martedì 19 luglio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 luglio 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

  
1 - L’Unione Sarda
Prima pagina
Riflessioni varie dietro la sesta candidatura a rettore del professor Mistretta
Pasqualino maraja in arrivo dalla prima Repubblica
di CELESTINO TABASSO
È una bella rogna di questi tempi essere uno dei professori dell'Università di Cagliari. A questi sventurati tocca decidere se modificare ancora una volta lo statuto e consentire a Pasquale Mistretta di restare rettore fino al 2009. Più correttamente: decideranno se lasciarlo candidare al sesto mandato. Ma è difficile che una volta in campo Mistretta fallisca la rielezione: «Dopo 15 anni in carica - riassume un docente - ti bocciano solo se sei un cretino o un disonesto, e non è il nostro caso. Il punto è che il potere genera consenso, per questo esistono le regole. O meglio: esisterebbero». Il Senato accademico le può cambiare e il rettore sta cercando uno per uno i 24 voti che gli servono. Intanto i docenti si macerano. Chi vota sì potrà sentirsi dire di aver stravolto le norme - patrimonio e garanzia di tutti - per saziare la bulimia di un signore che nel 2009 avrà 77 anni; che ha tradotto in migliaia di metri quadri la grandeur universitaria, facendo dell'accademia un'immensa immobiliare; che ha accentrato spasmodicamente competenze e leadership. Chi vota no può essere tacciato di aver strumentalmente brandito il vessillo delle regole per eliminare il candidato più forte; di aver liquidato un rettore che ha fatto crescere l'Università e l'ha mostrata alla politica come una potenza da rispettare e non come un fortino da assaltare o infiltrare; e infine di aver dato un dispiacere a Pasquale, che in questi 14 anni ha messo altrettanta cura nel coltivare le amicizie e nell'ignorare le inimicizie. Perché Mistretta - disinvolto senza arroganze, seduttivo ma non colluso - è l'ultimo big della Prima Repubblica. La Seconda, all'Università, deve decidere se nascere o prendersi tre anni di riflessione. Lo sapremo presto, e a quel punto si potrà parlare anche d'altro: di internazionalizzazione, di strategia del sapere, di ricerca, del ruolo di un ateneo al quale una regione densa di problemi guarda con aspettative enormi.
 
 
2 – L’Union e Sarda
Pagina 15 – Cagliari
Elezioni. La riconferma di Mistretta spacca il mondo accademico: e c'è un'incognita
Ateneo, il potere ombra degli studenti
Aula segreta per decidere sullo statuto: sette voti in gioco
Giornate difficili per l'Università, divisa in due fronti sulla modifica dello statuto. Passaggio decisivo per ricandidare il rettore Mistretta. Riuniti i consigli di facoltà di Medicina e di Ingegneria.
 La modifica dello statuto universitario per far ricandidare Pasquale Mistretta agita l'Università. Il fronte è spaccato in due: da una parte i mistrettiani, combattuti però nel dover modificare ancora una volta lo statuto universitario e quindi le regole democratiche. Dall'altra gli anti Mistretta, che puntano a un rinnovamento e a mettere fine al lungo governo di quattordici anni dell'urbanista. Ieri si sono riuniti i rappresentati degli studenti, e i consigli di facoltà di Ingegneria e Medicina. Niente di ufficiale, ma la tendenza sembra favorevole al rettore. Gli studentiChe il momento sia delicato, e che i sette voti dei rappresentanti degli studenti nel Senato accademico allargato (tre i gruppi, Università per gli studenti, Uniti e liberi, entrambi con tre componenti, e Studenti a sinistra, con uno) siano molto importanti, lo ha confermato l'incontro di ieri: riservato, in un posto diverso da quello previsto, e dal silenzio stampa di tutti i componenti. I gruppi insomma decideranno in maniera autonoma, anche se il Comitato degli studenti punta ad arrivare ancora a una posizione unica. Ognuno voterà comunque secondo coscienza. Se gran parte degli studenti è pro Mistretta (niente aumenti delle tasse, Università aperta a tutti, rappresentanze studentesche negli organismi universitari), c'è anche un regolamento da rispettare, e questo potrebbe essere un freno. I tre gruppi si riuniranno tra oggi e domani per dare un mandato ufficiale ai propri rappresentanti. FacoltàSempre ieri si sono riuniti i consigli di facoltà di Ingegneria e Medicina (la quale punta a trovare un suo candidato). In entrambi è intervenuto il rettore per spiegare, come aveva fatto alla stampa, i motivi che lo hanno portato a chiedere la modifica dello statuto. L'aria che tira sembra, pur con i pro e contro dei singoli, a favore della modifica. Ma nelle aule, nei corridoi, negli ambienti universitari, il disagio è notevole. La partita che si appresta a giocare il Senato accademico è tra la persona Pasquale Mistretta e il rispetto delle regole. Una partita che molti non vorrebbero disputare. Voto segretoL'ultima modifica di statuto era stata votata nel segreto delle urne. Un'ipotesi che questa volta potrebbe non ripetersi. Anche se il peso della decisione potrebbe portare a una richiesta di voto segreto: in questo modo le indicazioni (non vincolanti) arrivate dalle facoltà, dai gruppi studenteschi e dai colleghi, potrebbero essere disattese, per far esprimere la propria coscienza in libertà. E senza dover guardare in faccia il rettore. L'appuntamentoIl Senato allargato si riunirà giovedì, alle 9, nel centro orientamento in via Ospedale.
Matteo Vercelli


 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 26 – Oristano
Collegato al Politecnico
All'Itis l'unico corso in Sardegna di meccatronica
Laurearsi al Politecnico di Torino restando tra i banchi dell'Itis Othoca. Dal prossimo anno accademico una laurea di primo livello in ingegneria meccatronica sarà conseguibile anche ad Oristano. Unico in Sardegna e secondo in Italia dopo quello di Ivrea, il corso triennale tende a formare figure di tecnici esperti nella progettazione, installazione, manutenzione e gestione di apparecchiature e sistemi che integrano meccanica, elettronica ed informatica. «Abbiamo creduto in questo progetto che potrà dare nuove opportunità ai lavoratori, a giovani disoccupati e ai ragazzi freschi di diploma», spiega Angelo Mura, dirigente scolastico dell'Itis. Buone anche le opportunità di lavoro che apre questa facoltà che dà sbocchi soprattutto nelle aziende in cui è necessario controllare tutti i vari processi automatizzati. «Alla 3A di Arborea ad esempio figure simili sono richiestissime. Svolgono compiti precisi per cui il diploma di scuola superiore non è più sufficiente - continua il dirigente scolastico - è necessaria una preparazione di livello universitario». Gli studenti potranno frequentare il Politecnico con lezioni a distanza in videoconferenza tenute dai docenti istituzionali del corso. A ciò va aggiunto il lavoro a scuola: le lezioni frontali, le spiegazioni, le esercitazioni in laboratorio con i tutor "locali" che saranno gli stessi docenti che insegnano alle Industriali. Gli esami (quasi tutti scritti) si terranno ad Oristano, mentre la discussione della tesi si farà a Torino. Le lezioni si terranno dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20 «anche se non è previsto l'obbligo di frequenza - aggiunge Angelo Mura - Per poter partire abbiamo bisogno di almeno 54 iscritti». Nessuna selezione iniziale, solo qualche lezione propedeutica di matematica per affrontare un corso che può essere seguito da chiunque sia in possesso di un diploma quinquennale. Le tasse verranno stimate in base ai crediti che gli studenti inseriranno nel proprio piano di studi, ma oscilleranno da un minimo di mille 500 a un massimo di due mila 500 euro. «Precisiamo che il nostro corso non è un doppione di quello che si svolge a Scano Montiferro - sottolineano dall'Itis - Là fanno informatica, noi meccatronica che abbraccia anche l'elettronica e la meccanica». Al termine del triennio potrà essere conseguita la specializzazione in ingegneria robotica al Politecnico. Le lezioni dovrebbero iniziare a ottobre, i moduli di iscrizione possono essere ritirati già da oggi nell'ufficio della scuola. Il materiale audiovisivo per le lezioni sarà fornito dal Consorzio Nettuno, altro partner del progetto.
Valeria Pinna
 
 
4 – La Nuova Sardegna

Pagina 1 - Cagliari
Gli studenti stanno con Mistretta 
Voteranno sì alla modica dello statuto: «È una scelta strategica»
«Senza alternative è il meglio per la nostra battaglia» 
 CAGLIARI. Pasquale Mistretta piace agli studenti. Almeno fino a quando non ci sarà un’alternativa che guardi nella loro stessa direzione. Chi è in carica dal 1991, Pasquale Mistretta, sa come gestire il consenso e giovedì chiederà al Senato accademico allargato la modifica dello statuto e potrà così candidarsi per il quarto mandato consecutivo. Per restare seduto sul suo trono per altri tre anni Mistretta dovrà poi battere i suoi avversari nelle prossime elezioni. I nomi non sono definitivi, ma gli ipotetici candidati potrebbero già aver giocato male le proprie carte. A partire dal preside della facoltà di Scienze Politiche, Raffaele Paci, che punta a un’università di élite, introducendo il numero chiuso. Per Paci sarebbe necessario anche un aumento graduale delle tasse per migliorare i servizi a quei pochi studenti di “qualità”, che avranno accesso agli atenei cagliaritani. Per un altro eventuale candidato, Gaetano Di Chiara, preside della facoltà di Farmacia, bisognerebbe ridurre il numero dei rappresentanti degli studenti negli organi collegiali. La contromossa la sta preparando il consiglio degli studenti in silenzio stampa fino a mercoledì, vigilia del voto in cui Mistretta conoscerà le proprie sorti. Lavorano alla stesura di un documento di modifica dello statuto che permetta agli studenti di pesare di più nel senato accademico. Vorrebbero anche che il voto fosse allargato agli specializzandi in Medicina, fin’ora esclusi. Soprattutto utilizzeranno tutto il loro peso per impedire la blindatura alle facoltà con l’inserimento del numero chiuso. Questo comunque non condizionerà il voto di giovedì sulla rieleggibilità di Pasquale Mistretta. I sette studenti del senato accademico allargato potrebbero essere l’ago della bilancia in un quadro ancora incerto, ma che sta raggiungendo un suo equilibrio. «Mistretta chiede che questo voto sia un referendum sul suo mandato - dice Gianluigi Piras, rappresentante di Studenti Universitari e presidente del Consiglio degli studenti - ma per noi resterà slegato dal giudizio sul rettore». A prescindere da ciò che si discuterà mercoledì i voti dei rappresentanti degli studenti non saranno affatto vincolati. Le bocche cucite non lasciano quindi trapelare cosa avverrà nei prossimi giorni. Sicuramente gli studenti sono contrari a un cambio dello statuto in corso d’opera, ma non è difficile ipotizzare che l’unico scoglio a cui appoggiarsi per far passare le loro idee sia la rielezione di Mistretta. Nel frattempo nell’ateneo non si parla solo di statuti e di mandati. Il Consiglio degli studenti ha bocciato nell’ultima seduta la proposta di Banca Intesa di concedere “prestiti d’onore” agli universitari. «Contestiamo i tassi d’interesse proposti dalla Banca e i limiti temporali da rispettare per restituire i soldi - dice Piras - Non agevolerebbero quei ragazzi che hanno situazioni economiche svantaggiate. Siamo contrari anche all’esclusiva di due anni richiesta da Banca Intesa. Impedirebbe all’Università di chiudere convenzioni con altri istituti di credito». (cp)

 
 
 
5 – La Nuova Sardegna

Pagina 15 - Fatto del giorno
Il ruolo delle due università e della Regione 
Un nuovo patto sociale su ricerca e conoscenza
«Società della conoscenza, l’isola tra gli ultimi». Intitolava così un articolo sulla Nuova Sardegna di qualche giorno fa. Si è entrati nelle società della conoscenza, concetto che ben si accosta al binomio ricerca e sviluppo. Strumenti formidabili e indispensabili per indirizzare e governare il cambiamento nell’era post-industriale. Investire in ricerca e in formazione non soltanto è obbligo istituzionale e morale della Regione ma è la condizione irrinunciabile per avviare lo sviluppo.
 Recuperare il gap di conoscenza significa innanzi tutto comprenderne il processo, la società attuale con le mutazioni in atto. La Regione deve dotarsi degli strumenti per promuovere lo sviluppo moderno e non sussidiario del proprio territorio. Serve pertanto un’innovazione duratura, produttiva e non casuale delle strutture regionali, del loro modo di lavorare, dell’organizzazione della conoscenza, della produzione culturale, della loro mentalità.
 Serve un’innovazione che tenga conto della realtà dei giovani in formazione nelle scuole ed università, per prepararli ad un «dopo» che spesso non c’è o che c’è solo per pochi, magari in realtà diverse da quelle per le quali sono stati formati. L’innovazione riguarda tutto, la comunicazione, la pubblica amministrazione, l’informazione, la trasparenza, lo snellimento burocratico. Conoscenza, innovazione, ricerca e cultura dunque rappresentano la chiave di volta dello sviluppo. Qualunque investimento deve tenere presente questi obiettivi. Le enunciazioni di principio e di buona volontà da sole non bastano: occorre una seria domanda d’innovazione da parte delle imprese sarde.
 La Regione ha gli strumenti per stimolare questa domanda? Infatti, l’imprenditoria sarda non ama rischiare e preferisce realizzare una rendita immediata piuttosto che investimenti redditizi nel lungo termine. Non investe in ricerca perché la considera non redditizia o perché semplicemente non ne conosce le potenzialità. Non fa brevetti perché preferisce comprarli. E tutto questo è alla base della crisi economica, della ricerca e dello sviluppo non solo della Sardegna ma dell’intero paese.
 L’Italia investe in ricerca soltanto l’1% del Pil, contro il 3% della media Europea. Un misero 0.01 % del totale speso per la ricerca di base, è finanziato dalle imprese. Tuttavia all’auspicata domanda d’innovazione delle imprese occorre rispondere con un’offerta d’innovazione. E su questo la Regione Sardegna deve utilizzare al meglio le proprie potenzialità che non sono poche.
 Le università sarde, leggasi le due università di Cagliari e di Sassari, di pari dignità e ambedue meritevoli di considerazione (niente campanile: nella riunione cui fa riferimento l’articolo sulla Nuova Sardegna, Cagliari era rappresentata, Sassari no), e i centri di ricerca regionali necessariamente debbono essere coinvolti nel produrre innovazione e conoscenza.
 La conoscenza come risorsa dunque. Questo compito, peraltro, non può prescindere dalla necessità di far agire in maniera coordinata università, centri di ricerca, imprese e sistema creditizio. Un soggetto, che avesse la pretesa d’essere l’unico strumento di questa mediazione, sarebbe destinato al fallimento. Un network della conoscenza sembrerebbe essere l’imperativo.
 Un nuovo patto sociale, dunque, fondato sulla crescita della conoscenza, della ricerca, della formazione, come orizzonte per tenere insieme le ragioni dello sviluppo, della competitività economica e della emancipazione sociale. Ragioni, cioè, in cui la Regione Sardegna assume il ruolo di regista propositivo e lungimirante, indicando le opportunità e i vincoli attraverso cui il sistema ricerca e l’Alta Formazione coopera per far diventare la conoscenza strumento vero dello sviluppo territoriale.
presidente della Commissione ricerca Università di Sassari

 
 
 
6 -  La Nuova Sardegna

Pagina 15 - Fatto del giorno
Innovazione, una rincorsa difficile 
La Sardegna può recuperare il ritardo solo investendo sugli scienziati
GIUSEPPE PULINA
Ho letto con grande interesse il resoconto sul convegno organizzato dai Ds sulle prospettive della Sardegna nella società della conoscenza. La Sardegna é in ritardo rispetto all’Italia, la quale é in ritardo rispetto all’Ue, a sua volta in ritardo rispetto ai paesi sviluppati occidentali che stanno perdendo rapidamente terreno rispetto al sistema asiatico. Vediamo rapidamente questi passaggi. La società della conoscenza si basa sulla creazione di nuove conoscenze scientifiche (Ricerca) e sullo Sviluppo di nuove tecnologie (R&S). La crescente preoccupazione per la perdita di competitività verso Usa e Giappone generata dalla carenza di investimenti nel settore della R&S, ha portato l’Ue a centrare l’attenzione sullo sviluppo di strumenti in grado di invertire la rotta. Infatti è stato fissato l’obiettivo del 3% del Pil destinato agli investimenti in R&S entro il 2010, i 2/3 dei quali dovranno provenire dai privati.
 Purtroppo, la ricerca è diventata molto costosa a causa di una aumentata complessità: in 20 anni il costo di sviluppo di un farmaco si è duplicato, quello di un componente microelettronico si è decuplicato. Per questo motivo, la politica industriale europea nei settori ad alta competitività quali informazione e telecomunicazioni, biotecnologie e nanotecnologie, aereonautica e tecnologie all’idrogeno, ha bisogno di uno sforzo integrato per raggiungere una massa critica e del rafforzamento delle eccellenze presenti sul continente.
 Con un rapporto sul Pil di poco superiore all’1,1%, la spesa in R&S in Italia, fra le ultime nei paesi Oecd, é rimasta sostanzialmente invariata negli ultimi 10 anni. Quella di alcuni competitori diretti, invece, é aumentata come nel caso di Svezia e Spagna oppure, seppur riducendosi come nel Regno Unito, é rimasta comunque su valori quasi doppi rispetto a quelli italiani. Gli scarsi investimenti hanno prodotto una insufficiente capacità di innovazione, come dimostrato dall’esiguo numero di brevetti di origine italiana (circa 100 per milione di abitanti) rispetto all’Ue15 (circa 220), agli Usa e al Giappone (circa 450 ciascuno).
 Maggiori investimenti in R&S in effetti sono in grado di generale un superiore numero di brevetti e una migliore posizione commerciale nel campo delle tecnologie innovative: infatti, per ogni +1% di investimenti in R&S sul Pil si generano 158 brevetti /milione abitanti in più e il contributo all’export di hi-tech aumenta del 6,5%.
 L’aspetto più preoccupante é l’incidenza delle fonti di finanziamento: la spesa pubblica in ricerca sul Pil in Italia é dello 0,57% contro lo 0,68% della media dell’Ocse. Ciò significa che il nostro Paese é quasi allineato con gli altri competitori in termini di impegno pubblico per la ricerca, ma che ne é fortemente distante in termini di finanziamenti privati (0,6% vs 1,6%). A questo squilibrio si aggiunga il fatto che nei paesi Oecd circa il 70% del reddito di nuova creazione deriva dai servizi, per i quali si investe in R&S soltanto lo 0,4% del Pil (0,2% in Italia). Ne consegue che il settore a maggiore sviluppo é fortemente sottofinanziato in termini di innovazione e che il contributo dei privati a questo segmento é praticamente assente.
 E la Sardegna? La spesa annuale per R&S nella nostra isola é di gran lunga inferiore a quella media dell’Italia, sia per abitante (111 vs 242) che per ricercatore (65.000 vs 84.000). Se si considera la relazione fra la spesa per ricercatore e la composizione della spesa stessa, nei termini del contributo del settore pubblico, si evince che al crescere degli investimenti per ricercatore di 1000, il contributo del settore privato aumenta dell’1,4%: quando si registra una minore spesa in innovazione, questa é a carico quasi esclusivo della pubblica amministrazione. La Sardegna é il fanalino di coda in quanto il contributo dei privati al finanziamento della R&S nell’Isola é praticamente assente.
 Se si passa infine a considerare l’incidenza della spesa in R&S degli attori in campo, si vede che, a fronte di una media italiana del 32,6%, in Sardegna circa il 75% degli investimenti sono veicolati dalle università (in Piemonte solo il 14%). In definitiva, la R&S in Sardegna, rispetto all’Italia (e all’Ue) si presenta sottofinanziata sia per abitante che per ricercatore, basata quasi esclusivamente su risorse pubbliche e dominata dalla ricerca universitaria. Ma se le università sarde sono impegnate nello sforzo di aumentare la propria produttività in termini di laureati (anche in questo campo vantiamo la maglia nera in Italia) come possono nel contempo aumentare consistentemente lo sforzo nella ricerca? Il nodo si risolve aumentando gli scienziati attivi, sia all’interno dell’università, che e soprattutto nel mondo della produzione. La chiave di volta sono i dottorati di ricerca, che andrebbero fortemente sostenuti nella loro attuazione e in particolare nella collocazione nelle imprese dei dottori di ricerca. Soltanto dal trasferimento diretto della conoscenza dal mondo della ricerca a quello dell’impresa la Sardegna può trovare una ricollocazione competitiva nell’attuale scenario internazionale. In tal modo, il sistema R&S della Sardegna può rapidamente adeguarsi agli standard internazionali, utilizzare le risorse europee per migliorare la posizione in termini di finanziamenti privati, recuperare il gap di finanziamenti per abitante e riequilibrare la partecipazione fra le componenti pubbliche e privata. Costruire in Sardegna una via globale della ricerca significa ricercare una via per la Sardegna nel mondo.
  direttore Dipartimento scienze zootecniche Sassari

 
 
7 – La Nuova Sardegna

Pagina 3 - Nuoro
Obiettivo comune: il raddoppio degli universitari 
Vertice Zidda-Deriu sull’ateneo Borse per i figli dei cassintegrati
NINO BANDINU
NUORO. Scoppia la pace tra Zidda e Deriu. Ateneo nuorese al centro dell’agenda estiva. Obiettivo prioritario: il raddoppio delle popolazione universitaria con il passaggio da 1500 a 3000 studenti. E’ questo il risultato che è emerso dalla riunione che si è tenuta ieri tra il sindaco di Nuoro e il presidente della Provincia. Borse di studio per studenti figli di cassintegrati.
 Rilancio dell’università nuorese al centro di un vertice a due tra giunta provinciale giunta comunale di Nuoro. Un incontro voluto dal presidente della Provincia Roberto Deriu e dal sindaco della città capoluogo Mario Zidda per discutere dello sviluppo futuro e del ruolo della “capitale” dentro un “progetto di più ampia portata” così come è stato definito, e che veda i due enti impegnati in una programmazione che “superi i confini dell’ordinaria amministrazione”. Per quanto riguarda il problema università si è trattato di un primo incontro, al quale ne seguiranno altri di taglio tematico, con l’obiettivo complessivo di sviluppare una serie di proposte e idee che siano base di discussione e approfondimento più ampio e dettagliato nei consigli provinciale e comunale. Università, sviluppo economico, trasporti, finanze, e trasformazione urbana sono solo alcuni degli argomenti trattati e oggetto di numerosi interventi. Ma sull’ateneo barbaricino le due Deriu e Zidda hanno concordato di porsi come obiettivo prioritario il raddoppio della popolazione universitaria.
 Un obiettivo fondamentale questo, secondo il presidente della Provincia, secondo il quale il raddoppio degli studenti determinerà «non solo un rilancio culturale dell’Università, ma anche una risposta allo spopolamento delle zone interne». Secondo il Presidente è necessaria inoltre attuare una trasformazione urbana del territorio. «Questa Provincia - ha detto - vuole avere un capoluogo che distribuisce servizi di un certo livello e per conseguire questo obiettivo dobbiamo attrezzarci tutti per trasformare la città, dobbiamo saper osare».
 Zidda e Deriu hanno anche sottolineato la necessità di coinvolgere la giunta regionale sarda. «Se non c’è il supporto di politiche regionali convergenti verso uno sviluppo condiviso tutto rimane lettera morta» ha aggiunto Mario Zidda che si è soffermato a lungo sull’università ponendo l’accento anche sul rapporto con “Polaris” come centro di ricerca innovativa.
 Intanto ieri mattina la giunta provinciale ha istituito delle borse di studio per universitari figli di operai cassintegrati o in mobilità.

 
8 – La Nuova Sardegna

Pagina 1 - Oristano
Costruire robot, il futuro è già qui 
Accordo tra l’Othoca e il politecnico Torino per la laurea in meccatronica
ORISTANO. L’obiettivo è arrivare a 54 iscritti. Raggiunta questa quota, da settembre si portà partire con le lezioni del corso propedeutico di matematica. Nasce a Oristano il corso di laurea in ingegneria meccatronica. L’iniziativa si presenta come una novità interessante, considerato che si tratta del secondo corso, dopo quello di Ivrea, istituito in Italia.
 L’istituto tecnico industriale “Othoca” ha stretto un’accordo con il Politecnico di Torino e il Consorzio Nettuno per consentire anche agli studenti sardi di laurearsi a distanza in una materia che ha sbocchi occupazionali nell’industria moderna. La prestigiosa università torinese, dopo il corso di laurea in Informatica di Scano Montiferro, rafforza così, proprio attraverso i corsi a distanza, il rapporto con il territorio dell’Oristanese.
 Tre anni di studi (è una laurea di primo livello che comunque, oltre a consentire l’iscrizione all’Ordine degli ingegneri, apre le porte a chi, continuando gli studi, diverrà ingegnere robotico) con l’obiettivo di trovare chances occupazionali come tecnico esperto in progettazione, installazione, manutenzione e gestione di apparecchiature e sistemi con elevata integrazione tra le parti meccaniche, elettroniche e informatiche. «La risposta italiana alla concorrenza cinese», l’ha presentata ieri mattina il dirigente scolastico dell’Othoca, Angelo Mura, nel corso della conferenza stampa di presentazione. «Solo attraverso una produzione basata sull’elevata tecnologia e con la riduzione della manodopera, infatti, l’industria italiana riuscirà a tener testa alla concorrenza dei paesi asiatici. Insomma, una grande scommessa».
 Le iscrizioni sono libere, con costi che vanno da un minimo di 1.500 euro ad un massimo di 2.500, in base ai crediti scolastici. «È un corso di laurea rivolto soprattutto a studenti lavoratori», ha detto ancora il professor Mura, spiegando come le lezioni si terranno alla sera (dalle 16 alle 20), in video-tele conferenza, e, con il sostegno di tutor, tutti docenti dell’Othoca, nei laboratori dell’istituto tecnico cittadino. Sì, l’istituto tecnico svolgerà un ruolo primario, mettendo a disposizione un notevole patrimonio, comprese le strutture tecniche, i laboratori appunto, dotati di attrezzature moderne e sofisticate, tali proprio da consentire agli studenti di poter svolgere al meglio le lezioni pratiche. Gli esami, quasi tutti scritti, si svolgeranno a Oristano, tranne quello di laurea, che ovviamente si sosterrà a Torino.
Michela Cuccu

 
 
 
09– Il Messaggero
LAZIO
MODIFICHE ALLA LEGGE 25 
 Borse di studio universitarie, mense e alloggi:
l’Agenzia per gli studi sarà commissariata 
di ALESSANDRA MIGLIOZZI
Modificare la legge 25 del 2003 in materia di diritto allo studio universitario: è l'obiettivo che l'assessore regionale alla Formazione Silvia Costa vorrebbe raggiungere entro il prossimo gennaio. Nel frattempo, però, sarà necessario commissariare temporaneamente (si parla di 6 mesi) l'Agenzia per il diritto agli studi universitari del Lazio (composta da Laziodisu centrale e territoriali, sei strutture) ed il consorzio Pegaso (gestore degli alloggi universitari). La delibera con la proposta dell'assessore arriverà in Giunta questa mattina e gli studenti già preannunciano una protesta davanti alla Regione. Se il testo passerà, il presidente Marrazzo potrà nominare i commissari.
«La legge 25 - spiega Costa - ha fatto confluire troppe competenze nel Laziodisu centrale creando una concentrazione di compiti in questo organo. Le agenzie territoriali (Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Cassino e Viterbo) sono esautorate e non dispongono di un budget proprio per rispondere alle esigenze specifiche degli atenei. La situazione va cambiata». In attesa della nuova normativa, sette commissari lavoreranno per garantire comunque i servizi (borse di studio, mense, alloggi) agli studenti. Per la modifica della legge 25 l'assessore lavorerà insieme a due membri della Conferenza dei Rettori del Lazio e a due rappresentanti degli studenti. Gli universitari, però, sono critici. «E' un atto forte, si potevano prorogare i rappresentanti attuali - dice Matteo Morelli, nel Cda del Laziodisu - Gli studenti ora avranno solo un ruolo consultivo». «I ragazzi lavoreranno insieme ai commissari», assicura Costa che stamattina parlerà anche di aumento delle borse di studio e di nuovi alloggi: le Regioni hanno ottenuto una proroga per gestire le gare d'appalto entro il 30 settembre. «Il commissario di Pegaso - spiega Costa - dovrà garantire il successo dell'operazione: nel Lazio sono previsti oltre 3.200 alloggi». Con una seconda delibera l'assessore chiederà anche il finanziamento per il funzionamento di Laziodisu (38.234.000 euro) e di Pegaso (un milione).
 
 
11 – Il Messaggero

Università, a Firenze si iscrivono 73 cinesi 

FIRENZE - Sulla formazione nessuno parla di dazi, sul sapere la Vecchia Europa riscuote ancora un grande interesse e così, mentre la loro economia sta travolgendo tutto, 73 matricole universitarie cinesi hanno fatto pervenire all'Università di Firenze la preiscrizione per l'anno accademico 2005-2006. E molte di loro hanno scelto Firenze proprio per studiare economia. La richiesta è stata trasmessa in questi giorni all'Ateneo dall'ambasciata italiana a Pechino. L'interesse da parte dei giovani asiatiaci per il sistema di formazione superiore italiano è il frutto dell'accordo siglato nei giorni scorsi nella capitale cinese dal ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, con il suo omologo cinese Zhou Ji. Bellezze artistiche a parte, per le matricole la scelta di Firenze può essere stata determinata dalla vicinanza della comunità cinese più grande in Italia, che si è insediata a Prato.
 
12 – La Sicilia
ricerca&sviluppo
Aperti bandi UE per le università
Sono aperti i bandi di finanziamento di progetti scientifici indetti dall'Ue che offrono opportunità alle facoltà universitarie per portare avanti progetti innovativi e di pubblico interesse. L'invito ai ricercatori e professori delle varie facoltà proviene dall'Unità Operativa Progetti Comunitari (ex Ufficio Agenda 2000) dell'Università di Palermo.
Quelle in scadenza sono tutte iniziative che rientrano nel VI Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico per l'occupazione al Sud. In risalto soprattutto il progetto internazionale «Marie Curie», che si pone l'obiettivo di formazione alla ricerca, con scadenza il 28 settembre; ma anche i progetti di studio sui nuovi materiali basati sulle nanotecnologie, indirizzati alle facoltà di Ingegneria, Economia, Scienze ed Architettura, con scadenza il 15 settembre, e il progetto «Donne e scienza», le cui domande si possono presentare entro il 25 ottobre.
L'Unità ha anche ottenuto 4 milioni di euro per finanziare due progetti volti all'acquisto di attrezzature scientifico-informatiche: uno ha consentito di realizzare un laboratorio universitario multimediale presso Villa Cutò, a Bagheria, usato principalmente dalla Facoltà di Lettere e diretto dal prof. Tommasino, l'altro permetterà di sviluppare progetti di e-learning vantaggiosi non solo per il polo universitario di Palermo, ma anche per tutti quelli dell'Isola.
Sono poi da segnalare i progetti di studio sulle conseguenze del software a sorgente aperta impiegato negli enti pubblici, con scadenza il 29 luglio, o i progetti sulle tecnologie all'idrogeno e di conversione delle biomasse per la generazione dell'energia, con scadenza il 10 gennaio 2006. Il programma Life contempla tre iniziative: i progetti Life-Natura e Life Ambiente (30 settembre), Life-Paesi terzi (31 ottobre) e Life-Ambiente progetti preparatori (30 novembre), i cui dettagli sono consultabili sul sito Europa.eu.int . Merita particolare attenzione il programma «Cervelli: mobilità di esperti italiani e stranieri impegnati all'estero», un bando sempre aperto la cui prossima scadenza è il 31 luglio.
Per informazioni contattare la responsabile dell'U.O. Progetti comunitari, Wanda Tasquier, tel. 091/6165672, fax 091/6169411, e-mail agenda2000@unipa.it. Consultare www.ateneonline-aol.it
 
13 – La Sicilia
Università: i bandi per medicina, scienze, architettura, ingegneria, farmacia e scienze politiche
Corsi di laurea a numero chiuso, «vademecum» per i test d'ingresso
Numero chiuso, parte la lunga corsa estiva. L'Università di Catania ha pubblicato su Internet i bandi di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato. Ecco l'elenco completo dei bandi suddivisi per facoltà, con i singoli corsi di laurea, il numero di posti, le eventuali sedi, la data della scadenza di presentazioni delle domande per il test d'ammissione e quella delle prove stesse.
MEDICINA E CHIRURGIA
Per il corso di laurea in Medicina e chirurgia, 283 posti (231 per il polo didattico di Catania, 52 per il polo di Ragusa), scadenza 22 agosto, prove il 6 settembre al dipartimento di Matematica (Città universitaria); corso di laurea in Professioni sanitarie, 331 posti, scadenza 23 agosto, prove 8 settembre (dipartimento di Matematica, Cittadella universitaria).
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di laurea in Chimica Biomolecolare, scadenza 31 luglio, prove 27 settembre (dipartimento di Scienze chimiche, Cittadella); Informatica applicata (sede di Comiso), 107 posti, scadenza 23 agosto, prove 2 settembre; Scienze biologiche, 257 posti, scadenza 19 agosto, prove 5 settembre (dipartimento di Matematica e informatica, Cittadella).
ARCHITETTURA
Corso di laurea specialistica in Architettura (105 posti) e corso triennale in Scienza dell'architettura e dell'ingegneria edile (100 posti): scadenza 23 agosto, entrambe le prove si svolgeranno il 2 settembre, all'Istituto tecnico commerciale «Rizza» (via Armando Diaz, Siracusa).
INGEGNERIA
Per il corso di laurea specialistica in Ingegneria edile-architettura (101), scadenza 23 agosto, prove il 2 settembre al dipartimento di Architettura e urbanistica della Cittadella.
FARMACIA
Corso di laurea triennale in Informazione scientifica sul farmaco (40 posti più 2 per studenti stranieri), scadenza 7 settembre, prova di ammissione il 14 settembre.
SCIENZE POLITICHE
Corso di laurea triennale in Scienze del servizio sociale (50 posti più 10 per extracomunitari), scadenza 1° settembre, prove 9 settembre; corso di laurea specialistica in Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali (70, più 15 extracomunitari), scadenza domande 1° settembre, prove 12 settembre.
Tra i corsi triennali mancano all'appello Scienze motorie (interfacoltà Medicina e Scienza della formazione) e Scienze erboristiche (Farmacia); in attesa di pubblicazione anche tutti i bandi delle lauree specialistiche biennali che prevedono prove d'ingresso.
Per partecipare alle selezioni bisogna prenotarsi on line tramite il portale studenti (www.unict.it), registrando i propri dati. I bandi e le domande di partecipazione sono disponibili sul sito dell'Airp (www.unict.it/airp), nella sezione "bandi facoltà a numero programmato". Bisogna quindi versare una tassa di 25,82 euro in un qualsiasi sportello del Monte dei Paschi di Siena. Con un'avvertenza: tra la registrazione on line e il pagamento in banca devono trascorrere almeno 3 ore. La ricevuta del versamento e i moduli dovranno essere presentati (o inviati tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, indicando sulla busta il corso scelto) alla segreteria studenti della facoltà di riferimento, che rilascerà l'attestazione per la partecipazione alle prove.
Ma. B.
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie