Sabato 19 marzo 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 marzo 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 31 – Iglesias
Contributi ridotti, i corsi sono a rischio
Università, futuro legato alla finanziaria regionale
L'ultima speranza sono gli emendamenti. Le correzioni a una legge finanziaria regionale al momento avara nei confronti della cosiddetta Università diffusa; come quella del Sulcis Iglesiente, cui già l'anno scorso erano stati dimezzati i fondi, passati da 700 a 495 mila euro. Troppo pochi, un'inezia rapportati alle esigenze di tre corsi di laurea più una serie di iniziative culturali collaterali, ma c'è il rischio che non vengano più garantiti neppure quelli. Perché complessivamente la Regione stanzia 6 milioni di euro da ripartire tra tutte le Università. Quale fetta toccherà a Iglesias? «Non sappiamo ancora quali saranno le nostre sorti - spiega Giorgio Piccaluga, responsabile del polo universitario - non è stato neppure avviato un confronto per decidere cosa fare, non sappiamo quali siano le considerazioni della Regione sul lavoro svolto nel nostro ateneo». Già prima delle immatricolazioni per il nuovo anno accademico Piccaluga aveva lanciato un grido d'allarme, rivolgendo un appello all'intero territorio, ai Comuni, alle industrie, a tutto il mondo culturale, giacché l'Università è innanzitutto un patrimonio culturale da salvaguardare e fare crescere. «Ma purtroppo non siamo stati ascoltati. Per l'anno prossimo siamo sempre a rischio. La nostra è ben più di una semplice preoccupazione». Nelle aule e anditi rimessi a nuovo della storica palazzina Bellavista a Monteponi, rinata proprio grazie all'Università, la preoccupazione è palpabile. Soprattutto per quanto riguarda le iscrizioni del prossimo anno, che potrebbero essere addirittura bloccate. Un grido d'allarme è stato lanciato anche nel corso di un recente convegno sulla scuola, organizzato dalla Società operaia industriale di mutuo soccorso. A esprimere preoccupazione è stato Renzo Pasci, componente dell'Ausi, l'associazione per l'Università. Un impegno a far sì che l'Università del Sulcis Iglesiente possa continuare a vivere è stato preso da Francesco Sanna, consigliere regionale della Margherita che, tuttavia, ha puntato il dito contro uno Statuto eccessivamente rigido, da rinnovare, che ha scoraggiato l'ingresso di altri Comuni all'interno dell'Ausi. Al momento ne fa parte soltanto Iglesias, che contribuisce con una quota di 15 mila euro.
Cinzia Simula
 
2 – La Nuova Sardegna
Edizione on-line
 COMUNE CAGLIARI: SINDACO RICEVE ARCHITETTI UNIVERSITA’ DUBLINO
  (AGI) - Cagliari, 18 mar. - Il sindaco di Cagliari Emilio Floris riceverà questo pomeriggio in Municipio, gli architetti Sheila O’Donnell e John Tuomey. Entrambi insegnanti alla facoltà di architettura di Dublino, sono giunti in città per prendere parte ad un dibattito organizzato dall’associazione culturale Italia-Inghilterra, in collaborazione con il dipartimento di architettura dell’Università di Cagliari, con gli assessorati alla Cultura della Regione e dello stesso Comune. L’iniziativa - è scritto in una nota - vuol essere un momento di confronto sui gradi temi legati allo sviluppo urbanistico della città con due professionisti di vasta esperienza e fama internazionale: autori di molte pubblicazioni, entrambi hanno tenuto corsi in varie università del Regno Unito e degli Stati Uniti, hanno realizzato numerosi piani di riqualificazione urbana e lavorano attualmente alla progettazione di numerosi edifici pubblici in Irlanda e in Olanda. (AGI)
 
 
 
3 – Corriere della sera
Arrivò nel 1895, a 15 anni. Ricco il cartellone delle manifestazioni Pavia capitale della fisica apre le celebrazioni del «concittadino» Einstein Il grande scienziato abitò nella casa che fu già di Foscolo
 
PAVIA - Einstein, il genio, è stato qui. A Pavia Albert Einstein non è solo passato: vi ha trascorso il periodo tra i 15 e i 16 anni, dalla primavera del 1895, nella bellissima casa nel centro storico, già abitata da Ugo Foscolo. E nel 1905, il cosiddetto annus mirabilis , uscirono i cinque saggi che hanno rivoluzionato la visione del mondo. Questo è un evento, la celebrazione di un anniversario. E poi l'ateneo pavese raccoglie entro le sue mura una rinomata scuola di fisica che si è affermata negli anni grazie ai suoi studiosi, ai laboratori e al patrimonio di strumenti conservato nei musei. Insieme, costituiscono i motivi per cui l'università pavese ha assunto, in questo anno che, non a caso, l'Onu ha proclamato anno internazionale della fisica, un ruolo di guida nelle celebrazioni dedicate al fisico «della relatività» che si svolgono a livello nazionale e internazionale. Il 2005, infatti, segna i cinquant'anni dalla morte e i cento anni dalla pubblicazione dei cinque famosi articoli. Pavia darà il via agli appuntamenti organizzati in tutta Europa con un convegno e li chiuderà con una mostra in programma ad ottobre. «Spacetime in Action: 100 years of relativity» si intitola il convegno organizzato da un comitato scientifico internazionale presieduto dai fisici Mauro Carfora e Bruno Bertotti, che si svolgerà dal 29 marzo al 2 aprile nell'aula del '400 dell'università. Tra i partecipanti il britannico sir Martin Rees, «astronomo della Regina (astronomer Royal)», lo scienziato-artista francese Jean-Pierre Luminet, Jurgen Ehlers, da Potsdam, vincitore della medaglia Planck, F.F.R. Ellis.
Per l'occasione verrà emesso dalle Poste un francobollo celebrativo per l'anno mondiale della fisica ideato proprio nel dipartimento. Accanto alla sezione scientifica, sono in calendario appuntamenti di genere diverso tra cui un concerto di musica barocca, e due mostre: l'esposizione delle sculture di Carlo Mo, che ad Einstein ha dedicato la sua ultima opera realizzata prima della morte, e le realizzazioni grafiche di J.P. Luminet.
Le iniziative organizzate da Pavia nel nome di Einstein si occupano a tutto tondo della figura del grande fisico: dal lavoro scientifico, alla vita privata, al contesto sociale, culturale e politico nel quale lo scienziato ha costruito lo sguardo capace di cambiare la percezione del mondo. Un universo da scoprire recita il titolo del ciclo di conferenze organizzate al Collegio Borromeo fino alla fine di aprile: un percorso che approfondirà anche la religiosità del personaggio legata alla sua origine ebraica (il 14 aprile è atteso il rabbino capo di Milano).
Aprirà i battenti il 25 ottobre, invece, la mostra «Einstein, ingegnere dell'universo» che inaugurerà i nuovi locali del Museo della tecnica elettrica. Organizzata dal gruppo di storia della scienza del dipartimento di fisica «A. Volta», guidato dal professor Fabio Bevilacqua, in cooperazione con l'istituto Max Planck di Berlino e il Deutsches Museum di Monaco, la mostra, prima di trasferirsi a Pavia, aprirà il 12 maggio a Berlino. La rassegna è articolata in tre sezioni, a cavallo tra passato e futuro, più una serie di installazioni multimediali e una zona interattiva dedicata agli hands on dove i ragazzi delle scuole potranno sperimentare direttamente la relatività classica e quella di Einstein, i moti browniani e l'effetto fotoelettrico. Un documentario racconterà la vita della famiglia Einstein nel periodo trascorso tra Pavia e Milano. Collegata alla mostra un'iniziativa di formazione. Sotto la guida del fisico Lucio Fregonese, in collaborazione con l'ufficio scolastico regionale della Lombardia, sono state organizzate delle giornate formative per gli insegnanti delle scuole, della durata di due mesi a partire da lunedì ( www.unipv.it/einstein ): una full immersion nel mondo einsteiniano e nelle collezioni museali per guidare gli studenti nel percorso della mostra. Non solo insegnanti, però: in formazione come «guide» ci sono anche 600 studenti delle scuole.
21 MARZO «Albert Einstein un universo da scoprire», fino al 28 aprile conferenze al Collegio Borromeo e dal 21 marzo al 18 aprile giornate di studio per docenti all'università
29 MARZO
e fino al 2 aprile
in piazza Leonardo da Vinci convegno «Spacetime in Action». Al Palazzo Centrale dell'università, «Art and Geometry»: le
sculture di Carlo Mo. Al Collegio Carioli mostra «Ouvre in noir» di J.P.Luminet
1 APRILE
Alle 21, al Collegio Borromeo, «Il Concerto Vago» diretto da Massimo Lonardi
25 OTTOBRE
e fino al 31 dicembre mostra «Einstein, ingegnere dell'universo» al Museo della tecnica elettrica
Donatella Mele
 
 
4 – Corriere della sera
IL MINISTRO MORATTI Ricerca, via al piano «Altri 1800 milioni»
 
Via libera definitivo da parte del Cipe al Piano nazionale della ricerca (Pnr) per il prossimo biennio presentato ieri da Silvio Berlusconi e Letizia Moratti. Sono previsti 1.800 milioni di euro aggiuntivi per finanziare la ricerca oltre i ai 15 mila miliardi di lire già programmati. Non ci saranno più finanziamenti a pioggia, ma le risorse saranno concentrate su obiettivi precisi. A questo proposito, il ministro Moratti ha anche ricordato come lo stesso criterio di ripartizione dei fondi universitari tenga appunto conto del merito: i dottorati di ricerca passeranno da 3000 a 8000.
 
 
5 -  Corriere della sera
Scomparso a 101 anni il diplomatico che denunciò il pericolo comunista e osteggiò il militarismo. L’amore per Cechov e i paradossi Kennan, padre scomodo della guerra fredda
 
di GIANNI RIOTTA
 
NEW YORK - La notte del 22 febbraio 1946 un «lungo telegramma» parte, con le vecchie telescriventi sferraglianti, dall’Ambasciata americana a Mosca verso Washington. La guerra è finita da nemmeno un anno, le foto dei soldati russi e americani che fraternizzano sul fiume Elba ancora evocano calore. Il «lungo telegramma» cambia l’umore del pianeta: redatto dal ministro consigliere dell’Ambasciata Usa, George Kennan, il testo spiega che l’Urss di Stalin «è sorda alla logica della ragione, ma assai sensibile alla logica della forza». Citando una massima dell’imperatore romano Probo, raccolta dal suo adorato storico Edward Gibbon, Kennan propone di «contenere» l’impero sovietico, con la pressione militare, ma al tempo stesso usando la leva economica, politica e culturale, e vincendo così la battaglia delle idee in Europa. George Kennan, scomparso giovedì 17 a 101 anni, fonda con quel telegramma, e con il famoso articolo siglato con la lettera «X» sulla rivista Foreign Affairs nel 1947, la strategia occidentale nei confronti dell’Urss che avrebbe, mezzo secolo più tardi, portato alla vittoria nella «guerra fredda», lo slogan con cui il finanziere Bernard Baruch definì la nostra era.
Freddo in apparenza e sentimentale in realtà, aristocratico, coltissimo, capace di scrittura perfetta, Kennan è considerato da Henry Kissinger «come il più originale autore della dottrina diplomatica dominante». È Kennan lo stratega intellettuale del Piano Marshall, che salva l’Europa dalla fame e spunta la propaganda del Cremlino contro le democrazie. È Kennan a mitigare i rigori dell’occupazione in Giappone, lasciando presto la mano ai civili. È Kennan a suggerire la creazione della Cia, «strumento di guerriglia politica». Ed è Kennan a lanciare Radio Free Europe, l’emittente che i dissidenti dell’Est, da Vaclav Havel a Lech Walesa, ascoltano in segreto.
Un gigante, premiato dal presidente Bush padre con la Medaglia della Libertà, la più alta onorificenza civile del paese, autore di una ventina di saggi, docente a Princeton dove Albert Einstein e il padre della bomba H, Robert Oppenheimer, lo considerano un amico.
Eppure Kennan rimane, sino all’ultimo intervento prima della morte, un anticonformista, un outsider, un ribelle intellettuale contro le idee dominanti e, spesso, anche contro le sue stesse riflessioni. In una polemica intervista a Jane Mayer del New Yorker , alla vigilia dell’attacco all’Iraq, ammonisce: «Questi interventi si sa come cominciano e non come finiscono». Davanti al Congresso, nel 1975, definisce l’invenzione della Cia, «il peggiore errore che io abbia commesso». Si schiera contro l’invasione della Corea del Nord, la guerra in Vietnam e prova a controllare la corsa nucleare con tanta foga che il ministro degli Esteri Dean Acheson lo investe: «Se la pensi così, perché non te ne vai a predicare con i quaccheri?».
Un altro segretario di Stato, John Foster Dulles, protagonista della guerra fredda che Kennan aveva strutturato, gli toglie ogni carica diplomatica, lasciandolo alla carriera universitaria di Princeton.
Un breve ritorno al Foreign Service, sotto il presidente Kennedy come ambasciatore a Belgrado ai tempi di Tito, finisce male. Kennan vuole aprire ai commerci per avvicinare la Jugoslavia all’Occidente, il Congresso rilutta e «Mister X» dà per sempre le dimissioni. L’altro colosso della politica estera Usa, Averell Harriman, condensa arguto il dilemma: «George capisce alla perfezione l’Urss ma non capisce per nulla gli Stati Uniti».
Vero: Kennan amava la Russia, parlava alla perfezione il russo, detestava lo stalinismo, ma sognava di scrivere una biografia di Cechov. Non fu mai un progressista, propose di mettere fuori legge il Partito comunista italiano alla vigilia delle elezioni politiche del 1948, ma quando amici e colleghi finirono travolti dalla caccia alle streghe del senatore McCarthy, l’uomo che con il suo pensiero aveva isolato l’Unione Sovietica, decise che anche la democrazia gli stava stretta.
Aveva studiato il tedesco a Kassel, orfano di madre fin da bambino («A lungo in un cimitero cercai le tombe dei genitori, padre, padre, dove sei tu?»), e gli studi a Princeton, unico lavoratore tra i rampolli delle grandi dinastie industriali americane, lo lasciarono scettico sulla natura del Paese che aveva difeso dai mortali nemici del XX secolo.
Diplomatico a Berlino nel 1941, quando Hitler dichiara guerra agli Stati Uniti, Kennan è internato con altri giovani colleghi. Liberato e tradotto a Lisbona, si vede detrarre gli stipendi dei cinque mesi passati agli arresti nazisti: «Non avete mica lavorato», osserva la frigida nota del Dipartimento di Stato.
Espulso da Mosca - Stalin non gradisce il suo paragone tra «nazismo e comunismo» - Kennan torna per qualche tempo in California e, dopo gli anni passati nelle ombre dell’Europa totalitaria, vede da vicino i figli della libertà. Una spiaggia di narcisi, che non leggono nulla, ascoltano musica, si rosolano al sole e non hanno un pensiero al mondo. Ecco la contraddizione su cui ruota il pensiero di George Kennan: le sue idee isolano le dittature, ma lui non sa riconciliarsi con il materialismo e il consumismo della società di massa.
Il suo gusto scandinavo (passa le vacanze di una vita con la moglie in Norvegia) per la malinconia e la riservatezza arriva alla strampalata teoria che la nazione debba essere divisa «in dodici repubbliche», dirette da un «circolo di saggi, non eletti», e a proporre, in un articolo inedito scovato dai biografi Isaacson e Thomas, che «neri, donne ed emigranti» debbano essere privati del diritto di voto.
È capace di penetrare fino al midollo il pensiero strategico, ma incredulo sulla capacità del governo democratico. Prega i potenti di dimenticare la cortina nucleare scaturita dalle sue idee, «Per amore di Dio, per amore dei vostri bambini e della civiltà, fermiamo questa follia. Siamo mortali, possiamo sbagliare».
Ferocissimo con i propri errori, Kennan era sprezzante con quelli dei connazionali, «un popolo di bambini». Come un esploratore, aveva intravisto per primo il nostro mondo, senza amare la terra scoperta. Lascia la moglie Annelise e quattordici, tra figli e nipoti.
griotta@corriere.it
 
 
 
6 – Il Messaggero
 Piano per la ricerca
Moratti: più qualità della vita e più sviluppo sostenibile
ROMA La ricerca per migliorare la qualità della vita, per accrescere la competitività e per lo sviluppo sostenibile. Sono questi i tre obiettivi strategici individuati nel Piano nazionale per la ricerca (Pnr) 2004-2006 approvato dal Cipe e presentato in una conferenza stampa a palazzo Chigi. Lo ha sottolineato il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Letizia Moratti, ricordano inoltre che nel piano d'azione per lo sviluppo economico sono stanziate nuove risorse destinate alla ricerca per 1.800 milioni di euro. «Il Pnr ha affermato il ministro segna un momento storico per la ricerca scientifica e tecnologica italiana e rilancia le azioni già intraprese a partire dal 2001». Il ministro ha quindi indicato le otto parole chiave sulle quali si fonda il Pnr: sviluppo e valorizzazione del capitale umano, eccellenza nella ricerca di base, concentrazione su punti di forza e settori strategici, multidisciplinarietà, internazionalizzazione, collaborazione pubblico-privato, utilizzo di una pluralità di fonti e di meccanismi di finanziamento, valutazione. Il ministro ha quindi precisato come, per la ricerca, il governo sia partito da «una base negativa: dal '90 al 2000 ha affermato l'investimento in ricerca è sceso dall'1,37 per cento del pil all'1,07, ma nel 2002 siamo risaliti all'1,16»
 
 
 
7 – Il Messaggero
 Peter Lax, matematico da un milione di dollari
Il matematico americano Peter D. Lax, docente della New York University, ha ottenuto ieri il prestigioso premio norvegese Abel del valore di 980.000 dollari per i suoi contributi notevolmente innovativi alla matematica.
In particolare, Lax è stato premiato per l’apporto fornito alla teoria e alle pratiche applicazioni delle equazioni differenziali e al calcolo delle loro soluzioni. Il riconoscimento sarà conferito al matematico americano in occasione di una cerimonia ufficiale a Oslo il 24 maggio.
 
 
8 – Il Mattino
IN ARRIVO ALTRI 1.800 MILIARDI
Ricerca, via al piano Tra gli obiettivi la cura dei tumori
 
 

Roma. Via libera dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), al Piano nazionale della ricerca (Pnr) per il prossimo biennio: «Per la prima volta - commenta il premier Silvio Berlusconi, presentando il Pnr a palazzo Chigi insieme al ministro dell’Istruzione Letizia Moratti - è stato varato un piano organico, che definisce priorità, progetti e strumenti di finanziamento» e stabilisce uno stop alla modalità dei finanziamenti a pioggia. In arrivo per la ricerca: 1.800 milioni di euro aggiuntivi. Una cifra, sottolinea il premier, che va ad aggiungersi ai circa 15mila miliardi di vecchie lire già previsti. E il premier invita le imprese private a «fare uno sforzo maggiore»per la ricerca visto che l’Italia è al di sopra della media europea. Non è, sottolinea. Berlusconi, la ricerca pubblica ad «essere in difetto»: la media Ue nell’investimento pubblico in questo settore è, ricorda, dello 0,66% sul Pil mentre l’Italia è allo 0,72%. Alla luce di queste cifre, dice Berlusconi, «è l’impresa privata che deve fare uno sforzo maggiore» per incrementare gli investimenti in ricerca. Il nuovo Piano, intanto, fermerà una volta e per tutte i finanziamenti a pioggia: le risorse saranno concentrate su obiettivi precisi. Una svolta nelle modalità di finanziamento. E il ministro Moratti ha ricorda come lo stesso criterio di ripartizione dei fondi universitari tenga appunto conto del merito. Nel Pnr, illustra il ministro Moratti, sono stati individuati tre obiettivi principali: la ricerca per migliorare la qualità della vita (salute sicurezza, ambiente); la ricerca per accrescere la competitività delle imprese (10 grandi progetti nazionali, distretti tecnologici) e la ricerca per lo sviluppo sostenibile a livello globale (prevenzione di catastrofi naturali, monitoraggio del territorio, accordi internazionali). Ma il Piano prevede anche 10 programmi strategici, tra i quali quelli mirati alla cura dei tumori e delle malattie degenerative; programmi per il rilancio dell’industria farmaceutica e biomedicale e il potenziamento dell’industria motoristica e aeronautica. Il Pnr prevede anche interventi speciali per lo sviluppo del Mezzogiorno e la creazione di laboratori congiunti tra istituzioni italiane e straniere basati su attività di ricerca strategiche. Tra gli interventi già avviati, invece, i laboratori di ricerca pubblico-privati e gli 11 distretti tecnologici. «Il Pnr - afferma Moratti - segna una svolta per la ricerca». Una svolta che si fonda su alcune parole chiave: sviluppo e valorizzazione del capitale umano, eccellenza nella ricerca di base, concentrazione su punti di forza e settori strategici, multidisciplinarietà, internazionalizzazione, collaborazione pubblico-privato, valutazione.
 
 
9 – La Sicilia
Hi-tech: queste le migliori idee
Incubatore «SpinLab».
Il consorzio Università-Sviluppo Italia premia 16 progetti imprenditoriali

Turismo e beni culturali, consulenza gestionale, sicurezza, e-learning, automazione e controllo, telecomunicazioni, trasporti e logistica, agricoltura di precisione, biomedicale, bioinformatica. Sono queste le aree d'intervento dei 16 progetti di nuove idee imprenditoriali hi-tech ammessi a godere dei servizi forniti dall'incubatore tecnologico "SpinLab", dopo aver superato una rigorosa selezione effettuata da un comitato scientifico e dallo stesso consiglio di amministrazione del consorzio. L'incubatore tecnologico «SpinLab» è promosso da MedSpin, il Consorzio mediterraneo universitario per lo spin off nelle alte tecnologie, che vede riuniti Università di Catania e Sviluppo Italia-Sicilia.
Le idee "finaliste" del primo bando SpinLab (lanciato nel giugno 2004, con 23 proposte d'impresa partecipanti; il prossimo sarà pubblicato nell'aprile 2005) sono state illustrate questo pomeriggio nell'aula magna del Palazzo centrale dell'Università nel corso di un incontro al quale sono intervenuti il rettore Ferdinando Latteri, il consigliere delegato Medspin Elita Schillaci, il direttore generale del consorzio Francesca Pasquini, il rettore dell'Università del Sannio Aniello Cimitile, il coordinatore della rete territoriale di Sviluppo Italia Lina D'Amato, il corporate vice president della STMicroelectronics Carmelo Papa, l'amministrazione delegato di Sviluppo Italia-Sicilia Vincenzo Paradiso, il direttore di Synapto Ene Razvan.
I progetti, sui quali ovviamente viene mantenuta una cortina di riservatezza per tutelarne l'originalità, potranno usufruire nei prossimi otto mesi ("fase 1") di un insieme di servizi di accoglienza, di attività formative specialistiche e di tutoraggio che, rafforzando le competenze tecnico-manageriali dei beneficiari, condurranno alla predisposizione del piano d'impresa vero e proprio.
Successivamente i business plan delle idee d'impresa saranno sottoposti ad una seconda selezione per l'identificazione di 5 iniziative imprenditoriali ICT (Information & Communication Technology) di eccellenza che saranno ospitate presso l'incubatore tecnologico SpinLab per l'assistenza allo start-up aziendale. I progetti, in genere multisettoriali, vertono infatti sull'impiego combinato di più tecnologie innovative: multimedia, database, mobile & pervasive, hardware design, routing & switching, real-time & embedded, software engineering, artificial intelligence, robotica.
L'incubatore, finanziato dal ministero delle Attività Produttive, nasce infatti dalla necessità di dotare il sistema catanese di uno specifico strumento di promozione e supporto ai processi di imprenditorialità innovativa, mediante lo sfruttamento economico delle competenze e del know-how accumulato dal mondo della ricerca scientifica e tecnologica.
 
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie