UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 27 aprile 2005

Mercoledì 27 aprile 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 aprile 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 17 – Cagliari
Oggi il Cda. Svolta con nuovi corsi e offerta formativa: ecco come l'ateneo si riorganizza
Università, via alla rivoluzione amministrativa
L'Università si prepara alla rivoluzione amministrativa. Una novità che riguarderà anche gli studenti, e che ha visto il primo atto ufficiale nell'ultima riunione del consiglio di amministrazione, con l'approvazione del piano di riorganizzazione, che prevede la suddivisione del settore amministrativo in quindici aree. Nella seduta odierna il Cda dell'ateneo scenderà nei particolari, limando alcuni aspetti e iniziando la discussione sull'assegnazione delle aree ai quindici nuovi dirigenti, vincitori di concorso. Un passaggio delicato: dieci sono funzionari storici dell'Università, altri cinque sono nuovi e due di questi non sono sardi. Ma nel calendario dell'ateneo di Cagliari c'è un altro momento fondamentale: l'approvazione del piano di offerta formativa entro il 30 aprile, da parte del Senato accademico. Senato che si riunirà domani e che ufficializzerà i corsi triennali e biennali delle dieci facoltà. un ufficio per le tasseDa tredici aree a quindici, la differenza non sembra enorme. Ma la riorganizzazione del settore amministrativo è un passo importante per la vita e il funzionamento dell'Università e dei suoi studenti. Soprattutto per quanto riguarda l'area di orientamento e didattica, che da una sarà divisa in quattro parti. Saranno creati nuovi uffici, ciascuno gestito da un dirigente con competenze specifiche. L'orientamento continuerà a svolgere i soliti compiti, lasciando le altre funzioni all'area didattica (verifica crediti dei singoli corsi di studio), alla segreteria studenti (che si occuperà di coordinamento e gestione del pagamento delle tasse) e alla nuova area delle relazioni internazionali (non solo borse di studio, come quelle Erasmus, ma un vero ufficio di gestione dei rapporti con i tanti atenei internazionali con cui l'Università ha agganciato contatti). Il Cda ha già approvato la nuova suddivisione, e oggi, oltre ad apportare alcune modifiche di servizi, potrebbe iniziare il delicato passaggio di assegnare le singole aeree ai quindici dirigenti in trepidante attesa. Esiste infatti la possibilità che qualcuno venga trasferito, e alcuni uffici sono più appetibili rispetto ad altri. La figura del dirigente d'area è di notevole importanza: nella macchina amministrativa, dopo il rettore c'è il dirigente amministrativo (fino a ottobre sarà in carica Fabrizio Cherchi) sono proprio i titolari delle 15 aree a svolgere un ruolo fondamentale nel funzionamento della complessa macchina universitaria. Nuovo anno accademicoSe la seduta di oggi del consiglio di amministrazione è importante, lo stesso vale per il senato accademico che si riunirà domani. Sul tavolo il piano dell'offerta formativa da proporre per l'anno accademico 2005-2006 agli studenti che si iscriveranno all'Università di Cagliari, e per quelli che si preparano al passaggio dalla laurea triennale a quella specialistica. L'ateo cagliaritano deve approvare il piano entro il 30 aprile, e quindi domani, per inviarlo al Ministero.
Matteo Vercelli
 
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 19 – Cagliari
La manifestazione sarà inaugurata domani dal presidente della Regione Renato Soru
La Fiera apre le porte alla scienza
Ci sarà anche un laboratorio d'analisi per la prova del Dna
Non soltanto prodotti alimentari e trattori in bella mostra ma anche un laboratorio d'analisi per la prova del Dna e un sofisticato telescopio che servirà alla comunità scientifica internazionale per lo studio dei buchi neri nello spazio. Quest'anno, alla cinquantasettesima Fiera campionaria internazionale della Sardegna, che aprirà i battenti domani con l'inaugurazione del Presidente della Regione Renato Soru, ci saranno interessanti novità. Negli 80 mila metri quadri, saranno 900 gli espositori, in rappresentanza di oltre 2000 ditte sarde, nazionali ed estere. Il principale cambiamento si potrà notare nel padiglione numero uno che sarà interamente dedicato a 14 piccoli comuni della Sardegna e all'Anci, l'associazione nazionale comuni italiani: all'interno saranno presentate alcune innovazioni culturali, turistiche e scientifiche che rappresentano lo specchio dell'andamento dello sviluppo isolano da 57 anni a questa parte. «Uno sviluppo maturato troppo lentamente - sottolinea Raffaele Garzia, il presidente dell'Ente Fiera - è stata la nostra noncuranza a farci perdere il treno. Un esempio: il Porto Canale. Sta funzionando solo ora e come garage di campagna, mentre non si è fatto ancora nulla per la gestione della Zona Franca. Abbiamo abbozzato una legge per la Continuità territoriale delle persone e delle merci ma non si sa come andrà a finire». Uno sfogo inaspettato e imprevedibile, quello del presidente dell'Ente Fiera, che ha raggiunto l'apice al termine dell'incontro che si è tenuto ieri mattina nella sala conferenze di viale Diaz: «Nella battaglia per le quote delle entrate - ha proseguito - occorre tenere in mente che soltanto le aziende che hanno sede legale in Sardegna (e non solo lo stabilimento) versano le imposte nell'Isola». L'anno scorso sono stati 400 mila i visitatori della Fiera e quest'anno si pensa di eguagliare se non superare questo dato con le novità che provengono proprio dai comuni sardi: per la prima volta verrà presentato al pubblico il laboratorio di analisi per la prova del DNA, proveniente dal gabinetto scientifico del Consorzio di Sa Corona Arrubia e un sofisticato telescopio che servirà alla comunità scientifica internazionale per lo studio dei buchi neri nello Spazio. Un progetto nato in collaborazione con i comuni di San Nicolò Gerrei, Silius, San Basilio e Sant'Andrea Frius, per una apparecchiatura di 60 metri di diametro a cui si affiancherà la ristrutturazione della Colonia Acli di Planusanguini che verrà utilizzata come sede del Comitato scientifico, foresteria e per spazi espostivi turistici e culturali. Il Comune di Orune presenterà, invece, un'indagine sociologica sullo spopolamento, mentre il Comune di Siurgus Donigala, Selegas e Nuxis promuoveranno le proprie produzioni vitivinicole. Durante la manifestazione verranno presentati tutti i circuiti nazionali a cui sono associati i comuni sardi per la produzione delle ceramiche, del miele, dell'olio, del vino, del pane, delle ciliegie e del tartufo. Sono raggruppati sotto il marchio Res Tipica, un'associazione che unisce tutte le produzioni regionali: un marchio depositato due anni fa e che ha già riscosso un buon successo soprattutto in India, da dove sono partite alcune richieste da parte di numerose case cinematografiche per utilizzare prodotti e marchi sardi.
Alessandro Testa
 
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cagliari
Ieri pomeriggio sit in all'università
«No ai corsi a Sassari» La rabbia dei prof precari
Duecento insegnanti precari chiedono «che all'Università di Cagliari venga attivato il corso di specializzazione per il sostegno, come previsto dalla legge». Non sono disposti a frequentare a Sassari, dove pare che le lezioni verranno dirottate, senza valide motivazioni. Per questo, ieri pomeriggio, hanno organizzato un sit-in all'ufficio scolastico regionale, in piazza Darsena, pronti a spiegare le proprie esigenze al direttore scolastico regionale Armando Pietrella, ma il dirigente non era in sede. Allora, si cambia rotta, tutti in via Università dal rettore Pasquale Mistretta che ha ascoltato una numerosa delegazione. «Il rettore si adopererà per andare incontro ai docenti», spiega Nino Martino, segretario provinciale Cgil, «ma per una risposta definitiva bisogna aspettare l'incontro col senato accademico, che valuterà la situazione». Non si conosce la data precisa in cui avverrà l'incontro tanto atteso dai professori, ma qualcuno parla di domani mattina. «Intanto noi non ci fermiamo, le nostre mosse finiranno solo quando fisseranno il giorno d'inizio delle lezioni», affermano i docenti. «Spostando i corsi in un'altra città ci tagliano le gambe», spiega Monica Carcangiu, maestra alla scuola materna di Quartu. «Lavoriamo qui e abbiamo famiglia, non possiamo viaggiare tre volte alla settimana». Neanche gli orari della scuola consentono ai precari di spostarsi per il corso: «Spesso terminiamo alle quattro, Sassari si potrebbe raggiungere non prima delle sei e mezzo, è una situazione assurda», taglia corto Veronica, quattro anni di supplenze annuali alle spalle. Negli uffici di piazza Darsena il malumore è il protagonista della serata: «Esiste un decreto che non vogliono applicare, per l'ennesima volta il precariato storico viene penalizzato», dice Franca Pontis, maestra alla scuola d'infanzia. «La legge prevede che i docenti, in possesso dei 360 giorni di servizio, siano messi nelle condizioni di conseguire il diploma per il sostegno», affermano in coro decine di supplenti. Dalla loro parte si schiera Martino, della Cgil: «Avete il diritto di fare il corso», sottolinea, «bisogna far conoscere a tutti gli interessati la condizione in cui siete. Duecento richieste non passano inosservate». Il corso, partito già nelle altre regioni d'Italia, dura 700 ore, e prevede più di dieci insegnamenti. Trecento ore di lezioni frontali, cento di tirocinio e il resto laboratori. Il costo è all'incirca di mille e cinquecento euro, che ogni professore dovrà sborsare: «Senza contare i soldi che abbiamo speso per auto-formarci», afferma Silvana Corti, insegnante. Se la situazione non si definirà, i precari sono pronti a scendere in piazza, per difendere i loro diritti, e far applicare la legge 143, che per loro ha un significato importante: un gradino che fa avvicinare al passaggio in ruolo. Un obiettivo che costa anni di sacrifici, spesso troppi.
Francesca Grezzo
 
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 40 – Cultura
Sardi nel mondo Inedita Grazia Deledda all'Università di New York
A New York si respira aria di Sardegna. Con il patrocinio del Dipartimento di Lingue Romanze della Fordham University di New York, l'Associazione professionisti sardi in collaborazione con il Circolo Shardana-Usa, con il contributo della Regione sarda, organizza il prossimo primo maggio una giornata di studio dedicata alla promozione e valorizzazione della cultura e della lingua sarda. Appuntamento alla Fordham University, Bronx Campus di New York. Da tenere d'occhio, l'intervento di Neria De Giovanni, presidente dell'Associazione internazionale dei critici letterari (con sede a Parigi) e del Consorzio Parco Grazia Deledda (con sede a Nuoro): presenterà alcuni inediti, in originale, di Grazia Deledda, unico Premio Nobel femminile italiano per la Letteratura. I brani verranno letti e commentati. Neria De Giovanni coordinerà anche una discussione sulla lingua e sulla cultura sarda, e sulla legge sulle minoranze linguistiche nell'Unione Europea. Ancora: Stefano Manca, general manager dell'Associazione professionisti sardi, presenterà un Cd rom con informazioni generali sulla cultura della Sardegna ed introdurrà alla lettura di poesie e brani in prosa di autori sardi curata da Neria De Giovanni. La giornata di conoscenza della cultura e della lingua sarda prevede, inoltre, la proiezione di immagini sulla Sardegna di oggi e di alcune foto della collezione del professor Leonard Sussman del Baruch College di New York. La manifestazione sarà affiancata dall'esecuzione di brani musicali popolari della Sardegna, di autori diversi, presentati ed eseguiti dal cantautore sardo Gavino Ruggiu. Un contributo al dibattito culturale verrà portato dal presidente del Circolo dei sardi Shardana di New York, Bruno Orrù. E per finire, un brindisi. Naturalmente il vino arriva dalla Sardegna.
 
 

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 – Nuoro
Ricerca scientifica a passo di trekking 
Il «campo ambientale» organizzato dalla Comunità montana a Lanaittu
 NUORO. La Comunità Montana del Nuorese, in collaborazione con la Regione, il Comune di Oliena e la facoltà di Scienze e tecnologie forestali e ambientali dell’ateneo turritano, ha organizzato, dal primo al 14 giugno, il “Campo ambientale 2005” nella vallata di Lanaittu. Un ecosistema naturale alle spalle del Corrasi, che è la montagna che sovrasta Oliena, dove prosperanno la macchia mediterranea e numerosi endemismi. La valle e parte della montagna sono state abitate dall’uomo dal paleolitico all’epoca romana. Lo testimoniano le vestigia archeologiche.
 La zona è il regno dei pastori e di una parte della fauna endemica sarda. Si tratta di un’esperienza di vita comunitaria che aggrega persone di diversa provenienza, cultura e religione intorno a un progetto comune.
 Un’occasione preziosa, attraverso la quale i giovani prendono contatto diretto con la natura sotto la guida di esperti. Si avrà così l’opportunità di conoscere meglio i paesaggi e le particolarità ambientali del Supramonte. Un’esperienza diretta a stimolare la partecipazione attiva, di elevato valore formativo, che contribuisce ad arricchire il curriculum personale di ciascuno.
 La domanda di partecipazione deve essere presentata alla Comunità montana del Nuorese, via Trieste 46, 08100 Nuoro, entro le ore 13 del 10 maggio. Bando sul sito: www.cmnuorese.it. La quota di partecipazione è di 210 euro, e comprende: vitto e alloggio in una struttura ricettiva, stransfert al campo, escursioni nei siti naturalistici e archeologici, e assicurazione. Il campo è riservato a 15 cittadini europei. Gli organizzatori suggeriscono di portare le scarpe da trekking ed un abbigliamento comodo.
 
 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
DOMANI AL CHIOSTRO 
Gianluigi Madau presenta il libro «Industria enologica»
  ORISTANO. Domani alle 11, nel Chiostro del Carmine, “Aula 1P”, Gianluigi Madau, docente di enologia nel corso di laurea di viticoltura ed enologia della Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Sassari con sede in Oristano, presenterà il suo libro dal titolo “Industria enologica” (Isola Editrice, Sassari 2004).
 «Il testo - si legge in un comunicato stampa del Consorzio Uno -, se prevalentemente destinato agli studenti, riveste notevole interesse anche per quella folta schiera di appassionati che, sempre più numerosi, si accostano all’affascinante mondo enologico».
 Non solo a livello universitario, c’è da aggiungere, considerato che il corso di laurea è soltanto uno degli aspetti di un fenomeno che in provincia sta registrando un’impennata davvero notevole. Da qualche anno a questa parte, infatti, diverse associazioni promuovono dei corsi finalizzati alla conoscenza dei vini, allte tecniche di produzione e alla commercializzazione.
 
 
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
SIT IN DI PROTESTA
I corsi di specializzazione non partono
 CAGLIARI. E’ quasi una’guerra tra poveri’ quella che si sta combattendo tra le aule dell’Università e quelle delle scuole di ogni ordine e grado della provincia. Gli studenti di Scienze della formazione che hanno scelto di seguire il corso per diventare insegnanti di sostegno temono di vedere il loro futuro compromesso da un recente decreto del ministero dell’Istruzione e Università (il numero 21 del 9 febbraio 2005), con il quale si dà il via al recepimento su tutto il territorio nazionale della legge 143 del 4/6/04. L’Università e la Direzione scolastica regionale, in base a questa normativa, devono garantire corsi di specializzazione di un anno per far ottenere l’abilitazione al sostegno per i docenti ordinari precari che stanno già insegnando. Gli stessi 260 circa che ieri hanno inscenato un sit-in di protesta all’interno della sede cagliaritana della Direzione scolastica regionale chiedendo un’accelerazione delle pratiche per far partire i corsi, anche se il termine ultimo fissato, del 31 marzo 2005, è già scaduto.
 “L’incontro di oggi - ha detto Nino Martino, segretario provinciale Cgil-Flc - segue quello avuto due settimane fa, quando è stato sollevato il problema. Mentre a Sassari, Oristano e Nuoro i corsi sono già partiti, a Cagliari si sono manifestate difficoltà organizzative. Ora stiamo attendendo da una parte che il direttore scolastico regionale, Armando Pietrella, pubblichi gli elenchi degli aventi diritto e dall’altra che si riunisca il Senato accademico convocato dal rettore, Pasquale Mistretta, dopo le pressanti richieste da parte del ministero della Pubblica istruzione, della Regione, del Csa e dello stesso Pietrella”. Nell’immediato, intanto, è pronta un’interrogazione in consiglio regionale, che dovrebbe essere presentata oggi da Ciriaco Davoli (Prc) e ci si prepara ad un nuovo sit-in, stavolta sotto il rettorato in via Università. Il corso, della durata complessiva di 700 ore, di cui 300 di lezione, 100 di tirocinio e 300 di laboratorio, prevede - a quanto dicono gli insegnanti - un costo tra i 1.200 e i 1.500 euro, per singolo insegnante. La soluzione però potrebbe essere dietro l’angolo con la pubblicazione degli elenchi.
 
 
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
TECNOLOGIA
L’assessore Massimo Dadea spiega il futuro in digitale
  SASSARI. Corre su un filo la rivoluzione telematica. La Regione punta sulla fibra ottica e sul digitale terrestre per trasformare l’isola in una Silicon valley. Una terra ipertecnologica - dicono in Regione - dove sarà possibile accedere alla propria cartella sanitaria o pagare la bolletta dal televisore di casa. Il progetto farebbe così volare la Sardegna dall’era dei nuraghi a quella di internet.
 Tutto il territorio verrà cablato con una rete capillare ad alta velocità. Per ora solo il 14 per cento dei comuni può avere un collegamento Adsl, ma nel futuro da ogni piccolo centro si volerà nel cuore del web. Per passare dall’età del formaggio a quella del microchip la Regione ha messo sul piatto 90 milioni di euro. Serviranno per creare il passante che dovrebbe fare dell’isola il nodo centrale della rete telematica del Mediterraneo. Il cavo a fibre ottiche che da Mazara del Vallo arriva a Cagliari verrà unito a quello che da Olbia giunge a Roma. Sarà costruita un’autostrada digitale superveloce. Una lunga catena di zero e di uno - dicono alla Regione - spezzerà l’isolamento della Sardegna.
 Un’isola laboratorio dove verrà sperimentata anche l’altra rivoluzione annunciata, quella della tv del futuro che porterà dall’analogico al digitale terrestre. Le tappe del percorso sono state illustrate dall’assessore regionale agli Affari generali Massimo Dadea in un incontro organizzato dall’associazione Scienze politiche nell’aula magna della facoltà. «Il concetto centrale è l’interattività - spiega Dadea -. La televisione digitale dà la possibilità di creare un filo diretto e offrire servizi al cittadino. I contenuti possono essere di ogni tipo: sanità, turismo, lavoro. La Regione ha scelto di investire in cultura, in conoscenza, per colmare il gap che ci separa da altre realtà. Troppo pochi ancora quelli che finiscono l’università in Sardegna, solo l’8,2 per cento della popolazione. Dati che ci penalizzano anche in Europa dove occupiamo il 252esimo posto su 260 regioni per numero di laureati. Per le attività di ricerca e sviluppo siamo penultimi in Italia, solo la Basilicata fa peggio di noi. Occorre invertire questo trend».
 La Sardegna è diventata una regione pilota e si è messa alla guida del business dell’etere. L’accordo firmato da Regione e Ministero delle telecomunicazioni trasforma l’isola in un laboratorio dove sarà sperimentato il digitale terrestre. La Regione avrà tre canali. In realtà nel televisore ne vedremo solo uno. Due frequenze saranno usate per trasmettere dati. Una specie di supertelevideo interattivo a servizio dei cittadini. Vedere i programmi tv sarà solo una delle possibilità offerte dall’elettrodomestico principe. Con un decodificatore si potrà accedere a una serie infinita di servizi. La Regione ha già pronti nelle sue casse 20 milioni di euro per acquistare mezzo milione di decoder per le famiglie sarde.
 E contro chi accusa Soru di voler creare un adulatore catodico di corte l’assessore Dadea risponde: «Non sarà il megafono della giunta. Lo abbiamo concepito come un contenitore da riempire. Sarà un canale aperto ai contributi di chi produce televisione. Al contrario in questo modo le radiofrequenze saranno moltiplicate per cinque e verrà spazzata via la dittatura mediatica». La Sardegna sarà la prima regione dove il segnale analogico smetterà di pulsare. I ripetitori verranno spenti nel gennaio del 2006. Le onde saranno digitalizzate. Sassari sembra all’avanguardia in questa rivoluzione elettronica dell’etere. In città oltre 10mila case sono già cablate con cavi in fibre ottiche, dove non è ancora passato un bit.
Luca Rojch
 
 
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
Siligo. È stato inaugurato l’Osservatorio astronomico intitolato allo studioso e scienziato silighese Efisio Arru 
Il planetario per ammirare le stelle
L’obiettivo: passare dagli attuali 4.000 ai 40mila visitatori l’anno 
 SILIGO. È possibile coniugare ricerca scientifica e sviluppo del territorio? Assolutamente sì. Soprattutto quando esistono dei progetti innovativi e di qualità che sono fatti propri da amministrazioni lungimiranti. Siligo costituisce un esempio da seguire in questo senso. Alla presenza dell’assessore regionale all’Industria Concetta Rau, del rettore dell’Università di Sassari Alessandro Maida, e di Salvatore Serio, presidente dell’Associazione Astrofili Italiani, si è tenuto a battesimo l’Osservatorio astronomico, in località Noas.
 Una splendida giornata di sole e un folto pubblico hanno fatto da cornice alla manifestazione, che ha visto la presentazione ufficiale del centro, intitolato alla memoria del prof. Efisio Arru, studioso e scienziato silighese, a nome del quale il Comune ha anche istituito una borsa di studio, destinata annualmente a premiare uno studente meritevole nel campo della ricerca.
 Dopo la benedizione con cui don Spina ha dato avvio alla cerimonia, il sindaco di Siligo ha ripercorso le tappe che hanno portato alla creazione e allo sviluppo del Planetario e dell’Osservatorio, in collaborazione con la Società Astronomica Turritana. «Abbiamo aderito subito a questo progetto perché pensavamo potesse diventare un importante strumento per lo sviluppo economico del nostro territorio» ha spiegato Gianni Rassu. «Puntiamo decisamente a rendere l’Osservatorio e il Planetario dei centri di divulgazione didattica per le scuole aperti tutto l’anno. Il sindaco ha anche ringraziato gli enti e le associazioni pubblici e privati che in varia misura hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa.
 Il rettore Alessandro Maida si è soffermato invece a ricordare con emozione, di fronte ai familiari riuniti, l’esemplare figura di Efisio Arru, sia sotto il profilo professionale che sotto quello umano, evidenziando le varie iniziative avviate a e per Siligo in collaborazione con l’Università. Il prof. Gian Nicola Cabitza, presidente della Sat, cui è stato affidato in gestione l’Osservatorio, ha poi illustrato sullo schermo mobile dell’auditorium le caratteristiche tecniche e le potenzialità dell’impianto, destinato a diventare un centro di ricerca didattica e divulgazione dell’astronomia a livello provinciale e, in prospettiva, regionale. «Vogliamo passare dagli attuali 4.000 a 40.000 visitatori all’anno» ha continuato il docente che ha anche preannunciato il prossimo ampliamento sia dell’Osservatorio, con una cupola da 25 metri e un anfiteatro da 400 posti, che del Planetario e la creazione di un museo interattivo della Scienza per i ragazzi. Anche gli interventi conclusivi del prof. Serio e del prof. Poma, vice direttore dell’Associazione Astrofili Sardi, hanno evidenziato le enormi potenzialità di sviluppo turistico offerte dal progetto, specie se abbinate con la valorizzazione delle altre ricchezze naturali e architettoniche del paese e del territorio.
Antonio Carboni
 
 
 
10 – IL MESSAGGERO
Studenti part time alla Sapienza
Non solo: per conseguire la laurea c’è tempo fino a un massimo di nove anni, nel frattempo lo studente può lavorare e pagare meno tasse. Sono queste alcune delle promesse del rettore Renato Guarini che vanno in porto. La decisione è stata presa ieri dal Consiglio di amministrazione dell’Ateneo e saranno attive dal prossimo anno accademico.
«Nella sostanza uno studente che prevede di non riuscire ad arrivare al titolo entro gli anni indicati dal piano di studi, può decidere di ricorrere al part time - commenta Piero Luciano, il prorettore delegato allo studio e ai problemi organizzativi degli studenti - indicando però in quanto tempo arriverà alla laurea. E’ questo una sorta di patto tra studente e Ateneo, un accordo personalizzato per ognuno. Nel frattempo scattano anche tutti quei benefici sulle tasse che prevediamo fin dal primo anno: 10 per cento di sconto per il biennio iniziale, il 20 per cento il terzo anno e dal quarto anno in poi c’è una riduzione del 40 per cento sconto. Ma deve essere chiaro a tutti, se il patto non verrà rispettato si tornerà a pagare per ogni anno il 100 per cento delle tasse. Abbiamo introdotto questo passaggio anche per responsabilizzare gli studenti: il part time non deve diventare un limbo infinito ma solo un’occasione in più da saper sfruttare».
Per le lauree specialistiche a ciclo unico per il primo, secondo e terzo anno si pagherà sempre con uno sconto del 10 per cento, il quarto, quinto e sesto anno con una riduzione del 10 e negli anni successivi del 40. Le tasse regionali restano invece invariate e quindi si pagheranno per intero.
Ogni anno lo studente part time potrà dichiarare da un minimo di 20 a un massimo di 40 crediti formativi che significa che il tempo massimo per conseguire il titolo arriva a nove anni. Secondo il prorettore Lucisano, il provvedimento potrà interessare dal 20 al 30 per cento degli studenti attualmente iscritti. «Saranno particolarmente interessate quegli studenti che aspirano a una laurea a valenza umanistica, economica o giuridica. Sono tutte quelle lauree che corrono parallele ai quei settori dove già lavorano gli studenti. Dai nostri sondaggi sembra che proprio che il part time è particolarmente gradito a Economia. Penso anche che a Scienze dell’educazione il 65 per cento degli studenti ha più di 25 anni e anche in questo caso il part time potrebbe essere molto appetibile. Credo che sarà più difficile per gli studenti di medicina o di materie tecniche procedere sulla strada del part time anche se questa opportunità è offerta a tutti».
«L’università - aggiunge Lucisano - ha faticato molto ad adeguarsi a questa parte della riforma, richiesto dagli studenti ma difficile da organizzare. Il rettore Guarini è riuscito a proporre un regolamento semplice ed efficace. Eppoi, solo con il part time riusciremo anche a studiare e a comprendere il fenomeno della dispersione universitaria perché ci permetterà di tenere sotto controllo gli studenti ed è più facile monitorare chi ha deciso di arrivare alla laurea piano piano rispetto a chi è in ritardo. Dare certezze sui tempi più lunghi ritengo che sia anche un aiuto pscicologico per quelle persone che lavorano, hanno impegni di vario titolo oppure non sono più giovani».
Marco Giovannelli
 
 
 

Questionario e social

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