Sabato 28 maggio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 maggio 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cagliari
Università. Un libro e progetti esposti in una mostra
L'orgoglio di Medicina: «Ricerca all'avanguardia»
I fondi sono pochi, maledetti e perennemente in ritardo. I ragazzi, racconta il preside della facoltà di Medicina, Gavino Faa, si laureano, si specializzano, fanno il dottorato, diventano ricercatori, poi assegnisti e infine, a quarant'anni e passa, si ritrovano per strada con tutto il loro entusiasmo. Aggiungi poi che spostarsi dalla Sardegna per assistere a un congresso o incontrare un'équipe di colleghi significa viaggiare in aereo e dormire in albergo, quindi spese. Duecento posterEppure, contro tutto e contro tutti, la ricerca in campo medico, a Cagliari, raggiunge punte di eccellenza internazionale. E si dedica un giorno di festa, mettendo in mostra duecento poster nella cittadella universitaria di Monserrato. Uno per ogni progetto di ricerca portato avanti negli ultimi tre anni dai ricercatori cagliaritani nei campi più vari: dalla fisiologia alla biochimica, dalla psichiatria alla ginecologia. «Lo scopo è duplice», spiega Amedeo Columbano, presidente del corso di laurea in Medicina: «Da un lato volevamo fare in modo che i ricercatori potessero essere informati dei progetti in cui sono occupati i loro colleghi, perché spesso un ricercatore non sa cosa si studia nel dipartimento accanto. Dall'altro volevamo coinvolgere gli studenti». E gli studenti hanno risposto alla grande, affollando le due aule in cui sono esposti i pannelli informativi. La qualità delle pubblicazioniPoi c'è il libro. Si intitola "La ricerca in medicina" e raccoglie uno per uno i novanta progetti di ricerca che hanno avuto una pubblicazione sulle riviste di tipo scientifico. Per ognuno sono indicati i docenti responsabili, il team di ricercatori coinvolti, una descrizione del progetto, i finanziamenti ottenuti, le riviste in cui sono stati illustrati. «Una sorta di anagrafe delle ricerca cagliaritana», riassume Columbano. Molto interessante la parte finale, con una tabella in cui si elencano, settore per settore, il numero dei progetti e dei docenti coinvolti e una sorta di voto in pagella: si chiama fattore d'impatto, e misura non solo la quantità ma la qualità delle pubblicazioni, assegnando un parametro alle riviste in base alla loro autorevolezza. Perché pubblicare su Cell o su Nature è un'altra cosa, rispetto al saggio sulle riviste italiane «che spesso - rivela ancora il professor Columbano - non hanno nemmeno una commissione di controllo scientifica». Ne risulta che a pubblicare non necessariamente molto ma sicuramente bene sono stati i ricercatori di Biologia molecolare, Pediatria, Malattie infettive, Microbiologia e Medicina interna. L'impegno di Gessa«La risposta della Regione - promette il presidente della commissione Cultura in Consiglio regionale, Gianluigi Gessa - arriverà presto e cercherà di correggere un quadro che vede la Sardegna come regione che investe di meno, in Italia, per la ricerca rispetto al Pil». Soprattutto, è l'auspicio del farmacologo, per la ricerca di base. (m. n.)
 
 
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 46 – Provincia di Sassari
Ozieri. Blocco dei fondi: il sindaco contro la Regione
«L'università arriverà: l'assessore si rassegni»
Il corso di laurea triennale in allevamento equini partirà a Ozieri il primo ottobre. Niente dubbi per il sindaco, nemmeno dopo le ultime esternazioni fatte dall'assessore regionale alla Pubblica istruzione. Così il primo cittadino Giovanni Cubeddu ha risposto alcune interrogazioni nel consiglio comunale di giovedì. «Voglia o non voglia l'assessore regionale alla Pubblica istruzione Elisabetta Pilia, le lezioni si terranno regolarmente come previsto». Parole di fuocoIl sindaco ha usato parole di fuoco contro l'assessore regionale che avrebbe dichiarato in diverse occasioni e alla presenza del rettore dell'Università di Sassari Alessandro Maida e del preside di Veterinaria Sergio Coda, che la Regione non avrebbe cacciato un euro per l'avvio degli studi universitari ad Ozieri. «È una posizione gravissima che cerca di boicottare un'iniziativa di così alto spessore e credo esclusivamente con uno scopo politico, perché evidentemente dà fastidio che questa amministrazione riesca a concretizzare il sogno di vedere l'università sbarcare a Ozieri». Risorse a rischioIl sindaco si dice amareggiato perché per un mero calcolo politico si cerca di mettere i bastoni fra le ruote a quello che dichiara senza mezzi termini una risorsa importantissima per la Città e per il territorio, sia dal punto dell'offerta didattica e culturale, che come indotto per le ricadute che crea. «Qui non si sta parlando di corsi che attirano pochissimi studenti - ha continuato Cubeddu - Sono talmente tante le richieste già pervenute in Facoltà che probabilmente sarà necessaria una selezione». I costiIl primo cittadino ha quindi risposto alle critiche pervenute sui possibili costi a carico del bilancio comunale. Nella convenzione stipulata fra Comune e università, l'amministrazione comunale si impegna a sostenere le spese per le docenze non di ruolo. «Il ministro Moratti ha già firmato il decreto per la concessione di 500 mila euro in favore dell'Ateneo sassarese. Quindi stiamo costituendo il consorzio degli studi universitari di Ozieri che avrà il compito di mettere a disposizione le risorse necessarie». Avrebbero già dato la propria adesione: l'Unire, la Federazione italiana sport equestri, l'associazione provinciale allevatori, la Asl di Sassari e alcuni istituti di credito. Cubeddu ha quindi precisato di attendere comunque risposte dalla Regione che ha risorse e competenze in questo campo. Attacco a SoruComunque si è detto convinto che l'operazione possa realizzarsi a costo zero per il Comune se non quelli della messa a disposizione dei locali. In conclusione di intervento Cubeddu ha quindi attaccato nuovamente la giunta Soru: «Oltre alla soppressione dell'Istituto di incremento ippico, al blocco del ritorno all'autonomia del Consorzio di bonifica, adesso la Regione tenta di scippare questa che è una nostra legittima conquista che va in favore dei giovani e delle famiglie e più in generale del territorio, la cui vocazione più che altrove è legata al comparto del cavallo e della zootecnia». CandidatureIl consigliere Franco Murru, che aveva presentato l'interrogazione, ha riportato notizie apparse sulla stampa secondo le quali ad Alghero è stata proposta la nascita di una azienda sperimentale della facoltà di veterinaria nei terreni di Surigheddu. «Tutto legittimo, ma sarebbe come se Ozieri puntasse ad ottenere un corso per la lavorazione del corallo».
Rossano Sgarangella
 
 
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 24 – Cagliari
congresso Le nuove frontiere della pediatria e la sfida della riorganizzazione sanitaria
Si parla dell'organizzazione sanitaria in Sardegna e dei cambiamenti nella pediatria all'hotel Mediterraneo, dove stamattina si terrà la seconda e ultima giornata del congresso regionale di pediatria organizzato dalla sezione sarda della Sip (Società italiana di pediatria). I lavori, presieduti dal professor Umberto Pelosi,vedono coinvolti i massimi esperti della pediatria e della neonatologia sarda e numerosi primari provenienti dagli ospedali di tutta Italia. Dopo l'introduzione del professor Antonio Cao sull'assistenza pediatrica in Sardegna, ieri i lavori moderati da Vassilios Fanos e Carlo Pintor hanno visto i contributi di Salvatore Murgia, Domenico Minasi (vicepresidente della Sip), Alberto Villani (del Bambin Gesù di Roma), e poi ancora del pediatra asseminese Basilio Mostallino (consigliere nazionale della Fimp), Lino Argiolas (presidente di Fimp Sardegna) e Luigi Arru. Oggi si parlerà invece di neonatologia, dall'allattamento allo sviluppo immunitario, dal peso dei neonati alle vaccinazioni, dai disturbi cardiaci alle malattie croniche intestinali che colpiscono i bambini. Previsti anche alcuni interventi sul ruolo del pediatra in casi di maltrattamenti sui minori e sull'importanza di internet per l'attività del medico. Tra i relatori Stefano De Virgiliis, Roberto Tumbarello, Salvatore Tripodi (primario del Sandro Pertini di Roma), Renato Cutrera e Alberto Tozzi (del Bambin Gesù). I moderatori saranno Angelo Dore, direttore della Sezione di Neonatologia dell'ateneo di Sassari, Salvatore Sassu, primario dell'ospedale di Tempio, Domenico Gallisai ed Efisio Angius. «L'equità del diritto alla salute - ha scritto il professor Umberto Pelosi nel messaggio di presentazione - non deve essere influenzata da un sistema politico ed economico, differente tra regione e regione, che regola l'erogazione dei fondi alla sanità». (paolo loche)
 
 

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Asse Medicina-imprese: alt alla fuga di cervelli 
La 2ª edizione della giornata dedicata alla ricerca «il volano di sviluppo per qualunque sistema»
 ALESSANDRA SALLEMI
 CAGLIARI. L’anno scorso forse non si sapeva bene come usarlo il libretto sulla «Ricerca in Medicina», una compilazione accurata di tutto quel che si studia e si scopre nella facoltà cagliaritana. Ieri mattina il preside Gavino Faa ha presentato la seconda edizione con un’immagine: il volume pubblicato nel 2004 lui, il preside, l’ha notato in tante occasioni sulle scrivanie dei colleghi, aperto, con le tracce dell’uso frequente nei bordi un po’ consunti. Perché nel libretto ci sono i lavori, i nomi, i risultati, le riviste su cui sono stati pubblicati e, alla fine, la pagella della qualità che dimostra l’impegno di un buon numero di docenti, l’eccellenza di alcuni e, siccome è veritiero, anche il (raro) disimpegno di altri. L’anno scorso i poster, 210, fatti dagli studenti, dagli specializzandi e dai tecnici della facoltà furono uno tsunami: tanti e sorprendenti. E capaci di ottenere il risultato inseguito dal preside Faa: far scoprire a professori, studenti e specializzandi quel che accade nel laboratorio dietro la porta accanto e, magari, offrire uno spunto o un’informazione anche determinante per le ricerche proprie. E’ successo, in un anno soltanto, dopo un lungo isolamento dove si assisteva al paradosso del gruppetto di studiosi in contatto anche quotidiano con Bethesda o Pechino ma assolutamente sconosciuto al collega appena salutato.
 «La ricerca è il volano di qualunque sistema economico», riassumeva ieri nell’aula magna della cittadella universitaria in un’intervista televisiva il preside. I contatti germogliati in questo anno sono riusciti a far nascere una creatura cui Faa tiene parecchio: il Centro di medicina simulata. «E’ la facoltà di Medicina che si apre alla popolazione: ai volontari, alle forze dell’ordine, anche agli studenti, naturalmente. E’ il frutto di un protocollo d’intesa tra la facoltà e la questura e con l’approvazione del ministero dell’interno e quando ci siamo incontrati con il Crs4, gli esperti di quel centro di ricerca hanno visto la possibilità di sviluppare un nuovo filone di studio sui sistemi di simulazione medica da brevettare e mettere sul mercato. Perché si conferma che le vie della ricerca sono davvero infinite e la conoscenza dei lavori condotti nelle varie branche in questo anno ha prodotto sviluppi interessanti. Dai contatti nascono le applicazioni dei brevetti e altra ricerca ancora e, inoltre, diventa un modo per mettere la facoltà sul mercato». Grande e anche dolente tema visto che le facoltà adesso devono trovarsi parecchi dei finanziamenti necessari per mandare avanti l’attività didattica. Un’altra creatura che sta per nascere e che dovrebbe dare una robusta mano per contrastare la fuga dei cervelli dall’isola è il distretto di biomedicina. «Se si riesce a creare un raccordo tra le imprese e la facoltà di medicina - spiegava ieri Faa - dando alla facoltà un ruolo chiaro, potrebbero arrivare finanziamenti importanti. C’è un dibattito in corso per creare possibilità di integrazione tra noi, Crs4 e Consorzio 21 lungo l’asse Pula-Cagliari. Il modello che abbiamo è il distretto di Trieste, riconosciuto dal ministero della ricerca scientifica, dove è stata creata una rete tra impresa e ricerca di tale rinomanza che l’Onu in quel parco tecnologico ha allestito una palazzina di 6 piani con la propria rappresentanza. Io credo che il sistema Sardegna debba guardare alla ricerca scientifica come l’opportunità per creare ricchezza di tipo culturale, ma anche economico». La qualità, spiegava il preside, c’è e cresce. Nelle pagine finali del volume distribuito ieri c’è la valutazione dell’impegno con la proposizione del «fattore di impatto», un indice noto ai pubblicisti delle riviste scientifiche: la qualità di un ricercatore si misura con la quantità delle pubblicazioni e con la credibilità delle riviste che accolgono il lavoro. Combinando i vari numeri si ottengono percentuali che danno conto di impegno, qualità, costanza. «Ogni docente in media - conclude Faa - pubblica due lavori l’anno su una rivista internazionale. C’è vivacità scientifica e ricerca di alta qualità». Tutto questo in una regione che «è quella che investe meno, in Italia, per la ricerca».
 
 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Pediatria luminari a confronto 
 CAGLIARI. Dalla lotta vittoriosa alla talassemia sino ai problemi attuali, quelli legati a una mancanza di una rete efficiente dei servizi. La pediatria, dalla A alla Z secondo Antonio Cao. Il luminare ha tenuto una lezione magistrale dal titolo “L’assistenza pediatrica in Sardegna negli ultimi decenni: cosa è cambiato?”, in apertura del congresso regionale della Società italiana di pediatria. Oltre al professor Cao, che ha descritto i mali e i nodi della qualità e dell’aggiornamento dei servizi in pediatria, al congresso hanno preso parte i principali protagonisti, universitari e ospedalieri del settore in Sardegna. Tra questi Salvatore Sassu, primario dell’ospedale di Tempio, Angelo Dore, direttorE della neonatologia dell’Università di Sassari, Antonio Chiarolini, Sebastiana Lepori e Lino Bellu, primari ad Alghero, Nuoro e Olbia. Il punto sulla pediatria in Sardegna ha avuto per riferimento l’organizzazione sanitaria, la neonatologia, i casi clinici e le decisioni in pediatria. Lungo queste linee hanno dibattuto i maggiori esperti regionali ma anche i luminari Cutrera e Totti del Bambin Gesù di Roma. «Il diritto alla salute deve essere equo. E non devono esserci differenze tra una regione e l’altra. Tra l’altro - ha detto Umberto Pelosi, docente dell’Università di Cagliari - una cattiva situazione economica ha gravi ripercussioni sul bambino e sulla famiglia».
 
 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
Oggi a Olbia Robert Engle premio Nobel per l’economia 
Un premio Nobel per l’economia a Olbia: si chiama Robert Engle, arriverà oggi. Ha vinto il prestigioso riconoscimento nel 2003. Titolare della cattedra in Management of Financial Services (gestione dei servizi finanziari) della Stern School of Business New York University, ha scritto quattro libri e più di cento articoli scientifici. Terrà una conferenza di presentazione del convegno, intitolato «Frontiers in Time Serie Analysis», organizzato dalla facoltà di economia dell’università di Sassari, sede di Olbia. L’appuntamento è alle 10.30 nell’aula magna dell’aeroporto Costa Smeralda.
 Engle è uno dei massimi studiosi di econometria, che è la scienza che si occupa dei dati economici nel tempo e delle sue previsioni. Analizza l’andamento del prodotto nazionale, dell’indice dei prezzi e le quotazioni dei titoli borsistici. Gli studi di Engle sono ritenuti fondamentali per le relazioni fra ricchezza e consumi. Saranno presenti il rettore dell’università di Sassari, il preside della facoltà di economia, il sindaco di Olbia. Per la città, per la sua facoltà, è un appuntamento di grande interesse scientifico.
 
 
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Attualità
Nascono le superiori a doppio binario Otto i licei e campus all’americana
Il decreto legge dell’esecutivo
Sbocco professionale o universitario Al quinto anno i ragazzi sceglieranno una materia di studio in inglese Prevista la personalizzazione dei corsi e l’istituzione del tutor 
CARLO PECORARO
 ROMA. Diventeranno otto i licei e verranno istituiti dei campus sul modello di quelli americani. Queste le principali novità che saranno introdotte dal decreto legislativo approvato ieri dal Governo.
 Il Consiglio dei Ministri ha decretato per la parte che riguarda il secondo ciclo del sistema dell’istruzione in attuazione della legge 53 del 2003 sulla riforma scolastica. Un «doppio canale» di istruzione che prevede, da una parte i licei e dall’altro i percorsi dell’istruzione e formazione professionale. Entrambi hanno «pari dignità - ha assicurato la Moratti - e consentono l’accesso, seppure con modalità diverse, all’università. L’impianto è unitario - ha aggiunto il ministro - poiché assicura strumenti culturali comuni che rendono reversibili le scelte tra i diversi percorsi in modo assistito da parte delle scuole».
 Per quanto riguarda gli organici, «fino al 2010-2011 restano confermati - spiega la Moratti - e l’avvio graduale di tutti i percorsi è dall’anno scolastico 2006-2007». Con il provvedimento appena approvato i licei dureranno 5 anni, saranno articolati in 2+2+1 (anni propedeutici alla prosecuzione degli studi) e terminano con un esame di Stato. E’ prevista la personalizzazione dei percorsi e la figura del tutor. Perché l’anno scolastico sia valido è necessaria la frequenza obbligatoria di 3/4 dell’orario annuale e viene valutata anche la condotta. Ai tradizionali Classico, Scientifico, Linguistico, Artistico (3 indirizzi: arti figurative; architettura, design, ambiente e audiovisivo, multimedia, scenografia) si aggiungono il liceo economico (2 indirizzi: economico aziendale e economico istituzionale); il liceo musicale-coreutico; il liceo tecnologico (8 indirizzi: meccanico; elettrico ed elettronico; informatico e comunicazione; chimico e materiali; produzioni biologiche e biotecnologie alimentari; costruzioni, ambiente e territorio; logistica e trasporti; tecnologie tessili e dell’abbigliamento) e il liceo delle scienze umane. Il decreto introduce anche la nascita di campus, che avranno il ruolo di raccordo tra i percorsi dei licei e quelli di istruzione e formazione professionale. «Anche in questo modo, oltre che con l’alternanza scuola-lavoro - assicura il Ministero - gli studenti avranno più opportunità di acquisire competenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro».
Per quanto riguarda invece la formazione professionale, il decreto stabilisce i livelli essenziali di prestazione. Orario minimo annuale di 990 ore annue (di cui 3/4 a frequenza obbligatoria) e percorsi sia triennali che quadriennali; profilo educativo, culturale e professionale comune al sistema dei licei e per l’accesso all’università è previsto un anno integrativo.
Dopo il preliminare ok di ieri, ora toccherà alla conferenza Stato-Regioni dare un parere e poi al Parlamento per l’approvazione. Il decreto approvato ieri, si aggiunge ai precedenti e completa il quadro delle norme attuative della legge. Tra le novità curriculari, nel quinto anno, l’insegnamento di una disciplina non linguistica sarà in lingua inglese; le ore obbligatorie settimanali di educazione fisica saranno due ed è prevista la possibilità di attribuire crediti formativi agli studenti che svolgano, anche fuori dalla scuola, attività sportive. Infine, l’informatica. Al termine del primo biennio dei licei gli studenti conseguiranno il «patentino informatico».
 
 
 
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Attualità
Più analfabeti a Nord, cervelloni a Sud 
Nel Mezzogiorno il tasso più alto di giovani già laureati a 23 anni
  ROMA. Se è vero che molti giovani al Sud non sanno nè leggere nè scrivere, è in percentuale il Nord ad ospitare il maggior numero di giovani analfabeti, mentre è al Sud che vivono i superlaureati italiani, quelli che hano concluso gli studi a tempo di record.
 E’ quanto emerge da una indagine condotta dal centro demoscopico «Cierre Ricerche» e basata su dati Istat. Quasi 43.000 giovani italiani sono analfabeti, su un totale di 782.342 di persone tra i 15 e i 34 anni, e sono concentrati soprattutto al Nord. In Trentino Alto Adige, che guida la classifica dell’analfabetismo in Italia, vivono 19 analfabeti su 100 rilevati. Seguono il Friuli Venezia Giulia con 13,2 giovani analfabeti, e poi la Lombardia con 12,6 unità e il Veneto con 11,7. Ultima della classifica, e quindi detentrice del dato più positivo, è la Basilicata con appena due giovani analfabeti su 100.
 Con un dato di poco peggiore ci sono la Calabria e il Molise con 3,1 giovani analfabeti e l Abruzzo (3,2).
 In termini assoluti, invece, sono tre le regioni in cui si concentra il maggior numero di analfabeti under 34: poco meno di uno su due vive in Campania, Sicilia e Umbria, dove sono stati rilevati complessivamente 19.684 giovani analfabeti su un totale nazionale di 42.869, pari, quindi, al 45,9 per cento. Sul versante opposto, i «cervelloni», quelli che oltre a saper leggere e scrivere, si inscrivono all’università a 19 anni e a 23 sono già laureato, sono solo 32.932 su un totale di circa 3,5 milioni di laureati.
 Sette regioni, la maggior parte meridionali, superano a media italiana dei superlaureati: a guidare la classifica dei «cervelloni» d’Italia è la Puglia che con 3.025 superlaureati su un totale complessivo di 203.770 laureati raggiunge un peso percentuale dell’1,48 per cento. A seguire altre quattro regioni del Sud: Campania (1,21%), Basilicata (1,18%), Calabria (1,14%) e Molise (1,02%). Per il Nord, le migliori sono la Lombardia con 5.710 cervelloni su 570.203 laureati pari all’ 1%, e il Veneto (0,99%). In termini assoluti, il maggior numero dei cervelloni risiede in Campania, Lombardia e Lazio: 13.271 superlaureati, pari al 40,3 per cento del totale di quelli rilevati in Italia.
 
 
 
9 – Corriere della Sera
Il modello Fondazione Politecnico
OBIETTIVO INNOVAZIONE
«Innovare per competere». Una formula magica, molto usata nell'attuale congiuntura. Certo, di fronte a una situazione stagnante e alla concorrenza sempre più pressante dei Paesi asiatici, il rilancio della nostra economia si gioca in larga parte sulla capacità di innovazione del nostro sistema produttivo. Occorre però che il processo di innovazione, perché possa dare frutti, sia sostenuto. Se vincere la sfida dell'innovazione significa vincere la sfida dello sviluppo, la scelta delle forze da mettere in campo rappresenta un passaggio decisivo. Incitare le aziende a darsi una scossa e a innovare i prodotti può essere stimolante, ma non basta. Le imprese, soprattutto le piccole e medie, spesso non hanno la forza per compiere da sole la svolta oggi necessaria. È quindi importante riuscire a fare sistema. Università, centri di ricerca, istituzioni, imprese, aziende finanziarie, devono mettere in sinergia le competenze migliori, assumendosi ognuno le proprie responsabilità. In particolare, ricerca e produzione, università e impresa non possono procedere su binari separati, devono operare in stretto rapporto.
Il mondo accademico e della ricerca può dare un contributo significativo, in alcuni casi determinante, ma ciò avverrà solo compiendo lo sforzo di comprendere i bisogni delle aziende, per poter orientare la ricerca di punta. Da parte loro, le imprese devono passare dalla denuncia delle difficoltà alla riassunzione della capacità di affrontare il rischio imprenditoriale, cogliendo l'importanza di investire in un processo serio di innovazione come reale occasione per incrementare produttività e competitività.
Non è utopia, questa strada si può percorrere anche in Italia. L'esperienza della Fondazione Politecnico di Milano, che in soli 2 anni di attività ha raggiunto l'insperato risultato di quasi 100 progetti impresa/università, dimostra che la formula può funzionare. La Fondazione ha lavorato con il Politecnico, con le aziende e le istituzioni che hanno contribuito alla sua nascita o che sono intervenute successivamente, con le imprese con le quali ha costruito progetti congiunti e concreti, con i docenti ed i ricercatori, autentico patrimonio di competenze qualificate. Sicuramente c'è stato il vantaggio di avere come riferimento un ateneo che per tradizione ha sempre ricercato il rapporto con il mondo della produzione, ma numerose altre università sono parte attiva e determinante dei progetti avviati.
Le difficoltà che la Fondazione ha incontrato, dai vincoli burocratici alla diffidenza di alcuni ambienti accademici, dalla scarsità di risorse alla fragilità del nostro sistema industriale, stimolano ad un impegno ancora maggiore per attivare un circuito virtuoso che si traduca in volano per lo sviluppo a beneficio dell'intero contesto in cui operiamo. 
 GIAMPIO BRACCHI*
* presidente Fondazione Politecnico
 
 10 – Corriere della Sera
Otto licei, 18 indirizzi: le nuove superiori
Via libera del governo al doppio percorso con l’istruzione professionale. Moratti: «Si chiude la riforma»
ROMA - «Con questo provvedimento - annuncia Letizia Moratti - si chiude la riforma della scuola». Il consiglio dei ministri ha approvato in prima lettura il decreto delle superiori, l’ultima tessera del puzzle della nuova scuola. Ora il testo andrà alla Conferenza Stato-Regioni e in Parlamento. Ma per lei, lo ha sottolineato due volte, il difficile lavoro avviato quattro anni fa è terminato. Nel decreto c’è il cuore della riforma. Il testo definisce nei dettagli il futuro assetto della scuola di competenza statale, i 18 indirizzi degli otto licei, che includono anche i tecnici. Per quanto riguarda la seconda gamba del sistema, la vera novità, un percorso di istruzione e formazione professionale regionale annunciato di pari dignità, il decreto dice soltanto quali sono i livelli essenziali che dovranno essere assicurati dalle istituzione formative. «Si tratta di un decreto ordinamentale, che non tocca i trasferimenti di competenze alle regioni», ha spiegato il ministro.


LE REGIONI - Questo pezzo di scuola è tutto da definire: indicazione delle risorse, programmi, personale, criteri di passaggio dalle scuole statali alle regionali e viceversa, le cosiddette passerelle. E il tempo stringe. Le nuove superiori dovrebbero partire dal 2006-07, una data mai smentita. Impensabile, secondo alcuni esperti, un avvio regolare, dal momento che le istituzioni scolastiche, soprattutto quelle del secondo ciclo, preparano l’anno almeno dieci mesi prima. Mancherebbe, insomma, per il prossimo gennaio, quando le famiglie dovranno decidere, un quadro completo dell’offerta formative nella parte dell’istruzione e formazione. C’è chi paventa spostamenti anomali di iscrizioni per mancanza di chiarezza.


I LICEI - « La riforma della secondaria mantiene la tradizione dei licei storici ma introduce anche una forte innovazione con licei più moderni: i licei economici, tecnologici, che vanno incontro alle esigenze di una società che cambia». Così il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti. Il numero delle ore e le discipline non hanno subito stravolgimenti. Resta aperta la discussione - potrebbe riaccendersi in Parlamento - sulla licealizzazione dei tecnici. Non è una novità. La riforma, però, riduce ancora un po’ lo spazio dei laboratori. Per dare una risposta alle esigenze delle aziende è stata introdotta la novità del «Campus», un centro polivalente nel quale confluiscono i percorsi dei licei tecnologici e dell’istruzione e formazione professionale regionale. Una soluzione organizzativa, ha spiegato il ministro Moratti, che «intensifica il raccordo con il mondo produttivo».


INGLESE E COMPUTER - Si punta ovunque a raggiungere un livello di padronanza dell’inglese più elevato rispetto all’attuale. Nel quinto anno una delle discipline non linguistiche avverrà
nella lingua veicolare per eccellenza. È anche prevista, tra gli insegnamenti obbligatori a scelta dello studente, una seconda lingua comunitaria. Novità anche per l’informatica: al termine dei primo biennio dei licei gli alunni conseguiranno un «patentino informatico».


COMMENTI - «Con il decreto sul secondo ciclo è stata finalmente completata la nuova architettura della scuola secondaria - dice il vicepresidente di Confindustria con delega all’education, Gianfelice Rocca -. Sarà necessario uno stretto collegamento con il territorio, anche attraverso i centri polivalenti per favorire una vera e consistente autonomia delle scuole e per facilitare il colloquio con le imprese. C’è ora da augurarsi che l’iter del decreto vada avanti speditamente». «Moratti ha fretta di chiudere, di salvarsi l’anima dicendo che la riforma scolastica è fatta», dichiara la senatrice della Margherita Albertina Soliani. «Il decreto è stato approvato nonostante l’evidente strappo istituzionale con il sistema delle Regioni - sostiene Andrea Ranieri, responsabile scuola Ds - e ciò pone in serio dubbio la stessa costituzionalità del provvedimento». «Una grande vittoria di An - sostiene il senatore Giuseppe Valditara - perché è stato salvaguardato il carattere nazionale dell’istruzione tecnica che rimane, dunque, nel circuito statale».

Giulio Benedetti
 
 
 

Questionario e social

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