Mercoledì 4 maggio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 maggio 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’UNIONE SARDA
Provincia di Sassari - Pagina 39
Sassari Furto alla mensa universitaria: paga il dipendente dell'Ersu
Sei anni fa i ladri avevano rubato 39 milioni di lire dalle casse della mensa universitaria: adesso a pagare sarà l'allora responsabile del Settore mensa, Giuseppe Nurra. I giudici della Sezione giurisdizionale della Sardegna della Corte dei Conti hanno condannato il dipendente dell'Ersu di Sassari a risarcire l'ente universitario di una parte dell'incasso rubato dai ladri: 13mila euro più la rivalutazione monetaria e gli interessi. Il fattoIl 3 novembre del 1999 Giuseppe Nurra, all'epoca coordinatore del servizio mensa dell'Ersu sassarese, aveva denunciato alla Questura di Sassari un'irruzione notturna avvenuta un paio di giorni prima nei locali della Casa dello studente, in via Padre Manzella. I ladri avevano cercato di appropriarsi dei buoni mensa, ma poi avevano messo le mani sui 39 milioni di lire custoditi nella cassaforte. Il forziere non presentava segni di effrazione, probabilmente i ladri avevano usato una delle due chiavi, quella di Nurra, custodita nel cassetto della sua scrivania. La condannaSecondo la Corte dei Conti l'Ersu di Sassari ha subito un danno notevole, e ha chiamato a rispondere Giuseppe Nurra, per colpa grave in quanto il dipendente si sarebbe macchiato stata «negligenza massima, ravvisabile nella mancata adeguata custodia delle chiavi della cassaforte e nella sistematica inosservanza delle norme che regolavano i versamenti in Tesoreria delle somme incassate». Nurra, infatti, prima del furto era stato sollecitato dalla Dirigenza generale dell'Ersu per i mancati versamenti alla Tesoreria degli incassi. (v. g.)
 
2 – L’UNIONE SARDA
Economia Pagina 10
Docenti universitari e imprenditori nel Cda
Osservatorio industriale. Si profila un piano per il controllo diretto della Regione
Sarà un consiglio di amministrazione di docenti universitari e imprenditori quello che sarà chiamato a mettere in atto la trasformazione dell'Osservatorio industriale, così come voluta dal presidente della Regione Renato Soru. Oltre alla sostituzione del presidente Paolo Pennisi, che aveva rimesso il suo mandato nelle mani del presidente della Regione la scorsa settimana, l'assemblea degli azionisti (la Sfirs, Confindustria e l'Api sarda) ha scelto anche i nomi dei componenti del consiglio di amministrazione che dovranno affiancare il presidente Walter Racugno, docente universitario di Statistica all'Università di Cagliari. I prescelti sono: Emanuela Marroccu, ricercatrice di Economia politica alla facoltà di Scienze politiche di Cagliari, oltre che collaboratrice del Crenos (Centro ricerche Nord-Sud, presieduto da Raffaele Paci); Marco Vannini, ordinario di Economia politica alla facoltà di Economia dell'Università di Sassari, e gli imprenditori Gianni Biggio, attuale presidente regionale di Confindustria, e Mario Stevelli, in rappresentanza dell'Api sarda. La scelta di Racugno andrebbe proprio nella direzione tracciata da Renato Soru, che vorrebbe trasformare l'Osservatorio industriale in un'agenzia governativa che si occupi soprattutto di indagini statistiche sulla Sardegna. Una sorta di Istat isolano (anche se il paragone potrebbe essere azzardato, dal momento che l'istituto nazionale di statistica negli ultimi anni è stato accusato spesso di essere fortemente condizionato dal governo nel fornire i risultati delle sue indagini), che dovrebbe garantire all'esecutivo regionale gli strumenti per analizzare la situazione dell'Isola. La trasformazione dell'Osservatorio in agenzia regionale, inoltre, prevede un rapporto più stretto tra Regione ed ente controllato: da qui il progetto di acquistare dalla Sfirs, la finanziaria regionale, il pacchetto di maggioranza (98%), ma anche le quote minoritarie possedute da Api sarda e Confindustria. Un piano che dovrebbe prendere corpo nei prossimi mesi, dopo la sostituzione dei vertici decisa proprio nei giorni scorsi.
 
3 – L’UNIONE SARDA
Pagina 49 – Carbonia
Passeggiata nella piazza ritrovata
C'era già una leggenda attorno alla scultura di Gio' Pomodoro. Qualcuno diceva che l'artista scomparso prima che la sua "Frammento di vuoto n.1" venisse ultimata, avesse lasciato scritto in che modo sistemare la scultura e che poi questa indicazione non sia stata rispettata. Leggenda che lo stesso Bruto Pomodoro, figlio del grande artista, ha sfatato lunedì mattina poco prima di lasciare la città: «Non c'è nulla di scritto a tal proposito - ha detto - e ogni indicazione di mio padre è stata seguita alla lettera, ci mancherebbe altro. La scultura è stata posizionata esattamente come lui avrebbe voluto». Era la prima leggenda e forse ne nasceranno altro attorno alla grande piazza e alla fontana che da domenica richiama migliaia di persone curiose di scoprirne ogni minimo dettaglio alcuni dei quali, i più importanti, sono stati svelati dall'ingegnere Antonello Sanna del Dipartimento di Architettura della facoltà di Ingegneria dell'Università di Cagliari che ha attivamente collaborato alla sua realizzazione, nel corso del convegno di presentazione dell'opera finita. La nuova piazza Roma così come oggi si presenta ai cittadini è il frutto di un intenso lavoro di èquipe. Per metterne a punto il progetto esecutivo l'ingegnere del Comune Enrico Potenza, ha potuto avvalersi della consulenza artistica dello stesso Gio' Pomodoro e dell'architetto Khalid Jarrar e della collaborazione, appunto, dei Dipartimenti di Architettura delle Università di Cagliari e Roma (Tor Vergata). «Un lavoro importante e affatto semplice - ha spiegato Sanna - l'obiettivo indicato dal maestro Pomodoro era quello di "reinterpretare" il centro della città senza tradire i canoni urbanistici e architettonici che ispirarono i progettisti, gli architetti Valli e Guidi». L'ingegner Sanna si è anche soffermato sul concetto della piazza unitaria-plurale: «La grande piazza Roma è in realtà l'unione di quattro piazze ognuna delle quali rappresenta un potere. La piazza del municipio, dunque , e poi quelle della chiesa, del dopolavoro e della torre; e quattro poteri, quello civico, quello religioso, quello culturale e quello politico». Quattro temi uniti e allo stesso tempo collocati ciascuno in uno spazio ben definito. (s. p.)
 
4 – L’UNIONE SARDA
Lettere & Opinioni - Pagina 15
La laurea non basta? L'hobby può aiutare
Il "pezzo di carta" il lavoro e la passione
La laurea da ingegnere che fa rima con cameriere, senza offesa per questi onesti lavoratori, non mi convince molto. Immagino quanti allievi ingegneri elettronici, leggendo la lettera di Alessandro Costa, pubblicata su L'Unione Sarda di sabato scorso, avranno avuto un brivido di scoraggiamento. Ingegneria elettronica è un corso di studi difficile e impegnativo. Ci manca solo che gli iscritti siano penalizzati da prospettive così poco rosee. Certo, sono molto lontani gli anni Sessanta, quando Olivetti e Fiat corteggiavano già dal quarto anno gli studenti dei Politecnici di Torino e Milano. Però mi risulta che molti ingegneri elettrotecnici, o "elettrici", ed elettronici abbiano trovato lavoro. Naturalmente da noi in Sardegna, e anche in "Continente", non ci sono tanti centri in grado di utilizzare e avviare all'attività progettistica giovani che hanno solo un "pezzo di carta" e una buona preparazione teorica. Però esistono tante aziende, di varie dimensioni, che fanno montaggi e assistenza di apparecchiature elettroniche, utilizzando la collaborazione anche di ingegneri. Sicuramente il neo-ingegnere sarà più appetibile se dimostra di avere anche dimestichezza con montaggi elettronici, fatti personalmente, con la strumentazione che oggi circola, sempre più complessa e sofisticata, con hardware e software di computer, e così via. Insomma, penso che l'hobby dell'elettronica aiuti molto anche un professionista che occuperà una posizione, presto di responsabilità, dove dovrà guidare e formare altri tecnici di vari livelli. "Hobby" significa anche passione e amore per queste tecniche, a completamento di un buon corso di studi, spesso solo teorico. Anche i datori di lavoro sanno benissimo che l'elettronica non è un lavoro burocratico qualunque. Solo se c'è la passione ci possono essere brillanti risultati per chi lo fa. E per l'azienda. Marco Vargiu Monserrato Non ho potuto fare a meno di sorridere leggendo la sua risposta al neo ingegnere che - stanco di inviare invano curriculum - sogna un posto da cameriere. In lei parla l'esperienza - reale, bruciante - dell'uomo che ha sempre contato sul "saper fare", piuttosto che sul "sapere" certificato. Il giovane lettore aveva altre aspirazioni. Illusioni, forse. Oggi scopre che il titolo di studio senza esperienza si impone sul mercato del lavoro solo se di altissimo livello. E, come lei sottolinea, in aree più sviluppate. Credo che il neo ingegner Costa, di cui si intuiscono le qualità, seguirà la strada che lei indica. Mettendo in gioco entusiasmo, hobby e passioni. Che nel mare di "pezzi di carta" fanno la differenza. Daniela Pinna
 
5 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 8 - Cagliari
Alla ricerca dei segreti di Monte Sirai 
Ottanta studenti di università italiane e straniere per la campagna estiva di scavi nel Sulcis Iglesiente 
CARBONIA. Una consistente equipe di archeologi e almeno ottanta studenti universitari provenienti dalle università italiane e da atenei stranieri.
Sarà composto così il gruppo di lavoro che dal prossimo mese di giugno sarà impegnato come è ormai tradizione nella campagna annuale di scavo nelle aree archeologiche del Sulcis Iglesiente. Gli scavi archeologi inizieranno il prossimo 20 giugno e andranno avanti fino alla fine del mese luglio.
Gli studenti e gli archeologi, che saranno ospitati a Sant’Antioco, si alterneranno in due turni di ricerca in quattro diversi siti, a Carbonia e Sant’Antioco.
Il programma di scavi prevede la prosecuzione delle ricerche nell’area del cronicario di Sant’Antioco, nel Mastio e nella necropoli di Monte Sirai e nel nuraghe Sirai, alla base della collina, dove dagli scavi degli anni precedenti stanno emergendo elementi di assoluto interesse. L’area infatti, assolutamente intatta, sta facendo emergere, quasi in una fotografia, elementi che mostrano una convivenza pacifica tra i popoli venuti dal mare e le popolazioni autoctone.
Sempre eccezionali e sotto molti aspetti suggestive si preannunciano, come al solito, le ricerche nel cronicario di Sant’Antioco e nella necropoli di Sirai, dove continuano ad enmergere reperti di eccezionale importanza. La direzione della intera campagna di scavo è affidata al Piero Bartoloni, professore ordinario di archeologia fenicia e punica dell’università di Sassari, che sarà coadiuvato da Paolo Bernardini, direttore della Sovrintendenza archeologica di Cagliari. Collaborano alla campagna il dipartimento di storia dell’università di Sassari, l’istituto di studi delle civiltà mediterranee e del mediterraneo antico del Cnr.
I lavori nel cronicario di Sant’Antioco saranno diretti dall’archeologa Lorenza Campanella, coadiuvata da Elisa Bompiani, mentre la necropoli sarà affidata a Michele Guerguis. Contemporaneamente un gruppo di lavoro sarà distaccato a Santadi, sul sito di Pani Loriga, dove si trova una fortezza punica. La campagna di scavo sarà anche l’occasione per mettere a disposizione del territorio una struttura che manca da troppo tempo, il museo archeologico di Sant’Antioco, attualmente in fase di allestimento. «L’apertura è prevista alla fine del mese di giugno, ha spiegato Piero Bartoloni. Il fatto interessante è l’attivazione di una joint venture con il museo di Carbonia. Le due strutture programmeranno attività comuni, e uno scambio temporaneo di reperti. Ciò significa che sarà possibile avere a disposizione due esposizioni in perenne divenire, che renderanno sempre diverse e sempre interessanti le visite». Numerose le università interessate alla campagna di scavo, e che saranno rappresentate da studenti e docenti. Tra le altre Sassari, Bologna, Padova, Viterbo, Verona, Barcellona e Siviglia. L’università di Sassari ha firmato una convenzione con la scuola media Mannai, dove saranno ospitati gli studenti. Alla fine della campagna di scavo resterà alla scuola una eccezinale collezione di libri di archeologia, che faranno della biblioteca dell’Istituto scolastico una delle più interessanti del territorio a disposizione di studenti e studiosi.(g.f.n.)
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 32 - Sassari
La facoltà di Architettura vola a Milano 
ALGHERO. La facoltà di Architettura dell’università di Sassari, che ha sede in città, parteciperà oggi a Milano al convegno nazionale su «Ricerca Formazione Progetto». Il summit riunirà le facoltà di Architettura italiane che discuteranno sui legami tra l’attività di ricerca, la didattica e la pratica nel campo del progetto di architettura. La facoltà algherese, ormai da tre anni, conduce una sperimentazione fondata sull’«imparare facendo», in cui la didattica nasce dall’esperienza pratica e dal confronto con alcune tra le più importanti esperienze di ricerca europee. Il preside Vanni Maciocco illustrerà le caratteristiche di questa sperimentazione, aprendo la serie di interventi dei presidi delle facoltà di Architettura italiane. Al termine del convegno verrà inaugurata nello spazio espositivo della Triennale la mostra Architetti Italiani Under 50 a cui la facoltà partecipa con cinque progetti realizzati da giovani ricercatori e collaboratori che affrontano temi di particolare importanza per la nuova scuola di architettura, incentrati sulla necessità di coniugare il progetto dello spazio con gli aspetti territoriali e urbani. I giovani progettisti sono Massimo Faiferri, Giorgio Peghin, Gianfranco Sanna, Francesco Spanedda, Adolfo Virdis.
 La facoltà sta crescendo costantemente e a soli tre anni dalla sua istituzione sta già assumendo un ruolo ben definito nel panorama accademico nazionale ed internazionale, divenendo una realtà apprezzata e di spessore culturale. Tra l’altro l’istituzione accademica potrebbe essere un valido apporto anche per l’amministrazione comunale nella scelta, valorizzazione e recupero di tanti spazi, strutture ed edifici presenti dentro e fuori le mura del centro storico. Il comune infatti potrebbe sfruttare appieno la presenza in città di urbanisti e docenti per trovare un momento di collaborazione nella progettazione e definizione di soluzioni di pianificazione del territorio. L’avvio di un dialogo costruttivo sarebbe dunque utile nel doppio senso di marcia, per la stessa facoltà che allargherebbe così il proprio bagaglio di esperienze andando oltre il didattrico, e per l’amministrazione comunale. (s.o.)
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 8 - Olbia
Quale facoltà universitaria scegliere? Un test per non sbagliare indirizzo 
TEMPIO. Parte dal Liceo «Dettori» e si apre a tutte le altre scuole superiori del territorio il progetto «Test to test». Un progetto grazie al quale gli studenti delle classi terminali potranno cimentarsi in una serie di simulazioni di test universitari. Già proposto con risultati interessanti verso la fine dello scorso anno scolastico, Test to test ha ottenuto per la sua utilità l’apprezzamento di diversi docenti universitari. Per questo, dopo essere stato avviato sperimentalmente al «Dettori», viene esteso quest’anno anche alle altre scuole della città e della Gallura.
I dati nazionali, che trovano riscontro anche nella realtà locale, dimostrano che per gli studenti italiani gli esami non hanno in realtà mai fine e che, terminato quello che una volta si chiamava esame di maturità, molti di loro dovranno vedersela con i test più o meno complicati dei corsi di laurea a numero programmato. Una prova adottata oggi da un certo numero di facoltà universitarie, tale da far cadere sul campo tanti studenti, che devono rinunciare all’indirizzo professionale che si è sempre desiderato. I dati delle ultime selezioni preuniversitarie dimostrano inoltre che, in certi corsi di laurea, per uno studente che viene ammesso ce ne sono almeno tre che devono scartare la scelta iniziale e iscriversi in un’altra facoltà. Studenti impreparati? Non sempre, visto che il mancato superamento del test universitario riguarda sempre più spesso anche gli studenti che la scuola superiore licenzia con le valutazioni più alte. Da che cosa può dipendere allora? «In parte - spiegano i docenti del Dettori che conducono il progetto - dall’approccio che lo studente ha con le prove, di cui ignora la struttura, le tipologie e i criteri di valutazione». Ci sono poi studenti che, per quanto bravi, si lasciano totalmente inibire dal questionario e vanno nel pallone. «Proprio perché - spiegano i docenti del Liceo tempiese - non si sono mai sottoposti prima a prove del genere».
Come si legge nel progetto curato dai docenti del Liceo tempiese, «la via che s’intende seguire è quella dei corsi propedeutici, intesi come serie di piccole lezioni teoriche finalizzate alla compilazione di test e questionari. Gli studenti che li seguiranno inizieranno a fare pratica delle modalità impiegate nell’elaborazione dei test universitari, entrando in contatto con un nuovo sistema di valutazione». Per gli studenti delle altre scuole è possibile iscriversi gratuitamente alle prove contattando presso la scuola Lucia Riccio, coordinatrice del progetto. (g.pu.)
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 2 - Oristano
Una guida all’università per i prossimi maturandi 
ORISTANO. Che fare dopo la maturità? Se lo chiedono in tanti tra gli studenti che, tra poco più di due mesi, avranno superato l’esame di Stato. Viene loro in aiuto una guida aggiornata all’anno in corso, pubblicata dal ministero dell’Istruzione e dell’università e ricerca e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, in distribuzione tra gli studenti dell’ultimo anno delle superiori.
La pubblicazione, a cura del Miur, della Fondazione Rui e dell’Università Iuav di Venezia, è un panorama dettagliato delle 63 università statali, delle 16 non statali e delle 3 università telematiche. La guida comprende i corsi delle accademie di belle arti, dei conservatori di musica, degli istituti musicali pareggiati e degli istituti superiori per le industrie artistiche. Per la formazione tecnica superiore illustra le scuole superiori per mediatori linguistici, gli istituti e le scuole di restauro, il centro sperimentale d’arte drammatica, le scuole di archivistica, paleografia e diplomatica italiane, le accademie militari e gli istituti di polizia ed i corsi di formazione professionale. Più di 300 pagine complete di programmi, sedi, indirizzi e di sbocchi finali come le professioni ed i loro regolamenti per l’accesso. Il testo contiene informazioni sulle prescrizioni universitarie il numero programmato e le prove di ammissione. Informa ancora nelle linee generali sui servizi per gli studenti, quali le borse per il diritto allo studio, l’esonero parziale e totale dalla tassa d’iscrizione e dai contributi universitari, gli interventi a favore degli studenti meritevoli, di quelli in situazione di handicap. (a.p.)
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 3 - Nuoro
Università, obiettivo prioritario 
Ateneo e istituzioni culturali: il «marchio» della città 
La necessità di investire e la paura di nuovi tagli 
Nuoro si caratterizza per la forte identità e per la tradizione culturale. Il nuovo Comune investirà in questi obiettivi?
 
Zidda: uno sguardo rivolto al futuro 
1 Io credo che identità e tradizione culturale siano elementi di una cultura locale verso cui non si può pensare di andare contro perché non ha senso. Il problema è come utilizzare questi due cardini perché diventino un vettore di sviluppo anche dal punto di vista culturale. Identità e tradizione culturale richiederanno sicuramente degli investimenti: intanto per essere indagati e conosciuti meglio, ma poi per essere valorizzati in termini di attualità, cioè per essere trasportati verso il futuro. Altrimenti si corre il rischio di mettere in atto una operazione di museificazione di questi due valori, volgendo quindi il nostro sguardo più al passato che al futuro. Credo che questo sarebbe un atteggiamento assolutamente sbagliato...
2 Il campus e le altre strutture universitarie che si realizzeranno - ricordo l’ex convento delle carmelitane - rappresentano degli importanti contenitori. La risposta alla domanda se questo sia sufficiente è: no, non è sufficiente. Occorre una idea chiara di università. Occorre una idea chiara che diventerà l’elemento contrattuale con la Regione, che ha il compito di dare gli indirizzi per quanto riguarda la politica universitaria e l’offerta didattica, e il ministero dell’Istruzione che ha assunto impegni con Nuoro che devono essere mantenuti. È chiaro che spetterà anche a noi uscire da un dibattito generico, da quel modo un po’ rissoso di discutere di tutto, su tutto e tornare sempre su tutte le decisioni in maniera disarticolata. Occorre invece tirare fuori tutte le capacità di elaborazione, di riflessione, di decantazione e anche di decisione che abbiamo, per elaborare un progetto col quale confrontarci con la Regione e con lo Stato, tenendo presente che l’università di Nuoro non sarà isolata ma dovrà vivere in un contesto che è quello nazionale e regionale e che la sua forza vitale sarà avere una attrattività che vada oltre il nostro territorio.
3 Come nelle aziende in crisi che hanno necessità di ristrutturare le loro finanze la raccomandazione di spegnere la luce quando si esce dalla propria stanza non porta ad un rimedio risolutivo nei confronti dei conti, così pensare di tagliare qua e la i bilanci di due enti come la biblioteca e l’etnografico per risparmiare, non risolve il problema dell’equilibrio economico di questi enti e soprattutto deprime la loro capacità di svolgere il compito per il quale sono stati istituititi. Al contrario bisogna passare ad una politica che prevede investimenti ulteriori non tanto nella gestione degli enti, cioè in quello che fanno per se stessi per vivere come congegni, come macchine, come meccanismi amministrativi, ma piuttosto per quello che riguarda i servizi all’utenza. L’etnografico e la biblioteca hanno potenzialità enormi che sono conosciute in tutta la Sardegna, ma in queste infrastrutture bisogna avere il coraggio di investire, con oculatezza certo, ma anche lungimiranza e creatività. Se poi diciamo di voler investire in cultura e ricerca, loro hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola e le competenze necessarie.
 
Capelli: no alla logica cagliaricentrica 
1 Ancor prima che investire il nuovo Comune avrà l’obbligo di spendere le risorse disponibili già da diversi anni ed ancora non spese! E’ indissolubile il trinomio Istruzione-Cultura-Ricchezza.
2 Serve prima di tutto iniziare!!!
3 Ritengo che siano già servizi per il territorio e l’etichetta di centri di eccellenza regionale e nazionale ne sono la dimostrazione. Per quanto riguarda i rischi di tagli credo che serva molta unità politica affinché questo non avvenga in futuro. Nel recente passato si era riusciti a salvaguardare le risorse a disposizione dei due enti stabilizzando in contributo regionale per la biblioteca Satta, 207mila euro, e garantendo le risorse per l’Istituto etnografico e per il Consorzio universitario Nuorese. La Finanziaria regionale 2005 ha invece ridotto gli interventi a favore dell’Università nuorese e dell’Istituto etnografico riportando gli stanziamenti per la Satta al “precariato” annuale della finanziaria cagliaricentrica regionale; tutto questo è avvenuto grazie all’interesse del presidente Soru e al colpevole, assordante silenzio delle istituzioni locali nuoresi, sindaco e presidente della Provincia in testa!
 
Soddu: rivendicare un centro di ricerca 
1 Sicuramente. Proseguiremo il lavoro che il Comune ha sempre portato avanti. Il nostro è un territorio ricco di storia e di tradizioni: il terreno è naturalmente fertile di spinte culturali, siamo fortunati, noi non dobbiamo creare occasioni nuove di cultura, ma riuscire a sviluppare e valorizzare le nostre tradizioni, la nostra cultura. Ciò non vuol dire che questa sia una scommessa già vinta: al contrario c’è un rischio reale che, a causa proprio delle spinte innovatrici di globalizzazione, le realtà locali identitarie possano trovarsi stritolate in un unico sistema Cultura, più potente perché più ampio. Molto è stato già fatto in città: siamo riusciti a recuperare il centro storico, zone importanti e bellissime conosciute anche grazie ai bellissimi libri di Sebastiano Satta, di Grazia Deledda, di importanti autori nuoresi che tutto il mondo ci invidia.
2 Il campus non basta assolutamente, rischiamo di essere la prima città ad avere prima il campus universitario dell’università intesa come ente e servizi. Servirà come presentazione per poter rivendicare corsi di laurea e per poter ipotizzare un centro di ricerca, ma da solo non basta. Serve un’università autonoma, slegata dalle Università di Cagliari e Sassari che si comportano da padre padrone nei confronti del Consorzio Universitario nuorese incapace, perché impossibilitato di reagire. È importante in questo senso l’autonomia finanziaria, ma questa la si può ottenere solo con il riconoscimento da parte dello Stato di una università autonoma. Nel frattempo bisogna garantire al Consorzio un finanziamento regionale fisso così che si possa garantire una programmazione stabile nel tempo per i corsi di laurea attuale. Inoltre bisogna attivarsi affinché tutti i corsi triennali attuali vengano completati con i cori specialistici e con la successiva ricerca.
3 Sembra assurdo dover parlare di competitività dell’offerta culturale, ma proprio come altri settori trainanti dell’economia dobbiamo riuscire a dare una offerta culturale che risulti competitiva con quella delle altre città per poter attirare e giustificare nuovi capitali investiti. Siamo onesti: anche nella cultura ci troviamo costretti a confrontarci con quella che gli economisti chiamano l’allocazione imperativa delle risorse, occorre fare delle scelte. E scelte coraggiose e vincenti sono state fatte in città: la bellissima iniziativa “Regala un libro a un detenuto”, che ha visto coinvolti tutti i librai nuoresi con la collaborazione e la supervisione della biblioteca Satta, non solo può essere un esempio delle iniziative che sono state gradite dai cittadini, ma credo di poter dire con certezza che la futura amministrazione si adopererà affinché anche con il contributo diretto del Comune questo possa essere un appuntamento non solo gradito, ma di prestigio per l’intera città.
 
Tupponi: è Urbino il nostro modello 
1 Non v’è dubbio che il nuovo Comune dovrà esaltare e accentuare la peculiarità che deriva dalla sua storia, dalla ricchezza del suo patrimonio archeologico e dalla fortunata coincidenza di essere al centro di una dinamica culturale positiva che stenta però a fruttificare. Il nuovo Comune perseguirà il rafforzamento e la consapevolezza della identità; questo non vuol dire che indosseremo l’orbace e parleremo solo sardo ma che, forti della nostra identità, sapremo porci in relazione con il mondo che cambia con una marcia in più. Il nuovo Comune dovrà promuovere il riconoscimento dei “talenti” di cui è ricca l’area metropolitana in Italia e all’estero. Questo faremo con i nostri Comuni vicini, tessendo una rete di relazioni con associazioni culturali ed enti di paesi terzi, programmando eventi/simbolo a cadenza annuale e supportandoli con servizi adeguati. Ci occuperemo seriamente del nostro patrimonio archeologico perché diventi una delle carte vincenti per la nostra economia. Istituiremo a Nuoro un Centro di ricerche bibliografiche sulla Sardegna.
2 Non v’è dubbio che sarà necessario articolare una nuova politica che operi scelte oculate e basi le sue ipotesi sulla reale possibilità di rispondere a precise esigenze. Bisogna creare i presupposti perché la nostra università sia rivolta non solo al mercato interno con la formazione di giovani che possano spendere i loro saperi e le loro competenze nel nostro territorio ma anche rivolta ad un mercato più vasto con conseguente risvolto economico positivo. Urbino potrebbe essere modello, ma anche tante piccole città d’Europa, che sono state capaci di differenziare la propria offerta di cultura e formazione e che hanno attratto molte migliaia di studenti. Le università funzionano in quanto riescono ad affermarsi come nodi in cui si incontrano mondi diversi: culture, imprese, pubbliche amministrazioni. In quest’ottica nella quale si intrecciano cultura e crescita economica è necessario verificare le potenzialità reali delle strutture esistenti in relazione ai corsi ipotizzabili ed individuare nel nuovo Puc nuove aree per costituire strutture complementari di servizi che siano non solo funzionali alla università ma anche in grado di rivitalizzare tutta la città e rendere appetibile l’opzione “Nuoro” anche per gli studenti della penisola.
3 Intanto la Provincia, senza andare lontano, smetta gli espedienti per i quali ha smesso di versare 110mila euro annui alla Biblioteca Satta. Ciò appare ridicolo in relazione ai suoi “numeri”: 90mila presenze annue; circa 50mila prestiti annui; circa 10mila accessi gratuiti internet; circa 120 manifestazioni all’anno nell’Auditorium. A questo grande cuore culturale il Comune, per parte sua, dovrà dare risposte sulle legittime richieste di ampliamento, motivate dall’esigenza di ospitare fondi librari e documentari di grande interesse sovracomunale, se non pure internazionale, e maggiori spazi per i giovani che la invadono ogni giorno. All’Etnografico, unico Ente regionale “lasciato” a Nuoro, intendiamo legare una facoltà universitaria di Scienze Etno-antropologiche di respiro internazionale, a gestione partecipata da parte di tutti i Comuni della Provincia e da operatori culturali privati, anche di provenienza esterna. Il grande progetto di ampliamento in atto nell’Isre dovrebbe trovare riscontro nel sostegno richiesto all’Unesco, non solo per il “canto a tenore”, ma per l’istituzione della Capitale del Costume e della Cultura autentica della Sardegna, la cui ricchezza e varietà rappresentano un grande segno distintivo nel mondo e una fonte potente di indotto.
 
10 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 13 - Sardegna
La Corte dei Conti ha condannato un ittirese
I ladri rubano all’Ersu Ne risponde un impiegato
Cagliari. I giudici della Sezione giurisdizionale della Sardegna della Corte dei Conti hanno condannato Giuseppe Nurra, di 55 anni, di Ittiri, al pagamento a favore dell’erario, e quindi per esso dell’Ersu di Sassari, di 13.427 euro, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi legali, perche chiamato in giudizio per rifondere parte del denaro rubato da ladri, mai individuati, nella cassaforte dell’ente.Il 3 novembre 1999 Giuseppe Nurra, coordinatore del Settore Mensa dell’Ersu di Sassari si era presentato all’Ufficio Prevenzione generale della Questura di Sassari, per denunciare che, presumibilmente fra le ore 22 del 30 ottobre e le 7 del 2 novembre, persone rimaste ignote erano penetrate nei locali della Casa dello Studente, nella via Padre Manzella, e dopo avere scardinato e rimosso il vetro scorrevole della cassa, avevano manomesso la serratura di una cassettiere metallica dove erano custoditi i buoni pasto non utilizzati. Aveva denunciato inoltre che, mentre ad un primo esame era risultato che nulla era stato asportato, chiamata la cassiera ed aperta la cassaforte, che non presentava segni di effrazione, si era accorto che questa era vuota e che dall’interno erano stati portati via 39 milioni di lire circa in banconote. Agli inquirenti Nurra aveva dichiarato che le chiavi della cassaforte erano in possesso suo e della cassiera, precisando che, mentre quest’ultima teneva sempre lei la copia di cui disponeva, egli custodiva l’altro esemplare in un cassetto della propria scrivania. Il Nurra aveva, inoltre, segnalato il fatto agli organi superiori ed il Direttore Generale dell’ente il 10 novembre 1999 lo aveva invitato a fornire chiarimenti in particolare sul rispetto delle norme riguardanti i versamenti in Tesoreria delle somme riscosse per «servizi resi a pagamento». Secondo la Procura regionale della Corte dei conti l’Ersu di Sassari ha subito un danno corrispondente all’ammanco di danaro, del quale è stato chiamato a rispondere Nurra, per colpa grave in quanto vi sarebbe stata «negligenza massima ravvisabile nella mancata adeguata custodia delle chiavi della cassaforte e nella sistematica inosservanza delle norme che regolavano i versamenti in Tesoreria delle somme incassate, dovendosi ritenere che l’una e l’altra di dette cautele sarebbero state idonee ad evitare il furto». L’imputato ha respinto ogni addebito in quanto, fra l’altro, il furto sarebbe avvenuto nella giornata di sabato 30 ottobre 1999, e non avrebbe potuto quindi procedere al versamento degli incassi a causa della chiusura degli sportelli bancari; inoltre nel secondo semestre 1999 era stato incaricato di sovrintendere all’apertura della nuova mensa universitaria di via dei Mille, con l’affidamento di nuove incombenze e con un notevole aggravio del normale lavoro. Il procedimento penale avviato a seguito della denuncia è stato archiviato «per essere ignoto l’autore del reato» con provvedimento del Gip del Tribunale di Sassari il 10 aprile 2001. I giudici contabili hanno, invece, ritenuto che del danno si debba far carico Nurra. «I funzionari, impiegati ed agenti civili e militari - hanno ricordato i magistrati - che nell’esercizio delle loro funzioni, per azione od omissione imputabile anche a sola colpa o negligenza, cagionino danno allo Stato o ad altra amministrazione dalla quale dipendono, sono sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti nei casi e modi previsti dalla legge». Per la Corte dei Conti «risulta provato - dice la sentenza - che si è verificato un ammanco di danaro e che è rimasta inadempiuta da parte del Nurra l’obbligazione di restituzione-consegna esistente a suo carico, avendone egli stesso fatto denuncia senza peraltro provvedere alla rifusione della somma in questione. Meno certi sono il furto ad opera di terzi e, soprattutto, gli autori e le modalità di consumazione del reato, non essendovi stato al riguardo accertamento giudiziale in sede penale nè essendo emersi in questa sede ulteriori elementi (da tenere presente che la cassaforte è risultata priva di segni di effrazione)».
 
11 – CORRIERE DELLA SERA
La Bicocca si sdoppia, nasce l’università di Monza
L’apertura delle iscrizioni a partire dal 16 luglio
A ottobre via al corso di Scienze dell’Organizzazione. Le lezioni nell’ex ospedale San Gerardo
MONZA - Atmosfera da grande occasione ieri mattina al Comune di Monza. Michele Faglia, il sindaco, Marcello Fontanesi, rettore dell'Università Bicocca di Milano, e Flavio Sangalli, amministratore delegato di Sviluppo Brianza, hanno firmato la convenzione che da vita all'università di Monza e Brianza. Il programma prevede l'allestimento di un corso triennale in Scienze dell'Organizzazione all'interno dell'ospedale Umberto I° di via Solferino, che dovrebbe sfornare in futuri manager «made in Brianza». Le lezioni partiranno il prossimo ottobre e l'apertura delle iscrizioni è stata prevista a partire dal 16 luglio: in totale sono ammessi 100 studenti (per informazioni: www.unimib.it). «Abbiamo lavorato su questo progetto per tre anni - commenta Faglia -. Il risultato ci soddisfa, anche perché è la prima volta che in Italia parte un corso simile. Crediamo che sarà in grado di dare soddisfare le richieste del tessuto produttivo locale e di offrire nuove opportunità di lavoro ai giovani». Le lezioni si svolgeranno nell'ex padiglione D dell'ospedale.
La giunta ha già approvato la bozza di contratto con cui l'azienda ospedaliera si impegna a cedere l'uso della struttura in cambio di un compenso annuo di 40 mila euro. I lavori di ristrutturazione (aule, laboratori e uffici), per un costo complessivo di 200 mila euro a carico del Comune, partiranno nel giro di pochi giorni.
Il piano degli studi, invece, è già pronto. Gli insegnamenti principali spaziano dall'economia al diritto pubblico, passando attraverso il controllo di gestione, la matematica, il marketing e il management. «Prevalentemente il corso contiene materie di natura economica e giuridica - spiega Federico Butera, docente ordinario di Sociologia dell'organizzazione e coordinatore del corso di laurea -. L'obiettivo è di dare agli studenti tutti gli strumenti necessari per sviluppare modelli aziendali improntati all'innovazione».
Riccardo Rosa
 
12 – CORRIERE DELLA SERA
Iniziativa parlamentare
Roma. Un’interrogazione al ministro Moratti dopo la controversa decisione della Britain’s Association of University Teachers (l’organizzazione dei docenti universitari britannici) di boicottare due università israeliane. L’hanno presentata i senatori Luigi Compagna (Udc) e Giorgio Tonini (Ds), chiedendo al ministro dell’Istruzione di «adoperarsi per sollecitare da parte dei massimi organi della nostra autonomia universitaria una presa di posizione» sull’«antisemitismo accademico sempre più diffuso in Italia e in Europa». Il boicottaggio (contro l’università di Haifa e quella di Bar-Ilan, «colpevole» di sostenere un college nella colonia di Ariel) è stato condannato dal governo Blair e numerosi docenti inglesi.
 
 

13 – LA SICILIA
Università di Enna, si aspetta una firma
Università di Enna, s'aspetta la Moratti. Manca la firma del ministro sul decreto che approva lo statuto e il regolamento didattico. E in città cresce il timore di ulteriori ritardi.
Università Kore, ora il decreto
Statuto e regolamento didattico.
In settimana la firma del ministro Moratti per dare l'autonomia all'Ateneo
Enna. Il decreto che approva lo Statuto e il regolamento didattico della nuova libera Università "Kore" potrebbe essere firmato dal ministro della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti, entro la fine della settimana.
In questo senso si sono mossi il sen. Michele Lauria, che con il ministro Moratti ha avuto la scorsa settimana diversi colloqui, il rettore dell'Università di Catania, Ferdinando Latteri, il presidente della Provincia, Cataldo Salerno, che ieri mattina è stato a Roma e vi ritornerà questa mattina per riprendere il colloquio con i funzionari del ministero della Pubblica Istruzione, in modo da chiudere questa vicenda visto che sono trascorsi diversi mesi dalla firma del decreto dell'istituzione della liberà Università ennese.
Ora manca il decreto che approvi sia lo Statuto che il regolamento didattico, decreto essenziale per dare all'Università ennese la sua autonomia. Il presidente del Consiglio, Elio Galvagno, su richiesta del presidente della Provincia, Cataldo Salerno, ha convocato, in sessione straordinaria, il Consiglio provinciale per domani alle 11, presso l'auditorium della facoltà di Scienze politiche, per consentire agli studenti di partecipare alla riunione.
Il vice presidente dell'Assemblea regionale, Vladimiro Crisafulli, sarà presente alla riunione ed ha confermato che parteciperà all'incontro e se non arriverà il decreto attuerà una clamorosa protesta, incatenandosi sull'autostrada Palermo- Catania, dando vita ad una mobilitazione popolare che potrebbe anche creare problemi di ordine pubblico ad oltranza.
Flavio Guzzone
 
14 – LA SICILIA
Scuola
Il prorettore dell'Università di Messina parla agli studenti delle ultime classi
Università di Messina, orientamento e scuole superiori. Ha fatto il pieno di studenti la Prima giornata dell'Orientamento universitario organizzato dall'Università di Messina. Nella sede del corso di laurea in scienze dell'educazione e della formazione, presso il convento di San Francesco, l'ex liceo scientifico di Noto, sono stati presentati i vari corsi di laurea. Ad ascoltare quinte dei licei e degli istituti dei comuni della zona sud della provincia di Siracusa.
A sponsorizzare la sua Università, il prorettore, il professore Francesco Gatto. A pubblicizzare l'ateneo di Messina, parecchi professori delle varie discipline. I ragazzi sembrano aver apprezzato, soprattutto veterinaria, unico corso di laurea del mezzogiorno.
Soddisfatti di come è andata la giornata il prorettore, il dott. Carmine Tedesco, la presidente del Consorzio Universitario, dottoressa Ignazia Immolo e l'Assessore Roberto Figura per il comune di Noto. Il professore Francesco Gatto ci tiene a precisare quanto l'Università di Messina abbia a cuore l'esigenza di crescita e di sviluppo del nostro territorio. Il professore Carmine Tedesco ci racconta come quest'anno si sia preferito organizzare la giornata a Noto, nella facoltà di scienze dell'educazione. Gli altri anni, invece, era stata l'università ad andare a trovare le scuole direttamente negli istituti. Dopo, abbiamo incontrato i ragazzi, i veri destinatari dell'offerta. Erano soddisfatti, incuriositi.
Alcuni dicevano che probabilmente sarebbero andati a Messina. Altri, invece, la loro scelta l'avevano già fatta.
Giuseppe Fianchino
 

Questionario e social

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