura prova il proprio sistema immunitario. Alcuni docenti hanno attrezzato i loro studi con stufe acquistate a proprie spese, ma questo non basta: l'edificio, di epoca fascista, ha ambienti ampi e soffitti altissimi, e una stufa riesce a mala pena a diffondere calore a breve distanza. Rimodernare il vecchio impianto di riscaldamento è impossibile. Il preside, assieme ai professori, ha già inoltrato richiesta affinché la situazione venga risolta nel più breve tempo possibile, ma nulla è stato ancora fatto. Tra l'altro, i lavori di ristrutturazione dell'edificio non fanno altro che accrescere il problema: stanze sventrate e finestre aperte creano correnti gelide negli anditi. L'ideale sarebbe dotare l'ex clinica di un impianto di condizionamento centralizzato, ma per ora ci si deve arrangiare con cappotti pesanti. (m. f. m.)
 
6 – L’Unione Sarda
pagina 23 – cronaca di Cagliari
Don Giussani, amico dei sardi
Il ricordo ieri alla facoltà di Teologia 
Qualcuno l'ha definito l'inventore e il tenace realizzatore di una "via al cristianesimo" anacronistica, malgrado il suo fascino lo esercitasse soprattutto sui giovani. Eppure basterebbe la testimonianza delle persone ai suoi funerali per dire l'esatto contrario. Opinioni che, comunque, non scalfiscono la figura di don Luigi Giussani, il sacerdote milanese, anima di Comunione e liberazione. «Un amico della Sardegna», come l'ha definito don Felice Nuvoli, responsabile regionale dell'associazione, nel corso di un incontro svoltosi ieri sera nell'affollata aula della facoltà teologica. Don Nuvoli ha ricordato i viaggi nell'Isola del fondatore di Cl, le riunioni al seminario regionale, a Ozieri, al palazzo dei congressi della fiera, «dove sollecitava il dibattito, ma non indottrinava». Ricordi sul filo della memoria per celebrare un amico, un padre, un fratello maggiore che non c'è più. Sempre inappuntabile, don Giussani non si scompose neppure quando, in uno di questi incontri, un sacerdote gli ricordò la battuta al vetriolo del gesuita Bartolomeo Sorge. L'ex direttore di "Civiltà Cattolica" disse: «Il Signore ci ha detto di essere sale della terra, non di trasformare il mondo in un'immensa saliera», riferendosi proprio a don Giussani e al suo modo di proporre la fede. Ma il sacerdote milanese replicò citando l'affermazione del Vangelo alla lettera, come era il suo cristianesimo senza sconti. Del resto la persona integrale è stata sempre il suo pilastro educativo. Così lo ha ricordato don Luigi Negri, braccio destro del "Gius" (come lo chiamava il popolo di Cl), docente all'Università Cattolica di Milano e soprattutto suo braccio destro, intervenuto anche lui all'incontro in facoltà teologica. «Don Giussani ? spiega ? è stato un singolarissimo educatore. Ha aiutato a prendere coscienza di sé. Alla persona che incontrava faceva la proposta di vita, "l'avvenimento" della fede proposto come incontro attuale, atteso con Cristo». Certo, resta un'esperienza che ha affascinato (e continua ad affascinare) diverse generazioni, come hanno dimostrato quelle 40 mila persone che hanno affollato piazza del Duomo, una folla che non si vedeva dal 1945, ai tempi del congresso eucaristico del cardinale Schuster. L'obiezione comune "bolla" l'attivismo ciellino come integralista: «In questo c'è un errore ? dice don Negri ? perché chi afferma questo aderisce all'integralismo del laicismo. Noi proponiamo un'esperienza cristiana integrale, non integralista». Va da sé che Cl oggi si sente orfana. Del resto Luigi Giussani aveva "inventato" questo modo di vivere la fede nel 1954 con "Gioventù studentesca" al liceo milanese "Berchet", tramutata poi in Comunione e liberazione tra il '68 e '69. «Nel popolo cristiano ? aggiunge don Negri ? resta la gratitudine per la testimonianza di fede e di santità». Rimane anche lo storico avvicinamento tra Cl e l'Azione Cattolica, avvenuto a Loreto la scorsa estate. Dopo anni di feroci polemiche le due associazioni più rappresentative del laicato cattolico sono ora più vicine. Alessandro Atzeri
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
UNIVERSITÀ
Progetto Erasmus
CAGLIARI. «Tutti pazzi per Erasmus» è il titolo della manifestazione organizzata dal Settore relazioni estere dell’Università per oggi alle 16.30 nell’aula magna del corpo aggiunto della facoltà di Scienze della formazione allo scopo di presentare ufficialmente il nuovo «bando Erasmus» relativo alle borse da assegnare il prossimo anno accademico. Nel corso dell’incontro verrà illustrato il nuovo avviso di selezione, relativo ad oltre 600 borse di mobilità disponibili per gli studenti dell’Università di Cagliari e si avrà modo di sentire dalla viva voce di alcuni giovani sardi e stranieri (personaggi famosi e non) il racconto di preziose storie di mobilità internazionale, che riguardano non solo la sfera degli studi universitari, ma anche il mondo dello sport e della musica.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Scuola, nasce il progetto “Drop out” 
CAGLIARI. Verrà sottoscritto questa mattina nell’aula consiliare del municipio di via Roma, il protocollo d’intesa per il “Progetto drop out” contro la dispersione scolastica.
Assieme all’assessore comunale della Pubblica istruzione, Edoardo Usai, interverranno i rappresentanti di tutti gli enti coinvolti nel progetto: la Prefettura, il Centro di giustizia minorile, il Servizio psicosociale dell’Azienda Asl 8, il Centro servizi amministrativi del ministero dell’Università e della ricerca, il Centro interdipartimentale ricerca didattica universitaria, l’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Selargius, l’Istituto regionale ricerca educativa Sardegna, l’associazione Orientare, l’istituto di formazione professionale Anap, l’istituto comprensivo Sant’Elia, l’istituto comprensivo Colombo, la scuola media Alagon-Ciusa-Dessì, l’istituto tecnico per geometri Pietro Nervi e la scuola media Grazia Deledda.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Sanità
Carichi di lavoro e poca chiarezza di certi trasferimenti fanno esplodere la denuncia di Nursind e Uil-Fpl 
Gli infermieri? I forzati della sanità 
Dirindin: “Nell’isola sono tanti”. Sindacati: “Male utilizzati’”
CAGLIARI. Giorni fa un’infermiera del Microcitemico s’è ritrovata i carabinieri in casa che la invitavano a tornare in servizio nonostante quello fosse il suo primo giorno di ferie obbligatorie, ferie che, in altre parole, non aveva chiesto e non avrebbe fatto. Era stato necessario ricorrere ai carabinieri perché nessuno del reparto riusciva a trovare l’infermiera la quale, in vacanza seppur forzata, pensava di poter disporre del proprio tempo. In ortopedia al Santissima Trinità un mese fa sono state revocate tutte le ferie non godute nel 2004 e chi se le era programmate ci ha dovuto rinunciare senza tanti complimenti. Il Nursind che nell’isola ha un rappresentante in tutte le Rsu (sindacato del livello aziendale) raccoglie una casistica che presto presenterà all’assessore alla sanità, mentre Uil-Fpl denuncia: «A Cagliari il numero degli infermieri negli ospedali è sceso ai minimi storici».
Si sa già che l’assessore regionale alla sanità non la vede così. Pochi giorni fa ha avuto occasione di dire che in Sardegna ci sono più infermieri che altrove, la sua considerazione è stata che «evidentemente sono male distribuiti nel territorio» e poi ha aggiunto che nella sanità isolana c’è troppo personale cosiddetto atipico e si tratta di capire come mai. L’ultimo manager creato direttore generale dalla Regione, il modenese Zanaroli, ha avuto modo di scoprire che le piante organiche delle asl sarde prevedono ancora sarti, macellai e infermieri. E’ ovvio che non ce ne sono più alle dipendenze delle aziende, ma questa indicazione la dice lunga sullo svecchiamento che deve essere impresso nelle carte e sulle mentalità. Ancora l’assessore Nerina Dirindin: nel settore sanitario è l’organizzazione del personale che fa la differenza e l’incapacità di gestire i dipendenti è uno dei nodi cruciali della sanità sarda.
Torniamo agli infermieri della Asl 8. Milleottocento su quattromila dipendenti, il sindacato racconta che vivono male e, di fatto, lavorano peggio. La situazione tipo dell’infermiere cagliaritano impegnato in turni di reparto è che sa quando entra ma non sa quando esce: all’ultimo momento può essere trattenuto in servizio per il turno successivo. Capita anche che un infermiere sia di turno nel pomeriggio, reperibile durante la notte e poi abbia di nuovo il turno la mattina: se in reperibilità lo chiamano, come si può pensare (chiede Graziano Lebiu segretario nazionale di Nursind) che l’indomani mattina l’operatore possa lavorare al meglio delle sue prestazioni? Il risultato è che in media un infermiere non lavora mai meno di 42 ore settimanali (orario contrattuale: 36), la media è di 44-46 ore, troppo spesso, spiega il sindacato, esenti da straordinario. Gli infermieri non ne possono più. Il piano sanitario regionale in corso di elaborazione è visto come un miraggio salvifico, ma da qui al varo e all’applicazione le ore e le fatiche si moltiplicheranno. «Ci sono reparti durissimi - racconta Lebiu - dove il logoramento è enorme. Si pensi ai reparti con i bambini malati di tumore, oppure al servizio psichiatrico di diagnosi e cura, a un reparto malattie infettive e alle chirurgie d’urgenza: è tanto il lavoro, è enorme la fatica psicologica del contatto costante e prolungato con tragedie a volte senza rimedio». Nella Asl 8 (ma il problema in Sardegna c’è ovunque) si trovano reparti con 25 malati a letto e un solo infermiere di turno la notte. Dovrebbero essere almeno 3. Allora: com’è che l’assessore dice che in Sardegna gli infermieri sono «di più che altrove» e il sindacato, invece, che «gli organici sono sottodimensionati»? E quanto pesa, in tutto questo conto, la zona grigia dei trasferimenti di personale chissà come e chissà perché? «L’organico è sottodimensionato se - risponde Lebiu - gli infermieri sono chiamati a fare tutto, molto del quale non rientrerebbe nei loro compiti. Inoltre la Asl 8 e tutta l’isola sono ospedalocentrici». Troppi posti letto, con ricoveri impropri non quantificati ufficialmente, complice anche la necessità delle dirigenze di dare i numeri giusti perché il sistema dei rimborsi a patologia (drg) produca introiti adeguati. Si racconta di una prestigiosa sala operatoria dove si svolgono interventi non sempre all’altezza della qualifica del personale. «Tutto questo succede ovunque in Sardegna - continua Lebiu -. Nella 8, in più, non si applica un regolamento per la mobilità interna volontaria e obbligatoria. I trasferimenti dovrebbero essere fatti previo bando, per dare a tutti pari opportunità, invece non succede». Da qui al piano sanitario, secondo Lebiu si può correggere qualcosa: «Si deve attivare l’intramoenia per gli infermieri. In questo modo, se serve personale, si chiede all’operatore di fare attività libero professionale. Ci vuole uno sforzo perché si tenti di rispettare il rapporto fra numero di posti letto e personale. E’ vero che gli infermieri sono pochi perché sempre meno i giovani scelgono di frequentare l’università per ritrovarsi a fare un lavoro dequalificato dalla pratica quotidiana, ma è vero anche che diversi infermieri sardi che lavorano in nella Penisola hanno chiesto di tornare: perché non li chiamano?» D’accordo: e gli imboscati non possono tornare là dove serve? «Se è vero che ci può essere la necessità di rivisitare servizi e dotazioni organiche, è vero anche - conclude Lebiu - che alla base di tutto c’è l’assenza di un piano sanitario che dia le linee di indirizzo sull’utilizzo del personale. Le asl sarde attuali sono il risultato di accorpamenti, con l’inevitabile produzione di doppioni e di conflitti. Si guardi quel che succede con Muravera, dove, da Cagliari, nessuno vuole mai andare».
Alessandra Sallemi 
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Nuoro
Consiglio provinciale. Approvato un ordine del giorno sul terzo polo pubblico 
«No ai tagli all’università» 
Adottati 30 bambini vittime dello Tsunami 
NUORO. Due ordini del giorno importanti sono stati approvati dal consiglio provinciale: il primo sulle adozioni a distanza di bambini vittima dello Tsunami nel Sud Est asiatico; e il secondo sui fondi tagliati all’Università nuorese. Per le adozioni l’assemblea ha deciso di stanziare nel bilancio dei contributi per affrontare le spese necessarie a tenere agli studi per 10 anni ben 30 bambini.
Il dibattito sui tagli all’Università nuorese è invece andato a intrecciarsi con la crisi di tutte le strutture culturali della città e del territorio. Ma alla fine l’assemblea ha approvato l’ordine del giorno nel quale vengono chiesti tre impegni precisi: 1) un impegno formale e concreto delle Regione con uno specifico provvedimento legislativo per il riconoscimento del polo universitario nuorese per avviare un percorso di sviluppo e di graduale, ma certo superamento della condizione di sudditanza nei confronti degli atenei di Cagliari e Sassari; 2) la certezza e la continuità nella erogazione dei fondi necessari per il funzionamento della stessa università con la destinazione di una somma non inferiore ai 3 milioni e 250 mila euro da assegnare al consorzio per gli studi universitari della Serdegna centrale; 3) l’attivazione di nuovi corsi specialistici e tali da consentire il completamento dei percorsi formativi e in grado quindi di immettere nel mondo produttivo e nella società civile figure professionali ad alta formazione. Il consiglio ha anche preso in esame alcuni punti poi rinviati: tra questi alcune modifiche ai regolamenti dell’ente. Aggiornato anche il Piano faunistico proposto dall’assessore Celentano su uno studio di Annico Pau.
Nino Bandinu
 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Nuoro
IN BREVE 
Visita Pastorale Continua la visita pastorale del vescovo monsignor Pietro Meloni nella parrocchia Beata Maria Gabriella di Badu’e Carros. Venerdì mattina il prelato visiterà l’Università Nuorese e più in particolare le facoltà di Scienze Ambientali, Scienze Forestali e Medicina Veterinaria.
 
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Il Comune chiede all’università lo sterrato di via Dei Mille 
SASSARI. L’ospedale veterinario in cambio dei parcheggi. La commissione urbansitica punta i piedi e chiede che per avere il via libera alla costruzione della struttura sanitaria per animali l’università ceda al Comune l’area sterrata di via dei Mille. I consiglieri si affidano a un escamotage, che si chiama urbanistica contrattata. All’interno del centro veterinario dovrebbero sorgere dei posteggi pubblici. Ma l’ateneo non è in grado di gestire posti auto gratuiti dentro l’ospedale. Il piazzale in terra battuta, dove ora sostano le macchine, in via dei Mille diventerebbe una compensazione ai parcheggi che verrebbero meno davanti alla struttura veterinaria. Il Comune ha già la richiesta di una cooperativa di tassiti pronta a gestire l’area. Ora la commissione presieduta da Tore Matta ha sospeso l’approvazione di una pratica, che da sette anni attende l’ok. I consiglieri vogliono fare un sopralluogo nel terreno dietro la facoltà. (l.r.)
 
 
 

Questionario e social

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