UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 25 maggio 2005

Mercoledì 25 maggio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 maggio 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 39 – Cultura
Così le nuove province cambiano il quadro geo-linguistico
Nell'Isola il frazionamento territoriale ridistribuisce in modo casuale ma con più pertinenza le principali varietà della limba
L'unificazione linguistica non è in genere un processo anodino. Anzi, il più delle volte è il risultato di lunghi e sofferti periodi di conflitto politico e militare. La storia ci insegna che col tempo gli abitanti di contrade differenti che per un motivo o per un altro si son trovati uniti sotto un tetto politico-amministrativo univoco hanno imparato a riconoscere le proprie caratteristiche e quelle altrui, e gradualmente, senza pressioni esterne, hanno elaborato codici comunicativi accettabili per tutti. Generazione dopo generazione, le diversità più marcate all'interno della nuova comunità etno-politica sono andando sbiadendosi, e un senso di identità e di compattezza di gruppo s'è consolidato nel seno delle nuove società. Come solevano dire i fautori del primo costruttivismo filosofico, "l'esperienza è la causa, il mondo l'effetto". Così è stato per tanti territori dell'Europa e di altri continenti, e poiché l'esperienza si può osservare, testare, replicare e convalidare, è bene riflettere sull'applicabilità di esperienze passate in altre regioni alla nostra situazione, che è quella sarda. Le riflessioni che seguono, personali ma credo ampiamente condivisibili, fanno leva sui risultati delle esperienze politiche più recenti. È un modo, credo, di cominciare a stabilire un rapporto diretto e dialettico fra processi sociali e fenomeni culturali specifici e privilegiati, qual è líunificazione linguistica. Chi ha seguito con attenzione il profilo "politico-linguistico" degli ultimi anni e i risultati delle ultime elezioni regionali non può che restare sorpreso da una veramente inaspettata sorpresa del destino, che può preannunciare un'improvvisa accelerazione di processi già in atto, ma fortemente statici fino a poco fa. Il lettore sa bene che la "questione della lingua sarda" ha avuto, diciamo dal dopoguerra a oggi, un andamento oscillante. A momenti di fervida discussione e di coinvolgimento generale si son succeduti periodi di forte disattenzione, quasi di disinteresse. La questione di fondo è rimasta però sempre la stessa: può una comunità che vanta una cultura ancestrale molto distintiva rimanere senza una lingua d'uso comune, riconosciuta, valorizzata e sfruttata in ogni settore della società, familiare ed extrafamiliare, privato e pubblico? La risposta non è mai stata unanime, poiché uníoculata ricognizione della realtà linguistica, e anche antropologica, faceva emergere un quadro fortemente frastagliato. L'apporto conoscitivo di questa realtà è stato fornito da studiosi sardi e non sardi, ma sono stati soprattutto questi ultimi, e in particolare gli stranieri, ad aver notato la grande "aporia sarda": una regione con una sola frontiera esterna, ma con molte frontiere interne. John Day, Maurice Le Lannou, Max Leopold Wagner e tanti altri ci hanno fatto capire che binomi quali Centro montano contro Pianura, Pastori contro Contadini, Latino arcaico o di fase I contro Latino innovativo o di fase II e III, hanno rappresentato nella storia della Sardegna quei fattori preminenti dell'Esperienza che si son trasformati poi nel Mondo a noi noto e realmente vissuto, ossia nella società sarda poliedrica di oggi. I dati scientifici, non le valutazioni personali e impressionistiche, concordano nel dirci che il Sassarese e la Gallura, il Logudoro e il Campidano sono realtà diverse, e che allíinterno di esse si possono scorgere alcune ulteriori frazionamenti, giustificati nuovamente dalla storia, quali l'Ogliastra, il Sulcis e l'Area mediana (pressappoco dall'Alta valle del Tirso fino a Désulo). Orbene, le quattro Province sarde (CA,OR,NU,SS) che conosciamo da mezzo secolo non riflettono pienamente la diversità cultural-linguistica ereditata nelle varie contrade sarde. E ciò spiega anche il lungo disorientamento dellíamministrazione regionale di fronte a rivendicazioni legittime, ma fortemente articolate provenienti dal popolo. In assenza di una legge-tetto, qual è stata la L.R. 26 del 1997, solo le Province organizzavano, desultoriamente e senza la totale solidarietà interna dei comuni, incontri, dibattiti e sperimentazioni sulla valorizzazione della lingua sarda. Le cose son cambiate radicalmente dopo il 1997, e soprattutto quando sotto l'egida dell'Assessorato guidato da Pasquale Onida si è formulata una proposta di Limba Sarda Unificada che ha premiato (per vari motivi e con molte deroghe che non commento) la varietà nuorese. È stato forse a quel punto che più voci dissidenti si son fatte sentire, e che la polemica che si è accesa sulla futura lingua standard ha impresso un forte dinamismo nella ricerca díuna soluzione adeguata. Dopo il 2001 fra le tante iniziative lodevoli e impegnative, segnalerei per collegarmi col discorso che segue quelle del Comune di Quartu S.E., allora diretto da Graziano Milia, che puntava a rivalutare la varietà campidanese e a prendere come modello da imitare la formulazione giuridico-amministrativa della Carta de Logu, e anche quella "panogliastrina", sorta da un lungimirante progetto didattico ideato dall'allora Preside del Liceo Busincu di Ierzu, prof. Piero Coccolone, e sostenuto dal Vicepresidente della Comunità Montana dellíOgliastra, prof. Piero Carta. Come il lettore avrà sicuramente intuito dalle premesse e da queste ultime precisazioni, le elezioni provinciali hanno alterato decisamente il quadro geo-linguistico e politico-linguistico tradizionale, e ciò è accaduto in due modalità concomitanti. Da una parte, con le otto Province sarde si ha una redistribuzione "casuale" ma molto affinata delle principali varietà e sottovarietà linguistiche. Al punto che si può a ragion sostenere che sentendo parlare un Sardo si potrà risalire alla sua Provincia di origine. In effetti, la Gallura ha finalmente ottenuto il distintivo linguistico che spettava a uníarea fortemente colonizzata, e linguisticamente influenzata dai Corsi (basti ricordare col Wagner lu iculu per "la culla"). Nei rapporti di frontiera fra Nuorese e Alto Campidanese s'è anche avuta una più naturale reintegrazione di alcuni comuni alle loro "basi storiche" (si pensi all'asse Isili-Nurri, di parlata campidanese). L'Ogliastra, una regione spiccatamente differenziale per motivi storici, geomorfologici e non in ultima analisi linguistici (rammento soltanto la forma cisso, cissu, al posto di log. chitho, camp. chitzi "presto") emerge finalmente dal suo plurisecolare assopimento per aspirare ad avere una sua giusta collocazione nella scacchiera sarda. Il Sulcis, un'area particolarmente eccentrica nella compagine meridionale (si pensi agli agglomerati sulcitani chiamati boddeus, da lat. collegium, e alla pronuncia ciu, chici per tziu, chitzi), e il Medio Campidano, una vasta pianura che incuneata fra i principali capoluoghi meridionali accentra i comuni di più radicata e inalterata tradizione contadina, e serba tratti linguistici distintivi (quali la nasalizzazione delle vocali e il passaggio di L- latina a una b rilassata: lu(n)a, sobi) cooperano altresì a distinguere più fedelmente la traiettoria storico-antropologico-linguistica della parte meridionale dell'Isola. La Provincia sicuramente più conflittiva è Oristano: avendo allargato i suoi confini, concentra comuni di lingua dichiaratamente logudorese (Bonàrcado: fizu, chimbe, deghe), insieme con paesi di parlata prettamente campidanese (a sud di Oristano: fillu, cincui, dexi), e con altri centri di area mediana (Milis: chimbi, Samugheo: dege, Làconi: fixu). Ma è proprio da Oristano che vorrei concludere le mie discettazioni puntando i riflettori sulla seconda "casualità elettorale". I voti sardi hanno promosso concomitantemente tre Presidenti di Provincia che hanno investito in passato parecchie energie per difendere la questione della lingua sarda, partendo tuttavia da prospettive diverse: Pasquale Onida, Graziano Milia, Piero Carta. Il gioco a scacchi sardo è diventato all'improvviso molto dinamico e attraente, e il futuro prossimo, ne sono sicuro, non ci risparmierà delle sorprese. Il consuntivo finale è, nondimeno, molto gratificante, perché da una imminente e speriamo fertile dialettica fra le Province può nascere quel consenso necessario per limare le contraddizioni "genetiche" che le varietà provinciali hanno ereditato da secoli di storia in un Regnum Sardiniae che non è mai stato un cerchio di Parmenide.
Eduardo Blasco Ferrer
 
 
 
2 - La Nuova Sardegna
Per le tesi di laurea sul paese la giunta bandisce un premio
  ELMAS. La giunta comunale ha deciso di concedere premi per la realizzazione di tesi di laurea che dovranno riguardare la realtà del paese con riferimento ai temi di salvaguardia ambientale, cultura, storia, sport, economia del territorio. La proposta di Giorgio Sarritzu, assessore alla cultura, d’intesa con gli assessorati all’ambiente, pubblica istruzione e urbanistica, stabilisce la premiazione di quattro tesi con una somma di 1.500 euro per il primo classificato e 1000 per il secondo. «L’amministrazione intende incentivare in questo modo lo studio e la conoscenza della realtà locale e la riscoperta di valori e tradizioni, arricchendo il patrimonio culturale della comunità» dichiara il sindaco Giuseppe Collu. (l.l.)
 
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
Ginecologia, le nuove frontiere 
Al via al Calabona le «Terze giornate algheresi» 
 ALGHERO. L’hotel Calabona ospiterà da oggi, e fino al 28 di maggio, le Terze Giornate Algheresi di Ginecologia e Ostetricia. Un evento di grande rilevanza scientifica per la presenza di esperti da tutta Italia. Il convegno è organizzato dalla clinica ginecologica dell’università di Sassari in collaborazione con la clinica ostetrica di Cagliari diretta da Gian Benedetto Melis.
 Il congresso, che è presieduto dal professor Salvatore Dessole, direttore della clinica ostetrica e ginecologica dell’università di Sassari,verterà sulle più recenti acquisizioni nel campo della ginecologia e ostetricia.
 Il programma scientifico è articolato in corsi con serie di relazioni su tema preordinato, prevede dibattiti, confronti tra pubblico ed esperti, presentazione di problemi e casi clinici. Sono previste letture magistrali. Non mancheranno i contributi di giovani ginecologi che si cimenteranno nelle sessioni di comunicazioni libere. I contenuti del convegno consentono l’ottenimento di 16 crediti di Educazione Continua in Medicina per medici specialisti in ginecologia e ostetricia e per 22 ostetriche. La cerimonia ufficiale di apertura dei lavori delle Terze Giornate Algheresi di Ginecologia e Ostetricia è prevista per le 15,30 di oggi nella sala convegni dell’hotel Calabona.
 
 4 - La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Sassari
«Quanto ci costa avere l’università?» E oggi il sindaco porterà tutti i conti
La seduta consiliare del dopo elezioni dovrà discutere anche del bilancio e approvare il piano delle opere pubbliche
  OZIERI. Dopo la parentesi elettorale, si rientra finalmente nell’attività istituzionale. Quasi a conferma del luogo comune secondo cui i problemi non vanno mai in vacanza, per domani sera (ore 20) è fissata una seduta del consiglio comunale che, almeno a giudicare dal chilometrico ordine del giorno, costringerà alle ore piccole i protagonisti. Una previsione che appare davvero scontata.
 Oltre per la valenza di taluni argomenti in discussione, quali, ad esempio, quello relativo all’esame e approvazione del bilancio di previsione per l’esercizio in corso ed il relativo piano triennale delle opere pubbliche, dalle divergenti opinioni che i due schieramenti dell’assemblea hanno palesato su altri. Un caso emblematico, a questo proposito, è offerto dall’istituzione in città di un corso di laurea in Produzioni animali. Per la maggioranza, ed in particolare per il sindaco Giovanni Cubeddu, l’iniziativa costituisce un traguardo di assoluto prestigio che la città inseguiva da lustri; molto più cauto l’atteggiamento dei gruppi di minoranza di centro sinistra che in più occasioni hanno puntato il dito contro l’onerosità, per il Comune, della convenzione che esso dovrà stipulare con l’ateneo sassarese. Su tale aspetto, Franco Murru, da poco rientrato nelle file della maggioranza, ha presentato un’interrogazione che darà modo al sindaco di rendere noti i costi reali dell’operazione. Si proseguirà con la risposta dell’esecutivo sulle diverse interrogazioni presentate di recente dal gruppo consiliare d’opposizione “Per Ozieri insieme”. Si va dalla proposta di inserire nello statuto comunale una norma che “impedisca la localizzazione di impianti e di siti di conservazione di scorie nucleari nel territorio”, alla situazione derivata dall’introduzione della raccolta differenziata dei rifiuti; dallo stato di inagibilità dei locali dell’ex pretura, attuale sede dell’ ufficio del giudice di pace, alla mancata depurazione delle acque reflue della città e delle sue frazioni. Un argomento scottante, quest’ultimo, considerato che il Consorzio Zir ha ormai ultimato la realizzazione dell’impianto preposto al trattamento di dette acque, ma attende la stipula dell’apposita convenzione con il comune per la messa in esercizio. Una bozza di tale regolamento, che ha impegnato a lungo le competenti commissioni consiliari, verrà sottoposta all’esame dell’assemblea nel corso della seduta e potrebbe costituire la premessa per risolvere il delicato e annoso problema. Nella discussione vi sarà spazio anche per i non pochi problemi di Chilivani. Per il gruppo consiliare “Uniti per Ozieri” la frazione registra una situazione di abbandono divenuta ormai intollerabile e che rivendica una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione comunale. Antonio Foddai, consigliere di maggioranza residente nel quartiere periferico, vorrebbe conoscere, invece, lo stato dell’opera e la posizione della Giunta in merito al lento incedere dei lavori per la realizzazione della bretella ferroviaria di Chilivani. Tempo permettendo, verranno approvati anche tre piani di lottizzazione convenzionata proposti da privati e si procederà alla programmazione della spesa di 16 mila euro, somma ottenuta dalla Regione (annualità 2004) per lo sviluppo delle attività sportive.
Angela Farina
  
5 - La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Sport
Universitari, primi allori per i sardi 
 CATANIA. Due medaglie d’oro per il Cus Cagliari, due d’argento e una di bronzo per il Cus Sassari. Si sono aperti nei migliori dei modi per i Centri universitari sardi i campionati nazionali, in corso da sabato a Catania.
 Antonio Loddo, categoria 58 kg, e Carmela Fabiano (49 kg) sono saliti sul gradito più alto del podio per il Cus Cagliari. Efrem Nardau, categoria 80 kg, ha preso il bronzo per il Cus Sassari.
 Passa il turno, ma per i capelli, il quintetto del calcio a 5 del Cus Cagliari: 5 pari con il Cus Chieti.
 Nell’atletica sono attese le rappresentative sassaresi con Becca (400), Piu (100 e 200), Manca (asta e triplo).
 Intanto, esordio positivo anche nel tennis con la cagliaritana Marta Sedde, figlia d’arte, e Davide Pilurzu (7-6 6-4) sul bolognese Casselli. Stamani in campo il calcio: il Cus Cagliari ha vinto 4-2 con il Cus Genova, lo aspetta il Cus Camerino. (m.f.)
 
 
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
In barca a vela per finanziare la ricerca contro il cancro 
Alla seconda «Regata della Solidarietà» hanno partecipato quindici equipaggi
  PORTO TORRES. Vele al vento sulla rotta marina tra Porto Torres e Stintino per onorare al meglio la seconda edizione della “Regata della Solidarietà”. La manifestazione organizzata dalla Lega navale italiana sezione Golfo dell’Asinara, in collaborazione col Circolo nautico Torres, è stata ideata per donare fondi alla ricerca contro il cancro alla Lega italiana contro i tumori. Una partecipazione speciale è stata quella del club “Soroptimist International” di Sassari, una associazione femminile che opera in tutto il mondo a favore del sociale e che nell’occasione ha formato un intero equipaggio (presidentessa in testa) imbarcato sullo scafo “Berenice” della Lni. Il professor Antonio Farris, direttore della clinica medica dell’Università di Sassari, ha fatto notare come siano tanti i fattori che portano alla terribile malattia del secolo, con particolare riferimento al fumo della sigaretta che danneggia il sistema cardiovascolare ed è una sicura causa del tumore al polmone. «I dati epidemiologici negli ultimi anni - dichiara Farris - danno un forte aumento del fumo nelle donne e nei giovani, con gravi risvolti nell’incidenza del tumore al polmone. La ricerca di nuovi preparati e di nuove terapie è quindi necessaria per sconfiggere la malattia, che oggi si può prevenire con controlli periodici presso associazione come la Lega italiana contro il cancro, che si trova a Sassari in via Amendola 40». La regata si è trasformata in una passeggiata non competitiva, che ha visto in mare 15 imbarcazioni pronti a sfidare un vento di grecale sui 12 nodi. Ha vinto in tempo reale “Pulcinella” di Luigi Putzu, dopo un lungo e combattutissimo confronto con “Punta Negra” di Alberto De Paolini e “Garfunkel” di Antonio Addis. Il briefing di presentazione si è svolto presso il gazebo della Cormorano Marina, sempre sensibile al supporto di queste iniziative, mentre la festa a terra è avvenuta nella sede del Circolo nautico Torres a Stintino con un buffet e un ricordo donato dalla Impresa e Futuro di Carlo Gianotti che ha gratificato tutti gli equipaggi. Molti i bambini a bordo, il più piccolo di 4 anni, e tantissime le donne che hanno preso parte alle manovre. Per la prossima edizione il pensiero è di allargare la partecipazione alle vele latine.
 Gavino Masia
 
 
  
7 -  Corriere della Sera
Sapienza, i risultati elettorali
arrivano 21 giorni dopo il voto
Si è finalmente concluso, dopo tre settimane, lo spoglio delle schede delle elezioni universitarie che si sono svolte il 10 e 11 maggio alla Sapienza. Nel consiglio di amministrazione sono stati eletti Christian Bonafede (Lista aperta per il diritto allo studio); Elisa Coccia (Collettivi universitari); Lorenza Falcone (Sinistra universitaria); Gian Luca Senatore (Sapienza in movimento); Martino Trapani (Vento di Cambiamento); Gian Luca Viscido (Vento di Cambiamento). Al Senato Accademico sono risultati eletti Nicola Azzarito (Vento di Cambiamento); Francesco Brancaccio (Collettivi universitari); Luca Gentile (Vento di Cambiamento); Marianna Massimiliani (Sinistra universitaria); Massimiliano Rizzo (Sapienza in movimento). Sono inoltre stati eletti gli studenti che entreranno a far parte del Comitato per lo Sviluppo dello Sport Universitario, degli organismi dell’Agenzia per il Diritto agli Studi Universitari nel Lazio (Laziodisu) e dei Consigli di Facoltà. Gli eletti resteranno in carica per il triennio 2005/2007. Hanno votato il 12,7% degli aventi diritto pari a 18.667 votanti. Nelle precedenti elezioni di aprile 2001, aveva votato il 10,4% (15.082 ).
 
 
 
8 – Corriere della Sera
Da una parte un neolaureato vicino ad An, dall’altra il rettore ulivista. Il preside di Lettere: clima avvelenato, la riproporremo
Catania, uno studente nega la laurea a Battiato
Il rappresentante nel Senato accademico si oppone: «Ha insultato la città». E l’università blocca tutto
CATANIA - Per il momento niente laurea. Il maestro Franco Battiato è rimandato alla prossima sessione. Se vorrà fregiarsi del titolo di dottore in Lettere «dovrà prima chiedere scusa per aver annunciato l’intenzione di lasciare Catania in caso di vittoria del candidato del polo Umberto Scapagnini». A porre il veto è stato un membro del senato accademico che, dall’alto dei suoi 22 anni, ha sbarrato il passo al neodottore Franco Battiato. «Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere...» replicherebbe il cantautore se non avesse scelto la via del silenzio. Da settimane è rintanato tra le valli svizzere dove sta girando il suo secondo film. Lontano da Catania, ma non per sempre, visto che non avrebbe alcuna intenzione di lasciare la città anche se preferisce stare alla larga dalle polemiche. Il «senatore» che ha bocciato Battiato si chiama Giacomo Bellavia, fresco di laurea breve in scienze giuridiche e un piglio deciso, col suo unico voto contrario ha bloccato la procedura per la laurea honoris causa che da prassi prevede l’unanimità. La sua requisitoria: «Il conferimento della laurea dovrebbe tenere in considerazione non solo gli indubbi meriti artistici, ma anche il rapporto instaurato con la comunità di riferimento. Con le sue assurde dichiarazioni Battiato ha offeso Catania e i catanesi. Non contesto le sue idee politiche. Ma non si può minacciare di lasciare la città se vince chi la pensa diversamente da noi».
Tecnicamente la decisione è stata solo rinviata, anche se è già diventata un caso politico. Una coda velenosa della recente campagna elettorale di Catania. Non è un caso che il giovane censore di Battiato sia un esponente di Alleanza universitaria, movimento che fa riferimento ad An, anche se lui respinge la chiave di lettura politica. «Ma no, la politica non c’entra - dice Bellavia -, anch’io ascolto Battiato. Siamo prontissimi a rivedere la nostra posizione. Faccia un concerto per l’Università e per la città. Io sarò in prima fila ad applaudirlo».
Sull’altro versante non è affatto comoda neanche la posizione del rettore Ferdinando Latteri. Ex esponente di Forza Italia transitato nel centrosinistra, è presidente regionale della Federazione dell’Ulivo e da più parti viene indicato come possibile candidato per la presidenza della Regione nelle elezioni del febbraio prossimo. Un doppio incarico che suscita non poche polemiche e che ieri lo ha lo spinto a tenere la bocca e il telefono chiusi sul caso Battiato. Ogni commento è stato affidato al preside della facoltà di Lettere, Nicolò Mineo, lo stesso che ha avviato l’iter per la laurea a Battiato. «E’ un artista di altissimo livello - afferma - ed è solo su questo che si basa la nostra decisione. Purtroppo c’è un clima avvelenato e si sta esagerando, ma in questa storia non c’è nulla di politico. Riproporremo il conferimento della laurea e se necessario la approveremo a maggioranza».
Anche la scelta dei tempi non è stata proprio felice. Viste le polemiche del dopo elezioni non sarebbe stato sbagliato attendere che si calmassero le acque. E se ora c’è chi si indigna per la clamorosa bocciatura di Battiato (per il deputato della Margherita Burtone «la passione politica è comunque amore per la propria terra») se la ride il vicepresidente di An La Russa: «Minacciare di lasciare Catania per Battiato è stato un boomerang... a meno che non decida di sventolare bandiera bianca».
Alfio Sciacca
 
IL FILOSOFO
Sgalambro: gli hanno teso un agguato Adesso l’ateneo dovrà chiedere scusa
MILANO - «A Franco Battiato è stato teso un agguato perché aveva dichiarato il suo appoggio amicale al candidato sindaco Enzo Bianco». Il filosofo Manlio Sgalambro sembra non avere dubbi. Lui, che dal ’94 collabora con il musicista catanese nella stesura dei testi, si è fatto un’idea precisa sul perché il senato accademico non abbia più conferito la laurea honoris causa all’artista. «Non sono al corrente di come funzionino gli statuti accademici. Ma è certo che la decisione si sarebbe potuta rinviare. Perché prenderla adesso se non per consentire a un ragazzino di intervenire e di dire quello che ha detto?». Giacomo Bellavia, lo studente di Alleanza universitaria che ha posto il veto, ha contestato la minaccia di fuga di Battiato se a Catania avesse vinto il centrodestra. Ma si è detto disposto a rivedere la propria posizione «se il cantautore chiederà scusa alla città».
«Glielo possiamo perdonare, con un certo sforzo, perché lo ha detto anche San Paolo: chi di noi non è stato fanciullo?».
Dunque ci sarebbe qualcuno dietro lo studente?
«I tipi che stanno facendo queste cose si pentiranno di aver dichiarato ostracismo a Battiato per le sue preferenze espresse nella rabbia del momento o con la passione politica».
Però le sue dichiarazioni hanno offeso la città.
«Ma è il rimpianto ad averle dettate. Battiato aveva già collaborato con Bianco sindaco, insieme avevano fatto cose meravigliose, basti pensare alle estati catanesi. Ci vuole il senso dell’eleganza, intesa come nobiltà d’intenti, voler dare un senso superiore alle cose. Una città non è soltanto le sue fogne o i suoi bisogni primari».
Ha sentito Battiato? C’è rimasto male?
«Sì, abbiamo parlato. Ma non è un riconoscimento mancato ad amareggiarlo. Semmai è tutto questo volerlo coinvolgere in brogli. Sta girando un film, non può riempirsi l’animo di argomenti simili. La sua ambizione è operare, non raccogliere cartacce».
Cosa si augura?
«Che l’Università gli chieda scusa. Non ne sapevo nulla, altrimenti avrei subodorato la trappola. Un ragazzino che dice la sua su una decisione del genere è qualcosa di ridicolo».
Elvira Serra
 
 
 
9 – La Sicilia
 E Catania bocciò il «dottor» Battiato
università e politica.
Non c'è l'unanimità in Senato accademico, salta il conferimento della laurea honoris causa in Lettere
Mario Barresi

Catania.  «No, signori, fermiamoci un attimo: questa laurea non s'ha d'assegnare». E nell'austera sala del Rettorato di Catania arriva, impetuosa e improvvisa, una folata di vento gelido. Catania, seduta del Senato accademico. Ieri mattina. Nota per gli scaramantici: siamo al punto numero 17 all'ordine del giorno. Quando un rappresentante degli studenti alza la mano per dire no al conferimento della laurea honoris causa in Lettere a Franco Battiato, l'aria diventa irrespirabile. «Non possiamo premiare un uomo che fugge dai doveri civici». E giù una lunga, lunghissima dichiarazione di voto regolarmente messa a verbale.
Giacomo Bellavia, senatore accademico di Alleanza universitaria rompe le file di una (di solito) scontata unanimità nell'atto conclusivo per la concessione del titolo accademico all'artista catanese. Sguardi di smarrimento, sudore lungo le schiene di presidi, docenti e studenti. È l'inizio della fine: dopo un'imbarazzata discussione, il punto all'ordine del giorno viene tecnicamente «spuntato». Nulla di fatto, non ci sono le condizioni per approvare il provvedimento: davanti alla chiara dichiarazione di voto contrario viene meno la prescritta unanimità dei presenti, condizione indispensabile per "laureare" Battiato.
Non è questione di canzoni. Nessun dubbio sulla cifra artistica e culturale di Battiato. Ma - diciamolo con chiarezza - questo è un caso politico. Scoppiato in tutto il suo fragore nel cuore dell'Ateneo catanese. Tanto più che il "testimonial" del conferimento della laurea honoris causa è un uomo d'indiscusso prestigio: Nicolò Mineo, preside della facoltà di Lettere e filosofia, che ha definito l'opera di Battiato «una delle più vivaci e accreditate espressioni del panorama musicale internazione». Nulla da eccepire, con tanto di encliclopedico curriculm di Battiato allegato.Un regolare iter amministrativo, partito dal voto favorevole del Consiglio di facoltà di Lettere dell'11 marzo: «Il Consiglio, nel solco della tradizione dell'attribuzione delle lauree honoris causa - si legge nel documento ufficiale - in considerazione del ruolo di primaria importanza che sia il maestrao Aldo Clementi (si veda il box accanto, ndr) che il compositore Franco Battiato hanno svolto nel mondo della musica europea ed internazionale, esprima parere unanime e favorevole per il conferimento della laurea honoris causa di grande significato culturale, storico e scientifico». Decisione comunicata dal direttore amministrativo al rettore, istruito il 9 maggio dalla dirigente dell'Area istituzionale e inoltrato il giorno successivo per la trattazione in Senato accademico.
E ieri mattina il colpo di scena. «Esprimo voto contrario - dice Bellavia - in quanto l'atto del conferimento dovrebbe tenere in considerazione non solo gli indubbi e riconosciuti meriti artistici, ma anche il rapporto instaurato con la comunità di riferimento. È noto a tutti che di recente Battiato ha dichiarato che in caso di vittoria di Scapagnini avrebbe abbandonato Catania. Con la sua assurda dichiarazione Battiato ha offeso la città di Catania e i catanesi. E in ogni caso - ha concluso il rappresentante della destra studentesca - non sembra opportuno il momento in cui cade la discussione sul punto, elemento che potrebbe minare l'autorevolezza e il riconosciuto ruolo dell'Università». Gelo. Poi gli interventi, tra gli altri, di Luigi Arcidiacono (preside di Giurisprudenza), Carlo Pafumi (docente di Medicina) e Claudio Spitaleri (Ingegneria). Imbarazzo. «Perplessità legittime», abbozza qualcuno. «Meglio ponderare meglio tutta la situazione», aggiungono altri. Nessun commento dal rettore Ferdinando Latteri. Né ieri mattina in Senato, né nel pomeriggio tramite un asfissiante pressing sul suo capo ufficio stampa.
Tutto rimandato a data da destinarsi. Magari in un clima meno intossicato dai veleni post-voto, magari in un momento in cui sull'eremita di Milo-esule da Catania si saranno allontanate le polemiche di quest'ultima campagna per le comunali. Quando «plebaglia» (citazione sgalambriana) e «mongoli» (citazione gullottiana) non saranno più parole che feriscono e infiammano, ma termini sbiaditi e stropicciati come i manifesti elettorali. E magari se ne ridiscuterà in un giorno in cui il Maestro, rotto il silenzio del suo "buen retiro" svizzero, tornerà a parlare. A Catania. Ai catanesi. Che, catullianamente, continuano a odiarlo e ad amarlo. Nonostante tutto.
 
 
il proponente
«Uomo di indiscutibile valore»


Catania.  «Non posso dare un'interpretazione autentica, né tanto meno un commento personale sull'operato e sulla decisione del Senato accademico». Rincorsa telefonicamente per tutto il pomeriggio e "acciuffata" soltanto in tarda serata, questa è la prima dichiarazione del preside di Lettere e filosofia, il professore Nicolò Mineo. Che si affida al «politically correct», demandando «al magnifico rettore ogni commento ufficiale» a nome delle istituzioni accademiche etnee. Lo incalziamo sulla scelta del Senato: «È stata una decisione, non voglio nemmeno definirla un incidente di percorso. Sono cose che possono accadere, si deciderà in futuro, in un altro momento». In un momento meno avvelenato? «No comment, mi dispiace».
E dire che proprio Mineo era stato l'autore della prima proposta ufficiale al Consiglio di facoltà di Lettere, definendo Battiato un «notissimo musicista del nostro tempo, la sua creatività è stata intensa sia nel campo della musica folk e di consumo che nell'ambito della sperimentazione (con sguardo verso l'Europa) fino a un pieno sviluppo della sua recente produzione musicale che spazia dal repertorio teatrale alla cosiddetta "musica di frontiera", alla composizione colta alla musica etnica».
Ma allora, nonostante il Senato accademico, il personaggio Battiato non si discute. «È un uomo di prestigio, un personaggio di alto livello, ed è soltanto su ciò che la nostra proposta si basa».
Ma. B.
 
il «signor no»
«Ha offeso Catania e i catanesi»


Catania.  «No, che c'entra: Battiato lo ascoltiamo pure io e tanti amici che la pensano come me. Ma questa cosa qui, a Catania e ai catanesi, non la doveva proprio fare». Faccia pulita, 22 anni, laurea triennale in Scienze giuridiche. Da una vita militante nelle associazioni studentesche di destra, oggi senatore accademico di Alleanza universitaria: Giacomo Bellavia è il «signor no», lo studente che ha bocciato il dottor Battiato.
A caldo rivendica la sua posizione: «Non doveva dire quella frase, non doveva annunciare di andarsene in caso di Scapagnini-bis. Io non contesto la scelta di schieramento compiuta da Battiato, sicuramente indiscutibile e legittima, ma la sua minaccia di fuga dalla città in caso di vittoria del centrodestra». Una ferita ancora aperta: «Dette da un personaggio del suo calibro, con il ruolo di personaggio di rilievo nazionale e non solo, quelle parole sono state un duro colpo per i cittadini, che non sono stati rispettati nè nella capacità e nè nella libertà di esprimere democraticamente le proprie scelte».
Accanto a lui, Puccio La Rosa e Claudio Milazzo (presidenti provinciali di Ag e Au) rinforzano il concetto: «Battiato ha deluso ancor di più chi lo ascoltava credendolo una voce critica e libera». Con una proposta di armistizio: «Siamo pronti a rivedere la nostra posizione se il cantautore chiederà scusa alla città e farà un concerto per l'Università, per tutta la città. E non solo per una parte. Saremo sotto il suo palco...».
Ma. B.
 
 
10 – Il Mattino
UNA RICERCA ISRAELIANA
Il sarcasmo? Una questione di cervello
FEDERICO UNGARO
Forse più che una ricerca è stata una vera e propria tortura psicologica. Ma alla fine gli scienziati hanno ottenuto il loro risultato e hanno scoperto che il sarcasmo non si apprezza se il cervello non è del tutto in ordine. Infatti, secondo uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori israeliani dell’Università di Haifa e del Rambam Medical Centre guidati da Simone Shamay-Tsoory, le persone che hanno subito una lesione all'emisfero cerebrale destro rischiano di perdere proprio la capacità di andare oltre il significato letterale delle parole e di capire la sottile ironia. La tortura deriva dal fatto che per arrivare a questa conclusione, il campione di volontari (58 in totale: 16 con una lesione alla corteccia posteriore, 25 con danni al lobo prefrontale e 17 sani usati come gruppo di controllo), si sono dovuti sorbire la registrazione audio di una serie di storielle che nelle intenzioni degli scienziati dovevano essere sarcastiche. E come se non bastasse, si sono dovuti risentire le stesse storielle però in chiave seria. Tanto per capirci una delle situazioni prevedeva un certo Joe, che arrivava al lavoro e si spaparanzava subito sulla sedia. Passava il capo ufficio che, sarcasticamente, gli faceva notare «Joe non lavorare troppo!». Nella versione seria, invece, Joe si metteva subito a lavorare e il capoufficio (presumibilmente compiaciuto) gli raccomandava di «non lavorare troppo». Dopo aver ascoltato il tutto, i volontari hanno dovuto rispondere a una serie di domande che hanno contribuito a svelare quanto erano riusciti a cogliere dell'ironia di alcune situazioni. I nodi sono venuti al pettine per i pazienti con i danni alla corteccia prefrontale destra: la loro capacità di capire il sarcasmo era molto minore rispetto a quella mostrata dagli altri. È proprio qui, quindi, che si nasconde la capacità di comprendere l'ironia. E per capirla, il cervello segue un percorso tortuoso: prima esamina il significato letterale delle parole nell’emisfero sinistro, poi quello destro e i lobi frontali esaminano il contesto emotivo e sociale e infine la corteccia prefrontale destra mette insieme le due cose e dà il giusto significato alla frase.
 
 
11-  Il Giornale di Calabria
UNICAL: scuola estiva di urbanizzazione
COSENZA. Una scuola estiva internazionale sull’urbanizzazione delle aree costiere e rurali ad elevata strutturazione è stata organizzata dal dipartimento di pianificazione territoriale della Facoltà di Ingegneria dell’Università della Calabria ed ha le finalità di approfondire alcuni temi di progetto che mirano a studiare e monitorare le condizioni delle piccole realtà costiere del Mediterraneo occidentale al fine di integrarle in insieme coerenti e compatibili con una migliore qualità della vita. La scuola è aperta ad un massimo di 70 partecipanti, di cui 50 provenienti da scuole di ingegneria, architettura, geologia, scienze sociali turistiche, discipline economiche e sociali, scienze politiche che abbiano i seguenti requisiti: laureati, dottorandi e dottori di ricerca, assegnisti di ricerca e ricercatori, e 20 provenienti dal II anno della laurea specialistica in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio, Ingegneria Civile e Ingegneria Edile dell’Università della Calabria. È richiesta una conoscenza elementare della lingua inglese e dei principali supporti informatici per la redazione degli elaborati di progetto. La scuola estiva, che si svolgerà dal 18 al 23 luglio, procederà allo studio dell’attuale sistema di piccole città costiere nelle quali sono frequenti alcuni fenomeni legati all’urbanizzazione spontanea. In particolare avrà come quadro di riferimento l’area relativa alla costa tirrenica calabrese tra Tortora, nel cosentino, e Tropea, nel Vibonese (61 comuni), all’interno della quale si vogliono definire linee di intervento progettuale, il cui obiettivo è quello di elaborare dei progetti pilota che siano di salvaguardia ambientale, per le aree di pregio, e di recupero ambientale, per le realtà considerate degradate.
 
 
 
 

Questionario e social

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