Venerdì 22 luglio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 luglio 2005
UFFICIO STAMPA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

  
1 - L’UNIONE SARDA
Pagina 19 – Cronaca di Cagliari
L’Università dà il via libera a Mistretta
Senato accademico. Approvata con 27 sì la modifica dello statuto d’Ateneo
Ora potrà presentarsi per il sesto mandato consecutivo
Il Senato accademico approva la modifica dello statuto universitario: 27 voti favorevoli, 12 contrari, 6 astenuti. Mistretta potrà ricandidarsi.
Pasquale Mistretta potrà candidarsi nuovamente alla carica di rettore. La modifica dello Statuto universitario, al comma 2 dell’articolo 12, chiesta dallo stesso numero uno dell’Università di Cagliari, è passata ieri nella seduta di Senato accademico allargato con 27 voti favorevoli, 12 contrari e 6 astensioni (tra questi Mistretta). La variazione riguarda il numero massimo di mandati consecutivi per il rettore: da due si passa a tre. Un dettaglio non da poco: il magnifico rettore l’anno prossimo potrà ripresentarsi alle elezioni e puntare al suo sesto mandato (grazie a una precedente variazione di Statuto) consecutivo. Per un totale di diciotto anni di regno nell’Ateneo.
La votazione
Dopo tre ore di dibattito nell’anfiteatro del centro di orientamento universitario, in via Ospedale, i 45 senatori (unico assente il ricercatore Mauro Pala) hanno dato il loro responso, con voto palese. Contrari alla modifica tre presidi (Di Chiara, Paci e Sitzia), quattro rappresentanti delle aree scientifiche (Oppo, Lavinio, Del Flacco e Scateni), e uno rispettivamente degli studenti (Demontis), dei docenti (Ortu), dei ricercatori (Satta), e degli amministrativi (Zedda). Astenuti, oltre al rettore, il preside di Economia, Roberto Malavasi, due ricercatori (De Matteis e Floris) e due docenti (Raga e Viana). Compatto il sì da parte di Ingegneria e Medicina, ma alla fine sono stati determinanti i voti di sei (su sette) rappresentanti degli studenti. Una conferma dell’appoggio al programma del rettore.
La mattinata
Aperta la seduta verso le 9,20, il primo scoglio che il rettore ha dovuto superare è stata una richiesta di rinvio dei lavori. Richiesta arrivata da quattro presidi (Sitzia, Paci, Di Chiara e Malavasi), appoggiati da alcuni docenti. Motivo: discutere il progetto di governo universitario (introduzione delle figure dei Pro rettori e della Giunta d’ateneo). Proposta respinta (14 sì, in pratica chi alla fine voterà contro e qualche astenuto). Un segnale che la soglia dei 24 voti, necessari per la modifica dello Statuto, sarebbe stata alla portata del rettore. Verso le 11,30 qualche preside esce a fumare una sigaretta e a telefonare, seguito da alcuni studenti e docenti. Un intervallo in attesa della conclusione degli interventi. Ma a quel punto la partita è già segnata. Il fronte pro Mistretta vince. Leggermente al di sotto delle previsioni (si parlava di 28-32 voti favorevoli). Chissà che la dichiarazione del rettore, subito dopo, («Potrei anche non candidarmi»), sia figlia di una votazione che non lo ha convinto del tutto.
Matteo Vercelli
 
2 - L’UNIONE SARDA
Pagina 19 – Cronaca di Cagliari
IL RETTORE
“Potrei non ricandidarmi”
Dopo la vittoria, che lui stesso definisce «sofferta», Pasquale Mistretta sorprende tutti: «Non c’è alcun collegamento tra il risultato del voto e la mia candidatura. Anzi farò di tutto per dialogare con facoltà, studenti e ricercatori per verificare la possibilità di sostenere un candidato serio. Nei prossimi mesi valuterò attentamente, e senza alcun rimpianto, l’ipotesi di non presentarmi alle prossime elezioni». Provocazione o tattica preelettorale? Al termine della votazione, il rettore non nasconde che l’esito è stato sofferto: «C’è stato un dibattito politico - spiega - con il voto contrario del rappresentante del Collettivo degli studenti e di quelli della Cgil. Pieno rispetto per le opinioni altrui. Il resto era noto, con Economia, Farmacia, Giurisprudenza e Scienze Politiche, contrarie alla modifica. È stato decisivo l’appoggio degli studenti. Non nascondo che si è trattato di una votazione sofferta sul piano numerico. Io per ovvie ragioni, mi sono astenuto». Sul futuro, suo e dell’Ateneo, il magnifico chiede tempo: «Non sto ancora pensando a cosa potrà accadere - evidenzia Mistretta - Il percorso che poterà alle elezioni dell’anno prossimo è lungo». Un’arma vincente nella vittoria del rettore è stato il progetto di decentramento del governo universitario, con l’introduzione delle figure dei Pro rettori e della Giunta d’ateneo.
(m. v.)
 
3 - L’UNIONE SARDA
Pagina 19 – Cronaca di Cagliari
Reazioni. Paci:”Sbagliato cambiare le regole”. Crnjar: “Ora la governance”
Tutti d’accordo: serve subito una riforma
Roberto Crnjar, Scienze:
Sì «Come preside di una facoltà che si potrebbe dividere in due preferisco appoggiare, per ora, un programma conosciuto. Adesso spetta al rettore attuare la governance: in caso contrario questo potrebbe trasformarsi in una tomba elettorale».
Gaetano Di Chiara, Farmacia:
No«Siamo stati un’opposizione forte, che lo stesso rettore forse non si aspettava».
Francesco Sitzia, Giurisprudenza:
No«Sono per il rispetto delle regole, non potevo agire diversamente».
Raffaele Paci, Scienze Politiche:
No«Credo sia sbagliato cambiare continuamente le regole delle istituzioni. Si è prodotto uno strappo: chiunque governi per 15 anni parte in vantaggio in una competizione elettorale. Questo ragionamento va oltre la persona in questione».
Cristina Lavinio, area scientifica:
No«Non penso che in una logica dell’alternanza si possa tenere una carica così a lungo».
Lista università per gli studenti:
Sì«Abbiamo votato a favore, ma questo non significa che appoggeremo automaticamente Mistretta. Auspichiamo nuove candidature, e saremo per i programmi che non toccheranno le tasse e che garantiscano la rappresentanza studentesca».
Lista Uniti e liberi: Sì «La possibilità che Mistretta diventi ancora rettore è mirata alla sua politica per gli studenti: tasse bloccate, dialogo e un’università nel territorio».
Francesco raga, docente: Astenuto«Avrei preferito che si fosse discusso anche del progetto di "governance". Così non si capisce se il Senato è d’accordo».
(m.v.)
 
 
4 - L’UNIONE SARDA
Pagina 17 – Lettere & opinioni
Bello e impossibile
Il Policlinico universitario
Sono ormai due mesi che tento di mettermi in contatto con il Centro unico di prenotazione del Policlinico universitario di Monserrato. È come se stessi tentando di prendere la linea a un quiz televisivo. Con la differenza che qui il telefono squilla a vuoto. L’Ufficio relazioni col pubblico mi ha gentilmente spiegato che c’è una sola impiegata, la quale non riesce ad assolvere tutte le richieste. Non è il primo disservizio del Policlinico. È inutile avere divanetti blu e televisore in camera quando poi il servizio non è fruibile per assenza di impiegati, o se negli ambulatori non ci sono infermieri per ascoltare le persone che chiedono aiuto. Come si fa a dire che non ci sono i soldi per il personale, quando poi vediamo pluriripetizioni di cattedre, con rispettivi responsabili, per un utenza ristretta? Che ne pensa l’assessore regionale alla Sanità Nerina Dirindin? Non sarebbe meglio razionalizzare le spese ai vertici e ridistribuire i soldi laddove ci sia più necessità per fornire un servizio decente a persone che si rivolgono ai medici non per passatempo? Il rettore è troppo impegnato nella ricandidatura e ha perso di vista i veri problemi da affrontare?
Christian Cubani, Cagliari
 
5 - L’UNIONE SARDA
Pagina 17 – Lettere & opinioni
Neurochirurgia al Brotzu / 1
Attese più brevi: c’è chi rinuncia?
La mia lettera di saluti ed auguri al dottor Giampietro Pinna ("Il neurochirurgo sardo se ne va / Nessuno cerca di fermarlo" del 25 giugno, ndr) ha provocato tante repliche, tra cui quelle di Franco Meloni, direttore generale dell’ospedale Brotzu, e di Raimondo Ibba, presidente dell’Ordine dei medici. Repliche che hanno sottolineato le ragioni personali e private del dottor Pinna che, a casa mia, si chiamano dignità personale. Avreste gradito e voluto trattenerlo... Forse ammettendo ed avvallando le sue richieste. Ma una grossa azienda con 1881 (anzi, 1880) dipendenti deve conservare e migliorare mission e performance anche a costo di rinunciare ad un medico, così le liste d’attesa finalmente tendono a ridursi. Forse qualcuno sta rinunciando a farsi operare? Nel mio pellegrinare per 54 giorni al Brotzu non ho sempre visto un ambiente gradevole, dove il cittadino venga assistito in un atmosfera di cortesia ed umanità. A meno che non sia normale che un medico possa buttar fuori dal reparto, con modi sgarbati e inurbani, persone autorizzate ad assistere il proprio congiunto; o che un infermiere sbatta la cartella clinica sulle gambe del paziente semi-incosciente. Questi comportamenti non sono certo del dottor Meloni o del dottor Ibba, ma una mela guasta fa sì che poi si butti tutta la cassetta.
Ignazio Secchi, Cagliari
 
6 - L’UNIONE SARDA
Pagina 17 – Lettere & opinioni
Neurochirurgia al Brotzu / 2
Onore ai padri e al lavoro d’equipe
Il Brotzu è un ospedale a livello nazionale e di alta specializzazione grazie anche alla presenza del reparto di Neurochirurgia, dove ho lavorato per 25 anni. Esso nasce non negli anni ’80, con l’apertura dell’ospedale, ma alla fine degli anni ’50, grazie ad un uomo di scienze con grandi doti umane quale era il professor Napoleone. Il quale meriterebbe, da parte dell’Azienda, il dovuto riconoscimento almeno con una targa. Il suo operato è stato portato avanti dal dottor Coraddu in silenzio, con spirito di abnegazione e grande professionalità, in stretta collaborazione con tutto il personale sanitario. La sala operatoria della Neurochirurgia era un grande vanto grazie anche all’operato e alla preparazione della capo sala signorina Muzzioli e veniva presa come modello. Con Napoleone e Coraddu le infermiere partecipavano ai congressi nazionali di Neurochirurgia con i loro lavori, alcuni dei quali pubblicati a livello internazionale dalle riviste specializzate. Quando si salva una vita umana, il merito non può essere dato ad una sola persona. Il lavoro in équipe ed in sintonia è basilare anche per il buon andamento del reparto e dello stesso ospedale.
Anna Maria Orrù – Infermiera, Cagliari
 
 

7 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 23 – Cagliari
Il magnifico rettore potrà ricandidarsi
Mistretta ha vinto, modificato lo statuto
CAGLIARI. Pasquale Mistretta ha vinto: il Senato accademico ha modificato l’articolo 12 dello statuto e lui potrà candidarsi ancora nel 2006, per continuare a governare, come accade dal 1991.
 
Sì alla modifica dello statuto proposta dal rettore
Mistretta varca il suo Rubicone
Il capo dell’ateneo potrà ricandidarsi per la sesta volta
CAGLIARI. Un cambio di statuto ad personam, ma «non esiste alcun automatismo tra il risultato di oggi e una mia prossima candidatura». Lo ha dichiarato ieri mattina il rettore Pasquale Mistretta al termine del voto del Senato accademico allargato. Nell’aula magna del centro di orientamento di ateneo in via Ospedale, tra le facce deluse di chi ancora sperava in una ribellione democratica, il Magnifico ha ottenuto la sufficienza. Con ventisette voti a favore su quarantacinque presenti, è passata la tanto polemizzata modifica all’articolo 12 dello statuto universitario. Ora Mistretta ha meno di un anno per decidere se ripresentarsi al voto per la quarta volta consecutiva. Nel frattempo continuerà a portare avanti la sua eterna campagna elettorale e verificherà se il suo bacino di consensi in questi anni è stato scalfito. Se così non fosse potrà governare l’ateneo cagliaritano fino a diciotto anni, altrimenti potrebbe pensare di cedere il suo scettro, ma a patto che ci sia un altro valido candidato. Opzione che non hanno preso in considerazione gli studenti, che con sei voti a favore e uno contrario sulla modifica dello statuto, hanno fatto capire che ad oggi non esiste nessuna alternativa al Magnifico Mistretta. «Il voto degli studenti è stato determinante - ha detto il rettore - sia sotto il profilo numerico che sotto quello politico. Questo lo sapevo già da prima, perché credo di aver sempre lavorato con un occhio di riguardo agli studenti per creare le condizioni per un alto livello di qualità formativa. Infatti, dobbiamo guardare a una Sardegna che ha molto bisogno di formazione e soprattutto di molta università». In realtà quello degli studenti dovrebbe essere interpretato più come un do ut des. Nelle dichiarazioni di voto i tre ragazzi di Università per gli studenti, vicini al gruppo politico della Margherita, hanno sistemato i binari in cui il rettore dovrà marciare nel suo ultimo anno di legislatura: le tasse non dovranno subire aumenti e dovrà essere mantenuta integra l’idea di un’università accessibile a tutti. Un punto caro agli studenti è anche la diffusione territoriale della conoscenza, secondo loro condizione indispensabile per lo sviluppo dell’isola. La voce dei giovani elettori nella vita dell’ateneo deve essere garantita democraticamente, con un potenziamento delle rappresentanze studentesche negli organi centrali di facoltà. Inoltre, appoggiano ciecamente la nascita della Giunta di Ateneo prevista per il prossimo autunno, che garantirà un governo collegiale dell’università. Imperativi che fanno tentennare Pasquale Mistretta per la candidatura della prossima primavera. Se non dovesse essere in grado di mantenere tutti questi impegni pensa già di lasciare le grane a qualcun altro. E dopo tutti gli sforzi per far passare la modifica dello statuto, Mistretta mette le mani avanti: «Non sto pensando al mio prossimo mandato - ha detto ieri mattina il rettore - semplicemente ho voluto fare una verifica del mio percorso e penso soprattutto al proseguimento dell’anno accademico 2005-2006. D’altronde quella di oggi è stata una votazione sofferta, perché sul piano dei numeri statutari è un risultato che poteva essere migliore». «Dal punto di vista dei contenuti politici però - prosegue il Magnifico - sono contento che il dibattito si sia spostato dai personalismi spinti a una valutazione del modo in cui l’università è cresciuta ed è stata governata. A maggior ragione i voti contrari che ho ricevuto devono farmi riflettere, perché significa che c’è qualcuno che crede che debba essere governata meglio». Un pensiero che probabilmente è rivolto non solo a chi ha votato contro, ma anche a chi si è astenuto. Sei persone, compreso il rettore, tra le quali figurano due ricercatori: Grazia Maria De Matteis e Rosalba Floris. La ricerca infatti continua a essere uno dei tanti punti deboli dell’ateneo cagliaritano. Subisce i tagli del governo centrale, ma finora non sono state trovate neanche soluzioni alternative per ovviare al problema. In un anno difficilmente il rettore riuscirà a curare questa piaga. Per questo ribadisce ancora una volta che potrebbe pensare di scaricare la patata bollente a qualcun altro: Non so che cosa succederà a maggio del 2006 - ha detto Mistretta - ma farò di tutto perché, se emergono candidature che meritano consenso, possano avere il mio appoggio».
Una sicurezza assieme a un’incertezza.
Carla Piras
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 23 – Cagliari
Dietro le quinte della vittoria del Magnifico
Alleanza di re Pasquale con i sei baroni presidi
CAGLIARI. Pasquale Mistretta da re assolutista diventa re illuminato. Questo il senso dell’alleanza che ha fatto coi baroni (universitari) di Scienze (Roberto Crnjar), Lingue (Ines Loi Corvetto), Lettere e filosofia (Gino Paulis) Scienze della formazione (Alberto Granese), Medicina e chirurgia (Gavino Faa) e Ingegneria (Francesco Ginesu). Mentre altri quattro baroni ne contestano l’autorità.
Roberto Malavasi (preside dei Economia), Franco Sitzia (Giurisprudenza), Gaetano di Chiara (Farmacia) e Raffaele Paci (Scienze Politiche), pur con motivazioni diverse, dicono che «il re è nudo» e non credono alle sue aperture. L’alleanza con gli altri baroni è stata tessuta dal monarca Mistretta in quest’ultima settimana con incontri (e promesse) che, a sua volta, hanno prodotto altrettanti conciliaboli interni alle varie facoltà. Il feudo di Medicina, a esempio, ha deciso di non abbandonare re Mistretta solo l’altro ieri. E lo stesso è capitato per gli altri in un susseguirsi di caduta dei dubbi. Ma quello che veniva considerato un monarca assolutista e accentratore, non avrebbe avuto partita vinta se non fosse riuscito ad ammaliare i servi della gleba, gli studenti. Quarantamila persone, in genere con una scarsa attenzione alla vita interna al palazzo del monarca, ma sensibili ad alcuni problemi, tra cui le tasse universitarie. Per diversi di loro l’aumento del pagamento annuale potrebbe significare non poter più studiare: niente più pane per i servi della gleba.
Ma è stata la sacra alleanza coi sei presidi-baroni la carta alla fine vincente: se non ha prodotto la tavola rotonda di re Artù, ha almeno posto le basi - così affermano i baroni della conciliazione - per una gestione allargata del regno-ateneo. ‘Democratizzare’ è la parola sussurrata al cuore dei baroni dell’alleanza. Re Mistretta, infatti, ha un trascorso di cinque mandati nel segno di un Magnifico che ha gestito con piglio amichevole (c’è chi dice ‘paternalista’) ma rigido e fermo (c’è di afferma ‘da despota’). Come dire che i punti di comando sono sempre stati suoi. Tra le accuse maggiori che i cavalieri erranti e non concilianti gli hanno sempre rivolto vi sono quelle di essere un accentratore convinto: di non voler fare lavoro di squadra, se non di facciata. I palazzi reali di via Università potevano vedere questuanti ma un solo regnante: lui, re Pasquale. Che poi si fosse mosso con accortezza e lungimiranza, in molti glielo hanno anche riconosciuto. Soprattutto per i problemi dell’edilizia universitaria: Mistretta, dopo re Duilio (Casula), è stato il monarca che ha dato concretezza alla cittadella universitaria di Monserrato e al Policlinico, solo per fare un esempio. Ma le critiche parlano, però, anche di un regno che se da un lato è stato sensibile ad allargare i confini (con decentramenti nel territorio), dall’altro ha mostrato debolezze nelle alleanze strategiche (per la ricerca): quelle che potrebbero ampliare i forzieri con nuove risorse. La politica estera, insomma, è tra gli elementi più criticati. Altri baroni, considerati minori (non per scienza ma per potenza e, quindi, truppe disponibili), hanno spesso lamentato di esser lasciati ai margini: di dover difendere il proprio baronato con poche forze, senza gli aiuti del monarca se non, a volte, la sua velata ostilità.
La ricerca e la didattica sono gli stemmi ideali che ogni barone vuole (o vorrebbe) nella porta del proprio baronato. Ma per averli occorrono terreni più ampi (attrezzature, laboratori, biblioteche) e risorse più consistenti: se non più tasse per gli studenti-servi della gleba, almeno più possibilità di aperture commerciali (finanziamamenti locali, nazionali ed europei).
Ora re Pasquale ha promesso più collegialità e sei baroni l’hanno seguito. Ma nessuno ha ancora giurato. Per il momento gli hanno dato il ‘sì’ per partecipare alle prossime elezioni per il regnante del 2006. Ma il ‘sì’ è condizionato all’effettiva collegialità. Altrimenti vi sarebbe la rivolta anche degli alleati, che armati di truppe marcerebbero (dall’autunno) alla conquista del regno.
Roberto Paracchini
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA
SITZIA
CAGLIARI. Il preside della facoltà di Giurisprudenza, Francesco Sitzia, è stato coerente con le previsioni di voto: era contrario alla modifica dello statuto, anche se apprezza la politica mistrettiana: «Mi sono sentito in dovere di votare contro - dice - perché credo che ci debba essere un limite alla durata delle cariche e questo principio democratico va difeso». (cp)
 
10 – LA NUOVA SARDEGNA
DI CHIARA
CAGLIARI. Il preside della facoltà di Farmacia, Gaetano Di Chiara, crede fermamente nel contributo degli studenti al miglioramento della didattica. «Non mi sono mai sognato di pensare - dice - che la rappresentanza degli studenti negli organi collegiali debba essere ridotta. Anzi, ritengo che dovrebbero, più di quanto fanno adesso, far sentire
 
11 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 23 – Cagliari
Cristina Lavinio:
“La ricerca è ormai in fin di vita, dobbiamo salvare l’università”
CAGLIARI. Cristina Lavinio, rappresentante delle aree scientifico e disciplinari nel Senato accademico allargato, ha votato contro la modifica dello statuto e si dichiara contraria alla politica mistrettiana.
Come giustifica il suo voto?
«Era una modifica ad personam. Ho votato contro la scorsa volta quando si era detto che sarebbe stata l’ultima, a maggior ragione, per coerenza, ho votato contro anche questa volta».
Cosa è stato violato con questa richiesta del Rettore?
«E’ mancato il rispetto delle regole, che in una democrazia dovrebbe essere fondamentale. I poteri non possono essere concentrati così a lungo su una sola persona».
Il voto degli studenti è stato determinante. Forse perché non vedono nessuna alternativa valida a Mistretta?
«Questo è offensivo nei confronti di tutti gli altri docenti dell’ateneo. Significa che siamo di fronte a una sfiducia generalizzata. E’ inconcepibile che non vi sia un’alternativa seria a un rettore che in quindici anni ha rovinato l’ateneo».
Che cos’ha sbagliato il rettore in questi anni?
«Ha sbagliato con la costruzione di nuovi corsi di laurea, vantandosi di essere stato il primo in Italia ad aver approvato la riforma universitaria. La ricerca sta morendo: ogni docente ha, pro capite, appena 500 euro per la ricerca».
Intende che l’università non dovrebbe essere di massa?
«No, è un bene che sia di massa, ma non si può continuare ad abbassare il livello di preparazione degli studenti pur di dire che abbiamo molti laureati in Sardegna».
 La sua ricetta?
«Bisogna avere il coraggio di potare i corsi di laurea che non sono strettamente necessari». (c.p.)

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