Sabato 26 marzo 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 marzo 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 17 – Cagliari e provincia
«Dov'è la certezza del diritto?»
I lavori per il parco sono in corso. Quest'estate saranno costruiti i primi edifici, quelli dell'università, che occuperanno l'area di via Is Maglias di fronte alla facoltà di ingegneria. La macchina di Coimpresa è in moto, dopo un percorso iniziato nel 1987 e concluso nel 2003. In questo lungo iter c'è un passaggio decisivo: l'accordo di programma siglato nell'estate del 2000 tra Regione (giunta Floris), Comune (giunta Delogu), Iniziative Coimpresa - società le cui quote sono di Impregilo (il 75,525%) e del Gruppo Cualbu (il 24,475%) - e alcuni proprietari minori. «Quell'accordo di programma venne siglato alla fine di un lungo percorso in cui abbiamo chiesto preliminarmente tutti i via libera, anche quelli non necessari subito. Perché, lei capisce, quando un'impresa investe 150 milioni di euro non si può permettere incidenti di percorso né può lasciare spazio al minimo dubbio: ha bisogno di certezze assolute». Seduto sulla poltrona del piccolo ufficio di via Vittorio Veneto 24, in una palazzina a pochi passi a Villa Devoto, Giuseppe Piras spiega con apparente calma perché ritiene impossibile uno stop. Coordinatore generale di Iniziative Coimpresa, Piras ha un passato da assessore comunale alla viabilità nella giunta di Giuseppe Brotzu (1960 - 1967). «Ho fatto io il bando per il Parco di Monte Urpinu, figuriamoci se non rispetto l'ambiente», ostenta. Premette di essere rimasto «esterrefatto» dalle minacce che arrivano da viale Trento, di cui «non so nulla», poi ricorda un paio di cose: «Intanto su questo progetto ci sono due Accordi di programma, cioé contratti vincolanti per le parti, pubblicati sul Buras. Contratti siglati dopo un lunghissimo iter nel corso del quale sono stati ottenuti tutti i via libera possibili e immaginabili, sulla base dei quali abbiamo fatto progetti che hanno dato origine ad appalti di opere pubbliche. Abbiamo anche depositato una fidejussione da dieci milioni di euro. Ora, se chiunque arriva alla guida della Regione può permettersi di stravolgere contratti», conclude Piras, «dov'é la certezza del diritto?». Ancora: «Come è possibile che un progetto che è passato in consiglio comunale per due volte, che è stato modificato sino a quadruplicare la dimensione del parco rispetto all'ipotesi iniziale, che non prevede nemmeno una pietra nella zona archeologica, che dà grandi vantaggi al Comune, che è passato al vaglio di tutti i giudici più severi possa essere bloccato?. In ogni caso», preannuncia, «i nostri legali sono pronti. Ci bloccheranno tutto?, Ci esproprieranno?, bene, vuol dire che ci pagheranno i terreni a prezzo di mercato, i progetti, i danni d'immagine e materiali. Diciamo 150 milioni di euro». (f. ma.)
 

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Nuoro
L’Università diventa sede di ricerca
Annunciato il primo ciclo triennale di dottorati tutto nuorese
Vertice a Sa Terra Mala con Maddalena Salerno e Ignazio Camarda
 NUORO. Il terzo polo universitario? Farlo sarà “una lotta feroce” dice il presidente del corso di laurea in Scienze Forestali, Pietrino Deiana. E poi servono più risorse, più docenti stabili (all’appello ne mancano almeno ventisei) più autonomia gestionale rispetto a Sassari e Cagliari. Ma intanto, proprio in questi giorni, con l’appoggio della Regione Sardegna, l’ateneo barbaricino si accinge a superare il primo grosso ostacolo di questo lungo iter. Per la prima volta dalla sua costituzione, infatti, partirà un ciclo triennale di dottorati di ricerca tutto made in Nuoro, dal titolo “Monitoraggio e controllo degli ecosistemi forestali in ambiente mediterraneo”.
 I dodici laureati selezionati per tre anni lavoreranno e promuoveranno i loro studi nella sede nuorese dell’università. In quel di Sa Terra mala o Carta Loi. Il dettaglio non è di poco conto: nella precedente esperienza, lezioni e laboratori si tenevano per lo più a Sassari costringendo docenti e alunni a scomode trasferte. Il nuovo corso dei dottorati di ricerca nuoresi ha dunque tanto il sapore di una piccola svolta epocale. Un passaggio fondamentale nel cammino verso la piena autonomia dell’università nuorese. Verso la creazione dell’atteso terzo polo.
 “Perché non si può far nascere davvero il terzo polo senza che prima si creino altri posti per giovani ricercatori. La ricerca è fondamentale per un’università” ha ribadito il professor Deiana, ieri mattina, a Sa Terra mala, presentando il ciclo di dottorati insieme al coordinatore Pietro Luciano e al docente di Botanica in Scienze Forestali, Ignazio Camarda. Ospiti graditi, l’assessore regionale al Lavoro e formazione professionale, Maddalena Salerno, e il suo direttore generale Roberto Neroni.
 Dopo le polemiche delle scorse settimane su tagli di fondi e disponibilità di risorse, da Cagliari giungono notizie positive. “L’assessore Salerno si è impegnata a reperire risorse da destinare alla formazione post laurea per l’università di Cagliari e Sassari - spiega il professor Luciano - Sassari ha deciso di finanziare con questi soldi il dottorato di ricerca di Nuoro”.
 I fondi per Nuoro arriveranno dunque ancora una volta per via indiretta, passando per l’ateneo turritano. Al ciclo di dottorati, la Regione contribuirà finanziando quattro delle sei borse di studio triennali previste (ciascuna è di circa 900mila euro mensili). Gli altri sei laureati selezionati su un totale di ben 68, per frequentare le lezioni, non pagheranno nulla ma d’altra parte non riceveranno neppure sovvenzioni. Altre due borse di studio, poi, saranno finanziate dal Cnr.
 “La speranza - ha continuato Luciano - è quella di riuscire a bandire altre borse di dottorato anche nel prossimo anno accademico, ma soprattutto speriamo che tutti quanti, politici e istituzioni, si impegnino a trovare soluzioni occupative per i laureati che prepariamo. E’ importante dare un futuro lavorativo a questi giovani, non li si può abbandonare una volta finita l’università. I numeri fino ad ora sono preoccupanti: abbiamo laureato circa cento giovani, di questi solo tre hanno trovato occupazione, gli altri stanno imboccando la strada della delusione”. Pronta, la risposta dell’assessore Salerno: “Nel programma della giunta regionale si punta molto sulla tutela dell’ambiente come risorsa che crea anche sviluppo e occupazione, e sui giovani. Prendendo atto che il 50 per cento dei nostri disoccupati sono senza qualifica e titolo di studio, sappiamo anche che bisogna investire sempre di più nella ricerca e nella formazione. Qui si gioca il ruolo fondamentale dell’università”.
 “Pur nel quadro di una manovra economica di bilancio piuttosto difficile e sofferta, visto l’indebitamento ereditato dalla precedente legislatura - ha concluso l’assessore Salerno - per l’università nuorese abbiamo fatto il taglio di risorse minore possibile: solo il 7,5%. Qui, dunque, arriveranno tre milioni di euro, non più i due milioni inizialmente previsti. Vogliamo che queste risorse generino il terzo polo universitario a Nuoro, non solo corsi di dottorato, ma ricerca stabile per una università stabile. Vogliamo arrivare a fare di Nuoro una struttura universitaria autonoma, di serie A, con docenti stabili e una vasta attività di ricerca. Per l’immediato futuro, per Nuoro, abbiamo promosso altre borse di dottorato e un master di ricerca sull’ambiente, insieme a 25 tirocini formativi”.
Valeria Gianoglio
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
AMBIENTE
Il progetto-Tuvixeddu al microscopio
La Regione dopo aver fermato la strada decisa a tutelare la necropoli punica
 CAGLIARI. Le prime avvisaglie sono state le dichiarazioni del presidente della Regione, Renato Soru, che è intervenuto sulla strada che dovrebbe rimuovere parte di un’ala del liceo classico Siotto, per poi arrivare a Tuvixeddu. Altro punto dolente per i problemi che potrebbe arrecare alla necropoli fenicio-punica. Sullo sfondo c’è la contrarietà per tutto il progetto che interessa l’area archeologica. Ora il problema è di stretta attualità in Giunta regionale e su di questo vi stanno lavorando tre assessorati: l’Ambiente, la Pubblica istruzione e i Lavori pubblici. «Di certo siamo contrari alla strada che interessa il Siotto e la prima parte della necropoli - spiega l’assessore Tonino Dessì (Ambiente) - sul complesso siamo diponibili a un confronto col Comune».
 L’obiettivo della Regione è quello di salvaguardare al massimo l’area archeologica. Le modalità con cui bloccare l’accordo di programma, siglato durante la consiliatura comunale di Mariano Delogu e che prevede un progetto di lottizzazione integrata, è argomento di riflessione proprio in questi giorni. La possibilità di utilizzo della scadenza del procedimento di impatto ambientale (che dura tre anni) non pare percorribile in quanto la norma (che detta il limite temporale) è stata inserita di recente e non ha valore retroattivo. Resta, però, la volontà della Regione di bloccare l’intervento. In questi giorni tutto l’iter burocratico che ha portato all’accordo di programma è sotto la lente di ingrandimento dei funzionari regionali alla ricerca della più piccola contraddizione o irregolarità. In questa prospettiva l’attenzione è rivolta anche all’istruttoria che ha portato a non considerare necessaria una procedura di valutazione di impatto ambientale e ai riflessi sul paesaggio.
 Il progetto di lottizzazione integrata prevede anche un ampio intervento sulla viabilità. Nel novembre scorso è stato bandito l’appalto per il primo tratto della strada compresa nell’accordo di programma, che riguarda il tratto via Cadello-via Is Maglias. L’importo a base d’asta è stato di 9 milioni e 919mila euro più Iva. Il collegamento viario dovrebbe avere (il condizionale è d’obbligo dopo l’intervento della Regione) quattro corsie, più due di emergenza, spartitraffico centrale e marciapiedi. A opera terminata (nei vari lotti) vi dovrebbe essere il collegamento dell’asse mediano con via San Paolo tramite via Cadello, l’incrocio di via Is Mirrionis con via Campania, il colle di Tuvumannu (da attraversare in galleria), via Is Maglias, il canyon di Tuvixeddu, via Falzarego, viale Trento (parte in sopraelevata) fino a via San Paolo. Il tutto, se realizzato, costerà 42 milioni e 500mila euro con finanziamento pubblico. Si tratta di programma integrato d’area (Pia) relativo al “Sistema dei Colli” inserito nell’accordo di programma il cui atto aggiuntivo del gennaio 2003 è stato approvato dalla Regione nel febbraio dello stesso anno.
 I primi a preoccuparsi per l’intervento sono stati un gruppo di autorevoli intellettuali (da Giovanni Lilliu ad Antonio Romagnino) e gli ambientalisti, che hanno sottolineato subito che il tratto che attraverserà il Colle di Tuvixeddu sfiorerà reperti archeologici (tombe puniche e acquedotto romano) di primaria importanza, si infilerà a pochi metri dalla finestre di una scuola media e pretenderà di “affettare” un bel pezzo del liceo-ginnasio”Siotto”.
 Il progetto prevede 350 apppartamenti e ville, una casa dello studente con 450 posti (che l’Ersu acquisterà con 20 milioni di euro), un ristorante, più sala convegni da 550 posti nell’ex villa Mulas, un museo archeologico (costo 4 milioni di euro, in gran parte pubblici) in uno dei capannoni industriali dell’ex cementeria (in via Falzarego), il parco archeologico-ambientale (20 ettari) e servizi generali. Il tutto per una volumetria complessiva di 273.000 metri cubi su circa 48 ettari. In teoria l’intervento edilizio dovrebbe riportare 2.500-2.700 residenti a Cagliari, ma i prezzi ipotizzabili rendono difficile il raggiungimento dell’obiettivo.
 Tuvixeddu è la più importante area sepolcrale punico-romana ed alto-medievale (oltre 1.110 tombe) del Mediterraneo (tutelata con vincolo archeologico e paesaggistico) e la Regione ha deciso di proteggerla. (r.p.)
 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Sassari
WORKSHOP A PORTO CONTE
Progetto contro la desertificazione
 ALGHERO. I saloni della Porto Conte Ricerche a Tramariglio ospiteranno il prossimo 30 di marzo l’Workshop Midam. Evento finalizzato alla presentazione di un gruppo di giovani laureati in diverse discipline che hanno seguito il corso Master di secondo livello e alla preparazione dei laureati in questione, per inserirli in funzione delle loro specificità culturali in piani e progetti per la lotta alla desertificazione. L’iniziativa è organizzata dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’università di Cagliari, capofila, e da altre organizzazioni quali la Sudgest, Saras Ricerche, E.Form, Sar, Porto Conte Ricerche. Alla manifestazione parteciperanno oltre ai corsisti i rappresentanti di vari partner, le quattro province ed esponenti dell’Università sarda e delle regioni unitamente all’Unione Europea e al Centro Europeo di Ricerca.
 Il corso è riferito a laureati rappresentati da geologi, agronomi, forestali, ambientalisti, naturalisti, biologi, ingegneri ambientali e territoriali, che hanno seguito il percorso formativo e lavorato insieme per raggiungere un determinato obiettivo: mitigare la degradazione, progettare l’uso e la tutela delle risorse naturali.
 Raggiungere questo fine non è stato facile ma attraverso il corso sperimentale in questione è stato reso possibile arrivare alla formazione di professionisti che possono lavorare insieme nella progettazione ambientale.
 L’inizio dei lavori è previsto per le 10 e le relazioni introduttive saranno svolte da esponenti di primissimo piano dell’università di Cagliari, a cominciare dal rettore magnifico Pasquale Mistretta, e dal rappresentante della Sudgest. Sono previste le relazioni degli allievi i cui interventi occuperanno l’intera mattinata.
 Nel pomeriggio sarà dato spazio alle relazioni degli assessori delle quattro province sarde cui seguiranno quelle dei rappresentanti dell’università di Sassari, della Saras Ricerche, del Consorzio Sar Sardegna e della N.D.R. Le conclusioni saranno tratte dall’assessore regionale all’ambiente, Tonino Dessì.
 
 
 

Questionario e social

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